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L'agricoltura lombarda conta. 2015, (6. ed.)

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L’AGRICOLTURA LOMBARDA CONTA - 2015

Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: PSR 2014-2020 Direzione Generale Agricoltura

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Comitato di redazione

Sabrina Giuca, CREA (responsabile); Maria Silvia Giannini (coordinamento per la DGA Regione Lombardia); Alessandro Nebuloni, DGA Regione Lombardia; Roberto Pretolani, DEMM; Renato Pieri, SMEA; Roberto Cagliero, CREA; Francesca Marras, CREA

Referenti tematici

Daniele Bellomo, Danilo Bertoni, Lucia Briamonte, Roberto Cagliero, Stefano Dell’Acqua, Francesca Gaudiano, Maria Silvia Giannini, Sabrina Giuca, Rita Iacono, Pietro Manzoni di Chiosca e Poggiolo, Sonia Marongiu, Renato Pieri, Roberto Pretolani, Maria Rosaria Pupo d’Andrea, Roberto Solazzo, Adele Vinci

Revisione editing

Sabrina Giuca e Maria Silvia Giannini Elaborazioni

Marco Amato, Alessia Fantini e Fabio Iacobini Coordinamento editoriale

Benedetto Venuto

Progetto grafico e realizzazione Carlo Silva e Fabio Lapiana Fotografie Carlo Silva Edizione Internet Massimo Perinotto Segreteria Novella Rossi

Si ringraziano: Maria Teresa Besana, Gabriele Boccasile, Roberta Capretti, Andrea Corapi, Gloria Corti, Antonella Forni, Stefano Foschini, Claudio Liberati, Andrea Massari, Giovanna Nicastro, Donatella Parma, Antonio Pepe, Antonella Pontrandolfi, Andrea Povellato, Marina Ragni, Serena Tarangioli, Roberto Tonetti

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L’opuscolo L’agricoltura lombarda con-ta - 2015 promosso dalla DG Agricol-tura, in collaborazione con il CREA, il DEMM e la SMEA, arriva alla sua sesta edizione. Secondo una tradizio-nale impostazione, il volume fornisce un quadro delle informazioni riguar-danti i principali elementi descrittivi del sistema agroalimentare regionale; inoltre affianca la versione cartacea a quella on line disponibile sul sito della Direzione, permettendo l’acquisizione di tabelle elaborabili e un continuo ag-giornamento, in corso d’anno, anche attraverso i risultati della congiuntu-ra agricola trimestcongiuntu-rale realizzata in collaborazione con Unioncamere Lom-bardia. Nel 2014 la dimensione della produzione agroindustriale lombarda è stimata in 13,7 miliardi di euro, pari al 16,7% del valore del sistema agroali-mentare nazionale; a fronte di un lieve aumento complessivo (+0,8% contro il +0,4% a livello nazionale), il sistema vede rafforzare la posizione dell’indu-stria alimentare che arriva a pesare il 16,9% sull’intero sistema (11,8% a livello nazionale) con un incremento

del valore aggiunto del 4%. Per contro, l’annata agraria 2014 registra un calo in termini monetari del 2% del valo-re della Produzione agricola, stimata complessivamente in 7,55 miliardi di euro, pari al 14,1% del dato naziona-le, per l’effetto negativo dell’andamento dei prezzi (-3%). La caduta dei prezzi alla produzione ha riguardato quasi tutti i comparti dell’agricoltura regio-nale, in particolar modo le coltivazio-ni, ma la riduzione del valore della produzione ha interessato maggior-mente il settore zootecnico (soprattutto il comparto delle carni) e il comparto delle coltivazioni legnose agrarie (vite e frutta) che hanno risentito di una contrazione quantitativa. A parziale correzione di un trend decennale che vede i prezzi dei fattori produttivi cre-scere in maniera più sostenuta rispetto a quelli dei prodotti agricoli, si regi-stra nel 2014 un miglioramento della ragione di scambio (+1,6%) fra prezzi alla produzione e costo dei fattori. Ma al calo dei prezzi (-4,5%) dei costi in-termedi, l’aumento delle quantità uti-lizzate dell’1,1% non ha determinato

un miglioramento della produttività dei fattori. Nonostante la riduzione dei consumi intermedi, la variazione negativa della produzione agricola ha determinato sostanzialmente una stazionarietà del valore aggiunto, contrassegnata da un segno negativo (-0,3%). Benché la domanda estera di prodotti agroalimentari in questi anni abbia costituito a livello lombardo la componente trainante del sistema, il valore dell’export agroalimentare subi-sce nella prima parte del 2015 un ral-lentamento che si auspica possa essere superato con le opportunità di mercato offerte da EXPO.

Inoltre, per quanto da luglio 2014 il trend dei prezzi dei prodotti agricoli sembrasse riprendere vigore, l’anda-mento congiunturale del primo seme-stre 2015 non presenta indicazioni confortanti per la redditività: in parti-colare si aggrava, in base all’andamen-to dell’indice prezzi alla produzione, la situazione del comparto lattiero- caseario e della carne bovina e suina, mentre riprendono a salire i costi dei fattori di produzione a fronte di una

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domanda interna debole che a oggi non evidenzia ancora le evoluzioni attese. Nel corso del 2014 Regione Lombardia, a sostegno del reddito degli agricoltori lombardi, aveva provveduto ad eroga-re ancora una volta, con fondi eroga- regiona-li pari a 310,5 miregiona-lioni di euro, un anti-cipo della PAC, che complessivamente assomma pagamenti diretti per un im-porto di circa 488,8 milioni di euro. A beneficiarne, oltre 33.000 aziende agri-cole. Nel 2015, tuttavia, Regione Lom-bardia non ha potuto replicare questo intervento a favore del settore per la mancata conclusione dell’iter ministe-riale di quantificazione del valore dei titoli PAC. Fa esprimere invece soddi-sfazione, in relazione alle difficoltà del comparto lattiero-caseario, l’accordo tra i produttori e la cooperazione, rag-giunto al tavolo regionale sul prezzo base di riferimento (37 centesimi al litro) e per il meccanismo di definizio-ne del prezzo del latte; la

rappresen-tanza industriale purtroppo, pur con-dividendo il metodo di indicizzazione ha tuttavia rifiutato il prezzo base. Il sistema delle imprese agricole, pari a 47.720 unità (-1,9% rispetto al 2013), vede continuare nel 2014 il processo di riduzione strutturale, accompagnato nell’ultimo quadriennio da una con-trazione della consistenza del credito agrario, passato dal +8,2% del 2011 al -0,8% del 2014, e da un aumento della quota di credito in sofferenza, anche se in Lombardia il suo grado si mo-stra inferiore a quanto si riscontra a livello nazionale (9,5% contro 11,6%). Inoltre, nonostante l’intensità degli in-vestimenti del settore agricoltura sia superiore alla media nazionale, si evi-denzia un calo della loro incidenza sul valore aggiunto. Ora con il 2015 si con-clude la programmazione 2007-2013 e prende avvio la nuova programmazio-ne PSR per il periodo 2014-2020, che mette a disposizione per lo sviluppo

rurale 1,157 miliardi di euro. Una dote con 133 milioni in più rispetto alla pre-cedente (circa 500 milioni sono i fondi per le misure relative agli investimenti e altrettanto è previsto per le misure agro-ambientali), che ha coinvolto Re-gione Lombardia con un impegno di quasi 200 milioni in più, per la quota di cofinanziamento regionale che pas-sa dal 15% al 30%. Con l’emanazione dei primi bandi dello sviluppo rurale, Regione Lombardia si è impegnata a sostenere il potenziamento della com-petitività del settore attraverso contri-buti agli investimenti, a una gestione sostenibile delle risorse naturali e un’a-zione sul clima (operaun’a-zione 4.1.01). Occorre però essere consapevoli che un PSR può non essere risolutivo per tutte le iniziative di investimento del-le imprese, aldel-le quali spetta costruire il proprio futuro, ponderando i rischi d’impresa e affrontando i mercati e la globalizzazione.

Gianni Fava Assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia

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ECONOMIA E AGRICOLTURA

Territorio e popolazione pag. 10 Prodotto interno lordo pag. 17 Valore aggiunto pag. 20 Occupazione pag. 22

SISTEMA AGROINDUSTRIALE

Componenti del sistema pag. 28 Industria alimentare e delle bevande pag. 31 Distribuzione pag. 36 Scambi con l’estero pag. 39 Consumi alimentari pag. 44

AGRICOLTURA

Aspetti climatici e

andamento agrometereologico pag. 48 Risultati produttivi in agricoltura pag. 50 Pesca e acquacoltura pag. 60 Consumi intermedi pag. 62 Investimenti pag. 65

Prezzi pag. 68

Strutture in agricoltura pag. 71 Meccanizzazione pag. 83 Risultati economici delle aziende agricole pag. 86 Credito agrario pag. 96 Mercato fondiario pag. 99

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MULTIFUNZIONALITÀ

Agroenergie pag. 104 Prodotti a denominazione e tradizionali pag. 107 Agricoltura biologica pag. 115 Produzione integrata pag. 119 Agriturismo pag. 121 Vendita diretta pag. 125 Fattorie didattiche pag. 131

AGRICOLTURA E AMBIENTE

Aree protette pag. 134

Foreste pag. 139

Gestione delle risorse idriche pag. 143 Pratiche agricole pag. 147

POLITICA AGRICOLA

Legislazione regionale in materia agricola pag. 152 Spesa agricola regionale pag. 155 PAC – I pilastro pag. 159 Programma di sviluppo rurale

(PAC – II pilastro) pag. 162

GLOSSARIO

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Il territorio della Lombardia, esteso su una superficie 23.863 kmq, occupa circa il 7,9% della superficie naziona-le ed è caratterizzato da una compre-senza di aree pianeggianti (47,1%), collinari (12,4%) e montuose (40,5%). La Lombardia è la regione italiana più densamente abitata con un numero di residenti che sfiora i 10 milioni (pari al 16,4% della popolazione nazionale), per lo più concentrati nella fascia pia-neggiante e pedemontana. In queste aree la densità abitativa supera i 600 ab./kmq, contro la media nazionale di 201 ab./kmq. Nelle province di Milano e Monza la densità abitativa raggiunge addirittura i 2.000 ab./kmq; all’estre-mo opposto si colloca la provincia di Sondrio, con soli 57 ab./kmq. Il 68,8% della popolazione vive nella fascia di pianura.

Le aree collinare e montane rientra-no quasi completamente nelle aree di intervento del PSR (Programma di

sviluppo rurale) definite rurali, inter-medie e con problemi complessivi di sviluppo.

Come per la densità abitativa anche il rapporto fra popolazione residente e superficie agricola mostra un valore elevato (1.056 ab./100 ha SAU), deci-samente superiore al corrispondente dato nazionale (480 ab./100 ha SAU) e a quello comunitario.

Nel 2013 la popolazione residente è cresciuta dell’1,8%, con un tasso di crescita identico a quello nazionale. Circa l’11,3% della popolazione resi-dente è di origine straniera rispetto al dato nazionale dell’8,1%. La provincia con la maggior incidenza di residenti stranieri è Brescia (13,4%), seguita da quelle di Mantova (13,2%) e Milano (13,1%).

Le persone anziane (65 anni e più) rappresentano il 21,4% della popola-zione, mentre il tasso di invecchia-mento della popolazione è pari a 1,49,

valore in assoluto elevato, ma legger-mente inferiore alla media nazionale (1,54).

L’elevata densità abitativa e il vivace trend di crescita della popolazione si traduce a livello territoriale in un esteso tasso di antropizzazione del territorio, che secondo dati DUSAF (2012) risulta di circa il 14,5%; a livel-lo livel-locale sono particolarmente elevati i valori di Monza e Milano (rispetti-vamente il 55,1% e il 40,5%). Sem-pre con riferimento al dato DUSAF (2012) le superfici boscate e natura-li si estendono sul 39% del territorio regionale, in particolare nelle aree montane, con una punta dell’88% nel-la provincia di Sondrio. La superficie agricola risulta pari a poco più di un milione di ettari, corrispondente al 43% della superficie regionale, con un picco nella provincia di Cremo-na (84,7%) e un minimo in quella di Sondrio (7,4%). Il 77% delle superfici

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Superficie, popolazione residente e densità abitativa in Lombardia, 2014

Superficie

territoriale (kmq) superficie territorialeRipartizione % Popolazione residente al 1/1/2014 popolazione residenteRipartizione % (abitanti/kmq)Densità % stranieri residenti

Lombardia 23.863,65 100,0 9.973.397 100,0 417,9 11,3 Montagna 9.650,02 40,4 1.049.512 10,5 108,8 7,7 Collina 2.967,90 12,4 2.063.199 20,7 695,2 10,4 Pianura 11.245,73 47,1 6.860.686 68,8 610,1 12,2 Bergamo 2.745,94 11,5 1.107.441 11,1 403,3 11,6 Brescia 4.785,62 20,1 1.262.295 12,7 263,8 13,4 Como 1.279,04 5,4 598.810 6,0 468,2 8,3 Cremona 1.770,46 7,4 362.141 3,6 204,5 11,4 Lecco 814,58 3,4 340.814 3,4 418,4 8,4 Lodi 782,99 3,3 229.082 2,3 292,6 11,6 Mantova 2.341,44 9,8 415.147 4,2 177,3 13,2 Milano 1.575,65 6,6 3.176.180 31,8 2.015,8 13,1 Monza e Brianza 405,41 1,7 862.684 8,6 2.127,9 8,5 Pavia 2.968,64 12,4 548.326 5,5 184,7 10,4 Sondrio 3.195,76 13,4 182.480 1,8 57,1 5,0 Varese 1.198,11 5,0 887.997 8,9 741,2 8,5

Aree intensive ad agricoltura specializzata 10.233,67 42,9 3.880.134 38,9 379,2 11,0 Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo 4.312,08 18,1 290.884 2,9 67,5 5,9

Aree rurali intermedie 7.905,51 33,1 2.129.479 21,4 269,4 8,7

Poli urbani 1.412,39 5,9 3.672.900 36,8 2.600,5 13,6

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agricole sono destinate a seminativi. L’erosione dei suoli agricoli, sia a cau-sa delle opere antropiche, soprattutto in pianura, che dei fenomeni di

rina-turalizzazione, prevalentemente nelle zone collinari e montane, appare un fenomeno inarrestabile. Fra il 2007 e il 2012, secondo le rilevazioni DUSAF,

le superfici agricole regionali sono di-minuite dell’1,7%, con una punta del 6,6% nella provincia di Lecco. In sei decenni, ovvero dal 1955, la perdi-Copertura del suolo in Lombardia, aree antropizzate, boschi e superficie agricola utilizzata (SAU)

Aree antropizzate

(%) Aree boscate (%) (%) (.000 ha) di cui % Aree agricole

seminativi colture permanentidi cui % prati stabili di cui % 2007/12var %

Bergamo 14,4 56,5 27,5 75,7 56,7 2,6 40,8 -2,9 Brescia 11,7 48,4 34,4 164,4 73,7 6,3 19,9 -1,7 Como 16,6 60,0 14,7 18,8 48,6 1,3 50,1 -3,3 Cremona 11,1 2,7 84,7 150,0 87,6 3,8 8,7 -0,9 Lecco 15,3 60,7 14,9 12,1 33,3 2,0 64,8 -6,6 Lodi 13,1 5,0 79,6 62,2 83,2 4,5 12,3 -0,9 Mantova 12,6 2,7 81,4 190,8 88,5 6,5 5,0 -0,7 Milano 40,5 6,9 51,1 80,6 81,6 3,1 15,3 -2,2 Monza e Brianza 55,1 10,4 34,3 13,9 82,8 1,0 16,2 -2,6 Pavia 9,4 16,1 72,9 216,3 80,5 15,1 4,4 -1,6 Sondrio 2,7 88,7 7,4 23,7 6,6 12,9 80,6 -3,9 Varese 29,4 46,3 14,6 17,6 63,0 1,6 35,4 -3,6 Lombardia 14,5 39,0 43,0 1.026,0 77,3 7,1 15,6 -1,7 Fonte: ERSAF-DUSAF, 2007, 2012.

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ta delle superfici agricole è stata del

22,4%, a fronte di un incremento del-le aree antropizzate di circa il 250%.

Strettamente legato al fenomeno del-la perdita deldel-la SAU è il tema dell’au-toapprovvigionamento alimentare.

Se-condo uno studio DEMM, nel periodo 2009-2011 il grado di autoapprovvi-gionamento garantito dall’agricoltura Dinamica delle superfici antropizzate, agricole e boschive (1955-2012)

0 200 400 600 800 1.000 1.200 1.400 1955 1980 1999 2007 2012 (.000 ettari) Aree antropizzate Aree agricole Boschi e aree naturali

100 194 302 336 346 1.322 1.262 1.087 1.043 1.026 888 854 917 927 930 Fonte: ERSAF.

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lombarda è del 64,5% in termini di calorie e del 74,1% in valore, mentre a livello nazionale questi parametri si collocano rispettivamente sul 65,5% e

sul 91,3%. Nonostante la maggiore pro-duttività media in termini di calorie per ettaro (5,9 abitanti mantenibili per ettaro contro i 3,3 a livello italiano), la

Lombardia riuscirebbe a mantenere in termini calorici solo il 60,1% dei suoi abitanti, contro il 67,2% dell’Italia. Guardando al movimento turistico, il Tasso di autoapprovigionamento alimentare in Lombardia e Italia (media 2009-2011)

Aree rurali

Italia Lombardia Tasso di autoapprovvigionamento globale (% kcalorie) 65,5 64,5

- di cui vegetali 64,1 56,6

- di cui animali 76,7 139,1

Tasso di autoapprovvigionamento consumi umani (% kcalorie) 67,2 60,1

- di cui vegetali 64,1 34,4

- di cui animali 76,8 139,0

Produzione interna per ettaro di SAU (Kcal) 8.974.192 22.040.000 Produzione vegetale interna per ettaro seminativi+arboree (Kcal) 10.570.450 20.664.002 Produzione animale interna per ettaro foraggere (Kcal) 2.849.295 10.317.746

Abitanti mantenibili/ettaro 3,3 5,9

Abitanti mantenibili complessivi con produzioni interne 39.999.900 5.816.856 Tasso di autoapprovvigionamento in valore 91,3 74,1

Fonte: Elaborazioni DEMM su dati Faostat. Fonte: Programma di sviluppo rurale 2014-2020, Regione Lombardia.

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61,9% del flusso annuo di ospiti negli

esercizi ricettivi lombardi, complessi-vamente pari a 13,6 milioni di arrivi, interessa località turistiche e in par-ticolare le città di interesse storico e artistico (Milano, Bergamo, Como) e le località lacuali (Lago di Garda, Lago di Como e di Lecco, Lago

Mag-giore), dove gli stranieri raggiungono rispettivamente il 59,6% e il 70,6% de-gli arrivi.

L’11% degli arrivi lombardi (contro il 20% circa a livello nazionale) è orien-tato a esercizi di tipo extra-alberghie-ro prevalentemente rappresentati da campeggi, villaggi turistici e alloggi Rapporto popolazione/superficie agricola (abitanti/100 ha di SAU)

Lombardia Italia - Nord Italia UE-27 1.005 1.056 608 621 472 480 292 20132010

Fonte: EUROSTAT, ISTAT.

in affitto, soluzioni che vedono la più alta presenza straniera ed una perma-nenza media a carattere quasi setti-manale.

Negli ultimi anni gli arrivi sono pro-gressivamente aumentati, ma non è cresciuta la permanenza media (2,5 numero di notti per cliente); tra il 2008 e il 2013 è aumentata la quota degli ospiti stranieri, passando dal 46,4% al 51,3% del totale, e mante-nendosi superiore alla media nazio-nale (48,4%). Gli alloggi in affitto, nel 2013, pari al 3% del totale degli arrivi, nel tempo aumentano la loro quota, così come, espressione dell’accoglien-za in famiglia, i bed and breakfast (1,1%), e gli agriturismi (0,9%); in au-mento è anche la quota degli arrivi in altri esercizi ricettivi, con un incre-mento della permanenza media.

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Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi lombardi, 2013 Totale

% arrivi % arrivi stranieri/totale permanenza media n. notti/cliente arrivi* presenze**

Tipo di località

Capoluoghi di provincia e comuni 5.182.560 9.839.646 38,1 38,2 1,9

Località di interesse turistico 8.429.046 24.120.995 61,9 59,5 2,9

- città di interesse storico e artistico 5.558.570 12.071.882 40,8 59,6 2,2

- località montane 755.716 3.048.092 5,6 34,4 4,0

- località lacuali 1.974.572 8.599.787 14,5 70,6 4,4

- località termali 68.802 248.121 0,5 23,5 3,6

- località collinari e di interesse vario 71.386 153.113 0,5 37,0 2,1

Tipologia di esercizio

Esercizi alberghieri 12.107.639 26.429.228 89,0 51,0 2,2

Esercizi extra-alberghieri 1.503.967 7.531.413 11,0 54,2 5,0

- campeggi e villaggi turistici 600.094 3.474.131 4,4 58,3 5,8

- alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale 402.042 2.031.939 3,0 64,3 5,1

- agriturismi 125.225 422.965 0,9 38,1 3,4

- bed and breakfast 152.221 334.158 1,1 40,1 2,2

- altri esercizi ricettivi 224.385 1.268.220 1,6 43,5 5,7

Lombardia 13.611.606 33.960.641 100,0 51,3 2,5

Italia 103.862.530 376.785.615 48,4 3,6

* numero di clienti, italiani e stranieri, ospitati negli esercizi ricettivi nel periodo considerato. ** numero delle notti trascorse dai clienti, italiani e stranieri, negli esercizi ricettivi. Fonte: elaborazione dati ISTAT.

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prodotto

interno

lordo

Nel 2013 il PIL realizzato in Lombar-dia si è attestato su un valore di circa 360 miliardi di euro a prezzi correnti, pari al 22,3% del PIL nazionale e al 2,7% del PIL dell’UE-28. Il PIL lombar-do supera in valore assoluto il PIL di

Andamento del PIL per abitante in Lombardia (euro), dal 2006 al 2013* 19 paesi dell’UE, essendo paragonabi-le a quello di Belgio, Polonia e Austria. Il valore del PIL pro capite, pari a 36.459 euro a prezzi correnti, risulta ampiamente superiore sia alla media nazionale (+36%) sia a quella

comu-nitaria (+37%). Esso supera del 5,4% quello tedesco e del 12,3% quello francese (EUROSTAT) e nel contesto italiano si colloca al terzo posto dopo quello dell’Alto Adige e della Valle d’Aosta.

Anni

PIL/Abitante

Lombardia Lombardia Italia

PIL a prezzi

correnti (mio euro) su Italia% correntiPrezzi concatenatiValori correntiPrezzi concatenatiValori

2006 325.033 21,0 34.698 36.930 26.644 28.519 2007 338.489 21,0 35.888 37.308 27.556 28.822 2008 352.077 21,6 37.031 37.683 27.758 28.391 2009 336.077 21,4 35.106 35.124 26.629 26.699 2010 351.509 21,9 36.492 36.492 27.088 27.088 2011 358.689 21,9 37.046 36.516 27.600 27.203 2012 356.437 21,9 36.566 n.d. 27.343 26.375 2013 360.358 22,3 36.459 n.d. 26.877 25.628 Lombardia/Italia (2013) 1,36 n.d. Lombardia/Nord-Italia (2013) 1,11 n.d. Lombardia/UE-28 (2013) 1,37 n.d.

*Valori concatenati - anno di riferimento 2010. Fonte: EUROSTAT; ISTAT, Conti economici territoriali.

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Andamento del PIL per occupato in Lombardia (euro) dal 2006 al 2013*

Popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale, 2013 (%) 0 10 20 30 40 50 17,5 24,5 28,4 18,0 16,6 23,3 44,5

Lombardia UE-28 Italia Italia

Nord Ovest Italia Nord Est Italia

Centro ItaliaSud ItaliaIsole

49,4

Fonte: EUROSTAT.

Analoghe considerazioni possono es-sere riferite al PIL per occupato, pari a circa 77.500 euro a prezzi corren-ti, valore superiore del 16% a quello nazionale e del 24% a quello medio comunitario.

La perdurante crisi economica coin-volge anche la Lombardia, anche se con dinamiche meno accentuate ri-spetto al contesto nazionale. Il PIL 2013 a prezzi correnti, infatti, ha fatto registrare un incremento dell’1,1%

ri-Anni

PIL/Occupato

Lombardia Italia

Prezzi correnti Valori concatenati Prezzi correnti Valori concatenati

2006 69.767 74.256 62.008 66.371 2007 72.030 74.880 63.661 66.586 2008 74.276 75.585 64.418 65.885 2009 71.950 71.986 63.134 63.300 2010 76.040 76.040 64.835 64.835 2011 77.516 76.408 65.969 65.020 2012 77.156 n.d. 65.675 63.350 2013 77.551 n.d. 66.610 63.516 Lombardia/Italia (2013) 1,16 n.d. Lombardia/Nord-Italia (2013) 1,07 n.d. Lombardia/UE-27 (2013) 1,24 n.d.

*Valori concatenati - anno di riferimento 2010. Fonte: EUROSTAT; ISTAT, Conti economici territoriali.

(21)

19

Andamento del PIL dal 2005 al 2014 (2005=100)*

* Valori concatenati - anno di riferimento 2010. Fonte: EUROSTAT; ISTAT, Conti economici territoriali.

90 92 94 96 98 100 102 104 106 108 110 2009 2005 2006 2007 2008 2010 2011 2012 2013 2014

EU-28 EU-15 Italia Lombardia

spetto al 2012, contro la diminuzione dello 0,6% a livello nazionale. Il PIL lombardo segue un andamento di cre-scita prossimo a quello comunitario, sebbene su un livello leggermente in-feriore. Dal 2009 il divario fra il tas-so di crescita economica lombarda e quello nazionale è ulteriormente au-mentato.

Ai positivi dati economici complessivi della regione fa da contraltare la quo-ta di popolazione a rischio povertà o esclusione sociale, che secondo i dati EUROSTAT si attesta, nel 2013, su un valore di circa il 17,5%, dato in ogni caso migliore di quello della media nazionale e comunitaria (rispettiva-mente pari al 28,4% e al 24,5% della popolazione).

(22)

Incidenza % del VA dell’agricoltura1 sul VA totale, 2013 VA Lombardia 1,1 Italia 2,3 Italia - Nord 1,8 Italia - Centro 1,7

Italia - Sud e Isole 4,2

UE-28 1,7 Belgio 0,8 Bulgaria 5,5 Danimarca 1,4 Francia 1,6 Germania 0,9 Grecia 3,8 Paesi Bassi 1,9 Polonia 3,3 Portogallo 2,3 Regno Unito 0,7 Romania 6,2 Spagna 2,8 Svezia 1,4 Ungheria 4,4

1Agricoltura, silvicoltura e pesca.

Fonte: ISTAT, Conti economici territoriali; EUR0STAT.

valore

aggiunto

Il valore aggiunto dell’economia lom-barda dipende in larga misura dai servizi (72%) e dall’industria (26,9%), mentre il contributo del settore agri-colo si limita all’1,1%, valore inferiore sia alla media nazionale (2,3%) che comunitaria (1,7%).

Nonostante la modesta incidenza sul complesso dell’economia, la Lombar-dia contribuisce alla formazione del valore aggiunto agricolo nazionale per una quota del 10,4%; la regione si colloca in tal modo al secondo po-sto dopo l’Emilia-Romagna (10,7%). L’incidenza del valore aggiunto agri-colo lombardo sul totale dell’UE-28 è dell’1,6%, paragonabile in valore asso-luto a quello realizzato da paesi come Danimarca, Portogallo e Belgio. Dal 2010 l’agricoltura lombarda recu-pera posizioni rispetto agli altri settori economici, tornando ad un’incidenza percentuale sull’intera economia pari a quella del 2005.

VA ai prezzi di base1 per settore in

Lombardia (mio. euro), 2013

26,9%

72,0%

1,1%

Agricoltura, silvicoltura, pesca Industria, incluse costruzioni Servizi, inclusa pubb. amm.ne Totale

3.502 87.317 233.393 324.212 1Valori a prezzi correnti.

(23)

21

Dinamica del VA per settore in Lombardia1 (2005=100)

economia agricoltura, silvicoltura e pesca industria

servizi numero indice inc.% agricoltura su economia numero indice inc.% industria su economia 80 90 100 110 120 130 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

1Valori a prezzi correnti.

(24)

occupazione

La Lombardia presenta un tasso di

occupazione molto elevato, pari a circa il 65% della popolazione con età compresa fra i 15 e i 64 anni. Questo valore, che pone in linea la regione con il contesto comunitario, risulta di gran lunga superiore a quello medio nazionale, fermo al 55,7%. Analoga tendenza si riscontra con riferimento all’occupazione femminile, che però si colloca 15 punti percentuali al di sotto di quella maschile. Il tasso di occupazione giovanile (15-24 anni), pur superiore alla media nazionale,

risulta, invece, al di sotto della media comunitaria.

Per quanto riguarda il tasso di disoc-cupazione la Lombardia si mantiene su un livello relativamente contenu-to (8,2%), soprattutcontenu-to se paragonacontenu-to al dato nazionale (12,7%) e a quello comunitario (10,2%). La disoccupa-zione femminile risulta leggermente più pronunciata raggiungendo l’8,8%. Meno confortante è il tasso di disoc-cupazione giovanile, che raggiunge la ragguardevole quota del 31,2%, infe-riore del 10% rispetto alla media

na-27,8%

70,6%

1,6%

Agricoltura, silvicoltura, pesca Industria, incluse costruzioni Servizi, inclusa pubb. amm.ne Totale

67,4 1.209,1 3.066,6 4.343,1

Fonte: ISTAT, Conti economici territoriali.

Unità di lavoro per settore in Lombardia (000 unità), 2012

Tasso di occupazione e disoccupazione, 2014

Tasso di occupazione Tasso di disoccupazione complessivo femminile giovanile complessivo femminile giovanile

% % % % % %

Lombardia 64,9 57,5 20,6 8,2 8,8 31,2 Italia - Nord 64,3 56,9 20,3 8,6 9,7 32,7 Italia 55,7 46,8 15,6 12,7 13,8 42,7

UE-28 64,8 59,5 32,4 10,2 10,3 22,2

(25)

23

Occupati totali e agricoli per sesso e ripartizione geografica, 2014

Occupati Occupati agricoli 000 unità % femmine 000 unità % femmine

Lombardia 4.237,4 43,7 71,9 16,9

Italia - Nord 11.612,0 43,7 306,3 26,8

Italia 22.278,9 41,9 811,7 27,7

Fonte: ISTAT, Rilevazione sulle forze di lavoro - media 2014.

zionale, ma 9 punti più elevata rispet-to alla media comunitaria.

Il settore agricolo assorbe una quota dell’1,6% delle unità lavorative (UL) rispetto al 27,8% dell’industria e al 70,6% dei servizi (ISTAT, 2012). Nel 2012 la produttività media a prezzi correnti di un unità lavorativa agrico-la è pari al 69,7% di un’unità agrico-lavorativa media dei servizi e al 70,9% dell’ana-logo dato riferito all’industria. Nono-stante l’elevato differenziale con gli altri settori, si evidenzia negli ultimi anni un costante trend di incremento del valore aggiunto per occupato,

fe-nomeno non comune agli altri settori. Nel 2014 gli occupati in agricoltura ammontano a circa 72.000 unità, cor-rispondenti all’1,7% del totale regio-nale e all’8,9% degli occupati agricoli italiani. L’incidenza degli occupati agricoli sul totale si colloca in Lom-bardia ben al di sotto della media na-zionale (3,6%) e di quella dell’UE-28 (5%).

La percentuale degli occupati di sesso femminile nell’agricoltura lombarda è del 16,9%, quota decisamente infe-riore rispetto al totale dell’economia e anche nel confronto con l’analogo

Incidenza % occupati in agricoltura1

sul totale dell’economia, 2014 % occupati Lombardia 1,7 Italia 3,6

Italia - Nord 2,6

Italia - Centro 2,5

Italia - Sud e Isole 6,6 UE-27 5,0 Austria 4,3 Belgio 1,3 Bulgaria 19,4 Danimarca 2,6 Francia 2,8 Germania 1,5 Grecia 12,5 Paesi Bassi 2,2 Polonia 11,5 Portogallo 11,6 Regno Unito 1,4 Romania 29,3 Spagna 4,0 Svezia 2,2 Ungheria 6,7

1 Agricoltura, silvicoltura e pesca.

(26)

dato nazionale. La quota di occupati dipendenti sul totale degli occupati in agricoltura si colloca intorno al 35% contro il 50% su base nazionale. Il valore aggiunto per occupato agri-colo risulta decisamente più elevato dell’analogo dato nazionale e di quello comunitario (rispettivamente +60% e +240%). All’interno della regione tale dato risulta inoltre paragonabile con quello degli altri settori economici, pur presentando leggeri differenziali negativi del 7,5% rispetto al settore in-dustriale e del 14% rispetto al settore terziario.

La presenza di lavoratori stranieri nell’agricoltura lombarda risulta de-cisamente consistente. Secondo l’in-dagine INEA 2012 sull’impiego degli immigrati in agricoltura operano in regione circa 15.000 lavoratori agri-coli extra-comunitari e 3.000 comu-nitari, pari rispettivamente al 26,2% e al 5% degli occupati agricoli regionali. Immigrati occupati in agricoltura, 2012

Extra-comunitari Comunitari Totale immigrati unità % su occupati unità % su occupati unità % su occupati

agricoli agricoli agricoli

Lombardia 15.240 26,2 2.910 5,0 18.150 31,2 Italia - Nord 50.723 16,1 61.144 19,4 111.867 35,5 Italia 143.620 16,9 125.340 14,8 268.960 31,7

Fonte: INEA, Indagine sull’impiego degli immigrati in agricoltura in Italia, 2012.

VA ai prezzi di base per occupato e per settore (euro)*, 2013

*Prezzi correnti.

Fonte: ISTAT, Conti economici territoriali; EUROSTAT.

0 10.000 20.000 30.000 40.000 50.000 60.000 70.000 80.000 Agricoltura Servizi Industria

(27)

25

A livello italiano la quota degli

extra-comunitari è più contenuta (16,9%), mentre risulta più elevata quella dei comunitari (14,5%). Nel complesso,

l’incidenza di lavoratori stranieri in Lombardia (31,2%) è paragonabile con quella nazionale (31,7%). Il com-parto che assorbe maggiormente i

la-voratori stranieri è la zootecnia (33% degli occupati), seguito dal florovivai-smo (24%) e dall’orticoltura (23%). VA ai prezzi di base per UL e per settore (euro)*, 2005-2012 (2005=100)

Servizi Agricoltura Industria 60 70 80 90 100 110 120 130 140 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

*Valori concatenati - anno di riferimento 2010. Fonte: ISTAT, Conti economici territoriali.

(28)
(29)
(30)

componenti

del

sistema

Nel 2014 la dimensione economica

del sistema agroalimentare lombardo è stimata pari a un valore di circa 36,5 miliardi di euro, il 16,7% del valore del sistema agroalimentare nazionale;

ri-spetto al 2013 risulta in aumento del +0,6% contro il +0,4% registrato dal dato nazionale.

Il valore del sistema agroalimentare lombardo in termini correnti incide,

nel 2014, il 10,1% sul PIL regionale, e la sua incidenza sul PIL nazionale risulta essere del 13,5%.

Il maggiore contributo al valore del sistema agroalimentare lombardo è Principali componenti del sistema agroindustriale ai prezzi di base in Lombardia (mio. euro), 2014

Consumi intermedi agricoltura, foreste e pesca Valore aggiunto agricoltura, foreste e pesca Valore aggiunto industria alimentare Valore aggiunto ristorazione Commercio e distribuzione Imposte indirette agroindustriali 16,9% 40,9% 1,3% 11,3% 9,4% 20,1%

(31)

29

offerto dalla

commercializzazione-distribuzione e dalla ristorazione; i loro valori incidono, rispettivamente, il 40,9% e il 20,1% sul totale. Sul lato della produzione il valore aggiunto agricolo contribuisce solo per il 9,4% alla formazione del valore del sistema (14,2% il dato nazionale), mentre i consumi intermedi dell’agricoltura si assestano all’11,3%.

Si rafforza la posizione dell’industria alimentare che arriva a pesare il 16,9% dell’intero sistema (11,8% a li-vello nazionale).

Dal 2000 ad oggi il valore della pro-duzione agricola e forestale ha fatto registrare un aumento del 18,4%, de-cisamente inferiore rispetto a quello dell’industria alimentare (+25,3%) e a quello dei consumi alimentari dome-stici ed extradomedome-stici (+38,7%).

Principali componenti del sistema agroindustriale ai prezzi di base in Lombardia, 2014

Mio. Var. %

euro 2014/2013 Consumi intermedi agricoltura, foreste e pesca 4.138 -3,4 Valore aggiunto agricoltura, foreste e pesca 3.442 -0,4 Valore aggiunto industria alimentare 6.167 4,4

Valore aggiunto ristorazione 7.333 2,6

Commercio e distribuzione 14.903 -0,6

Imposte indirette agroindustriali 490 8,0

Valore sistema agroindustriale 36.474 0,6

(32)

Dinamica recente delle componenti del sistema agroalimentare lombardo e dei consumi (mio. euro)

Fonte: stime DEMM su dati ISTAT.

0 5.000 10.000 15.000 20.000 25.000 30.000 35.000 40.000 45.000 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Valore produzione agricola e forestale (PPB) Saldo import-export prodotti agricoli

Valore aggiunto a prezzi di base industrie alimentari Saldo import-export alimentari Totale produzione agroindustriale Consumi apparenti agroalimentari Consumi domestici Totale consumi domestici ed extradomestici

(33)

31

Nel 2014 il valore aggiunto (VA)

dell’industria alimentare e delle be-vande è stimato, in Lombardia, circa 6,2 miliardi di euro, corrispondenti al 23,9% del relativo valore aggiunto dell’industria alimentare nazionale e al 16,9% del valore del sistema agro-alimentare regionale. Il valore aggiun-to dell’industria alimentare supera quello agricolo del 79%, mentre a li-vello nazionale è il settore agricolo a prevalere del 20% in valore sul settore dell’industria alimentare. L’industria alimentare in Lombardia pesa il 44,9% sul valore della produzione agroindu-striale, contro il 32,5% a livello nazio-nale.

Le imprese attive in Lombardia nell’industria alimentare e delle be-vande risultano essere 6.098, pari al 6,1% delle imprese manifatturiere re-gionali e al 10% delle imprese alimen-tari italiane (dati Infocamere, 2014). Il 95,4% di queste è coinvolto nella

industria

alimentare

e

delle

bevande

Distribuzione provinciale delle imprese alimentari e delle bevande e mani-fatturiere in Lombardia1, 2014

Alimentari Alimentari artigiane Manifatturiere Tot. Inc. % Tot. Inc. % Tot. Inc. %

Bergamo 685 11,2 536 13,2 11.225 11,2 Brescia 922 15,1 673 16,6 14.747 14,8 Como 305 5,0 233 5,7 6.576 6,6 Cremona 346 5,7 226 5,6 3.067 3,1 Lecco 230 3,8 166 4,1 3.949 4,0 Lodi 123 2,0 77 1,9 1.557 1,6 Monza 353 5,8 239 5,9 9.295 9,3 Milano 1.664 27,3 925 22,8 29.803 29,9 Mantova 441 7,2 281 6,9 4.391 4,4 Pavia 410 6,7 265 6,5 4.569 4,6 Sondrio 206 3,4 138 3,4 1.290 1,3 Varese 413 6,8 303 7,5 9.313 9,3 Totale 6.098 100,0 4.062 100,0 99.782 100,0 1Imprese attive. Fonte: Infocamere.

produzione di alimenti, mentre il 4,6% nel comparto delle bevande. Oltre il 66% delle imprese attive è caratte-rizzato da una dimensione

artigiana-le; fa eccezione il comparto bevande dove gli artigiani rappresentano solo il 24,8% del totale. Nel 2014 il numero delle imprese alimentari è aumentato

(34)

Imprese alimentari e delle bevande presenti in Lombardia, 2014 0 1.000 2.000 3.000 4.000 5.000 6.000 7.000 8.000 Imprese attive Imprese

registrate registrateImprese Impreseattive IMPRESE ARTIGIANE TOTALE IMPRESE 335 282 70 70 6.624 5.816 4.027 3.992 Alimentari Bevande Fonte: Infocamere.

Incidenza tipologie giuridiche nelle imprese alimentari e delle bevande, e manifatturiere in Lombardia1, 2014 0 20 40 60 80 100

Alimentari Bevande Alimentari Bevande TOTALE

IMPRESE

Totale imprese IMPRESE

ARTIGIANE MANIFATTURIEREIMPRESE Imprese artigiane 24,2% 56,0% 28,0% 11,3% 6,5% 43,6% 49,8% 14,3% 55,7% 30,0% 9,2% 32,7% 58,0% 38,5% 23,9% 36,9% 35,2% 37,3% Imprese individuali Società di capitale Altro Società di persone 1Imprese attive. Fonte: Infocamere.

(35)

33

Ripartizione degli addetti delle imprese alimentari e delle bevande per tipologia produttiva, Lombardia 2013

Lavorazione e conservazione di carne e produzione di prodotti a base di carne Lavorazione e conservazione di pesce, crostacei e molluschi Lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi Produzione di oli e grassi vegetali e animali Industria lattiero-casearia Lavorazione delle granaglie, produzione di amidi e di prodotti amidacei Produzione di prodotti da forno e farinacei Produzione di altri prodotti alimentari Produzione di prodotti per l'alimentazione degli animali Industria delle bevande 15,0% 1,4% 4,2% 0,9% 2,3% 29,6% 20,5% 12,1% 2,1% 11,8%

Fonte: ISTAT, Archivio statistico delle imprese attive (ASIA).

dell’1,3% rispetto all’anno precedente contro il +0,9% su base nazionale. Il comparto alimentare presenta una situazione migliore rispetto al mani-fatturiero regionale nel suo insieme,

dove si assiste ad una diminuzione su base annua delle imprese dell’1,5%. La ripartizione provinciale delle im-prese vede in testa Milano (27,3%), seguita da Brescia (15,1%) e Bergamo

(11,2%). Le imprese artigiane, pur se-guendo la stessa dinamica, risultano distribuite in modo omogeneo sul ter-ritorio. Le dinamiche annuali mostra-no mostra-notevoli incrementi delle imprese

(36)

alimentari a Monza (+3,2%) e Milano (+2,7%).

Per quanto riguarda la configurazio-ne giuridica delle imprese, fra quelle strettamente alimentari la tipologia

prevalente è rappresentata dalle im-prese individuali e dalle società di persone. Discreta è la quota delle so-cietà di capitale (24,2%), che risultano invece prevalenti nell’ambito delle

be-vande (56%). Le proporzioni cambia-no in favore delle imprese individuali se si considerano le sole imprese ar-tigiane.

Secondo i dati ISTAT-Archivio stati-stico delle imprese (ASIA), nel 2013 il numero degli addetti alle imprese dell’industria alimentare con sede in Lombardia è di circa 66.000 unità, di cui il 27% lavora in imprese a carat-tere artigianale. Il numero di addetti alle imprese alimentari lombarde rap-presenta il 16,9% del totale naziona-le. Relativamente alla localizzazione, sempre nel 2013 il 32,9% degli ad-detti delle imprese si concentra nella provincia di Milano, dove operano in maggior misura le realtà di grandi di-mensioni, seguita da quelle di Brescia (11,4%) e Mantova (10,2%).

Secondo i dati del Censimento gene-rale dell’industria e dei servizi 2011 la trasformazione alimentare garantisce occupazione a circa 70.000 addetti Distribuzione provinciale delle imprese alimentari e relativi addetti in

Lombardia, 2013

Imprese Addetti delle imprese Tot. Inc. % % artigiane Tot. Inc. % % artigiane Bergamo 658 11,2 79,2 5.652 8,5 42,0 Brescia 921 15,7 75,5 7.553 11,4 42,3 Como 290 4,9 80,0 2.887 4,3 39,0 Cremona 336 5,7 64,9 6.400 9,6 16,7 Lecco 217 3,7 71,9 2.279 3,4 31,5 Lodi 130 2,2 63,1 1.340 2,0 27,1 Mantova 446 7,6 63,2 6.740 10,2 21,3 Milano 1.579 26,9 55,1 21.811 32,9 16,9 Monza e Brianza 382 6,5 66,0 2.965 4,5 32,7 Pavia 356 6,1 72,5 2.533 3,8 40,0 Sondrio 173 2,9 74,0 2.616 3,9 29,9 Varese 380 6,5 76,3 3.598 5,4 33,7 Lombardia 5.868 100,0 67,9 66.374 100,0 27,0 Italia 54.691 71,3 392.811 40,1 Lombardia/Italia (%) 10,73 16,90

(37)

35

delle unità locali, corrispondenti al

16,8% del totale nazionale e al 7,4% de-gli addetti regionali del manifatturiero. Nell’ambito della trasformazione ali-mentare riveste notevole importanza il fenomeno della cooperazione, che può contare sul territorio regionale 280 realtà produttive, pari al 5,6% del totale nazionale (dati 2012, Osser-vatorio della Cooperazione Agricola Italiana). La dimensione economica media delle cooperative alimentari lombarde è di circa il doppio del

pa-norama nazionale, ragione per cui l’incidenza sul fatturato nazionale si colloca oltre il 10% (3,5 miliardi di euro in valore assoluto). In Lombar-dia hanno sede legale 4 delle prime 25 realtà dell’agroalimentare italiano per fatturato: Consorzio Virgilio, Latteria Soresina, Produttori Suini Pro Sus e Consorzio Casalasco del Pomodoro. Inoltre, numerose delle principali re-altà hanno in regione i loro bacini di approvvigionamento o, in alcuni casi, stabilimenti produttivi. Distribuzione delle cooperative agroalimentari in Italia e Lombardia, 2012 Imprese Fatturato (mio. euro) Lombardia 280 3.531,9 Italia 5.042 34.869,1 Italia - Nord 2.260 28.777,9 Italia - Centro 709 2.364,8 Italia - Sud e Isole 2.073 3.726,2 Lombardia/Italia (%) 5,6 10,1 Lombardia/Italia Nord (%) 12,4 12,3

(38)

distribuzione

La Lombardia si conferma come una

delle realtà leader della distribuzio-ne moderna nazionale ed europea: la densità dei punti vendita moderni (ipermercati, supermercati, superette e discount), nel 2014, si attesta sui 297 mq ogni 1.000 abitanti. Nono-stante la lieve flessione (-1,4% su base annua), si tratta di un dato di assoluto rilievo, analogo o superiore a quello che si registra nelle aree europee più densamente abitate.

In regione sono 2.382 i punti vendita della distribuzione alimentare moder-na, con una superficie complessiva di quasi 2,9 milioni di mq, in calo, per il secondo anno consecutivo; rispetto al 2013 si rileva una flessione dell’1,4%, nettamente inferiore al -2,5 registrato a livello nazionale.

Tale andamento si distribuisce in modo non uniforme sul territorio re-gionale con alcune province (Lecco, Como e Milano) che evidenziano un

Punti vendita della distribuzione alimentare moderna in Lombardia, 2014

N. punti Superficie vendita mq var. % 2014/13 Superette 504 140.092 -15,5 Supermercati 1.022 1.052.852 -2,6 Ipermercati 238 1.259.112 -0,6 Discount 618 408.427 5,5 Totale 2.382 2.860.483 -1,4

Fonte: elaborazioni SMEA su dati Nielsen e Osservatorio del Commercio della Regione Lombardia.

Superficie ogni 1.000 abitanti dei punti vendita della distribuzione moderna in Lombardia e Italia (mq), 2014

Superette Supermercati Ipermercati Discount Totale Super+Iper Totale Bergamo 14,4 107,5 110,3 55,5 217,9 287,8 Brescia 13,3 162,3 140,5 63,5 302,7 379,5 Como 12,9 87,5 139,8 51,0 227,3 291,2 Cremona 6,4 119,1 115,4 40,8 234,5 281,7 Lecco 14,4 94,3 151,6 34,0 245,9 294,4 Lodi 5,7 88,5 222,4 41,3 310,8 357,9 Mantova 13,5 157,9 108,7 72,8 266,6 352,9 Milano 16,1 85,8 125,8 27,3 211,6 255,0 Monza e Brianza 13,1 82,0 145,0 33,3 227,1 273,5 Pavia 14,5 112,4 144,0 50,1 256,4 321,0 Sondrio 54,6 109,9 140,4 45,3 250,2 350,2 Varese 11,1 142,7 113,2 37,6 256,0 304,7 Totale Lombardia 14,5 109,2 130,6 42,4 239,8 296,7 Totale Italia 29,1 117,6 70,6 48,7 188,2 266,0

(39)

37

aumento delle superfici.

Tutte le principali formule distribu-tive registrano, per il secondo anno consecutivo, un arretramento (-2,6% i supermercati e -0,6% gli ipermerca-ti), con la sola eccezione dei discount (+5,5%). È soprattutto il calo degli ipermercati, con la chiusura di ben due grandi strutture a livello regiona-le, che evidenzia le difficoltà che an-che il settore distributivo ha dovuto affrontare, nonostante gli ipermercati continuino a rappresentare il princi-pale strumento con cui le catene lom-barde presidiano il territorio.

In regione predominano le catene private della grande distribuzione. L’importante riassetto delle centrali d’acquisto prosegue anche nel 2014: si scioglie Centrale Italiana, che rag-gruppava Coop, Despar, Sigma e Il Gi-gante, leader l’anno prima con quasi il 15% della superficie di vendita regio-nale; la leadership passa quindi a Esd

Ripartizione della superficie di vendita della distribuzione alimentare moderna in Lombardia, 2014 18,4% 12,1% 8,6% 8,2% 6,3% 9,0% 3,6% 3,4% 2,6% 16,6% Esd Italia Centrale Auchan-Crai Esselunga Carrefour Finiper Coop Bennet Standa/Rewe Conad Lidl Centrale Aucube Altri Totale (mq) 526.773 346.546 275.158 257.458 244.937 234.639 181.429 102.204 98.414 72.949 45.060 474.916 2.860.483 9,6% 1,6%

(40)

Italia, che con l’ingresso di Despar e Il Gigante, aggrega il 18,4% delle super-fici regionali di vendita ed è seguita da Centrale Auchan-Crai (12,1%). Esd Italia e Centrale Auchan-Crai occu-pano le prime due posizioni anche a livello nazionale, con una quota pari, rispettivamente, al 20,9% e al 16,9%.

Ripartizione della superficie di vendita della distribuzione alimentare moderna in Italia, 2014 20,9% 16,9% 6,8% 5,6% 4,1% 12,0% 3,3% 3,2% 3,1% Esd Italia Centrale Auchan-Crai Coop Conad Carrefour Sigma Centrale Aucube Lidl Esselunga Lillo Altri Totale 2.835.490 2.293.706 1.815.968 1.627.855 921.327 763.313 559.373 440.681 430.152 426.394 1.442.510 13.556.769 13,4% 10,6%

(41)

39

scambi

con

l

estero

Nel 2014, il deficit agroalimentare del-la Lombardia ammonta a poco più di 4 miliardi di euro e contribuisce per due terzi alla formazione del disavan-zo nazionale. In ambito regionale, a valori correnti, la crescita su base an-nua delle esportazioni (+6%) è doppia rispetto a quella delle importazioni (+3,1%); al contrario, per l’Italia l’au-mento del valore delle importazioni (+3,1%) supera, sia pur di poco, quello delle esportazioni (+2,3%).

In Lombardia, la crescita delle espor-tazioni dipende solo dalle quantità (+6,6%), visto che i prezzi medi re-stano sostanzialmente stabili (-0,6%), mentre quella più modesta delle importazioni (+3,1%) è il risultato del crollo della componente prezzi (-9,7%), che viene più che compensata dall’aumento delle quantità (+14,1%). Le importazioni agroalimentari della regione rappresentano l’8,8% del valo-re degli acquisti sui mercati esteri

ef-Scambi con l’estero di prodotti agroalimentari della Lombardia a prezzi correnti (mio. euro)

Contributo % dei prodotti agroalimentari alla formazione della bilancia commerciale della Lombardia

Import Export Saldo

1999 5.690 2.425 -3.265 2000 6.120 2.608 -3.512 2001 6.273 2.811 -3.462 2002 6.283 3.025 -3.258 2003 6.542 3.152 -3.390 2004 6.844 3.278 -3.566 2005 7.119 3.559 -3.560 2006 7.902 3.742 -4.160 2007 8.309 4.122 -4.187 2008 8.559 4.571 -3.988 2009 7.929 4.214 -3.715 2010 8.691 4.579 -4.112 2011 9.637 4.856 -4.781 2012 9.186 5.121 -4.065 2013 9.410 5.359 -4.051 2014* 9.697 5.680 -4.017 Var. % 2014/2013 3,05 5,99 Var. % 2014/1999 70,4 134,2 * dati provvisori.

Fonte: elaborazioni SMEA su dati ISTAT.

Import Export 1999 7,17 3,84 2000 6,36 3,55 2001 6,36 3,59 2002 6,51 4,00 2003 6,66 4,15 2004 6,47 4,14 2005 6,40 4,17 2006 6,63 4,01 2007 6,24 4,07 2008 7,06 4,41 2009 8,17 5,12 2010 7,49 4,88 2011 7,82 4,66 2012 7,91 4,74 2013 8,47 4,96 2014* 8,82 5,18 * dati provvisori.

(42)

fettuati dalle imprese lombarde, men-tre le esportazioni si fermano al 5,2%; le stesse quote calcolate per l’Italia raggiungono, rispettivamente, l’11,4% e l’8,7%.

Il principale mercato estero di ap-provvigionamento della regione è la Francia, con una quota del 19,1%, se-guita da Germania (14%), Paesi Bassi (11,6%) e Spagna (10,1%). Sul fronte delle esportazioni ai primi due posti si collocano Francia (17,9%) e Germa-nia (11,5%), seguite da Regno Unito (8,5%) e da due mercati extra-comu-nitari: USA (7,7%) e Svizzera (6,8%). Peraltro, le fonti di approvvigiona-mento risultano nettamente più con-centrate dei mercati di esportazione. I quattro principali partner della re-gione sono gli stessi dell’Italia sia dal lato delle importazioni, con lo stesso ordine ma con quote superiori, che da quello delle esportazioni, ma con ordine diverso.

Principali paesi di origine e destinazione di import ed export agroalimentare della Lombardia, 2014*

11,6% 2,9% 32,2% 19,1% Francia Germania Spagna Paesi Bassi Belgio Ungheria Polonia Austria Altri 14,0% 10,1% 4,4%

IMPORT

2,9% 2,8% 8,5% 5,3% 36,6% 15,0% 12,1% 7,7% 6,8%

EXPORT

4,0% 4,0% Francia Germania Regno Unito USA Svizzera Paesi Bassi Belgio Spagna Altri * dati provvisori.

(43)

41

I prodotti lattiero-caseari rappre-sentano la principale merceologia di scambio sia dal lato delle importazio-ni (14,5%), che da quello delle espor-tazioni (19,7%).

Il 7 agosto 2014 la Russia ha decre-tato un embargo all’importazione di alcuni prodotti agroalimentari prove-nienti da UE, Stati Uniti, Canada, Au-stralia e Norvegia, il cui termine nel 2015 è stato prolungato al 5 agosto del 20161. Nel corso del 2014 le

esporta-zioni agroalimentari verso la Russia, per effetto dell’embargo, evidenziano un notevole ridimensionamento, sia in ambito nazionale (-12,7%), sia per Principali paesi di origine e destinazione di import ed export

agroalimentare dell’Italia, 2014* 11,3% 2,8% 41,5% 14,1% Francia Germania Spagna Paesi Bassi Austria Belgio Indonesia Polonia Altri 13,9% 7,6% 3,6%

IMPORT

2,6% 2,6% 8,8% 3,6% 38,5% 17,9% 11,5% 8,7% 3,9%

EXPORT

3,6% 3,5% Germania Francia USA Regno Unito Svizzera Austria Paesi Bassi Spagna Altri * dati provvisori.

Fonte: elaborazioni SMEA su dati ISTAT.

1 Si tratta di prodotti appartenenti ai

com-parti lattiero-caseario, ortofrutticolo, delle carni bovine, suine e di pollame, della pesca e di altri prodotti agroalimentari trasformati (esclusi alcolici, bevande, pasta, dolciumi e prodotti da forno, prodotti per l’infanzia).

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Quote di import ed export dei prodotti agroalimentari della Lombardia, 2014* 8,7% 6,1% 4,5% 14,5% 11,4% 6,6% 6,3%

IMPORT

41,9% Prodotti lattiero-caseari Carni fresche e congelate Pesce lavorato e conservato Mangimi Olii e grassi Derivati dei cereali Zucchero e prodotti dolciari Altri prodotti

* dati provvisori.

Fonte: elaborazioni SMEA su dati ISTAT.

7,9% 5,0% 3,8% 19,7% 17,3% 7,0% 6,3%

EXPORT

33,0% Prodotti lattiero-caseari Derivati dei cereali Bevande non alcoliche Zucchero e prodotti dolciari Carni preparate Vino Olii e grassi Altri prodotti

Quote di import dei prodotti agroalimentari dell’Italia, 2014* 8,9% 5,2% 4,4% 11,2% 9,9% 8,8% 6,6%

IMPORT

45,0%

Carni fresche e congelate Prodotti lattiero-caseari Pesce lavorato e conservato Olii e grassi Cereali Mangimi Zucchero e prodotti dolciari Altri prodotti 8,9% 5,2% 4,4% 11,2% 9,9% 8,8% 6,6%

IMPORT

45,0%

Carni fresche e congelate Prodotti lattiero-caseari Pesce lavorato e conservato Olii e grassi Cereali Mangimi Zucchero e prodotti dolciari Altri prodotti

* dati provvisori.

(45)

43

la Lombardia (-15%): in particolare,

tale riduzione risulta più marcata per i prodotti interessati dall’embargo (ri-spettivamente circa il -43% e il -30%), meno marcata per i prodotti del “made in Italy”, pari rispettivamente al -9,4% e al -11,6%. Alla fine del 2014 è emerso che tutti i principali partner della UE hanno subìto una perdita

percentuale sensibilmente più elevata di quella italiana (Germania -22,8%; Paesi Bassi -20,8%; Francia -17,2%). Comunque, il saldo agroalimentare con la Russia rimane positivo, seppu-re in flessione (da 40 a 36 milioni di euro) per la Lombardia e ancora in crescita (da 390 a 413 milioni di euro) in ambito nazionale.

Quote di export dei prodotti agroalimentari dell’Italia, 2014*

* dati provvisori.

Fonte: elaborazioni SMEA su dati ISTAT.

8,0% 5,6% 4,9% 15,4% 13,7% 7,1% 6,8%

EXPORT

38,5% Vino Derivati dei cereali Prodotti lattiero-caseari Frutta fresca (escl. agrumi e frutta tropicale) Ortaggi trasformati Olii e grassi Zucchero e prodotti dolciari Altri prodotti 8,0% 5,6% 4,9% 15,4% 13,7% 7,1% 6,8%

EXPORT

38,5% Vino Derivati dei cereali Prodotti lattiero-caseari Frutta fresca (escl. agrumi e frutta tropicale) Ortaggi trasformati Olii e grassi Zucchero e prodotti dolciari Altri prodotti

Valore delle esportazioni agroalimentari di Lombardia e Italia verso la Russia nel 2014*

Lombardia Italia

mio. euro Var. % 2014/13 mio. euro Var. % 2014/13

A. Made in Italy di cui: 75,4 -11,6 488,9 -9,4

A.1. agricoli 6,0 47,0 43,8 -40,5

A.2. trasformati 31,4 -32,3 261,1 -13,0

A.3. del’industria alimentare 38,0 9,4 184,0 10,9

B. Altri prodotti alimentari 38,8 -21,0 110,6 -24,8

A+B TOTALE 114,2 -15,0 599,5 -12,7

* dati provvisori.

(46)

consumi

alimentari

In Italia, dopo due anni di calo, la

spe-sa media mensile per famiglia a valori correnti risulta sostanzialmente stabi-le e pari a 2.489 euro (+0,7% rispetto al 2013). Anche il livello di spesa per alimentari e bevande analcoliche ri-mane complessivamente stabile: in media 436 euro al mese. Continua la diminuzione della spesa per carne (da 99,6 nel 2013 a 97,2 euro nel 2014), che si accompagna a quella per oli e grassi (da 15,2 a 13,8) e per bevan-de analcoliche (da 20,6 a 19,7 euro), mentre aumenta la spesa per piatti pronti e altre preparazioni alimentari (da 9,5 a 10,5).

Dopo tre anni di crescita, scende il nu-mero di famiglie che riducono la quan-tità o la qualità dei prodotti alimentari acquistati (dal 62% al 59%), soprattutto al Centro-Nord. Non si riduce la quo-ta di acquisti presso gli hard discount (13%), che continua a crescere al Sud e nelle Isole (dal 12% al 15%).

Spesa media mensile a prezzi correnti per famiglia (euro), 2008-2014

Italia Nord-Ovest Nord-Est Lombardia

2.000 2.500 3.000 3.500 2.990 2.851 2.933 2.929 2.880 2.648 2.592 2.604 2.640 2.550 2.873 2.867 2.884 2.973 2.825 2.771 2.471 2.757 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2.777 2.489 2.799 3.071 3.073 3.090 3.183 3.014 2.894 2.950

(47)

45

Restano le tradizionali differenze

territoriali nelle spese medie delle famiglie tra Centro-Nord e Mezzo-giorno, con valori massimi osservati in Trentino-Alto Adige (3.074 euro), Lombardia (2.950 euro) ed Emilia-Romagna (2.883 euro) e valori minimi per la Calabria (1.758 euro) e la Sici-lia (1.779 euro).

Il 12,4% delle famiglie acquista al-meno un genere alimentare biologi-co (prevalentemente frutta, verdura e uova), con valori più elevati nel Centro-Nord: nel Nord-Est si arriva al 17,8%, valore più che doppio rispetto a quelli del Sud e delle Isole.

La quota di spesa alimentare scende dal 17,8% del 2013 al 17,5% del 2014, ma rappresenta ancora oltre un quin-to della spesa quin-totale al Sud, benché diminuisca dal 22,6% al 21,9%. Tale quota, che nel 2014 in Lombardia, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna e nei comuni metropolitani non

rag-Spesa media mensile a prezzi correnti delle famiglie per alimentari e bevande analcoliche (euro), 2008-2014

Italia Nord-Ovest Nord-est

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 400 410 420 430 440 450 460 470 462,3 445,7 448,8 459,6 447,1 439,4 436,1 455,7 446,4 442,3 454,7 441,4 440,0 439,0 439,0 429,3 435,9 450,6 439,8 430,6 429,5

(48)

giunge il 15% del totale, supera il 22% in Puglia, Sicilia, Basilicata e Calabria, tutte regioni con un maggior numero di componenti per famiglia e con una rete distributiva meno efficiente. La spesa per alimentari e bevande anal-coliche non include quella per pasti e consumazioni fuori casa, che incide per circa il 5% nelle regioni settentrio-nali e scende al 2,6% in Puglia, Basili-cata e Calabria1.

Spesa media mensile per famiglia (euro) e quota percentuale per alimentari e bevande per regione in Italia, 2014

Quota % alimentari e bevande

Spesa media mensile (=100%)

Valle d'AostaPiemonte Liguri

a

Lombardia

Trentino-A lto Adige Veneto

Friuli-V enezia Giuli

a Emilia-Romagna

Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campani a

Puglia Basilicata Calabria Sicili

a Sardegna Italia 0 500 1000 1500 2000 2500 3000 3500 0 5 10 15 20 25 30

Quota % alimentari e bevande

Spesa media mensile per famiglia (euro)

Fonte: elaborazioni SMEA su dati ISTAT, La spesa per consumi delle famiglie, luglio 2015.

1 I dati sui consumi nel 2014 sono tratti

da “La spesa per consumi delle famiglie” (ISTAT, luglio 2015). Le stime diffuse in que-sto report si basano sui dati dell’indagine sulla spesa delle famiglie che sostituisce la precedente indagine sui consumi delle fami-glie, pubblicata fino al 2014; i dati delle due indagini non sono, pertanto, comparabili.

(49)
(50)

Mentre l’Italia nel suo complesso presenta un clima sub-tropicale me-diterraneo, la Lombardia presenta caratteri prettamente continentali, ma mostra una variabilità a livello territoriale. Possono essere distinte le seguenti aree climatiche: l’area Alpi-na e PrealpiAlpi-na con clima continentale da fresco a freddo in base alla quo-ta, forti escursioni termiche diurne, precipitazioni abbondanti ma con un significativo gradiente da Ovest ver-so Est; la regione Padana con clima continentale, inverni rigidi e umidi ed estati calde e afose, forte escursione annua della temperatura, precipita-zioni meno abbondanti rispetto ai rilievi ma con un gradiente dai mas-simi a Nord Ovest verso i minimi a Sud Est, e frequenti calme di vento; il versante Appenninico con clima piut-tosto continentale ma nel complesso più mite dei rilievi alpini e prealpini, anche per la vicinanza con il

Medi-terraneo, e una maggiore piovosità in autunno e in primavera. Riguardo alla media di riferimento delle variabili climatiche, le temperature lombarde risultano inferiori rispetto alla media nazionale di circa tre gradi, e le pre-cipitazioni annue superiori del 24% circa. Il 2014 si è caratterizzato per un decorso particolarmente piovoso ancora più di quanto avvenuto nel 2013, con accumuli pluviometrici su-periori alla media regionale del +38%; nel territorio lombardo sono caduti 1.312 mm di pioggia con conseguenti criticità diffuse sul territorio e nelle aree agricole.

Nel periodo invernale, le temperature medie sono risultate miti; le precipi-tazioni di pioggia e nevose sono state abbondanti in montagna e nelle zone di pianure sino a tre volte superiori rispetto alla media climatica. Le ab-bondanti piogge hanno comportato eccessi d’acqua nei campi, diversi

smottamenti del terreno, danni alle produzioni e disagi nelle pratiche sul-le coltivazioni cerealicosul-le.

Nel periodo primaverile diverse gran-dinate nell’Alto Mantovano hanno compromesso le coltivazioni di melo-ni, pomodoro, angurie e kiwi; a fine giugno, piogge torrenziali in provincia di Bergamo, hanno reso necessario lo svaso dei laghi di Como e d’Iseo per evitare possibili esondazioni. Nono-stante l’abbondanza di piogge, nelle province di Varese, Milano, Lodi e Pavia l’interruzione della regolazio-ne del lago Maggiore, predisposta dal Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha ridotto le disponibilità idriche per l’irrigazione (in particolare, per riso, soia, mais e sorgo), cui si è aggiunta la carenza d’acqua negli invasi alpini.

La stagione estiva ha visto il susse-guirsi di diversi fenomeni alluvionali che hanno interessato aree

(51)

49

campi allagati e l’esondazione del fiu-me Cherio e del torrente Tadone. Nella stagione autunnale si sono ve-rificati allagamenti e eventi franosi; un nubifragio e una tromba d’aria hanno interessato buona parte del Mantovano, con danni ingenti a edi-fici e coltivazioni. A Ostiglia, stalle e magazzini sono stati scoperchiati dal vento, molti vigneti sono stati divelti e i frutteti spezzati. A novembre, si sono verificate delle esondazioni del-le aste fluviali dell’Adda, dell’Oglio e del Po, con allagamenti dei campi più vicini alle rive. Anche il lago Maggiore è esondato in vari punti. Movimenti franosi sono stati registrati nel Bre-sciano e nel Pavese1.

scritte del territorio. Nel Mantovano e nella zona orientale della regione, nel mese di luglio, una tromba d’aria ha provocato danni alle coltivazioni di zucche, mais, soia, pomodori e kiwi, nonché alle strutture e agli impianti. Diffusi allagamenti si sono verificati nella Bassa Bresciana e nella provin-cia di Varese. Nel mese di agosto si

sono verificati allagamenti a Besana Brianza con danni al settore della floricoltura che hanno interessato circa 30.000 ha e 12.000 serre. Nel Mantovano una grandinata ha colpito Sabbioneta, Sermide e Felonica (area vocata al melone) e nel Bergamasco il maltempo ha determinato frane e smottamenti nelle zone montane, Statistiche meteo-climatiche in Lombardia e Italia, 2010-2014

Lombardia Italia Media climatica di riferimento 2010 2011 2012 2013 2014 2014 Lombardia Italia

Temp. minima (°C) 4,4 5,7 5,1 5,2 6,1 10,8 5,2 8,7

Scarto dalla media -0,8 0,5 -0,1 0 0,9 2,1

Temp. massima (°C) 12,1 14,6 13,9 13,2 14,1 18,8 14,1 17,7

Scarto dalla media -2 0,5 -0,2 -0,8 0 1,1

Precipitazione (mm) 982,3 733,6 848,9 1.044,6 1.312,0 964,8 950,7 765,3 Scarto dalla media % 3,3 -22,8 -10,7 9,9 38 26,1

Evapotraspirazione (mm) 717,1 826,1 816,1 767,8 680,1 866,2 709 907,5 Scarto dalla media (%) 1,1 16,5 15,1 8,3 -4,1 -4,6

Fonte: MIPAAF, Osservatorio agroclimatico CRA-CMA.

1 Le informazioni riportate sono tratte dai

4 documenti “Nota trimestrale nazionale sull’andamento meteoclimatico e le impli-cazioni in agricoltura”, pubblicati sul sito www.inea.it.

(52)

risultati

produttivi

in

agricoltura

Nel 2014 la superficie cerealicola si

colloca su un valore di poco inferiore ai 380.000 ettari (11,1% del totale na-zionale), in regresso del 3,2% sull’an-no precedente. Fra i cereali primeggia il mais da granella (192.000 ettari e 24,8% della produzione nazionale), che realizza un incremento in termini quantitativi del 27% su base annua, a fronte di una contrazione delle

super-fici del 3,8%. Segue il riso, coltivato su 91.000 ettari per un volume produtti-vo pari al 41,6% sul nazionale, la cui produzione è rimasta sostanzialmente stabile nell’ultimo anno pur a fronte di una ripresa delle superfici. I cere-ali autunno-vernini, coltivati su circa 89.000 ettari, presentano una dimi-nuzione delle superfici dell’8,8% fra il 2013 e il 2014. Al contrario,

cresco-no le superfici dedicate ai semi oleosi (+10% su base annua), che occupano complessivamente un’area di circa 40.000 ettari (11,3% del totale nazio-nale).

Fra le foraggere si segnalano gli erbai, che occupano 260.000 ettari (182.000 solo il mais ceroso), con superfici in crescita del 5,1% su base annua. La produzione di mais ceroso si colloca

Coltivazioni Lombardia Italia Lombardia/Italia

Superficie Resa Produzione Superficie Resa Produzione % % totale (ha) (t/ha) raccolta (000 t) totale (ha) (t/ha) raccolta (000 t) superficie produzione

Cereali 377.138 9,0 3.393 3.392.568 5,7 19.368 11,1 17,5 - Frumento tenero 59.528 5,7 341 586.615 5,3 3.106 10,1 11,0 - Orzo 17.184 5,2 90 232.625 3,6 846 7,4 10,6 - Riso 91.807 6,3 577 219.532 6,3 1.386 41,8 41,6 - Mais da granella 192.185 11,9 2.295 869.947 10,6 9.240 22,1 24,8 Semi oleosi 40.683 4,0 162 360.857 3,4 1.225 11,3 13,2 - Colza 2.710 2,8 8 16.444 2,5 41 16,5 18,7 - Soia 37.096 4,1 151 232.867 4,0 933,1 15,9 16,2 Legumi secchi 1.447 3,5 5 67.448 1,8 124 2,1 4,1

Superfici e produzioni delle principali coltivazioni in Lombardia e Italia, 2014

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