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Morte materna e mutilazione dei genitali femminili

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Academic year: 2021

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LA MORTALITÀ MATERNA E LE MUTILAZIONI DEI GENITALI FEMMINILI

Ogni anno, oltre 350 mila donne muoiono per complicazioni legate alla gravidanza e al parto, il 99% delle morti avviene nei paesi in via di sviluppo. Quasi tutte potrebbero essere salvate attraverso cure mediche di alta qualità, accessibili e tempestive.

Le donne muoiono tra dolori atroci nelle loro abitazioni, mentre cercano di raggiungere una struttura medica o in ospedale, dove molto spesso giungono troppo tardi o non ricevono in tempo le cure di cui avrebbero bisogno. Il costo dei servizi per la salute e il trasporto, o le strade dissestate, spesso impediscono alle donne e alle ragazze povere di ottenere l’assistenza in tempi rapidi, in particolar modo nelle zone rurali.

Questa non è solo un’emergenza sanitaria mondiale, è uno scandalo per i diritti umani!

La negligenza dei governi e la discriminazione violano su larga scala i diritti delle donne alla vita e alla salute. Le violazioni dei diritti delle donne, compresa la violenza che le minaccia, la discriminazione che subiscono e le restrizioni che incontrano se vogliono controllare il numero, l’intervallo e la tempistica delle loro gravidanze, contribuiscono alla mortalità materna.

Le mutilazioni dei genitali femminili (MGF), inoltre, aumentano l’incidenza della mortalità materna. È solitamente impossibile sapere quale donna soffrirà di complicazioni durante la gravidanza o il parto. Tuttavia, le donne che hanno subito mutilazioni dei genitali sono soggette a cicatrizzazioni e altre complicanze che talvolta aumentano il rischio di situazioni ginecologiche critiche. Le MGF rappresentano una grave violazione dei diritti umani delle donne e delle bambine così come sono stati formulati nei trattati internazionali. Esse violano il diritto all’integrità fisica e psicologica, al più alto standard di salute possibile, all’essere libere da ogni forma di discriminazione – inclusa la violenza – e da ogni forma di trattamento crudele, inumano o degradante, i diritti dell’infanzia e, in casi estremi, il diritto alla vita.

Nell’ambito della sua campagna globale “Io pretendo dignità”, lanciata nel maggio 2009, Amnesty International conduce un’azione specifica contro la mortalità materna che chiede ai governi di: porre fine alle morti evitabili delle donne rendendo disponibile per ogni donna che ne abbia bisogno l’assistenza ostetrica d’urgenza; rendere l’assistenza sanitaria materna accessibile a tutte le donne e rispettare e tutelare il diritto delle donne al controllo della loro vita sessuale e riproduttiva. Nella campagna rientra anche il lavoro di contrasto alla pratica delle MGF.

La campagna europea “END FGM” è promossa da Amnesty International Irlanda ed è realizzata in collaborazione con organizzazioni non governative di 13 paesi europei. In Italia, è condotta da AIDOS, Associazione italiana donne per lo sviluppo in collaborazione con la Sezione Italiana di Amnesty International. “END FGM” si rivolge alle istituzioni dell'Unione Europea, affinché attivino una strategia efficace di prevenzione delle MGF.

In concomitanza con la campagna “END FGM”, la Sezione Italiana di Amnesty International promuove anche una campagna di raccolta fondi contro la mortalità materna nel mondo, che provoca oltre 350.000 morti di donne ogni anno durante la gravidanza e il parto, per circostanze facilmente evitabili, e la cui incidenza è aumentata dalle mutilazioni genitali femminili. Dal 21 novembre al 12 dicembre sarà possibile donare 2 euro inviando un sms al numero 45506 o 5/10 euro chiamando lo stesso numero da rete fissa. Per ulteriori informazioni: www.amnesty.it

Per approfondimenti e interviste:

Amnesty International Italia - Ufficio stampa, Paola Nigrelli Tel. 06 4490224 cell. 348-6974361 e-mail: press@amnesty.it

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