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View of Luigi Pati (a cura di), <em>Educare alla genitorialità. Tra differenze di genere e di generazioni</em>

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Luigi Pati (a cura di). Educare alla genitorialità. Tra differenze

di genere e di generazioni. Brescia, La Scuola, 2005.

Tania Terlizzi

La riflessione intorno al tema della genitorialità costituisce uno dei te-mi emergenti della teoria pedagogica contemporanea. Molti sono a que-sto proposito i volumi che analizzano il tema da vari e diversi punti di vista, con un’alternanza di ricerche empiriche e testi teorici, che inten-dono nel complesso offrire una panoramica il più possibile esauriente di questo complesso argomento. In questo filone ben si inserisce il volume curato da Luigi Pati e intitolato Educare alla genitorialità. Tra differenze

di genere e di generazioni, uscito nel 2005 per La Scuola. Si tratta di un testo corale che riporta, ampliati e riveduti alla luce del dibattito suc-cessivo, gli esiti di un convegno tenutosi a Brescia nel 2003 e organizza-to dalla rivista «La famiglia» dell’editrice La Scuola e dal Centro studi sulla Vita Matrimoniale e Familiare operativo presso la sede bresciana dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e avente per titolo lo stesso che poi è stato usato per il volume. Le varie voci che vanno a comporre i capitoli in cui il libro è suddiviso ci offrono un’interessante visione mul-tidisciplinare relativa all’argomento «genitorialità», tenendo però fermi alcuni concetti base che attraversano trasversalmente tutte le imposta-zioni teoriche presenti nel volume. Che a parlare sia uno storico, un an-tropologo, uno psicologo o un pedagogista, ciò che resta ferma è l’idea di una genitorialità che, diversamente da come accadeva prima del ’68, è contraddistinta fortemente dalla categoria concettuale dell’intenzio-nalità. Non solo. Ciascun autore affronta la tematica relativa al fatto che la genitorialità non è più riducibile alla capacità individuale-biologica di generare un figlio, ma è piuttosto l’esito di un percorso di crescita e di apprendimento individuale sì, ma anche duale, al quale offrono il loro contributo sia tutti quei fattori biologici relativi alla differenza di gene-re, sia tutti quei fattori socio-ambientali relativi alle mutate condizioni di vita delle nuove generazioni. Alla luce di queste considerazioni di fondo emerge anche la tematica della relazionalità come base fondante di tutte le argomentazioni proposte. Di fronte quindi a un mutato rapporto tra

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i sessi è necessario riflettere sul modo in cui questa parità possa atti-varsi senza annullare quelle differenze di genere che costituiscono un elemento fondante della costituzione di una famiglia. Questi argomenti vengono molto approfonditamente affrontati nel corso dei vari capitoli i quali, sulla base di un comune approccio di tipo personalistico, tentano anche di riportare alla ribalta del discorso una riflessione su tutti quei valori che – soprattutto nella confusione esistenziale della società attua-le – dovrebbero, secondo gli autori, riuscire a caratterizzare e fondare la vita dei nuovi nuclei familiari. I due capitoli finali del volume, che a mio avviso ne costituiscono anche la parte più interssante e originale, sposano invece una prospettiva squisitamente pedagogica tentando di riaffermare la necessità di recuperare il valore sociale della genitorialità. «Essere genitori» ci dice Luigi Pati «non significa compiere la propria funzione nel chiuso delle pareti domestiche». Alla famiglia deve esse-re esse-restituita quella dimensione sistemica necessaria per allargaesse-re il suo raggio di azione. Anche i percorsi di formazione destinati ai genitori do-vrebbero sposare questo approccio, tenendo conto che la famiglia non è una monade isolata e impermeabile alle influenze esercitate dal contesto allargato in cui è inserita, ma piuttosto un nucleo capace di influenzare l’ambiente sociale circostante e da esso influenzabile. Proprio alla luce di questa pur apparentemente ovvia considerazione, le istituzioni sociali non possono esimersi dal compito di offrire il loro supporto alle nuove famiglie, muovendosi secondo gli autori all’interno di quella riflessione pedagogica di stampo personalistico secondo la quale

il processo di apprendimento della genitorialità è da concepire non già in ma-niera uniforme bensì in riferimento sempre alle peculiarità del rapporto co-municativo intrecciato dal singolo uomo e dalla singola donna, alle specificità del loro essere coppia, al loro originalissimo modo di assumere un comune alfabeto relazionale per scrivere la biografia della loro famiglia in divenire. Ne deriva che marito e moglie sono i veri protagonisti della definizione del loro essere genitori: spetta a entrambi enucleare comuni regole di comunicazione e farle evolvere nel tempo e nello spazio.

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