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Müller Thurgau: evoluzione della superficie, della selezione clonale e delle tecniche agronomiche negli ultimi 20 anni

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Academic year: 2021

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teCnICa, rICerCa e sPerImentazIone

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set-ott2012 | anno lvii

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mÜLLeR

tHuRgAu

eVOLUzIOne deLLa SUPeRFIcIe,

deLLa SeLezIOne cLOnaLe

e deLLe tecnIcHe agROnOMIcHe

negLI ULtIMI 20 annI

la viticoltura del trentino ha subito negli ultimi trent’anni profonde variazioni non tanto in termini di superficie, che è rimasta sostanzial-mente stabile (10.000 ettari circa), quanto nel panorama varietale. nel 1980 l’80% della superficie era coltivata con varietà a bacca rossa con la schiava maggiormente rappresentata. nel 2010 la situazione si è ri-baltata, infatti oltre il 70% della superficie è coltivato con vitigni a bacca bianca, e meno del 30% a bacca rossa. le varietà più rappresentate sono chardonnay e pinot grigio.

Anche nel caso della coltivazione del müller thurgau, si è passati da soli 124 ettari coltivati nel 1980 agli attuali 900 ettari, che rappresen-tano circa il 9% della superficie. Nella stessa Val di Cembra, terra di elezione del vitigno, molti anni fa il müller thurgau era la varietà di completamento rispetto alla schiava. ora la situazione è capovolta e la coltivazione di questo vitigno ha trovato territori diversi dalla val di cembra, ove esprime caratteristiche enologiche molto interessanti, come le colline Avisiane, le colline di trento e della vallagarina, l’Alto-piano di Brentonico, la valsugana, la val di cavedine e le giudicarie. la varietà ben si adatta ad essere coltivata ad altitudini medio alte e con l’innalzamento medio della temperature ci si è spinti fino a 850 me-tri di altitudine. conseguentemente si è elevata anche la quota minima dai 500 ai 550 metri. infatti le caratteristiche intrinseche della varietà

Antonio Patton, Maurizio Bottura

Fondazione Edmund Mach - Unità viticoltura Centro Trasferimento Tecnologico

quale la sua aromaticità viene esaltata da gradazioni zuccherine non elevate (massimo 16,5° babo o 19,4 ° brix) e da un tenore acidico im-portante. inoltre la fertilità si mantiene elevata anche in altitudine. la zona principale di coltivazione è la val di cembra e le colline avisia-ne con circa 450 ettari, poi la valle di cavediavisia-ne con 125 ettari circa, la vallagarina con oltre 100 ettari compresa la zona di cimone, l’Atopiano di Brentonico e le colline di trento con 50 ettari ciascuno, la valsugana con circa 45 e le giudicarie 30 ettari. tutte le zone evidenziano quale fattore discriminante di scelta non tanto le caratteristiche del terreno, che comunque riveste importanza, ma le caratteristiche climatiche. la forma di allevamento prevalente è la pergola semplice nel 70% dei casi, e nel rimanente 30% il guyot. nel caso di impianti ad altitudini limiti è da privilegiare il guyot.

Dal punto di vista fitosanitario il Müller Thurgau è sensibile all’oidio e alla botrite sia in fioritura che in raccolta.

il disciplinare di produzione trentino Doc permette 140 q.li /ettaro; mentre il disciplinare trentino Doc superiore consente di produrre 120 q.li ettari. i cloni utilizzati sono per la maggior parte di origine tedesca quali D 100, st 41, st 20, Wu 12-4, 646 ecc.

Da alcuni una intensa attività di selezione clonale all’interno della fon-dazione mach in collaborazione con Avit (Associazione vivaisti trentini) sta portando al riconoscimento di nuovi cloni di provenienza locale. i portainnesti consigliati sono mediamente forti quali Kober 5bb, so4 e 1103 paulsen, essendo l’areale di coltivazione elevato ed avendo la varietà una vigoria medio debole.

Questa panoramica sull’areale di coltivazione evidenzia come il tren-tino produca l’80% della produzione nazionale di müller thurgau. Di questa produzione circa l’80% viene imbottigliata come vino fermo nella quota parte maggiore, e come vino spumantizzato mediante fer-mentazione in autoclave per circa 1/3.

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