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Lo strano caso di Jules Lermina: inchiesta su un autore scomparso

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Academic year: 2021

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INDICE

Nota introduttiva pag. 2

Capitolo primo: La vita rocambolesca di un autore dimenticato pag. 5

Capitolo secondo: Toto Fouinard e Maurice Parent, i due non-detective pag. 15

Capitolo terzo: Les Mystères de New York pag. 39

Capitolo quarto: Tradimenti spensierati – Analisi di La vie joyeuse pag. 46

Capitolo quinto: Histoires Incroyables pag. 60

Capitolo sesto: Le Journal de voyages pag. 79

Capitolo settimo: Lermina e l’occulto pag.101

Conclusioni pag. 132

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NOTA INTRODUTTIVA

«Chi conosce Jules Lermina?». È questa la domanda con cui Ida Merello1 – una delle poche studiose italiane che si è dedicata a lui – apre il suo articolo sulla carriera di questo autore tanto prolifico quanto sconosciuto.

La risposta la fornisce lei stessa nelle righe seguenti: «Solo pochi studiosi di romanzi d’avventure e qualche esperto di esoterismo»2, aggiungendo che la storia letteraria ha commesso un grave errore a dimenticarsi di questo straordinario scrittore.

Più di quaranta romanzi, cinque raccolte di novelle, dieci saggi storici, tre dizionari e un’opera sull’occultismo: questa è l’eredità di Jules Lermina, un tesoro sepolto (forse in una delle misteriose isole in cui ha ambientato svariati racconti) che qualcuno ha deciso di dissotterrare soltanto in tempi recenti.

Le riedizioni dei suoi gialli per ragazzi, infatti, sono in corso di pubblicazione3, mentre i preziosi testi che mi hanno consentito di ricostruire con accuratezza il percorso dell’autore – Le Rocambole4 e La Naissance du roman policier français5 – sono stati stampati rispettivamente nel 2008 e nel 2009.

Una prima ricerca di testi critici su Jules Lermina si è rivelata desolante.

Fatta eccezione di qualche breve articolo all’interno di opere dedicate ad altri scrittori, sembrava che nessuno avesse voluto tenere vivo il ricordo dell’autore, forse perché oscurato da un altro Jules, suo illustre contemporaneo, che prima di lui ha trattato e sviscerato tutte le sue principali tematiche: Verne6.

1 I. Merello, La vera storia di Jules Lermina, «LG Argomenti», 2007, (I), pp. 16-19. 2 I. Merello, La vera storia di Jules Lermina, cit., p. 16.

3 Oxymoron Éditions (http://oxymoron-editions.com) ha curato la riedizione di Nouveaux Mystères de

Paris di Jules Lermina a partire dal 2014, la pubblicazione è tuttora in corso d’opera.

4 Bulletin des Amis du Roman populaire, Le Rocambole, Amiens, Publication de l’Association des Amis du

Roman Populaire, estate-autunno 2008 (XLIII- XLIV), pp. 352.

5 Elsa de Lavergne, La Naissance du roman policier français, Parigi, Éditions Classiques Garnier, 2009,

pp. 413.

6Jules Verne ha pubblicato «Voyages extraordinaires» - una serie composta da 54 romanzi – tra il 1863 e il

1905 e le avventure vissute dai suoi personaggi riecheggiano nelle opere di molti autori che pubblicheranno negli stessi anni storie a puntate su «Journal de voyages», rivista che ha ospitato svariate novelle di Lermina.

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O forse perché sono stati troppi gli autori che hanno ripreso il Romanticismo Gotico di Poe7 tra gli anni Settanta dell’Ottocento (Baudelaire traduce svariate opere di Poe e di Hoffman8 – altra fonte di ispirazione per gli amanti del genere – dalla metà degli anni Sessanta) e i primi del Novecento. Le opere di Lermina – seppur non prive di una certa originalità – sono state incasellate come storie «di genere» e hanno subito il destino di molti altri validi autori che non hanno avuto la fortuna di essere elogiati dalla critica… d’altronde questo accade anche in altre arti: se non fosse stato per l’intervento di Roberto Longhi9, le opere di Caravaggio (considerato un minore fino alla metà del XX secolo) si troverebbero in uno scantinato anziché esposte nei musei di tutto il mondo. Chissà che un giorno lo stesso destino non tocchi a Jules Lermina, un uomo che di certo si è fatto notare dai suoi contemporanei per la sua personalità vulcanica, per la passione che ha messo in ogni attività che ha intrapreso e per i suoi innumerevoli articoli, scritti spesso sotto pseudonimo.

Catalogare la carriera giornalistica di Jules Lermina è pressoché impossibile: conosciamo William Cobb10 e Joe Trézel11 – due dei suoi alter ego più noti – ma è probabile che la sua identità si celi sotto tanti altri nomi.

Prendendo spunto dalla domanda iniziale, posta da Ida Merello – Chi conosce Jules Lermina?12 – e dallo spiccato gusto per il noir dell’autore, tale da spingerlo a improvvisarsi detective a un certo punto della sua vita, ho impostato il lavoro come un’indagine volta a risolvere un caso irrisolto, nella fattispecie, “il caso dell’autore scomparso”…

Alla fine dell’ultimo capitolo, forse, verremo a capo del perché a Jules Lermina è stato imposto l’ingiusto castigo dell’oblio e stabilire chi l’ha assassinato.

Come in tutte le indagini che si rispettino, prima di esaminare le prove che abbiamo a disposizione (le testimonianze dei contemporanei, i pochi testi critici

7 Bulletin des Amis du Roman populaire, Le Rocambole, cit., pp. 221-223. Laurence Decroocq cita tra gli

autori illustri ispirati da Poe proprio Jules Verne con Le Château des Carpathes e Auguste de Villiers de l’Isle Adam con Claire Lenoir.

8 Jules Lermina, Histoires Incroyables – Tome I, Leipzig, FB Éditions, 2014. Nella sua prefazione al testo,

Jules Claretie cita proprio Poe e Hoffman, definendo il primo come l’iniziatore di un fantastico interiorizzato e il secondo come l’incarnazione di un fantastico antico, entrambi alla base di svariati racconti di scrittori di genere di fine Ottocento.

9 Roberto Longhi (1890-1970) è uno storico dell’arte che si è impegnato attivamente nella rivalutazione

internazionale di Caravaggio negli anni Cinquanta.

10 Sotto questo pseudonimo Jules Lermina firma svariati romanzi, tra i quali i più celebri sono: Les

Mystères de New York (1874), Marien (1875), Le Prince Mouffetard (1875) e La Roche du Diable (1875).

11 Jules Lermina usa spesso lo pseudonimo per firmare articoli scomodi, ma anche un racconto pubblicato

su «Le Gaulois» il 27 aprile del 1869, intitolato Le doigt de la morte.

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sull’autore, ma soprattutto le sue opere) dobbiamo farci un’idea della vittima e per riuscirci è necessario soffermarci sulla sua esistenza: una vita rocambolesca, quasi come le avventure descritte dalla sua penna.

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CAPITOLO PRIMO

LA VITA ROCAMBOLESCA DI UN AUTORE DIMENTICATO

Il n° 43/44 della pubblicazione Le Rocambole – Bollettino degli amici del romanzo popolare, uscito nell’estate del 2008, è interamente dedicato a Jules Lermina, scrittore eclettico e assai prolifico, ma pressoché dimenticato.

È proprio il desiderio di strapparlo a questo limbo in cui è stato confinato dai posteri il motivo che ha spinto l’Associazione degli Amici del Romanzo Popolare a raccogliere in volume un esaustivo dossier sulla sua vita e le sue opere1, fonte preziosa per chiunque desideri conoscere uno scrittore di cui è difficilissimo reperire notizie per ricostruirne la carriera. Il redattore Jean-Luc Buard, nel suo editoriale, sottolinea un paradosso che risulta subito evidente dopo la lettura delle opere più celebri di questo poliedrico autore: è stato un precursore in campo letterario eppure è pressoché ignorato nelle biografie dei suoi contemporanei, è a malapena citato nei manuali ed è considerato raramente come un valido testimone del suo tempo, tanto da non essere menzionato nell’opera La Géneration poétique de 1860 in cui l’autore, Luc Badesco, menziona tutte le personalità letterarie dell’epoca – anche le meno note – senza mai citare Lermina, neppure una volta2.

Jean-Luc Buard utilizza due parole per sintetizzare l’essenza di Jules Lermina: “Gamin” e “Parisien”3. L’eroe più famoso da lui creato (un monello parigino e repubblicano con la vocazione del detective4) è la perfetta incarnazione di questi due termini ed è probabile che le sue avventure contengano note autobiografiche. Nell’editoriale di Buard5, Lermina è descritto come un autore duttile, che si divide fra innumerevoli interessi: è stato un fervente Repubblicano sotto l’Impero, ha dato un contributo incommensurabile a generi letterari in formazione – come la fantascienza – è

1 Bulletin des Amis du Roman populaire, Le Rocambole, cit., pp. 352.

2 Luc Badesco, La Génération poétique de 1860, Éditions Nizet, Parigi, 1971. 3 Bulletin des Amis du Roman populaire, Le Rocambole, cit., p.5.

4 Come vedremo più avanti, Toto Fouinard è in realtà un giovane attore, mentre Jules Lermina si è

improvvisato detective per tentare di fare chiarezza in uno spinoso caso di omicidio.

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stato un conferenziere iperattivo e uno strenuo difensore dei diritti d’autore, nonché un lettore bulimico, incuriosito da tutte le teorie pseudo-scientifiche in grado di nutrire i suoi racconti, affascinato anche dalla follia e dall’occultismo, ma non ha mai sfondato in nessun campo.

Lermina, non disponendo dei mezzi adeguati per pubblicare, è costretto a farlo sui giornali, dunque le sue storie brevi sono giunte ai suoi contemporanei attraverso le colonne grigiastre dei quotidiani, in un’epoca in cui questo genere di racconto non è considerato ancora vera e propria letteratura. Sulla scia di Edgar Allan Poe – autore che ammira incondizionatamente – Lermina è uno dei primi a non concepire il racconto poliziesco come autonomo, trattandolo come “storia incredibile” e tentando di rinnovarne forme e temi attraverso una commistione di generi. Nonostante i suoi sforzi di originalità e il suo innegabile talento, Lermina non è mai riuscito a ottenere un reale successo in campo letterario; ce ne rendiamo conto quanto tentiamo di ricostruirne la carriera attraverso saggi e articoli a lui dedicati poiché di lui possediamo soltanto notizie sparse e nessun saggio dettagliato sulle sue maggiori opere.

Come suggerisce Buard6, l’unico modo di rendere giustizia a questo autore ingiustamente dimenticato è quello di riesumarne la memoria attraverso le ricerche dei pochi studiosi che hanno scritto su di lui, ma soprattutto di analizzare le sue opere, da sempre la fonte più preziosa per comprendere le peculiarità di un artista. Inoltre, pur disponendo di pochi testi critici su Jules Lermina, sappiamo molto delle sue vicende personali e dato che è essenziale conoscere l’uomo prima di concentrarsi sull’autore, in questo primo capitolo ripercorrerò i fatti principali della sua vita rocambolesca, così densa e interessante da costituire di per sé una vera e propria “histoire incroyable”7.

Tra i documenti essenziali per approntare una monografia accurata su Jules Lermina, c’è l’esauriente e meticolosa tesi di dottorato di Elsa de Lavergne8, che ci permette di seguire con accuratezza il percorso dell’autore (soprattutto per quanto riguarda le sue storie a sfondo poliziesco) e di cogliere i tratti salienti della sua personalità.

6 Bulletin des Amis du Roman populaire, Le Rocambole, cit., p.6.

7 Le vere Histoires Incroyables di Jules Lermina sono raccolte in tre libri: Histoire Incroyables (2 volumi,

pubblicati nel 1885) e Nouvelles Histoires Incroyables (volume singolo, pubblicato nel 1888).

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Lermina nasce il 27 marzo 1839 a Parigi. La sua famiglia è legittimista e il padre – deceduto nel 1858 – lavora al ministero della Guerra. Riceve un’istruzione di alto livello: studia al Saint-Louis e i suoi successi universitari non tardano ad arrivare.

A soli vent’anni, prima di dar voce al suo impegno politico sostenendo la Repubblica e le sue idee di libertà attraverso la sua attività di giornalista, Jules si sposa, diventa padre e moltiplica le esperienze professionali. Il primo impiego è in polizia, come vice segretario di un commissario, ma Lermina detesta questo lavoro e lo abbandonerà dopo diciotto mesi soltanto (nell’ottobre del 1860, anno in cui prova a formare una cooperativa di lavoratori, che fallisce). In seguito diventa impiegato al Credito Pubblico, diretto da un amico di famiglia, ma neppure questo mestiere lo appaga e la sua insoddisfazione lo spingerà a cercare fortuna in Inghilterra, dove proverà a vendere un nuovo mezzo di pubblicità che battezza “enveloppes-annonces”9, ma il capitale da investire è irrisorio e l’affare non va in porto. Il fallimento dell’iniziativa lo spinge a tornare in Francia dove diventa ispettore nella compagnia di assicurazioni contro gli incendi «Le Nord» (dal 1863 al 1866). Quest’esperienza gli dà l’idea di fondare una compagnia propria, ma presto gli affari vanno a rotoli.

Dopo una collaborazione con il settimanale satirico «Diogène» nel 1859 – i cui uffici erano situati in una vecchia rimessa – e aver pubblicato un pamphlet oggi quasi introvabile dal titolo «Plus de loyers! À bas les propriétaires!» (una riedizione inconsapevole di un capitolo del testo La Solution Sociale di Proudhon), Lermina diventa segretario di redazione del quotidiano «La Journée», una pubblicazione effimera che scompare nel giro di cinque numeri10.

Moïse Millaud, direttore del «Petit Journal», del «Journal littéraire» e di «Soleil» ritiene Lermina un uomo d’affari deplorevole, ma un buon giornalista e gli dà la possibilità di scrivere sui suoi giornali.

Jules diventa redattore di «Soleil» nel 1866, dopo aver firmato svariati articoli di cronaca e in questo periodo si dedica esclusivamente all’attività di giornalista. Si circonda di un gruppo di colleghi che non temono di esprimersi in modo violento contro l’Impero – la clique à Lermina11 – e lui stesso si batte in duello contro il giornalista bonapartista Paul Granier de Cassagnac, uscendone gravemente ferito. Il duello si

9 Bulletin des Amis du Roman populaire, Le Rocambole, cit., p.15.

10 In verità, la sua durata non copre l’arco di una settimana (1-5 maggio 1866).

11 Bulletin des Amis du Roman populaire, Le Rocambole, cit., p.16. Si tratta di un gruppo di giornalisti

ferocemente anti-imperialisti, tra i quali si distingue Victor Noir, che fu ucciso in giovane età da Pierre Bonaparte, cugino di Napoleone III.

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svolge lontano da Parigi (a Gretz), troppo lontano per chi, come Lermina, ha problemi economici, tanto che il suo amico Chabrillat è costretto a impegnare l’orologio al monte di pietà per procurargli i fondi necessari alla trasferta.

Nel 1867, Millaud vende «Soleil» e Lermina si mette al servizio della contestazione, fondando «Le Corsaire», giornale che fa di “giustizia” e “libertà” le sue parole d’ordine12.

Il 2 novembre dello stesso anno, Jules viene arrestato durante una manifestazione pacifica al cimitero di Monmartre per commemorare Daniel Manin, Godefroy Cavaignac e Alphonse Baudin, difensori della Repubblica e delle libertà. Questo arresto immotivato garantisce a Lermina la simpatia di molti colleghi, tra i quali André Gill – che lo elogia in un ritratto lusinghiero sul giornale satirico «La Lune»13 – e Victor Hugo, che gli scrive una lettera in cui gli assicura il suo sostegno14.

«Le Corsaire» non regge il colpo e chiude, dunque, all’inizio del 1868, Lermina dà vita a un quotidiano molto più modesto e di piccolo formato, che consta di sole quattro pagine: «Le Satan»15.

Al quotidiano, però, è rifiutato lo statuto di giornale politico e Lermina rischia di nuovo l’arresto. L’avventura di «Le Satan» è di breve durata e nel marzo del 1868 Jules diventa capo redattore di un altro giornale: «L’Ami du Peuple». Il giornalista non tarda a mettersi nei guai dedicando un articolo a Baudin, deputato repubblicano morto sulle barricate. Il ministero dell’Interno apre un’inchiesta, dichiarando l’opera “orientata”, ma non riesce a trovare nessun appiglio per prendere provvedimenti contro l’autore16.

Lermina passa al quotidiano «Le Gaulois» e inizia a scrivere grandi reportage. Si reca a Lugano e in Turchia per raccontare gli avvenimenti dell’insurrezione cretese e nel 1869 si occupa del “caso Troppman”, l’assassinio di sei persone attribuito a un giovane

12 Jules Lermina, «Le Corsaire», 20 ottobre 1867, (I): «[…] Le Corsaire, en dépit des insouciants et des

persifleurs, inscrit sur son drapeau cette devise Justice er Liberté».

13 Bulletin des Amis du Roman populaire, Le Rocambole, cit., p.16. Nel suo articolo, Gill definisce

Lermina: «[…] Soldat du Droit contre le Fait».

14 Bulletin des Amis du Roman populaire, Le Rocambole, cit., p.16: «Vous avez le talent, vous avez la

volonté, vous avez le courage, et de plus l’épreuve vaillamment traversée. Je vous applaudis […]» scrive Hugo il 9 gennaio del 1968.

15 Nel primo numero, Lermina si propone di dedicarsi a «[…] la masse des abus que nous devons

combattre». Satan, 19 gennaio1868, (I).

16 Bulletin des Amis du Roman populaire, Le Rocambole, cit., p.22. I documenti relativi all’inchiesta si

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di vent’anni – Jean-Baptiste Troppmann – a cui nei suoi articoli si riferisce con uno pseudonimo: Henry Marsey. Convinto che il ragazzo non possa aver agito da solo, Jules cerca di fargli avere le circostanze attenuanti e risparmiargli così la pena di morte, ma la polizia rifiuta di effettuare ulteriori inchieste e il presunto omicida è condannato17. Lermina si impegna in prima persona per dimostrare che Troppman non ha agito da solo: si fa consegnare dall’avvocato del ragazzo i documenti riguardanti il processo e le ultime lettere del criminale al padre, ma non si limita a esaminare dei testi… si lancia in una vera e propria indagine, recandosi in Alsazia (nel luogo in cui l’imputato sostiene di aver seppellito un portafogli col nome di uno dei suoi complici) insieme al collega Eugène Chavette, per trovare prove utili a dimostrare la sua teoria. Pur non riuscendo a risolvere il caso, Jules si appassiona tanto a questo lavoro d’inchiesta che tenta di lanciare una pubblicazione specializzata: «Le Dossier», proponendola ai lettori di «Le Gaulois» come un settimanale d’investigazione18.

Lermina ne diventa redattore sotto lo pseudonimo di Henry Marsey (già usato nel caso succitato), ma «Le Dossier» è riccamente illustrato e troppo costoso: non trova un pubblico di riferimento e chiude dopo pochi numeri.

Nel frattempo, Jules inizia anche a impegnarsi attivamente nel movimento rivoluzionario e diviene uno degli oratori più impetuosi dei circoli parigini. Durante una riunione privata pronuncia un discorso che incita a riprendere le armi e che gli costa un mese di prigione per “provocazione alla disobbedienza delle leggi”19, ma questo non lo ferma e nel 1870 – alle Folies-Bergère – afferma:

«On appelle bandit celui qui, à la tête des brigands, se jette à la gorge d’autres hommes, les vole et les assassine sur les routes et dans les rues. Napoléon a fait cela…»20

E conclude il discorso reclamando la condanna dell’imperatore ai lavori forzati in quanto assassino, ladro e falsario. Lermina viene arrestato e condannato alla pena più severa che ci sia per questo genere di crimine: due anni di prigione e diecimila franchi

17 Jules Lermina, «Le Gaulois», 1° gennaio 1870: «[…]Il faut que la lumière se fasse».

18 Jules Lermina, «Le Gaulois», 19 febbraio 1870: «[…]Voulez-vous organiser la ligue des ennemis du

crime, dont le Dossier serait l’organe?».

19 Bulletin des Amis du Roman populaire, Le Rocambole, cit., p.22. Il giudizio è stato pronunciato dal

tribunale della Senna il 15 luglio 1869.

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di multa per “offesa contro l’Imperatore”, ma si dichiara malato e ottiene di essere trasferito in una casa della salute, evadendo alla prima occasione.

Nel giugno 1869 – proprio dalla prigione di Mazas – Jules Lermina scrive al suo avvocato una lettera ricca di dettagli autobiografici, preziosa per arricchire questa sintesi della vita dell’autore di informazioni interessanti21. Lo scrittore aveva già soggiornato in questa prigione dopo l’arresto per la manifestazione al cimitero di Monmartre (dal 3 al 5 novembre nel 1867 Lermina ha redatto alcune osservazioni in proposito, pubblicate in seguito su «Le Corsaire»22) e – nella notte tra il 4 e il 5 giugno del 1869 – è arrestato presso la sua abitazione durante una riunione privata.

Durante l’incontro era stata letta una lettera di Mazzini23 e per questo Lermina è condannato a un mese di prigione. In questo scritto, Lermina confessa di temere che «Le Gaulois» lo scarichi, anche se ritiene questa eventualità comprensibile, visto che dalla prigione non è in grado di offrire alcun servizio e propone un espediente per non scontentare Tarbé24, direttore del giornale: Jules ha incaricato suo fratello di consegnare al suo avvocato una “causa celebre”25, riguardante un triplice assassinio con tre imputati che può essere trasformato in un’inchiesta poliziesca seguita da un personaggio a cui assegna il nome scherzoso di “Monsieur Lesinge”. Lermina chiede al suo avvocato di fare da intermediario e di assicurare a Tarbé che può consegnare il lavoro in un mese, precisandone anche la lunghezza (5.000 righe). Queste informazioni sono fondamentali per farci comprendere il ruolo di Lermina al giornale: nel momento della stesura della lettera, l’autore ignora quanto tempo dovrà passare in prigione e si organizza per presentare progetti in anticipo e garantirsi così il suo posto di redattore26. L’autore ammette di essere pericoloso e di comprendere che la presenza di un agitatore su un giornale non-rivoluzionario come quello di Tarbé potrebbe essere sgradita ai suoi lettori abituali, perciò dichiara che utilizzerà uno pseudonimo per non mettere in difficoltà il direttore27. Alla fine della sua lettera, Lermina si mette nelle mani del suo avvocato, raccomandandosi di perorare la sua causa, soprattutto per il bene dei suoi cari, del cui benessere si preoccupa più del suo e aggiunge un’ulteriore proposta da riferire a Tarbé:

21 Bulletin des Amis du Roman populaire, Le Rocambole, cit., p.23.

22 Bulletin des Amis du Roman populaire, Le Rocambole, cit., p.25. Il testo «Soixante douze heures à

Mazas», però, è stato pubblicato a parte.

23 Documento pubblicato il 7 giugno 1869 sia su «Le Figaro» che su «Le Gaulois». 24 Edmond Tarbé (1838-1900) fu giornalista, romanziere e drammaturgo.

25 In nessun documento è precisata l’identità del fratello di Lermina, forse attore. 26 Bulletin des Amis du Roman populaire, Le Rocambole, cit., p.26.

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la redazione di “un joli Mazas”28, una serie di annotazioni divertenti scritte da un fantomatico ladro che ha lasciato nella sua cella il suo manoscritto, progetto di cui Lermina sembra entusiasta e che, in effetti, sarà realizzato29.

Nonostante la prigionia e le preoccupazioni, lo scrittore mantiene un tono ottimista fino alla fine della lettera concludendo con la considerazione che sarà grato all’amico per il servizio reso poiché i debiti di riconoscenza sono gli unici che paga volentieri, a differenza di quelli da saldare alla fine del mese30, inoltre, contempla un rifiuto e chiede di ringraziare Tarbé in qualunque caso, essendo un uomo che capisce che in determinati momenti certi provvedimenti siano necessari31. Contrariamente alle sue aspettative, però, il giornale lo sostiene fino in fondo e probabilmente è stato proprio il direttore a pagare la cauzione per farlo liberare, permettendogli di sbizzarrirsi grazie ai suoi numerosi pseudonimi di cui nessuno conosce il numero preciso.

Il sangue freddo dimostrato in carcere è sintomo del coraggio di Lermina che – nel settembre del 1870 – si offre volontario per combattere e si arruola come soldato semplice, partecipando agli scontri a Le Bourget e a Buzenval32, ma in seguito non accetta nessun grado e non fa richiesta di alcuna funzione pubblica, preferendo dedicarsi con tutto se stesso alla sua attività letteraria.

Dopo i sanguinosi episodi della Comune, Lermina si presenta alle elezioni legislative del 1871 nel dipartimento della Senna, ma senza successo e continua a scrivere per giornali repubblicani come: «Le Mot d’ordre», «La Marseillaise», «L’Express» e «Le Radical»33.

Parallelamente a tutte le esperienze appena descritte, Jules Lermina realizza svariati testi: la sua opera eterogenea è indice della sua curiosità nei confronti del mondo che lo circonda, del progresso e della scienza.

Le sue prime opere si incentrano principalmente sul sociale, sulla storia e sulla politica, ma scrive anche novelle inspirate a Edgar Allan Poe, che fanno di lui uno dei

28 Bulletin des Amis du Roman populaire, Le Rocambole, cit., p.24.

29 «Le Gaulois» pubblicherà 6 articoli dal titolo «Mazas» firmati “X” tra il 21 e il 27 giugno 1869.

30 Bulletin des Amis du Roman populaire, Le Rocambole, cit., p.25: «[…] Je compte sur vous et ne vous

fais pas de phrases. Vous savez si je vous dois de la reconnaissance, et ce sont les seules dettes que je paie avec bonheur. Les autres, dame! Les fins de mois sont si dures […]».

31 Bulletin des Amis du Roman populaire, Le Rocambole, cit., p.24: «[…]En tous cas, dites à Tarbé que je

le remercie […] Je comprends mieux que personne les ménagements qui étaient nécessaires».

32 L’Assedio di Parigi si è svolto dal 19 settembre 1970 al 28 gennaio 1971. A Le Bourget la guarnigione

prussiana venne sbaragliata, ma il successo fu di breve durata. La battaglia nel parco di Buzenval fu l'ultimo tentativo da parte degli assediati di rompere l'assedio.

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precursori del romanzo poliziesco in Francia: a teatro le sue opere ricevono un’accoglienza tiepida, ma le sue Histoires Incroyables (1885) e le Nouvelles Histoires Incroyables (1888), piacciono molto, tanto da essere definite dal critico Fouquier un capolavoro34.

Dopo la Comune, Lermina si dedica quasi esclusivamente a opere di fantasia e dal 1873 scrive romanzi-feuilleton che pubblica su svariati giornali sotto lo pseudonimo di William Cobb, tra i quali i più noti sono Les Mystères de New-York35 (1874-75) e Les Loups de Paris (1876) oltre a due seguiti (il primo nel 1881, il secondo nel 1885) del celebre romanzo di Dumas Le Comte de Monte-Cristo.

Tra i romanzi di Lermina ce n’è uno in particolare che colpisce per lo stretto intreccio tra finzione e denuncia: Chasseurs de femmes, pubblicato sul giornale radicale «La Lanterne» tra il 1878 e il 1789. Alla trama poliziesca, infatti, si associa una campagna portata avanti dal quotidiano contro “la police des mœurs” (l’equivalente della buon costume italiana) con continui riferimenti allo sfruttamento delle donne, all’alto tasso di criminalità nelle sovraffollate periferie parigine, all’autorizzazione di vendita massiccia di assenzio, alla dubbia condotta dei poliziotti e alle condizioni vergognose di detenzione al penitenziario femminile di Saint-Lazare36.

Attorno al 1880, Lermina inizia a interessarsi all’occultismo: pubblica racconti e articoli su riviste esoteriche come «L’Initiation» e «Le Voile d’Isis», tiene conferenze sull’argomento e scrive un saggio sulla magia37.

Questa nuova passione non gli impedisce di completare svariati romanzi d’avventura per «Journal des Voyages»38 e uno di essi precorre il filone catastrofico del moderno genere apocalittico, ipotizzando un virus mortale trasmesso da una scimmia a uno scienziato che causa un’epidemia mondiale39.

34 Bulletin des Amis du Roman populaire, Le Rocambole, cit., p. 42. Jules Claretie, direttore della Comédie

Française, storico, giornalista e Accademico di Francia, invece, dice: «Voilà un Gaulois qui a le sens du cauchemar saxon et dont les inventions font dresser sur la peau du lecteur ces petites granulations spéciales qu’on appelle la chair de poule».

35 Infra, cap. III, pp. 39-45.

36 Bulletin des Amis du Roman populaire, Le Rocambole, cit., p. 20.

37 Jules Lermina, La science occulte. Magie Pratique. Révélation des mystères de la vie et de la mort,

Parigi, Ernest Kolb Éditeur, 1890, pp. 293.

38 Infra, cap. VI, pp. 79-100.

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Nel 1908, Lermina crea un nuovo tipo di detective, Toto Fouinard40, mentre redige monumentali opere di volgarizzazione: un dizionario biografico della Francia contemporanea41, un dizionario d’argot42 e un’enciclopedia tascabile43.

Jules Lermina è anche segretario dell’Associazione letteraria e artistica internazionale e in questo ambito prende in esame il funzionamento del mercato dell’edizione e redige numerosi rapporti sui diritti d’autore, di traduzione e di adattamento.

Da questo primo excursus sull’opera dell’autore emerge il ritratto di uno scrittore e lettore instancabile, capace di divorare quattro romanzi al giorno di autori noti o sconosciuti, contemporanei o classici, senza prediligere un genere in particolare. Il poeta Hugues Lapaire – che gli fa visita nel 1892 – ci fornisce una simpatica descrizione del suo studio, definendolo «une boutique de libraire»44.

Lermina ha scritto fino alla fine dei suoi giorni senza disdegnare nessun argomento, nemmeno il più banale, ne è la prova un grazioso articolo scritto per «La Plume» nel 189245 in cui si è divertito a descrivere la vita di un uomo attraverso i suoi traslochi. Qui lo scrittore ironizza sulle difficoltà della vita del parigino, che è essenzialmente nomade e che nella lotta per la vita va incontro a vittorie e sconfitte, balzi in avanti e ritardi, alti e bassi che si traducono di volta in volta nella scelta di un appartamento preciso. Lermina stesso è stato un nomade, passato dalla casa triste e “nerastra”46 del padre in Rue de Verneuil a un’abitazione nella stessa via, più ariosa e gradevole, ma con la destituzione del padre l’appartamento della famiglia si rimpicciolisce per poi ingrandirsi una volta che la situazione economica si risolleva.

40 Infra, cap. II, pp. 15-38. Ad Aristide Fouinard e all’altro non-detective inventato da Jules Lermina –

Maurice Parent – sarà dedicato il capitolo seguente.

41 Jules Lermina, Dictionnaire universel illustré, biographique et bibliographique, de la France

contemporaine, comprenant par ordre alphabétique la biographie de tous les Français et Alsaciens-Lorrains marquants de l'époque actuelle, l'analyse des œuvres les plus célèbres, par une société de gens de lettres et de savants sous la direction de Jules Lermina, Parigi, L. Boulanger Éditeur, 1885.

42 Jules Lermina, Henri Lévêque, Dictionnaire thématique français-argot, suivi d'un index argot-français à

l'usage des gens du monde qui veulent parler correctement la langue verte, Parigi, Chacornac,1900.

43 Jules Lermina, Le Réveille-mémoire, encyclopédie de poche, manuel de la conversation: 20.000

renseignements sous la main, classés par ordre alphabétique, histoire ancienne et moderne, géographie, sciences, littérature, beaux-arts, hommes et faits du présent et du passé, Parigi, Jules Tallandier, 1906.

44 Bulletin des Amis du Roman populaire, Le Rocambole, cit., p. 21. Lapaire scrive: «[…] une vraie

citadelle, un stock de maison d’édition, une boutique de libraire. Des tas, des flots, des montagnes de livres! Il y en avait! […]».

45 Bulletin des Amis du Roman populaire, Le Rocambole, cit., p. 43. Nel momento in cui scrive l’articolo,

Lermina si è appena trasferito per tornare in via definitiva a Parigi, in Boulevard du Port-Royal ed è proprio in quell’appartamento che il poeta Lapaire – che abita nello stesso edificio va a fargli visita e si stupisce del suo grande quantitativo di libri.

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Una nuova catastrofe – la paralisi del padre – porta a un nuovo trasferimento, in un luogo che possa giovare al malato, ma il matrimonio del figlio – d’amore e dunque povero, ironizza l’autore47 – lo porta altrove.

La nascita di una figlia e la necessità di lavorare lo trascinano di nuovo nel cuore di Parigi, dove cambierà alloggio innumerevoli volte, povero in canna. Il desiderio di mettersi in gioco lo porterà all’estero per tentare la fortuna in Inghilterra, ma per sua stessa ammissione: «Etant commerçant comme une oie, il ne fait que s’endetter»48. Tornato in Francia vagherà per il paese per una Compagnia di Assicurazioni e si stabilirà in Fiandra, ma Parigi sarà sempre per lui un polo d’attrazione irresistibile, per questo vi tornerà, proponendosi come giornalista. Rimasto solo e sempre più preso dalla carriera, si avvicina sempre più al centro, ma la guerra lo trascina via di nuovo. Una volta finita – dopo svariati cambi d’indirizzo49 – finalmente corona il suo sogno: una piccola casa a Montmartre. Inaspettatamente, per dieci anni, si ritira ai confini del dipartimento della Senna, ma la nostalgia di Parigi si fa sentire e alla fine…

«[…] à son trentième déménagement, le Parisien est revenu, là-bas, où il compte rester longtemps, longtemps… à moins qu’une circostance… on ne sait pas! Paris est un maelström dont le tourbillon vous attire toujours au centre… pour vous avaler»50

Jules Lermina è deceduto a Parigi nel giugno del 1915 in seguito a un incidente. Delle sue tre figlie – Elisabeth, Marie e Juliette – l’ultima seguirà le orme del padre, scrivendo romanzi polizieschi sotto lo pseudonimo di Willie Cobb.

Da questo sguardo generale sulla vita di Lermina possiamo dedurre che non è stato certo uno sconosciuto per i suoi contemporanei… cos’ha provocato dunque la sua morte letteraria prematura? Proviamo a scoprirlo analizzando le sue opere.

47 Bulletin des Amis du Roman populaire, Le Rocambole, cit., p. 44: «Mariage d’amour, mariage pauvre».

48 Bulletin des Amis du Roman populaire, Le Rocambole, cit., p. 44.

49 Bulletin des Amis du Roman populaire, Le Rocambole, cit., pp. 44-45. Lermina cita svariate vie – Rue

de Douai, Rue St-Marc, Rue Mazagran, Rue Richer, Rue de la Ferme des Mathurins, Rue de Boulogne, Rue Léonie –prima di nominare quella nel quartiere dei suoi sogni: Rue Lepic a Montmartre.

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CAPITOLO SECONDO

TOTO FOUINARD E MAURICE PARENT, I DUE

NON-DETECTIVE

Nel tentativo di fornire la panoramica più ampia possibile sulla vastissima produzione di Jules Lermina e analizzare in modo approfondito le novità e le particolarità che l’autore ha apportato a ogni genere in cui si è cimentato, in questo capitolo e nei seguenti, le sue opere principali saranno raggruppate per tematiche, dedicando a ognuna di esse un singolo capitolo. Nella biografia dell’autore è presente un accenno alla connessione tra la vita di Jules Lermina e la passione per l’inchiesta, argomentazione ripresa da Ida Merello1, una delle poche studiose italiane che si è interessata alla figura di questo scrittore2.

In un dettagliato articolo su di lui, Ida Merello scrive questo brano:

Nella sua attività di scrittore, seppe invece far tesoro della sua pur modesta carriera impiegatizia come segretario di un commissario di polizia, bancario e infine ispettore di una compagnia di assicurazioni, diventando in breve tempo un esperto di vicende fraudolente e di storie criminali, che utilizzò non solo come ‘plot’ dei suoi ‘feuilletons’, ma anche per dare sapore di autenticità ai luoghi e ai personaggi. […]. Dopo la curva del secolo, il suo gusto per il poliziesco si manifestò anche in una serie di detective’s stories per ragazzi, i quali potevano identificarsi nella figura del protagonista: il giovanissimo investigatore Toto Fouinard, tanto indolente quanto astuto3

Ida Merello fornisce pochi dettagli su questa curiosa figura di detective non-detective, le cui avventure erano sconosciute ai più fino a poco tempo fa: soltanto grazie alla recentissima ristampa della casa editrice francese «Oxymoron»4 le prime quattro indagini di Toto Fouinard sono di nuovo reperibili, raccolte in due volumi, contenenti

1 Cfr. Cap. I, p. 10.

2 I. Merello, La vera storia di Jules Lermina, cit., pp. 16-19. 3 I. Merello, La vera storia di Jules Lermina, cit., p. 19. 4 <http://www.oxymoron-editions.com/> (11/09/15).

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due storie ciascuno5 ed altri quattro libri saranno pubblicati a breve nella stessa collezione6, completando così il quadro d’insieme su questo personaggio così ben riuscito.

Nel suo approfondito studio sulla nascita del romanzo poliziesco francese7, Elsa de Lavergne afferma che i migliori racconti polizieschi del XIX secolo sono brevi, come le novelle che Lermina ha scritto per omaggiare il maestro del genere, Edgar Allan Poe8 e che la verve e la parodia brillante della Belle Époque passa anche attraverso l’insolenza accattivante e l’ingegnosa umanità del piccolo detective parigino, creato da Jules Lermina nel 19089.

Nel capitolo del suo saggio dedicato ai personaggi del romanzo poliziesco10, Elsa de Lavergne ci fa notare un fatto interessante: si è verificata una nuova distribuzione di ruoli rispetto al romanzo-feuilleton.

Non possiamo negare che il genere utilizzi ancora le stesse figure: la vittima, il colpevole, i sospetti e il giustiziere, ma le funzioni e l’importanza dei singoli hanno subito un profondo mutamento rispetto al passato e assistiamo all’emergere di un nuovo tipo di eroe, più umano e realistico, che si adopera con umiltà per rendere giustizia alle vittime.

Questo nuovo eroe non è necessariamente un poliziotto e spesso agisce parallelamente all’autorità ufficiale, battendola sul tempo grazie alla sua astuzia, alla sua capacità di cogliere dettagli che sfuggono alle menti comuni.

Due esempi di questa nuova tipologia di detective sono di certo Maurice Parent11 – di cui parleremo in modo approfondito nella seconda parte del capitolo – e Aristide Fouinard12, un giovane attore, tipico monello parigino sulla scia di Gavroche13, che conduce le sue indagini assieme a due amici: Michel Gervais, che salva da un errore

5 Jules Lermina, Nouveax Mystères de Paris – Tome 1, e Nouveaux Mystères de Paris – Tome 2, Pia,

Oxymoron Éditions, 2014-2015.

6 Jules Lermina, Nouveaux Mystères de Paris – Tome 2, Pia, Oxymoron Éditions, Aprile 2015, p. 4. 7 Elsa de Lavergne, La Naissance du roman policier français, cit., pp. 413.

8 Elsa de Lavergne, La Naissance du roman policier français, cit., p. 33. L’autrice si riferisce alle raccolte

Histoires Incroyables e Nouvelles Histoires Incroyables e al racconto La Magicienne.

9 Elsa de Lavergne, La Naissance du roman policier français, cit., p. 44. 10 Elsa de Lavergne, La Naissance du roman policier français, cit., p. 77. 11 Elsa de Lavergne, La Naissance du roman policier français, cit., p. 80. 12 Elsa de Lavergne, La Naissance du roman policier français, cit., p.81.

13 Monello di strada che vive nei bassifondi parigini: è un personaggio del romanzo Les Misérables (1862)

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giudiziario nella sua prima avventura e Suzon Vérette, sorella della vittima nella stessa storia14.

Questi personaggi sono la diretta discendenza di celebri eroi antichi e moderni, fatto sottolineato dalla pubblicità sulla copertina del primo fascicolo di Toto Fouinard: «Plus brave que d’Artagnan! Plus gai que Gavroche! Plus malin que Sherlock Holmes!15»

Nella serie di Toto Fouinard, Jules Lermina assegna la tutela del suo giovane eroe al prefetto della polizia – Monsieur Larose16 – che tenta invano di convincere il ragazzo a diventare un agente regolare.

In ogni avventura, Monsieur Larose implora il suo protetto di aiutarlo a risolvere un caso delicato in via ufficiosa, preferendo di gran lunga affidarsi all’astuzia di Aristide che contare sul capo della Sicurezza – Monsieur Charlet17 – un poliziotto maldestro, borioso e avido di successi.

Elsa de Lavergne ipotizza che il vero capo della Sicurezza all’epoca di Lermina (François-Marie Goron, ritiratosi dalla polizia nel 1894) abbia contribuito molto alla costruzione di questo personaggio18 dato che pur essendo un buon poliziotto Goron era un uomo ossessionato dalla sua immagine, tanto che spesso manipolava la stampa a suo favore e rivelava dettagli che mettevano a rischio le inchieste in corso19.

Nelle avventure di Toto Fouinard, comunque, Charlet finisce per ammirare l’arguzia di Aristide (nonostante sia stato umiliato da lui in passato20) ed accetterà il suo aiuto quando sarà vittima delle trame di un altro poliziotto – M. Piedebœuf – che vuole farlo cadere in disgrazia per prendere il suo posto21, fatto che sottolinea la tendenza dei

14 Jules Lermina, Nouveaux Mystères de Paris – Tome 1: L’étranglée de la porte Saint-Martin, Pia,

Oxymoron Éditions, 2014, pp. 9-114.

15 Elsa de Lavergne, La Naissance du roman policier français, cit., p. 81.

16 Jules Lermina, Nouveaux Mystères de Paris – Tome 1: L’Introuvable Assassin, Pia, Oxymoron Éditions,

giugno 2014, p. 207 (prima apparizione).

17 Jules Lermina, Nouveaux Mystères de Paris – Tome 1: L’étranglée de la porte Saint-Martin, cit., p. 17

(prima apparizione).

18 Elsa de Lavergne, La Naissance du roman policier français, cit., p.83.

19 Michel Auboin, Arnaud Teyssier, Jean Tulard, Histoire et dictionnaire de la police du Moyen Âge à nos

jours, Parigi, Robert Laffont, coll. «Bouquins», 2005, p.700.

20 Jules Lermina, Nouveaux Mystères de Paris – Tome 1: L’étranglée de la porte Saint-Martin, cit., pp.

9-114.

21 Jules Lermina, Nouveaux Mystères de Paris – Tome 2: Le Tueur d’enfants, Pia, Oxymoron Éditions,

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romanzi polizieschi di questo periodo a inserire nella storia uomini di legge che mettono davanti all’onestà la propria riuscita personale22.

I dodici racconti di Jules Lermina in cui appare Toto Fouinard sono stati pubblicati tra il novembre del 1908 e il gennaio del 1909 come supplemento del giornale «La vie d’aventures»23, ma mai raccolti in volume, almeno non fino al 2014 quando Oxymoron Éditions ha deciso di riproporle24.

Questi sono i titoli di tutte le indagini del piccolo detective parigino:

L'étranglée de la porte Saint-Martin L'introuvable assassin

Un clou dans un crâne Le tueur d'enfants

Six cent mille francs de diamants Les exploits de Piedeboeuf La mort à deux sous La maison tragique Le forçat martyr Les treize apaches

L'étrange affaire du Père-Lachaise Le secret de la somnambule

Le avventure di Toto Fouinard sorprendono per la loro modernità, tanto che non sfigurerebbero in una delle numerose collane per ragazzi a sfondo poliziesco pubblicate in tempi recenti: le storie sono brevi (poco più di cento pagine ciascuna), lo stile è asciutto – privo di descrizioni prolisse – e il linguaggio è colorito, popolare e l’autore non disdegna di inserire di tanto in tanto qualche parola in argot25.

22 Elsa de Lavergne, La Naissance du roman policier français, cit., p.122.

23 «La vie d’aventures» è il risultato di una collaborazione tra l’editore Tallandier e «Le Journal des

voyages»: si tratta di una pubblicazione mensile in fascicoli di 32 pagine di romanzi a puntate, inediti e con copertine a colori.

24 A oggi, le prime sei avventure di Toto Fouinard sono disponibili in e-book, mentre delle prime quattro

esiste anche una versione cartacea.

25 Jules Lermina, Nouveaux Mystères de Paris – Tome 1: L’étranglée de la porte Saint-Martin, cit.: «Ce

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Aristide è un ragazzo mingherlino e di bassa statura, ma dalle mille risorse e Lermina ce lo descrive così nella sua prima apparizione: «Un petit maigriot au profil de lame de couteau»26

E qualche capitolo dopo prosegue dicendo:

C’était un drôle de petit personnage que M. Toto Fouinard: son âge, très indécis, entre seize et vingt, mais en paraissant quinze. Type de gamin parisien, la figure maigre, des yeux gris très vifs, ni barbe ni moustache, agile comme un clown, sachant un peu de tout, prestidigitateur à l’occasion, philosophe quand il le fallait. Fils d’un très humble cordonnier […] il était resté orphelin à huit ans, et depuis lors avait gagné sa vie à la diable: apprenti mécanicien, saltimbanque, saut-ruisseau, photographe, ventriloque, il avait roulé partout, avait beaucoup vu, beaucoup appris, beaucoup retenu…»27

Il giovane, dunque, non ha fatto studi regolari, è partito da una situazione difficile, ma ha saputo trarre profitto da tutte le sue esperienze ed è riuscito a costruirsi una posizione più che dignitosa grazie al duro lavoro e alla sua viva intelligenza.

Non è raro che Toto applichi le conoscenze acquisite da una delle molteplici attività svolte nel corso della sua breve vita per cavarsi d’impiccio, come quando usa piccole invenzioni per trovare indizi: «sa lanterne présentait une particularité […] Elle était munie d’un petit miroir, grâce auquel le porteur voyait très clairement tout ce qui se passait derrière lui»28

Spesso raggiunge luoghi inaccessibili ai più grazie al suo passato da acrobata: «avec l’agilité d’un chat, il atteignit le toit»29

Inoltre Toto si traveste, sfruttando le sue abilità di attore: «quelques instants après, un maigriot, portant moustache et barbiche, descendait de la voiture en costume de cycliste, ayant Justine à la main»30

E utilizza strane tecniche apprese dai suoi studi da autodidatta:

Idiot! Comme si Fouinard ne connaît pas le truc de ralentir à volonté, de presque éteindre le mouvement de son cœur… J’ai appris ça d’une espèce d’Hindou, un fakir qui avait passé vingt ans de sa vie à se fourrer des lame de sabre dans le derrière![…]»31

26 Jules Lermina, Nouveaux Mystères de Paris – Tome 1: L’étranglée de la porte Saint-Martin, cit., p. 11. 27 Jules Lermina, Nouveaux Mystères de Paris – Tome 1: L’étranglée de la porte Saint-Martin, cit., p. 35. 28 Jules Lermina, Nouveaux Mystères de Paris – Tome 1: L’étranglée de la porte Saint-Martin, cit., p. 77. 29 Jules Lermina, Nouveaux Mystères de Paris – Tome 1: L’étranglée de la porte Saint-Martin, cit., p. 85. 30 Jules Lermina, Nouveaux Mystères de Paris – Tome 1: L’étranglée de la porte Saint-Martin, cit., p. 79. 31 Jules Lermina, Nouveaux Mystères de Paris – Tome 1: L’étranglée de la porte Saint-Martin, cit.,

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Lermina completa il quadro sul suo simpatico personaggio alla pagina successiva, fornendoci anche qualche informazione sul suo carattere e le sue attitudini.

De caractère facile, gai, gavrochien, curieux […] résistant au tyranneux des coulisses, protégeant les petits, un vrai type qui ne déplaisait pas, mais qu’on cragnait un peu, parce qu’il avait le geste prompte et la dent dure, mais on lui pardonnait beaucoup, parce qu’il était très bon32

Non si danno spiegazioni precise sulle circostanze in cui gli è stato affibbiato il suo soprannome, a parte un’annotazione nelle prime pagine: «de son prénom un peu ridicule, Aristide, on avait fait – le diable sait pourquoi – Toto. Ça allait bien ensemble, Toto Fouinard, et d’avoir un nomme qui sonne bien, c’est la moitié de la popularité»33

E Toto raggiunge davvero la popolarità, prima come attore di teatro, interpretando tra le altre cose un personaggio suo omonimo34, nonché Passe-partout in Le tour du Monde en 80 jours35, poi come detective, dopo aver risolto il suo secondo caso: l’eccessivo entusiasmo della stampa lo porterà a desiderare di sparire dalle scene.

Curioso è il rapporto con il suo bastone da passeggio – Justine – che è un vero e proprio comprimario. Toto parla a Justine come se si trattasse di una persona36 e Lermina stesso la personifica quando la descrive nel bel mezzo di un’azione37. Toto le chiede consiglio, le espone le sue congetture e la utilizza in ogni caso per svincolarsi da situazioni pericolose, maneggiandola come un’arma (alla fine di ogni storia, a un passo dalla risoluzione del caso, Toto rischia sempre la vita).

Il giovane detective è un grande osservatore che si affida per lo più ai suoi sensi per poi procedere per deduzione.

Jules Lermina – almeno in una delle avventure del suo giovane eroe – utilizza un fatto di cronaca come spunto di partenza. Nel terzo episodio della saga di Toto

32 Jules Lermina, Nouveaux Mystères de Paris – Tome 1: L’étranglée de la porte Saint-Martin, cit., p.36.

33 Jules Lermina, Nouveaux Mystères de Paris – Tome 1: L’étranglée de la porte Saint-Martin, cit., p.19. 34 Jules Lermina, Nouveaux Mystères de Paris – Tome 1: L’étranglée de la porte Saint-Martin, cit. p.23:

«Ah! Je sais bien, ça paraît drôle… Fouinard jouant Fouinard, c’est pourtant la vraie vérité[…]».

35 Il cameriere francese di Phileas Fog nel celebre romanzo Le tour du monde en quatre-vingts jours

(1873) di Jules Verne.

36 Jules Lermina, Nouveaux Mystères de Paris – Tome 1: L’étranglée de la porte Saint-Martin, cit., p. 67:

«Et s’addressant à sa canne comme à une personne: “T’as entendu ça, Justine? Fais-en ton profil à l’occasion…”».

37 Jules Lermina, Nouveaux Mystères de Paris – Tome 1: L’étranglée de la porte Saint-Martin, cit., p. 94:

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Fouinard38, infatti, Aristide affronta lo strano caso della morte di una donna che presenta innegabili punti di contatto con un episodio realmente accaduto che era stato oggetto di un canard 39 illustrato.

Nel racconto Le clou dans un crâne40, la prima moglie del dottor Tozanne è morta il giorno successivo a una serata all’Opera e il premuroso marito ha fatto imbalsamare la sua testa e l’ha conservata. Due anni dopo la terribile tragedia, il dottore fa una scoperta sconvolgente: passando la mano tra i capelli della testa della defunta, avverte la presenza di un chiodo, di certo affondato con un colpo secco e l’intenzione di uccidere.

Turbato e incredulo, si rivolge al prefetto della polizia – il succitato Monsieur Larose41 – che a sua volta gli raccomanda Toto Fouinard. Il dottor Tozanne si prodiga in una spiegazione accurata dell’accaduto, utilizzando anche termini medici per illustrare i fatti al giovane secondo il suo punto di vista:

Le clou entra tout entier, ce qui prouvait la perforation de la voûte crânienne, à peu près au point quel es craniologues désignent par le mot bregma, où se trouve la fontanelle chez les enfants nouveaux-nés42

In un primo tempo Toto è incerto se ritenere folle il dottore o incolparlo dell’omicidio, ma presto i suoi sospetti si spostano sulle persone a lui vicine. Un omicidio per mezzo di un chiodo, volto a simulare una morte naturale era effettivamente avvenuto durante la prima metà del XIX secolo. Il testo Révélations d’une tête de mort trouvée dans un cimetière fu pubblicato nel 1843 dalla stamperia Chassaignon e l’autore anonimo lo presentava come un estratto della «Gazzetta di Parigi»43.

Secondo l’articolo i fatti si sono così svolti: uno straniero – la cui identità non è mai stata specificata – trova in circostanze imprecisate una testa appartenente a un uomo morto di apoplessia nel sonno, in cui rileva la presenza di un chiodo. Incuriosito dalla stranezza di questo dettaglio decide di indagare e scopre che la moglie del defunto si è risposata dopo pochi mesi dal suo lutto. L’investigatore improvvisato si inventa una scusa per far visita alla coppia, alludendo al chiodo fatale più volte per indurre i sospettati a confessare il loro crimine e, in effetti, i due sembrano confusi dalle sue

38 Jules Lermina, Nouveaux Mystères de Paris – Tome 2: Un clou dans un crâne, Pia, Oxymoron éditions,

2014, pp. 9-110.

39 Il termine indica un volantino illustrato che tratta fatti di cronaca, molto in voga tra il XVIII e il XIX secolo.

40 Jules Lermina, Nouveaux Mystères de Paris – Tome 2: Un clou dans un crâne, cit., pp. 9-110.

41 Jules Lermina, Nouveaux Mystères de Paris – Tome 2: Un clou dans un crâne, cit., p.13.

42 Jules Lermina, Nouveaux Mystères de Paris – Tome 2: Un clou dans un crâne, cit., p. 24.

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velate accuse, ma prima che la verità venga a galla, l’uomo si ferisce con il chiodo e muore di tetano44.

Anche Toto ricorre a un diversivo per introdursi nell’intimità del dottore e della perfetta candidata al ruolo di nuova moglie, Berthe, la ragazza che si occupa della casa: un falso incidente in bicicletta, espediente che dà a Lermina l’occasione di ironizzare sulla versatilità della folla:

«Ces sales autos! Ces machines à tuer!...»

- Jean, cria le docteur, sonnez à la maison et appelez du monde… On reconnut le docteur, qui était très aimé, et le cris se turent: «Ces sales pédalards! Hurla une voix. On les trouve partout[…]!» Versatilité des foules45

Il giovane scopre così che Lucile – la defunta moglie – era un’orfana che era stata raccolta e allevata dalla facoltosa famiglia di Berthe, i Valadier. Le due ragazze erano cresciute insieme come sorelle e Madame Valadier aveva concesso senza opporsi la mano della trovatella a un dottore privo di notorietà, ma il destino le aveva giocato un brutto scherzo: il vizio del gioco di Monsieur Valadier aveva portato la famiglia alla rovina, mentre il Dottor Tozanne era diventato un uomo ricco. Dalla morte di Lucile, Madame Valadier cerca di spingere il dottore a sposare Berthe e Toto sospetta che sia lei l’assassina e che abbia agito con la complicità del figlio, così si inventa un modo per smascherare i colpevoli.

Il dettaglio del chiodo nel cranio ci fa pensare che Lermina conoscesse il “canard” che conteneva il racconto in questione: in entrambi i casi, la scoperta del delitto è fortuita e la soluzione adottata per mettere alle strette i criminali presenta svariate analogie, anche se il mistero descritto nell’opuscolo resta irrisolto, mentre nel racconto di Lermina Toto riesce a venire a capo dell’enigma.

La stampa di fine ‘800 era una notevole cassa risonanza per i fatti di cronaca particolarmente intriganti e uno degli esempi più celebri è un crimine mostruoso di cui abbiamo già fatto cenno nella biografia di Lermina46: il sestuplo omicidio perpetrato da Jean-Baptiste Troppman, un giovane psicopatico – appena ventunenne – mitomane e affabulatore, che attraverso le sue bugie riesce a catalizzare l’attenzione di tutti47.

44 Elsa de Lavergne, La Naissance du roman policier français, cit., p.153.

45 Jules Lermina, Nouveaux Mystères de Paris – Tome 2: Un clou dans un crâne, cit., p. 38. 46 Supra, pp. 8-9.

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Il caso mobilita l’opinione pubblica e i giornalisti se ne impadroniscono, criticando le autorità competenti e raccogliendo in prima persona testimonianze e teorie o ipotizzando complotti, insomma, i giornalisti diventano poliziotti e sappiamo già che anche Jules Lermina si è improvvisato investigatore nel tentativo di far avere a Troppmann le circostanze attenuanti, ma Elsa de Lavergne aggiunge alcuni dettagli interessanti a questo episodio della vita dell’autore: prima Lermina si rivolge al difensore di Troppman per ottenere tutti i dettagli relativi al caso, in seguito, si improvvisa detective e si mette in cerca di una prova che scagioni il colpevole48.

Lermina è convinto che Troppman abbia agito sotto la minaccia di un complice più anziano, in grado di intimidirlo o influenzarlo e questa eventualità – se provata – avrebbe risparmiato la pena di morte al ragazzo. Anche se il tentativo di scagionare l’imputato si rivela infruttuoso, questa esperienza apre la strada a investigazioni dello stesso tipo: spesso i giornalisti decidono di sostituirsi alla polizia per cercare di colmarne le carenze e ciò crea una rivalità diretta fra la stampa e la giustizia49.

È proprio a partire da questo periodo che i crimini sensazionali sono trattati in forma di indagine non ufficiale ed è per questo che Lermina si lancia nella breve avventura di «Dossier»50, un settimanale d’inchiesta, che però non riuscirà ad attirare l’attenzione del pubblico. Questa voglia di andare a fondo delle questioni si avverte anche nel romanzo e fa eco alle preoccupazioni contemporanee riguardo all’incompetenza delle autorità (più interessate agli affari politici che alle questioni di giustizia) di frenare il crimine.

Lermina non è un ipocrita, né uno stupido e sa bene che non tutti i suoi colleghi sono in buona fede quando attaccano le autorità, per questo nel secondo episodio di Toto Fouinard51 ne sottolinea l’ipocrisia in un brano preciso: «Il y a des moments où les journalistes n’ont rien à se mettre sous la plume: alors, au hasard, il ouvrent une campagne»52

Il problema sopraggiunge quando anche i lettori vengono contagiati da questa febbre e si credono capaci di sostituirsi alle forze di polizia, convinti di poter fare di

48 Elsa de Lavergne, La Naissance du roman policier français, cit., p.156. 49 Elsa de Lavergne, La Naissance du roman policier français, cit., pp.158-160. 50 Elsa de Lavergne, La Naissance du roman policier français, cit., p.157.

51 Jules Lermina, Nouveaux Mystères de Paris – Tome 1: L’Introuvable Assassin, cit., pp. 117-218. 52 Jules Lermina, Nouveaux Mystères de Paris – Tome 1: L’Introuvable Assassin, cit., p.162.

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meglio, mania sollecitata spesso dagli stessi giornali53, ma per fortuna alla fine del secolo XIX questa foga si placa e molti intellettuali cominciano a criticare i detective dilettanti. Esemplare un articolo di Capus che ironizza in merito con frasi taglienti in cui fa ringraziare al prefetto e al capo della sicurezza i sagaci lettori di tutti i quotidiani del tempo per il loro incommensurabile contributo alle loro indagini54.

Lermina, però, non torna mai indietro sul proprio operato e non lo rinnega, neppure quando i giornalisti sono costretti a rientrare nei ranghi e vengono diffidati dal pubblicare dettagli che potrebbero compromettere un’indagine.

C’è un’altra figura professionale che viene spesso bistrattata nei racconti del giovane investigatore parigino: l’avvocato. Efficiente quando si tratta di difendere i ricchi, si accontenta di conseguire miseri risultati quando si tratta di perorare la causa di una persona umile e Toto lo riscontra quando è un suo amico a trovarsi nei guai:

Le pauvre garçon n’a pas la tête bien solide. J’ai vu son avocat, un grand benêt, qui, je m’en aperçois bien, le croit coupable et plaidera la folie passionnelle… Il me disait hier que Michel lui avait presque fait des aveux55

Questo aspetto porta a un altro problema a cui Lermina accenna spesso nelle avventure di Toto Fouinard: il sospetto con cui vengono guardate le classi sociali più modeste.

Spesso gli operai sono arrestati a torto dalla polizia e nella prima storia di Aristide56, Michel Gervais – amico e aiutante dell’eroe – ne è un esempio: è accusato dell’omicidio della sua amante sulla base di prove insufficienti, così come un altro operaio, che viene incolpato di un crimine che non ha commesso nell’ultimo episodio della saga57.

Michel, scagionato grazie all’intervento di Toto, gli sarà per sempre riconoscente e lo accompagnerà nei casi seguenti assieme a un’altra ragazza di bassa estrazione sociale, la modista Suzon.

53 Anne-Claude Ambroise-Rendu, Les Faits divers dans la presse française du XIXe siècle. Étude de la

mise en récits d’une réalité quotidienne (1870-1970), tesi di dottorato in storia alla Sorbonne, 1997, pp.86-87 e pp. 364-366.

54 Elsa de Lavergne, La Naissance du roman policier français, cit., pp.159-160.

55 Jules Lermina, Nouveaux Mystères de Paris – Tome 1: L’étranglée de la porte Saint-Martin, cit., p.70. 56 Jules Lermina, Nouveaux Mystères de Paris – Tome 1: L’étranglée de la porte Saint-Martin, cit., pp.

9-114.

57 Jules Lermina, Toto Fouinard, Le Secret de la Sonnambule, Charaire, coll. «La vie d’Aventures», 1909,

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Lermina non è il solo a sottolineare la marginalità delle persone più umili, giudicate soltanto sulla base di un radicato pregiudizio: negli spettacoli e nei romanzi esse vengono spesso rappresentate come banditi che frequentano caffè malfamati, dove preparano i loro colpi, parlando la “langue verte”, l’argot58. Scene simili – oltre che nei romanzi Les Chasseures de femmes59 e Les Mystères de New York60 di Lermina – sono presenti anche in Les Mystères du Nouveau Paris61 e nelle storie di Constant Guéroult62. Toto Fouinard è spesso costretto a recarsi in locali di dubbia rispettabilità per risolvere le sue inchieste e uno di questi luoghi sarà il centro di una delle sue ultime avventure63.

Nel suo saggio, Elsa de Lavergne si sofferma anche sulla questione dei titoli64: nella seconda metà del XIX secolo, assegnare dei titoli ai singoli capitoli nel romanzo poliziesco non costituisce la norma, ma alcuni romanzieri prendono in prestito le tecniche di scrittura dei giornali e inseriscono frasi che fungono da esca per il lettore.

René de Pont-Jest ne è un esempio nelle sue Mémoires d’un détective65 e Jules Lermina non è da meno.

L’espediente che va per la maggiore consiste nel prolungare la tradizione del romanzo picaresco o di avventura, inserendo dei titoli alla maniera di Dumas, ovvero, annunciando in anticipo l’azione che sta per essere compiuta dall’eroe, ma pur essendo una tecnica adatta al romanzo d’avventura, poco si confà alla “detective story”, visto che la peculiarità del genere è quella di ritardare la soluzione del problema che pone.

Dunque, il poliziesco elabora uno stile nuovo, ispirato ai titoli della stampa: gli scrittori si inventano frasi intriganti, paradossi e accostamenti bizzarri volti a incuriosire il lettore.

58 Elsa de Lavergne, La Naissance du roman policier français, cit., p. 202. Lermina sostiene che non

esiterà a: «piquer sa plume – devenue crochet de chiffonier – dans les plus nauséabondes ordures sociales».

59 Supra, p. 12. 60 Infra, pp. 39-45.

61 Elsa de Lavergne, La Naissance du roman policier français, cit., p. 202. Les Mystères du Nouveau

Paris è un romanzo del 1876 di Fortuné du Boisgobey, che si apre su alcuni loschi figuri, riunitisi in un caffè per andare ad assistere all’esecuzione di un vecchio compagno.

62 Elsa de Lavergne, La Naissance du roman policier français, cit., p. 202. Nelle storie di Guéroult, i

componenti della banda di Fifi Vollard si riuniscono spesso in luoghi similari e si sorvegliano l’un l’altro.

63 Jules Lermina, Toto Fouinard, Les Treize Apache, Parigi, Charaire, coll. «La Vie d’Aventures», 1909,

(X).

64 Elsa de Lavergne, La Naissance du roman policier français, cit, p. 230.

65 Serie pubblicata dall’autore dal 1877 che vede protagonista William Dow, un detective-scienziato, forse

(26)

Dalla Belle Époque in poi, dunque, i titoli rimandano alla cronaca e tentano di suggerire con maggiore immediatezza possibile l’idea di crimine e di mistero66: gli episodi della saga di Toto Fouinard ne sono un esempio poiché nelle diciture dei singoli capitoli, l’autore ricorre spesso a questa tecnica67.

Un’altra tipologia di titoli consiste nell’utilizzare una parola semplice che riesca a catturare l’attenzione o a incuriosire il lettore, ne sono un esempio A.V.68 (l’investigatore del romanzo è un giornalista, Lamblin, che segue un caso per conto del suo giornale, «Le Nouvelliste Parisien»69: vari estratti dei suoi articoli sono citati nel corso del racconto) e Madame Sept-Quatre70 di Jules Lermina.

Durante la sua quinta avventura, Toto Fouinard dice di sé: «Je suis un type dans le genre d’Archimède… J’ai trouvé!»71

Frase che sembra di poca importanza, una semplice esclamazione di un giovane entusiasta, ma che invece testimonia l’importanza crescente della scienza nell’investigazione poliziesca nel corso del XIX secolo72.

Finora i romanzieri hanno descritto l’intuizione dei loro detective come una sorta di chiaroveggenza, ma a questa facoltà cominciano ad aggiungersi metodi derivati dalle scienze naturali, fondati sull’osservazione e sul ragionamento.

D’altronde, tecniche nuove come la fotografia – inventata nel 1840 – e i progressi della medicina legale hanno dato un considerevole apporto al progresso. In questo periodo, agli indizi materiali, si aggiungono gli esami di specialisti sui cadaveri, che saranno sempre più determinanti per la risoluzione di un caso, ma in attesa che queste tecniche nuove vengano affinate, i detective preferiscono ancora affidarsi alla loro “chiaroveggenza”, quella rara capacità di cogliere dettagli che tutti gli altri non vedono.

Spesso gli investigatori presentano una particolarità fisica che richiama le teorie di Gall73, studioso che attribuiva a ogni protuberanza del cranio una predisposizione a un dono o a un vizio. La “bosse” può indicare anche una qualità indispensabile a un

66 Elsa de Lavergne, La Naissance du roman policier français, cit., p. 230.

67 Due esempi tratti da Jules Lermina: «Un mort qui monologue» (L’Étranglée de la Porte Saint-Martin,

cap. XV, p. 101) e «Dans la chambre de la morte» (Un clou dans un crâne, cap. VII, p. 56).

68 Elsa de Lavergne, La Naissance du roman policier français, cit., p. 232.

69 Jules Lermina citerà questo giornale in altri due racconti: La Sacoche e À brûler. 70 Elsa de Lavergne, La Naissance du roman policier français, cit., p. 233.

71 Elsa de Lavergne, La Naissance du roman policier français, cit., p. 263. 72 Elsa de Lavergne, La Naissance du roman policier français, cit., p.263.

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