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La visione delle voci

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Academic year: 2021

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Me pinxit, me fecit

A cura di Eleonora Del Riccio

Sapienza Università di Roma E-mail: elo-dr@hotmail.it

La visione delle voci

Riv Psichiatr 2014; 49(5): 255

255

Parliamo di Giovanna d’Arco: «Tali falsi errori e peggiori aveva in quantità dame Jeanne, e questi le fu-rono tutti contestati dinnanzi al popolo, che ne ebbe orro-re assoluto quando udì rac-contare i grandi errori che essa aveva avuto contro la nostra fede e ancora li aveva, giacché per quanto le si di-mostrassero le sue grandi ne-fandezze ed errori, ella non se ne spaventava né sbalordi-va, rispondendo sprezzante-mente ai capi d’accusa, come colei che era invasa dal nemico infernale […]».

Dame Jeanne (1412 ca.-1431) è uno di quei personaggi sto-rici controversi, difficile da definire: un’invasata fanatica o un’illuminata con una missione da compiere. Morì da eretica recidiva, dopo aver sollevato le sorti della Francia durante la guerra dei Cent’Anni; nel 1456 fu riabilitata da papa Callisto III che riconobbe le violazioni nel processo che la vedeva im-putata; infine, venne beatificata nel 1909 e canonizzata nel 1920. È unanimemente riconosciuta come uno dei simboli del patriottismo francese meritando, tra le altre, la celebre statua dorata di place des Pyramides e numerose interpretazioni ci-nematografiche e teatrali, tra cui quella di Sarah Bernhardt.

Giovanna nacque in una famiglia umile, sapeva appena scrivere il suo nome e l’unico tipo di educazione che ebbe fu quella del curato del suo paese natale, Domrémy. A dodici anni cominciò ad avere le prime visioni dell’arcangelo Mi-chele, di santa Margherita d’Antiochia e di santa Caterina d’Alessandria. Spinta dalle loro parole si recò, sedicenne, a Chignon per convincere il re Carlo VIII ad affidarle un eser-cito per contrastare gli invasori inglesi. Prima di riceverla, il re si premurò di farla esaminare per constatare se la sue fe-de fosse ortodossa, ed effettivamente fu riconosciuta tale.

Per un anno, Giovanna raccolse una serie di vittorie milita-ri insperate, soprattutto se si considera che la ragazza non aveva alcuna esperienza militare e che probabilmente il suo

ruolo era quello di alfiere, data la giovane età. Catturata nel 1430 dai Borgognoni, fu processata da un tribunale ecclesia-stico inglese, e dagli Atti del Processo appare chiara la mala-fede degli esaminatori che cercarono di tenderle dei tranelli per farla cadere in contraddizione, insistendo sul suo abbi-gliamento maschile o sulla natura delle visioni fino a chiede-re addirittura se l’arcangelo le apparisse nudo o se cchiede-redesse di essere nella grazia di Dio. Le risposte di Giovanna furono ef-fettivamente sfrontate e inspiegabilmente colte e argute per una ragazza analfabeta. Per esempio, quando le fu chiesto se l’arcangelo Michele le apparisse nudo, la sua risposta fu: «Credete che Nostro Signore non abbia di che vestirlo?». E rispondendo alla citata questione della grazia: «Qualora io non sia in grazia, voglia Dio concedermi di diventarlo, e se lo sono, che Dio mi ci mantenga; perché sarei la persona più in-felice del mondo se sapessi di non essere nella grazia di Dio!». Il quadro di Lepage è indubbiamente uno dei migliori su questo soggetto; lo storicismo retorico che ci si sarebbe aspet-tati soprattutto da un pittore francese è assente, Giovanna è as-sorta e sente delle voci, non vedendo direttamente da chi pro-vengano. Per quanto la rappresentazione pittorica delle di-spercezioni uditive sia complessa, la scena proposta esprime la risoluzione dell’angoscia di Giovanna e la trasformazione del tormento in ispirazione e progetto individuale e collettivo, il cui effetto finale è il capovolgimento degli eventi storici. L’arcan-gelo alle sue spalle, vestendo l’armatura, richiama in un attimo tutto quello che dame Jeanne dovrà affrontare, mentre il luogo dell’apparizione richiama la semplicità della campagna lorena, la stessa dalla quale Giovanna ebbe difficoltà a separarsi: «[…] anche se preferirei rimanere a filare accanto a mia madre, quel-la povera donna, perché tutto questo non è proprio delquel-la mia condizione; è necessario che io vada, e che agisca così, perché è il mio Signore che lo vuole».

PER APPROFONDIRE

• Anonimo. Journal d’un bourgeois de Paris (1405-1449). Pa-ris: Le Livre de Poche, 1990.

• Teresa C. Atti del processo di Giovanna d’Arco. Milano: SE, 2000.

Jules Bastien-Lepage,

Giovanna d’Arco (1878),

(in copertina)

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