• Non ci sono risultati.

Clay Shirky, Internet e il collegio invisibile

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Clay Shirky, Internet e il collegio invisibile"

Copied!
3
0
0

Testo completo

(1)

Bollettino telematico di filosofia politica

Overlay journal of political philosophy

Clay Shirky, Internet e il collegio invisibile

Scritto da MARIA CHIARA PIEVATOLO | Pubblicato: 3 OTTOBRE 2011 Come Internet sta cambiando il nostro modo di pensare?

Fra le 172 risposte presentate da Edge, Clay Shirky ne propone una particolarmente interessante per i ricercatori di professione.

Internet, scrive Shirky, ha aumentato straordinariamente la capacità espressiva dell’umanità. Ma che una risorsa divenga abbondante, da scarsa che era, è una sfortuna, almeno per chi su quella scarsità fondava il suo potere economico e sociale. Nel 1500 bastava saper leggere e scrivere per guadagnarsi da vivere: nei secoli successivi l’alfabetizzazione, proprio mentre diventava sempre più importante per la società, perse gradualmente il suo valore professionale. Qualcosa di simile accade ora per la capacità editoriale; mentre nel XX secolo rivolgersi al pubblico era un privilegio che dava influenza, denaro e prestigio, oggi lo può fare chiunque sia in rete.

Il primo esito evidente è un mondo de-professionalizzato, in cui sono in crisi tutti i modelli consolidati di valutazione della qualità. Questo è solamente un male, agli occhi dei più conservatori. Attraverso le rivoluzioni mediatiche dell’ultimo millennio il libro, nato come pezzo unico e opera d’arte, diventa prodotto industriale di massa, per finire come qualcosa che può comporre chiunque sappia usare un computer e collegarsi in rete.

Una società in cui chiunque abbia accesso alla sfera pubblica e in cui la partecipazione amatoriale – per dilettantismo, per amore – di massa sia qualcosa di scontato, può essere imprevedibilmente diversa dal mondo gerarchico di produttori attivi e consumatori passivi a cui erano abituate le generazioni precedenti. Quando venne inventata la stampa a caratteri mobili, fu usata dapprima al servizio della religione costituita, riproducendo Bibbie e indulgenze: nessuno avrebbe immaginato che nel giro di pochi decenni sarebbe stata determinante per il successo della Riforma di Lutero.

L’esperienza delle rivoluzioni mediatiche del passato può però darci una prospettiva su qualche futuro possibile.

Nella prima metà del Seicento, non c’era, in principio, una gran differenza fra chimici e alchimisti: entrambi indagavano sui misteri della materia in laboratori di storte e alambicchi. La cerchia attorno a Robert Boyle.- il cosiddetto invisible college che fu il germe della Royal Society — abbracciò il principio di credere solo a quanto dimostrato e di sottoporre i suoi membri a reciproco esame.. Questo principio li indusse alla pubblicità, alla chiarificazione e alla condivisione dei risultati e delle procedure: gli alchimisti, che lavoravano da soli, mantenevano il segreto e tramandavano il loro sapere da maestro ad allievo o lo divulgavano in modo oscuro, furono soppiantati nel giro di un paio di decenni. Gli adepti del collegio invisibile divennero scienziati non semplicemente perché usavano la stampa, ma perché la usavano per sostenere e diffondere una cultura di comunicazione,

Articoli recenti

Francesca Di Donato, Comunicare la cultura: il dibattito sulla repubblica delle lettere nell’Illuminismo tedesco Marco Calamari, La scomparsa della rete

Paola Galimberti, I dati sulla ricerca: un problema aperto

Ultimi commenti

Codice libero e codice schiavo – Linux Day 2011 | Minima academica su

Andrea Zanni, Collaboratory Digital Libraries for Humanities in the Italian context

Aubrey su Andrea Zanni, Collaboratory Digital Libraries for Humanities in the Italian context

Anonimo su Dmytri Kleiner, Manifesto telecomunista

Argomenti

Seleziona una categoria

Archivi Seleziona mese A cura di: Carmelo Calabrò Brunella Casalini Emanuela Ceva Dino Costantini Nico De Federicis Corrado Del Bo' Francesca Di Donato

Angelo Marocco Maria Chiara Pievatolo

Periodico elettronico codice ISSN 1591-4305

On-line dal 2000

Sito 2000-2004 Sito 2005-2011 I classici Gli ipertesti Gli ebooks Gli articoli L’archivio “Giuliano Marini” Come contribuire FAQ Mappa del sito

(2)

« “Scienza & Politica” ad accesso aperto Dmytri Kleiner, Manifesto telecomunista »

trasparenza e discussione libera.

La rete può essere un invisible college sia nel senso di una scuola media invisibile – un luogo di divulgazione, narcisismo ossessivo e socializzazione vuota – sia in quello di un”università invisibile in cui si fa ricerca, si condividono risultati e ci si sottopone a un libero esame reciproco al di là dalle gerarchie delle accademie visibili. Sta a noi, conclude Shirky, decidere quale delle due opzioni sarà prevalente.

Kant, scrivendo di filosofia della storia, osservava che non è difficile fare previsioni sul futuro se il profeta ha il potere di influenzare i fatti con le sue parole e le sue azioni. Umberto Eco, che, pur non disdegnando di approfittare del lavoro gratuito altrui su Wikipedia, pubblica ad accesso chiuso perché crede nell’insostituibilità dei filtri dell’editoria e dell’accademia, contribuisce col suo comportamento a creare il tipo di Internet che critica – la scuola media invisibile. I fisici delle alte energie, che mettono immediatamente a disposizione di tutti anche i loro risultati più controversi e li discutono in pubblico contribuiscono alla rete come università invisibile. Per Eco la fisica è una disciplina talmente esoterica da aver paradigmaticamente bisogno di un sistema di pubblicazione altrettanto esoterico: l’esperienza dei fisici, però, dimostra che perfino questo esempio non è del tutto appropriato.

In questo momento, ci sono collegi invisibili che riescono a riproporsi con successo nel passaggio dal mondo esclusivo della stampa a quello più aperto della rete, e altri – specialmente nel settore delle scienze umane – che non ci provano nemmeno, o lo fanno con esasperante lentezza. Una simile scelta però, se vogliamo prendere sul serio l’analogia proposta da Shirky, non è priva di conseguenze: chi, nel corso di una rivoluzione mediatica “democratizzante”, si comporta come gli alchimisti si espone al rischio di fare la loro fine.

The OPERA Collaboraton: (2011). Measurement of the neutrino velocity with the OPERA detector in the CNGS beam Arxiv arXiv: 1109.4897v1

David, P. (2008). The Historical Origins of ‘Open Science’: An Essay on Patronage, Reputation and Common Agency Contracting in the Scientific Revolution Capitalism and Society, 3 (2) DOI: 10.2202/1932-0213.1040

Invia l'articolo in formato PDF Inserisci l'indirizzo email Inviare

Questo articolo è stato pubblicato in Articoli, Filosofia politica, Open access,

Sociologia della comunicazione e ha le etichette Clay Shirky, effetto rete, Internet,

invisible college, open access. Aggiungi ai preferiti: link permanente. Scrivi un commento o lascia un trackback: Trackback URL.

Un Commento

Anonimo

Pubblicato 6 ottobre 2011 alle 16:31 | Link Permanente Selezionato da it.paperblog

(3)

RSS

Tutti gli articoli Tutti i commenti

Aggiornamenti email

Tags

accesso aperto

Andrea Capraautore capitalis mocitation policycomunicazione comunismoconos cenzacontes tocopyleft

copyright

curaebookselitis mofilos ofia anticaGigonilluminismointerattivitàipertesto ironiaJstor

Kant

Les s iglinklinked data marxis momercificazionemonografiamonopoli

Nirvana fallacy

open access

open

dataopen government data

Platone

privilegio intellettualeproprietà privata

Protagora

s ciencescienzaSocrate

software libero

tes totraduzione italiana valutazione della ricercaweb

Cerca nel btfp

Per cercare, scrivi e premi invio

Altrimenti, altrove

Edernet

Linked Open Data Italia Minima academica

Società Italiana di Filosofia Politica PLEIADI

Bollettino telematico di filosofia politica:

http://bfp.sp.unipi.it/btfp Creative Commons Attribution-ShareAlike

3.0 Italy License

Powered by WordPres s. Realizzato con Thematic Theme Framework. Scrivi un Commento

Il tuo indirizzo Email non verra' mai pubblicato e/o condiviso. I campi obbligatori sono contrassegnati con *

Nome*

Email*

Sito Web

Commenta

Puoi usare questi HTML tag e attributi: <a href=http://bfp.s p.unipi.it/btfp/"" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s trike> <s trong>

Riferimenti

Documenti correlati

È inoltre di particolare rilevanza il fatto che l’Analisi sia basata sull’esperienza diretta di circa 20 ragazze e giovani donne che sono o erano minori straniere non accompagnate

Oltre 10 anni di una nuova prassi sanitaria centrata sul contrasto alla violenza maschile, denominata “percorso rosa” e sperimentata dal team di psicologi campani, afferenti alle

VITHRA è basato su sensori passivi che non necessitano di alimentazione, invisibili e indistruttibili, che possono essere applicati praticamente ovunque; da pareti e pavimenti

La cosa molto interessante che le linee guida olandesi ci dicono, é che, sebbene la persona durante la propria vita non si sia mai interessata alla sua

Un bambino, di nome Mattia, chiese ad un mago di renderlo invisibile per non essere visto dalla maestra quando faceva le monellerie.. La sua maestra era severissima e spiava

L'utopia è la città dei giovani, che vogliono tutto e subito, la città ludica, che disprezza la pazienza di mettere pietra su pietra o di scavare i sentieri tracciati dalla

L'amico americano} - il confronto è invece prevalentemente quello con l'Ombra, come era già sottilmente accaduto in Prima del calcio di rigore, dove la gratuità dell'omicidio

Se le ferite del corpo sono le più visibili, quelle dell'anima fanno ancora più male, perché la loro stessa invisibilità ci lascia terribilmente soli con la nostra sofferenza; ma