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Ti racconto il viaggio (e quel che ho imparato), Mariangela Giusti (a cura di), Milano, FrancoAngeli, 2021

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Educazione Interculturale – Teorie, Ricerche, Pratiche

Vol. 19, n. 1, 2021

ISSN: 2420-8175

https://doi.org/10.6092/issn.2420-8175/12970 132

Ti racconto il viaggio (e quel che ho imparato),

Mariangela Giusti (a cura di),

Milano, FrancoAngeli, 2021

Luca Di Nanno Educatore professionale socio-pedagogico Consorzio Servizi Sociali dell’Olgiatese Il libro si rivolge a insegnanti e studiosi di pedagogia, ma anche a chi cerca nuovi sguardi possibili verso se stesso, la società, il mondo, la vita. Il progetto nasce dalla richiesta di raccontare esperienze di viaggi formativi, rivolta a autori e autrici di vari ambiti disciplinari, che ripercorrono «territori di conoscenza che hanno lasciato tratti di formazione» (p. 9) in ciascuno di loro e di cui la Giusti ha memoria in quanto emersi in occasioni pubbliche.

Errando tra esperienze vissute e ricordi, il libro (in un periodo di zone rosse e confini invalicabili) ci fa viaggiare nel nostro spazio interiore, con scambi riflessivi, introspettivi ed estrospettivi. Tempi, luoghi, argomenti e riflessioni sono vari, ma legati all’unisono dalla necessità umana di creare legami, ri-leggersi e ri-significarsi attraverso le narrazioni. La curatrice propone di condensare in maniera olistica la natura formativa del viaggio scegliendo di valorizzare strumenti epistemologici di vari campi di studio. Troviamo esperienze personali in cui ognuno di noi può conoscersi e attraverso cui

ri-flettere e apprendere incontrando nell’altro le comunanze che rendono parte di una

collettività universalista e di un sistema mondo.

Il primo saggio proposto da Dallari conduce il lettore tra i paesaggi della Pianura Padana con protagonista il torrente Samoggia. L’autore esordisce con un affascinante excursus estetico-filosofico-pedagogico-didattico dove ricorda che non servono grandi spostamenti «per viaggiare davvero» (p. 15); intreccia storie e luoghi legati a spazi poco noti con letteratura, fantasia, vissuti di oggi e di ieri. Sottolinea l’importanza della parola e dell’agire, in quanto l’essere umano è essere pensante e sociale che interagisce in un ambiente e si pone di fronte «al mistero dell’universo e della nostra stessa vita» (p. 20). Ogni viaggio arricchisce di nuove esperienze e nuovi vissuti. Possiamo conoscere uno squarcio di mondo attraverso gli occhi degli altri e condividere un pezzo di memoria storica. Così, la lettura del saggio di Saccoman proietta i lettori in una passeggiata virtuale per le vie di Milano: una lezione all’aperto che narra di «un luogo dello spirito» (p. 41), una memoria collettiva troppo spesso dimenticata, stereotipata, distorta.

La Parte seconda del libro pone l’accento sui motivi che spingono da sempre l’umanità a viaggiare e prende avvio da un excursus antropologico di Matera, che porta alla rilettura dei miti e dei diari di bordo degli esploratori del ‘500: il viaggio e la sua narrazione, dunque, al servizio della conoscenza e della scienza. Il geografo Malatesta racconta del progetto “Marhe”, alle Maldive; parla di accoglienza dichiarandosi catturato dalla potenza dei luoghi, capaci di entrarci dentro e di dimorare in noi. I luoghi sono «processuali […] dipendono dall’equilibrio tra ambiente e azione umana, ma anche dal modo in cui li pensiamo, li percepiamo e li conosciamo ancora prima di esperirli» (p. 119). Dal viaggio a Lisbona e Lanzarote, Mancino ricorda che viaggiare è poesia, termine etimologicamente calzante che sottolinea la forza creatrice insita nel pensiero e nel ripensare il viaggio. Di Legami porta all’avventura nelle zone del Corno d'Africa post-coloniale, in situazioni pericolose e bizzarre, complice involontario del contrabbando. Zuccoli mostra uno spaccato della Cina, che causa spaesamento e invita a cercare

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Educazione Interculturale – Teorie, Ricerche, Pratiche

Vol. 19, n. 1, 2021

ISSN: 2420-8175

https://doi.org/10.6092/issn.2420-8175/12970 133

riferimenti culturali riconoscibili, trovati a posteriori grazie a studio, ricerca, riflessione. Ciocchetti percorre e ripercorre a distanza di anni le vie di Parigi: viaggi per ri-leggersi,

ri-scoprire sé stessi e i luoghi visitati. Giusti conclude la Parte seconda raccontando di

viaggi intrapresi in seguito a inviti: la scrittura diventa forma di ringraziamento e tiene viva la memoria di due intellettuali che continuano a influenzare il pensiero filosofico e pedagogico. Eccoci dunque in Costa Brava (luogo di Panikkar) e sull’Altopiano di Bettelmat (centrale nel vissuto di Piero Bertolini): viaggi significativi e ri-significativi, spirituali, filosofici, di memoria, di riflessione-azione.

I saggi della Parte terza del libro sono un appello a riflettere sui modi d’agire di tutti noi. In alcuni casi troviamo narrazioni quasi antitetiche (come nei viaggi in Palestina e Israele), ma sempre occasioni per sperimentare i propri confini e trovare la dimensione del margine, della liminalità. Il saggio di Van Aken propone un’ampia riflessione sul clima; quello di Veronese induce a riflettere sulla gestione internazionale dei conflitti e degli aiuti umanitari; quello ad Harward di Poli parla di didattica per i diritti dell’infanzia; quello di Giusti sulla Versilia e la sua pineta induce a riflettere su una grande sfida che caratterizza la cronaca. Questi saggi, in territori vicini o lontanissimi, sono occasioni per parlare della necessità di porre fine alla distruzione del pianeta e dei suoi abitanti realizzando ambienti di vita cooperativi, nonviolenti e privi d’inquinamento, riorganizzando il mondo della produzione, del consumo, della mercificazione dei bisogni primari, mettendo tecnologia e innovazione a disposizione dell’umanità, con uno sguardo attento all’educazione, alle culture dei popoli e al netto e deciso contrasto alla violenza.

La natura statica dell’oggetto libro contrasta con la dinamicità della lettura dei saggi, fatta di pagine che scorrono velocissime e di momenti in cui si sosta a riflettere. Aperto e in continuo confronto con innumerevoli punti di vista, il libro si presta a più riletture in cui ognuno può immergersi e confrontarsi dentro e fuori. Il libro, come nelle intenzioni della Giusti, consente di approcciarsi alla formazione interculturale a diversi livelli di riflessione.

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