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Le Infezioni Ospedaliere

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(1)

AZIENDA REGIONALE A.S.L. 4 PRESIDIO OSPEDALIERO

TORINO NORD EMERGENZA SAN GIOVANNI BOSCO Piazza del Donatore di Sangue 3 – 10154 TORINO

APPUNTI PER IL CORSO OPERATORE SOCIO SANITARIO 2005

(2)

COS’E’ L’ICI ?

• Nel 1959, in Inghilterra, vengono formate le prime infermiere addette al controllo delle infezioni (Infections Control Nurse)

• Nel 1985, la Circolare Ministeriale n°52 definisce l’Infermiere per il Controllo delle I.O. una “figura fondamentale”per il controllo delle I.O. e da indicazioni su quanti ICI devono essere presenti in un Ospedale in base al numero di posti letto (1 ICI/ 250 p.l.)

(3)

PRINCIPI DI IGIENE

Per Igiene, si intende il complesso delle norme

riguardanti la pulizia e la cura della persona e degli

ambienti.

L’igiene nel suo significato più ampio o più semplice,

mira a mantenere lo stato di salute dell’individuo e

della collettività.

Il mantenimento dello stato di salute passa attraverso

la prevenzione dell’insorgenza e il diffondersi delle

(4)

IL CONCETTO DI SALUTE

Salute non è semplicemente assenza di malattia

ma la capacità di mantenere un equilibrio tra le

varie “dimensioni” di un individuo.

(5)

DIMENSIONE FISICA

è la

parte più tangibile perché

riferita al funzionamento

dell’organismo

DIMENSIONE

PSICHICA

cioè la capacità di costruire,

elaborare e articolare il

pensiero in modo coerente

DIMENSIONE EMOTIVA

cioè la capacità di gestire

con equilibrio le emozioni

(6)

DIMENSIONE RELAZIONALE

la capacità di interagire con gli

altri individui

DIMENSIONE SOCIALE

importante e

fortemente condizionante perché non

si può ritenere e mantenere sano un

individuo in un contesto sociale in cui

DIMENSIONE

SPIRITUALE

connessa al sistema di valori che

caratterizza il modo di concepire

l’esistenza

(7)

Per poter prevenire in modo adeguato ed efficace è

necessario conoscere la storia naturale della malattia

1) FASE INIZIALE

L’esordio di una malattia può essere sintomatico o

asintomatico

Esempi di sintomo:

•febbre

•esantema (macchie, rossore, pustole sulla pelle)

•tosse

(8)

2) DECORSO

Dopo una fase iniziale la malattia evolve e si manifesta

con le sue caratteristiche tipiche in modo acuto, cioè

immediato, veloce come ad esempio l’influenza o la

salmonellosi, oppure in modo cronico cioè lentamente,

subdolamente es. Epatite B, AIDS, BSE.

(9)

la cronicizzazione  la malattia non

guarisce ma, anche se diminuiscono i

sintomi, si hanno manifestazioni interne

o esterne all’organismo che non

guariscono (es. Epatite B, Epatite C,

AIDS)

la morte  spesso le malattie

indipendentemente che abbiano un

decorso lento o veloce, acuto o cronico,

possono portare a morte.

3) ESITO FINALE

La conclusione della malattia può essere:

la guarigione  la malattia ha fatto il suo corso e non

(10)

LA

PREVENZIONE …..

Fino alla prima

metà del ‘900 le

più

importanti

patologie

erano

soprattutto

di

ordine

infettivo

contagioso

(colera,

peste,

tubercolosi, ecc)

(11)

Oggi sono più rilevanti le patologie di natura

cronico/degenerativa,

tra

cui

le

malattie

dell’apparato cardiovascolare (infarto cardiaco,

ipertensione, arteriosclerosi, ecc.), le malattie

neoplastiche (tumore o cancro) che possono colpire

sia organi solidi ( polmone, intestino, ecc.) che non

(sangue).

(12)

Anche se sono stati fatti

notevoli passi avanti circa la

conoscenza di tutte le patologie,

alcune di esse, di rilevante

impatto sociale, sono ancora al

centro di molti studi poiché

rimangono al loro riguardo

numerosi punti oscuri (es.

(13)

…..LA PREVENZIONE….

Se pur con queste limitazioni, oggi, si

possono prevenire anche malattie

importanti ed anche mortali. L’intervento

che viene effettuato è diverso a seconda

della conoscenza che

noi abbiamo della

malattia e dal tipo

di popolazione che

(14)

…..LA PREVENZIONE….

I punti cardine di questo tipo di

prevenzione sono:

a) i vaccini  con i quali si

protegge l’individuo da alcune

PREVENZIONE PRIMARIA

Quando si interviene prima che la persona si ammali.

Questa è la vera prevenzione.

Le azioni possono essere rivolte su due fronti:

(15)

…..LA PREVENZIONE….

b) le condizioni igieniche ambientali: molto

importante in questo caso l’attenzione verso: fognature,

acquedotti ed il corretto smaltimento dei rifiuti solidi.

Sono importanti interventi di prevenzione della salute

pubblica anche quelli di bonifica di siti inquinati come

alcuni insediamenti industriali (es. ETERNIT)

(16)

c)buona e corretta alimentazione: rispettare sia le

condizioni igieniche degli alimenti che il loro apporto

calorico può garantire un ostacolo al contrarre malattie

…..LA PREVENZIONE….

d) l’igiene mentale: mantenere quella condizione di

serenità che ci mette al riparo da stati di depressione o di

estraniazione alla vita sociale che possono favorire

l’abbassamento delle nostre difese immunitarie e quindi

(17)

Tutte le volte che è possibile si devono allontanare

le possibili fonti di contagio o i fattori di rischio che

possono determinare una malattia.

Se ciò non fosse possibile, si devono allontanare le

persone dalle fonti inquinanti (es. la persona viene

allontanata da lavorazioni nocive oppure viene

evacuata una zona residenziale poiché vi è un

pericolo grave di inquinamento ambientale)

…..LA PREVENZIONE….

(18)

…..LA PREVENZIONE….

La prevenzione secondaria

può essere attuata

La prevenzione secondaria viene attuata

spesso quando non è possibile mettere in atto

la prevenzione primaria oppure le conoscenze

sulla storia naturale della malattia non sono

complete.

(19)

…..LA PREVENZIONE….

La prevenzione secondaria si attua attraverso

gli screening per patologie molto importanti

quali:

• PAPTEST  tumori del collo dell’utero e annessi

• AUTOPALPAZIONE, MAMMOGRAFIA cancro della

mammella

• ESAMI EMATICI PERIODICI  ipercolesterolemia,

diabete,ecc.

• CONTROLLO DELLA PRESSIONE  ipertensione

arteriosa

(20)

…..LA PREVENZIONE

PREVENZIONE TERZIARIA

Alcuni non riconoscono a questo tipo di intervento

una vera e propria caratteristica di prevenzione,

ma un indirizzo prevalentemente di riabilitazione.

Certo è che tale attività può:

• minimizzare le complicanze: assunzione di farmaci

• ridurre la disabilita: ginnastica riabilitativa

post-intervento

(21)

TRASMISSIONE DELLE

MALATTIE INFETTIVE

(22)

AGENTE AMBIENTE OSPITE

LE COMPONENTI NECESSARIE

PER LA TRASMISSIONE

DELLE MALATTIE

INFETTIVE SONO:

(23)

CHE COSA SI INTENDE PER:

L’ambiente è quella variabile che permette

all’ospite e all’agente di incontrarsi e

permette la trasmissione della malattia.

AMBIENTE  Dove l’agente e l’ospite

interagiscono

(24)

OSPITE

La

persona

che

“ospita” l’agente e può trasmetterlo

L’uomo o l’animale che alberga in sé il

microrganismo patogeno

(25)

AGENTE 

Il microrganismo cioè la

vera causa di malattia

La maggior parte delle malattie

trasmissibili

all’uomo

sono

provocate da batteri e virus e

molti di questi hanno l’uomo

come

unico

ospite.

Altri

microrganismi

sono

invece

patogeni anche per gli animali

ed hanno come serbatoio

animali domestici o selvatici.

(26)
(27)

L’AMBIENTE NATURALE, CON LE SUE

COMPONENTI PUÒ DIVENTARE CAUSA DI

MALATTIA. ORA ANALIZZEREMO TALI

COMPONENTI.

(28)

L’ARIA

L’aria è l’elemento indispensabile alla vita. Pochi minuti

senza respirare e si rischiano danni irreversibili e

addirittura arrivare alla morte (es. annegamento, arresto

respiratorio, ecc.)

La composizione dell’aria è una miscela gassosa formata

da:

Azoto (N) 78% - Ossigeno (O) 21% - altri gas 1%

Tale miscela si trova, con diverse percentuali in base

all’altitudine, in tutta l’atmosfera che circonda la terra.

(29)

Le funzioni principali dell’atmosfera

sono:

• fornire ossigeno indispensabile

alla vita di tutti gli animali

• fornire Azoto e Carbonio per i

microrganismi e le piante

• proteggere dalle radiazioni

provenienti dallo spazio (radiazioni

ionizzanti o raggi UV)

• stabilizzare la temperatura a livelli

(30)

L’inquinamento atmosferico è sostanzialmente

prodotto da due fonti:

fonti fisse

insediamenti industriali

e riscaldamenti urbani

fonti mobili

autoveicoli e mezzi in movimento.

(31)

…..L’AMBIENTE FISICO…..

Per ciò che riguarda l’aria i

parametri da conoscere sono:

- la temperatura

- l’umidità

- la pressione

(32)

• La temperatura normalmente diminuisce con

l’altezza (1 grado Centigrado ogni 100 metri di altezza).

• L’umidità esprime la quantità di vapore d’acqua che

vi è nell’aria in un dato momento; questo valore

espresso in percentuale.

(33)

• La pressione si misura con il barometro

e varia con l’altezza, le variazioni stagionali

e meteorologiche. Questo ha particolare

importanza per la diluizione degli agenti

contaminanti perché le masse d’aria

tendono a muoversi da zone di alta

pressione verso zone di bassa pressione.

(34)

•Il movimento dell’aria (i venti) è anch’esso

molto importante agli effetti della diluizione degli

agenti contaminanti. La rotazione della terra

determina i prima istanza i venti a causa del

trascinamento dell’aria. Ulteriore causa della

formazione dei venti è il riscaldamento dell’aria

all’equatore e la formazione di aria fredda ai poli.

(35)

L’ACQUA

E’ la componente principale del nostro

organismo (60%-80% del nostro

peso).

E’ la sostanza più abbondante e diffusa

sulla terra. I depositi principali sono

rappresentati dagli oceani, dai mari

interni e dalle acque di superficie (laghi

e fiumi).

L’acqua è presente, in una certa

quantità

anche

nell’aria;

è

determinante per la meteorologia e per

(36)

Il fabbisogno idrico nell’uomo adulto si può quantificare in circa2,5 litri/giorno. A questa quantità si deve aggiungere la quota di acqua per esigenze igienico-sociali (circa 200 litri/giorno) e per l’irrigazione delle campagne e il mantenimento degli allevamenti animali (circa 100 litri/giorno).

L’approvvigionamento avviene con difficoltà poiché la maggior parte dell’acqua disponibile è salata (97%) ed il restante è formata, prevalentemente, dai ghiacciai (2,5%). Soltanto lo 0,5% è utilizzabile come potabile soprattutto da falde profonde molto spesso inquinate.

(37)

…..L’AMBIENTE FISICO…..

RETE FOGNARIA

Si distinguono due tipi di fognature: statica e dinamica

•Fognatura statica (ferma)

è costituita da pozzi neri, fosse biologiche che dovrebbero

andare ad esaurimento; pericolo per il possibile inquinamento

delle acque profonde.

•Fognatura dinamica (in movimento)

è costituita da acque nere che vengono raccolte dalle

abitazioni domestiche o collettive (es. caserme, ospedali,

scuole, ecc.). Le acque bianche invece vengono raccolte dalle

superfici scoperte come tetti, strade oppure dai “toretti” della

città.

(38)

IL SUOLO

In superficie ed al suo interno avvengono probabilmente, i

più importanti processi per la vita dell’uomo e

dell’ambiente. La maggior fonte di inquinamento di questa

parte del nostro pianeta è rappresentata dai rifiuti solidi

urbani, seguita ai liquidi che si producono, attraverso il

deposito di rifiuti, e che penetrano nel sottosuolo

inquinandolo in profondità.

La quantità di rifiuti urbani prodotta annualmente in Italia è

di oltre 26 milioni di tonnellate con valore medio di 450

Kg/abitante a cui bisogna aggiungere circa 35 milioni di

tonnellate di rifiuti industriali.

(39)

Tale quantità di rifiuti viene smaltita con vari metodi: 1) Discarica controllata

purtroppo rappresenta una minoranza poiché sono soprattutto abusive con grave e pericoloso impatto ambientale.

2) Incenerimento

negli anni 60-70 sembrava aver risolto il problema dei rifiuti solidi, ma si è rivelato come un inceneritore potesse inquinare zone anche lontane dal sito, con la possibile produzione di forti inquinanti come la Diossina.

3) Compost

E’ la trasformazione della frazione organica, dei rifiuti, in fertilizzante. Soluzione interessante ma spesso si rischia se la parte organica non è pura e sicura, di apportare sostanze dannose al terreno con rischi infettivi e chimici

4) Riciclaggio

soprattutto di carta, plastica e vetro. 5) Scarico in mare

Purtroppo è una pratica di uso comune, sicuramente dannosa,ne consegue un inquinamento delle acque e delle coste con riflussi a riva dei materiali non degradabili.

(40)

IL CLIMA

Possiamo sintetizzare dicendo che è l’insieme delle condizioni atmosferiche che caratterizzano una regione.

Ovviamente può variare molto a seconda della posizione geografica in cui ci si trova (nord, sud, altitudine, ecc.)

(41)

IL MICROCLIMA

Il microclima viene definito come il complesso delle caratteristiche di un determinato ambiente confinato.

Queste caratteristiche sono:

- Fisiche (la temperatura, l’umidità,la pressione, la velocità dell’aria)

- Chimiche (presenza di sostanze chimiche possibili inquinanti : solventi, amianto, fumo di sigaretta, attività di cucina)

- Microbiologiche (presenza di microrganismi con possibilità di sviluppo di germi patogeni attraverso l’affollamento dei locali)

- Illuminazione (può essere naturale, data dalle finestre che devono avere una superficie corrispondente ad 1/7 del pavimento; o artificiale attraverso lampade a fluorescenza o a incandescenza.

L’intensità della luce deve essere rapportata all’attività delle persone presenti in quell’ambiente.

(42)

Sono quelle condizioni ambientali ostili ai

microrganismi che ne limitano lo sviluppo.

Normalmente

nell’ambiente

esterno

il

microrganismo muore o se è in grado di

sopravvivere, difficilmente si riproduce.

…..L’AMBIENTE FISICO…..

FATTORI DI AUTODEPURAZIONE NATURALE (DISINFEZIONE NATURALE)

(43)

I fattori di autodepurazione sono:

- essiccamento  il microrganismo muore

- diluizione  diminuzione della carica batterica

- sedimentazione  minore quantità di germi

sospesi nell’aria

- raggi ultravioletti (componenti dei raggi solari)

ottimi battericidi

-antagonismo biologico  scarsa sopravvivenza di

alcuni microrganismi rispetto ad altri

(44)
(45)

L’OSPITE

L’ospite è la seconda

componente necessaria

per la trasmissione della

malattia.

L’ospite

è

l’uomo o l’animale che

ha

in

se

il

microrganismo e può

trasmetterlo ad un’altra

persona o animale.

(46)

L’OSPITE

L’ospite per essere in grado di

ricevere, quindi di far penetrare,

attecchire ( cioè il microrganismo

trova un luogo dove stabilirsi) e

moltiplicarsi (aumentare il suo

numero)

deve

essere

(47)

L’OSPITE

Per essere un ospite

suscettibile occorre

che la persona o

l’animale

agevoli

tutte le fasi di

sviluppo

del

microrganismo.

(48)

L’OSPITE

La persona può ostacolare

la

penetrazione

del

microrganismo:

• mantenendo la pelle

curata e senza ferite,

• lavandosi bene le mani

ogni

volta

che

si

contaminano;

• evitando luoghi affollati e

chiusi

(49)

L’OSPITE

L’attecchimento e lo sviluppo del

microrganismo avvengono perché il

nostro sistema immunitario

è insufficiente per

ostacolare i germi che

possono essere molto

forti o molto numerosi.

(50)

L’OSPITE

Il nostro sistema immunitario è condizionato da

molti fattori come la somministrazione di terapie

immunodepressive (es. cortisone, antitumorali,

ecc.); oppure dal nostro stato di nutrizione o

protezione del nostro corpo nei confronti degli

agenti esterni (si mangia poco, non è corretto

l’apporto nutrizionale oppure il nostro abbigliamento

non è adatto al clima in cui ci troviamo, cioè siamo

poco, troppo o mal coperti)

(51)

Tutte

queste e altre condizioni fanno si

che l’ospite, che normalmente viene a

contatto con milioni di microrganismi senza

che questi penetrino, si sviluppino e si

moltiplichino, si trovi in condizioni favorevoli

(ospite suscettibile)

nei confronti di un

determinato microrganismo e che l’incontro

provochi la malattia.

(52)

DIFESE DELL’OSPITE

Le difese che l’individuo mette in atto quando viene

aggredito da germi patogeni sono sostanzialmente di

due tipi:

1) difese aspecifiche (sono immediate e contro

chiunque aggredisca)

Di queste fanno parte la cute che, se integra, non

permette il passaggio dei germi, alcune sostanze

particolari che si trovano in alcuni organi (occhi,

bocca, stomaco, ecc.) possono ostacolare la

penetrazione e lo sviluppo.

(53)

DIFESE DELL’OSPITE

2) difese specifiche

(sono

normalmente

più lente e specifiche

su un tipo di germe)

Questo

tipo

di

protezione

viene

effettuata

con

i

vaccini, oppure con la

siero

profilassi

(somministrazione di

anticorpi già formati).

(54)
(55)

Generalità

I microbi, germi, microrganismi, ecc. sono

nomi generici che identificano organismi

viventi di piccolissime dimensioni, molto

semplici, costituiti da pochi elementi.

Molti di questi microrganismi, una volta

penetrati, possono moltiplicarsi e con le

tossine prodotte danneggiare l’organismo che

li ospita (ospite).

(56)

L’AGENTE

La velocità con la quale possono manifestare

la loro presenza spesso è dovuta alla loro

qualità (germi molto forti  molto invasivi e

patogeni) e alla loro quantità (carica

microbica).

I microbi che sono in grado di provocare

malattie sono detti patogeni.

(57)

Oltre ai germi patogeni, capaci di provocare malattie

all’uomo, agli animali ed alle piante, esistono

numerosi germi non patogeni che vivono sia

nell’organismo umano che nell’ambiente.

Alcuni di questi germi fanno parte della flora

batterica dell’individuo e non solo sono utili ma

addirittura indispensabili per l’equilibrio del

metabolismo umano (formazione di vitamine,

digestione alimentare,ecc.).

(58)

L’AGENTE

Questa distinzione netta, tra germi patogeni e

batteri facenti parte della flora batterica non è

sempre assoluta.

Alcuni germi presenti sulle mucose (intestino,

bocca, vagina, ecc.) e sulla pelle, possono, in

particolari circostanze (paziente ricoverato in

Ospedale, paziente sottoposto ad intervento

chirurgico, ricoverato in reparti a rischio come la

rianimazione, in terapia con farmaci particolari)

possono “incattivirsi” (virulentarsi) per rottura

dell’equilibrio del sistema e provocare la malattia.

(59)
(60)

LA CATENA EPIDEMIOLOGICA

La catena epidemiologica rappresenta quella serie

di eventi concatenati che permettono la

trasmissione del germe tra:

un ospite suscettibile che si è ammalato di una

malattia infettiva e contagiosa

e

(61)

LA CATENA EPIDEMIOLOGICA

La trasmissione

può avvenire

Direttamente

cioè senza

intermediari

Es. baci, rapporti

sessuali

(62)

LA CATENA EPIDEMIOLOGICA

mediante vettori

(componenti animate).

mediante veicoli

(componenti inanimate)

Indirettamente

(63)

LA CATENA EPIDEMIOLOGICA

L’infezione rappresenta

il risultato della

penetrazione

nell’organismo di un

agente patogeno. Le

conseguenze della

“lotta” tra l’agente

infettivo e le difese

dell’organismo ospite

possono essere molto

variabili.

(64)

LA CATENA EPIDEMIOLOGICA

In altri casi vi può essere

lo sviluppo di una malattia

Nella maggior parte dei casi non si ha

sviluppo di malattia.

In altre situazioni si verifica una condizione

patologica lieve e con leggeri sintomi.

(65)

Questa continua e

costante variabilità è

dovuta principalmente

alla diversa rispondenza

che ogni singolo

individuo ha verso un

attacco di un agente

esterno.

(66)

LA CATENA EPIDEMIOLOGICA

Nella trasmissione delle malattie infettive le

variabili che vengono considerate sono:

qualità e quantità del germe

(tipologia e carica microbica)

(67)

La trasmissione di un agente infettivo

implica il riconoscimento di un punto di

partenza della catena degli eventi che

portano all’insorgere della malattia infettiva.

Tale punto viene definito:

•SERBATOIO DI INFEZIONE

•SORGENTE O FONTE DI INFEZIONE

(68)

SERBATOIO DI INFEZIONE

E’ l’uomo o l’animale, dove il microrganismo

vive e si moltiplica e può essere trasmesso

ad altro uomo o animale. In alcuni casi è

l’ambiente con la presenza di germi molto

resistenti(es. spore del tetano). Se il

microrganismo crea nell’individuo solo le

condizioni di serbatoio di malattia si dice che

l’evento non è contagioso poiché il germe

non può essere trasmesso ad un altro ospite

(69)

LA CATENA EPIDEMIOLOGICA

SORGENTE DI INFEZIONE

L’uomo

o

l’animale

che

ospitano il germe e che

possono eliminarlo all’esterno.

Molto spesso, sorgente e

serbatoio coincidono.

L’eliminazione all’esterno di un

germe patogeno da parte di un

ospite infetto è indispensabile

per

la

trasmissione

della

(70)

VIE DI ELIMINAZIONE

• VIA RESPIRATORIA

i microrganismi vengono eliminati sotto forma di goccioline

attraverso la respirazione, la tosse , gli starnuti, ecc.

(influenza, raffreddore, pertosse, TB polmonare, meningite,

ecc.)

• VIA INTESTINALE

Con le feci vengono eliminati germi patogeni (vibrione del

colera, virus della poliomielite, virus dell’epatite A, ecc.)

• VIA GENITO-URINARIA

l’eliminazione di agenti patogeni attraverso le urine non

rappresenta un evento molto frequente (es. TB renale).

(71)

• VIA CUTANEA

i germi vengono eliminati attraverso le lesioni

cutanee presenti durante le malattie

esantematiche (es. varicella), micosi cutanee o da

lesioni profonde che

fistolizzano

all’esterno (es.

pus)

• VIA PLACENTARE

Attraverso questa via di eliminazione la madre

affetta da una malattia infettiva la trasmette

all’embrione (es. rosolia, toxoplasmosi, ecc.)

(72)

VIE DI PENETRAZIONE

• VIA CUTANEA

La cute se integra costituisce un naturale e valida barriera

all’ingresso dei microrganismi.

L’ingresso può avvenire attraverso le lesioni, le punture

degli insetti, il morso o il graffio di animale

• VIA MUCOSA

Le mucose delle vie respiratorie, apparato digerente,

apparato genito-urinario, congiuntiva, ecc. costituiscono la

principale porta d’ingresso per germi patogeni poiché sono

particolarmente vulnerabili, anche se dotate di alcuni fattori

di difesa.

(73)

PERIODO DI INCUBAZIONE

Corrisponde al tempo

necessario perché il

germe

penetri,

attecchisca

e

si

moltiplichi

fino

al

momento in cui il suo

numero è sufficiente a

E’ l’intervallo di tempo che intercorre tra il

contatto con un agente infettivo e la comparsa

del primo segno o sintomo di malattia infettiva

(74)

La durata del periodo di incubazione varia in

relazione a:

Carica microbica = più germi ci sono e più

velocemente si sviluppano

Virulenza del germe = più il germe è “cattivo”

cioè virulento più velocemente c’è sviluppo di

malattia

Risposta immunitaria dell’ospite = più le difese

sono deboli e più si creano le condizioni ideali

(75)

LE DIFESE DELL’OSPITE

Possono essere di due tipi:

• DIFESE ASPECIFICHE

sono dei meccanismi attivi verso una

vasta gamma di microrganismi

• DIFESE SPECIFICHE

sono dei meccanismi attivi verso specifici

microrganismi

(76)

DIFESE ASPECIFICHE

SECREZIONI

alcuni organi producono sostanze in

grado di ostacolare la penetrazione

dei germi (es.

lisozima

presente

Sono identificabili in:

CUTE E MUCOSE

quando queste barriere anatomiche sono integre

rappresentano la prima difesa dell’organismo

(77)

DIFESE ASPECIFICHE

RISPOSTA INFIAMMATORIA

In caso di piccole ferite con punte o taglienti, o

escoriazioni della cute, l’organismo mette in atto

delle difese locali. L’aumento della temperatura

locale o la presenza di gonfiore della parte

dimostrano la presenza di una attività di difesa da

parte dell’ospite nei confronti di microrganismi

ANTAGONISMO BIOLOGICO

Meccanismo di difesa messo in atto dalla flora

batterica presente in molti organi (es. cute,

rinofaringe, genitali, intestino) che in uno stato di

equilibrio si oppone alla presenza di germi patogeni.

(78)

DIFESE SPECIFICHE

Il meccanismo di difesa

specifico

si basa su un

sistema di

riconoscimento del

germe da parte del

sistema immunitario

dell’ospite.

Il sistema immunitario

riconosce parti del

germe ANTIGENI e

produce nei loro

(79)

Questo tipo di difesa può essere:

ATTIVA l’ospite produce da sé gli anticorpi attraverso il sistema immunitario

A sua volta questa difesa attiva può essere

NATURALE l’ospite si ammala e forma anticorpi specifici contro il microrganismo responsabile di quella malattia

ARTIFICIALE (VACCINI)

non si verifica la malattia ma si induce l’organismo dell’ospite a formare anticorpi

specifici introducendo parti del microrganismo o esso stesso ucciso o attenuato. Solo per le malattie per cui è disponibile il vaccino.

(80)

Questo tipo di difesa può essere:

PASSIVA

l’ospite assume

anticorpi già formati

A sua volta questa difesa passiva può essere

NATURALE

durante la gravidanza il bambino

assume passivamente gli anticorpi della madre

ARTIFICIALE

assunzione di anticorpi già formati in

casi di emergenza (epatite B, tetano, ecc)

(81)
(82)

LE INFEZIONI OSPEDALIERE

Per essere tali devono

avere le seguenti

caratteristiche:

•Insorgere durante il

ricovero in Ospedale

•Non essere manifeste al

momento del ricovero

•Non essere in

incubazione al momento

del ricovero

•Insorgere anche dopo le

dimissioni dall’ospedale

(83)

Nel 1800 F. Nightingale pioniera della

professione infermieristica diceva che “…. la

più grande umiliazione per un Ospedale è

essere all’origine di una malattia infettiva o

vedere l’infezione propagarsi.”

(84)
(85)

LE INFEZIONI OSPEDALIERE

Nello stesso periodo un chirurgo di nome

Semmelweis notò che se i colleghi si fossero

lavati le mani, passando dal tavolo autoptico

alla sala parto, sarebbero morte meno

partorienti.

(86)
(87)

LE INFEZIONI OSPEDALIERE

Nel 1940 circa vi fu la scoperta dei farmaci

considerati miracolosi: gli antibiotici.

(88)

LE INFEZIONI OSPEDALIERE

Arrivando ai giorni nostri, nel 1983 in Italia

da parte dell’Istituto Superiore di Sanità (il

più importante organo tecnico-scientifico del

Servizio Sanitario Nazionale) con uno studio

sulle I.O., descrisse la situazione di 143

Ospedali pubblici, studiando 34.577 pazienti

(89)

LE INFEZIONI OSPEDALIERE

Dallo studio emerse che il

19,3%

dei

pazienti

esaminati soffrivano di

un’infezione e tra questi

il 6,8% si trattava di

infezioni

ospedaliere

mentre il restante 12,5%

di infezioni comunitarie

(90)

LE INFEZIONI OSPEDALIERE

La più alta percentuale di I.O. è stata

riscontrata nei reparti di:

• Terapia intensiva (es. rianimazione,

centri trapianto, ecc.)

• Geriatria

• Chirurgia

• Ortopedia

(91)

LE INFEZIONI OSPEDALIERE

Le localizzazioni più diffuse sono:

• Urinarie (IVU) circa il 40%

• Respiratorie circa il 15%

• Ferita chirurgica (ISS) circa il 15%

• Batteriemie (infezioni del sangue)circa

il 5%

(92)

LE INFEZIONI OSPEDALIERE

Se si affronta il discorso in termini di costi,

l’indagine citata, ha reso evidente che ogni

anno in Italia

600.000

pazienti ricoverati

contraggono una I.O.

Il costo di queste I.O. si aggira sui 500

milioni di euro all’anno in termini di:

•Degenza supplementare

•Farmaci, interventi aggiuntivi, personale,

(93)

LE INFEZIONI OSPEDALIERE

Secondo recenti stime, elaborate sulla

base di esperimenti statunitensi,

sarebbe possibile ottenere in Italia la

riduzione delle infezioni secondo il

seguente prospetto:

•Inf. vie urinarie

- 40%

•Inf. ferita chirurgica - 30%

•Inf. respiratorie

- 20%

(94)

LE INFEZIONI OSPEDALIERE

La riduzione sarebbe

possibile adottando

semplici misure di

controllo

della

diffusione come ad

esempio il corretto

lavaggio delle mani

(95)

LE INFEZIONI OSPEDALIERE

Il controllo delle infezioni ospedaliere

si può attuare attraverso:

•Corrette procedure assistenziali

•Disinfezione/sterilizzazione

•Buon uso degli antibiotici

•Isolamenti

(96)
(97)

LA DISINFEZIONE

La disinfezione è l’insieme delle misure

attuate al fine di ridurre a livello di

“sicurezza” il numero di microrganismi

presenti su una superficie o nell’ambiente.

Si parla di DISINFEZIONE se queste misure

vengono attuate su una superficie o su uno

strumento; si parla di ANTISEPSI se le stesse

vengono effettuate su un tessuto vivente (es.

la cute)

(98)

LA DISINFEZIONE

La disinfezione può essere distinta in

tre diversi

livelli

:

DISINFEZIONE A BASSO LIVELLO

: consente di

eliminare un consistente numero di batteri, alcuni

virus e alcuni miceti. Non è però in sufficiente a

garantire l’eliminazione di batteri particolarmente

resistenti.

DISINFEZIONE DI MEDIO LIVELLO

: con essa si

riesce ad eliminare un numero ancora maggiore di

batteri, la maggior parte dei virus e dei miceti.

DISINFEZIONE AD ALTO LIVELLO

: permette di

ridurre ad una percentuale molto bassa la presenza

(99)

LA DISINFEZIONE

Il risultato del processo di disinfezione si

ottiene attraverso l’uso di sostanze chimiche

(100)

I DISINFETTANTI

DISINFETTANTE =

sostanza ad azione

germicida destinata ad essere utilizzata

su materiali o oggetti

ANTISETTICO =

sostanza ad azione

germicida caratterizzata da bassa

tossicità e da assenza di effetti irritanti

indicata per l’applicazione su tessuti

(101)

USO DEI DISINFETTANTI

1) Nessun disinfettante può essere efficace se

impiegato su materiali oppure oggetti non

puliti. La sporcizia protegge i microrganismi

impedendo al disinfettante di raggiungerli e

di svolgere la sua azione.

2) Le soluzione acquose di disinfettante ed in

misura minore anche quelle alcoliche possono

essere contaminate da microrganismi.

(102)

USO DEI DISINFETTANTI

3) I contenitori dei disinfettanti devono

essere etichettati. L’etichetta deve riportare

il nome del disinfettante, la concentrazione,

l’uso cui è destinato, la data di preparazione,

la data di scadenza del flacone chiuso ed uno

spazio dove segnare la data di scadenza una

volta aperta la confezione.

4) Si devono evitare operazioni di TRAVASO

dei disinfettanti in altri contenitori, inoltre

(103)

USO DEI DISINFETTANTI

5) Tutti i disinfettanti, se usati in modo

improprio rispetto alle indicazioni d’uso,

possono determinare effetti indesiderati, di

tossicità sul paziente e/o sull’operatore e danni

più o meno rilevanti sui materiali.

6) Usare flaconi di piccole dimensioni, di

capacità inferiore a 500 ml e forniti di dosatore

(dispenser, nebulizzatore, ecc.)

(104)

USO DEI DISINFETTANTI

7) Richiudere il flacone immediatamente

dopo l’uso e conservarlo tappato (non usare

tappi di sughero o di cotone).

8) I disinfettanti, in particolare se in

soluzione acquosa, devono essere utilizzati

entro 7-10 giorni dall’apertura del flacone.

(105)

USO DEI DISINFETTANTI

9) L’operatore durante l’uso dei disinfettanti,

deve evitare che l’apertura del flacone venga

a contatto diretto con le mani o con qualsiasi

materiale (cotone, garze, cute o mucose del

paziente)

10) Se vi fosse una fuoriuscita di un certa

quantità di soluzione che cola lungo il flacone

è necessario asciugarlo immediatamente.

11) La conservazione dei disinfettanti deve

avvenire lontano da fonti di calore e dalla

luce.

(106)

FATTORI CHE CONDIZIONANO

L’ATTIVITA’ DEL

DISINFETTANTE/ANTISETTICO

LA CONCENTRAZIONE D’USO

(il prodotto deve essere usato con le concentrazioni che il ,produttore indica poiché soluzioni diverse possono essere inefficaci o addirittura dannose)

IL TEMPO DI CONTATTO

( occorre che il disinfettante abbia il tempo di agire. A seconda del prodotto i tempi possono variare da 30 secondi ad alcune ore)

LA CARICA MICROBICA

(l’efficacia dell’azione del disinfettante è inversamente proporzionale alla quantità di germi presenti)

(107)

FATTORI CHE CONDIZIONANO

L’ATTIVITA’ DEL

DISINFETTANTE/ANTISETTICO

LA TEMPERATURA D’USO

(seguire le istruzioni sull’etichetta; normalmente la temperatura di utilizzo è quella ambientale. In alcuni casi vi sono specifiche indicazioni su quando e come utilizzare con altre temperature)

LA NATURA DEL MATERIALE DA TRATTARE

( certamente una superficie liscia è più facilmente disinfettante rispetto alla presenza di anfratti, rientranze o nicchie)

LA PRESENZA DI SOSTANZE INATTIVANTI

(oltre ai germi, la soluzione disinfettante può venire alterata e quindi resa meno efficace dalla presenza di saponi o dalla durezza dell’acqua)

(108)

QUALE DISINFEZIONE PER QUALI

MATERIALI

Decidere che tipo di disinfezione effettuare e

quali sostanze usare dipende dalla

criticità

del materiale che deve essere trattato.

Per

criticità

si intende la

potenzialità di un

materiale, se non correttamente trattato, di

favorire la diffusione di microrganismi.

Tale potenzialità può essere maggiore o

(109)

IL LAVAGGIO DELLE MANI

Per igiene delle mani si

intende un insieme di

azioni che hanno

l’obiettivo di rimuovere,

ridurre o distruggere i

microrganismi presenti

sulla cute delle mani.

Comprende il lavaggio

sociale, con antisettico,

l’antisepsi alcolica

(frizione) e il lavaggio

chirurgico.

(110)

CATEGORIE DI EVIDENZA

Nella dispensa in alcuni casi è riportato il livello di evidenza scientifica delle raccomandazioni, secondo la classificazione

proposta dai CDC (1998)

CATEGORIE

INDICAZIONI

I A

Misure fortemente raccomandate per tutti gli ospedali e sostenute da studi sperimentali ed epidemiologici ben disegnati

I B

Misure fortemente raccomandate per tutti gli ospedali e considerate efficaci da esperti nel settore e dall’Hospital Infection Control Practices Advisory Committee (HICPAC)

I C

Misure richieste da leggi

II

Misure suggerite per l’adozione in molti ospedali. Tali raccomandazioni sono sostenute da studi clinici o

(111)

TIPOLOGIA OBIETTIVO PROCEDURA

LAVAGGIO SOCIALE

Eliminare lo sporco visibile e

rimuovere la flora transitoria* Energico sfregamento di tutte le superfici cutanee delle mani con un normale sapone, seguito dal risciacquo sotto un getto d’acqua (rimozione meccanica dei microrganismi) LAVAGGIO

ANTISETTICO Rimuovere, distruggere la flora transitoria* e ridurre quella residente** rendendola innocua

Utilizzo di sapone antisettico o soluzione detergente che contiene un antisettico. ANTISEPSI

ALCOLICA (frizione)

Distruggere la flora transitoria *

(o inibirne la crescita). Sfregamento di tutte le superfici cutanee delle mani con una piccola quantità di soluzione antisettica alcolica, fino all’evaporazione della stessa, senza utilizzo di sapone e acqua

corrente. L’antisepsi alcolica non va eseguita in presenza di sporco visibile sulle mani.

LAVAGGIO

CHIRURGICO Rimuovere, distruggere la flora transitoria* e di ridurre quella residente**

Utilizzo di soluzione antisettica garantendo un certo tempo di contatto del prodotto

disinfettante

•FLORA TRANSITORIA = Costituita da microrganismi contaminanti (es. Escherichia coli, Pseudomonas aeruginosa, Serratia spp.)che tendono a non moltiplicarsi sulla cute. Questi batteri possono essere dotati di elevata patogenicità e sono causa della maggior parte delle infezioni ospedaliere. La flora transitoria si rimuove facilmente con l’adozione di un corretto lavaggio delle mani.

(112)

Perché Allontana lo sporco e la flora transitoria (Pseudomonas, Escherichia coli, Salmonella) ma non la flora residente

Evita che le mani degli operatori rappresentino un veicolo d’infezione

Cosa Acqua e detergente

Come Inumidire con acqua tiepida le mani, versare il detergente sulle mani e sui polsi Insaponare palmo, dorso e spazi interdigitali

Frizionare energicamente le superfici insaponate per circa 1minuto Sciacquare sotto acqua corrente

Asciugare le mani con salviette di carta monouso utilizzando la stessa anche per la chiusura del rubinetto

Quando Tutte le volte che lo si ritiene necessario

Prima e dopo la distribuzione e somministrazione farmaci Prima e dopo aver effettuato procedure pulite e non invasive Inizio e fine turno

Tra un paziente e l’altro

Dopo l’uso dei servizi igienici Dopo aver rimosso i guanti

Dopo aver rimosso padelle e pappagalli

(113)

LAVAGGIO ANTISETTICO

Perché Distrugge rapidamente la flora transitoria e riduce la carica della flora residente [Staphilococco aureo, Bacilli gram negativi, lieviti (molti operatori sanitari sono portatori)]

Cosa Acqua e soluzione detergente – antisettica (clorexidina, iodopovidone)

Come Inumidire con acqua tiepida, versare soluzione antisettica sulle mani e sui polsi

Insaponare distribuendo uniformemente la soluzione antisettica sulle mani e sui polsi partendo dalla zona periungueale, ponendo particolare attenzione agli spazi

interdigitali per circa 2 minuti

Risciacquare accuratamente sotto acqua corrente

Asciugare accuratamente con salviette di carta monouso utilizzando la stessa anche per la chiusura del rubinetto.

Quando Prima di indossare e dopo la rimozione di guanti sterili (Cat. IB)

Prima di eseguire procedure invasive o comunque manovre che richiedono una

procedura asettica (es: cateterismo vescicale, inserimento di cateteri venosi, prelievi per esami culturali, punture esplorative,ecc.) (Cat. IB)

Se si opera in unità operative ad alto rischio (terapia intensiva, sala operatoria) Dopo il contatto con oggetti posti nelle immediate vicinanze del paziente (II) Dopo il contatto accidentale con liquidi biologici (Cat.IA)

Dopo l’assistenza a pazienti in isolamento

(114)

Perché Distrugge rapidamente la flora transitoria e riduce la carica della flora residente [Staphilococco aureo, Bacilli gram negativi, lieviti (molti operatori sanitari sono portatori)]

Evita che le mani degli operatori rappresentino un veicolo d’infezione

Cosa Soluzione idroalcolica

Come Prelevare una dose di antisettico (3-5 ml)

Distribuire il prodotto prelevato su entrambe le mani

Frizionare dita, spazi interdigitali, palmo della mano e polsi fino a completa evaporazione del prodotto

Quando Non deve essere utilizzata in caso di mani visibilmente sporche o contaminate Prima di eseguire procedure invasive o comunque manovre che richiedono una procedura asettica (es: medicazione chirurgica o CVC, prelievi per esami culturali, prelievo di urocoltura da catetere vescicale, prelievi per emocolture, ecc.)

Se si opera in unità operative ad alto rischio (terapia intensiva, sala operatoria) Dopo il contatto con oggetti contaminati

Durante l’assistenza a pazienti in isolamento Tra un paziente e l’altro

Prima di indossare e dopo la rimozione di guanti sterili

(115)

LAVAGGIO PRE-OPERATORIO

Perché Permette l’eliminazione della flora transitoria da unghie, mani e avambracci

Riduce al massimo la flora residente, ne rallenta per un lungo periodo lo sviluppo

Evita che le mani degli operatori rappresentino un veicolo d’infezione

Cosa Acqua e soluzione detergente - antisettica: Clorexidina, Iodopovidone

Come La descrizione dettagliata della procedura si trova nella dispensa a pagina 11

Quando Prima dell’intervento chirurgico

(116)

RACCOMANDAZIONI

 Lavare le mani con detergente e con un antisettico e acqua quando le

mani sono visibilmente sporche o contaminate con materiale organico (Cat. IA)

• Usare una soluzione su base alcolica da strofinare sulle mani per la

decontaminazione e in tutte le altre situazioni cliniche se le mani non sono visibilmente sporche : vedere procedura ANTISEPSI ALCOLICA (Cat IA)

• Monitorare l’adesione degli operatori sanitari alle pratiche di igiene delle

mani raccomandate (Cat IA)

• Nell’antisepsi chirurgica delle mani NON vanno indossati anelli, bracciali,

orologi, ed altri oggetti che possono veicolare i germi (Cat II)

• Le unghie devono essere corte, pulite, senza smalto (Cat II)

• Non indossare unghie artificiali o allungate quando si è a diretto contatto

con pazienti ad alto rischio es: rianimazione, camere operatorie (Cat. IA)

(117)

BREVI CENNI SUL RISCHIO

CHIMICO

(118)

Molte

sostanze

di

uso

sanitario (solventi, reagenti

di laboratorio, liquidi di

sviluppo e fissaggio delle

lastre radiografiche, farmaci

e

disinfettanti)

sono

potenzialmente tossiche.

Il meccanismo più frequente

di

contaminazione

è

l’inalazione

seguita

a

distanza,

dal

contatto

(119)

Gli

incidenti

diminuiscono

se

vengono usate cappe

e

sistemi

di

aspirazione, se si

utilizzano

sistemi

chiusi di eliminazione

dei

liquidi

dai

processi

lavorativi,

con raccolta finale in

contenitori a tenuta

o con l’utilizzo di

impianti centralizzati

di raccolta

(120)

IMPORTANZA DELL’ETICHETTA

Secondo la normativa,

ogni

imballaggio

di

sostanza

o

preparato

pericoloso deve essere

munito di etichetta che

permetta l’identificazione

rapida

dei

pericoli

associati alla presenza e

all’uso del prodotto.

(121)

ETICHETTA

Sull’etichetta devono essere presenti, in

caratteri leggibili ed indelebili tra le altre

informazioni anche:

•Simboli e indicazioni di pericolo (stampa

in nero su fondo giallo-arancione)

•Le frasi di rischio (frasi R)

(122)

SIMBOLI E INDICAZIONI DI PERICOLO

(STAMPA IN NERO SU FONDO

GIALLO-ARANCIONE)

CORROSIVO MOLTO TOSSICO

(123)

LE FRASI DI RISCHIO (FRASI R)

Le frasi di rischio

descrivono in forma

sintetica

i

rischi

potenziali

associati

all’impiego

della

sostanza. Le frasi di

rischio

sono

identificabili con la

lettera R

(124)

ESEMPI DI FRASI DI RISCHIO

• R1 Esplosivo allo stato secco.

• R2 Rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o

altre sorgenti d'ignizione.

• R3 Elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento,

fuoco o altre sorgenti d'ignizione.

• R4 Forma composti metallici esplosivi molto sensibili. • R5 Pericolo di esplosione per riscaldamento.

• R6 Esplosivo a contatto o senza contatto con l'aria. • R7 Può provocare un incendio.

• R8 Può provocare l'accensione di materie combustibili. • R9 Esplosivo in miscela con materie combustibili.

(125)

I CONSIGLI DI PRUDENZA

(FRASI S)

I consigli di prudenza

descrivono

le

comuni

norme di sicurezza da

adottare

per

rendere

minimi i rischi I consigli

di

prudenza

sono

identificabili

con

la

lettera S

(126)

ESEMPI DI CONSIGLI DI

PRUDENZA

• S 1 Conservare sotto chiave.

• S 2 Conservare fuori della portata dei bambini.

• S 3 Conservare in luogo fresco.

• S 4 Conservare lontano da locali di abitazione.

• S 5 Conservare sotto (liquido appropriato da

indicarsi da parte del fabbricante).

• S 6 Conservare sotto (gas inerte da indicarsi da

parte del fabbricante).

• S 7 Conservare il recipiente ben chiuso.

• S 8 Conservare al riparo dall'umidità.

(127)

IL RISCHIO FISICO

E’ costituito essenzialmente dal

rischio da radiazioni ionizzanti

In ospedale le radiazioni

possono:

• Essere prodotte mediante

apposite apparecchiature che

generano raggi X usate in

Radiologia (radiografie, TAC,

ecc.), in Chirurgia e/o Ambulatori

(scopie, intensificatori di

brillanza, ecc.) o in Radioterapia.

• essere emesse dal decadimento

(128)

Apparecchi

generatori

di

radiazione

:

costituiscono un rischio solo durante il loro

effettivo funzionamento in quanto ad

apparecchio spento non vi è emissione di

radiazioni.

Il rischio principale è dato dal

fascio primario

emesso dall’apparecchio in una precisa

direzione. Durante il funzionamento sono

presenti altri tipi di rischio:

La radiazione diffusa

 che si origina negli

oggetti, nei corpi e nelle pareti investite dal

fascio primario.

La

radiazione

di

fuga

emessa

(129)

PROTEZIONE DALLE RADIAZIONI

Obblighi dei lavoratori:

• Indossare il dosimetro personale

• Sottoporsi agli accertamenti preventivi

• Seguire le norme interne di sicurezza e

protezione

• Usare i DPI (indumenti protettivi piombati)

• Il personale femminile ha l’obbligo di

segnalare il proprio stato di gravidanza

appena ne venga a conoscenza

(130)
(131)

Secondo quanto previsto dall’art. 40 del DLG

626/94, si intende per dispositivo di protezione

individuale (DPI)

“qualsiasi attrezzatura destinata

ad essere indossata dal lavoratore allo scopo di

proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di

minacciarne la sicurezza o la salute durante il

lavoro, nonché ogni complemento o accessorio

destinato a tale scopo”.

Tali dispositivi dovranno, in ogni caso, essere

conformi alle norme di cui al DLG 4 Dicembre 1992

n. 475.

L’uso dei DPI è

obbligatorio

quando è prevedibile un

rischio correlato all’attività che si sta per svolgere.

(132)

GLI

INDUMENTI

DI LAVORO

ORDINARI

NON SONO

CONSIDERATI

(133)

Secondo quanto previsto dall’art. 44 del DLG

626/94 il lavoratore ha l’obbligo di:

Utilizzare

i

DPI

a

sua

disposizione

conformemente all’informazione e formazione

ricevute relativamente ai protocolli di utilizzo del

dispositivi stessi

• Avere cura dei DPI messi a sua disposizione

• Non apportare nessuna modifica di propria

iniziativa

• Segnalare immediatamente al Dirigente o al

Preposto qualsiasi difetto o inconveniente da egli

rilevato nei DPI messi a sua disposizione.

(134)

TIPOLOGIE

GUANTI

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE RESPIRATORIA

CAMICI

(135)

GUANTI

L’utilizzo

dei

guanti

rappresenta un momento

fondamentale

per

la

riduzione del rischio di

contaminazione da contatto

con

materiale

biologico

potenzialmente infetto.

Gli

stessi

presidi

non

assicurano, comunque, una

protezione dagli incidenti

occupazionali

causati

da

pungenti e /o taglienti.

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