AZIENDA REGIONALE A.S.L. 4 PRESIDIO OSPEDALIERO
TORINO NORD EMERGENZA SAN GIOVANNI BOSCO Piazza del Donatore di Sangue 3 – 10154 TORINO
APPUNTI PER IL CORSO OPERATORE SOCIO SANITARIO 2005
COS’E’ L’ICI ?
• Nel 1959, in Inghilterra, vengono formate le prime infermiere addette al controllo delle infezioni (Infections Control Nurse)
• Nel 1985, la Circolare Ministeriale n°52 definisce l’Infermiere per il Controllo delle I.O. una “figura fondamentale”per il controllo delle I.O. e da indicazioni su quanti ICI devono essere presenti in un Ospedale in base al numero di posti letto (1 ICI/ 250 p.l.)
PRINCIPI DI IGIENE
Per Igiene, si intende il complesso delle norme
riguardanti la pulizia e la cura della persona e degli
ambienti.
L’igiene nel suo significato più ampio o più semplice,
mira a mantenere lo stato di salute dell’individuo e
della collettività.
Il mantenimento dello stato di salute passa attraverso
la prevenzione dell’insorgenza e il diffondersi delle
IL CONCETTO DI SALUTE
Salute non è semplicemente assenza di malattia
ma la capacità di mantenere un equilibrio tra le
varie “dimensioni” di un individuo.
DIMENSIONE FISICA
è la
parte più tangibile perché
riferita al funzionamento
dell’organismo
DIMENSIONE
PSICHICA
cioè la capacità di costruire,
elaborare e articolare il
pensiero in modo coerente
DIMENSIONE EMOTIVA
cioè la capacità di gestire
con equilibrio le emozioni
DIMENSIONE RELAZIONALE
la capacità di interagire con gli
altri individui
DIMENSIONE SOCIALE
importante e
fortemente condizionante perché non
si può ritenere e mantenere sano un
individuo in un contesto sociale in cui
DIMENSIONE
SPIRITUALE
connessa al sistema di valori che
caratterizza il modo di concepire
l’esistenza
Per poter prevenire in modo adeguato ed efficace è
necessario conoscere la storia naturale della malattia
1) FASE INIZIALE
L’esordio di una malattia può essere sintomatico o
asintomatico
Esempi di sintomo:
•febbre
•esantema (macchie, rossore, pustole sulla pelle)
•tosse
2) DECORSO
Dopo una fase iniziale la malattia evolve e si manifesta
con le sue caratteristiche tipiche in modo acuto, cioè
immediato, veloce come ad esempio l’influenza o la
salmonellosi, oppure in modo cronico cioè lentamente,
subdolamente es. Epatite B, AIDS, BSE.
la cronicizzazione la malattia non
guarisce ma, anche se diminuiscono i
sintomi, si hanno manifestazioni interne
o esterne all’organismo che non
guariscono (es. Epatite B, Epatite C,
AIDS)
la morte spesso le malattie
indipendentemente che abbiano un
decorso lento o veloce, acuto o cronico,
possono portare a morte.
3) ESITO FINALE
La conclusione della malattia può essere:
la guarigione la malattia ha fatto il suo corso e non
LA
PREVENZIONE …..
Fino alla prima
metà del ‘900 le
più
importanti
patologie
erano
soprattutto
di
ordine
infettivo
contagioso
(colera,
peste,
tubercolosi, ecc)
Oggi sono più rilevanti le patologie di natura
cronico/degenerativa,
tra
cui
le
malattie
dell’apparato cardiovascolare (infarto cardiaco,
ipertensione, arteriosclerosi, ecc.), le malattie
neoplastiche (tumore o cancro) che possono colpire
sia organi solidi ( polmone, intestino, ecc.) che non
(sangue).
Anche se sono stati fatti
notevoli passi avanti circa la
conoscenza di tutte le patologie,
alcune di esse, di rilevante
impatto sociale, sono ancora al
centro di molti studi poiché
rimangono al loro riguardo
numerosi punti oscuri (es.
…..LA PREVENZIONE….
Se pur con queste limitazioni, oggi, si
possono prevenire anche malattie
importanti ed anche mortali. L’intervento
che viene effettuato è diverso a seconda
della conoscenza che
noi abbiamo della
malattia e dal tipo
di popolazione che
…..LA PREVENZIONE….
I punti cardine di questo tipo di
prevenzione sono:
a) i vaccini con i quali si
protegge l’individuo da alcune
PREVENZIONE PRIMARIA
Quando si interviene prima che la persona si ammali.
Questa è la vera prevenzione.
Le azioni possono essere rivolte su due fronti:
…..LA PREVENZIONE….
b) le condizioni igieniche ambientali: molto
importante in questo caso l’attenzione verso: fognature,
acquedotti ed il corretto smaltimento dei rifiuti solidi.
Sono importanti interventi di prevenzione della salute
pubblica anche quelli di bonifica di siti inquinati come
alcuni insediamenti industriali (es. ETERNIT)
c)buona e corretta alimentazione: rispettare sia le
condizioni igieniche degli alimenti che il loro apporto
calorico può garantire un ostacolo al contrarre malattie
…..LA PREVENZIONE….
d) l’igiene mentale: mantenere quella condizione di
serenità che ci mette al riparo da stati di depressione o di
estraniazione alla vita sociale che possono favorire
l’abbassamento delle nostre difese immunitarie e quindi
Tutte le volte che è possibile si devono allontanare
le possibili fonti di contagio o i fattori di rischio che
possono determinare una malattia.
Se ciò non fosse possibile, si devono allontanare le
persone dalle fonti inquinanti (es. la persona viene
allontanata da lavorazioni nocive oppure viene
evacuata una zona residenziale poiché vi è un
pericolo grave di inquinamento ambientale)
…..LA PREVENZIONE….
…..LA PREVENZIONE….
La prevenzione secondaria
può essere attuata
La prevenzione secondaria viene attuata
spesso quando non è possibile mettere in atto
la prevenzione primaria oppure le conoscenze
sulla storia naturale della malattia non sono
complete.
…..LA PREVENZIONE….
La prevenzione secondaria si attua attraverso
gli screening per patologie molto importanti
quali:
• PAPTEST tumori del collo dell’utero e annessi
• AUTOPALPAZIONE, MAMMOGRAFIA cancro della
mammella
• ESAMI EMATICI PERIODICI ipercolesterolemia,
diabete,ecc.
• CONTROLLO DELLA PRESSIONE ipertensione
arteriosa
…..LA PREVENZIONE
PREVENZIONE TERZIARIA
Alcuni non riconoscono a questo tipo di intervento
una vera e propria caratteristica di prevenzione,
ma un indirizzo prevalentemente di riabilitazione.
Certo è che tale attività può:
• minimizzare le complicanze: assunzione di farmaci
• ridurre la disabilita: ginnastica riabilitativa
post-intervento
TRASMISSIONE DELLE
MALATTIE INFETTIVE
AGENTE AMBIENTE OSPITE
LE COMPONENTI NECESSARIE
PER LA TRASMISSIONE
DELLE MALATTIE
INFETTIVE SONO:
CHE COSA SI INTENDE PER:
L’ambiente è quella variabile che permette
all’ospite e all’agente di incontrarsi e
permette la trasmissione della malattia.
AMBIENTE Dove l’agente e l’ospite
interagiscono
OSPITE
La
persona
che
“ospita” l’agente e può trasmetterlo
L’uomo o l’animale che alberga in sé il
microrganismo patogeno
AGENTE
Il microrganismo cioè la
vera causa di malattia
La maggior parte delle malattie
trasmissibili
all’uomo
sono
provocate da batteri e virus e
molti di questi hanno l’uomo
come
unico
ospite.
Altri
microrganismi
sono
invece
patogeni anche per gli animali
ed hanno come serbatoio
animali domestici o selvatici.
L’AMBIENTE NATURALE, CON LE SUE
COMPONENTI PUÒ DIVENTARE CAUSA DI
MALATTIA. ORA ANALIZZEREMO TALI
COMPONENTI.
L’ARIA
L’aria è l’elemento indispensabile alla vita. Pochi minuti
senza respirare e si rischiano danni irreversibili e
addirittura arrivare alla morte (es. annegamento, arresto
respiratorio, ecc.)
La composizione dell’aria è una miscela gassosa formata
da:
Azoto (N) 78% - Ossigeno (O) 21% - altri gas 1%
Tale miscela si trova, con diverse percentuali in base
all’altitudine, in tutta l’atmosfera che circonda la terra.
Le funzioni principali dell’atmosfera
sono:
• fornire ossigeno indispensabile
alla vita di tutti gli animali
• fornire Azoto e Carbonio per i
microrganismi e le piante
• proteggere dalle radiazioni
provenienti dallo spazio (radiazioni
ionizzanti o raggi UV)
• stabilizzare la temperatura a livelli
L’inquinamento atmosferico è sostanzialmente
prodotto da due fonti:
fonti fisse
insediamenti industriali
e riscaldamenti urbani
fonti mobili
autoveicoli e mezzi in movimento.
…..L’AMBIENTE FISICO…..
Per ciò che riguarda l’aria i
parametri da conoscere sono:
- la temperatura
- l’umidità
- la pressione
• La temperatura normalmente diminuisce con
l’altezza (1 grado Centigrado ogni 100 metri di altezza).
• L’umidità esprime la quantità di vapore d’acqua che
vi è nell’aria in un dato momento; questo valore
espresso in percentuale.
• La pressione si misura con il barometro
e varia con l’altezza, le variazioni stagionali
e meteorologiche. Questo ha particolare
importanza per la diluizione degli agenti
contaminanti perché le masse d’aria
tendono a muoversi da zone di alta
pressione verso zone di bassa pressione.
•Il movimento dell’aria (i venti) è anch’esso
molto importante agli effetti della diluizione degli
agenti contaminanti. La rotazione della terra
determina i prima istanza i venti a causa del
trascinamento dell’aria. Ulteriore causa della
formazione dei venti è il riscaldamento dell’aria
all’equatore e la formazione di aria fredda ai poli.
L’ACQUA
E’ la componente principale del nostro
organismo (60%-80% del nostro
peso).
E’ la sostanza più abbondante e diffusa
sulla terra. I depositi principali sono
rappresentati dagli oceani, dai mari
interni e dalle acque di superficie (laghi
e fiumi).
L’acqua è presente, in una certa
quantità
anche
nell’aria;
è
determinante per la meteorologia e per
Il fabbisogno idrico nell’uomo adulto si può quantificare in circa2,5 litri/giorno. A questa quantità si deve aggiungere la quota di acqua per esigenze igienico-sociali (circa 200 litri/giorno) e per l’irrigazione delle campagne e il mantenimento degli allevamenti animali (circa 100 litri/giorno).
L’approvvigionamento avviene con difficoltà poiché la maggior parte dell’acqua disponibile è salata (97%) ed il restante è formata, prevalentemente, dai ghiacciai (2,5%). Soltanto lo 0,5% è utilizzabile come potabile soprattutto da falde profonde molto spesso inquinate.
…..L’AMBIENTE FISICO…..
RETE FOGNARIA
Si distinguono due tipi di fognature: statica e dinamica
•Fognatura statica (ferma)
è costituita da pozzi neri, fosse biologiche che dovrebbero
andare ad esaurimento; pericolo per il possibile inquinamento
delle acque profonde.
•Fognatura dinamica (in movimento)
è costituita da acque nere che vengono raccolte dalle
abitazioni domestiche o collettive (es. caserme, ospedali,
scuole, ecc.). Le acque bianche invece vengono raccolte dalle
superfici scoperte come tetti, strade oppure dai “toretti” della
città.
IL SUOLO
In superficie ed al suo interno avvengono probabilmente, i
più importanti processi per la vita dell’uomo e
dell’ambiente. La maggior fonte di inquinamento di questa
parte del nostro pianeta è rappresentata dai rifiuti solidi
urbani, seguita ai liquidi che si producono, attraverso il
deposito di rifiuti, e che penetrano nel sottosuolo
inquinandolo in profondità.
La quantità di rifiuti urbani prodotta annualmente in Italia è
di oltre 26 milioni di tonnellate con valore medio di 450
Kg/abitante a cui bisogna aggiungere circa 35 milioni di
tonnellate di rifiuti industriali.
Tale quantità di rifiuti viene smaltita con vari metodi: 1) Discarica controllata
purtroppo rappresenta una minoranza poiché sono soprattutto abusive con grave e pericoloso impatto ambientale.
2) Incenerimento
negli anni 60-70 sembrava aver risolto il problema dei rifiuti solidi, ma si è rivelato come un inceneritore potesse inquinare zone anche lontane dal sito, con la possibile produzione di forti inquinanti come la Diossina.
3) Compost
E’ la trasformazione della frazione organica, dei rifiuti, in fertilizzante. Soluzione interessante ma spesso si rischia se la parte organica non è pura e sicura, di apportare sostanze dannose al terreno con rischi infettivi e chimici
4) Riciclaggio
soprattutto di carta, plastica e vetro. 5) Scarico in mare
Purtroppo è una pratica di uso comune, sicuramente dannosa,ne consegue un inquinamento delle acque e delle coste con riflussi a riva dei materiali non degradabili.
IL CLIMA
Possiamo sintetizzare dicendo che è l’insieme delle condizioni atmosferiche che caratterizzano una regione.
Ovviamente può variare molto a seconda della posizione geografica in cui ci si trova (nord, sud, altitudine, ecc.)
IL MICROCLIMA
Il microclima viene definito come il complesso delle caratteristiche di un determinato ambiente confinato.
Queste caratteristiche sono:
- Fisiche (la temperatura, l’umidità,la pressione, la velocità dell’aria)
- Chimiche (presenza di sostanze chimiche possibili inquinanti : solventi, amianto, fumo di sigaretta, attività di cucina)
- Microbiologiche (presenza di microrganismi con possibilità di sviluppo di germi patogeni attraverso l’affollamento dei locali)
- Illuminazione (può essere naturale, data dalle finestre che devono avere una superficie corrispondente ad 1/7 del pavimento; o artificiale attraverso lampade a fluorescenza o a incandescenza.
L’intensità della luce deve essere rapportata all’attività delle persone presenti in quell’ambiente.
Sono quelle condizioni ambientali ostili ai
microrganismi che ne limitano lo sviluppo.
Normalmente
nell’ambiente
esterno
il
microrganismo muore o se è in grado di
sopravvivere, difficilmente si riproduce.
…..L’AMBIENTE FISICO…..
FATTORI DI AUTODEPURAZIONE NATURALE (DISINFEZIONE NATURALE)
I fattori di autodepurazione sono:
- essiccamento il microrganismo muore
- diluizione diminuzione della carica batterica
- sedimentazione minore quantità di germi
sospesi nell’aria
- raggi ultravioletti (componenti dei raggi solari)
ottimi battericidi
-antagonismo biologico scarsa sopravvivenza di
alcuni microrganismi rispetto ad altri
L’OSPITE
L’ospite è la seconda
componente necessaria
per la trasmissione della
malattia.
L’ospite
è
l’uomo o l’animale che
ha
in
se
il
microrganismo e può
trasmetterlo ad un’altra
persona o animale.
L’OSPITE
L’ospite per essere in grado di
ricevere, quindi di far penetrare,
attecchire ( cioè il microrganismo
trova un luogo dove stabilirsi) e
moltiplicarsi (aumentare il suo
numero)
deve
essere
L’OSPITE
Per essere un ospite
suscettibile occorre
che la persona o
l’animale
agevoli
tutte le fasi di
sviluppo
del
microrganismo.
L’OSPITE
La persona può ostacolare
la
penetrazione
del
microrganismo:
• mantenendo la pelle
curata e senza ferite,
• lavandosi bene le mani
ogni
volta
che
si
contaminano;
• evitando luoghi affollati e
chiusi
L’OSPITE
L’attecchimento e lo sviluppo del
microrganismo avvengono perché il
nostro sistema immunitario
è insufficiente per
ostacolare i germi che
possono essere molto
forti o molto numerosi.
L’OSPITE
Il nostro sistema immunitario è condizionato da
molti fattori come la somministrazione di terapie
immunodepressive (es. cortisone, antitumorali,
ecc.); oppure dal nostro stato di nutrizione o
protezione del nostro corpo nei confronti degli
agenti esterni (si mangia poco, non è corretto
l’apporto nutrizionale oppure il nostro abbigliamento
non è adatto al clima in cui ci troviamo, cioè siamo
poco, troppo o mal coperti)
Tutte
queste e altre condizioni fanno si
che l’ospite, che normalmente viene a
contatto con milioni di microrganismi senza
che questi penetrino, si sviluppino e si
moltiplichino, si trovi in condizioni favorevoli
(ospite suscettibile)
nei confronti di un
determinato microrganismo e che l’incontro
provochi la malattia.
DIFESE DELL’OSPITE
Le difese che l’individuo mette in atto quando viene
aggredito da germi patogeni sono sostanzialmente di
due tipi:
1) difese aspecifiche (sono immediate e contro
chiunque aggredisca)
Di queste fanno parte la cute che, se integra, non
permette il passaggio dei germi, alcune sostanze
particolari che si trovano in alcuni organi (occhi,
bocca, stomaco, ecc.) possono ostacolare la
penetrazione e lo sviluppo.
DIFESE DELL’OSPITE
2) difese specifiche
(sono
normalmente
più lente e specifiche
su un tipo di germe)
Questo
tipo
di
protezione
viene
effettuata
con
i
vaccini, oppure con la
siero
profilassi
(somministrazione di
anticorpi già formati).
Generalità
I microbi, germi, microrganismi, ecc. sono
nomi generici che identificano organismi
viventi di piccolissime dimensioni, molto
semplici, costituiti da pochi elementi.
Molti di questi microrganismi, una volta
penetrati, possono moltiplicarsi e con le
tossine prodotte danneggiare l’organismo che
li ospita (ospite).
L’AGENTE
La velocità con la quale possono manifestare
la loro presenza spesso è dovuta alla loro
qualità (germi molto forti molto invasivi e
patogeni) e alla loro quantità (carica
microbica).
I microbi che sono in grado di provocare
malattie sono detti patogeni.
Oltre ai germi patogeni, capaci di provocare malattie
all’uomo, agli animali ed alle piante, esistono
numerosi germi non patogeni che vivono sia
nell’organismo umano che nell’ambiente.
Alcuni di questi germi fanno parte della flora
batterica dell’individuo e non solo sono utili ma
addirittura indispensabili per l’equilibrio del
metabolismo umano (formazione di vitamine,
digestione alimentare,ecc.).
L’AGENTE
Questa distinzione netta, tra germi patogeni e
batteri facenti parte della flora batterica non è
sempre assoluta.
Alcuni germi presenti sulle mucose (intestino,
bocca, vagina, ecc.) e sulla pelle, possono, in
particolari circostanze (paziente ricoverato in
Ospedale, paziente sottoposto ad intervento
chirurgico, ricoverato in reparti a rischio come la
rianimazione, in terapia con farmaci particolari)
possono “incattivirsi” (virulentarsi) per rottura
dell’equilibrio del sistema e provocare la malattia.
LA CATENA EPIDEMIOLOGICA
La catena epidemiologica rappresenta quella serie
di eventi concatenati che permettono la
trasmissione del germe tra:
un ospite suscettibile che si è ammalato di una
malattia infettiva e contagiosa
e
LA CATENA EPIDEMIOLOGICA
La trasmissione
può avvenire
Direttamente
cioè senza
intermediari
Es. baci, rapporti
sessuali
LA CATENA EPIDEMIOLOGICA
mediante vettori
(componenti animate).
mediante veicoli
(componenti inanimate)
Indirettamente
LA CATENA EPIDEMIOLOGICA
L’infezione rappresenta
il risultato della
penetrazione
nell’organismo di un
agente patogeno. Le
conseguenze della
“lotta” tra l’agente
infettivo e le difese
dell’organismo ospite
possono essere molto
variabili.
LA CATENA EPIDEMIOLOGICA
In altri casi vi può essere
lo sviluppo di una malattia
Nella maggior parte dei casi non si ha
sviluppo di malattia.
In altre situazioni si verifica una condizione
patologica lieve e con leggeri sintomi.
Questa continua e
costante variabilità è
dovuta principalmente
alla diversa rispondenza
che ogni singolo
individuo ha verso un
attacco di un agente
esterno.
LA CATENA EPIDEMIOLOGICA
Nella trasmissione delle malattie infettive le
variabili che vengono considerate sono:
qualità e quantità del germe
(tipologia e carica microbica)
La trasmissione di un agente infettivo
implica il riconoscimento di un punto di
partenza della catena degli eventi che
portano all’insorgere della malattia infettiva.
Tale punto viene definito:
•SERBATOIO DI INFEZIONE
•SORGENTE O FONTE DI INFEZIONE
SERBATOIO DI INFEZIONE
E’ l’uomo o l’animale, dove il microrganismo
vive e si moltiplica e può essere trasmesso
ad altro uomo o animale. In alcuni casi è
l’ambiente con la presenza di germi molto
resistenti(es. spore del tetano). Se il
microrganismo crea nell’individuo solo le
condizioni di serbatoio di malattia si dice che
l’evento non è contagioso poiché il germe
non può essere trasmesso ad un altro ospite
LA CATENA EPIDEMIOLOGICA
SORGENTE DI INFEZIONE
L’uomo
o
l’animale
che
ospitano il germe e che
possono eliminarlo all’esterno.
Molto spesso, sorgente e
serbatoio coincidono.
L’eliminazione all’esterno di un
germe patogeno da parte di un
ospite infetto è indispensabile
per
la
trasmissione
della
VIE DI ELIMINAZIONE
• VIA RESPIRATORIA
i microrganismi vengono eliminati sotto forma di goccioline
attraverso la respirazione, la tosse , gli starnuti, ecc.
(influenza, raffreddore, pertosse, TB polmonare, meningite,
ecc.)
• VIA INTESTINALE
Con le feci vengono eliminati germi patogeni (vibrione del
colera, virus della poliomielite, virus dell’epatite A, ecc.)
• VIA GENITO-URINARIA
l’eliminazione di agenti patogeni attraverso le urine non
rappresenta un evento molto frequente (es. TB renale).
• VIA CUTANEA
i germi vengono eliminati attraverso le lesioni
cutanee presenti durante le malattie
esantematiche (es. varicella), micosi cutanee o da
lesioni profonde che
fistolizzano
all’esterno (es.
pus)
• VIA PLACENTARE
Attraverso questa via di eliminazione la madre
affetta da una malattia infettiva la trasmette
all’embrione (es. rosolia, toxoplasmosi, ecc.)
VIE DI PENETRAZIONE
• VIA CUTANEA
La cute se integra costituisce un naturale e valida barriera
all’ingresso dei microrganismi.
L’ingresso può avvenire attraverso le lesioni, le punture
degli insetti, il morso o il graffio di animale
• VIA MUCOSA
Le mucose delle vie respiratorie, apparato digerente,
apparato genito-urinario, congiuntiva, ecc. costituiscono la
principale porta d’ingresso per germi patogeni poiché sono
particolarmente vulnerabili, anche se dotate di alcuni fattori
di difesa.
PERIODO DI INCUBAZIONE
Corrisponde al tempo
necessario perché il
germe
penetri,
attecchisca
e
si
moltiplichi
fino
al
momento in cui il suo
numero è sufficiente a
E’ l’intervallo di tempo che intercorre tra il
contatto con un agente infettivo e la comparsa
del primo segno o sintomo di malattia infettiva
La durata del periodo di incubazione varia in
relazione a:
Carica microbica = più germi ci sono e più
velocemente si sviluppano
Virulenza del germe = più il germe è “cattivo”
cioè virulento più velocemente c’è sviluppo di
malattia
Risposta immunitaria dell’ospite = più le difese
sono deboli e più si creano le condizioni ideali
LE DIFESE DELL’OSPITE
Possono essere di due tipi:
• DIFESE ASPECIFICHE
sono dei meccanismi attivi verso una
vasta gamma di microrganismi
• DIFESE SPECIFICHE
sono dei meccanismi attivi verso specifici
microrganismi
DIFESE ASPECIFICHE
SECREZIONI
alcuni organi producono sostanze in
grado di ostacolare la penetrazione
dei germi (es.
lisozima
presente
Sono identificabili in:
CUTE E MUCOSE
quando queste barriere anatomiche sono integre
rappresentano la prima difesa dell’organismo
DIFESE ASPECIFICHE
RISPOSTA INFIAMMATORIA
In caso di piccole ferite con punte o taglienti, o
escoriazioni della cute, l’organismo mette in atto
delle difese locali. L’aumento della temperatura
locale o la presenza di gonfiore della parte
dimostrano la presenza di una attività di difesa da
parte dell’ospite nei confronti di microrganismi
ANTAGONISMO BIOLOGICO
Meccanismo di difesa messo in atto dalla flora
batterica presente in molti organi (es. cute,
rinofaringe, genitali, intestino) che in uno stato di
equilibrio si oppone alla presenza di germi patogeni.
DIFESE SPECIFICHE
Il meccanismo di difesa
specifico
si basa su un
sistema di
riconoscimento del
germe da parte del
sistema immunitario
dell’ospite.
Il sistema immunitario
riconosce parti del
germe ANTIGENI e
produce nei loro
Questo tipo di difesa può essere:
ATTIVA l’ospite produce da sé gli anticorpi attraverso il sistema immunitario
A sua volta questa difesa attiva può essere
NATURALE l’ospite si ammala e forma anticorpi specifici contro il microrganismo responsabile di quella malattia
ARTIFICIALE (VACCINI)
non si verifica la malattia ma si induce l’organismo dell’ospite a formare anticorpi
specifici introducendo parti del microrganismo o esso stesso ucciso o attenuato. Solo per le malattie per cui è disponibile il vaccino.
Questo tipo di difesa può essere:
PASSIVA
l’ospite assume
anticorpi già formati
A sua volta questa difesa passiva può essere
NATURALE
durante la gravidanza il bambino
assume passivamente gli anticorpi della madre
ARTIFICIALE
assunzione di anticorpi già formati in
casi di emergenza (epatite B, tetano, ecc)
LE INFEZIONI OSPEDALIERE
Per essere tali devono
avere le seguenti
caratteristiche:
•Insorgere durante il
ricovero in Ospedale
•Non essere manifeste al
momento del ricovero
•Non essere in
incubazione al momento
del ricovero
•Insorgere anche dopo le
dimissioni dall’ospedale
Nel 1800 F. Nightingale pioniera della
professione infermieristica diceva che “…. la
più grande umiliazione per un Ospedale è
essere all’origine di una malattia infettiva o
vedere l’infezione propagarsi.”
LE INFEZIONI OSPEDALIERE
Nello stesso periodo un chirurgo di nome
Semmelweis notò che se i colleghi si fossero
lavati le mani, passando dal tavolo autoptico
alla sala parto, sarebbero morte meno
partorienti.
LE INFEZIONI OSPEDALIERE
Nel 1940 circa vi fu la scoperta dei farmaci
considerati miracolosi: gli antibiotici.
LE INFEZIONI OSPEDALIERE
Arrivando ai giorni nostri, nel 1983 in Italia
da parte dell’Istituto Superiore di Sanità (il
più importante organo tecnico-scientifico del
Servizio Sanitario Nazionale) con uno studio
sulle I.O., descrisse la situazione di 143
Ospedali pubblici, studiando 34.577 pazienti
LE INFEZIONI OSPEDALIERE
Dallo studio emerse che il
19,3%
dei
pazienti
esaminati soffrivano di
un’infezione e tra questi
il 6,8% si trattava di
infezioni
ospedaliere
mentre il restante 12,5%
di infezioni comunitarie
LE INFEZIONI OSPEDALIERE
La più alta percentuale di I.O. è stata
riscontrata nei reparti di:
• Terapia intensiva (es. rianimazione,
centri trapianto, ecc.)
• Geriatria
• Chirurgia
• Ortopedia
LE INFEZIONI OSPEDALIERE
Le localizzazioni più diffuse sono:
• Urinarie (IVU) circa il 40%
• Respiratorie circa il 15%
• Ferita chirurgica (ISS) circa il 15%
• Batteriemie (infezioni del sangue)circa
il 5%
LE INFEZIONI OSPEDALIERE
Se si affronta il discorso in termini di costi,
l’indagine citata, ha reso evidente che ogni
anno in Italia
600.000
pazienti ricoverati
contraggono una I.O.
Il costo di queste I.O. si aggira sui 500
milioni di euro all’anno in termini di:
•Degenza supplementare
•Farmaci, interventi aggiuntivi, personale,
LE INFEZIONI OSPEDALIERE
Secondo recenti stime, elaborate sulla
base di esperimenti statunitensi,
sarebbe possibile ottenere in Italia la
riduzione delle infezioni secondo il
seguente prospetto:
•Inf. vie urinarie
- 40%
•Inf. ferita chirurgica - 30%
•Inf. respiratorie
- 20%
LE INFEZIONI OSPEDALIERE
La riduzione sarebbe
possibile adottando
semplici misure di
controllo
della
diffusione come ad
esempio il corretto
lavaggio delle mani
LE INFEZIONI OSPEDALIERE
Il controllo delle infezioni ospedaliere
si può attuare attraverso:
•Corrette procedure assistenziali
•Disinfezione/sterilizzazione
•Buon uso degli antibiotici
•Isolamenti
LA DISINFEZIONE
La disinfezione è l’insieme delle misure
attuate al fine di ridurre a livello di
“sicurezza” il numero di microrganismi
presenti su una superficie o nell’ambiente.
Si parla di DISINFEZIONE se queste misure
vengono attuate su una superficie o su uno
strumento; si parla di ANTISEPSI se le stesse
vengono effettuate su un tessuto vivente (es.
la cute)
LA DISINFEZIONE
La disinfezione può essere distinta in
tre diversi
livelli
:
DISINFEZIONE A BASSO LIVELLO
: consente di
eliminare un consistente numero di batteri, alcuni
virus e alcuni miceti. Non è però in sufficiente a
garantire l’eliminazione di batteri particolarmente
resistenti.
DISINFEZIONE DI MEDIO LIVELLO
: con essa si
riesce ad eliminare un numero ancora maggiore di
batteri, la maggior parte dei virus e dei miceti.
DISINFEZIONE AD ALTO LIVELLO
: permette di
ridurre ad una percentuale molto bassa la presenza
LA DISINFEZIONE
Il risultato del processo di disinfezione si
ottiene attraverso l’uso di sostanze chimiche
I DISINFETTANTI
DISINFETTANTE =
sostanza ad azione
germicida destinata ad essere utilizzata
su materiali o oggetti
ANTISETTICO =
sostanza ad azione
germicida caratterizzata da bassa
tossicità e da assenza di effetti irritanti
indicata per l’applicazione su tessuti
USO DEI DISINFETTANTI
1) Nessun disinfettante può essere efficace se
impiegato su materiali oppure oggetti non
puliti. La sporcizia protegge i microrganismi
impedendo al disinfettante di raggiungerli e
di svolgere la sua azione.
2) Le soluzione acquose di disinfettante ed in
misura minore anche quelle alcoliche possono
essere contaminate da microrganismi.
USO DEI DISINFETTANTI
3) I contenitori dei disinfettanti devono
essere etichettati. L’etichetta deve riportare
il nome del disinfettante, la concentrazione,
l’uso cui è destinato, la data di preparazione,
la data di scadenza del flacone chiuso ed uno
spazio dove segnare la data di scadenza una
volta aperta la confezione.
4) Si devono evitare operazioni di TRAVASO
dei disinfettanti in altri contenitori, inoltre
USO DEI DISINFETTANTI
5) Tutti i disinfettanti, se usati in modo
improprio rispetto alle indicazioni d’uso,
possono determinare effetti indesiderati, di
tossicità sul paziente e/o sull’operatore e danni
più o meno rilevanti sui materiali.
6) Usare flaconi di piccole dimensioni, di
capacità inferiore a 500 ml e forniti di dosatore
(dispenser, nebulizzatore, ecc.)
USO DEI DISINFETTANTI
7) Richiudere il flacone immediatamente
dopo l’uso e conservarlo tappato (non usare
tappi di sughero o di cotone).
8) I disinfettanti, in particolare se in
soluzione acquosa, devono essere utilizzati
entro 7-10 giorni dall’apertura del flacone.
USO DEI DISINFETTANTI
9) L’operatore durante l’uso dei disinfettanti,
deve evitare che l’apertura del flacone venga
a contatto diretto con le mani o con qualsiasi
materiale (cotone, garze, cute o mucose del
paziente)
10) Se vi fosse una fuoriuscita di un certa
quantità di soluzione che cola lungo il flacone
è necessario asciugarlo immediatamente.
11) La conservazione dei disinfettanti deve
avvenire lontano da fonti di calore e dalla
luce.
FATTORI CHE CONDIZIONANO
L’ATTIVITA’ DEL
DISINFETTANTE/ANTISETTICO
LA CONCENTRAZIONE D’USO
(il prodotto deve essere usato con le concentrazioni che il ,produttore indica poiché soluzioni diverse possono essere inefficaci o addirittura dannose)
IL TEMPO DI CONTATTO
( occorre che il disinfettante abbia il tempo di agire. A seconda del prodotto i tempi possono variare da 30 secondi ad alcune ore)
LA CARICA MICROBICA
(l’efficacia dell’azione del disinfettante è inversamente proporzionale alla quantità di germi presenti)
FATTORI CHE CONDIZIONANO
L’ATTIVITA’ DEL
DISINFETTANTE/ANTISETTICO
LA TEMPERATURA D’USO
(seguire le istruzioni sull’etichetta; normalmente la temperatura di utilizzo è quella ambientale. In alcuni casi vi sono specifiche indicazioni su quando e come utilizzare con altre temperature)
LA NATURA DEL MATERIALE DA TRATTARE
( certamente una superficie liscia è più facilmente disinfettante rispetto alla presenza di anfratti, rientranze o nicchie)
LA PRESENZA DI SOSTANZE INATTIVANTI
(oltre ai germi, la soluzione disinfettante può venire alterata e quindi resa meno efficace dalla presenza di saponi o dalla durezza dell’acqua)
QUALE DISINFEZIONE PER QUALI
MATERIALI
Decidere che tipo di disinfezione effettuare e
quali sostanze usare dipende dalla
criticità
del materiale che deve essere trattato.
Per
criticità
si intende la
potenzialità di un
materiale, se non correttamente trattato, di
favorire la diffusione di microrganismi.
Tale potenzialità può essere maggiore o
IL LAVAGGIO DELLE MANI
Per igiene delle mani si
intende un insieme di
azioni che hanno
l’obiettivo di rimuovere,
ridurre o distruggere i
microrganismi presenti
sulla cute delle mani.
Comprende il lavaggio
sociale, con antisettico,
l’antisepsi alcolica
(frizione) e il lavaggio
chirurgico.
CATEGORIE DI EVIDENZA
Nella dispensa in alcuni casi è riportato il livello di evidenza scientifica delle raccomandazioni, secondo la classificazione
proposta dai CDC (1998)
CATEGORIE
INDICAZIONI
I A
Misure fortemente raccomandate per tutti gli ospedali e sostenute da studi sperimentali ed epidemiologici ben disegnatiI B
Misure fortemente raccomandate per tutti gli ospedali e considerate efficaci da esperti nel settore e dall’Hospital Infection Control Practices Advisory Committee (HICPAC)I C
Misure richieste da leggiII
Misure suggerite per l’adozione in molti ospedali. Tali raccomandazioni sono sostenute da studi clinici oTIPOLOGIA OBIETTIVO PROCEDURA
LAVAGGIO SOCIALE
Eliminare lo sporco visibile e
rimuovere la flora transitoria* Energico sfregamento di tutte le superfici cutanee delle mani con un normale sapone, seguito dal risciacquo sotto un getto d’acqua (rimozione meccanica dei microrganismi) LAVAGGIO
ANTISETTICO Rimuovere, distruggere la flora transitoria* e ridurre quella residente** rendendola innocua
Utilizzo di sapone antisettico o soluzione detergente che contiene un antisettico. ANTISEPSI
ALCOLICA (frizione)
Distruggere la flora transitoria *
(o inibirne la crescita). Sfregamento di tutte le superfici cutanee delle mani con una piccola quantità di soluzione antisettica alcolica, fino all’evaporazione della stessa, senza utilizzo di sapone e acqua
corrente. L’antisepsi alcolica non va eseguita in presenza di sporco visibile sulle mani.
LAVAGGIO
CHIRURGICO Rimuovere, distruggere la flora transitoria* e di ridurre quella residente**
Utilizzo di soluzione antisettica garantendo un certo tempo di contatto del prodotto
disinfettante
•FLORA TRANSITORIA = Costituita da microrganismi contaminanti (es. Escherichia coli, Pseudomonas aeruginosa, Serratia spp.)che tendono a non moltiplicarsi sulla cute. Questi batteri possono essere dotati di elevata patogenicità e sono causa della maggior parte delle infezioni ospedaliere. La flora transitoria si rimuove facilmente con l’adozione di un corretto lavaggio delle mani.
Perché Allontana lo sporco e la flora transitoria (Pseudomonas, Escherichia coli, Salmonella) ma non la flora residente
Evita che le mani degli operatori rappresentino un veicolo d’infezione
Cosa Acqua e detergente
Come Inumidire con acqua tiepida le mani, versare il detergente sulle mani e sui polsi Insaponare palmo, dorso e spazi interdigitali
Frizionare energicamente le superfici insaponate per circa 1minuto Sciacquare sotto acqua corrente
Asciugare le mani con salviette di carta monouso utilizzando la stessa anche per la chiusura del rubinetto
Quando Tutte le volte che lo si ritiene necessario
Prima e dopo la distribuzione e somministrazione farmaci Prima e dopo aver effettuato procedure pulite e non invasive Inizio e fine turno
Tra un paziente e l’altro
Dopo l’uso dei servizi igienici Dopo aver rimosso i guanti
Dopo aver rimosso padelle e pappagalli
LAVAGGIO ANTISETTICO
Perché Distrugge rapidamente la flora transitoria e riduce la carica della flora residente [Staphilococco aureo, Bacilli gram negativi, lieviti (molti operatori sanitari sono portatori)]
Cosa Acqua e soluzione detergente – antisettica (clorexidina, iodopovidone)
Come Inumidire con acqua tiepida, versare soluzione antisettica sulle mani e sui polsi
Insaponare distribuendo uniformemente la soluzione antisettica sulle mani e sui polsi partendo dalla zona periungueale, ponendo particolare attenzione agli spazi
interdigitali per circa 2 minuti
Risciacquare accuratamente sotto acqua corrente
Asciugare accuratamente con salviette di carta monouso utilizzando la stessa anche per la chiusura del rubinetto.
Quando Prima di indossare e dopo la rimozione di guanti sterili (Cat. IB)
Prima di eseguire procedure invasive o comunque manovre che richiedono una
procedura asettica (es: cateterismo vescicale, inserimento di cateteri venosi, prelievi per esami culturali, punture esplorative,ecc.) (Cat. IB)
Se si opera in unità operative ad alto rischio (terapia intensiva, sala operatoria) Dopo il contatto con oggetti posti nelle immediate vicinanze del paziente (II) Dopo il contatto accidentale con liquidi biologici (Cat.IA)
Dopo l’assistenza a pazienti in isolamento
Perché Distrugge rapidamente la flora transitoria e riduce la carica della flora residente [Staphilococco aureo, Bacilli gram negativi, lieviti (molti operatori sanitari sono portatori)]
Evita che le mani degli operatori rappresentino un veicolo d’infezione
Cosa Soluzione idroalcolica
Come Prelevare una dose di antisettico (3-5 ml)
Distribuire il prodotto prelevato su entrambe le mani
Frizionare dita, spazi interdigitali, palmo della mano e polsi fino a completa evaporazione del prodotto
Quando Non deve essere utilizzata in caso di mani visibilmente sporche o contaminate Prima di eseguire procedure invasive o comunque manovre che richiedono una procedura asettica (es: medicazione chirurgica o CVC, prelievi per esami culturali, prelievo di urocoltura da catetere vescicale, prelievi per emocolture, ecc.)
Se si opera in unità operative ad alto rischio (terapia intensiva, sala operatoria) Dopo il contatto con oggetti contaminati
Durante l’assistenza a pazienti in isolamento Tra un paziente e l’altro
Prima di indossare e dopo la rimozione di guanti sterili
LAVAGGIO PRE-OPERATORIO
Perché Permette l’eliminazione della flora transitoria da unghie, mani e avambracci
Riduce al massimo la flora residente, ne rallenta per un lungo periodo lo sviluppo
Evita che le mani degli operatori rappresentino un veicolo d’infezione
Cosa Acqua e soluzione detergente - antisettica: Clorexidina, Iodopovidone
Come La descrizione dettagliata della procedura si trova nella dispensa a pagina 11
Quando Prima dell’intervento chirurgico
RACCOMANDAZIONI
Lavare le mani con detergente e con un antisettico e acqua quando le
mani sono visibilmente sporche o contaminate con materiale organico (Cat. IA)
• Usare una soluzione su base alcolica da strofinare sulle mani per la
decontaminazione e in tutte le altre situazioni cliniche se le mani non sono visibilmente sporche : vedere procedura ANTISEPSI ALCOLICA (Cat IA)
• Monitorare l’adesione degli operatori sanitari alle pratiche di igiene delle
mani raccomandate (Cat IA)
• Nell’antisepsi chirurgica delle mani NON vanno indossati anelli, bracciali,
orologi, ed altri oggetti che possono veicolare i germi (Cat II)
• Le unghie devono essere corte, pulite, senza smalto (Cat II)
• Non indossare unghie artificiali o allungate quando si è a diretto contatto
con pazienti ad alto rischio es: rianimazione, camere operatorie (Cat. IA)
BREVI CENNI SUL RISCHIO
CHIMICO
Molte
sostanze
di
uso
sanitario (solventi, reagenti
di laboratorio, liquidi di
sviluppo e fissaggio delle
lastre radiografiche, farmaci
e
disinfettanti)
sono
potenzialmente tossiche.
Il meccanismo più frequente
di
contaminazione
è
l’inalazione
seguita
a
distanza,
dal
contatto
Gli
incidenti
diminuiscono
se
vengono usate cappe
e
sistemi
di
aspirazione, se si
utilizzano
sistemi
chiusi di eliminazione
dei
liquidi
dai
processi
lavorativi,
con raccolta finale in
contenitori a tenuta
o con l’utilizzo di
impianti centralizzati
di raccolta
IMPORTANZA DELL’ETICHETTA
Secondo la normativa,
ogni
imballaggio
di
sostanza
o
preparato
pericoloso deve essere
munito di etichetta che
permetta l’identificazione
rapida
dei
pericoli
associati alla presenza e
all’uso del prodotto.
ETICHETTA
Sull’etichetta devono essere presenti, in
caratteri leggibili ed indelebili tra le altre
informazioni anche:
•Simboli e indicazioni di pericolo (stampa
in nero su fondo giallo-arancione)
•Le frasi di rischio (frasi R)
SIMBOLI E INDICAZIONI DI PERICOLO
(STAMPA IN NERO SU FONDO
GIALLO-ARANCIONE)
CORROSIVO MOLTO TOSSICO
LE FRASI DI RISCHIO (FRASI R)
Le frasi di rischio
descrivono in forma
sintetica
i
rischi
potenziali
associati
all’impiego
della
sostanza. Le frasi di
rischio
sono
identificabili con la
lettera R
ESEMPI DI FRASI DI RISCHIO
• R1 Esplosivo allo stato secco.
• R2 Rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o
altre sorgenti d'ignizione.
• R3 Elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento,
fuoco o altre sorgenti d'ignizione.
• R4 Forma composti metallici esplosivi molto sensibili. • R5 Pericolo di esplosione per riscaldamento.
• R6 Esplosivo a contatto o senza contatto con l'aria. • R7 Può provocare un incendio.
• R8 Può provocare l'accensione di materie combustibili. • R9 Esplosivo in miscela con materie combustibili.