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Andrea Ricciardi, Leo Valiani. Gli anni della formazione, “Nuova Antologia”

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Andrea Ricciardi, Leo Valiani. Gli anni della formazione. Tra socialismo, comunismo e rivoluzione democratica, Franco Angeli, Milano 2007, pp. 294, euro 22

Andrea Ricciardi, dottore di ricerca in storia contemporanea, ha scritto la prima biografia dedicata alla formazione politica di una figura centrale nella storia della democrazia italiana, Leo Valiani. Una vita avventurosa e un carattere complesso, quello di Valiani, mirabilmente ritratto, con il nome di Andrea, da Carlo Levi nel suo romanzo a chiave L'Orologio: "Il piacere delle idee lo consolava della tristezza delle previsioni; del senso delle delusioni inevitabili". Levi scrive della fine del governo Parri e di quella, di poco successiva, del Partito d'Azione, ma le sue parole valgono, in fondo, per tutto il lungo percorso politico ed umano di Valiani. Un "piacere delle idee" che derivò a Valiani dal contesto culturale della Mitteleuropa in cui nacque e si formò e nella quale l'adesione al socialismo prima e al comunismo poi apparve una scelta di vita quasi spontanea e connotata da quel radicalismo politico che, nell'interpretazione di Ricciardi, rimarrà la cifra del suo impegno politico anche dopo l'abbandono del marxismo e almeno sino all'immediato dopoguerra. Ricciardi segue quindi, con attenzione e partecipazione, basandosi su documenti d'archivio (alcuni riportati in appendice) e sulla meticolosa lettura di fogli e giornali anche di difficile reperibilità, il percorso della formazione culturale (sostanzialmente da autodidatta) e politica di Valiani, dalla natia Fiume al confino a Ponza (dove aderisce al Partito comunista), dalla condanna del Tribunale speciale all'esilio parigino, dalla partecipazione come giornalista alla guerra civile spagnola alla prigionia nel campo di Vernet a seguito del patto Ribbentrop-Molotov. E' l'evento che segna, per Valiani (grazie anche all'incontro con Aldo Garosci e Franco Venturi, gli amici di una vita) come per molti altri, la rottura con il comunismo e l'inizio di una seconda vita che lo condurrà prima in Messico e poi, tornato in Italia, a guidare la lotta partigiana. Paradossalmente, in un percorso così ricco di svolte, l'intransigenza resterà il tratto caratteristico (unita ad una notevole dose di coraggio), se non del suo agire, del suo carattere (al momento dell'arresto a Fiume, nel 1929, trovato in possesso di una pistola, lo giustificherà così: "Ha uno scopo più che altro teorico, significa essere preparati. Ed io sono preparato"). Ma Valiani dovette fare i conti ed iniziare una riflessione su tutta una serie di categorie politiche centrali nella storia del '900: rivoluzione, socialismo, comunismo, democrazia. Anche in questo senso, il passaggio dalla militanza comunista a quella giellina rappresentò una svolta: in Messico Valiani lesse Keynes e studiò il New Deal, un'esperienza simile a quella di altri azionisti come Ugo La Malfa e Riccardo Lombardi. Ne uscì definitivamente rafforzata la sua fede in un socialismo non marxista e, soprattutto, nel binomio inscindibile di giustizia e libertà.

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