• Non ci sono risultati.

The Italian way of wine. Studio di fattibilità di un Corso di Alta Formazione sui vini italiani in Cina.

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "The Italian way of wine. Studio di fattibilità di un Corso di Alta Formazione sui vini italiani in Cina."

Copied!
28
0
0

Testo completo

(1)

311ModFTPW00_MUVINI in collaborazione con ‘The Italian Way of Wine’.

Studio di fattibilità di un Corso di Alta Formazione sui vini italiani in Cina.

Master Universitario di I livello Vini Italiani e mercati mondiali III Edizione

Anno Accademico

2017/18

Autore

Dott. Alfonso De Pietro Tutor Scientifico Prof. Pietro Tonutti Tutor Aziendale

Arch. Pasqualino Losanno PLS Design

(2)

INDICE

1. INTRODUZIONE

1.1 Il partner aziendale pag. 3

1.2 Il vino in Cina

1.2.1 Mercato e consumo pag. 4

1.2.2 Abitudini e tipologia di consumo pag. 6

1.2.3 Conoscenza pag. 7

1.2.4 Import pag. 8

2. CONCEPT ED OBIETTIVI pag. 10

3. ATTIVITÀ SVOLTE 3.1 The Italian Way of Wine

3.1.1 Genesi del nome pag. 11

3.1.2 Descrizione pag. 12

3.1.3 Programma del Corso pag. 13

3.2 Studio dell’immagine coordinata

3.1.1 Logo design pag. 15

3.1.2 Corporate identity pag. 17

3.1.3 Moodboard pag. 17

3.1.4 Video Promo pag. 18

3.1.5 Demo Vuze 3D VR Camera 360° (Realtà Aumentata) pag. 20 3.3 Passaggio in Cina

3.3.1 Premessa pag. 21

3.3.2 Obiettivi della missione pag. 21

3.3.3 Rispettive attività svolte pag. 21

3.3.4 Conclusioni pag. 22

3.4 Marketing plan

3.4.1 Analisi del contesto pag. 22

3.4.2 Identificazione del target pag. 24

3.4.3 Piano operativo (marketing mix offline e online) pag. 25

3.4.4 Comunicazione: lo stile è strategico pag. 26

3.4.5 Obiettivi e strumenti di controllo pag. 27

4. CONSIDERAZIONI FINALI pag. 27

(3)

1. INTRODUZIONE 1.1 Il partner aziendale.

PLS Design è uno studio associato di design e architettura con sede a Firenze. Nasce nel 2002 dalla collaborazione degli architetti Lino Losanno e Lorenzo Perini.

Lino Losanno si laurea all'Università di Napoli nel '91 e prosegue gli studi presso l'Écoles d'Art Américaines a Fontainebleau e al Pratt Institute a New York dove vive per alcuni anni e collabora con vari studi di architettura ed interior design.

Lorenzo Perini si laurea nel '92 all'Università di Firenze e successivamente si trasferisce a Londra. Dal 1994 al 1996 lavora presso lo studio londinese dell'architetto Nigel Coates.

Dal 1996 al 2002 sono entrambi associati della Nardi Associates come responsabili del settore retail (Dolce & Gabbana, Valentino, Ferré, Malo, Iceberg), e del settore architettura per gli Stati Uniti e il Medio Oriente.

Lo studio è attualmente composto da un team di 20 professionisti fra designers e architetti e costituisce una delle realtà più all’avanguardia nel panorama italiano e internazionale. Per i numerosi progetti all’estero, PLS design si avvale di un consolidato network di professionisti e contractors.

Nel 2012 PLS design ha aperto una nuova sede a Baku in Azerbaijan e nel corso del 2014 una sede a New Delhi, in India.

I progetti di PLS design affrontano il tema della comunicazione, della contemporaneità del linguaggio, con particolare attenzione alla sostenibilità attraverso la sperimentazione di nuove tecnologie.

In questi anni lo studio ha sviluppato l’immagine coordinata per numerosi brand della moda fra i quali Burato, Nannini, Braccialini, Ermanno Scervino, Harmont & Blaine, Tateossian, Phard, Coin, Zu+Elements, European Culture, G.sel, Peuterey e Relish. Parallelamente si è consolidato un team di professionisti specializzato nello sviluppo e nella gestione on-site di importanti progetti per Gucci, Moncler e Tom Ford sia in Italia che all’estero.

Fra i progetti di maggior rilievo, il nuovo Headquarters e Flagship di Gucci a Mosca, la nuova boutique Tom Ford a Londra, la Showroom Tom Ford a Milano, gli uffici direzionali della DS Group a Delhi, la nuova facciata di Coin in piazza Cinque Giornate a Milano, una villa e una farmhouse a Delhi, una villa a Lugano, un edificio per appartamenti a Mumbai, un hotel a Chennai, un edificio commerciale a Baku in Azerbaijan. Losanno e Perini hanno affiancato alla professione un’intensa attività di ricerca sul design anche nell’ambito della didattica. In questi anni sono stati invitati a lectures e conferenze in Italia e all’estero e dal 2012 insegnano presso lo IED di Firenze.

(4)

1.2 IL VINO IN CINA 1.2.1 Mercato e consumo

Attualmente il mercato del vino in Cina è tutt’altro che maturo ed ha un enorme potenziale di crescita, sia per quanto riguarda l’importazione di prodotti stranieri, sia per quanto riguarda lo sviluppo di una produzione locale; come mostra la Tabella 1, oggi è la terza superficie vitata, dopo Spagna e Francia, e di poco avanti all’Italia.

Tabella 1: Superfici vitate (ha). Fonte: Il Corriere Vinicolo, ‘Vino in cifre’ (Gennaio 2019)

Secondo l’OIV (Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino) è il secondo Paese al mondo

(5)

(come riportato nelle Tabelle 2 e 3), con un consumo pro capite in continuo aumento (oggi un ‘inesistente’ 1,4 lt a persona, confrontato ai 35 lt di un bevitore italiano e 45 lt di uno francese).

Tabella 2: Consumi di vini fermi (milioni di hl). Fonte: Il Corriere Vinicolo, ‘Vino in cifre’ (Gennaio 2019)

Tabella 3: Consumi di vini rossi (milioni di hl). Fonte: Il Corriere Vinicolo, ‘Vino in cifre’ (Gennaio 2019)

È l’emergente classe media urbana che sta lentamente eleggendo il vino a propria bevanda alcolica preferita, alla ricerca di un proprio stile di vita e di simboli attraverso cui manifestare questo nuovo

(6)

status sociale. Sottolineare la propria posizione è essenziale, preferibilmente senza superbia, con misura e armonia confuciana. Il vino è investito di proiezioni che incarnano lo spirito di questa nuova classe: conferisce classe, esprime benessere e successo ed è considerato prodotto di lusso.

Padroneggiarlo significa acquisire un codice occidentale, alla moda, emancipato. Ma tale caratterizzazione è alquanto embrionale, alle prime fasi di manifestazione; la ‘grammatica’ del vino si rivela ancora tutta da scrivere. Ne consegue che i modi di consumarlo e gli abbinamenti con i cibi siano poco codificati, spesso imprevedibili e stravaganti rispetto ai costumi enogastronomici occidentali, perché tendono a contaminarsi con la tradizione locale.

1.2.2 Abitudini e tipologia di consumo

Intanto, evolvono anche le abitudini legate al consumo. Una ricerca della Gao Hua Securities Company mette in evidenza che i consumatori cinesi più maturi sono tradizionalisti e preferiscono bere superalcolici locali (baijiu, uno spirit distillato principalmente dal sorgo, ma anche da frumento, orzo e miglio)1.

I giovani consumatori, invece, preferiscono consumare vino occidentale. Per cui il rapporto pronostica che, con l’aumentare della speranza di vita ed una maggiore attenzione per la salute da parte della popolazione, il consumo si svilupperà ulteriormente, grazie all’avanzare dell’età dei

cosiddetti Millennials o Generazione Y (20-34 anni)2.

Inoltre, vista la grande importanza del concetto di ‘regalo’ nella cultura cinese (alla base di qualsiasi rapporto che si rispetti), da qualche anno il vino viene considerato un ottimo omaggio da destinare ad amici, parenti e contatti di lavoro. È alle donne, in virtù del rispetto per la figura femminile, che viene riservata la maggior parte degli omaggi.

A proposito de ‘l’altra metà del cielo’ (definizione di Mao), numerose indagini segnalano che il vino viene consumato in gran parte proprio dalla giovane popolazione femminile (che rappresenta il 50% dei consumatori di vino importato), per ragioni salutistiche, viste le proprietà anti-età e anti-ossidanti che contiene. Il 61% del gentil sesso (contro il 28% dei maschi) beve vino per ragioni di ‘bellezza’ e

perché lo associa all’idea di raffinatezza ed eleganza. D’altro canto, il 55% degli uomini (contro il

42% femminile) afferma di berlo in quanto esso rappresenta il simbolo di una vita di qualità e di successo3.

1 South China Morning Post, Nov 2018 2 Ivi

(7)

1.2.3 Conoscenza

Una interessante indagine condotta da Wine Intelligence, riguardante la brand awareness delle denominazioni vinicole mondiali in Cina, mostra una classifica dominata naturalmente dalla Francia (Bordeaux è la più conosciuta), che piazza sedici delle sue zone vinicole contro le nostre quattro. Ovviamente, quando confrontiamo i dati delle esportazioni con questi dati, troviamo poche analogie: sebbene la distanza sia quasi la medesima, il peso del nostro export è ben diverso. Sarà perché in Cina ci sono pochissimi residenti e ristoranti italiani (a differenza degli USA, ad esempio, mercato maturo). Sarà che non è mai stato fatto un lavoro sistematico sulla comunicazione, promozione e formazione. Sarà che il nostro Paese non sa ‘fare sistema’ (come la Francia insegna, da sempre). Fatto sta che la maggiore varietà ampelografica al mondo, che rende l’Italia un paese così interessante per il vino, ancora non compare in queste classifiche attraverso tutte le sue differenti connotazioni e declinazioni. Ecco perché è importante educare i nuovi consumatori del vino alla nostra ricchezza varietale. Nella Tabella 4 è riportata l’analisi condotta da Wine Intelligence su un campione di cinesi della classe medio/alta che bevono vini di importazione. Per il 52% degli intervistati Bordeaux è la denominazione più ‘riconosciuta’; segue il 43% della locale regione Ningxia, i vini del sud della Francia, la Borgogna e, al sesto posto, il 36% dice di conoscere i vini siciliani. Per trovare gli altri vini italiani bisogna scendere al 20% della Toscana, preceduta da diverse regioni del nuovo mondo, il 17% del Barolo e il 14% del Chianti4.

Tabella 4: Conoscenza delle denominazioni vinicole nella classe medio/alta cinese. Fonte: Wine Intelligence

(8)

Per ciò che riguarda il gusto, è risaputo che il palato orientale apprezza particolarmente le note dolciastre; tuttavia, il trend sta un po’ virando nei mercati tradizionali, per lasciare spazio a sperimentazioni e gusti più freschi. I vini dalle note più fruttate, o dal sentore forte di invecchiamento vengono molto apprezzati in Cina: le vecchie annate di Valpolicella o Amarone, Barolo, Chianti, Brunello, Primitivo, quelle più legate alla produzione tramite metodi tradizionali e dal gusto classico continuano a ricevere ottimi consensi. Tuttavia, si aprono nuove opportunità.

1.2.4 Import

Secondo l’OIV, la Cina è il 5° paese importatore di vino al mondo in termini di volume, il 4° in termini di valore. La domanda interna cinese è il fattore che contribuisce maggiormente allo sviluppo degli scambi commerciali. Entro il 2020, il vino importato potrebbe rappresentare il 50% del mercato cinese. L’Associazione cinese per l’import-export di vini e superalcolici prevede che entro quella data la Cina diventerà il secondo Paese importatore di vino al mondo, superando mercati più tradizionali come la Francia e il Regno Unito, con un valore stimato delle importazioni che potrebbe raggiungere la vertiginosa cifra di 21,7 miliardi di dollari. Nel 2017, sono stati importati in Cina ben 746 milioni di litri di vino sfuso e in bottiglia, per un valore di circa 2,8 miliardi di dollari. Queste cifre riflettono un incremento del 16,9% in volume e del 18% in valore rispetto all’anno precedente. Si tenga presente che il volume di vini importati in Cina è praticamente raddoppiato dal 2013 (377 milioni di litri)5.

La Francia rimane leader delle importazioni cinesi, con oltre il 40% di quote di mercato. E se i Cinesi continuano a prediligere i vini rossi di Bordeaux, altre regioni come il Languedoc e la Valle del Rodano guadagnano in notorietà grazie ad un miglior rapporto qualità-prezzo.

L’Australia è il secondo paese fornitore della Cina, con oltre il 20% di quote di mercato. I suoi vini a base di Syrah sono molto apprezzati dai consumatori. Peraltro, raccoglie i frutti di un accordo commerciale bilaterale concluso nel 2015; dal primo gennaio di quest’anno i dazi sono azzerati. Anche il Cile, in terza posizione, trae vantaggio da tasse d’importazione più basse per i suoi vini, che hanno generato un aumento costante ed importante delle sue esportazioni verso la Cina.

La Spagna, che detiene sempre il prezzo all’importazione più basso (2,21 dollari/litro), che fino al 2017 occupava il quarto posto, lo scorso anno è stata superata dall’Italia: il nostro Paese oggi occupa il 7% del mercato6.

5 Rapporto IWSR (International Wines and Spirits Record), Vinexpo 2011-2021 6 Ivi

(9)

Ma questo risultato, rimane l’unico ‘piccolo’ dato positivo, in un 2018 che si è chiuso clamorosamente (considerati i trends di crescita precedenti) con un segno negativo per tutti i Paesi esportatori di vino in Cina, con la sola eccezione del Cile.

Determinante è stata la guerra dei dazi con gli USA, deflagrata nella seconda metà dell’anno, che ha prodotto un’agitazione profonda nel mercato, una reazione schizofrenica, irrazionale, che ha investito indiscriminatamente tutti i settori.

Gli effetti sono riportati nella Tabella 5:

Tabella 5: Importazione vini in Cina 2017/2018. Fonte: China Customs Statistics (dati delle dogane cinesi)

Tuttavia, c’è ottimismo per i negoziati sul commercio tra USA e Cina che proprio in questi giorni di gennaio si stanno svolgendo a Pechino.

Nondimeno, proprio alla luce di un rallentamento dell’economia cinese (che viene da anni di crescita galoppante) e di una conseguente contrazione dei consumi della classe media, in questo Paese è più che mai necessario non arretrare, anzi semmai attivare nuovi e più numerosi investimenti pubblici e privati, e campagne di comunicazione e promozione. L’Italia del vino ha speranza solo ampliando un’offerta ancora troppo limitata e migliorando la politica di promozione fino ad ora frammentata e non organica.

(10)

2. CONCEPT ED OBIETTIVI

Per questo progetto, riformulando un paradigma aristotelico, l'incipit potrebbe essere ‘il contenuto è forma e la forma è contenuto’. Soprattutto in un progetto di Formazione, la cui etimologia stessa conduce proprio in una prospettiva di ‘dare forma ai contenuti’, in questo caso, appunto, lo studio di fattibilità riguardante un Corso sul vino italiano in Cina. Ed essendo il concetto di formazione legato a quello di educazione, l'ambizione è quella di proporre un percorso di conoscenza e di ‘educazione alla bellezza’, declinata nelle forme del mito italiano nel mondo: storia, arte, architettura, design, cinema, musica, moda, natura, paesaggi, sostenibilità ambientale (green economy). Raccontare la tradizione vitivinicola ed enologica italiana, oltre agli aspetti qualitativi che caratterizzano le nostre produzioni, anche attraverso modelli etici ed estetici, collegati ad una narrazione di donne e uomini che, con i loro vigneti, hanno ‘disegnato’ territori e paesaggi del nostro Paese; in fondo, siamo fatti di storie. L'idea è quella di attivare uno storytelling multimediale che guidi i partecipanti in un viaggio (in)formativo immersivo, da realizzare anche mediante linguaggi universali, multisensorialità e realtà aumentata. Grazie a queste nuove frontiere, si tratta di progettare innovative modalità comunicative, che siano in grado di produrre nei partecipanti un forte coinvolgimento emotivo, in una dimensione didattica in cui - mi sia consentita l'iperbole - ‘il virtuale è reale ed il reale è virtuale’. Un link che unisca l'ancestrale (in una dimensione antropologica, considerato che la storia del vino corrisponde alla storia dell'uomo) alla modernità (le nuove frontiere della percezione multisensoriale e della tecnologia sempre più presenti nella nostra vita). Non solo. Proprio grazie al collegamento culturale alla Bellezza ‘Made in Italy’, qui c'è anche l'ambizione di educare alla complessità, che, nello specifico del nostro ‘mondo vino’, può essere declinata attraverso i 550 vitigni diversi iscritti al registro nazionale delle varietà (MIPAAF). Una straordinaria ed unica ricchezza ampelografica, da (ri)scoprire e valorizzare nell'autenticità dei vitigni autoctoni, nei vini legati ai diversi territori, che possono vantare una precisa identità: il Paese del vitigno giusto nel posto giusto, dove ogni varietà dona il meglio (Sangiovese in Toscana, Nebbiolo in Piemonte, Aglianico in Campania, ecc.). Il Paese dei particolari e speciali terroir, da intendere come ‘qualcosa di meravigliosamente complesso e poliedrico […] terreno, microclima, altitudine, latitudine […] echi provenienti dalla storia […] cultura e tradizione […] e genius loci, quello spirito che percepiamo in tutti i posti magici’ (DeSalle e Tattersall, 2014). Il posto vocato ad una polifonia enologica, che offra un controcanto rispetto allo stile monodico dei vini cosiddetti internazionali (a proposito: è bene ricordare che il Cabernet fu portato in Gallia dai Romani).

Semmai possiamo considerarci bravi ‘mescolatori di vini’, per riprendere la definizione che dava di sé Giacomo Tachis, il Maestro dell'Enologia italiana, artefice del nostro Rinascimento enologico, inventore dei SuperTuscan. Sappiamo valorizzare le contaminazioni, che aprono strade nuove, possiamo vantare un originale spirito creativo, con i vari blends. Probabilmente questo approccio

(11)

(comunicare la complessità è ipso facto laborioso), in un tempo di semplificazioni e superficialità, potrebbe rappresentare un valore culturale distintivo importante, un vituperato punto di debolezza che si trasforma in un peculiare punto di forza. Se non altro, la nostra enografia può offrire ‘infinite’ varianti di abbinamenti cibo-vino, in una cucina tanto variegata e diversa a livello regionale, quale quella cinese.

Gli obiettivi dello stage si sono indirizzati verso divulgazione e promozione della cultura del vino. Studio di fattibilità finalizzato all'attivazione di un Corso di Alta Formazione sui vini italiani in Cina. Tutto ciò (anche) attraverso la sperimentazione di nuove forme di modalità comunicative e creatività: design, linguaggi universali, tecnologie standard (multimedialità, virtual tour) e nuove frontiere, quali multisensorialità e realtà aumentata.

L’intensificazione delle relazioni Italia-Cina non passa soltanto attraverso gli accordi economici, bensì tramite la promozione e la diffusione della cultura italiana e del Made in Italy nella Repubblica Popolare. In quest’ottica nasce il progetto di un Corso di Alta Formazione finalizzato a costruire, consolidare e comunicare la cultura del vino italiano in loco, nonché a creare nuovi ‘ambasciatori’ dei nostri beni enologici e nuove opportunità per le nostre aziende di posizionarsi su quel mercato emergente.

Il tema è mettere al centro il vino prima come bene culturale, solo dopo come prodotto/merce. Prima del prodotto dovrebbe nascere il contenuto culturale, senza il quale la merce non esiste. Correndo il rischio di eccedere in ‘visioni’: cosa sarebbe la Gioconda senza il paesaggio rurale della Toscana del Cinquecento che le fa da sfondo? Allo stesso modo: cosa può essere mai il vino senza il suo contesto, senza il suo patrimonio storico-naturalistico, artistico e culturale? D’altra parte il mercato è un meccanismo freddo: fissa solo le regole del gioco, domanda e offerta, però manca di valori. A questi dovrebbe provvedere la cultura.

3. ATTIVITÀ SVOLTE

3.1 THE ITALIAN WAY OF WINE 3.1.1 Genesi del nome.

The Italian way of wine vuole offrire un rimando a The Italian way of life: esiste un lifestyle, ma può

essere definito anche un winestyle, tipicamente italiano.

IWW - Italian, Way, Wine: tre elementi per una stessa descrizione.

L’Italian style è fatto di cultura, arte, moda ed altri elementi distintivi. Il Wine style è da intendere come vino testimonial di una cultura e di uno stile di vita, oltre che, in senso stretto, modo tipicamente italiano di produrre vino, sospeso tra la millenaria tradizione e l’innovazione ormai irrinunciabile nelle tecniche produttive, sia in vigna che in cantina.

(12)

Poi. Si ricorre anche a particolari metodologie (way) d’insegnamento: Medium style, in termini di modalità comunicative originali ed innovative.

Una sorta di trilogia, dunque: in un contesto culturale ben definito (I), attraverso multisensorialità e realtà aumentata (W), approfondire la conoscenza del vino italiano (W).

Il contesto (Italian).

Innanzitutto, i partecipanti saranno guidati nella conoscenza della cultura italiana e dei caratteri per i quali l’Italia viene riconosciuta nel mondo come il Paese della Bellezza, con l’obiettivo di collegare questi aspetti alla conoscenza dell’Italia vitivinicola. In altre parole: il vino come arte e ‘poesia della terra […] che si gusta meglio, e che si capisce davvero, soltanto quando si studia la vita, le altre opere […] quando si entra in confidenza con l’ambiente dove è nato’ (Soldati, 2017).

Verrà dato, altresì, risalto ai benefici per la salute e alle proprietà antiossidanti dei polifenoli presenti nell’uva e nel vino.

La modalità (Way).

Realtà aumentata. Con questa tecnologia, grazie a speciali visori, i partecipanti saranno immersi

‘virtualmente’ in un ambiente reale, al centro di vigne e cantine, seguendo la vendemmia, il processo di vinificazione e tutte le altre attività che si svolgono in un’azienda vitivinicola. Visuale a 360 gradi ed eventuale arricchimento della percezione sensoriale mediante informazioni testuali, grafiche ed oggetti virtuali che non fanno parte del quadro reale. Obiettivo: fare ‘esperienza’.

Multisensorialità. Oltre al classico abbinamento con il food (italiano e cinese), attraverso i linguaggi

universali dell’arte, sarà attivato il ‘pairing’ anche con musica, pittura, opere d’arte, ecc. E qui siamo in uno dei campi più affascinanti delle neuroscienze e del neuromarketing: la sinestesia. Ossia, una condizione in cui stimolazioni visive, olfattive, gustative, tattili, uditive conducono ad una sintesi emozionale derivante dall’insieme di linguaggi (artistici) diversi, ma convergenti nel raccontare una stessa storia, in una prospettiva olistica di grande suggestione (già numerosi gli studi scientifici in merito: North, Spence, Crisinel ed altri).

Il cuore della materia (Wine).

Il percorso formativo sarà caratterizzato da una combinazione di teoria e pratica. Dalle discipline generali e caratterizzanti per acquisire conoscenze su viticoltura e tecniche produttive, enologia e tecniche di vinificazione, enografia e qualità varietali, alle tecniche di degustazione, analisi organolettiche e di abbinamenti con il cibo (sia italiano che cinese) delle varie tipologie di vini. 3.1.2 Descrizione.

Il Corso di Alta Formazione che si intende proporre sarà organizzato in 2 livelli diversi, ma connessi.

Primo Livello.

Adatto a principianti, wine lovers, a chi cerca un primo approccio specialistico al mondo del vino italiano. Lezioni ed attività pratiche si svolgeranno interamente in Cina.

(13)

Sono previste 48 ore totali, articolate in 8 giorni, in due weekend: 2 moduli da 12 ore, 1 modulo da 16 ore, 1 modulo da 8 ore ed una prova d’esame di un’ora. Alla fine del Corso, tutti gli allievi riceveranno un Attestato di Partecipazione IWW. Inoltre, ai partecipanti che avranno superato la prova d’esame, verranno riconosciuti crediti accademici secondo il protocollo ECTS: European Credit Transfer System.

Secondo Livello.

Adatto ad executives, business men, a chi ha già una conoscenza di base del vino, dal punto di vista delle tecniche di produzione e di degustazione, compresi i partecipanti del Primo Livello IWW. Le attività formative si svolgeranno interamente in Italia: lezioni frontali in aula e direttamente nelle Cantine delle migliori aziende vitivinicole, per le sessioni di tecniche di degustazione e tasting. Previste 48 ore totali (approfondimento dei moduli didattici del I livello, con un focus sulla Regione in cui si svolgerà), articolate in 12 giorni, incluso un ‘Experiential Wine Tour of Italy’, alla scoperta delle realtà produttive più rappresentative del territorio (alcune delle quali già ‘conosciute’ virtualmente durante il Corso) e dell’offerta culturale tout court. Al termine, cerimonia ufficiale di consegna dell’Attestato di Partecipazione IWW e cena/evento musicale di convivio finale.

Sia per il Primo che per il Secondo Livello, le lezioni saranno tenute in lingua inglese, con traduzione consecutiva in cinese.

3.1.3 Programma del Corso (Primo Livello)

12 hrs Principles of viticulture and grape growing techniques Ø The vine and the grape production

Ø The berry composition and quality for wine production Ø The main grapes varieties grown in Italy and wine types Ø Italy’s enography and quality labels

12 hrs Principles of enology and wine making Ø The techniques to produce red wines Ø The techniques to produce white wines Ø Sparkling wines

16 hrs How to taste and describe wines Ø Principles and basic techniques Ø Glossary and terminology

Ø Tasting sessions: red and white still wines, sparkling wines, special wines Ø Pairing Italian wine with Italian food

Ø Pairing Italian wine with Chinese food 4 hrs Italian wines and Culture

Ø Storytelling: art, music and wine in Italy Ø Artistic pairing

(14)

4 hrs Italian wines and Life Style Ø Fashion, trends and wine

Ø Wine and health: properties and benefits

‘Experiential Tour of Italy’: enoturismo e non solo… (Secondo Livello)

Alle 4 P del marketing mix (Product, Price, Place, Promotion), ne andrebbe aggiunta una quinta: Passage. Il ‘viaggio’, il turismo in generale, il turismo del vino in particolare, potrebbe essere una leva strategica straordinaria. Eppure, se pensiamo ai numeri riferiti all’enoturismo nel nostro Paese (€ 2,5 miliardi del fatturato a fronte di € 1,5 miliardi della sola Napa Valley), tanta strada (del vino) rimane ancora da fare!

In questo caso, l’inserimento di un tour durante un Corso di Formazione risponde all’esigenza di seguire un trend consolidato da anni: si cerca ‘l’esperienza’. Per aprire una ‘Strada del Vino’ all’interno di questa iniziativa formativa, si renderà necessario coinvolgere quelle cantine che sapranno offrire all’enoturista non solo il buon vino, ma anche un valore aggiunto, che risponda a standard di prodotto turistico e di servizi di elevata qualità. Peraltro, l’ideale sarebbe avere interlocutori che possano assicurare autenticità ed apporto emozionale, coinvolgimento, engagement. Eppure, in linea con lo spirito di questo percorso formativo, non può essere solo il vino a creare valore: è la coesione di ulteriori elementi di riconoscibilità che porta alla soddisfazione di un’esperienza complessiva. A tal fine, sono previste escursioni e visite a città d’arte, musei, mostre, studi di architettura e design, atelier delle maggiori griffe, outlet, ottenendo nel contempo, una positiva ricaduta sul territorio in termini di immagine, visibilità e valorizzazione dell’indotto.

(15)

3.2 STUDIO DELL’IMMAGINE COORDINATA

Stabilita la struttura del corso, ‘The Italian way of Wine’ ha avuto bisogno di trovare la propria ‘brand identity’. Il processo creativo, attivato anche presso lo studio della PLS Design, ha portato alla realizzazione di un logo e conseguentemente di una ‘corporate identity’, di un moodboard, di un video promo e, in collaborazione con il laboratorio PERCRO della Scuola Superiore Sant’Anna coordinato dal prof. Bergamasco, di una demo di riprese a 360° con possibilità di successiva implementazione in realtà aumentata.

Fasi progettuali ed operative: brand analysis, ideazione del concept, definizione dello stile, del mood, di colori ed elementi tipici, scrittura storyboard, riprese, ricerca e selezione materiale video, editing. 3.2.1 Logo design

L’obiettivo è stato quello di creare un’immagine complessa, costituita dalla scritta e da segni grafici che identificano visivamente il brand del corso, la sua identità ed il suo sistema di valori e contenuti, rendendolo riconoscibile agli occhi del potenziale allievo/cliente. Il percorso ha preso le mosse, innanzitutto, dalla consapevolezza (per il target di riferimento) e la scelta (per naturale orientamento) di muoverci in un campo di cifra stilistica essenziale e raffinata. È stato dunque attivato il lavoro sull’analisi del concept e sulla base di spunti, riflessioni, confronti, associazioni con significati e simboli, fino a definire font, cromatismo ed immagini.

Di seguito, tavola immagini, sketch e logo definitivo (dalla relazione tra gli elementi vino, calice e grappolo alla loro unione, dalla simbolica W al chicco d’uva che la contiene).

(16)
(17)

3.2.2 Corporate identity

Creato il logo, per l’immagine visiva, sviluppata attraverso vari strumenti e materiali, che i potenziali allievi dovranno avere del brand IWW, la linea grafica sarà la seguente:

3.2.3 Moodboard

Questo strumento comunicativo, ricco di ispirazioni, suggestioni ed atmosfera, riporta una serie di filmati, divisi per aree tematiche, uniti in un collage per mostrare il progetto formativo in formato video. È un metalinguaggio in cui viene presentata l’idea ed i concetti ad essa correlati.

Colonna sonora: Inverno (Op.8, Concerto n.4, Rv 297, in Fa minore), da Le Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi.

(18)

3.2.4 Video Promo

Il video promo creato è più didascalico, rispetto al moodboard, ed intende mostrare precisamente l’articolazione del corso, attraverso filmati e storyboard costituito da scritte ideate sotto forma di espedienti narrativi, claim, divertissment linguistici, rimandi letterari, parole chiave o combinazione di queste.

(19)

Colonna sonora: La Memoria, base strumentale del brano che ho composto e pubblicato nel mio ultimo cd ‘Di notte in giorno’.

Di seguito, alcuni screenshot delle parti contenenti lo storyboard (scritto in inglese e sottotitolato in cinese), in sequenza ordinata.

(20)

3.2.5 Demo Vuze 3D VR Camera 360°

La videocamera Vuze, ‘human eyes technologies’, messa a disposizione dal laboratorio PERCRO, Istituto TeCIP (Tecnologie della Comunicazione, dell’Informazione e della Percezione) della Scuola Superiore Sant’Anna, è un dispositivo di nuova generazione, a forma di piccolo parallelepipedo, che vanta la presenza di ben 8 videocamere Full Hd, due per ogni lato. Ogni modulo ha un’ottica ultra wide, in grado di coprire un angolo di campo di 120° in orizzontale e di 180° in verticale. Può catturare video (ed immagini) a 360° sia in 2d che in 3D, con una risoluzione di 4K a 30 fps.

Con questa videocamera ho effettuato riprese presso alcune aziende vitivinicole, sia in vigna che in cantina. Al momento, attraverso visori, la visione offre l’esperienza immersiva a 360°; successivamente sarà possibile aggiungere contenuti e/o persone, avatar, oggetti in realtà aumentata. In particolare, proprio per la speciale attinenza allo spirito del progetto, ho deciso di effettuare una ripresa presso Rocca di Frassinello, in Maremma, nella barricaia progettata da Renzo Piano, tra i più noti, prolifici ed attivi architetti a livello internazionale: un anfiteatro del vino, con 2.500 botti disposte sapientemente sui gradoni, digradanti verso il centro dello spazio dedicato a questa vera e propria opera d’arte contemporanea. Per utilizzare il particolare ed affascinante riverbero che l’ambiente sonoro restituisce, ho scelto di farlo risuonare con chitarra ed armonica, con una mia breve performance musicale, nonché con la voce, leggendo un passo tratto dal libro legato proprio a questo luogo ‘Giacomo Tachis e la luce di Galileo’, di Paolo Panerai (Presidente di Domini Castellare di Castellina, Company di cui Rocca di Frassinello fa parte), con i ricordi di Alessandro Cellai, affermato enologo allievo, amico ed erede del Maestro Tachis. Suggestiva esperienza, con le 2.500 botti a fare da spettatrici, nel misterioso silenzio in cui i vini, pazientemente, si affinano… mentre leggo ed indugio sul virtuosismo delle parole di Galileo: ‘Il vino è un composto di umore e di luce’ (Panerai, Pillon, Ciuffoletti, 2016).

(21)

3.3 PASSAGGIO IN CINA 3.3.1 Premessa

Lo studio di fattibilità si è sviluppato, dunque, attraverso l’elaborazione delle prime bozze fino all’attuale format, a seguito della progettazione della struttura formativa, dell’immagine coordinata, con relativo logo, moodboard, video promo e presentazione multimediale. Questo materiale ha costituito il pacchetto promozionale utilizzato durante il viaggio in Cina (27/11-11/12 2018), step necessario a quel punto, reso possibile grazie alla sinergia con Istituzioni interessate a prendere in considerazione e valutare lo studio di fattibilità (Galileo Galilei Institute di Chongqing ed Istituto Confucio di Pisa) e con diversi professionisti cinesi, conosciuti durante le loro lezioni nella fase d’aula del Master.

3.3.2 Obiettivi della missione

1. Presentazioni/rappresentazioni dell’impianto progettuale e valutazione feedback.

2. Esplorazione stato dell’arte della formazione e della comunicazione del vino italiano in Cina. 3. Ricerca di partners istituzionali/aziendali con i quali attivare collaborazioni utili a pianificare ed organizzare il Corso.

3.3.3 Attività svolte

1. “The Italian Way of Wine: informative and emotional experience, wine tasting” è stato l’evento organizzato dall’Istituto Galileo Galilei di Chongqing in collaborazione con il Consolato Generale d’Italia, replicato in tre città nel dicembre dello scorso anno: Chengdu (04/12), Beijing (08/12), Chongqing (10/12).

Durante questi incontri è stata trattata l’alta qualità del vino italiano, con l’illustrazione delle caratteristiche e particolarità di quattro vini: due da Sangiovese (Morellino di Scansano e Chianti Classico) e due da Corvina/Corvinone (Valpolicella ed Amarone), a cui è seguita una degustazione degli stessi, per evidenziare le differenze tra diversi vini, prodotti con le stesse uve. Attraverso cenni storici della tradizione millenaria della nostra Enotria (‘terra del vino’, così definita l’Italia dai Greci), citazioni letterarie ‘a tema’ e confronto con gli intervenuti, i seminari sono proseguiti con la proiezione ed il commento del moodboard e del video promo e con l’illustrazione degli aspetti teorici, tecnici ed operativi del percorso di Alta Formazione IWW in progress. Un particolare focus è stato acceso sui legami che interconnettono tutte le componenti del patrimonio artistico-culturale italiano alla cultura del vino: dall’arte alla moda, dal design all’architettura, fino al cinema e alla musica.

2. Anche in collaborazione con il personale cinese dell’Istituto Galileo Galilei di Chongqing, sono state attivate, sui portali locali, ricerche volte ad acquisire informazioni e notizie circa i Corsi di formazione sui vini italiani, già affermati nel Paese. Ne è conseguita una overview che è stata oggetto di analisi e di attenta ponderazione, con lo scopo di addivenire ad una versione definita del piano formativo. L’intento è stato quello di lavorare ad un brand positioning ottimale.

(22)

3. Sono stati realizzati incontri ed attivati contatti con diversi interlocutori, che potrebbero essere coinvolti in una successiva fase attuativa del Corso.

In particolare vanno ricordati: dott.ssa Anna Facchinetti e tutto lo staff italiano e cinese del G. Galilei Institute di Chongqing, Huang Yunlin (Chinese Director Istituto Confucio, Pisa), prof. Zhengguo Li (School of Life Sciences, Chongqing University), dott. Lorenzo Gonzo (Vice Console, Addetto Scientifico, Consolato Gen. d’Italia a Chongqing), David Spasov (Importer Coqc), Tu Mingxu (Importer Quarto Product), Daniel Chen (Vinoteka Club, Chongqing), Chen Ji (Nectar Culture Communication, Buer Club in Chengdu), Antonio Wang (Importer, Beijing), Edward Liu (President of SinoDrink), Vinicio Eminenti (Eurasia Trading & Consulting Co. Ltd., Coordinatore AIS Club Cina), Paolo Bazzoni (Direttore Camera di Commercio italiana, Chongqing), Demian De (General Manager Rinaldi in Cina), Amedeo Scarpa (Direttore ICE Pechino, Coordinatore Agenzie ICE in Cina); nonché alcuni tra gli intervenuti ai tre eventi, dai quali è stato possibile raccogliere manifestazioni d’interesse.

3.3.4 Conclusioni

Proprio in virtù dei contatti, degli incontri, delle interlocuzioni, degli eventi realizzati, dei feedback ricevuti, è stato possibile apportare modifiche alle prime versioni della bozza progettuale: si è resa necessaria una rimodulazione in termini di monte ore, moduli didattici, target, sedi, affinché si possa verificare un’adesione precipua alla realtà cinese, indubbiamente complessa, ma non per questo meno affascinante e stimolante. Ad esempio, per provare ad accorciare evidenti distanze tra quella cultura e la cultura del mondo occidentale, durante le presentazioni, ho ritenuto essenziale l’utilizzo di linguaggi universali (moodboard, video promo, PowerPoint particolarmente curati nella grafica, musica), oltre ad un collegamento specifico al concetto di ‘Armonia’: 和谐 héxié (formato dai due caratteri 和insieme e in accordo). Uno dei concetti più importanti della filosofia di Confucio (da

qualche tempo ‘riabilitato’ e citato sempre più spesso dal Presidente Xi Jinping), altrettanto decisivo nella valutazione organolettica di un vino, così come nell’essenza stessa e alla base della musica: sublime relazione tra note, ‘armonia dell’anima’, per dirla con Alessandro Baricco.

3.4 MARKETING PLAN

Proprio alla luce dello studio svolto e delle informazioni raccolte (soprattutto) durante il viaggio in Cina, è stato possibile articolare il piano in maniera più precisa, specie per alcune parti dello stesso. 3.4.1 Analisi del contesto

La fotografia del mercato della formazione e della comunicazione del vino italiano in Cina, restituisce un’immagine di scarsa presenza, limitata diffusione, frammentazione, mancanza di sistematicità nell’organizzazione e nella frequenza.

(23)

Ho analizzato e ponderato le seguenti esperienze formative7:

1. Italian Wine & Spirit Course - 意大利葡萄酒及烈酒课程

2. Fascinating Italian Wines - 风情万种意大利酒 3. Italian Wine Scholar - 意大利葡萄酒学者课程

4. Taste Italy - 品尝意大利

5. ONAV (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino) - 意大利葡萄酒大师协会官方 级认证课程

6. AIS (Associazione Italiana Sommelier) - 意大利侍酒师协会

In generale, si tratta di corsi generici, di poche ore, che non approfondiscono gli aspetti peculiari della materia (viticoltura ed enologia), né creano solidi collegamenti con la Cultura, oppure di corsi professionalizzanti per Sommelier (come nel caso dell’AIS).

È emerso che esisterebbe uno spazio di mercato finora trascurato dai principali concorrenti: un Corso di Alta Formazione, preferibilmente sostenuto da una Istituzione Universitaria, che adotti programmi avanzati di tecniche produttive e di degustazione, che colleghi saldamente la cultura del vino all’arte e al lifestyle, che sia connotato da una originale modalità comunicativa, avvalendosi in aula delle nuove tecnologie.

Ne consegue una SWOT ANALYSIS (Strengths, Weaknesses, Opportunities, Threats) di questo tipo:

7 Le ricerche sono state attivate attraverso i rispettivi siti (indicati a p. 32 in Riferimenti bibliografici e sitografici)

Alta Formazione

Collegamenti all’arte e alla cultura Nuove modalità formative/comunicative

(multisensorialità e realtà aumentata)

Ammirazione per il lifestyle italiano  

Crescita della classe media urbana (target) Occidentalizzazione dei costumi

Costi Conoscenza brand

Fase di start up

Concorrenza

Rallentamento dell’economia Contrazione dei consumi

S

O

W

(24)

3.4.2 Identificazione del target

L’economia cinese negli ultimi anni è cresciuta a ritmi vertiginosi. Nell’arco dell’ultimo decennio la classe media, il vero motore dei consumi, è diventata una realtà: le stime più recenti sono di circa 350 milioni di persone, che hanno già iniziato a spendere in cibo, vestiti, cosmetica, entertainment, viaggi, cultura, ecc. Il consumatore, inoltre, sta evolvendo molto rapidamente nelle sue scelte; qui il tempo dei cambiamenti non si misura in decenni, bensì le variazioni sono tangibili da un anno all’altro. Fino a dieci anni fa il mercato era polarizzato: da una parte il superlusso per pochi e dall’altra prodotti a bassissimo prezzo e qualità per il resto della popolazione. Oggi, nell’immensità del ‘Regno di Mezzo’, la segmentazione sociale dimostra che sono cresciute nuove fette di mercato molto importanti.

Per procedere alla profilazione di un potenziale allievo, utilizzando uno strumento come la PIRAMIDE DI MASLOW (la rappresentazione schematica della gerarchia dei bisogni umani), la proposta formativa IWW potrebbe verosimilmente collocarsi ai vertici di questa piramide:

Tenendo conto delle rispettive definizioni, la spinta motivazionale di un potenziale partecipante al Corso potrebbe appagare bisogni di appartenenza, di stima e di autorealizzazione. Appartenenza (o affetto): è l’aspirazione di ciascuno di noi ad essere un elemento della comunità sociale apprezzato e benvoluto. Stima: anche questa categoria di aspirazioni è essenzialmente rivolta alla sfera sociale e ha come obiettivo quello di essere percepito dalla comunità sociale come un membro valido, affidabile e degno di considerazione. Autorealizzazione: si tratta di un’aspirazione individuale ad essere ciò che si vuole essere, a diventare ciò che si vuole diventare, a sfruttare appieno le proprie

(25)

facoltà mentali, intellettive e fisiche, in modo da percepire che le aspirazioni siano congruenti e consone con pensieri ed azioni.

Altra modalità interessante, per il consumo, ma potenzialmente applicabile ad uno studente di un Corso sui vini, è la ‘segmentazione in base ai benefici attesi’ (Gregori, Galletto, Malorgio, Pomarici, Rossetto, 2017) legata ad otto fattori: sexy (per persone trendy, alla moda), knowledge (per un interesse culturale), pleasure (del bere in sé), funny (aspetto ricreativo), convenience (interesse per la dimensione monetaria), healthy (impatto sulla salute), hobby (sia piacevole che istruttivo), griffe (prestigio, eleganza).

Core target: è un uomo o una donna, ha una cultura medio-alta, un buon potere di spesa, dedica tempo e denaro alla cura di sé e della propria immagine nella società, desidera acquisire competenze e titoli per poterli ‘vantare’ e potersi distinguere.

3.4.3 Piano operativo

Marketing mix offline.

Per una promozione di questo tipo, si potranno utilizzare diversi strumenti: pubblicità cartacea nei luoghi più frequentati dal nostro target (enoteche, ristoranti, hotels, palestre, istituti di bellezza e salute, centri estetici), co-marketing con importatori e distributori, partecipazione alle principali Fiere di settore.

Marketing mix online.

Tuttavia, per raggiungere i segmenti più interessanti della popolazione, risulta imperativo l’utilizzo del canale digitale, essendo, la Cina, il paese con il più ampio bacino di utenti web. Su una popolazione di 1,4 miliardi di persone, 751 milioni sono connessi. Il tempo che trascorrono in rete è sempre maggiore: più di 8 utenti su 10 accedono quotidianamente a internet, navigando in media 7 ore. Di questo tempo, 4 ore sono spese via mobile, 3 dedicate ai Social network. Ma il dato che deve far riflettere è un altro: ad oggi, internet in Cina registra una penetrazione nella popolazione pari a poco più del 50%. Si intuisce, dunque, quanto il potenziale della diffusione e della crescita possa essere esponenziale8.

Il marketing digitale passa attraverso motori di ricerca e Social media.

Il motore di ricerca più utilizzato è Baidu, che raccoglie quasi il 75% delle ricerche degli utenti e viene usato non solo per compiere ricerche da desktop e mobile, ma anche per le sue piattaforme collegate: Baidu Baike (una sorta di Wikipedia) e Baidu Tieba (simile a Google+). È quindi fondamentale il lancio di un Sito per il Corso e, soprattutto, che sia ottimizzato per questo motore di ricerca, oltre ad essere tradotto in lingua cinese.

(26)

Per ciò che riguarda i Social Media, invece, non si può contare su Facebook, Instagram o WhatsApp. Gli utenti cinesi per comunicare e condividere informazioni utilizzano piattaforme locali molto evolute quali WeChat e Weibo.

Con più di un miliardo di utenti, WeChat è nata come piattaforma di messaggistica, per poi aumentare gradualmente la propria popolarità grazie alle avanzate ed innovative funzioni. Tramite questa App, si possono effettuare prenotazioni (taxi, ristoranti, voli), seguire pagine ufficiali di brand, trasferire denaro ad altri contatti ed eseguire pagamenti online e offline.

Un mix di Facebook, Instagram e Twitter, Weibo è invece la piattaforma social più utilizzata da Vip, Compagnie ed Organizzazioni che desiderano comunicare direttamente con gli utenti finali. Possibile creare microblog, sondaggi e condividere contemporaneamente foto, video e file. È la piattaforma più utilizzata per cercare informazioni in tempo reale, motivo per il quale è strategica la collaborazione con influencer cinesi che popolano la piattaforma. Si dovrà scegliere in questo caso un testimonial più in linea con il posizionamento del Corso.

Ancora in riferimento alla necessità di essere ‘collegati’, breve riferimento a TikTok, il nuovo che avanza (Social lanciato nel 2016). Noto in Cina anche come Douyin, l’applicazione mobile consente agli utenti di creare e condividere brevi clip musicali (60 secondi). Creata dalla Beijing Bytedance Technology, che nel 2017 ha acquisito Musical.ly, un’altra piattaforma molto popolare. Alcune recentissime ricerche, la collocano tra le App più utilizzate dai giovani.

3.4.4 Comunicazione: lo stile è strategico

Se utilizzare le piattaforme locali cinesi è fondamentale, altrettanto importante è veicolare un messaggio allineato alla cultura e ai gusti locali.

Per questo motivo, fin dall’inizio, è stato oggetto di attenta valutazione il ‘naming’ del Corso, The

Italian Way of Wine, in cinese: 高级培训. È sempre necessario accertarsi di non avere difficoltà nella

pronuncia o, peggio ancora, incorrere in significati negativi.

È indispensabile studiare una strategia di comunicazione che tenga in considerazione il diverso calendario e le sfumature culturali; per esempio, colori e numeri hanno un diverso significato e sono solo alcuni dei tanti aspetti ai quali bisogna fare attenzione quando si interagisce con quella civiltà. Dalla nostra abbiamo una certezza: la popolazione cinese dimostra, da sempre, curiosità ed ammirazione (al limite dell’amore) per la cultura italiana. In ogni caso, non si può prescindere da un atteggiamento di apertura all’ascolto, ponendosi su un piano ‘orizzontale’, non supponente, cercando di entrare in sintonia (ri)conoscendo le diversità e studiando l’approccio più adatto per relazionarsi e condividere un’esperienza, attraverso codici ‘China friendly’; innanzitutto, rispettando.

Emblematico il caso recente di Dolce e Gabbana, per lo short film promozionale ritenuto offensivo. Pur comprendendo la ricerca, oltremodo faticosa e mai banale, di format e layout sempre nuovi, tesi a superare quanto già visto, credo sia necessario fare una riflessione. Ove l’idea, per quanto

(27)

accattivante nella sua stravaganza, confliggesse con un sentimento culturale (vedi orgoglio nazionale) intimamente sentito, la creatività dovrebbe essere pronta a sacrificarsi sull’altare del politically correct. Salvaguardando, in tal modo, riconoscimento reciproco e rispetto della sensibilità dell’altro

da noi.

3.4.5 Obiettivi e strumenti di controllo

La struttura organizzativa italo/cinese deve porsi l’obiettivo di emergere entro 2/3 anni e di affermare il brand e la sua conoscenza spontanea, per essere tra le prime in grado di somministrare Alta Formazione sulla cultura e sui vini italiani in Cina; con la possibilità di esportare e replicare il modello in altre realtà asiatiche (e non solo). Più ambizioso, ma non per questo irraggiungibile, l’obiettivo di innescare un circolo virtuoso di marketing multilevel, che porterebbe alla maggiore diffusione della comunicazione dell’Italian style e alla conseguente promozione ed incremento delle vendite di vini italiani.

Gli strumenti di controllo del piano saranno costituiti dai dati macroeconomici, da ricerche generiche attivate dai collaboratori o, all’occorrenza, da istituti specializzati, nonché dal Conto Economico. 4. CONSIDERAZIONI FINALI

C’è un’idea e c’è il piacere di mettersi al servizio di un’idea, per un suo completo sviluppo: dagli aspetti strutturali a quelli tecnici-organizzativi, da quelli del marketing e della comunicazione a quelli di natura più squisitamente creativa ed estetica. Questo credo di aver fatto, utilizzando conoscenze e strumenti acquisiti durante la fase d’aula di questo Master, nonché attingendo a competenze ed esperienze professionali pregresse, maturate in ambiti multidisciplinari: marketing, product e project management, comunicazione, formazione, grafica, scrittura, composizione musicale.

Ma affinché la professionalità non si inaridisca con il passare degli anni, è sempre necessario il corroborante intervento di una componente essenziale: la passione.

Appassionante è stato l’intero percorso delle lezioni presso la SSSA e prezioso, dal punto di vista professionale e soprattutto umano, l’incontro con il Direttore, con la Tutor, con tanti Docenti, con i colleghi. Appassionante lo Stage presso la PLS Design, in un ambiente internazionale di creatività e di scambio stimolante. Appassionante il viaggio in Cina, il Paese della complessità del cambiamento, delle contraddizioni e delle promesse. Appassionante la fase sperimentale della realtà aumentata applicata al settore vitivinicolo, per ora in ambiente formativo, inaugurata in collaborazione con il TeCIP. Appassionante l’imprevedibilità dello sviluppo di questa idea e delle soddisfazioni che potrebbe riservare a chi deciderà d’investire su questo progetto. Appassionante, infine, continuare a credere nell’importanza della formazione e dell’educazione alla bellezza, in questo caso e in generale. ‘La bellezza salverà il mondo’, fa dire Dostoevskij al Principe Myskin ne ‘L’idiota’. Ma io credo che debba essere il mondo, finalmente e più che mai, a doversi preoccupare di salvare la bellezza.

(28)

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI E SITOGRAFICI

China Customs Statistics http://english.customs.gov.cn East Media www.east-media.net

Fascinating Italian Wineshttp://school.wines-info.com

GIACOMO TACHIS E LA LUCE DI GALILEO, Paolo Panerai, Cesare Pillon, Tommaso Ciuffoletti,

Class Editori, Milano 2016

I numeri del vino, Statistiche produttive, dati di mercato e di consumo, risultati economici dei

principali operatori www.inumeridelvino.it

Il Corriere Vinicolo, Organo d’informazione dell’Unione Italiana Vini www.uiv.it/corriere

IL MARKETING DEL VINO, M.Gregori, L.Galletto, G.Malorgio, E.Pomarici, L.Rossetto, EdiSES Edizioni, Napoli 2017

IL TEMPO IN UNA BOTTIGLIA, Storia naturale del vino, Rob DeSalle, Ian Tattersall,

Codice Edizioni, Torino 2014

Italian Wine Scholar www.tastingannex.com Italian Wine & Spirit Course www.sohu.com

IWSR (International Wines and Spirits Record) www.theiwsr.com

ONAV (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino) www.onav.it

South China Morning Post www.scmp.com Taste Italy www.taste-italy.net

Figura

Tabella 1: Superfici vitate (ha). Fonte: Il Corriere Vinicolo, ‘Vino in cifre’ (Gennaio 2019)
Tabella 2: Consumi di vini fermi (milioni di hl). Fonte: Il Corriere Vinicolo, ‘Vino in cifre’ (Gennaio 2019)
Tabella 4:	Conoscenza delle denominazioni vinicole nella classe medio/alta cinese. Fonte: Wine Intelligence
Tabella 5: Importazione vini in Cina 2017/2018. Fonte: China Customs Statistics (dati delle dogane cinesi)

Riferimenti

Documenti correlati

Gemma Fabozzi, Roma Antonio Facchiano, Roma Andrea Ferrari, Milano Francesca Filippi, Milano Lucio Fortunato, Roma Andrea Garolla, Padova Pierluigi Giannini, Roma Stefania

Esperto di contenzioso doganale, diritto tributario e commercio internazionale, svolge attività di consulenza per grandi imprese e società multinazionali, con particolare

ESPERIENZE: Un “caso critico” alla scuola media: Sonia Costa (dirigente scolastico) & Michele Sartori (educatore SET). LABORATORIO: 1) Elisa Visentini (educatrice SET):

alla “buona educazione”. 2) adultità/adolescenza: costruire strumenti pratici per sostenere i fattori di protezione nel contesto scolastico. 3) dal caso critico all’avvio di

IV. Nel caso in cui il trasferimento dello studente sia effettuato tra Corsi di Studio appartenenti alla medesima classe, la quota di CFU relativi al medesimo settore

Gli studenti iscritti ai percorsi formativi dell’Università di Teramo non devono seguire la procedura di iscrizione on-line, ma fare riferimento alla Coordinatrice

Per l’esercizio dei diritti previsti dal Regolamento (UE 2016/679), relativi alla presente procedura l’interessato potrà rivolgersi al responsabile della protezione dei

Teasdale della clinica per la depressione di Washington diretta da Marsha Lineah,  coniuga  così la pratica e l’applicazione clinica della meditazione di consapevolezza agli