• Non ci sono risultati.

I battesimi di Pisa dal 1598 al 1622

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "I battesimi di Pisa dal 1598 al 1622"

Copied!
5
0
0

Testo completo

(1)

4

Introduzione

Figura 3. PISA NELLA TOSCANA, acquaforte (da A. Scoto, 1638). Estratto da E. Tolaini, Forma Pisarum. Storia urbanistica della città di Pisa. Problemi e ricerche, Pisa, 1979.

Grazie all’approfondirsi delle conoscenze sui meccanismi di sviluppo demografico, si è accresciuto l’interesse verso le popolazioni dei tempi passati. Si tratta però di un campo d’indagine poco praticato che ha iniziato a svilupparsi soltanto dal secondo dopoguerra. Il demografo, come gli altri studiosi delle scienze umane, ha rivolto la sua attenzione al passato nella convinzione che l’interpretazione dei fenomeni di oggi potesse essere avvantaggiata dallo studio dei fenomeni di ieri, sviluppando sempre di più l’aspetto storico della demografia. Al tempo stesso, anche lo storico si è avvicinato con maggiore attenzione allo studio delle popolazioni del passato, all’interno di una più ampia consapevolezza dell’importanza delle vicende economiche e sociali.

Il periodo dell’età moderna, dal punto di vista delle fonti, è un periodo omogeneo, infatti all’inizio di esso andò generalizzandosi la rilevazione dei

(2)

5

flussi demografici mediante la raccolta sistematica degli eventi vitali da parte dei parroci, con l’istituzione dei libri di battesimo, di matrimonio e di sepoltura. La fine del periodo è caratterizzata da conteggi a scopo prevalentemente religioso (stati d’anime) o politico-fiscale (catasti), cioè vere e proprie indagini censuarie intese in senso moderno.

Con l’Unità infatti, la natura della documentazione cambiò: vennero effettuati una serie di censimenti decennali estesi a tutto il territorio con criteri uniformi; venne iniziata la raccolta sistematica e continuativa degli eventi vitali, accentrandone l’organizzazione in servizi statistici, dandone poi la pubblicazione. Prima dell’Unità la documentazione era frammentaria e variava da Stato a Stato, raramente veniva pubblicata e il più delle volte era conservata negli archivi.

La ripresa dell’interesse demografico dal secondo dopoguerra è da imputare a tre fattori1:

• una generale fioritura degli studi demografici nel dopoguerra derivata sia

dai problemi posti dall’accrescimento dei paesi del Terzo Mondo, sia dalla necessità di approfondire le conoscenze relative ai paesi “maturi”, per una migliore pianificazione del rapporto con le risorse umane;

• il riconoscimento, con l’estendersi degli studi di storia quantitativa, che le fonti di storia demografica sono forse le più omogenee tra quelle a disposizione;

• la migliore conoscenza dei meccanismi dello sviluppo demografico e dei

suoi intrecci con quello economico e sociale.

Fino a qualche decennio fa, predominava l’interesse per studi di tipo macrodemografico, perché ciò che principalmente interessava era la conoscenza dell’ammontare della popolazione, la sua densità e la sua distribuzione sul territorio, tra valli e monti, città e campagne, il suo sviluppo numerico e la sua struttura per età e per sesso. L’esistenza di statistiche sugli eventi vitali (nascite, matrimoni e morti) permetteva il calcolo di tassi più o meno

1

M. Livi Bacci, Fonti e Metodi per lo studio della demografia, in Le Fonti della Demografia Storica in Italia, Atti del Seminario di Demografia Storica 1971-1972, Volume I parte II, Comitato Italiano per lo Studio della Demografia Storica, Roma, La Goliardica Editrice.

(3)

6

generici per lo studio delle componenti dello sviluppo demografico. Un altro aspetto studiato era lo studio delle fluttuazioni sul breve periodo e gli effetti delle grandi crisi epidemiche o economiche. Fondamentale è l’importanza di queste analisi dato che sono alla base della conoscenza demografica e permettono una corretta ricostruzione dei fenomeni sociali ed economici dei secoli passati.

I cardini per un’analisi di tipo tradizionale, e cioè per un’analisi “macrodemografica”, si basano sulle rilevazioni delle famiglie e della popolazione nelle varie forme che ci è possibile studiare: stati d’anime, catasti e censimenti, ma anche sulle raccolte dei dati di movimento (nascite, matrimoni e morti). Gli utilizzatori di queste fonti si trovano però di fronte a vari ostacoli: da un lato vi è l’imperfezione delle fonti censuarie, per la mancanza di un potere centrale che, in Italia, coordinasse questo tipo di rilevamenti, fatti con criteri diversi a seconda dello Stato o del potere che si occupava di emanare i provvedimenti relativi, sempre ammesso che tali iniziative fossero di natura statale; dall’altro lato lo storico/demografo è spesso costretto a farei conti con la variabile completezza e attendibilità delle rilevazioni. Una grande attenzione deve essere quindi posta alla valutazione delle fonti e alla loro originalità.

I fenomeni demografici sono stati spesso considerati come si considerano i fenomeni meteorologici, geologici o geografici, i quali senza dubbio modificano le condizioni ambientali dell’uomo e non sono da esso modificabili, se non solo indirettamente. La peste nera, in tal senso, è simile ad un terremoto che rivoluziona il rapporto risorse-popolazione ed altera bruscamente l’equilibrio vitale, come pure il fluttuare della demografia all’alternarsi delle buone e cattive annate agrarie.

Tuttavia un crescente interesse si è avuto per i fenomeni “microdemografici”, ovvero all’interesse per il generale andamento della popolazione si è sovrapposto un maggiore interesse per il comportamento dell’individuo e per la variabilità delle vicende individuali nell’orbita dei dati globali. Ma per scendere nell’analisi del fenomeno individuale, occorre comunque procedere ad una ricostruzione nominativa dei fatti demografici, rilevando minuziosamente le fonti esistenti. Ritengo di poter affermare che anche la più accurata conoscenza di gruppi ristretti e ben selezionati, non può

(4)

7

prescindere dalla conoscenza approfondita del comportamento dell’intero gruppo sociale di cui il nucleo, o l’individuo da analizzare, fa parte.

Nel mio lavoro saranno presi in esame i Registri battesimali della città di Pisa negli ultimi anni del Cinquecento e nei primi decenni del Seicento, ponendomi in linea di continuità con un lavoro dello stesso tipo fatto da Michele Luzzati e Luigina Carratori. I due studiosi hanno iniziato la pubblicazione on-line dei registri battesimali, prima conservati nell’Archivio della chiesa di San Ranierino e oggi trasferiti nell’Archivio dell’Arcidiocesi di Pisa, per un periodo di 70 anni a partire dal 1457. Il mio lavoro quindi prosegue sulla scia di quello precedente, anche se rimane ancora da colmare un ampio periodo intermedio. Questa continuità può comunque permettere un confronto sia in relazione alle principali caratteristiche dei registri che alle tendenza demografiche nei due periodi.

Il primo capitolo si concentrerà sull’importanza degli studi demografici che possano riguardare regioni di primaria importanza quale fu la Toscana nell’Europa della prima età moderna. Si cercherà di ripercorrere l’andamento demografico della toscana a partire dal catasto fiorentino del 1427 e fino al pieno Seicento. Procedendo dal generale al particolare ci si concentrerà poi su Pisa, con un’angolazione non solo demografica, ma anche sociale ed economica. In tale prospettiva sarà fondamentale capire l’importanza che i registri battesimali hanno per lo studio della popolazione dell’età moderna, ovviamente insieme a quelli delle sepolture e a quelli dei matrimoni e la loro genesi, avvenuta in un momento di forti contrasti giurisdizionali fra poteri religioso e civile. L’ultimo paragrafo del primo capitolo racconterà il progressivo declino di Pisa, insieme ai tentativi del potere mediceo di risollevare la città, lo straordinario sviluppo del tardo Cinquecento, in parte “drogato” dalla contemporanea costruzione di Livorno. Con il pieno emergere di Livorno, Pisa rientrerà nella normalità dei percorsi demografici delle altre città toscane in quel periodo.

Nel secondo capitolo si procederà all’analisi delle singole voci dei registri dei battesimi, mettendo di volta in volta a confronto i dati che vanno dal 1457 al 1527 con quelli del periodo 1598-1622. Ne risulterà uno studio che avrà come caratteristica principale il confronto e l’analisi dell’evoluzione dei registri in un

(5)

8

periodo di tempo relativamente lungo. L’attenzione sarà concentrata su tutti i molteplici problemi posti da un’indagine sui battesimi: andamento di lungo periodo, periodi di crisi legati ad eventi economici o ad epidemie, rilevanza dei movimenti migratori e loro geografia.

Figura

Figura  3.  PISA  NELLA  TOSCANA,  acquaforte  (da  A.  Scoto,  1638).  Estratto  da  E

Riferimenti

Documenti correlati

 Quelli  che  s’innamora  di  pratica  sanza  scienza  son  come  ‘l  nocchieri  ch’entra  in  navilio  sanza  timone  o  bussola,  che  mai  ha 

Informazione strutturata.

Ipogei sulcitani tra età punica e romana: la Tomba Steri 1 2027.. Una delle particolarità rilevanti per quanto riguarda la cultura ma- teriale è l’utilizzo di forme vascolari in

The Robert Schuman Centre for Advanced Studies, created in 1992 and currently directed by Professor Brigid Laffan, aims to develop inter-disciplinary and comparative research on

The aim of our study was to determine the efficacy of Ultrasound-guided Radiofrequency Ablation in our experience in the treatment of symptomatic benign

Utilizza i grafici della funzione esponenziale e della retta per stabilire se ammette soluzioni e per fornire una stima di esse.. LICEO DELLE SCIENZE

Ogni quesito va motivato in modo opportuno, pena la sua esclusione dalla valutazione. Traccia nel piano cartesiano il grafico di una funzione, se esiste, che abbia le

“Il percorso del liceo delle scienze umane è indirizzato allo studio delle teorie esplicative dei fenomeni collegati alla costruzione dell’identità personale e delle relazioni