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Academic year: 2021

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Editoriale

Una breve premessa ci sembra necessaria per descrivere l’atmosfera in cui ci siamo trovati nel momento in cui abbiamo lavorato alla composizione di questo numero.

Come analisti junghiani, la nostra missione di ricerca e di lavoro clinico è fortemente ancorata alla considerazione della psiche individuale in rela-zione al mondo esterno, con l’obiettivo di accoglierne la complessità in un’a-pertura di orizzonte e di sguardo in sintonia con le trasformazioni e i movi-menti nello spirito del tempo. Ne è testimonianza la proposta, nata circa un anno fa, di dedicare un intero volume, il prossimo, alla relazione tra dimen-sione politica e psiche. Non possiamo concepire la cosiddetta “neutralità” dell’analista come anestesia alle vicende mondane e non vogliamo, pertanto, ignorare ciò che sta accadendo intorno e dentro di noi. Da quando abbiamo iniziato a lavorare a questo progetto la situazione generale, dal nostro micro-cosmo del mondo analitico fino al macromicro-cosmo del mondo intero, si è tra-sformata: è stata attraversata dall’esperienza dell’emergenza, della quaran-tena, della pandemia che hanno modificato o stanno modificando le nostre vite personali e professionali. Come analisti abbiamo continuato ad interro-garci su cosa stava succedendo dentro e fuori di noi, al lavoro, e abbiamo lavorato nella relazione con i pazienti – improvvisamente e malgrado le no-stre tradizioni trasposta sul piano di incontri telefonici o virtuali – cercando di esplorare insieme con l’altro la complessa risonanza emozionale di eventi tragici, angoscianti e imprevedibili che hanno riguardato la vita di tutti. Ab-biamo reagito come Associazione promuovendo nei nostri consultori un’at-tività di volontariato, rivolta ad offrire ascolto e supporto psicologico alla popolazione italiana che si sia trovata, per condizioni di maggiore fragilità o per esperienze traumatiche personali e familiari, a soffrire in modo partico-

Studi Junghiani (ISSN 1828-5147, ISSNe 1971-8411), vol. 26, n. 1, 2020 Doi: 10.3280/jun1%2851%29-2020oa10105

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lare delle implicazioni della pandemia. Tale attività ha visto la nostra Asso-ciazione collaborare con altre Società scientifiche di psicoterapia, di diversi orientamenti, nel Servizio di assistenza organizzato dal Ministero della Salute per fare fronte alle conseguenze psicologiche del COVID-19. Un impegno che ci ha permesso anche di scoprire la forza della solidarietà in circostanze sociali che possono a buon diritto definirsi catastrofiche da molti punti di vista.

Ci siamo trovati tutti coinvolti a incontrare l’ignoto, una realtà non cono-sciuta, in cui non eravamo noi più esperti dei nostri pazienti; per la prima volta, in modo così massiccio, ci siamo trovati ad affrontare qualcosa che era nel campo in cui noi stessi eravamo immersi, una realtà comune; le incer-tezze dei pazienti sono le nostre stesse incerincer-tezze e non è quel rispecchia-mento o quel sentire che è lo strurispecchia-mento principe del nostro lavoro. Preoccu-pazione, solitudine, paura, senso di isolamento, fragilità: non eravamo poi così lontani da quello che sentivano i nostri pazienti, non sempre riuscivamo a mantenere la giusta distanza. La sofferenza di chi si è affidato alla figura del terapeuta non ha provocato solo un’intensa risonanza nella psiche dell’analista, ma in quanto esperienza comune, ha rischiato di rendere diffi-cile una restituzione lucida e detossificata dei vissuti proposti dai pazienti. Quando ci siamo incontrati tra colleghi, ci siamo trovati a confrontarci spesso su quanto l’esperienza della pandemia ci mettesse di fronte alla difficoltà di pensare; ci si è resi conto che stava succedendo qualcosa rispetto alla quale non eravamo neanche noi attrezzati; qualcosa che sino ad allora era impen-sabile e impensata. Parlare tra di noi, e con altri colleghi, della difficoltà delle relazioni vissute forzatamente solo attraverso gli schermi ci ha aiutato a man-tenere la pensabilità su ciò che stava accadendo; sappiamo che dall’immer-sione nel trauma e nelle reazioni ancestrali dell’inconscio collettivo può tut-tavia nascere la consapevolezza che dovremo affrontare tempi nuovi, cam-biamenti collettivi importanti, direzioni ancora non definite.

In ragione di queste considerazioni, il numero 51 di Studi Junghiani ac-coglie e propone articoli che si aprono su un ampio ventaglio di tematiche care alla psicologia analitica. Sono forse tracce per un attraversamento, rife-rimenti per inoltrarsi ancora nell’ignoto, fili di pensiero per imbastire un prima e un dopo.

Il Comitato di Redazione

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