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STUDI COMPUTAZIONALI PER L'IDENTIFICAZIONE DI MOLECOLE CAPACI DI INTERAGIRE CON LA PROTEINA NONO

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Academic year: 2021

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UNIVERSITÀ DI PISA

DIPARTIMENTO DI FARMACIA

Corso di Laurea Magistrale in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche

Tesi di laurea:

STUDI COMPUTAZIONALI PER L’IDENTIFICAZIONE DI

MOLECOLE CAPACI DI INTERAGIRE CON LA PROTEINA NONO

Relatore: Prof. Tiziano Tuccinardi

Relatore: Dott.ssa Margherita Lapillo

Candidato: Natalia Martelli

(Mat. N° 441859)

Settore Scientifico Disciplinare: CHIM-08

ANNO ACCADEMICO 2016-2017

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Il melanoma cutaneo è un tumore che deriva dalla trasformazione tumorale dei melanociti, alcune delle cellule che formano la pelle. In Italia i dati AIRTUM (Associazione Italiana registri tumori) parlano di circa 13 casi ogni 100000 persone, con una stima che si aggira attorno a 3150 nuovi casi ogni anno tra gli uomini e 2850 tra le donne. Inoltre l’incidenza è in continua crescita ed è quasi raddoppiata negli ultimi dieci anni.

Ad oggi sono disponibili una serie di trattamenti tra cui la chirurgia, la radioterapia e la chemioterapia. Sono tuttavia in corso di studi altre tipologie di terapie mirate e vaccini. Il principale fattore di rischio per il melanoma cutaneo è l’eccessiva esposizione alla luce ultravioletta, che arriva a noi sotto forma di raggi UVA, UVB e UVC, ed è principalmente rappresentata dai raggi del sole. La troppa esposizione al sole rappresenta un potenziale pericolo perché può danneggiare il DNA delle cellule della pelle ed innescare così la tra-sformazione tumorale.

Il danno al genoma in seguito alla esposizione ad agenti mutageni può sfociare prevalen-temente in due tipologie di danno: quello a carico di un solo filamento o di entrambi (DNA DSB). Per quest’ultima, le cellule eucariote hanno sviluppato due meccanismi di riparazio-ne: la HR (riparazione per ricombinazione) e la NHEJ (riparazione non omologa).

In questo lavoro di tesi assume un ruolo fondamentale la riparazione NHEJ, in quanto in questa via entra a partecipare la proteina da me studiata (NONO): quest’ultima interviene a livello della RNA polimerasi durante la replicazione dello stesso.

Nel dettaglio NONO, insieme ad altre proteine, rientra nella famiglia delle DBHS (Droso-phila Behaviour/human splicing). NONO è una proteina dimerica ed è caratterizzata dalla presenza di due catene di cui una in grado di legarsi all’RNA mentre l’altra al DNA. NONO presenta una struttura centrale che contiene circa 300 amminoacidi, e al cui interno ritroviamo due motivi di riconoscimento in tandem dell’RNA (RRM1 ed RRM2), un do-minio NOPS ed un’estremità carbossi-terminale avvolta a spirale in senso antiparallelo e destrorsa che posiziona due dei quattro domini di riconoscimento del RNA ai lati di un ca-nale idrofilo di circa 20Å. NONO è implicata nel controllo del checkpoint G1/S nel quale ha la capacità di bloccare la replicazione del DNA in seguito a mutazioni.

Lo scopo della mia tesi è stato quindi la ricerca di molecole in grado di legarsi alla NONO ed incrementare così il meccanismo di difesa della cellula. Pertanto, è stata sviluppata una

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piattaforma di Virtual Screening (VS) partendo dall’analisi della struttura cristallografica della proteina (codice PDB 3SDE).

L’intero lavoro può essere schematizzato secondo il work flow mostrato in Figura 1.

Figura 1

Inizialmente è stata applicata una procedura di self-docking utilizzando i 12 software di docking disponibili nel mio laboratorio per valutare quale tra questi fosse in grado di ri-produrre la pose cristallografica del ligando considerato, in questo caso l’RNA. La struttu-ra della proteina NONO è stata infatti risolta nella forma apo (forma non legata) per cui, dopo opportuna sovrapposizione con la struttura di una proteina omologa (codice PDB 4YOE), è stato estratto l’RNA ed utilizzato quale ligando di riferimento per il self-docking. Considerando un valore soglia di RMSD (Root Mean Square Deviation) di 2Å, il pro-gramma VINA è risultato essere il migliore allo scopo.

Il database ENAMINE è una dataset commerciale di circa 1500000 molecole. In questo studio sono state considerate solo quelle molecole aventi un peso molecolare maggiore o uguale a 350Da, valore corrispondente al peso molecolare del ligando preso come riferi-mento. I composti così selezionati sono stati circa 100000.

Le molecole considerate sono state sottoposte ad una procedura di screening Receptor-ba-sed (RB) con il programma FLAP (Fingerprints for Ligands And Proteins), il quale permet-te di esplorare lo spazio farmacoforico tridimensionale di ligandi e propermet-teine. È stata prima individua la pocket corrispondente alla cavità proteica di legame e poi valutato, attraverso la funzione pre-filtro, quali molecole fossero in grado di interagire al meglio con i MIFs (Molecular Interaction Fields) della cavità stessa.

Pre-filtro receptor-based con FLAP Docking molecolare con VINA Dinamica molecolare Validazione mediante self-docking Selezione dataset ENAMINE

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Successivamente, le molecole filtrate sono state sottoposte al docking con il programma VINA, il software migliore risultante dall’analisi di self-docking. Sono stati così selezionati 19 composti d’interesse.

Infine, è stata effettuata la simulazione di dinamica molecolare dei composti ottenuti attra-verso i programmi della suite AMBER14, per verificare la stabilità delle interazioni sugge-rite dal docking. Le traiettorie ottenute sono state analizzate tenendo in considerazione sia l’andamento dell’RMSD che il mantenimento dei legami ad idrogeno dei ligandi nell’inte-ro corso della simulazione.

Alla fine di questa procedura una sola molecola è stata considerata promettente e sarà ac-quistata per valutarne l’attività attraverso futuri studi in vitro.

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