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Modulazione numerica

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Academic year: 2021

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(1)

Capitolo

14

Modulazione numerica

S

ono qui discusse le tecniche adottate qualora il segnale da trasmettere in forma modulata non sia analogico, ma costituito da una sequenza numerica, o simbolica. Il contesto applicativo può variare su un ampio ventaglio di casi, come le forme di broadcast digitale (terrestre o satellitare), le reti di accesso wifi o di telefonia cellulare, i modem e l’adsl, le comunicazioni satellitari dallo spazio profondo, i ponti radio numerici per flussi dati ottenuti come multiplazione temporale di più sorgenti, di tipo multimediale e/o provenienti da reti a pacchetto... in pratica, la gran parte delle comunicazioni dati che non viaggiano su fibra ottica. In tutti questi casi ci si trova in presenza di un canale trasmissivo di tipo passa-banda, quindi inadatto a trasportare un segnale dati realizzato mediante codici di linea di banda base (vedi § 8.2), e dunque è necessario produrre un segnale modulato (vedi cap. 9) per trasporre la banda del segnale in accordo ai vincoli imposti dal canale. Ora non vengono però semplicemente applicate le tecniche esposte al cap. 10, ma queste vengono rese specifiche alla caratteristica del segnale dati di essere costituito da sequenze di simboli appartenenti ad un alfabeto finito, da mappare (agli istanti di simbolo) su un insieme finito di punti nello spazio, che per segnali modulati è lo spazio dell’inviluppo complesso.

14.1

Modulazione di ampiezza

In questo caso l’informazione numerica è impressa sulla portante alterando le ampiezze di una (o entrambe, come mostrato al § 14.3) delle componenti analogiche di bassa frequenza. 14.1.1 Modulazione BPSK

E’ l’acronimo di Bi-Phase Shift Keying1, e individua una tecnica per il trasporto dell’informa-zione basata sull’utilizzo di 2 possibili fasi per la portante:

xBP SK(t) = a sin (ω0t + ϕ (t)) dove ϕ (t) = ∞ X k=−∞

ϕkrectTb(t− kTb) (14.1)

con i valoriϕkpari a±π2 per rappresentare le cifre binarie0 ed 1 trasmesse agli istanti kTb. Sebbene l’operazione così definita corrisponda ad una modulazione di fase (§ 10.3), è facile mostrare come possa essere realizzata mediante una comune modulazione di ampiezza bld-ps (§ 10.1.1) con segnalazione antipodale (§ 6.8.1). Se definiamo infatti un segnalem (t) come un

(2)

2cos tω0

m(t) x(t) y(t)

banda base modulato demodulato banda base

schema di elaborazione forma d'onda densità spettrale (dB) cos tω0 2f0 f0 fb

Figura 14.1: Architettura di mo-demodulazione bpsk, forme d’onda, e densità spettrali

codice di linea nrz bipolare (§ 8.2.1), che assume valori±1 in corrispondenza delle cifre binarie 0 ed 1, allora il segnale

xBP SK(t) = m (t) cos ω0t

è equivalente a quelle espresso dalla (14.1), e la sua mo-demodulazione coerente avviene me-diante l’architettura mostrata alla fig. 14.1. Il segnale uscente dal moltiplicatore di demodula-zione2ha espressione

y (t) = x (t)· 2 cos ω0t = 2m (t)· cos2ω0t = m (t) + m (t)· cos 2ω0t

e dunque il codice di lineam (t) può essere riottenuto mediante filtraggio passa-basso. La parte centrale di fig. 14.1 mostra la forma d’onda che corrisponde alle elaborazioni previste, mentre nella parte inferiore sono raffigurate le densità spettrali corrispondenti (espresse in dB, vedi § 7.1), tenendo conto3di eq. (8.2), di fig. 3.5, e della mo-demodulazione bld-ps (§ 10.1.1.1).

Una buona caratteristica di questa tecnica è l’andamento costante dell’ampiezza della por-tante modulata, che permette di utilizzare la massima potenza del trasmettitore, appena inferio-re al valoinferio-re che inizia a produrinferio-re fenomeni di distorsione (§ 7.3). L’aspetto negativo è l’elevata occupazione di banda, legata all’uso di forme d’onda rettangolari perm (t) che, nel caso di tra-smissione su canali con limitazioni di banda, causa vincoli sulla massima frequenza binaria. Per questi motivi, il metodo è particolarmente indicato nel caso di collegamenti in cui la potenza di trasmissione è limitata, ma non la banda4.

Alternative per l’impulso di banda baseg (t) Riprendendo i concetti discussi al § 8.2, in questo capitolo il segnale dati di banda base (ovvero pre-modulazione) è realizzato mediante una delle seguenti possibilità di scelta perg (t):

• impulso nrz o rettangolare (pag. 205), che determina una occupazione di banda multipla difb=1/Tb;

• impulso con trasformata a coseno rialzato (§ 8.2.2.3), che occupa una banda pari afs

2 (1 + γ); • impulso a banda minima (pag. 211), che riduce l’occupazione di frequenza ad fs

2, ma presenta difficoltà realizzative.

2Qui e nel seguito assumiamo di disporre di una portante di demodulazione omodina o coerente (§ 10.2.1), ossia

pri-va di errori di fase e frequenza, così come di una perfetta temporizzazione di simbolo; le considerazioni al riguardo di quest’ultimo aspetto sono svolte all’appendice 14.11.

3Il segnale di banda basem (t) =P

kak· g (t − kTb) in cui g (t) = rectTb(t) ed i simboli aksono a media

nulla ed indipendenti, ha una densità di potenzaPm(f ) = σ2A

Tbsinc 2

(f Tb), il cui andamento è mostrato in fig. 3.5 di

pag. 69.

(3)

Sezione 14.1. Modulazione di ampiezza 379 Gli aspetti prima evidenziati per il bpsk sono quindi sovvertiti qualora il segnalem (t) sia gene-rato utilizzando forme d’ondag (t) con occupazione di banda limitata, come nel caso del coseno rialzato, per il quale la banda occupata a frequenze positive risulta pari a BBP SK = fb(1 + γ), doppia rispetto al caso di banda base, a causa della modulazione bld, mentre l’ampiezza del segnale modulato non è più costante. Infatti, in corrispondenza degli istantikTbl’ampiezza dixBP SK(t) assume esattamente uno dei valori (±1) del segnale dati m (t), ma nell’intervallo tra due istanti kTb< t < (k + 1) Tbl’ampiezza dipende della somma di tutte le code delle funzionig (t) relative ai simboli trasmessi (vedi fig. 8.7 a pag. 212). 14.1.2 Modulazione L-ASK d B 2 fs NRZ coseno rialzato =0.66 fs d B γ f f Ci riferiamo ora al caso in cui si operi una classica am-bld (da

cui il termine Amplitude Shift Keying - ask) a partire da un se-gnale datim (t) multilivello (§ 8.1.2.4), producendo un segnale modulato di espressione

xL−ASK(t) = m (t) cos (2πf0t) dove m (t) = P∞

k=−∞ak· rectTs(t− kTs)

in cuim (t) agli istanti kTsassume valoriakdistribuiti unifor-memente, in un intervallo∆, su L livelli di ampiezza centrati sullo zero5.

8 - ASK

modulato

banda base costellazione

xs

xc

Δ

L’ampiezza di l-ask subisce dunque variazioni, come mostrato nella figura soprastante per un ca-so con L = 8, in cui è rappre-sentato anche un diagramma detto

costellazione, che rappresenta i valori assunti

f0 fs f0 f0 f f f γ s f (1+ ) γ= 0 γ= .33 γ= .66 γ= 1 0 -10 -20 -30 PL-ASK(f) PL-ASK(f) dB G(f-f0) 20log10|G(f-f0)| |G(f-f0)| 2

Figura 14.2: Densità spettrale l-ask in diverse unità di misura

dall’inviluppo complesso in corrispondenza degli istanti di simbolo, che in virtù della am-bld presenta la sola c.a. di b.f.xc(t). Ogni akrappresenta dunque M = log2L bit, ed il periodo di simbolo Ts= M Tb ha durata multipla diTb, pertanto la banda occupa-ta da l-ask è minore rispetto a quella del bpsk di un fattore pari aM = log2L(6).

Anche in questo caso, sem (t) è generato me-diante un impulso a coseno rialzato anziché con uno nrz7, la densità spettrale assume il noto andamento (vedi pag. 211) riportato ora in figura 14.2, assieme ai corrispettivi valori in dB. Pertanto la banda a fre-quenze positive occupata daxL−ASK(t) con g (t) a coseno rialzato vale

BL−ASK= fs(1 + γ) = fb

log2L(1 + γ) (14.2)

5Per chi si sta chiedendo quanto valgono questi livelli, diciamo che il livello i-esimo (con

i = 0, 1, · · · , L − 1) corrisponde al valoreai

= i · ∆

L−1− 1 . Verificare per esercizio con ∆ = 2 ed L = 4.

6Ad esempio: seL = 32 livelli, la banda si riduce di 5 volte, ed infatti con M = 5 bit si individuano L = 2M= 32

configurazioni. Dato che il numeroM di bit/simbolo deve risultare un intero, si ottiene che i valori validi di L sono le potenze di2.

7Notiamo che mentre per il bpsk scegliere il primo al posto del secondo comporta perdere i benefici di una ampiezza

(4)

Efficienza spettrale o densità di informazione E’ definita come il rapportoρ tra la fre-quenza binaria e la banda occupata

ρ =fb

B (14.3)

e si esprime in bit/sec/Hz, rappresentando appunto quanti bit/sec sono trasmessi per ogni Hz utilizzato. Nel caso di l-ask con impulsi a banda minima (γ = 0) si trova allora

ρL−ASK =fBb = log2L (14.4)

mentre per altre forme di modulazione e/o di impulsi si ottengono altri valori8, confrontan-do i quali si valuta la bontà di un metoconfrontan-do rispetto all’altro nei termini dell’utilizzo di banda. Ad esempio, se compariamo il risultato perρL−ASK con quello relativo ad una trasmissione numerica di banda base (vedi eq. (8.20)), notiamo un peggioramento di un fattore 2, dovuto al-l’uso di una am-bld. Come per il caso analogico, la banda potrebbe essere dimezzata adottando una am-blu, ma vedremo invece tra breve che si preferisce seguire approcci diversi, come ad esempio psk e qam.

14.1.3 Valutazione delle prestazioni

SNR,Eb/N0ed efficienza spettrale Nell’analisi delle prestazioni delle tecniche di modula-zione numerica che affronteremo, la probabilità di errore per simboloPe(simbolo) o per bit Pe(bit) sarà espressa in funzione della grandezzaNEb0, introdotta a pag. 217, che rappresenta l’equivalente del rapporto segnale rumore di riferimentoSN R0= NP0xW definito al § 12.2.1.19, nel senso che come questo, consente il confronto tra tecniche diverse10.

D’altra parte, una trasmissione am-bld numerica che occupi una banda a frequenze positive B si presenta in ingresso al decisore con un

SN R = Px Pn = Ebfb 2B·N0/2 = Eb N0 fb B = ρ Eb N0 (14.5)

in cuiPnè limitata da un filtro di ricezione, eρ è l’efficienza spettrale definita alla (14.3): pertanto Eb

N0 è anche indicato comeSN R normalizzato o SN R per bit. Nel caso di g (t) a

banda minima (§ 8.2.2.3) la (14.4) fornisceρL−ASK = log2L e dunque SN R = log2L Eb

N0,

mentre a pag. 217, eq. (8.16), si deriva la relazione traEb

N0 eSN R per il caso particolare di un

segnale dati a coseno rialzato. Invertendo la (14.5) si ottiene Eb

N0 =

SN R

ρ , che evidenzia come, a parità diSN R, al miglio-ramento dell’efficienza spettrale corrisponda una diminuzione di Eb

N0, che a sua volta è causa

di un peggioramento della probabilità di errore, in accordo con il compromesso banda-potenza, vedi § 8.4.7.

Probabilità di errore BPSK e L-ASK Viene calcolata per un segnale l-ask in funzione di Eb/N0, al variare del numero di livelli, ottenendo il caso bpsk perL = 2.

Al § 14.1.2 abbiamo osservato come l’l-ask sia ottenibile mediante una modulazione am-blddi un segnale dati di banda base (vedi anche fig. 14.3), e come discusso al § 12.2.1.1, l’SN R

8Vedi tabella 14.1 a pag. 399. 9Ricordiamo che

Pxesprime la potenza ricevuta,N0rappresenta il doppio dellaPn(f ) presente al decisore, e W è

la banda del segnale modulante.

10Infatti come discusso a pag. 217E

b=Pxfb, comeN0, dipende solamente da parametri di sistema (Pxefb), mentre

(5)

Sezione 14.1. Modulazione di ampiezza 381 Decisore x +c νc 2cos tω0 G(f) f fb 010110.. DAC 2M livelli M bit/simbolo serie parallelo codice di Gray fs xL-ASK(t) 010110.. parallelo serie codice di Gray π (t) Ts fs soglie fs n(t) cos tω0

Figura 14.3: Schema di mo-demodulazione per un segnale l-ask

in uscita dal filtro di ricezione (e dunque l’Eb/N0, vedi eq. (14.5)) per una modulazione am-bld

è pari al rapportoSN R0 tra potenza ricevuta e potenza di rumore nella banda del segnale modulante. Pertanto, l’SN R (e l’Eb/N0) dopo demodulazione di l-ask è pari a quello che si

avrebbe per il segnale dati di banda base da cui ha origine. Le prestazioni per un segnale dati di banda base a coseno rialzato sono ricavate al § 8.4.9, che riportiamo quindi di seguito come probabilità di errore per simbolo dell’l-ask11

PeL−ASK(simbolo) =  1 1 L  erf c (s 3Eb N0 log2L (L2− 1) ) (14.6) 1e-07 1e-06 1e-05 0.0001 0.001 0.01 4 5 6 7 8 9 10 11 Pe BPSK Eb/No(dB) Figura 14.4: Prestazioni bpsk

che è valida per un segnale con γ = 0, ossia a banda minima12. Le curve diPL−ASK

e (bit) in fun-zione di Eb N0

dBsono quelle di fig. 8.10 a pag. 222, dove si tiene anche conto dell’uso di un codice di Gray (§ 8.4.9.1) per associare i livelli a configurazioni binarie.

Come anticipato, perL = 2 la (14.6) esprime le prestazioni del bpsk, ovvero

PeBP SK(bit) = 1 2erf c (r Eb N0 ) (14.7) che come prima si riferisce al caso di banda minima, ed i cui valori sono graficati in fig. 14.4, identica alla (8.18) ottenuta per il caso di banda base, ed alla (6.38) relativa al filtro adattato.

11Forniamo qui una contro-dimostrazione forse inutilmente elaborata. Con riferimento alla figura seguente, il calcolo

dellaPeper l’l-ask si imposta definendo valori diEbedN0equivalenti a quelli

di banda base, ma ottenuti dopo demodulazione, e cioèE′

b= Px′TbeN0′= PN′/W (infatti, PN′ = N ′0

2 2W , con W =fs2 = 2 log2 Lfb ).

L’equivalen-za è presto fatta, una volta tarato il demodulatore in modo che produca in uscita la componente in fase xc(t) limitata in banda tra ±W .

Demod. Decisore e P ’ N P ’ PN {a }k Decisore e P PN P ’x {a }k Px Px Banda Base L−ASK

Infatti in tal caso (vedi § 12.2.1)P′

x= Pxc = k2aPM = 2Pxe quindiEb′ = Px′Ts = 2PxTs = 2Eb; per il

rumore si ottieneN′

0=

P ′N

W in cuiPN′ = Pnc = σ2nc = σn2 = N02 4W e quindi N0′= 2N0. Pertanto, il valore

Eb′/N0′su cui si basa ora il decisore è lo stessoEb/N0in ingresso al demodulatore. 12Se

(6)

Per completare i confronti, osserviamo che ora all’aumentare diL la banda (14.2) (per γ = 0) BL−ASK = fs= fb

log2L

si riduce, mentre laPe(14.6) aumenta: ciò può tornare utile in presenza di canali con limitazioni di banda ma non di potenza, dato che in tal caso laPepuò essere ripristinata aumentando la potenza e quindiEb/N0, in base al cosiddetto compromesso banda-potenza. Al § 14.5.1 vedremo

come nella tecnica di fsk ortogonale lo stesso compromesso operi in direzione opposta, ovvero riuscendo a migliorarePeal prezzo di aumentare l’occupazione di banda.

14.2

Modulazione di fase

Prendiamo ora in esame il caso in cui l’informazione viene rappresentata dalla fase della por-tante.

14.2.1 Modulazione QPSK ed L-PSK

Questi due acronimi si riferiscono alla possibilità di usare rispettivamente quattro oppureL > 4 scelte diverse13per la fase, dando luogo ad un segnale modulato con espressione

xL−P SK(t) = a cos (ω0t + ϕ (t)) e quindi un inviluppo complesso

xL−P SK(t) = aejϕ(t)= a cos ϕ (t) + ja sin ϕ (t) (14.8) in cui ϕ (t) = ∞ X k=−∞ ϕkrectTs(t− kTs) e ϕkǫ{ϕ0, ϕ1, . . . , ϕL−1} (14.9) costellazione QPSK costellazione 16-PSK x s xc ϕ x s xc 0 01 10 11 00 ϕ cos 2 ϕ sin 2

La generica fase ϕi = Lπ + i · 2πL con i = 0, 1,· · · L−1 rappresenta una delle L = 2M possi-bili combinazioni diM bit di ingresso, e corrispon-de ad uno corrispon-dei punti mostrati nelle costellazioni di fi-gura, che individuano il valore dell’inviluppo com-plesso ricevuto in assenza di rumore negli istanti di simbolot = kTs ed a cui si fanno corrispondere

gruppi di bit in accordo alla codifica di Gray (§ 8.4.9.1). Lo stesso valore di fase è quindi man-tenuto per tutto il periodo di simbolo seϕ (t) è realizzata mediante rettangoli come indicato nella (14.9). Ma l’espressione (14.8) dixL−P SK(t) in termini di{xc, xs} evidenzia come il risultato sia ottenibile mediante una modulazione am in fase e quadratura14, suggerendo l’im-plementazione del modulatore secondo lo schema di fig. 14.5, in cui i valori dicos ϕiesin ϕi per gliL diversi gruppi di M bit sono precalcolati in una memoria a sola lettura, ed impiegati come ampiezze per realizzare due segnali dati di banda base, usati quindi come c.a di b.f. per il modulatore in fase e quadratura.

Occupazione di banda L’uso di un codice nrz perϕ (t), e quindi per xc edxs, produ-ce una occupazione di banda elevata perxL−P SK(t), la cui densità di potenza in tal caso

13Il caso in cuiL = 2 ricade nel bpsk già discusso 14che non è una modulazione am-blu dato chex

(7)

Sezione 14.2. Modulazione di fase 383 coseno rialzato o NRZ cos ϕk x (t) Ts π ROM PSK(t) indice di una delle 0 ω -sin t 0 ω cos t D/A D/A k sin ϕ k ϕ M bit/simbolo L = 2 valoriM f = f / M s b G(f) G(f) serie parallelo fb codice di Gray Figura 14.5: Modulatore L-PSK dB 2fs f f dB NRZ coseno rialzato ✁=0.66 fs

acquisisce un andamento sin x x

2

centrato inf0e con lobo principale di estensione15pari ad2fs = 2fb/M, come rappresentato in figura per una densità di poten-za in dB. L’occupazione di banda può essere limitata a

BL−P SK= fs(1 + γ)

se si realizzaϕ (t) mediante impulsi g (t) a coseno rialzato, potendo così scrivere xL−P SK(t) = a ∞ X k=−∞ ejϕk · g (t − kTs) (14.10) Dinamica delle ampiezze Adottando un impulsog (t) a coseno rialzato anziché rettangola-re,x (t) passa dai punti della costellazione solo negli istanti di simbolo, mentre nell’intervallo tra

100 150 200 250 -1.5

-0.5 0.5 1.5

componenti analogiche di b.f. per QPSK

100 150 200 250 segnale modulato QPSK in fase in quadratura 2 2 0 -1 -2

due di essi segue traiettorie con ampiezza variabi-le16, come illustrato nella figura a fianco, non per-mettendo al segnale modulato di rispettare la pro-prietà di ampiezza costante che una modulazione angolare dovrebbe avere17. Pertanto la scelta tra nrzo coseno rialzato dipende dalla necessità di limitare la dinamica delle ampiezze, piuttosto che l’estensione della banda.

Traiettoria dix (t) Altrettanto interessante può essere riflettere sulla fig. 14.6 in cui si mo-stranoxcedxsancora per una modulazione qpsk, valutate cong (t) a coseno rialzato (γ = 0.5) per 10 campioni per simbolo, e mostrate per 10 simboli in coordinate cartesiane e polari; al cen-tro è mostrato la corrispondente evoluzione perx (t), mentre a destra si mostra la traiettoria dix (t) visualizzata per 100 simboli.

Efficienza spettrale Per l-psk l’efficienza spettrale è identica a quanto ottenuto per l’ask con ugual numero di livelli, dato che per entrambe la frequenza di simbolo risulta pari afs=logfb

2L, 15Infatti un rettangolo di durataT

sha trasformatasinc (Tsf ), con il primo zero in f =1/Ts= fs, e la modulazione

am-bldproduce un raddoppio della banda occupata.

16Se viceversag (t) = rect

Ts(t), |x| giace su di un cerchio, spostandosi istantaneamente da un punto all’altro della

costellazione

17Nella parte superiore della figura è mostrato l’andamento delle c.a. di b.f. per 5 simboli di un qpsk realizzato adottando

g (t) a coseno rialzato con γ = 0.5, e si può notare che ognuna di esse assume il valore ±1 in corrispondenza di ogni periodo di simbolo. Nella parte inferiore è riportato il corrispondente segnale modulato, che come si vede non è affatto ad ampiezza costante.

(8)

-1.5 -1 -0.5 0 0.5 1 1.5 20 30 40 50 60 70 80 90 100 componenti analogiche di b.f. QPSK -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4 20 30 40 50 60 70 80 90 100 modulo e fase inviluppo complesso QPSK

ramo Q ramo I fase modulo -1.5 -1 -0.5 0 0.5 1 1.5 -1.5 -1 -0.5 0 0.5 1 1.5 -1.5 -1 -0.5 0 0.5 1 1.5 -1.5 -1 -0.5 0 0.5 1 1.5 traiettoria inviluppo complesso traiettoria inviluppo complesso

Figura 14.6: Andamento delle c.a. di b.f. xced xsper dieci simboli di segnale qpsk, in coordinate

cartesiane e polari (a sn.), traiettoria dell’inviluppo complesso x (t) per 10 simboli (al centro) e per 100 simboli (a ds.)

e dunque (per coseno rialzato conγ = 0) si ottiene ρL−P SK= fb B = fslog2L fs = log2L

Dal punto di vista delle prestazioni, occorre distinguere il caso in cuiL = 4 (indicato come qpsk = Quadrature Phase Shift Keying) da quello conL generico, in quanto sussistono due diverse architetture per il demodulatore.

14.2.2 Prestazioni QPSK

In questo caso (psk con 4 livelli) il demodulatore coerente è costituito da due rami indipendenti in fase e quadratura (vedi fig. 14.8), che operano ad una frequenza di simbolofspari a metà di quella binaria. In virtù di come la codifica di Gray dispone la costellazione (vedi fig. 14.7),

10 00 xs xc cos3π/4 Pec 01 11 regione di decisione per ?1 c σν p ( ) c d dc c d Figura 14.7: Costellazione qpsk e calcolo della Pc e ogni ramo del decisore opera su di uno solo della coppia di bit

associati al simbolo trasmesso; le due decisioni vengono poi ri-serializzate. Entrambi i rami si comportano quindi come un de-modulatore l-ask (§ 14.1.2) conL=2, ovvero un bpsk, e per un segnale dati a coseno rialzato a banda minima (γ = 0) la proba-bilità di errore relativa ad ogni singolo ramo è espressa18dalla (14.7), fornendo Pec= Pes= 1 2erfc (r Eb N0 )

che rappresenta la probabilità che una componente analogica di b.f. ottenuta demodulando il segnale con sovrapposto rumore,

18In effetti, dovremmo verificare che l’attuale valore diEb/

N0sia lo stesso del caso bpsk: mentre perN0al § 12.1.4 si

mostra che è vero, per quanto riguardaEb(a prima vista) sembra che il suo valore si dimezzi. Infatti, a parità di potenza

ricevuta, i punti di costellazione del bpsk giacciono all’intersezione tra l’asse cartesiano della c.a. di b.f. ed il cerchio di raggio pari all’ampiezzaa del segnale ricevuto, mentre nel qpsk le fasi

formano un angolo di45orispetto agli assi, moltiplicando percosπ

4 =

2/2le coordinate cartesiane, e riducendo dunque la potenza delle c.a. di

b.f. di un fattore2, e così pure il valore di Eb. In realtà, la durata doppia

del periodo di simboloTs= 2Tbcompensa questa riduzione, e dunque

anche l’E′

bdi ogni ramoE′b= PxTssi mantiene invariato.

xs xc BPSK 1 xs xc QPSK 0.707

(9)

Sezione 14.2. Modulazione di fase 385 P/S 01001101 T = 2Ts b Decisore Decisore f = 2fb s x + c x +s 2cos tω0 -2sin tω0 x (t) + n(t) QPSK fs νc νs Figura 14.8: Demodulatore QPSK

valutata all’istante di decisionekTs, giaccia nell’area mostrata in basso19della figura 14.7. La probabilità di errore (per impulso a banda minima) in un bit della sequenza re-serializzata risulta quindi20 PeQP SK(bit) = Pec· P r {c} + Pes· P r {s} = 1 2(P c e+ Pes) = 1 2erfc (r Eb N0 ) (14.11)

in cuiP r{c} = P r {s} =1/2sono le probabilità che il bit ricevuto provenga dal ramo in fase o da quello in quadratura; d’altra parte, la probabilità di errore per simbolo risultaPe(simbolo)≃ Pc e+ Pes= erfc nqE b N0 o

(trascurando nuovamente la probabilità di un errore contemporaneo su entrambi i rami, vedi nota 20).

Osserviamo quindi come il qpsk consenta di ottenere le stesse prestazioni del bpsk, graficate in fig. 14.4, utilizzando solo metà banda, in virtù delTsdoppio:

BQP SK= fs= fb

2 (1 + γ)

Quest’ultima osservazione permette di scrivereρQP SK=BQP SKfb = 2 = 2· ρBP SK, e sugge-risce un ulteriore21punto di vista rispetto all’invarianza delle prestazioni rispetto al bpsk: infat-ti, dimezzando la banda si dimezza anche la varianza del rumore in ingresso al demodulatore, e ciò compensa la riduzione di ampiezza delle c.a. di b.f. del segnale per il caso qpsk.

Ottimalità di BPSK e QPSK Se queste tecniche sono attuate mediante unG (f ) = rectfs/2(f )

ovvero a banda minima, in presenza di demodulazione coerente il filtro passabasso che precede il campionatore del decisore costituisce un filtro adattato (vedi § 6.8.1) con segnalazione antipo-dale, e le prestazioni sono quelle ottime, come si verifica confrontando l’eq. (6.38) con le (14.7) e (14.11). Se viceversaG (f ) non è a banda minima, ma di Nyquist, la coerenza di demodulazione permette comunque di adottare in ricezione un filtro adattato (§ 8.4.10) al posto del passabasso mostrato in fig. 14.3, e dunque ottenere le medesime prestazioni.

19

All’istante di decisionek su ciascun ramo si osserva una v.a. gaussiana dc,scon varianzaσ2νc,s(vedi fig. 12.2 a pag.

315) e valor medioxc(kTs) = cos ϕkexs(kTs) = sin ϕk, doveϕkè la fase del punto di costellazione trasmesso

all’istantet = kTs, vedi eq. (14.10). Nell’esempio di figura, la decisione per il secondo dei due bit del simbolo cambia in

funzione del segno didc, e dunque si commette errore sul ramo in fase se ad es. si trasmette ?1, ma il rumore su quel

ramo ha un valore sufficientemente positivo da far superare lo zero in corrispondenza dell’istante di decisione.

20In effetti all’istante di decisione potrebbe verificarsi errore su entrambi i rami, ma tale evento avviene con probabilità

Pec· P s

eche si ritiene tanto più trascurabile rispetto aP c

equanto più quest’ultimo è piccolo. 21Ulteriore rispetto al commento alla nota 18, dove il ragionamento è svolto sull’Eb/

(10)

P/S decisore + Gray dc ds f b x + s s x + c c T = MT s b M bit/simbolo ν ν k k dk s d c d k φ regione di decisione per Figura 14.9: Demodulatore L-PSK 14.2.3 Prestazioni L-PSK

In questo caso il demodulatore ha una differente architettura (vedi fig. 14.9), ed il decisore opera congiuntamente su entrambi i rami, per ottenere la stima del gruppo diM = log2L bit associati ad una delle possibili fasiϕk. Indicando condkc,sle c.a. di b.f. demodulate all’istante t = kTs, la decisione avviene calcolandoϕdk = arctan

dks

dk

c e stabilendo all’interno di quale

regione di decisione bϕkcada la fase ricevutaϕdk, a cui il decisore fa corrispondere una codeword di Gray (fig. 14.10). All’aumentare del numero di livelliL, la potenza di rumore (che concorre alla probabilità di errore) diminuisce con la stessa legge di riduzione della banda, ovvero con illog2L, mentre la spaziatura tra le regioni di decisione diminuisce con legge lineare rispetto adL. Pertanto, l’aumento del numero di livelli produce un peggioramento della Pe. Senza approfondire i relativi conti, forniamo direttamente il risultato (conγ = 0) della probabilità di errore sul simbolo

PeL−P SK(simbolo) = erfc ( sin π L  r Eb N0 log2L ) (14.12)

che rappresenta la probabilità di decidere di aver ricevuto un bϕk 6= ϕk (diverso da quello trasmesso) e che, sePe≪ 1, è approssimata con la probabilità di invadere (a causa del rumore) una regione di decisione contigua (vedi fig. 14.9).

Confrontando il risultato con quello (eq. 14.6) per l’ask, osserviamo che l’assenza del termi-ne 1− 1

L 

è dovuto alla circolarità della costellazione, che il terminesin π L 

è un fattore che rappresenta il peggioramento all’aumentare diL, ed il log2L sotto radice è il miglioramento dovuto alla riduzione di banda. Il risultato (14.12) è una approssimazione valida sePe≪ 1, e via via più accurata conL crescente.

Nella tabella alla pagina seguente è riportato il risultato del confronto, per uno stesso valore diPe, dei valori ENb0 necessari per psk (14.12), contro quelli necessari (14.6) per l-ask: si è eseguito il rapporto tra gli argomenti degli erfc{}, si è elevato al quadrato, indicato come∆, ed il risultato è espresso in dB: quest’ultimo rappresenta (a parte il termine 1−1

L  L ∆Eb/N0 =13 L 2 − 1sin2 πL ∆Eb/N0(dB) 4 (QPSK) 2.5 4 8 3.07 4.88 16 3.23 5.1 32 3.28 5.2 64 3.29 5.2 dell’l-ask) il miglioramento di prestazioni in dB dell’l-psk ri-spetto ad l-ask, ovvero i dB di potenza risparmiata a pari-tà di probabilipari-tà di errore. Ta-le risultato (4-5 dB di miglio-ramento) porta a prediligere sempre il psk rispetto all’ask.

(11)

Sezione 14.3. Modulazione QAM 387

000 100

Codifica di Gray per PSK 101 111 110 010 011 001 10 20 30 40 50 1e-8 1e-7 1e-6 1e-5 1e-4 1e-3 1e-2 1e-1 Eb/No(dB) Pe(bit)

Probabilita’ di errore per L-PSK L = 2,4 8 16 32 64 128 256

Figura 14.10: Prestazioni l-psk con codice di Gray

E’ opportuno osservare che, qualora si desideri ottenere un valore di probabilità di errore per bit, questo è pari a

Pe(bit) = Pe(simbolo) log2L

a patto di associare, a livelli contigui, gruppi di bit differenti in una sola posizione, come previsto dal codice di Gray22(mostrato nella figura 14.10), in modo che l’errore tra due fasiϕ

kcontigue provochi l’errore di un solo bit nel gruppo dilog2L bit associati a ciascun livello. Le curve di probabilità di errore per bit, riportate anch’esse in fig. 14.10, sono calcolate in questo modo.

14.3

Modulazione QAM

Questo acronimo sta per Quadrature Amplitude Modulation, ed individua la tecnica di modula-zione che utilizza due portanti in quadratura come il psk

xQAM(t) = xc(t) cos ω0t− xs(t) sin ω0t

ma a differenza del psk, ora le componenti di banda basexcedxsnon dipendono da una stessa sequenza di fasi, ma sono originate da due flussi di dati distinti.

Con riferimento alla fig. 14.11, osserviamo che sebbenexc(t) e xs(t) si ottengano a par-tire da una medesima sequenza numerica {ak}, i bit di quest’ultima sono distribuiti alter-nativamente sui due rami (sequenze bc[n] e bs[n] in figura) a velocità dimezzata23, suddi-videndo un gruppo diM bit in due simboli costituiti da M′ = M/2 bit. Dalle sequenze bc ebs adM′ bit/simbolo poi si ottengono (mediante codifica di Gray) i valoricc ecs con L′= 2M′= 2M/2=2M =L livelli, che attraversando in forma impulsiva il filtro G (f ), danno luogo ai segnali di banda basexcedxs.

La sequenza di operazioni descritte determina una costellazione quadrata, composta daL = (L′)2punti24, che rappresentano le coordinate (nel piano dell’inviluppo complesso) in cuix è

22vedi il § 8.4.9.1

23In pratica, l’indicen si incrementa ogni due incrementi dell’indice k.

24Per come si è impostato lo schema di distribuzione dei bit tra i rami, L deve risultare un

quadra-to perfetquadra-to. Nulla impedisce di elaborare schemi diversi con costellazioni di forma non quadrata, vedi ad es. https://en.wikipedia.org/wiki/Quadrature_amplitude_modulation#Non-rectangular_QAM, ma in genere la soluzione quadrata è preferita per semplicità realizzativa.

(12)

{a }k M bit x QAM(t) (t) Ts π G(f) cos tω0 D/A G(f) frequenza di segnalazione M’=M/2 bit D/A ✁sin t 0 ω S/P + Gray b [n]s c [m]s x (t)s b [n]c c [m]c x (t)c 1 __ Tb f =b __1 Ts fs = = = __Mfb 2M'__fb distributore dei bit 2 = L’ livelliM’ __f b 2 .... S/P + Gray

Figura 14.11: Architettura di un modulatore QAM

xs xc 16 QAM Costellazione QAM x forzato a transitare in corrispondenza degli istanti di Nyquist

multipli del periodo di simboloTs, che risulta essere pari a Ts= Tb· M = f1blog2L

Esempio il 16-qam si ottiene con m = 4 bit/simbolo (L = 16 =

2M = 24) e sui due rami sono presenti L=16 = 4 livelli,

ottenendo il risultato di una costellazione quadrata di L = 4x4 = 16 punti.

Occupazione di banda SeG (f ) è a coseno rialzato con roll off γ, allora la banda a frequenze positive dixcedxsrisulta pari af2s(1 + γ) =2 logfb

2L(1 + γ), mentre quella di xQAMè pari

al doppio, a causa della modulazione am-bld-ps operata sui due rami del modulatore, ovvero BQAM =

fb

log2L(1 + γ) = fs(1 + γ)

e quindi uguale a quella di ask e psk con uguale numero di livelli (di cui condivide

100 150 200 250 -1.5

-0.5 0.5

1.5 componenti analogiche di b.f. per 16-QAM

100 150 200 250

segnale modulato 16-QAM

2 1 0 -1 -2 ramo I ramo Q

quindi anche l’efficienza spettrale).

Dinamica delle ampiezze Nella parte supe-riore della figura a lato è mostrato l’andamento dixcedxsper 5 simboli di un 16-qam realizza-to a partire da un segnale dati conγ = 0.5, e si può notare che in corrispondenza di ogni perio-do di simbolo entrambe assumono uno tra i valo-ri−1, −0.33, 0.33, 1. Nella parte inferiore è ri-portato il corrispondente segnale modulato, che come si vede non è affatto ad ampiezza costante. 14.3.1 Prestazioni di QAM

Nella parte sinistra di fig. 14.12 è mostrata la costellazione per un 16-qam in presenza di rumore (Eb/N0= 10 dB). La distanza tra due punti di costellazione è maggiore (a parità di L) del caso

psk, e pertanto c’è da aspettarsi un miglioramento delle prestazioni (a parità diEb/N0), in quanto l’area che individua la probabilità di errore è ridotta.

Il segnale qam viene demodulato secondo lo schema di fig. 14.13, che ci permette di con-statare come su ciascuno dei due rami in fase e quadratura transita un segnale ask multilivello

(13)

Sezione 14.3. Modulazione QAM 389 -1.5 -1 -0.5 0 0.5 1 1.5 -1.5 -1 -0.5 0 0.5 1 1.5

Costellazione 16-QAM per Eb/No = 10 dB

ds Regione di decisione c Pe s s p ( )s c p ( )c dc ν ν ν ν ν ν Probabilita’ di errore

Figura 14.12: Costellazione 16-qam in presenza di rumore (a sn), calcolo della Pesui rami (a ds)

conL′=L, e dunque possiamo adottare25l’espressione (14.6) (relativa ad un impulsog (t) a banda minima) per definire la probabilità di errore su ciascuno dei due rami, pari a

Pα = Pec(simbolo) = Pes(simbolo) = =  1−L1  erfc (s 3Eb N0 log2L′ (L′)2 − 1 )

Ricordando ora cheL′=L = (L)1/2

, e dunquelog2L′=1 2log2L, si ottiene Pα=  1−√1 L  erfc (r 3 2 Eb N0 log2L L− 1 ) (14.13)

La probabilità di errore (a simbolo) complessiva, cioè la probabilità che il segnale ricevutod = x + ν cada fuori della regione di decisione relativa all’x trasmesso (vedi parte destra di fig. 14.12), risultaPe(simbolo) ≃ Pα+ Pα = 2Pα, assumendo trascurabile la probabilità di sbagliare entrambexcedxs. Questa stessa ipotesi, assieme all’utilizzo di un codice di Gray per codificare i gruppi di bit associati ai livelli dei due rami, consente di esprimere la probabilità di

25Per applicare la (14.6) dobbiamo verificare se il valore diEb/

N0è lo stesso nei due casi (vedi nota 18). Mentre per N0non vi sono dubbi, notiamo (vedi § 10.4.3 per il caso di c.a. di b.f. incorrelate) che la potenza ricevutaPxsi dimezza

su entrambi i rami, così come lafb, e pertanto si ottieneE′b=Px/2fb/2 =Pxfb = Eb.

01001101 Ts = 2Tb P/S fb = 2fs decisore + Gray decisore + Gray x + c x +s 2cos tω0 -2sin tω0 x (t) + n(t) QAM νc νs M' = M/2 M bit/simbolo

(14)

xs 10 11 01 00 10 11 01 00 xc

Codifica di Gray per QAM

10-8 10-7 10-6 10-5 10-4 10-3 10-2 10-1 5 10 15 20 25 30 35 L = 4 16 64 256 1024 Eb/No(dB) Pe(bit)

Prob. Errore per L-QAM

Figura 14.14: Prestazioni l-qam con codice di Gray

errore per bit come

PeQAM(bit) = Pe(simbolo) log2L = = 2 log2L  11 L  erfc (r 3 2 Eb N0 log2L L− 1 ) (14.14)

In figura 14.14 troviamo le curve dei valori diPe(bit), per diversi valori di L, al variare diENb0 espresso in dB; il confronto con le curve relative al psk permette di valutare l’entità del miglio-ramento di prestazioni. Come è evidente, la modulazione qam offre prestazioni sensibilmente superiori rispetto alla psk.

Esercizio Consideriamo un sistema di modulazione numerica psk con 16 fasi, per il quale si riceva

una potenza di segnale Px= 10−3(Volt)2, in presenza di una densità di potenza di rumore

PN(f ) = 2 · 10−11(Volt)2/Hz. Si desideri ricevere un flusso numerico a velocità fb= 1

Mbit/sec e si considerino impulsi a coseno rialzato con γ = 0. 1) Quale è la Peper bit al ricevitore? E la banda occupata?

2) Quale nuovo valore di Pe si ottiene usando invece una modulazione qam con lo stesso

numero di punti di costellazione?

3) Nel caso 16-qam, qualora si desideri ancora la Peottenuta al punto 1), quanta potenza

è sufficiente ricevere?

4) Nel caso qam con la Pedel punto 1), qualora si desideri dimezzare la banda occupata,

che potenza è necessario ricevere?

5) Nel caso 16-qam con la Pedel punto 1) e Px= 10−3(Volt)2, quale nuova fbè possibile

raggiungere? Soluzione 1. Osserviamo che Eb= Px· Tb=Pfbx =10 −3 106 = 10−9(Volt)2/Hz, mentre N0= 2PN(f ) = 4 · 10−11(Volt)2/Hz, pertanto Eb N0 = 25 e E b N0  dB= 10 log1025 ≃ 14 dB.

(15)

Sezione 14.4. Codifica differenziale 391 (a) Dalle curve delle prestazioni per il PSK si trova che con Eb/N0= 14 dB, si ottiene

Pe= 10−3qualora si utilizzino 16 livelli. (b) La banda occupata risulta B = fb

log2L=

106

4 = 250 KHz.

2. Le curve delle prestazioni per il qam mostrano che con Eb/N0 = 14 dB e 16 livelli, si

ottiene Pe≃ 3 · 10−6.

3. le stesse curve mostrano che, con il 16-qam, la Pe = 10−3si ottiene con Eb/N0 = 10.5

dB, ovvero 14-10.5=3.5 dB in meno, che corrispondono ad una potenza Px′ = 10P0.35x =

10−3

2.24 = 4.47 · 10−5(Volt)2.

4. Dimezzare la banda equivale a utilizzare M = 8 bit/simbolo, ovvero raddoppiare log2L,

e dunque un numero di livelli L = 2M = 256 = (L)2. Le curve delle prestazioni per il

256-qam mostrano che per ottenere Pe = 10−3 occorre Eb/N0 ≃ 18.3 dB, pari ad un

aumento di 18.3 - 14= 4.3 dB, che equivale ad una potenza Px= 100.43P

x≃ 2.7 · 10−3

(Volt)2.

5. Ci ritroviamo nelle stesse condizioni del punto 3), con un eccesso di 3.5 dB nel valore di Eb/N0, che può essere speso riducendo di egual misura Tb, e quindi aumentando fb.

Risulta: T′ b= Tb 100.35 e quindi fb′= T1′ b = 100.35 Tb = 10 0.35· f b= 106.35≃ 2.24 Mb/sec.

E se γ 6= 0 ? La trattazione del caso di banda base (pag.221), mostra che l’argomento sotto radice della erfc {} subisce un peggioramento di (1 + γ) 1 −γ4, che (per esempio)

con γ = 0.5 fornisce 1.31, che deve essere compensato da una uguale diminuzione di Eb/N0.

Nel caso 5), ad esempio, la fbrisulterà quindi limitata a fb′′= fb′/1.31 = 1.71 Mb/sec.

14.4

Codifica differenziale

dc

ds

π

6 Se la portante con cui si effettua la demodulazione presenta un errore

di fase26, il piano dell’inviluppo complesso subisce una rotazione, pro-ducendo decisioni sistematicamente errate a causa dello spostamento dei punti di costellazione ottenuti campionando le c.a. di b.f. (pallini) rispetto a quelli che si otterrebbero nel caso di demodulazione coerente (crocet-te). Per rimediare al problema, si può estendere il principio differenziale (espresso a pag. 207 per segnali di banda base) al caso delle modulazioni

numeriche, rendendo la decisione su quale punto di costellazione sia stato ricevuto indipenden-te dalla fase della portanindipenden-te di demodulazione, ma dipendenindipenden-te invece dalla fase dell’inviluppo complesso osservata per il simbolo precedente. Ciò si realizza modificando il criterio con cui sono determinati i punti di costellazione da trasmettere, scegliendoli ora in funzione di una coppia di simboli consecutivi, anziché di uno solo.

14.4.1 Modulazione DBPSK

Per illustrare la tecnica, procediamo con un esempio relativo al caso di trasmissione bpsk della sequenzaxk= 001011011010010 e mostriamo come la codifica differenziale consenta di neu-tralizzare un errore di fase diπ. La fig. 14.15, simile27a quella a pag. 346, mostra la sequenza

26Il cui effetto sux

c(t) è stato discusso al § 10.2.3.1. Facciamo ricadere in questa casistica l’ambiguità di fase

dei sistemi di recupero portante come descritto al § 10.2.2.1, ma anche la distorsione di fase introdotta dal canale

x xs xc y ys yc π 2

non selettivo in frequenza, vedi § 11.1.2.4. Che un errore di fase si traduca in una rotazione del-l’inviluppo complesso può essere mostrato considerando che l’operazione di demodulazione omodina corrisponde a valutareRxejω0t , mentre una portantecos (ω0t + ϕ)

corri-sponde aRxejω0tejϕ , equivalente alla demodulazione coerente diy = xeossia un

inviluppo complesso ruotato. In figura, un caso per cuiϕ = π 2.

27La similitudine non è per nulla casuale, dato che qualora il predittore mostrato a pag. 346 sia realizzato mediante un

(16)

zk yk -1 yk ^ BPSK BPSK xk Tb Tb

Figura 14.15: Codifica e detezione differenziali

delle operazioni necessarie, e che consistono nel trasformare il messaggio binarioxkin quello ykin base alla relazione

yk= xk⊕ yk−1 (14.15)

xk= 001011011010010 yk= 001101101100011 zk= /01011011010010 (in cui l’operatore⊕ rappresenta un or esclusivo), e quindi

effet-tuare la modulazione bpsk diykanziché dixk. Dal lato riceven-te, il segnale bpsk viene demodulato ottenendo la sequenzayˆk, che viene a sua volta trasformata inzkin base all’espressione

zk= ˆyk⊕ ˆyk−1 (14.16)

che, in assenza di errori (ossia seyˆk = yk per tutti ik), permette di ottenere nuovamente i valori del messaggio originario28 xk a partire dalla sequenzazk, come la figura del riquadro precedente consente di verificare tramite un esempio.

Se assumiamo ora di rappresentare lo zero con una fase nulla, e l’uno con una fase diπ, possiamo riscrivere la (14.1) come

xBP SK(t) = a cos (ω0t + ϕ (t)) con ϕ (t) = π· ∞ X k=−∞

xkrectTb(t− kTb) (14.17)

e ponendo per semplicità il periodo di bit pari ad un ciclo di portante, possiamo confrontare in fig. 14.16 la forma d’onda bpsk associata alla sequenza originariaxk, con quella ottenibile utilizzando nella (14.17)ykanzichéxked indicata come dbpsk, in cui la d sta appunto per diffe-renziale. Pertanto quando il demodulatore bpsk di fig. 14.15 riceve il segnale dbpsk, in assenza di errori si produce in uscita la sequenzayk, e quindi il circuito mostrato realizza l’operazione zk = ˆyk⊕ ˆyk−1, permettendo di ottenere la sequenza originaria. Verifichiamo ora che il se-gnale di partenza viene recuperato anche se la portante di demodulazione presenta un errore di fase diπ, tale da causare l’inversione della forma d’onda e quindi di tutti i bit decodifica-ti, producendo un messaggioyˆk = ¯yk = 110010010011100 (la sopralineatura rappresenta l’inversione logica). Infatti, applicando la (14.16) alla sequenzayˆk= ¯yksi ottiene di nuovo la sequenza originaria, dato chea⊕ b = ¯a ⊕ ¯b.

D’altra parte, lo schema di fig. 14.15 non è l’unico possibile, osservando che la sequenzaxk può anche essere derivata direttamente dall’esame visivo della forma d’onda dbpsk, in quanto i bit della sequenzaykcambiano nel caso in cui il corrispondente bit dixkè un uno, mentre non cambiano se è uno zero, e dunque lo stesso accade per il segno della forma d’onda dbpsk. Il demodulatore può essere dunque sostituito da uno in fase e quadratura, in modo da calcolare la fase a partire dalle c.a. di b.f. comeϕ = arctands

dc, e quindi determinare la sequenzaxkin base

alle variazioni di fase, senza dover applicare la (14.16), consentendo di applicare il principio anche in presenza di errori di fase qualsiasi, e non solo pari aπ.

28A parte per il primo bit, che ha il solo scopo di stabilire il riferimento di fase per la decodifica del successivo. Da

un punto di vista formale, sostituendo la (14.15) nella (14.16) e in assenza di errori (ossiayˆk = yk) si ottienezˆk =

ˆ

(17)

Sezione 14.5. Modulazione di frequenza L-FSK 393 BPSK DBPSK 0 0 1 0 1 1 0 1 1 0 1 0 0 1 0 0 0 1 1 0 1 1 0 1 1 0 0 0 1 1 k x k y

Figura 14.16: Segnale bpsk e bpsk differenziale

Prestazioni DBPSK Esaminiamo ora cosa accade in presenza di errori: supponiamo di rice-vere un messaggioyk = 000101101100011, in cui il terzo bit (sottolineato) è errato. Calco-landozk= ˆyk⊕ ˆyk−1questa volta si ottienezk= /00111011010010 che risulta uguale a xk tranne che nel terzo e quarto bit. Infatti, dato chezkdipende dagli indicik e k− 1 di y, l’effetto dell’errore non si propaga oltre il bit successivo a quello errato. Dato quindi che ad ogni errore del decisore si ottengono due bit errati anziché uno, a prima vista possiamo dire che a parità diEb/N0, il dbpsk è affetto da un tasso di errore circa doppio di quello del bpsk. Una analisi più

approfondita (che omettiamo) fornisce l’espressione PeDBP SK(bit) = 1 2e

−EbN0 (14.18)

che equivale ad un peggioramento di prestazioni di circa 1 dB rispetto al bpsk, ed il cui andamento è riportato a pag. 398.

14.4.2 DQPSK

Il concetto di codifica differenziale può essere facilmente esteso al caso di l-psk, semplicemente mettendo in corrispondenza le configurazioni di bit previste dal codice di Gray con rotazioni di fase∆θ (tra simboli successivi) contigue, come esemplificato nella tabella che segue29 per L = 4(30), ovvero nel caso della modulazione dqpsk. L’inviluppo complesso di tale segnale

xk−1xk ∆θ

00 0

01 π/2

11 π

10 π/2 assumerà quindi, negli istanti di simbolo, valori la cui fase

dipen-de dalla fase dipen-del simbolo precedipen-dente, incrementata dipen-del∆θ mostra-to in tabella, consentendo la corretta ricezione anche in presenza di una portante di demodulazione affetta da errori di fase multipli diπ2. Anche qui se (a causa del rumore) si verifica un errore di ricezione, questo si propaga anche al simbolo successivo.

Anche nel caso del qam si può applicare una forma di codifica differenziale, ma lo schema di corrispondenza tra gruppi di bit e punti della costellazione è più complesso31, e non viene qui trattato.

Infine, la modulazione differenziale può essere proficuamente struttata nella trasmissione ofdm(§ 14.8.8), al fine di evitare la necessità di equalizzazione.

14.5

Modulazione di frequenza L-FSK

Qualora si desideri che l’ampiezza del segnale modulato si mantenga strettamente costante si può adottare la tecnica di modulazione fsk (Frequency Shift Keying), che associa ad ogni simbolo

29

Tratta da Andrea Goldsmith, Wireless Communications, pag. 151.

30

Nel caso diL > 4 la tabella si modifica molto semplicemente scrivendo accanto al codice di Gray al L livelli, la sequenza crescente delle fasi differenziali∆θk= kL−12π .

(18)

akottenuto raggruppandoM bit, uno tra 2M = L possibili valori (o livelli) di frequenza fk, da sommare a quello della portante in accordo all’espressione

xF SK(t) = cos [2π (f0+ m (t)) t] dove m (t) = ∆· ∞ X k=−∞ fk· rectTs(t− kTs) t x(t) Ts Ts Ts Ts Ts Ts

dove ogni elemento della sequenzafkassume uno tra i va-lori{0, 1, 2, . . . , L − 1}. Si tratta in altri termini di una portante la cui frequenza nominalef0 è alterata di una quantità∆· fkHz per un intervallo temporale pari al

pe-riodo di simboloTs, in cui∆ rappresenta ora la spaziatura (uniforme) tra le frequenze associate agliL livelli. Pertanto l’espressione può essere riscritta come

xF SK(t) = ∞ X k=−∞

cos [2π (f0+ ∆fk) t]· rectTs(t− kTs) (14.19)

Il risultato è senza dubbio ad ampiezza costante; seTs≫ f10si può adottare uno schema di mo-demodulazione basato su di un vco ed un pll (vedi § 10.2.2.2 e 10.3.2.1) riportato (perL = 2) in figura 14.17, in cui all’uscita del passa basso ritroviamo il segnale modulante.

Lo schema è effettivamente utilizzato per modem a bassa velocità e basso costo, ed ha il pre-gio di funzionare anche in presenza di errori tra l’f0usata dal vco del trasmettitore e quella del

VCO VCO 0 1 1 0 0 1 0 1 1 0 0 1 0 1 1 0 0 1 f 0 PLL f 0

Figura 14.17: Modem fsk a bassa velocità

ricevitore. Per raggiun-gere velocitàfb più ele-vate a parità diL, occor-re riduroccor-reTs, in modo da aumentare fs = T1s e quindi fb = fsM = fslog2L. In tal caso può essere necessario ri-correre ad un demodula-tore più complesso, come descritto al § seguente.

14.5.1 Modulazione FSK ortogonale Nel caso in cui si realizzi la condizione∆ = i

2Ts coni intero, le diverse frequenze f0+ ∆fk

sono ortogonali32, e può essere adottato un demodulatore a correlazione (vedi § 6.8.2), realizzato mediante un banco di correlatori ed una decisione di massimo, in cui l’n−esimo correlatore esegue

Z Ts

0

cos [2π (f0+ m∆) t] cos [2π (f0+ n∆) t] dt (14.20) dove f0 + m∆ rappresenta la frequenza (incognita) in arrivo, mentre f0 + n∆ è una delle frequenze possibili, con n ∈ {0, 1, 2, . . . , L − 1}. Essendo tali frequenze tra

32

La discussione al riguardo è sviluppata al § 14.12.1, definendo anche le condizioni di demodulazione incoerente e coerente, ovvero se le portanti generate in ricezionecos [2π (f0+ ∆fk) t + φk] presentino o meno una fase φk

ca-suale rispetto a quella trasmessa. In particolare, la spaziatura∆ multipla di 1

2Tsgarantisce ortogonalità solo nel caso di

modulazione coerente, mentre nel caso incoerente occorre una spaziatura doppia, ossia∆ multiplo di 1 Ts.

(19)

Sezione 14.5. Modulazione di frequenza L-FSK 395 ω cos 0t 1 ω cos t L-1 ω cos t t = kT s Sceglie il più grande 0 Ts 0 Ts 0 Ts r 1 r0 rL-1 n

Figura 14.18: Demodulatore fsk a correla-zione

loro ortogonali33entro l’intervallo di integrazio-ne, al termine del calcolo una sola delle uscite sarà diversa da zero. Come discusso al § 6.8, in presenza di rumore l’uscita di ogni correlato-re diviene una v.a. con varianza N0

2 EG, corrom-pendo l’ortogonalità tra simboli, e dunque si ren-de necessaria l’operazione di confronto per rea-lizzare una decisione di massima verosimiglian-za (§ 5.6.2.1). Indicando infatti con rn, n = 0, 1· · · , L − 1 la grandezza prodotta dal campio-natoren− esimo, e con r = r0, r1,· · · rL−1il vettore aleatorioL−dimensionale

corrisponden-te, la scelta del maggiore tra glirncorrisponde a scegliere l’ipotesifˆnche rende massima la p (r/fnˆ)34.

Occupazione di banda In generale, se ogni diversafkè equiprobabile, l’fsk ha una densità spettrale del tipo35mostrato alla figura 14.19. SeL≫ 1, l’occupazione di banda complessiva risulta quindi (circa) uguale aL· ∆. Nel caso di modulazione coerente (vedi nota 32) la minima spaziatura è di∆ = 1

2Ts =

fs

2, e dunque nel caso diL elevato la minima banda occupata può essere approssimata come

BcoerenteF SK ≃ L · fs 2 = fb 2 · L log2L (14.21)

mentre per quanto riguarda l’efficienza spettrale si ottiene ρF SK=fb B = fb· 2 fb· log2L L = 2 Llog2L ossia L

2 volte peggiore dell’l-ask (pag. 380). Ma: se l’efficienza spettrale è così bassa, che

f ∆ 1 2 L 1 s T dB Px (f)

Figura 14.19: Densità spettrale per fsk lento

vantaggi ci sono ad usare l’fsk? ... a sua difesa, portiamo i seguenti argomenti: Il caso semplice conTs ≫ f10 può esse-re demodulato con lo schema a pll rappesse-re- rappre-sentato in fig. 14.17, di facile realizzazione ed

33La condizione di ortogonalità tra le forme d’onda associate ai diversi simboli corrisponde alla intercorrelazione nulla

tra le forme d’onda in un periodo (§ 6.1.4), ed infatti scegliendo opportunamente∆ ed f0(vedi § 14.12.1) l’integrale (14.20)

valeRnm=



.5 · Ts sen = m

0 altrimenti . Ciò si dimostra (ricordando checos

2α = 1

2+12cos 2α), notando che

perm = n l’uscita del correlatore vale1 2

RTs

0 (1 + cos (4π (f0+ m∆) t)) dt, e scegliendo opportunamente f0e

∆ (vedi § 14.12.1), il coseno che viene integrato descrive un numero intero di periodi all’interno dell’intervallo (0, Ts),

fornendo quindi un contributo nullo. Se invecen 6= m la funzione integranda non contiene il termine costante, ma di nuovo in virtù di § 14.12.1, contiene solo termini a media nulla.

34

Infatti il vettore r ha una d.d.p. condizionata p (r/fn) gaussiana multidimensionale a componenti indipendenti,

e dunque (vedi § 5.5.1) si fattorizza nel prodotto diL gaussiane monodimensionali con uguale varianza e media nulla, tranne per la componenten = m relativa all’ipotesi realmente occorsa, che presenta una media non nulla. Pertanto per ogni possibile ipotesifnlap (r/fn) è concentrata sulla n − esima componente, e dunque decidere per ˆn =

arg maxn{rn} equivale a scegliere ˆn = arg maxn{p (r/fn)}. 35Difatti la (14.19) può essere riscritta come la somma diL segnali x

k(t), uno per ogni possibile valore di fk,

co-stituiti da un codice di linea rz che modula la corrispondentef0+ ∆fk, a cui corrisponde dunque un tono

intermit-tente. Essendo i simboli indipendenti e (in virtù della portante) a media nulla, la (6.45) di pag. 174 si riduce alla nota formaPXk(f ) =

σ2A

Ts |Gk(f )|2in cuiGk(f ) = F {gk(t)} e gk(t) = cos [2π (f0+ ∆fk) t] rectTs(t);

(20)

economico; ad esempio, veniva usato per salvare su compact cassette audio i dati degli home computer degli anni ’7036

Nel caso a due livelli l’efficienza spettrale è quasiρBF SK= L2 log2L

L=2= 1, come per il caso del bpsk37. Al contrario, al crescere diL l’efficienza spettrale diviene sempre peggiore. La probabilità di errore Si può dimostrare che l’uso dello schema di fig. 14.18 e di portanti di demodulazione ortogonali e coerenti38permette di ottenere una

PeF SK(simbolo) = 1− 1 √ πL Z ∞ −∞ e−z2 Zz+√log2L·Eb/N0 −∞ e−y2dy !L−1 dz (14.22) 1e-05 0.0001 0.001 0.01 0.1 1 0.1 1 10 100 Pe Eb/No

Prob. Errore per FSK Ortogonale <- limite L = 2 4 8 32 128 1024

che deve essere valutata per via numerica, e che può essere resa piccola a piacere, nei limiti previ-sti dalla teoria dell’informazione39, semplicemen-te aumentandoL40 (e dunqueTs). La figura a lato mostra i valori della (14.22) in funzione di Eb/N0per diversi valori diL, e illustra come al-l’aumentare di quest’ultimo sia necessaria sempre minor potenza per ottenere la stessaPe, a patto che risulti

Eb/N0> ln 2 = 0, 69

che rappresenta il valore noto come limite di Shannon-Hartley, ricavato alla (13.41) a pag. 359. Il miglioramento diPeconL è una manifestazione del compromesso banda-potenza: osser-viamo infatti che anche la banda occupataBF SK ≃ f2blogL

2Laumenta (a parità difb)

all’au-mentare diL, e dunque a parità di Eb/N0l’fsk riesce ad ottenerePearbitrariamente piccole, a spese di una occupazione di banda sempre maggiore. L’aumento diL però non può essere illimitato, sia per le limitazioni di banda del canale, che a causa della complessità del ricevi-tore, a cui si aggiunge il ritardo temporale necessario ad accumulare gliM = log2L bit che realizzano un simbolo con un enorme numeroL di livelli.

Discussione sull’ottimalità perL → ∞ Osserviamo innanzitutto che il ricevitore a cor-relazione commette errore nel caso in cui il rumore sovrapposto al segnale di ingresso sia ca-sualmente “simile” ad una delle cosinusoidi utilizzate per la trasmissione. In tal caso, l’uscita dell’integratore relativo alla frequenza “simile” può superare quella relativa alla frequenza tra-smessa, e corrotta dal medesimo rumore. All’aumentare diL (per fbfisso) aumenta il periodo di simboloTs=logf2bLe quindi diventa sempre più “difficile” per il rumore emulare “bene” una

36tipo: Sinclair Spectrum, Commodore Vic20 e 64 ... Come noto, le cassette audio soffrono di variazioni di velocità di

trascinamento del nastro (wow & flutter), ma il pll non ne risente.

37Tranne che, essendo ora presenti solo 2 frequenze, l’approssimazione (14.21) non è più corretta. In particolare, con

riferimento alla fig. 14.19, è tanto meno corretta quanto piùfsè elevata, che corrisponde ad oscillazioni delsinc2più

estese in frequenza.

38Ovvero qualora siano soddisfatte le condizioni perf

0 e∆ valutate al §14.12.1per il caso di

de-modulazione coerente, e si verifichi lasincronizzazionetra le forme d’onda in ingresso ai correlatori del banco.

39Ovvero tenendo conto che (vedi § 13.2.3)f

bnon può superare la capacità di canale (eq. (13.40)), che a sua volta non

può superare il limiteC∞espresso dalla (13.42).

(21)

Sezione 14.6. Demodulazione incoerente 397 della frequenze di segnalazione, e quindi si riduce la probabilità di errore. La nota 43 a pag. 359 propone una interpretazione analitica di questo fenomeno.

Chiaramente, all’aumentare diL aumenta proporzionalmente la complessità del ricevitore, che deve disporre di un numero di correlatori crescente. Pertanto, le prestazioni ideali perL che tende ad infinito rivestono solamente un interesse teorico.

14.6

Demodulazione incoerente

Nel caso in cui la portante di demodulazione non abbia la stessa fase di quella ricevuta, ci si trova nelle condizioni esposte al § 10.2.3.1, ossia il piano dell’inviluppo complesso risulta ruotato, rendendo impraticabili le tecniche di modulazione di fase, a meno di non adottare tecniche differenziali (§ 14.4).

In realtà è ancora praticabile la tecnica ook (on off keying), ovvero una modulazione pam della portante con un impulso nrz polare, oltre a quella dell’fsk incoerente. Per en-trambe si tratta di rivelare la presenza/assenza di una sinusoide nel rumore, per la durata di un bit Tb o di un simbolo Ts, e si ricorre allo schema di demodulazione discusso

x(t) ρ ( )2 ( )2 ω ω -2sin 0t 2cos 0t 0 1 Ts Ts 0 1 Ts Ts fs n(t) rc rs

Figura 14.20: Demodulatore incoerente di inviluppo

al § 10.2.4 e riportato a fianco, in cui la portante di demodulazione è una di quelle dell’fsk, oppure l’unica nel caso di ook, ed il generico pas-sa basso è realizzato come un integra-tore, ovvero con risposta impulsiva41 h (t) = T1srectTs(t), ovvero ancora

come un filtro adattato all’impulso di trasmissioneg (t) = rectTs(t)

42, in modo da scrivere il segnale ricevuto come

x (t) = ∞ X k=−∞

akrectTs(t− kTs) cos (ω0t + θ)

in cuiak= A se la frequenza f0è attiva durante il simbolok, oppure ak= 0 nel caso opposto. Il rumoren (t) in ingresso, con densità di potenzaN0

2 , rende le grandezze di osservazionerce rsdue v.a., che nel caso di segnale presente hanno valor medio43mc= A cos θ e ms= A sin θ, oppure zero per segnale assente, mentre in entrambi i casi e per entrambi i rami la varianza risulta pari a44σ2=N0/

Ts.

La decisione se sia presente o meno la frequenza è basata sul modulo dell’inviluppo com-plessor = rc+ jrs, ovveroρ = √r2c+ r2s, ed attuata mediante l’approccio di massima verosimiglianza esposto al § 12.3.2. Nelle ipotesi poste, il caso in cuiak = 0 corrisponde ad osservare una v.a. di Rayleigh (pag. 320) con d.d.p.

pP(ρ) = ρ σ2e

2σ2ρ2

41Ad esempio realizzato mediante un integrate and dump (pag. 166), che deve essere resettato a fineT s. 42Il fattore1/T

sche compare nell’espressione dih (t) rende l’energia dell’impulso complessivo g (t) ∗

h (t) = tri2Ts(t) (vedi eq.(3.25)) normalizzata rispetto aTs(vedi §3.8.7). 43Infatti il segnale demodulato (as es.) sul ramo in fase ha ampiezza costanteA 1

Tscos θ, che risulta moltiplicata per

Tsquando integrato su tale periodo. 44Infatti il filtro adattato ha una

|G (f)|2 = sinc2(T

sf ), e dunque il rumore alla sua uscita (vedi § 12.1.4 e pag.

149) presenta una densità di potenzaPn(f ) = N0sinc2(Tsf ). La potenza di rumore perciò risulta pari a Pn =

σ2= N0

Ts, in quanton (t) è a media nulla, e

R

−∞sinc

2(T

sf ) = Ts1 . Quest’ultimo risultato può essere verificato

considerando chesinc2(T

sf ) ha antitrasformataTs1 tri2Ts(t), e che per la proprietà del valore iniziale (pag. 57)

R

−∞sinc

2

(22)

mentre seak= A si osserva45una v.a. di Rice, con d.d.p. pP(ρ) = ρ σ2e −ρ2 +A22σ2 · I 0  ρA σ2 

ed in questa circostanza si è trovato (eq. 12.16) che se le due ipotesi di segnale presente (H1) ed assente (H0) sono equiprobabili e la soglia di decisione è posta pari aA/2, la probabilità di errore può essere approssimata comePe= 12e−

A2 8σ2.

Nel caso dell’ook, osserviamo cheA2/2è la potenza di una sinusoide di ampiezzaA, ma se questa per metà del tempo (gliak = 0) è spenta, la potenza si dimezza, e così risulta

1e-07 1e-06 1e-05 0.0001 0.001 0.01 0.1 4 6 8 10 12 14 BPSK DBPSK OOK, 2FSK inc. Eb/No(dB) Pe(bit)

Figura 14.21: Confronto di prestazioni per demodulazione bina-ria coerente, differenzia-le, e incoerente Eb = PsTb = A 2 4 Tb; sostituendo dunque A 2 4 = Eb/Tb e σ2 = N0/Tb nell’espressione della Pe otteniamo

PeOOK(bit) = Pe2−F SK(bit) = 1 2e

2N0Eb (14.23) La stessa espressione descrive anche le prestazioni per una modulazione fsk a due livelli: in tal caso infatti la decisione avviene confrontando due v.a.ρ1,ρ2con di-stribuzione una di Rice e l’altra di Rayleigh, ottenute duplicando lo schema di fig. 14.20 per le due frequen-ze (ortogonali) utilizzate, associate ad uno stesso bit uno o zero, e dunque il problema statistico è identi-co al precedente. La figura 14.21 permette il identi-confronto delle prestazioni tra le tecniche di modulazione binarie presentate.

Nel caso poi di una modulazione l-fsk incoerente, la decisione avviene scegliendo traL v.a. ρidi cui una distribuita Rice e tutte le altre Rayleigh; lo sviluppo analitico è un pò più complesso, e fornisce un risultato che seppur peggiore del caso coerente, lo approssima abbastanza bene perL edEb/N0elevati.

14.7

Schema riassuntivo delle prestazioni

La tabella 14.1 mette a confronto le prestazioni ottenibili con le tecniche di modulazione fin qui discusse, per un segnale dati a banda minima, e con simboli costituiti daM = log2L bit. Seγ 6= 0, si deve aggiungere un termine (1 + γ) 1 −γ

4 

al denominatore sotto radice, procedendo come indicato al § 8.4.9.

14.8

Modulazione OFDM

La sigla sta per Orthogonal Freqency Division Multiplex, ossia multiplazione a divisione di frequenza ortogonale. Si tratta della tecnica di modulazione numerica adottata per le tra-smissioni adsl46, dvb-t, e WiFi, ed ha la particolarità di utilizzare in modo ottimo la banda del canale, e di ricondurre l’operazione di equalizzazione ad un prodotto tra vettori.

45La discussione a pag. 321 fa riferimento ad una sola v.a. (quella in fase) a mediaA, mentre nel caso attuale sia ha

ρ = A ma con una fase qualsiasi. Per le proprietà di simmetria radiale del problema, la conclusione è valida anche nel nostro caso.

(23)

Sezione 14.8. Modulazione OFDM 399

Metodo bit/simbolo Pe(bit)con codifica di Gray Banda RF ρ

ed impulso a banda minima [bit/sec/Hz]

bpsk 1 12erfcnqEb N0 o fb(1 + γ) (1+γ)1 qpsk 2 12erfc nqE b N0 o f b 2 (1 + γ) 2 (1+γ) ook, 2-fsk 1 12exp  −Eb 2N0  (incoerente, impulso RZ) ∼ 2fb ∼12 l-ask M 1 M 1− 1 L  erfc (r 3Eb N0 M (L2−1) ) fb(1+γ)M (1+γ)M l-psk M 1 M erfc n sin π L  qEb N0M o fb(1+γ)M (1+γ)M l-qam M 2 M  11 L  erfcnq3 2 Eb N0 M L−1 o fb(1+γ)M (1+γ)M l-fsk

incoerente M vedi pag. 398 fbML ML

l-fsk

coerente M eq (14.22) a pag. 396 fb2ML 2LM

Tabella 14.1: Confronto tra metodi di modulazione numerica

14.8.1 Rappresentazione nel tempo ed in frequenza

La modulazione ofdm suddivide una sequenza binaria suN diversi flussi, trasmessi a divisione di frequenza mediante forme d’onda ortogonali. Concettualmente possiamo pensare l’ofdm come una evoluzione47della modulazione fsk, in cui le diverse frequenze sono spaziate tra loro di∆ Hz come descritto dall’espressione

fn= f0+ ∆·  nN 2  (14.24) f ∆ f + 0

( )

f − 0 f 0 (N−1)∆ 2 N ∆ −1 2 N conn = 0, 1, ..., N− 1 e sono utilizzate

contem-poraneamente, mentre su ognuna di esse si realiz-za una modulazione numerica anche a più livelli (es. qpsk o qam) con impulso nrz rettangolare di durataT .

Indicando quindi conakn= aknc+ ja

k

nsle coordinate nel piano dell’inviluppo complesso di

un generico punto della costellazione realizzata per la portantefnall’istantet = kT , il segnale ofdmpuò essere scritto come

xOF DM(t) = X k rectT(t− kT ) N−1X n=0  aknccos ωn(t− kT ) − a k nssin ωn(t− kT )  (14.25) = ∞ X k=−∞ δ (t− kT ) ∗ rectT(t) N−1X n=0  aknccos ωnt− a k nssin ωnt ! (14.26)

47La trasmissione numerica contemporanea su più portanti è a volte indicata con il nome di Multi Carrier

Modula-tion (mcm) o Discrete Multi Tone (dmt). La modulazioneF SK utilizza invece una portante alla volta, in quanto la sua definizione prevede la presenza di un solo oscillatore.

(24)

in cui la prima sommatoria (suk) identifica gli istanti di simbolo, e la seconda (su n) le diverse portanti. Tale segnale presenta48un inviluppo complesso rispetto af

0pari a xOF DM(t) = ∞ X k=−∞ δ (t− kT ) ∗ rectT(t) NX−1 n=0 aknej2π[∆(n−N2)]t ! (14.27) L’espressione (14.26) non vincola la durataT di un simbolo ad un valore particolare; deve però risultareT ≥ T0 = 1, in quanto il ricevitore opera sul segnalexR(t) ottenuto per moltipli-cazione con una finestra temporale di estensioneT0=1, allo scopo di rendere ortogonali tra loro49le frequenzefn= f0+ ∆· n −N2, e mettere in grado il ricevitore di calcolare i valori aknper tutti glin presenti all’istante t = kT , mediante un ricevitore concettualmente simile a quello a correlazione presentato a pag. 394.

t

T Tg T0

OFDM−1

Segn. OFDM trasmesso Finestre di ricezione

ISI h(t) canale

Segn. OFDM ricevuto

T 2T τ τ t t t T 2T x (t)OFDM x (t)R L’intervalloT0è detto periodo principale del

sim-bolo ofdm, mentre la differenzaTg = T − T0è indi-cata come tempo di guardia, od anche preambolo, ed il segnale ricevuto duranteTgnon è usato in ricezione. Il motivo di tale “spreco”50risiede nel fatto che, in pre-senza di un canale che introduce distorsione lineare, la parte iniziale di ogni simbolo risulta corrotta (vedi figura) da una interferenza intersimbolica (isi) dovuta al risultato della convoluzione tra la coda del simbo-lo precedente e l’h (t) del canale. Consideriamo ora un solo simbolo (fissiamok = 0 e consideriamo l’ori-gine dei tempi ritardata diTg) ricevuto nell’intervallo T0=1 ≤ T , con inviluppo complesso

xT0(t) = rectT0(t)·

NX−1

n=0

anej2π[∆(n−N2)]t (14.28)

e calcoliamone la trasformata per determinare l’occupazione di banda: XT0(f ) = T0sinc(f T0) ∗ N−1X n=0 anδ  f− ∆  nN 2  = (14.29) = T0 NX−1 n=0 ansinc  f− ∆  n−N2  T0  (14.30)

48Osserviamo innanzitutto che per un segnale

x (t) = cos ω1t = 1 2  ejω1t+ e−jω1t risultax+(t) =1

2ejω1t, e quindi il suo inviluppo complessox (t) calcolato rispetto ad f0vale

x (t) = 2x+(t) e−jω0t= 21 2e

jω1te−jω0t= ej(ω1−ω0)t

Allo stesso modo, si ottiene che pery (t) = sin ω1t risulta y (t) = 1jej(ω1−ω0)t. Pertanto, considerando che 1

j =

j

j2 = −j, ad ogni termine zk(t) = a k

nccos ωnt − aknssin ωnt corrisponde un z (t) = akncej(ωn−ω0)t+

jaknsej(ωn−ω0)t= aknej2π(fn−f0)t. Applicando ora la (14.24) si ottienefn− f0 = ∆ · n −N2e quindi la

(14.27).

49Come mostrato per il caso incoerente discusso al § 14.12.1 50Infatti la frequenza di simbolof

s= T1 = 1

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