Una pianta
Il Brugo, insieme ad altre
piante della famiglia delle
Ericacee, ha rivelato proprietà
utili a contrastare e prevenire
l’invecchiamento cutaneo
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anti-aging
B
rugo, Brentoli, Baraccia, Grecchia, Sorcelli, Scopet-ti, ed anche impropriamente Erica, sono alcuni dei nomi comuni attribuiti a “Calluna vulgaris Hull”, una specie diffusa in Europa, Asia, Nord Africa e Nord America, appartenente alla famiglia delle Eri-caceae, che non di rado caratterizzano la flora di molti ambienti montani. In Italia è distribuita sulle Alpi e gli Appennini sino a 2500 metri, dove si possono ammirare le “brughiere”, che conferiscono al paesaggio un aspetto suggestivo con meravigliose fioriture rosa-violacee. “Calluna vulgaris” è un arbusto sempreverde molto ramificato, con rami eretti o pendenti, foglie piccolissi-me, semplici e caratteristici fiori di colore variabile dalDott. Marco Biagi
Docente di Biologia Farmaceutica Università degli Studi di Siena
Prof.ssa Elisabetta Miraldi
Docente di Biologia Farmaceutica Università degli Studi di Siena
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rosa al violetto, e dal rosso porporino al violetto, con corolla campanulata, tutti rivolti da una parte, verso il basso. Fiorisce in luglio-agosto dopo la fogliazione. Le radici fitte e profonde infiltrano il terreno al punto tale da formare un groviglio impenetrabile all’espansio-ne di altre specie; il Brugo vive in simbiosi con funghi del suolo.
La parte aerea di questa pianta è utilizzata da tempo immemorabile per fabbricare rustiche scope, partico-larmente ricercate negli usi di campagna.
La droga, ovvero la parte della pianta medicinale che, allo stato essiccato, è usata a scopo terapeutico, è rappre-sentata dalle sommità fiorite.
Il miele di Brugo
I fiori campanulati e ricchi di nettare del Brugo sono frequentemente visitati da api domestiche, bombi e lepi-dotteri tipici della brughiera. Nel periodo autunnale, il Brugo fornisce alle api importanti raccolti sia di nettare che di polline. Le api succhiano il nettare dai fiori che persistono a lungo sulla pianta e ne ricavano un miele molto scuro.
Il miele di Brugo è molto apprezzato e presenta la peculiare caratteristica di essere molto viscoso, a causa della presenza di una proteina, la cui concentrazione,
nei mieli puri di Erica, può raggiungere il 2%; nella sua composizione il fruttosio (56%) prevale sul glucosio (40%).
Il miele di Brugo, già utilizzato dagli antichi Romani (Pli-nio lo chiamava “miele sericeo”), mostra una spiccata
attività antibatterica, come riportato da numerose ricerche scientifiche.
La composizione chimica
Nell’ultimo decennio gli studiosi ci hanno offerto una panoramica complessiva del profilo fitochimico delle parti aeree di “Calluna vulgaris”. Dai dati ad oggi dispo-nibili emerge una struttura complessa con prevalenza di
flavonoidi (oltre a cromoni, procianidine, acidi fenolici e fenoli, la maggior parte dei quali in forma glicosidica). Tra i glicosidi acetilati dei flavonoli compaiono insieme i galattosidi e gli arabinosidi, peculiarità della famiglia delle Ericaceae. I principali composti fenolici presenti in “Calluna vulgaris” sono: acido clorogenico, callunina, iperoside, isoquercetina e campferol-3-O-galattoside. Altri composti riscontrati sono steroli, triterpeni, acidi grassi comuni e acido ascorbico.
Utilizzi in Medicina tradizionale
Le sommità fiorite, raccolte all’inizio della fioritura, insieme alle piccole foglie, sono da sempre utilizzate per la loro azione di eccellente diuretico dalle proprietà antisettiche delle vie urinarie; l’infuso è impiegato infatti come rimedio per svariati disturbi di tipo infiam-matorio che colpiscono i reni e il tratto urinario, quali Cistiti, Uretriti e Cistopieliti.
Il miele di Brugo ha la
caratteristica di essere molto
viscoso per la presenza di una
proteina, la cui concentrazione
può raggiungere il 2%
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piante medicinali
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Leclerc, autore di un ben noto trattato medico scientifico sulle piante medicinali, era solito prescrivere un infuso a caldo (1-2 cucchiai di foglie per tazza), oppure il decotto di una mancia-ta di sommità fiorite della pianta, in 1 litro di acqua, bollita sino alla riduzione di un terzo.
Nella Medicina tradizionale, come altri diuretici naturali, la “Calluna vul-garis” è usata per le patologie
reumati-che. Impiastri caldi e umidi di fiori, sono stati impiegati in medicina popolare per lenire i dolori sciatici.
Proprietà antibatteriche
e non solo
Pianta molto apprezzata nell’antichità, “Calluna vul-garis” è stata con il tempo abbandonata ed è per questo motivo che, ad oggi, solo pochi studi sono stati condotti allo scopo di carpire nuove informazioni su questa specie.
Le maggiori attività farmacologiche sinora ascritte alle parti aeree di “Calluna vulgaris” sono quelle antibatte-riche, antinfiammatorie e antiossidanti, correlabili con l’elevato tenore di polifenoli.
L’estratto acquoso è risultato particolarmente attivo contro “Staphylococcus aureus” e “S. epidermidis”,
“Can-dida albicans” e “Escherichia coli”. L’attività antinfiammatoria, legata
alla capacità di inibire l’enzima lipossigenasi, è attribuita princi-palmente all’acido ursolico.
Capacità
antiossidante
A causa del suo elevato potere antiossidante, di recente i ricercato-ri hanno iniziato ad ipotizzare un’ap-plicazione cosmetica per questa specie botanica, conducendo studi in vitro ed in vivo, allo scopo di valutarne l’efficacia nella pre-venzione del photoaging, degli inestetismi propri dell’invecchiamento della pelle e anche di alcune patologie cutanee di lieve entità.
Recentemente sono stati prodotti estratti acquosi delle parti aeree di Brugo, che hanno dimostrato eccezionali potenzialità; essi infatti uniscono alla semplicità di pre-parazione, una composizione chimica molto interessan-te, in cui abbondano i polifenoli.
Studi effettuali su tale estratto presso l’Università degli Studi di Siena hanno dimostrato una eccellente attività antiossidante scientificamente testata.
Il complesso dei dati ottenuti e, in particolare, la concen-trazione efficace individuata e le concrete azioni antios-sidante e idratante riscontrate in vitro, consentono di affermare che l’estratto di Brugo è un buon ingrediente per la formulazione di nuovi prodotti cosmetici utili nel trattamento degli inestetismi propri dell’invecchiamen-to cutaneo, dal momendell’invecchiamen-to che questi hanno alla base meccanismi di stress ossidativo.
Utilizzare prodotti testati
La moderna fitocosmesi è costantemente alla ricerca di nuovi “green ingredients” che assicurino sicurezza ed efficacia per specifiche indicazioni d’uso, soprattutto a seguito di una certa “diffidenza” che si è creata nel con-sumatore comune nei confronti dei preparati di sintesi. Tuttavia è bene ricordare che, nell’ottica di garanti-re riproducibilità di azione, è fondamentale utilizzagaranti-re estratti vegetali ben caratterizzati dal punto di vista fito-chimico, ossia accuratamente standardizzati.
Studi effettuali sull’estratto di
Brugo hanno dimostrato una
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scientificamente testata
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