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Comparing photo modeling methodologies and techniques: the instance of the Great Temple of Abu Simbel

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Academic year: 2021

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A cinquant'anni dal salvataggio dei templi di Abu Simbel è stato possibile sperimentare i contemporanei strumenti di foto-modella-zione a partire dai dati originali del rilievo fotogrammetrico condotto negli anni '50 del XX secolo. Ciò ha innescato una riflessione sui metodi e le tecniche di modellazione “Image Based”, confrontando sistemi di fo-togrammetria digitale 3D rigorosa con gli at-tuali sistemi di “Structure From Motion” (SFM). I dati del rilievo topografico, le ste-reo-coppie fotogrammetriche originali, le co-ordinate dei punti e la loro relativa restituzione in curve di livello, hanno per-messo di ottenere un modello del monu-mento nella configurazione precedente allo spostamento. L'impossibilità di eseguire un rilievo diretto ha condotto all'utilizzo di foto turistiche per la realizzazione di modelli SFM da impiegare per il confronto geometrico.

After fifty years from the Salvage of the Abu Simbel Temples it, has been possible to expe-riment the contemporary photo-modeling tools beginning from the original data of the photogrammetrical survey carried out in the 1950s. This produced a reflection on “Image Based” methods and modeling techniques, comparing strict 3d digital photogrammetry with the latest Structure From Motion (SFM) systems. The topographic survey data, the original photogrammetric stereo couples, the points coordinates and their representa-tion in contour lines, allowed to obtain a model of the monument in his configuration before the moving of the temples. The im-possibility to carry out a direct survey led to touristic shots to create SFM models to use for geometric comparisons.

Parole chiave: Abu Simbel, fotogrammetria close range, tecniche di modellazione image based

Keywords: Abu Simbel, close range photo-grammetry, image based modeling techni-ques

DISEGNARECON #12 - ottobre 2013 ISSN 1828-5961

Metodologie e tecniche di foto-modellazione a confronto: il caso del “Tempio Grande” di Abu

Simbel

Comparing photo modeling methodologies and techniques: the instance of the Great Temple of

Abu Simbel

Sergio Di Tondo

Nasce ad Ancona il 21 febbraio del 1975, nel luglio del 2004 si laurea in architettura e nel 2008 consegue il ti-tolo di Dottore di Ricerca in “Rilievo e Rappresentazione dell’Architettura e dell’Ambiente”. Dal 2004 svolge atti-vità di ricerca nell’ambito del disegno digitale e rilievo 3D. Dal 2008 è pro-fessore a contratto presso la Facoltà di Architettura di Firenze. DISEGNARE CON LA FOTOGRAFIA DIGITALE

Elena Fabrizi

Laureata in Architettura presso l’Uni-versità di Firenze, ha svolto approfon-dite ricerche sul salvataggio dei templi di Abu Simbel, tema della tesi di laurea incentrata su aplicazioni di-gitali per il rilievo dei monumenti. Continua ad interessarsi alla materia frequentando corsi e workshop in am-bito internazionale.

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INTRODuzIONE

Nel periodo di regno di Ramses II, nel XIII se-colo a.C., la Nubia era una terra di conquista, ricca d'oro, di diorite e di legname, corridoio e confine con l'Africa nera, dalla quale gli egiziani importavano legni, incensi e resine. Per incutere timore ai nemici, celebrare la magnificenza dell'imperatore, figlio del sole, e presidiare il territorio, il faraone fece rea-lizzare nella regione templi e fortezze. La valle del Nilo, più stretta in Nubia che nel resto dell'Egitto, non permetteva l'edifica-zione di grandi complessi dedicati al culto essendo stretta tra massicci rocciosi ed i templi, allontanandosi dalla riva del fiume, arretravano fino a ricavare le proprie celle nella roccia, adattando il modello dei templi in muratura allo scavo nella montagna. I templi di Abu Simbel sono gli unici tra gli edifici nubiani ad essere interamente scavati nella roccia su due fronti del versante di una montagna. Il più grande, a sud, è dedicato ad

in senso orario da sinistra: 1. Facciata del Tempio Grande (foto E.Fabrizi) 2. Vista dei due templi di Abu Simbel

(foto E. Fabrizi) 3. Terzo e quarto colosso (foto E. Fabrizi)

Amon e Ra-Horakhty ed il più piccolo, a nord, dedicato alla dea Hator.

Il fronte scenografico del Tempio Grande, oggetto del nostro studio, è dominato da quattro colossi, alti 22 m, che rappresentano il faraone; questi, oltre a rendere immortale la figura del re hanno anche una valenza strutturale. Le figure scultoree, difatti, ridu-cono la quantità di roccia da scavare e la loro massa funziona da contrafforte al fine di li-mitare il naturale fenomeno di sgretola-mento dell'arenaria della facciata caratterizzata da una larghezza di 35 m alla base e 29 in sommità ed un'altezza di 32 m. La cornice a trapezio che circonda le parti scolpite è un evidente richiamo alla tipica forma del pilone egizio; lungo la cornice su-periore del pilone sono scolpite le sagome di ventidue babbuini che, erette sulle zampe posteriori, alzano le mani all'altezza delle spalle per adorare il sole che sorge. Le quat-tro figure colossali raffiguranti il faraone sono accompagnate dalla rappresentazione

della corte (regine e principi) e, alcune tracce ancora presenti in situ, evidenziano che la facciata era originariamente ricoperta da uno strato di stucco e dipinta con colori elementari. Il Tempio Grande con le sue scul-ture colossali è uno dei monumenti archeo-logici più conosciuti e riconoscibili al mondo, riprodotto in repliche sin dalla sua riscoperta nel XIX secolo. I due templi di Abu Simbel, ri-masti intatti per circa tre millenni, dopo poco più di un secolo dal loro ritorno alla luce, rischiarono di essere persi per sempre. La modernizzazione di un paese povero con una popolazione in forte crescita, portò alla decisione da parte del presidente Gamal Abdel Nasser di realizzare la Grande Diga di Assuan. L'Egitto avrebbe avuto energia elet-trica a basso costo, le piene del Nilo sareb-bero state così regimentate e si sarebbe creato un grande bacino di riserva idrica. Il lago in questione, invadendo le regioni nu-biane sotto Assuan avrebbe compromesso ir-reversibilmente i monumenti.

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0 10 20 30 40 m

SANTUARIO

CAPPELLA DI RA-HORAKHTY

CAPPELLA DI THOT CAMERE DEL TESORO

ANTICAMERA SALA IPOSTILA

CAMERE DEL TESORO I II III VI VII VIII V IV SALA CORTE COLOSSO 1 CORTILE COLOSSO 2 COLOSSO 3 COLOSSO 4 TERRAZZA 0 5 10 20 m SANTUARIO ANTICAMERA SALA INGRESSO COLOSSI COLOSSI T E M P I O G R A N D E T E M P I O P I C C O L O 0 5 10 20 m 0 10 0 10 20 30 40 m SANTUARIO INGRESSO ANTICAMERA T E M P I O P I C C O L O OSSI COL OSSI COL INGRESSO SALA SALA 20 m 10 5 0

CAMERE DEL TESORO T E M P I O G R A N D E

CAMERE DEL TESORO T E M P I O G R A N D E SANTUARIO VIII SALA IPOSTILA ANTICAMERA TE SALA COR CAMERE DEL TESORO

IV V VIII VII VI III II I RA-HORAKHTY CAPPELLA DI CAPPELLA DI THOT OSSO 4 TERRAZZA COL OSSO 3 COL OSSO 2 COL OSSO 1 TILE COR COL 10 5 0 20 m

DISEGNARECON #12 - ottobre 2013 DISEGNARE CON LA FOTOGRAFIA DIGITALE DI TONDO - FABRIZI II| 3 Metodologie e tecniche di foto-modellazione a confronto: il caso del “Tempio Grande” di Abu Simbel

4. Planimetria e singole piante dei Templi. ISSN 1828-5961

La natura della roccia, un'arenaria mal ce-mentata e piuttosto porosa, sedice-mentata negli strati più bassi dei templi, sotto l’at-tacco delle acque, avrebbe liberato le ten-sioni interne lungo le fessure naturali del materiale.

Contemporaneamente alla realizzazione della diga, quindi, fu deciso di procedere ad uno studio sistematico ed al rilievo metrico dei monumenti nubiani, inoltre furono aperte aree di scavo in zone ancore inesplo-rate. Data la rilevanza dei monumenti coin-volti era impensabile che l'Egitto da solo potesse farsi carico di un compito così gra-voso. Del resto la competenza della tutela dei monumenti, idea che prendeva vigore nel secondo dopoguerra, non era più “af-fare” di ogni singolo stato, ma si trattava di salvaguardare un interesse comune. L'une-sco, nata da poco, appena nel 1949, si fece carico di una campagna stampa per la sensi-bilizzazione e la raccolta dei fondi necessari al salvataggio dei beni nubiani. Dapprima,

nel 1954, una missione di archeologi si era stabilita in Nubia al fine di realizzare un rap-porto, il quale stabiliva che fosse necessario che i monumenti dovessero essere fotogra-fati, i siti più importanti misurati con riprese fotogrammetriche, l'architettura studiata e misurata da architetti, i fregi rilevati da dise-gnatori specializzati e i testi scolpiti sulle pa-reti ricopiati da egittologi e schedati in modo da essere accessibili.

I primi rilievi fotogrammetrici furono ese-guiti nel 1956 a spese degli Affari Esteri Francesi e dell'Istituto Geografico Nazionale Francese (IGN). In seguito le missioni di ri-lievo furono prese in carico dall'unesco, dagli Affari Esteri Francesi e dal Centro Na-zionale di Ricerca Scientifica Francese (CNRS) e condotte parallelamente per i due templi. Le missioni dell'IGN furono quattro: 1956, 1957, 1961 e 1963. Le stereo-coppie fotogrammetriche furono impresse su lastre, la maggior parte in formato 13x18 cm e solo durante l'ultima missione in formato 19x19 cm. Il rilievo tridimensionale è stato resti-tuito per mezzo di curve di livello caratteriz-zata da un passo di 5 centimetri.

L'8 marzo 1960 il direttore generale del-l'unesco Vittorino Veronese proclamò l'ap-pello che diede inizio alla Campagna di Nubia per il salvataggio dei templi. L'appello era stato preceduto nel febbraio da un viag-gio al quale erano stati invitati una serie di giornalisti e diplomatici.

La campagna stampa ebbe un successo tal-mente ampio che produsse un'ondata di sug-gestioni in merito alle possibili soluzioni da adottare per il salvataggio dei templi. Lo studio Coyne et Bellier[1] proponeva di costruire delle dighe a protezione di Abu Simbel mentre i geologi mostravano i peri-coli dell'erosione chimica per capillarità delle fondazioni dei monumenti: era indi-spensabile impedire l'umidità alla base dei templi di Abu Simbel perché prima o poi avrebbe provocato il crollo degli edifici.

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Il progetto Coyne et Bellier comportava l'in-stallazione di un sistema di pompaggio co-stoso di cui non si conoscevano con esattezza i costi di manutenzione di cui si sa-rebbe dovuto far carico direttamente il go-verno egiziano. In tal senso una situazione di instabilità politica improvvisa avrebbe po-tuto compromettere le operazioni di salva-guardia dei templi. Pietro Gazzola[2] , ingegnere ed architetto, esperto di salva-guardia dei beni culturali, co-redattore della carta di Venezia, raccomandava di non la-sciare sul posto i templi dato che era possi-bile trasferirli ad un livello superiore. La proposta sua e dell'ingegnere Riccardo Morandi proponeva di incassare i due templi in scatole di cemento armato, di sollevarli con martinetti idraulici e di portarli 65m più in alto al riparo dalle acque.

Il governo egiziano scelse il progetto ita-liano, ma a causa degli alti costi di realizza-zione e alla mancanza di fondi, nel 1963 ancora non si era proceduto ad iniziare i la-vori. Occorreva un progetto che fosse in grado di convincere l'opinione pubblica sce-gliendo in definitiva tra due modelli possi-bili: conservare il monumento trascurando l'ambiente originale o preservare l'unità di monumento e ambiente. Si scelse la prima soluzione.

In questo ambito si colloca il progetto di ta-glio dei templi, inizialmente chiamato “Pro-getto Carrara”[3] poiché, nato dall'idea di due scultori di Carrara, e misteriosamente passato come “Egizio-Svedese”, prevedeva il taglio in blocchi dei templi, e la loro ricostru-zione in un luogo lontano dalle acque. Si dice che gli autori del progetto, avvezzi al taglio della montagna avessero mutuato l'idea pro-prio attraverso la massiccia campagna stampa promossa dall'unesco.

Il “Corriere della Sera” continuava a pubbli-care appelli per il salvataggio, mentre “Topo-lino” pubblicò nel 1961 il fumetto “Paperino ed il Colosso del Nilo” nel quale il Colosso veniva tagliato in blocchi proprio come si

5. Progetto di taglio “Egizio-Svedese”. Prospetto frontale.

usava fare nelle cave di marmo[4].

Il progetto di taglio si distinse subito per concretezza ed economicità, fu adottato il 10 giugno 1963, ed in tempi brevissimi si proce-dette alla raccolta dei fondi necessari. I rilievi, eseguiti in precedenza dall'IGN, fu-rono indispensabili per l'elaborazione del piano di taglio (vd. figg. 5 e 6).

Il progetto prevedeva la rimozione dei templi in blocchi, il loro spostamento e la ricostru-zione degli edifici e delle colline circostanti in copie non fedeli che ne avrebbero dato memoria. I lavori furono affidati ad una Joint Venture internazionale composta da società di costruzioni provenienti da Germania, Ita-lia, Francia, Svezia ed Egitto.

La scansione dei lavori prevedeva:

- la realizzazione di una diga temporanea a protezione dei templi dalla salita dell'acqua, - una serie di operazioni preparatorie al ta-glio (sostegno delle parti interne e prote-zione delle facciate con sabbia e roccia durante il taglio delle colline sovrastanti), - taglio in blocchi,

- ricostruzione dei templi

- sistemazione dell'ambiente circostante. La joint venture, inoltre, si confrontò con di-versi probelmi di ordine tecnico:

- la realizzazione della diga temporanea in tempi rapidissimi,

-il taglio dell'arenaria che non era mai stato condotto su manufatti archeologici,

- l'assemblaggio dei blocchi che richiedeva un alto livello di precisione (occorrevano in-castri di cemento armato e giunti di resine appositamente studiate),

- la delicata sistemazione paesaggistica e la realizzazione di cupole di cemento armato (per le dimensioni e per la posizione geogra-fica del sito che rendeva difficoltosi gli ap-provvigionamenti di materiale)[5].

Il salvataggio dei templi fu eseguito tra il 1963 ed il 1968, in tempi rapidi, considerata la dimensione dell'impresa, con pochi in-toppi e attraverso una mobilitazione di carat-tere internazionale.

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DISEGNARECON #12 - ottobre 2013 DISEGNARE CON LA FOTOGRAFIA DIGITALE DI TONDO - FABRIZI II| 5 Metodologie e tecniche di foto-modellazione a confronto: il caso del “Tempio Grande” di Abu Simbel

7. Modello a curve di livello del fronte del Tempio Grande. ISSN 1828-5961

INTRODuzIONE ALLA RICERCA

A quasi cinquant'anni dalla nuova colloca-zione del monumento è sembrato doveroso approfondire i cambiamenti che hanno coin-volto i due templi, ripercorrendo non solo le vicende storiche, ma anche recuperando le informazioni del rilievo metrico e analizzan-dole attraverso i contemporanei strumenti informatici di elaborazione dei dati[6]. I dati originali del rilievo del monumento, ac-quisiti prima dello smantellamento, sono stati opportunamente digitalizzati e confron-tati con i modelli relativi alla nuova configu-razione dei templi. (vd. Fig 7).

La sperimentazione è stata condotta se-guendo due differenti direzioni. Da una parte si è proceduto all’integrazione dei dati del rilievo IGN avvalendosi dei contempora-nei strumenti informatici per la fotogramme-tria digitale tridimensionale. Dall’altra si è prevista la realizzazione di modelli tridimen-sionali dello stato di fatto adatti al confronto geometrico.

L’occasione di cimentarsi con la documenta-zione del manufatto, prima e dopo lo sposta-mento, ha avviato una riflessione in merito alle prestazioni offerte dagli strumenti digi-tali dedicati alla fotogrammetria close range applicati ad una mole eterogenea di dati (sia di archivio che di recente produzione), non sempre realizzati con la finalità di misurare. La sperimentazione ha riguardato una por-zione della facciata del Tempio Grande, nello specifico il terzo colosso, ovvero il primo alla destra dell'ingresso. http://disegnarecon.unibo.it 116.00 112.25 10.50 110.75 115.25 115.50 113.25 113.00 112.75112.50 112.25 112.00 111.75 111.50 111.25111.00 112.25 112.00 111.75 111.50 110.75 110.50 110.75 110.50 110.25110.00 110.25 109.25 112.50 109.75 109.50 116.25 116.00 115.75 112.75 113.00 113.00 113.75 114.00 114.25 113.25 113.50 113.75 114.00 114.25 113.25 113.50 113.75 114.00 114.25 114.50 114.50 114.50 114.25 113.75 113.50 114.75 112.75 113.00 112.75 112.50 113.25 113.50 113.75 114.00 114.25 114.50 114.75 118.25 118.00 118.75 117.75 117.50 117.25 117.00 116.75 116.50 115.50 115.25 115.00 114.75 114.50 113.50 114.00 113.00 113.25 113.00112.75 112.50 112.25 112.00 111.75 111.50 111.25 111.00 110.75 110.00 109.75 109.50 109.25 109.00 108.75 109.25109.00 108.75 109.25 109.70 114.50 114.75 115.00 115.25 114.50 113.00 113.00 113.00113.50113.25 113.75 114.00 113.50 110.75 112.75 112.50 112.25 112.00 111.75 111.50 111.25111.00 110.75 110.25 110.00109.75 109.50109.25 109.00 112.75112.50 112.25 114.25 113.25 113.50 112.25 108.70 117.00 117.25 117.25 117.50 117.75 118.00 118.00 117.75 117.50 113.75 114.00 114.25 114.50 116.75 117.00 117.25 117.50 117.75 118.00 118.25 118.00 118.00 118.25 117.75 117.50 117.25117.00 116.75 116.50 116.50 116.75 117.25 118.25 118.25118.25 118.50 118.25 118.50 119.00 119.00 118.75 118.50 113.75 119.00 119.25 113.50 113.50 113.25 113.25 109.50 109.75 110.00 110.25 110.50 111.00 110.75110.50 111.25 112.00 112.50 112.75 111.75111.50112.00 112.25 112.50 112.75113.25113.00 113.75 114.00 114.25 114.50 113.50 113.00 114.00 113.75 114.00114.25 114.25 114.50 114.50 114.75 114.75 115.00 113.25 112.75 112.50 114.50 113.50 118.25 118.50 118.75 118.75 118.50 117.75 117.50 117.25 117.00 118.25 118.00 115.00 115.25 115.50 114.75 114.50 114.25 114.00 113.75 113.50 113.25 113.00 112.75 112.50 112.25 112.00 111.75 111.00 111.25 118.50 114.50 114.25 114.00 113.75 113.50 113.25 113.00 112.75 112.50 112.25 112.00 111.75 111.50 111.25 111.00 110.75 110.5 110 11 109 114.25 114.00 112.50 113.75

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78 76 77 75 Rg 82 84 B A N2 N3 81 80 79 Rc Rd N4 Rc Rd N3 N4 76 77 75 Rg 78 81 84 82 83 N2 N1 74 Rg 74 75 76 77 82 83 N1 N2 M A T E R I A L E D E L R I L I E V O I G N

SISTEMA DI RIFERIMENTO IN PIANTA PUNTI BATTUTI PROIETTATI IN PIANTA PUNTI BATTUTI - COORDINATE IN XYZ

PUNTI BA T TUTI INDICA TI SUL RETRO FOTO METRICHE PUNTI COPPIE STEREOFO

TOGRAMMETRICHE CON PUNTI BA

TTUTI

SCANSIONE IN TRA

SPARENZA

CURVE DI LIVELLO

P R O C E D I M E N T O

DIGITALIZZAZIONE DELLE IMMAGINI CARTACEE AD ALTA RISOLUZIONE (3200 dpi) CALIBRAZIONE DELLE FOTO SECONDO I PUNTI BATTUTI

D I G I TA L I Z Z A Z I O N E D E L M AT E R I A L E C A R TA C E O

MISURAZIONI E VERIFICA DELLA PERCENTUALE DI ERRORE FOTOMODELLAZIONE

POSIZIONAMENTO DEI PUNTI DEL SISTEMA IGN SU AUTOCAD

DIGITALIZZAZIONE DELLE COPIE CARTACEE VETTORIALIZZAZIONE MANUALE DELLE CURVE DI LIVELLO

POSIZIONAMENTO DELLE CURVE DI LIVELLO IN 3D DI UN COLOSSO

RESTITUZIONE IN CURVE DI LIVELLO, EQUIDIST

ANZA PIANI 5 CM

ORIENTAMENTO DELLE CURVE NEL SISTEMA DI RIFERIMENTO IGN EOS SYSTEMS PHOTOMODELER SCANNER

ESTRAZIONE DELLA NUVOLA DI PUNTI T E R I A L E D E L R I L I E V O I G N

M A T E R I A L E D E L R I L I E V O I G NT E R I A L E D E L R I L I E V O I G NT E R I A L E D E L R I L I E V O I G N PPP RRR OOO CCC EEE DDD III MMM EEE NNN TTT OOO

SISTEMA DI RIFERIMENTO IN PIANT

PUNTI

TUTI PROIET T PUNTI BA A

SISTEMA DI RIFERIMENTO IN PIANT TUTI PROIETTATI IN PIANTA PUNTI BATTUTI - COORDINATUTI - COORDINATE IN XYZ

A L I Z Z A Z I O N E D E L M A

POSIZIONAMENTO DEI PUNTI DEL SISTEMA IGN SU AUTOCAD

D I G I T T E R I A L E C A R T

POSIZIONAMENTO DEI PUNTI DEL SISTEMA IGN SU AUTOCAD

A L I Z Z A Z I O N E D E L M A A C E O

POSIZIONAMENTO DEI PUNTI DEL SISTEMA IGN SU AUTOCAD T E R I A L E C A R T

FOTO METRICHE

TUTI T

TOGRAMMETRICHE CON PUNTI BA

TI SUL RETRO TUTI INDICA T PUNTI BA A RISOLUZIONE (3200 dpi) CALIBRAZIONE DELLE FO AD ALT

ALIZZAZIONE DELLE IMMAGINI CART DIGIT

A RISOLUZIONE (3200 dpi) TO SECONDO I PUNTI BA CALIBRAZIONE DELLE FO

ALIZZAZIONE DELLE IMMAGINI CARTACEE

TUTI T TO SECONDO I PUNTI BA ALIZZAZIONE DELLE IMMAGINI CART

FOTO METRICHE

TOGRAMMETRICHE CON PUNTI BA

COPPIE STEREOFO

SPARENZA

SCANSIONE IN TRA

PUNTI BA

EOS SYSTEMS PHO MISURAZIONI E VERIFICA DELL

AZIONE TOMODELL FO

TOMODELER SCANNER A PERCENTUALE DI ERRORE MISURAZIONI E VERIFICA DELL

EOS SYSTEMS PHOTOMODELER SCANNER A PERCENTUALE DI ERRORE

CURVE DI LIVELLO

COPPIE STEREOFO SCANSIONE IN TRA

ANZA PIANI 5 CM

ALIZZAZIONE DELLE COPIE CART DIGIT

TORIALIZZAZIONE MANUALE DELLE CURVE DI LIVELLO VET

ALIZZAZIONE DELLE COPIE CART

TORIALIZZAZIONE MANUALE DELLE CURVE DI LIVELLO ACEE TORIALIZZAZIONE MANUALE DELLE CURVE DI LIVELLO

CURVE DI LIVELLO

ANZA PIANI 5 CM

RESTITUZIONE IN CURVE DI LIVELLO, EQUIDIST RESTITUZIONE IN CURVE DI LIVELLO, EQUIDIST

ANZA PIANI 5 CM

POSIZIONAMENTO DELLE CURVE DI LIVELLO IN 3D DI UN COLOSSO AMENTO DELLE CURVE NEL SISTEMA DI RIFERIMENTO IGN ORIENT

A NUVOL ESTRAZIONE DELL

POSIZIONAMENTO DELLE CURVE DI LIVELLO IN 3D DI UN COLOSSO AMENTO DELLE CURVE NEL SISTEMA DI RIFERIMENTO IGN

A DI PUNTI A NUVOL

POSIZIONAMENTO DELLE CURVE DI LIVELLO IN 3D DI UN COLOSSO AMENTO DELLE CURVE NEL SISTEMA DI RIFERIMENTO IGN

CURVE DI LIVELLO

RESTITUZIONE IN CURVE DI LIVELLO, EQUIDIST

ELABORAzIONE ED INTEGRAzIONE DEI DATI PROVENIENTI DAL RILIEVO IGN

La ricerca è stata avviata a partire dal repe-rimento di parte del materiale di rilievo con-dotto dall'IGN tra il 1956 e il 1963 e giunto in nostro possesso grazie al fondo A. Pericoli dell'Istituto Papirologico dell'università di Firenze[7]. Purtroppo non è stato possibile acquisire direttamente le lastre negative ori-ginali, bensì le copie cartacee delle foto me-triche, originariamente stampate a contatto, e le coordinate dei punti d’appoggio acquisiti mediante rilievo topografico.

In corrispondenza di ciascun punto battuto, le foto presentano un foro contrassegnato da un numero progressivo annotato sulla parte retrostante dell’immagine fotografica. I tre fotogrammi relativi alla facciata del Tempio Grande, sono stati digitalizzati me-diante scansione ad alta risoluzione; i piccoli fori a cui corrispondono i punti del rilievo to-pografico sono stati individuati direttamente nelle copie digitali delle foto. La letteratura a disposizione non fa alcun riferimento al modello di fotocamera metrica utilizzata, di conseguenza non è stato possibile risalire di-rettamente ai parametri interni di calibra-zione[8]. La procedura di orientamento dei fotogrammi ha previsto l’utilizzo di un nu-mero di punti d’appoggio tale da soddisfare tutte le incognite delle equazioni di collinea-rità in mancanza di informazioni sui parame-tri interni della camera.

Il test è stato condotto utilizzando PhotoMo-deler Scanner di EOS. All’interno dell’appli-cazione sono state inserite le coordinate dei punti d’appoggio, opportunamente digitaliz-zate e convertite direttamente in formato dxf, e mediante il riconoscimento manuale dei punti omologhi all’interno delle imma-gini - quelli individuati dai fori - si è proce-duto ad orientare i fotogrammi (inverse

camera o camera resectioning). 8. Elaborazione del materiale proveniente dal rilievo IGN.

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Questo metodo ha permesso di risolvere i parametri interni ed esterni della camera, ri-pristinando quindi la condizione di collinea-rità tra i punti dell’oggetto, i punti dell’ immagine e l’originaria posizione dell’appa-recchio fotografico[9]( v.d figg. 9,10,11 ). Contestualmente si è provveduto a digitaliz-zare il rilievo “a curve di livello” realizzato dall’ IGF; le curve sono state disposte spa-zialmente alla distanza di 5 cm l’una dall’al-tra. Al fine di poter utilizzare questo elaborato come termine di confronto valido per tutte le analisi successive, l’intero mo-dello wireframe è stato roto-traslato nel si-stema di riferimento comune, quello cioè definito dal rilievo topografico IGN. I punti appartenenti alle curve sono stati ulterior-mente impiegati nella realizzazione di un modello superficie poligonale triangolare, ottenuto automaticamente applicando gli appositi algoritmi di triangolazione[10]( vd. Fig. 12 ). La sperimentazione condotta ne-cessitava di una serie di verifiche intermedie di congruenza adatte ad appurare il livello di qualità del metodo utilizzato. Difatti l’impos-sibilità di risalire al modello di camera me-trica utilizzata per le riprese e la scelta di impiegare, come dati di partenza, la digita-lizzazione delle lastre fotogrammetriche ori-ginali non garantiva a priori un alto standard qualitativo. In questa fase la validità del pro-cesso è stata verificata confrontando le di-stanze reciproche tra i punti del modello 3D, realizzato mediante digitalizzazione del ri-lievo IGN (e che per comodità chiameremo modello di riferimento), e i corrispondenti punti individuati direttamente nelle imma-gini orientate. Lo scarto quadratico medio ri-scontrato per un campione utile di rilevazioni era di circa due centimetri. La qualità soddisfacente del risultato ottenuto ha permesso di integrare i dati del rilievo IGN con i punti omologhi ricavati manual-mente dal set di immagini orientate. In que-sto senso è stato possibile incrementare la nuvola principalmente in corrispondenza delle porzioni di dettaglio scultoreo del

tem-DISEGNARECON #12 - ottobre 2013 DISEGNARE CON LA FOTOGRAFIA DIGITALE DI TONDO - FABRIZI II| 7 Metodologie e tecniche di foto-modellazione a confronto: il caso del “Tempio Grande” di Abu Simbel ISSN 1828-5961

pio. La volontà di testare le capacità presta-zionali degli strumenti applicati al caso di studio ha guidato la fase successiva dedicata alla generazione automatica di una nuvola di punti densa (Dense Surface Modeler) a par-tire dalle coppie di fotogrammi. Tuttavia la nuvola di punti densa generata automatica-mente, confrontata con il modello di riferi-mento, ha mostrato livelli di scostamento metrico inaccettabili tanto da renderla inu-tilizzabile (vd. figg. 13-14-15-16).

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10. Allineamento dei punti oggetto, immagine e camera. 9. Individuazione dei punti topografici in corrispondenza dei “fori” presenti nei fotogrammi.

11. Generazione della nuvola di punti densa all’interno di Photo Mo-deler Scanner.

12. Modello a superficie poligonale triangolare orientato rispetto al sistema di riferimento topografico ottenuto mediante triangolazione dei punti appartenenti alle curve di livello.

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LA REALIzzAzIONE DEI MODELLI 3D ATTRA-VERSO APPLICAzIONI STRUCTURE FROM

MOTION E CONFRONTI METRICI

L’impossibilità di programmare una missione in Egitto a causa dell’instabile condizione politica, non ha consentito di effettuare di-rettamente una nuova campagna di rileva-mento sul campo. In questo senso il gruppo di ricerca, per documentare lo stato attuale del monumento, si è mosso verso sperimen-tazioni ancora in corso che si avvalgono delle foto turistiche per realizzare modelli tridi-mensionali dell’oggetto di studio[11]. In que-sto caso sono state impiegate le foto scattate da uno degli autori della ricerca e dai suoi compagni di viaggio. Per questo tipo di applicazione il test è stato condotto me-diante l’utilizzo di due differenti software che si avvalgono della strategia structure

from motion che consente di orientare

auto-maticamente un set, anche molto grande, di immagini[12]e di generare in forma automa-tica una nuvola di punti densa dell’oggetto documentato. Questi sistemi nascono dalla convergenza di discipline differenti, da una parte la Computer Vision che ha come obiet-tivo l’automatismo nella generazione di mo-delli 3D, dall’altra invece la fotogrammetria che si pone come finalità la documentazione misurabile dell’oggetto[13]. Lo sviluppo odierno di queste applicazioni consente di mantenere sia un alto livello di automatismo sia di precisione a patto che le procedure di acquisizione dei dati vengano rispettate rigi-damente. Nell’ambito dei beni culturali que-sti strumenti vengono sempre più utilizzati per integrare i dati prodotti attraverso laser

scanner terrestre; la trasportabilità di un

di-spositivo fotografico e la possibilità di mon-tare la macchina su drone (sistemi UAV,

Unmanned Aerial Vehicle) permette di

col-mare tutte le zone d’ombra naturalmente ge-nerate dalle stazioni laser scanner eseguite da terra (coperture, aggetti dei cornicioni , sottosquadri, ecc.).

13. Confronto geometrico del modello di riferimento e nuvola di punti densa. Grafico delle deviazioni, vista frontale.

14. Confronto geometrico del modello di riferimento e nuvola di punti densa. Grafico delle deviazioni, vista laterale.

15. Confronto geometrico del modello di riferimento e nuvola di punti densa.

16. Confronto geometrico del modello di riferimento e nuvola di punti densa.

17. Confronto geometrico del modello di riferimento e punti presi ma-nualmente.

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nota e consolidata, ma anche per l’elabora-zione di dati d’archivio (rilievo IGN).

La gratificante verifica di compatibilità tra i contemporanei strumenti informatici e i dati acquisiti dall’IGN negli anni cinquanta del secolo scorso rinnova certamente il valore del rilievo svolto dai tecnici francesi; da “sta-tico” report documentativo a “dinamico” strumento per la ricerca contemporanea nel-l’ambito dei beni culturali.

L’omogeneità dei dati prodotti dalla stru-mentazione laser e dalle tecniche structure

from motion consente di lavorare la mole di

informazioni all’interno del medesimo spa-zio di lavoro 3D.

Naturalmente il rigore metodologico di ac-quisizione dei dati è più che mai necessario al fine orientare correttamente i modelli 3D rispetto al medesimo sistema di riferi-mento[14].

Nel nostro caso, trattandosi di foto turisti-che, non era possibile garantire un rigore nell’acquisizione dei dati, in tal senso le ve-rifiche di congruenza sono state condotte mediante confronto geometrico tra i singoli modelli prodotti e con il c.d. modello di rife-rimento. I test sono stati eseguiti mediante l’utilizzo di Photoscan di Agisoft e 123D Catch di Autodesk. (vd. figg. 18-26)

In entrambi i casi sono stati utilizzati set con un numero variabile di immagini (da 40 a 80 fotogrammi) relativi all’intera facciata del Tempio Grande. Mediante il riconoscimento manuale di punti omologhi tra immagini ed il rilievo topografico, i modelli sono stati ri-portati in scala e orientati rispetto il sistema di riferimento comune.

Le immagini successive evidenziano i valori di deviazione rilevati durante il confronto geometrico (processo generalmente denomi-nato “Qualify”) tra i modelli prodotti me-diante le due applicazioni structure from

motion (vd. figura 31) e tra questi e il

mo-dello di riferimento (vd. figg. 27-30). Il contributo sviluppato mediante l’utilizzo del materiale a disposizione, di fatto non ri-sponde a pieno agli obiettivi primari a cui tendeva la ricerca, e cioè ad una valutazione plausibile di difformità tra l’originale confor-mazione del tempio e quella acquisita dopo lo spostamento.

Si pone quindi come uno step intermedio di studio adatto a testare le capacità offerte dagli strumenti informatici dedicati alla fo-togrammetria, non solo in presenza di dati acquisiti “ad hoc”, secondo una metodologia

DISEGNARECON #12 - ottobre 2013 DISEGNARE CON LA FOTOGRAFIA DIGITALE DI TONDO - FABRIZI II| 9 Metodologie e tecniche di foto-modellazione a confronto: il caso del “Tempio Grande” di Abu Simbel

18. Posizionamento dei marker sui punti comuni (Agisoft Photoscan). ISSN 1828-5961

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19. Riconoscimento automatico dei pixel omologhi (Agisoft Photo-scan).

20. Posizionamento delle immagini e generazione della nuvola di punti densa (Agisoft Photoscan).

21. Modello wireframe (Autodesk 123D Catch).

22. Eventuale riconoscimento dei punti comuni su foto non posizio-nate rispetto a foto già collocate nello spazio (Autodesk 123D Catch).

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23. Modelli realizzati mediante applicazioni che implementano soluzioni structure from motion. Modello generato con Agisoft Photoscan.

24. Modelli realizzati mediante applicazioni che implementano soluzioni structure from motion. Modello generato con Agisoft Photoscan, particolare.

25. Modelli realizzati mediante applicazioni che implementano soluzioni structure from motion. Modello generato con 123D Catch di Autodesk.

26. Modelli realizzati mediante applicazioni che implementano soluzioni structure from motion. Modello generato con 123D Catch di Autodesk.

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27. Confronto geometrico (qualify) tra il modello di riferimento ed il modello prodotto

me-diante Photoscan di Agisoft. 28. Confronto geometrico (qualify) tra il modello di riferimento ed il modello prodotto mediante 123D Catch di Ato-desk

29. Confronto geometrico (qualify) tra il mo-dello di riferimento ed il momo-dello di Photoscan.

30. Confronto geometrico (qualify) tra il mo-dello di riferimento ed il momo-dello di 123D Catch.

31. Confronto geometrico (qualify) tra i modelli prodotti mediante le due applicazioni structure from motion. Photoscan e 123D Catch.

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NOTE

[1] Save-Soderbergh, Torgny , (1992),“Victoire en Nubie”, Une-sco, Paris; Desroches-Noblecourt, Christiane , Gerster, Georg (1968) “Il mondo salva Abu Simbel”, Vienna/Berlino, Verlag A. F. Koska; Bureau d'études André Coyne et Jean Bellier, “Avant-projet des ou-vrages de protection des temples d'Abou Simbel”, Paris 1960 [2] Save-Soderbergh, Torgny , (1992),“Victoire en Nubie”, Une-sco, Paris; Desroches-Noblecourt, Christiane , Gerster, Georg (1968) “Il mondo salva Abu Simbel” [3] Il “Progetto Carrara” nacque dall'idea di due scultori, Carlo An-drei e Nardo Dunchi. Esso preve-deva il taglio dell'arenaria in blocchi di circa 200 tonnellate, come avveniva per il marmo bianco, da realizzare con vari utensili tra cui il filo elicoidale. Il progetto, ancora in fase iniziale non teneva conto di diversi fattori tecnici che furono successiva-mente messi a punto dal progetto Egizio-Svedese, come la dimen-sione dei blocchi, che venne por-tata a 20 tonnellate. La vicenda del progetto dalla proposta uffi-ciale fatta all'Unesco dal Comune di Carrara, fino all'apertura delle indagini da parte dell'Interpol, è documentata dagli articoli apparsi sulla cronaca locale de “Il Tele-grafo”, tra il 9 gennaio ed il 23 agosto 1963.

[4] Scarpa, Romano (1961) “Pa-perino e il colosso del Nilo – parte 1” in “Topolino” n° 292, 2 luglio; Scarpa, Romano (1961) “Paperino e il colosso del Nilo – parte 2” in “Topolino” n° 293, 9 luglio [5] Arab Republic of Egypt, Mini-stry of culture, (1971) “The sal-vage of the Abu Simbel Temples, concluding report”, Vattenbyg-gnadsbyrån (VBB), Stockholm, Sweden, december

[6] Fabrizi Elena, Abu Simbel: una rilettura dopo cinquant’anni, tesi di laurea in Architettura, Univer-sità degli Studi di Firenze, A.A. 2011-2012, relatore: Giorgio Ver-diani, correlatori: Giovanni Anzani, Sergio Di Tondo

[7] Angelo Pericoli, topografo del-l'Istituto Geografico Militare, par-tecipò alla fase di ricostruzione dei templi, ciascun blocco era tato di tre mire ed i geografi

do-vevano ricollocarlo tramite

teodolite. L'Institut Geographique National Francais, tramite la so-cietà Grands Travaux di Marsiglia gli inviò 250 copie su carta delle riprese fotogrammetriche e un elenco dei punti con coordinate e quota rilevati tra il 1956 ed il 1963. Le foto, i relativi punti e le piante dei Templi sono conservati presso l'Istituto Papirologico del-l'Università degli Studi di Firenze. [8] Le ipotesi sul tipo di fotoca-mera utilizzata fanno pensare che si possa trattare di una “Zeiss SMK 120”

[9] Guidi, Gabriele (2010) Michele Russo, Jean-Angelo Beraldin “Ac-quisizione 3D e modellazione po-ligonale” McGraw-Hill, Milano [10] Il metodo di triangolazione (meshing) in questo caso, si av-vale dell’algoritmo di Delaunay. I punti 3D vengono proiettati sul piano e, individuati quelli a di-stanza minima, vengono tracciati i reciproci collegamenti; una volta determinati i triangoli i punti ven-gono riconsiderati nello spazio 3D mantenendo valide le connessioni a meno di una soglia angolare tra poligoni adiacenti o una massima lunghezza dei lati dei poligoni. [11] Si fa riferimento all’espe-rienza condotta dall’ Institute of Geodesy and Photogrammetry ETH di Zurigo sui Buddha di

Ba-miyan in Afganistan. Vd. Gruen,

A., Remondino, F., Zhang,

L.,(2002), “ The reconstruction

of the Great Buddha of Bamiyan, Afganistan. Icomos International Symposium, Madrid, .; Remon-dino, Fabio, (2011) “Rilievo e modellazione 3D di siti e archi-tetture complesse” Disegnare-con, Vol. 4, n. 8 - Tecnologie per la comunicazione del patrimonio culturale, a cura di E. Ippoliti e A. Meschini. Si fa inoltre riferimento al progetto realizzato dal GRAIL Lab della Washington University denominato Building Rome in a day.

[12] Mauro Lo Brutto, Maria Grazia Spera Sperimentazione di procedure automatiche in foto-grammetria close-range per il ri-lievo di Beni Culturali, in Atti 15a Conferenza Nazionale ASITA -Reggia di Colorno 15-18 novem-bre 2011.

[13] Remondino F., El-Hakim S. (2006), “Image-based 3D model-ling: a review”, Photogrammetric Record, 21(115): 269-291. [14] Balletti, Caterina, Adami, Andrea, Guerra, Francesco, Ver-nier, Paolo, (2012) “Dal rilievo alla maquette: il caso di San Mi-chele in Isola” in Archeomatica n°2 Giugno 2012.

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National Geographic, vol. 129, n°5, may 1966

The Uneso Courier, october 1962, Unesco, Paris

Figura

FOTO METRICHE

Riferimenti

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