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Le politiche monetarie durante la crisi finanziaria: Un confronto tra UE e Cina

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Academic year: 2021

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FACOLTA’ DI ECONOMIA

Dipartimento di Economia e Management

Corso di Laurea Magistrale

In Banca Finanza Aziendale e Mercati Finanziari

TESI DI LAUREA

Le politiche monetarie durante la crisi finanziaria: Un confronto tra UE e Cina

Relatore: Candidato: Corsi Fulvio Petriglieri Pietro

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INDICE

Introduzione ……… pag. 4

CAPITOLO 1 “LE POLITICHE MONETARIE IN EUROPA E CINA: CARATTERISTICHE, OBIETTIVI E STRUMENTI”

1)Caratteristiche della struttura bancaria Europea………6

1.1) Obiettivi della politica monetaria BCE………...7

1.2) Strumenti a disposizione della BCE………8

1.2.1) Le operazioni di mercato aperto………..8

1.2.2) Le operazioni su iniziativa delle controparti………..9

1.2.3) Riserva obbligatoria………..9

1.3) Caratteristiche della struttura PBOC………10

1.3.1) Le Big Four………10

1.3.2) Le banche politiche………12

1.3.3) Differenza tra banche commerciali e banche specializzate………12

1.4) Gli obiettivi PBOC………...13

1.5) Strumenti a disposizione della PBOC………14

1.5.1) Riserva obbligatoria………...15

1.5.2) Operazioni di mercato aperto………...15

1.5.3) I tassi di interesse………...16

CAPITOLO 2 “L’IMPATTO DELLA CRISI SULLE POLITICHE MONETARIE” 2.1) La Bce durante la crisi……….17

2.2) Strumenti Non convenzionali………..19

2.2.1) Il “Securities Markets Program………...20

2.2.2) Sostegno al credito e alla liquidità del mercato monetari………..22

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2.2.4) Le OMT e il Comunicato Bce………...23

2.2.5) Misure non standard per garanzie reali………..28

2.3) La Cina durante la crisi………...28

2.3.1)Impatto della crisi all’economia cinese……….30

2.3.2) Il piano di stimolo economico………...30

2.3.3) Impatto del pacchetto di stimolo economico dal 2009 al 2012…………...31

2.3.4) Riflessione sui risultati cinesi………32

2.3.5) La Cina oggi………...33

2.4) Una considerazione attraverso gli aggregati economici………...34

2.4.1) M1 in Europa………..34 2.4.2) M1 in Cina………...34 2.4.3) M2 in Europa………...35 2.4.4) M2 in Cina………...36 2.4.5) Pil a confronto……….37 2.4.6) Il fenomeno degli NPL………38

2.4.6.1) Ristrutturazione del settore bancario cinese………..41

2.4.6.2)Rapporti con la Banca Centrale………...42

CAPITOLO 3 “Chongqing, la megalopoli che non conosce la crisi” Introduzione……….43

3.1 Il Modello Chongqing………..45

3.1.1) Politiche economiche del Modello………46

3.1.2) Politiche sociali del modello……….46

3.1.3) Politiche contro la criminalità organizzata……….47

3.2) Chongqing 2007/2012………..47

3.3) “A Chongqing la crisi non esiste!” ………51

3.5)Conclusioni………53

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Introduzione

Alla base di questo elaborato, vi sono le strategie di politica monetaria utilizzate dai paesi e dai loro istituti finanziari. In particolare, ci soffermeremo sulle peculiarità di mercato, enfatizzando le differenze esistenti tra le politiche monetarie europee e quelle cinesi.

La mia personale motivazione nella scelta di questo tema è stata la mia recente esperienza presso l’università, in una delle più famose megalopoli cinesi con 36 000 000 di abitanti, pari a tutta l’Italia settentrionale, Chongqing.

Questa esperienza mi ha fin da subito suscitato una profonda curiosità, tale da averne tratto, da esse, lo spunto per la mia tesi. Ho voluto trattare questo argomento per poter capire e far capire come sia stato possibile creare una città così tecnologicamente avanzata, una città che continua ad espandersi e a crescere in maniera esponenziale, una città capace di aumentare il proprio Pil anche durante l’intero periodo della recente crisi finanziaria, mostrando segnali di crescita superiori alla stessa crescita della Cina.

Per poter capire come sia stato possibile questo fenomeno economico orientale, ho iniziato una documentazione con una panoramica a 360 gradi, iniziando dalle strategie di politiche monetaria utilizzate, il periodo storico economico e i risultati ottenuti.

L’obiettivo di questa tesi di laurea è quella di fornire un’analisi accurata dei dati raccolti, mettendone in evidenzia le peculiarità dei rispettivi sistemi bancari. L’elaborato in questo modo mira a proporre una visione sull’impatto della crisi sul sistema bancario europeo e su quello cinese, analizzandone le operazioni e i risultati ottenuti.

Interessante è stata la chiave di lettura della Bce e della PBOC e le conseguenti operazioni strategiche monetarie. La tesi è articolata in tre capitoli: nel primo capitolo, viene fornita una descrizione delle istituzioni bancarie, notando peculiarità importanti sul nodo dell’autonomia posseduta dalle banche centrali, dagli strumenti a disposizione e degli obiettivi che il sistema bancario europeo si pone e dell’obiettivo che il sistema bancario cinese si pone.

Verranno enunciate le capacità, le modalità di operare e gli strumenti a disposizione per poter raggiungere gli obiettivi.

Dopo aver appreso la struttura bancaria con le proprie competenze obiettivi e strumenti, analizzeremo entrambi i sistemi bancari in un contesto di crisi finanziaria, nel nostro caso avremo oggetto di studio la crisi finanziaria dei mutui sub-prime scoppiata nel 2007.

Lo studio dei sistemi bancari durante la crisi ci mostrerà le operazioni intraprese dalle banche centrali, nel tentativo di contrastare la recessione economica. Noteremo il differente approccio alla crisi finanziaria e studieremo le operazioni intraprese con i loro risultati ottenuti.

Per poter meglio capire l’impatto che ha avuto la bolla del mercato mobiliare statunitense sull’economia europea e su quella cinese, avremo a disposizione la documentazione con le relative statistiche riguardanti determinati aggregati monetari.

Tra gli aggregati oggetto dello studio avremo: l’aggregato M1, l’aggregato M2, il confronto tra i rispettivi Pil durante il periodo considerato e porremo particolare attenzione allo studio del fenomeno degli NPL, soprattutto per i non-performing loans cinesi.

Dopo questi confronti diretti con le statistiche e i relativi impatti alle economie, passeremo all’ultimo capitolo.

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5 L’esperienza a Chongqing è stata la musa ispiratrice che mi ha permesso di interessarmi al sistema bancario cinese, al suo operato e alla sua struttura bancaria. Chongqing si trova nel centro-ovest della Cina, ed è stata scelta come area di sviluppo per l’economia cinese da parte del consiglio di governo statale.

Tramite lo studio di questa megalopoli avremo modo di osservare un esempio pratico di politiche monetarie cinesi.

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CAPITOLO 1

LE POLITICHE MONETARIE IN EUROPA E CINA: CARATTERISTICHE, OBIETTIVI E STRUMENTI

1) Caratteristiche della struttura bancaria Europea

Il sistema bancario a cui noi facciamo riferimento prevede un sistema composto da tutte le banche centrali dei paesi, facenti parte dell’UE. L’insieme delle banche centrali nazionali e con la BCE formano il SEBC.

L’articolo 130 del TFUE prevede “Nell'esercizio dei poteri e nell'assolvimento dei compiti e dei doveri loro attribuiti dai trattati e dallo statuto del SEBC e della BCE, né la Banca centrale europea né una banca centrale nazionale né un membro dei rispettivi organi decisionali possono sollecitare o accettare istruzioni dalle istituzioni, dagli organi o dagli organismi dell'Unione, dai governi degli Stati membri né da qualsiasi altro organismo” 1

L’indipendenza della BCE risulta basilare nell’Unione Europea, essendo una istituzione con libera scelta e piena discrezionalità nell’utilizzo degli strumenti di politica monetaria.

Articolo284 del TFUE esprime il concetto della responsabilità della BCE :

“1. Il presidente del Consiglio e un membro della Commissione possono partecipare, senza diritto di voto, alle riunioni del consiglio direttivo della Banca centrale europea. Il presidente del Consiglio può sottoporre una mozione alla delibera del consiglio direttivo della Banca centrale europea. 2. Il presidente della Banca centrale europea è invitato a partecipare alle riunioni del Consiglio quando quest'ultimo discute su argomenti relativi agli obiettivi e ai compiti del SEBC.

3. La Banca centrale europea trasmette al Parlamento europeo, al Consiglio e alla Commissione nonché al Consiglio europeo, una relazione annuale sull'attività del SEBC e sulla politica monetaria dell'anno precedente e dell'anno in corso. Il presidente della Banca centrale europea presenta tale relazione al Consiglio e al Parlamento europeo, che può procedere su questa base ad un dibattito generale.

Il presidente della Banca centrale europea e gli altri membri del comitato esecutivo possono, a richiesta del Parlamento europeo o di propria iniziativa, essere ascoltati dalle commissioni competenti del Parlamento europeo”. 2

1Fonte: Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, TFUE, Articolo 130; 2Fonte: Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, TFUE, Articolo 284;

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1.1 Obiettivi della politica monetaria BCE

Il SEBC3 ha come obiettivo principale, all’interno della nostra area economica, quello di mantenere

una certa stabilità nella determinazione dei prezzi; obiettivo che, per essere raggiunto necessita di determinate strategie di politica monetaria, principalmente gestite e organizzate dal Consiglio Direttivo della BCE.

Gli obiettivi della politica monetaria del SEBC possono essere distinti in obiettivi primari e obiettivi secondari. Come obiettivo primario riconosciuto dal SEBC abbiamo il compito di garantire la stabilità dei prezzi.

Come obiettivo da considerare intermedio o secondario avremo la sostenibilità della politica economa generale nell’Unione Europea con l’intento di soddisfare l’obiettivo primario, cioè la stabilità dei prezzi nell’area economica di competenza. 4

Le azioni del SEBC si attuano in conformità dei princìpi di un’economia di mercato aperto e libera concorrenza.

Per poter raggiungere l’effettiva stabilità dei prezzi si deve necessariamente fare riferimento ad un indice. In questo caso, si fa riferimento al IPCA (Indice dei prezzi al consumo armonizzato per i paesi dell’UE). Più precisamente, con questo termine ci riferiamo alla media ponderata degli indici, presi in considerazione. Sulla base dell’IPCA si calcola, inoltre, il tasso di inflazione dell’Unione Monetaria Europea, al quale, per l’appunto, fa riferimento la Banca Centrale Europea. L’obiettivo principale riconosciuto è il mantenimento dei prezzi, o meglio, assicurare una variazione annua dell’IPCA inferiore, ma prossima al 2% nel medio termine.

Gli elementi di riferimento per le strategie di politica monetaria risultano essere: • Definizione quantitativa della stabilità dei prezzi;

• Crescita economica;

La BCE incentra le proprie strategie di politica monetaria su due pilastri: 1. Analisi economica;

2. Analisi monetaria;

Per quanto riguarda l’analisi economica, è un’analisi che valuta l’evoluzione dei prezzi sia nel breve periodo che nel lungo periodo. È un’analisi che considera la produzione complessiva, il mercato del lavoro, gli indicatori dei prezzi e dei costi. Ma la cosa più importante è che funge da bilancia dei pagamenti nella zona euro.

L’analisi monetaria prende in considerazione il legame esistente nel lungo periodo tra prezzi e moneta, con l’intento di valutare l’inflazione attesa e la crescita economica.

3Fonte: Banca Centrale Europea, Eurosistema, BCE, SEBC ed Eurosistema;

https://www.ecb.europa.eu/ecb/orga/escb/html/index.it.html

4Fonte: Banca d’Italia, Eurosistema,

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1.2) Strumenti a disposizione della BCE

Per poter attuare la propria politica monetaria la BCE agirà tramite: a) Operazioni di mercato aperto;

b) Operazioni su iniziativa delle controparti; c) Riserve obbligatorie;

La BCE, con il consiglio, attua le proprie strategie monetarie con due metodologie, con misure convenzionali e con misure non convenzionali di politica monetaria.

Per poter raggiungere gli obiettivi prefissati dalle proprie strategie di politica monetaria, verranno utilizzati determinati strumenti che si differenziano in base alla tipologia di politica monetaria e dalla necessità che rispecchia il sistema in quel momento storico.

La politica monetaria convenzionale della BCE ha a disposizione come strumenti5: • Le operazioni di mercato aperto;

• Le operazioni su iniziativa delle controparti; • Riserve obbligatorie;

Tali strumenti appena citati, facenti parte della politica monetaria convenzionale, vengono utilizzati in contesti che potremmo definire “normali”. Di contro, invece, in contesti anomali e con grave necessità viene utilizzato un approccio di politica monetaria che dà origine alle politiche monetarie non convenzionali.

Un esempio di uso delle politiche monetarie non convenzionali l’abbiamo avuto nella recente crisi finanziaria, scoppiata inizialmente negli Stati Uniti per poi espandersi in tutto il mondo economico. Come risposta alla recente crisi furono intraprese delle operazioni di politica monetaria non convenzionale. Tra queste operazioni figurano gli acquisti di attivi e titolo di stato sul mercato secondario, al fine di poter mantenere la stabilità dei prezzi, l’obiettivo primario del SEBC.

1.2.1 Le Operazioni di mercato aperto

Le operazioni di mercato aperto sono uno strumento di notevole importanza per raggiungere quegli obiettivi previsti dalle politiche monetarie.

Hanno il compito di indirizzare i tassi di interesse, di gestire lo stato di liquidità nel mercato ed esprimere l’orientamento della politica monetaria. Possiamo distinguere le operazioni di mercato aperto a secondo delle tempistiche con la quale viene adoperata, distinguendo in:

• Operazioni di rifinanziamento principali, (ORP), che hanno una frequenza settimanale; • Operazioni di rifinanziamento a lungo termine (ORLT) che hanno una scadenza a tre mesi; • Operazioni di fine tuning;

5Fonte: Banca d’Italia, Eurosistema, Strumenti convenzionali;

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9 • Operazioni strutturali;

Le ORP di conseguenza vengono utilizzate per orientare i tassi di interesse a breve termine e poter gestire la liquidità, mentre le operazioni di rifinanziamento a lungo termine sono un finanziamento aggiuntivo nel lungo periodo.

Le operazioni di fine tuning sono quelle operazioni di mercato aperto che agiscono sulle variazioni inattese della liquidità sul mercato, sulle fluttuazioni dei tassi d’interesse.

Le operazioni strutturali sono operazioni permanenti che mirano a quei adeguamenti strutturali nel settore finanziario.

1.2.2 Le operazioni su iniziativa delle controparti

Sono delle operazioni che danno la possibilità di offrire o assorbire liquidità con scadenza overnight con tasso di riferimento l’EONIA (Euro Overnight Index Avarage). 6

Tramite queste operazioni overnight, l’Eurosistema entra in contatto diretto con le esigenze degli istituti finanziari.

Pertanto, è possibile, in questo contesto, assistere a due tipi di operazioni:

a) Operazioni di rifinanziamento marginale, per poter ottenere liquidità dalla banca centrale; b) Operazioni di deposito overnight;

1.2.3 Riserve obbligatorie

“L'Eurosistema impone alle banche di detenere una percentuale delle proprie passività sotto forma di depositi presso la banca centrale nazionale: la riserva obbligatoria. L'ammontare della riserva obbligatoria è calcolato a partire dalle passività di bilancio a cui vengono applicate delle aliquote. Per soddisfare l'obbligo, le banche devono detenere sul loro conto presso la banca centrale nazionale, l'ammontare risultante dal calcolo. Il rispetto dell'obbligo di riserva è determinato in base alla media dei saldi di fine giornata detenuti sui conti di riserva nell'arco di un periodo di 6 o 7 settimane, il cosiddetto periodo di mantenimento. Il calendario dei periodi di mantenimento viene fissato periodicamente. La remunerazione della riserva obbligatoria è legata al tasso delle operazioni di rifinanziamento principali dell'Eurosistema”. 7

6Fonte: Banca d’Italia, Eurosistema, Strumenti convenzionali;

https://www.bancaditalia.it/compiti/polmon-garanzie/strumenti-convenzionali/index.html

7Fonte: Banca d’Italia, Eurosistema, Strumenti convenzionali, Riserva obbligatoria;

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1.3 Caratteristiche della struttura PBOC

Con un totale di 40.1 trilioni di dollari, il People Bank of China, in sigla PBOC, risulta essere il più grande settore bancario al mondo.

A fine dagli anni 90’ abbiamo assistito ad una evoluzione del sistema bancario cinese, che possiamo definire come “occidentalizzazione”. 8

Ad oggi la Cina fa parte dell’organizzazione mondiale del commercio, aderendo nel dicembre del 2001.

Nonostante l’occidentalizzazione del sistema bancario cinese negli ultimi 30 anni, la peculiarità rimane sempre la presenza costante del governo negli istituti bancari cinesi, nonostante un aumento della loro autonomia.

In questo sistema, troviamo al vertice la PBOC, corrispondente alla nostra BCE, anche se evidenzia caratteristiche diverse.

La People Bank of China (PBOC) affiancata dalla “China Banking Regolatory Association” (CBRC) regolano tutte le banche cinesi, queste due banche fanno riferimento al Consiglio di Stato, quindi l’organo che possiede il potere esecutivo.

Iniziamo l’analisi della struttura bancaria cinese dalla PBOC, la quale gestisce le strategie di politica monetaria e stabilità del sistema finanziario (stesso ambito lavorativo della nostra BCE), mentre la CBRC costituita di recente (2003) funge da controllore nel sistema bancario.

Tra le peculiarità del sistema bancario cinese, oltre alla presenza quasi totalitaria del consiglio di stato, assisteremo ad una segmentazione settoriale con proprie caratteristiche e ambiti di intervento per gli investimenti e per la gestione del credito.

La banca centrale cinese, la People’s Bank of China gestisce e impartisce le politiche monetarie scaturenti dal confronto con il consiglio di stato.

Tutto ciò allo scopo di indirizzarle alle altre banche, create sempre dal governo.

La classificazione degli istituti finanziari in Cina avviene secondo logiche settoriali e di competenza, e fungono da trasmissione degli impulsi delle politiche monetarie.

1.3.1 Le Big Four

Con l’espressione “Big Four”, letteralmente “quattro grandi”, facciamo riferimento a quella tipologia di banche commerciali di proprietà statale, introdotte nel 1995.

In conformità a quanto dettato dalla “The Banking Act of the Republic of China”, attraverso l’applicazione, in termini legali, dell’articolo 87, si è dato avvio alla creazione di una nuova tipologia di banche, le cosiddette “banche specializzate”.

8Legge della Repubblica Popolare Cinese sulla Banca popolare cinese,Adottato alla terza sessione dell'ottavo congresso nazionale

del popolo il 18 marzo 1995, promulgato dall'ordinanza n. 46 del Presidente della Repubblica popolare cinese il 18 marzo 1995 e modificato conformemente alla decisione sulla modifica della legge della Repubblica popolare cinese sulla Banca popolare cinese adottata nella sesta riunione del comitato permanente del decimo congresso nazionale del popolo il 27 dicembre 2003, Capitolo 1;

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11 Nello specifico, l’articolo dichiara che “per facilitare l’estensione del credito specializzato, l’autorità centrale può approvare l’istituzione di una o più banche a fine commerciali o speciali o designare una o più banche esistenti per svolgere tali funzioni”. 9

Inoltre, a partire dal 2018, non solo esse risultano essere le quattro banche principali in Cina, ma addirittura, vengono considerate tra le più grandi al mondo.

Le quattro banche specializzate sono:

• “Bank of China” (BOC) ha il compito di gestire le transazioni in valuta estera. A tal proposito, nel 2002 la BOC è stata quotata con successo alla borsa di Hong Kong. È stato un momento importante e significativo a dimostrazione delle riforme nel settore bancario cinese. La quotazione in borsa è avvenuta con l’offerta da 2.8 miliardi di dollari ed è stata sottoscritta in eccesso di 7.5 volte.

• “China Construction Bank”, con l’acronimo CCB, è specializzata, invece, nella concessione di credito a medio lungo termine per progetti infrastrutturali e per lo sviluppo delle aree urbane. In questo caso, prendiamo come termine legale di riferimento l’articolo 97 della legge bancaria cinese. In questo caso, la banca estende il credito a medio e lungo termine ai fini dello sviluppo territoriale, del miglioramento della città, dello sviluppo urbano, delle costruzioni di strade, delle strutture turistiche e dei progetti di costruzione di alloggi.

• “Industrial and Commercial Bank of China” (ICBC) è la banca con il totale attivo, totale dipendenti e totale clienti più grande in Cina. La peculiarità della ICBC è la specializzazione nei finanziamenti delle aree urbane e nel settore manifatturiero della Cina, prevista dall’articolo 91 della Banking Act. Essa ha lo scopo di estendere il credito a fini industriale. Proprio per questo è classificata come banca industriale. Le sue funzioni principali sono inerenti all’estensione del credito a medio a lungo termine alle imprese industriali, minerarie, di trasporto e di altri servizi pubblici. Essa può accettare depositi, a condizione che tale attività sia limitate ai clienti che sono società in cui la banca investe o alle quali la banca concede credito.

• “Agriculture Bank of China”, in sigla ABC, è invece specializzata nella fornitura di finanziamenti destinati al settore agricolo cinese. Si fa, precisamente, riferimento a quella banca con uno scopo commerciale speciale, con lo scopo di estendere il credito ai fini agricoli, ed è, per l’appunto, classificata come banca agricola. L’obiettivo principale punta al miglioramento nelle zone rurali e di estendere il credito necessario per la produzione alle aziende agricole, forestali, ittiche e zootecniche.

La peculiarità delle banche specializzate, oltre al fatto che sono di totale proprietà statale; ricoprono ruoli strategici per singoli settori economici, con potere esecutivo prettamente nell’area assegnata, applicando gli interventi ritenuti opportuni dal governo.

È dato che ad ogni banca viene assegnata un’area di competenza. Tutto ciò, diminuisce lo stimolo della competizione che alimenterebbe una crescita degli istituti. Oltre alla rigidità settoriale delle istituzioni bancarie, notiamo una certa rigidità anche dal contesto imprese, in quanto una determinata

9Articolo 87 Legge della Repubblica Popolare Cinese sulla Banca popolare cinese, Adottato alla terza sessione dell'ottavo congresso

nazionale del popolo il 18 marzo 1995, promulgato dall'ordinanza n. 46 del Presidente della Repubblica popolare cinese il 18 marzo 1995 e modificato conformemente alla decisione sulla modifica della legge della Repubblica popolare cinese sulla Banca popolare cinese adottata nella sesta riunione del comitato permanente del decimo congresso nazionale del popolo il 27 dicembre 2003, Capitolo 5,

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12 impresa avrà la facoltà di poter aprire un conto presso una sola banca, che per coerenza sarà del medesimo settore dell’impresa. A tal proposito, è proprio l’articolo 89 che ci delinea l’ambito di applicazione delle banche specializzate: questo è “prescritto dall’autorità competente, tenendo conto delle principali funzioni di tale banca a fini commerciali speciali e dei requisiti di sviluppo economico”.10

1.3.2 “ Le Banche Politiche”

Con la riforma strutturale del sistema bancario cinese sono state create tre nuove banche, che potremmo definire banche politiche. Queste tre nuove banche sono la “Agricultural Development Bank of China” (ADBC), la “China Development Bank” (CDB) e la “Export-Import Bank of China”. Sono banche che hanno come peculiarità lo sviluppo economico e commerciale delle proprie aree e dei progetti imposti dal consiglio di governo. 11

Nel dettaglio queste banche operano in diversi settori, specificatamente12:

• La Agricultural Development Bank of China(ADBC) è responsabile del finanziamento dei progetti relativi alla crescita economica in Cina;

• La China Development Bank (DBC), è responsabile del finanziamento di quelle opere statali di grandi dimensioni, come ad esempio la diga delle tre gole;

• La Export-Import Bank of China, è responsabile di finanziare le attività di import-export a lungo termine;

• La Agricultural Development Bank of China (ADBC), è responsabile del finanziamento di specifiche attività di importanza nazionale relative al settore agricolo.

Altre istituzioni finanziarie, presenti nel contesto cinese, sono le cooperative di credito, istituti formalmente non bancari e totalmente indipendenti. Anch’essi risultano essere di proprietà pubblica, ma nei fatti sono sotto la giurisdizione della ICBC e ABC presso le quali sono tenute a versare una quota dei loro depositi.

Questi istituti forniscono prestiti e servizi nelle città e villaggi e sono il canale principale per la raccolta del risparmio, le possiamo considerare come una diramazione della rete ABC. La loro principale clientela è formata dalle famiglie contadine e dai loro risparmi.

Generalmente, gran parte delle risorse accumulate vengono destinate al finanziamento delle imprese di villaggio.

1.3.3 Le banche commerciali

Le banche commerciali di stato: “gestite in base all’obiettivo della creazione di profitto, prevalentemente orientate al finanziamento di grandi imprese, assoggettate a forme di regolamentazione prudenziale e sottoposte alla sorveglianza della People’s Bank of China.13

10Articolo 89 della legge della repubblica popolare cinese.

11Legge della Repubblica Popolare Cinese sulla Banca popolare cinese, Adottato alla terza sessione dell'ottavo congresso nazionale

del popolo il 18 marzo 1995, promulgato dall'ordinanza n. 46 del Presidente della Repubblica popolare cinese il 18 marzo 1995 e modificato conformemente alla decisione sulla modifica della legge della Repubblica popolare cinese sulla Banca popolare cinese adottata nella sesta riunione del comitato permanente del decimo congresso nazionale del popolo il 27 dicembre 2003.

12 Laws and Regulations Database of The Republic of China,

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13 Nel capitolo III della legge bancaria cinese, viene definita la definizione legale del concetto di banca commerciale. Come indicato dalla presente legge, si intende per banca commerciale quella che ha per funzione principale l’accettazione di depositi di verifica, depositi di domanda e concedere prestiti a breve e medio termine. Con la prima espressione, s’intendono quei depositi che vengono utilizzati per la gestione delle spese giornaliere e offrono accesso immediato ai contanti; hanno capacità di scrittura o assegno. Quelli di domanda, invece, fanno riferimento a quelli costituiti da fondi detenuti in un conto bancario da cui i fondi depositati possono essere prelevati in qualsiasi momento.

I governi locali, che risultano essere la voce del Consiglio di Stato nelle operazioni di credito, assumono un ruolo importante nel contesto bancario cinese, data la loro influenza nelle decisioni e nella gestione amministrativa. Nell’ampio territorio cinese sono presenti svariati sistemi di amministrazione, sia a livello geografico e sia a livello settoriale, sistemi che enfatizzano il potere delle autorità locali nei confronti delle istituzioni creditizie.

L’articolo 71 del Banking Act, ci riporta un elenco esaustivo di molte delle attività che possono essere condotte dalle banche commerciali, tra cui ricordiamo, tra le più importanti: emettere obbligazioni bancarie, accettare il controllo dei depositi, estendere i prestiti a breve, medio e lungo termine. Nello specifico, nel caso dei prestiti a medio termine, si è stabilito che l’importo totale non debba mai superare il saldo dei depositi ricevuti.

Generalmente, le banche commerciali richiedono l’autorizzazione all’autorità competente per investire in attività finanziarie correlate. Quelle che ottengono l’approvazione possono, finalmente, investire in imprese non finanziarie in cooperazione con un progetto di sviluppo economico del governo; sempre che non siano coinvolte nella gestione di altre imprese. 14

Inoltre, le banche commerciali possono investire in titoli; i tipi e i limiti relativi ai titoli che possono essere investiti sono prescritti dall’autorità competente. Una peculiarità del sistema bancario cinese è l’assenza della competizione tra gli istituti bancari.

Questa serie di legami tra banca impresa e autorità locali, risultano essere le fondamenta del sistema cinese.

1.4 Gli Obiettivi della PBOC

Creata nel 1948, la Banca Popolare Cinese, conosciuta con l’acronimo PBOC, svolgendo la funzione di banca centrale, esercita un macro-controllo e una supervisione del sistema finanziario nazionale e del sistema bancario cinese. Essa svolge i suoi compiti secondo modelli occidentali di autonomia, vigilanza e controllo del sistema bancario. Le principali funzioni comprendono: “formulazione della politica monetaria per mantenere la stabilità finanziaria e stimolare così la crescita economica; formilazione del piano creditizio; fissazione dei tassi d’interesse; regolamentazione dei mercati finanziari; emissione e amministrazione della circolazione del Renmimbi Yuan Cinese; regolamentazione del mercato dei prestiti interbancari; gestione della valuta estera ufficiale; registrazione delle transazioni in valuta e gestione del tesoro dello Stato”.15

In conformità al processo di occidentalizzazione della PBOC, si è assistito ad una graduale uniformità degli obiettivi comunitari nel panorama cinese. Si è cercato, anche in questo caso, di garantire: la stabilità dei prezzi e lo stimolo della crescita economica. Per raggiungere questi obiettivi “primari” si

14Articolo 74 Legge bancaria cinese “The Banking Act”.

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14 fa riferimento a determinati aggregati monetari, tra cui ricordiamo, l’aggregato M2, capace di esprimere l’andamento inflazionistico.

Dopo il 1985, in contemporanea alla trasformazione della Banca Popolare Cinese in una banca centrale, assistiamo ad una crescente considerazione di questi aggregati monetari, che col tempo hanno sempre più assunto un ruolo importante nelle strategie delle autorità monetarie.

La banca centrale cinese ha strutturato i propri obiettivi sulla crescita degli aggregati monetari M1 e M2. 16

Ad oggi, una strategia di politica monetaria orientata sull’uso di M1 e M2 è comunemente accettata. Avere un’ampia e controllata visuale egli aggregati risulta, nel nostro caso, fondamentale per le strategie di politica monetaria.

La legge della Repubblica Popolare Cinese esprime gli obiettivi finali della PBOC. L’articolo 3 afferma che l’obiettivo delle politiche monetarie è quello di mantenere la stabilità della valuta e di promuovere una crescita economica. Quindi vedremo che la banca centrale cinese dovrà impegnarsi su due diversi obiettivi finali nel perseguimento della sua politica monetaria: in primo luogo la banca dovrà mirare alla stabilità dei prezzi e in secondo luogo dovrò mirare al sostenimento della crescita economica.

Gli economisti cinesi hanno pensato e strutturato la propria politica monetaria, considerando come obiettivo unico finale la stabilità dei prezzi, in quanto per la crescita economica a lungo termine può essere realizzata solo con la stabilità dei prezzi a lungo termine.

Gli obiettivi della POBC sono uguali agli obiettivi della BCE. Quello si deve tenere in conto, però è lo status delle due banche centrali: la BCE è un istituto indipendente, invece la POBC è dipendente dal Consiglio di Stato.

In conclusione, possiamo constatare che il POBC ha due obiettivi: uno di considerazione primaria, ossia la stabilità dei prezzi e il secondo di “secondaria” importanza ovvero la crescita economica. Per riassumere, si può concludere che dal 1994 la politica monetaria cinese ha mostrato due obiettivi finali:

• Stabilità dei prezzi;

• Sostegno per un’adeguata crescita economica

1.5 Strumenti a disposizione della PBOC

Abbiamo detto, quindi, che la PBOC è un istituto che funge da banca centrale e di conseguenza gestore della politica monetaria in Cina. Allo stesso tempo, bisogna tenere in considerazione le autorità che interagiscono con essa. Infatti, la PBOC non ha la facoltà di decidere né i propri obiettivi finali, né i suoi strumenti. Questo vuol dire che, nell’adottare le sue decisioni, essa deve prescindere dall’approvazione del Consiglio di Stato. Questo vuol dire che la PBOC nell’attuare la sua politica monetaria deve sottostare alla guida del consiglio. In tal modo, essa può svolgere le sue funzioni in

16 Legge della Repubblica Popolare Cinese sulla Banca popolare cinese, Adottato alla terza sessione dell'ottavo congresso nazionale

del popolo il 18 marzo 1995, promulgato dall'ordinanza n. 46 del Presidente della Repubblica popolare cinese il 18 marzo 1995 e modificato conformemente alla decisione sulla modifica della legge della Repubblica popolare cinese sulla Banca popolare cinese adottata nella sesta riunione del comitato permanente del decimo congresso nazionale del popolo il 27 dicembre 2003.

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15 maniera indipendente, libera dalle interferenze delle amministrazioni locali, enti pubblici o qualsiasi altro soggetto pubblico finanziario. Nel 2002, il PBOC ha iniziato ad adottare

La PBOC, come molte delle banche occidentali, adotta una serie di operazioni di politica monetaria attraverso l’utilizzo di determinati strumenti:

1) Standing facilities → il PBOC li pratica sottoforma di prestiti collaterali automatici (ACL). In questo modo, le banche hanno la possibilità di ottenere dalla PBOC liquidità ad un tasso inferiore.

2) Operazioni di mercato aperto → questo tipo di operazioni, concesse a partire dal 1993 e poi sospese nel ’97, sono stata reintrodotte a partire del maggio ’98. Esse vengono praticate con frequenza settimanale.

3) La riserva obbligatoria → regolamento con cui si stabilisce un importo minimo della riserva che deve essere tenuto dalla banca.

Gli strumenti di principale utilizzo sono: 1. Requisiti di riserva;

2. Tassi di interesse;

3. Operazioni di mercato aperto;

1.5.1 La riserva obbligatoria

La riserva obbligatoria, o anche conosciuta come coefficiente di riserva in contanti, è utilizzato da gran parte delle banche del mondo. Esso determina, l’imposizione di un importo minimo che le banche devono essere tenute a soddisfare, per poter contrastare l’inflazione. Questo coefficiente minimo è generalmente determinato e prestabilito dalla banca centrale. Esso è utilizzato come strumento di politica monetario, volto a influenza l’indebitamento del paese e i tassi di interesse modificando la quantità di fondi disponibilità per le banche con cui concedere prestiti.

Le banche occidentali non sono solite aumentare i requisiti di riserva, preferendo, invece, un utilizzo di operazioni di mercato aperto nell’attuazione della loro politica monetaria.

A differenza, nel panorama cinese, si presenta una situazione diversa: la banca popolare ha utilizzato, con maggiore frequenza, i cambiamenti di requisiti di riserva come strumento per contrastare l’inflazione. Si nota come, a inizio anni 80 si sia registrata una riserva obbligatoria pari al 13%, con un successivo calo al 8% a fine anni 90.

Dall’avvento della crisi, abbiamo assistito, nel panorama economico cinese, un graduale aumento del tasso di riserva stabilito dalla banca centrale: da un 9,5% nel 2006 fino ad arrivare al 16% a fine gennaio 2010.

1.5.2 Le Operazioni di mercato aperto

In America, Europa e in Cina, le operazioni di mercato aperto sono, ormai, considerate strumenti di politica monetaria di primaria importanza.

Questo strumento è apparso nel sistema economico bancario cinese a partire dal 1993, se pur caratterizzato da iniziali mal funzionamenti. Infatti, tenendo conto del loro, quasi mancato utilizzo, la banca centrale cinese decise di sospenderle nel 1997 per poi riattivarle il 26 maggio del 1998; anno

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16 in cui fu abolito il piano di credito e furono istituite le prime vere Operazioni di Mercato Aperto che hanno seguito fino ad adesso. Il piano di credito era un diverso quadro finanziario per il piano di investimento statale.

Come abbiamo già precedentemente affermato, queste operazioni (OMA) sono mirate all’acquisto e alla vendita di titoli in un mercato aperto da parte di una banca centrale.

Gli OMA ebbero un grande successo, grazie alla loro nuova struttura istituzionale. Da quel momento in poi le operazioni di mercato aperto sono state uno strumento fondamentale per la conduzione della politica monetaria in Cina. Sono, normalmente, attività offerte in periodi che variano da sette a 28 giorni.

Il PBOC è un sistema bancario particolare in quanto non ha un unico strumento di politica monetaria (come magari il sistema americano), ma utilizza diversi metodi per monitorare l’andamento dell’offerta di moneta e i tassi di interesse, controllando, quindi, sempre l’avanzare dell’economia mondiale.

In Cina, le operazioni di mercato fanno riferimento a due tipi di procedimenti diversi: pronti contro termine e pronti contro termine attivi. Per quanto riguarda il primo, esso viene utilizzato, principalmente, per rimuovere la liquidità dal sistema quando la PBOC trasmette titoli a breve termine ad alcune delle banche commerciali. In questa maniera, la PBOC si assicura un sempre più efferato controllo dell’offerta monetaria e dei tassi di interesse a breve termine.

1.5.3 I tassi di interesse

I tassi di interesse vengono utilizzati come strumenti della trasmissione della politica monetaria, considerato un forte strumento di impulso monetario.

Ciò significa che: in una situazione di dinamicità economica eccessiva, le autorità monetarie dovrebbero aumentare il loro tasso di interesse primario. Per tanto, i costi di rifinanziamento delle banche commerciali aumenteranno a causa dell’aumento del tasso di prestito primario.

In questo contesto, possiamo distinguere due diverse politiche monetarie: restrittiva e espansiva. Con la prima espressione, si fa riferimento a quella politica che prevede un aumento del tasso di interesse, che riduca l’offerta di moneta e che rende meno appetibile l’accesso al credito da parte degli investitori. Invece, in presenza di una politica monetaria espansiva sarà registrato una diminuzione dei tassi di interesse, aumentando l’offerta di moneta, tale da incentivare l’accesso al credito a terzi, riducendo, in tal modo, il costo di accesso al credito, portando ad impulsi positivi all’interno del settore reale.

Tramite questo strumento, la PBOC ha il potere di controllare l’offerta di moneta effettuando interventi diretti sul mercato monetario.

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CAPITOLO 2

L’IMPATTO DELLA CRISI SULLE POLITICHE MONETARIE

Dopo la Grande Depressione degli anni 30’, l’economia occidentale faticava a ricordare una recessione economica e finanziaria paragonabile a quella degli anni 30’, fino allo scoppio, nel 2006, della crisi finanziaria nel mercato creditizio statunitense, quello dei mutui sub-prime, scoppio dovuto alla concessione di mutui a prenditori con scarso merito creditizio.

L’economia statunitense aveva affrontato, agli inizi del 2000, la crisi nel settore della telecomunicazione, la bolla dot-com , peggiorata dalle situazioni sociali e storiche di quel periodo (l’attacco terroristico dell’11 settembre).

In questo contesto la Federal Reserve aveva intrapreso un percorso di politica monetaria espansiva, mantenendo i tassi Fed Funds a livelli bassi fino al 2005. Tale politica espansiva ha stimolato la tendenza all’indebitamento delle famiglie americane, con un aumento del leverage consistente sia dalla prospettiva delle famiglie e imprese e sia dagli stessi istituti finanziari. Si registra un aumento del leverage per le famiglie statunitensi dal 71.6 al 98.7 per cento del Pil, tendenza confermata e registrata anche in Europa, soprattutto tra le famiglie inglesi che hanno registrato un aumento del leverage dal 69 al 100 per cento del Pil.

L’Europa ha manifestato una non omogeneità tra i diversi stati, ad esempio consideriamo le famiglie spagnole tra il 2000 e il 2007, possiamo notare come esse abbiamo aumentato il leverage dal 45.8 all’82.8% del Pil, tendenza, invece, opposta la ritroviamo tra le famiglie tedesche che nello stesso periodo hanno registrato addirittura una diminuzione.

La facilità di accesso al credito ha stimolato il mercato immobiliare e l’erogazione di mutui, spingendo il valore degli immobili e innescando un’inevitabile bolla immobiliare.

Un altro aspetto che ha avuto un ruolo non indifferente nella recente crisi finanziaria, è stata l’evoluzione finanziaria, che ha indotto al passaggio al modello “originate-and -distribute”, nel quale vengono creati nuovi pacchetti con asset diversi dell’attività creditizia per poi essere ceduti ad altri intermediari, tramite le società veicolo, le SPV, le special purpose vehicle.

Nel modello originario, la banca originaria del prestito erogato lo mantiene in bilancio fino alla scadenza, accantonando capitale regolamentare a fronte del rischio di credito, come previsto dagli accordi di Basilea. Tuttavia, con il passaggio al modello “originate and distribute”, che iniziò ad essere utilizzato dalle grandi banche, attraverso l’utilizzo strumenti permettenti il trasferimento del rischio di credito, dalla cartolarizzazione ai derivati creditizi; l’intermediario, dopo aver selezionato i debitori, ne trasferisce ad altri il prestito recuperandone la liquidità. La diffusione di questo metodo operativo ha innescato la crisi sul mercato dei mutui subprime. Dopo aver accennato alla recente crisi, possiamo iniziare a osservare cosa successe in Europa e Asia e gli strumenti di politica monetaria utilizzati.

2.1 La Bce durante la crisi

La recente crisi ha messo a dura prova il sistema bancario europeo, spingendo la BCE ad attuare degli interventi mirati, attraverso l’utilizzo di strumenti convenzionali e non convenzionali. Come disse l’allora presidente della BCE17, Jean Claude Trichet, “Nel mercato di oggi non riusciamo a

17Borsa Italiana, Gli interventi della banca centrale durante la crisi;

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18 individuare perfettamente dove siano allocati i rischi”, costatazione veritiera che rispecchia il sistema finanziario. La crisi scoppiata nel 2007, meglio conosciuto come crisi dei mutui subprime, ha raggiunto il suo apice con la bancarotta del colosso “Lehman Brothers”, che portò un totale mal funzionamento dei mercati finanziari.

Nonostante l’Europa si mostrava relativamente lontana dal contesto Usa, i titoli europei ne subirono l’effetto negativo, perdendo quotazione sul mercato. I mercati hanno dimostrato un profondo legame espresso proprio dal come una falla nel sistema americano potesse creare conseguenze a catena nelle altre economie.

Apparve immediato un contrasto tra la Fed e la Bce, infatti la poca collaborazione tra le parti rischiava di congelare il sistema finanziario. L’Eurotower decise di ridurre il costo del denaro di 50 punti base portando i tassi al 3,75%, per poi arrivare al 2,5% a fine dell’anno.

L’Eurotower sosteneva aste periodiche settimanali di rifinanziamento a tasso fisso per fornirne liquidità al sistema finanziario, introducendo nel 2009 LTRO, operazioni di finanziamento alle banche con scadenza a un anno. Abbiamo assistito, in questo modo, al raddoppio della durata delle stesse operazioni, in rapporto all’anno precedente.

Il 2009 registrò nei mercati europei nuovi minimi, con l’aggiunta del caso della Grecia. si è dunque sentita la necessità da parte dell’Europa di attuare interventi immediati. Gli interventi della banca centrale europea avevano portato i tassi dell’Eurozona all’1 per cento e si notò una leggera reazione che illudeva ad una ripresa. Tra il 2009 e il 2010 prese forma un fenomeno che caratterizza ancora oggi i mercati. In questo periodo, iniziò un periodo di ripiegamento dei mercati seguito da una ripresa dell’azionariato americano.

Allo stesso tempo, la crisi si trasferiva sempre più nel nostro continente e nei nostri mercati. I mercati europei continuavano a perdere terreno e non fu una coincidenza: tutto ciò fu la conseguenza delle crisi nazionali scoppiate in Spagna e Portogallo. Infatti, le economie spagnoli e portoghesi iniziarono a manifestare le problematiche a partire dal 2010, anno in cui nasce il fondo di intervento EFSF, fondo con una capienza di 750 miliardi di euro. La Bce per poter intervenire nel mercato dei titoli di Stato creò il “Securities Markets Program”, acquisendo la facoltà di intervento, attraverso operazioni che risultarono limitate perché contrastate dalla Germania e altri paesi membri.

Il consiglio direttivo creò nuove regole con una maggiore rigidità sui collaterali delle banche e con dei “stress test” effettuati sulle principali banche europee.

Dopo la crisi in Spagna e Portogallo, anche l’Irlanda aveva bisogno di interventi. Perciò, tale situazione portò, nel 2010, alla soppressione del EFSF, in favore della creazione di un nuovo fondo salva-stati chiamato ESM.

L’Europa cercava di intervenire tempestivamente alle necessità degli stati membri, consapevole dello spauracchio default dell’Italia o della Spagna che alimentavano l’agitazione dei mercati.

L’ultima operazione, dell’allora presidente Trichet, fu di alzare all’1.25% i tassi di interesse nel 2011. Quest’ultimo venne successivamente sostituito da Mario Draghi.

Egli, nel novembre del 2011, divenne il nuovo presidente della Bce e approvò con il consiglio un’importante riforma sulla governance economia europea, conosciuta come “Six Pack”.

La “Six-Pack” era un controllo mirato ai budget e sul bilancio pubblico degli stati Europei. A fine anno, fu registrato per decisione del consiglio europeo, un calo dei tassi d’interesse all’1,0 per cento.

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19 La Bce annunciò altre operazioni per iniettare liquidità con i Longer Term Refinincing Operation (LTRO), prolungando la scadenza a tre anni, riducendo, inoltre, il coefficiente di riserva all’1%. Furono, inoltre, avanzati aiuti consistenti per le banche, fino a 489 miliardi di euro, nel dicembre del 2011 e altri successivi 530 miliardi di euro nel 2012.

Fu varato il “fiscal compact” e nel 2012 la Grecia ricevette il secondo pacchetto di aiuti, assistendo ad un approccio anticrisi da parte del management della Bce rivolto ad iniettare liquidità sui mercati per contrastare il credit crunch.

L’unione europea nel 2012 ricevette un'altra richiesta d’aiuto per la crisi scoppiata a Cipro, dopo le relative perdite derivanti da titoli greci che avevano messo a dura prova il sistema finanziario. La richiesta del Cipro fu coincidente con la crisi spagnola e con la conseguente necessità di una ristrutturazione del proprio sistema bancario finanziario.

A tutte queste richieste, l’Europa diede disponibilità, con mirati e condizionati interventi. A testimonianza di ciò, prendiamo in riferimento la dichiarazione di Mario Draghi il 26 luglio “La Bce è pronta a fare tutto quello che è necessario per difendere l’euro e credetemi basterà”. 18

Alle banche centrali è stata conferita la facoltà di poter stampare moneta e di avere risorse “illimitate” per poter contrastare agevolmente gli speculatori, creando, così, un contrasto anticrisi.

Le (OMT) ovvero Outright Monetary Transactions, utilizzate il 6 settembre del 2012, erano interventi destinati ai titoli del debito pubblico dell’UE fino 3 anni, sottoposti a determinate condizioni per un programma di recupero europeo.

I tassi di deposito e delle operazioni marginali creano il corridoio per il tasso overnight a cui le banche fanno ricorso reciprocamente. Il tasso marginale risulterà il “tetto” del corridoio dei tassi e di conseguenza il tasso dei depositi sarà l’estremità inferiore del corridoio.

2.2 Strumenti non convenzionali

Gli strumenti convenzionali, utilizzati nella prima fase della crisi, sono risultati non idonei al contesto di eccesso creatosi, spingendo, in tal maniera, la Bce ad intraprendere operazioni definite non standard o non convenzionali.

Fino a quel momento, la Bce aveva fornito determinati importi stabiliti di credito, tramite aste in cui le banche creavano garanzie reali per assicurare i prestiti, attraverso l’instaurazione di un legame reciproco di prestiti tra le banche per soddisfare le proprie esigenze di liquidità.

Allo sviluppo della crisi, la Bce ha intrapreso nuove misure di politica monetaria per poter arginare la crisi acuta su tutta l’eurozona.

Al primo impatto della crisi finanziaria, la Bce pose come obiettivo principale, l’attuazione di misure non standard in grado di poter fornire liquidità alle banche e controllarne i mercati finanziari. La liquidità derivante dal canale interbancario si esaurì nel 2008 costringendo la banca centrale europea

18Borsa Italiana, Gli interventi della Bce durante la crisi finanziaria, Intervento Mario Draghi;

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20 a fornire credito illimitato alle banche. Questa operazione è meglio conosciuta come “assegnazione completa a tasso fisso”.

Tra il 2008 e il 2014 la BCE fu costretta ad intraprendere politiche monetarie non convenzionali per sopperire all’illiquidità dei mercati e al manifestarsi del debito sovrano. Delle politiche non convenzionali riconosciute ne elencheremo, di seguito, alcune.

2.2.1 Il Securities Markets Program

L’avvento della più grave crisi degli ultimi 80 anni ha costretto le autorità monetarie ad attuare misure straordinarie (politica monetaria non convenzionale) per contrastare le crisi di liquidità delle banche che si trovavano in situazioni di totale insolvenza. A tal proposito, la BCE, attuando politiche esplicite di alleggerimento quantitativo, ha voluto contrastare l’accentuata disomogeneità delle condizioni monetarie nella zona euro dovuta all’acuirsi della crisi del debito sovrano. In particolare, facciamo riferimento al Securities Markets Program, considerato uno degli interventi più efficienti ed efficaci nell’Eurozona degli ultimi tempi. È lo strumento utilizzato dal Consiglio Direttivo della BCE che prevedeva l’acquisto di titoli di stato della BCE. La “Decisione della BCE”19 del 14 maggio 2010

istituisce un programma per il mercato dei titoli finanziari per salvaguardare l’efficacia e l’uniformità della trasmissione della politica monetaria (BCE/2010/5) (2010/281/UE).

Il Consiglio Direttivo della BCE ha dovuto far fronte a questa crisi, facendo riferimento a quanto riportato nell’art. 127 del TFUE e dal alcuni articoli dello Statuto del Sistema europeo di banche centrali e della Banca centrale europea (di seguito statuto SEBC). L’art. 127 del TFUE ha come obiettivo principale del SEBC, il mantenimento della stabilità dei prezzi, sostenendo politiche economiche generali nell’UE al fine di contribuire alla realizzazione deli obiettivi definiti nell’art 3 della TUE. Si parla di un’economia di mercato aperta e in libera concorrenza, favorendo un’efficace allocazione delle risorse. Secondo l’art 18.1 dello Statuto SEBC, “le banche centrali nazionali degli Stati membri la cui moneta è l’euro e la Banca centrale Europea (di seguito, denominate «banche centrali dell’Eurosistema») possono operare sui mercati finanziari, tra l’altro, comprando e vendendo a titolo definitivo strumenti negoziabili”. Così, il 9 maggio 2010, il Consiglio direttivo ha annunciato che, alla luce dei seguenti presupposti e delle attuali circostanze prevalenti sui mercati finanziari, caratterizzate da gravi tensioni in alcuni segmenti di mercato, si dovrà condurre una politica monetaria orientata alla stabilità dei prezzi attraverso l’istituzione del programma per il mercato dei titoli finanziari. A tal proposito, le BCN dell’area dell’euro, in diretto contatto con le controparti, possono, secondo le proprie quote percentuali, operare interventi nel mercato dei titoli di debito privati e pubblici dell’area circostante. Tale programma riconosciuto all’interno della politica unica dell’Eurosistema, troverà applicazione solo temporaneamente, al fine di ripristinare un meccanismo di trasmissione della politica monetaria appropriato. Gli Stati membri hanno espresso la volontà di attuare tutte le misure necessarie a colmare la carenza di liquidità. Il Consiglio, preso nota da quanto dichiarato dagli Stati membri e degli impegni aggiuntivi precisi assunti da quest’ultimi, ha strutturato uno schema di interventi diretti ad accelerare il consolidamento fiscale, assicurando la sostenibilità delle loro finanze pubbliche. Il tutto ha permesso alla BCE di poter intraprendere misure non convenzionali di politica monetaria per contrastare il fenomeno, meglio conosciuto come fenomeno del “debito sovrano” (termine che si riferisce alle obbligazioni vendute dallo Stato ad altri paesi o alla liquidità presa in prestito da quest’ultimi per soddisfare la pesa pubblica). La decisione

19 Decisione 14 maggio 2010, istituente il Securities Markets Program, del consiglio direttivo della BCE, pubblicato nella Gazzetta

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21 che istituisce il Securities Markets Program è stata strutturata dalla Banca Centrale europea in quattro articoli, tramite i quali vengono sancite diverse prerogative.

“L’articolo 1 istituisce il programma per il mercato, primario e secondario, dei titoli finanziari, permettendo alle banche centrali dell’Eurosistema di poter effettuare transazioni di strumenti creditizi. Nel mercato secondario, esse possono acquistare titoli di debito negoziabili, emessi da enti pubblici degli Stati membri appartenenti all’eurozona; in loro assenza, possono essere emessi direttamente dai loro governi centrali”20. A tal proposito, negli ultimi tempo, si è registrato un aumento cospicuo di acquisizioni di titoli da parte della BCE, tramite il drenaggio di liquidità, quantificabili in oltre 200 miliardi per frenare l’incontrollato aumento dello spread nei paesi maggiormente colpiti dal debito sovrano.

“Nell’articolo 2 vengono invece menzionati e delineati i criteri di idoneità per i titoli di debito. Essi devono soddisfare determinate condizioni affinché si possano ritenere idonei per il loro acquisto a titolo definitivo”21. Questo comunica sancisce che l’obbligo delle trattive sia in euro, proprio perché, siamo all’interno dell’Eurozona. Quest’ultimi devono essere trattati dai governi centrali o enti pubblici degli Stati membri, o anche altri soggetti particolari, la cui moneta è l’euro.

Di conseguenza, facciamo riferimento “a tutte le operazioni dell’Eurosistema finalizzate ad immettere liquidita. Sono basate su attività sottostanti fornite dalle controparti, sottoforma di trasferimenti di proprietà nel caso di operazioni definitive o di contratti di vendita (acquisto) a pronti con patto di riacquisto (vendita) a termine, ovvero, nel caso di prestiti garantiti, sotto forma di pegno, cessione di garanzia o charge”.22

L’articolo 3 determina i soggetti idonei ad essere controparti ai fini del programma.

L’allegato I all’indirizzo BCE/2000/7 fissa i criteri allo scopo di consentire l’accesso di un elevato numero di enti alle operazioni di politica monetaria, garantendo un trattamento uniforme di quest’ultimi nell’intera area dell’euro.

Sono definite “controparti ammesse solo gli enti assoggettati al regime di riserva obbligatoria dell’Eurosistema, che risultino esenti dagli obblighi di sistema (…) devono essere “finanziariamente solide (…); assoggettate, da parte delle autorità nazionali, ad almeno una delle forme di controllo previste nell’ambito della normativa di vigilanza armonizzata”23.

Secondo l’ultimo criterio si stabilisce che “le parti debbano soddisfare tutti i criteri operativi indicati negli accordi contrattuali o nelle disposizioni regolamentari stabilite dalle rispettive BCN o dalla BCE, per assicurare l’efficiente conduzione della politica monetaria dell’Eurosistema”. L’entrata in vigore della suddetta decisione, redatta a Francoforte sul Meno è avvenuta il giorno successivo dalla sua pubblicazione sul sito Internet della BCE.

20Decisione 14 maggio 2010, istituente il Securities Markets Program, del consiglio direttivo della BCE, pubblicato nella Gazzetta

ufficiale dell’Unione Europea,

21Decisione 14 maggio 2010, istituente il Securities Markets Program, del consiglio direttivo della BCE, pubblicato nella Gazzetta

ufficiale dell’Unione Europea,

22 Capitolo 6 dell’allegato I dell’indirizzo BCE/2000/7, del 31 agosto 2000, sugli strumenti e sulle procedute di politica monetaria

dell’Eurosistema;

(22)

22

2.2.2 Sostegno al credito e alla liquidità del mercato monetario

Per monitorare l’andamento della crisi, il consiglio direttivo della BCE, ha voluto adottare, oltre al SMP, ulteriori “misure di sostegno al credito a sostegno dei prestiti bancari e della liquidità nel mercato monetaria nell’area dell’euro. Pertanto, nel dicembre del 2011 la banca centrale emanò il “Comunicato riguardante le misure a sostengo dei prestiti bancari e all’attività del mercato monetario24”. Furono intraprese altre operazioni di sostegno al credito, quali, per esempio “operazioni di rifinanziamento a più lungo termine (LTRO) con una scadenza di 36 mesi e l’opzione di rimborso anticipato dopo un anno.

A partire dal 14 dicembre 2011, è stata fatta chiara la volontà di voler “ridurre il coefficiente di riserva” passando dal 2% all’1% a partire dal 18 gennaio 2012, permettendo di omettere i requisiti di riserva previsti in circostanza normali assicuranti condizioni ottimali nel mercato monetario. Nella parte conclusiva del suddetto comunicato, fu intrapreso “l’aumento delle disponibilità delle garanzie collettive, riducendo la soglia di rating per alcuni titoli garantiti da attività; così consentendo, temporalmente, alle banche nazionali, di accettare come garanzie collaterali, crediti in bonus aggiuntivi, tali da soddisfare i criteri specifici di ammissibilità”.25

2.2.3 Modalità delle due LTRO

Le Longer Term Refinancing Operation, meglio conosciute come LTRO, operazioni che hanno come obiettivo primario normalizzare i parametri del credito nell’Eurozona ed evitare il credit crunch. Sostanzialmente, s’invogliavano le autorità bancarie a riacquistare quella parte di debito sovrano con tassi eccessivamente elevati.

La BCE intraprese, in particolare, due operazioni per gestire i tassi di interesse nell’Eurozona, operando sulla base aste standardizzate e di calendari prestabiliti.

Queste operazioni hanno la funzione di aiutare a migliorare la gestione della liquidità all’interno dell’Eurozona. Da quanto si evince dal comunicato del 2011, vennero intraprese queste nuove operazioni di rifinanziamento principale per assecondare necessità del mercato monetario. La prima LTRO venne annunciato nel 2010 con scadenza pari a 1134 giorni. La seconda operazione, invece, venne annunciata nel febbraio del 2012 con scadenza di 1092 giorni.

“dopo un anno e controparti avranno la possibilità di rimborsare qualsiasi parte degli importi assegnati dalle operazioni, in qualsiasi giorno coincidente con il giorno di regolamento di un’operazione di rifinanziamento principale. Le controparti devono comunicare alle rispettive BCN, con un preavviso di una settimana, l'importo che desiderano rimborsare. Le operazioni saranno condotte secondo il programma indicato nella tabella. La prima operazione sarà assegnata il 21 dicembre 2011 e sostituirà l'LTRO a 12 mesi annunciato il 6 ottobre 2011.

24 European Central Bank, Eurosystem, Comunicato stampa 8 dicembre 2011;

https://www.ecb.europa.eu/press/pr/date/2011/html/pr111208_1.en.html

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23 Le controparti sono autorizzate a trasferire tutti gli importi in sospeso ricevuti nell'LTRO a 12 mesi assegnati nell'ottobre 2011 nel primo LTRO a 3 anni assegnato il 21 dicembre 2011. Le controparti che lo desiderano sono tenute a informare le rispettive BCN entro lunedì 19 dicembre 2011.”26

Uno dei casi più celebri e conosciuti nell’ambito delle operazioni LTRO è quello dell’Eurotower che Mario Draghi sviluppò attraverso la messa in atto di una politica con cui cercò di arginare la crisi di liquidità dell’Eurozona, fornendo “circa mille miliardi di euro in finanziamenti di breve a un tasso dell’1% alle banche europee tra la fine del 2011 e i primi mesi del 2012”.27 Tutto ciò, allargò

ingentemente il ventaglio di attivi che le banche europee potevano porre come garanzia collaterale per tali prestiti. In riferimento al grafico precedentemente riportato, il 29 febbraio 2012, circa altri 530 miliardi furono collocati in un’asta con scadenza il 26 febbraio 2015.

2.2.4) Le OMT e il comunicato della BCE

Le OMT (Outright Monetary Transactions) sono dei programmi di intervento, all’interno del mercato monetario e finanziario, riguardanti titoli di Stato nell’ Eurozona, miranti a salvaguardare il meccanismo di trasmissione in tutti i paesi, garantendo così unicità della politica monetaria. Infatti, secondo quanto riportato dal comunicato del 6 settembre 2012, il consiglio direttivo ne ha stabilito le modalità di svolgimento. Mario Draghi, all’ora presidente della BCE, autorizzò l’attuazione delle operazioni di acquisto di tali titoli sul mercato, avendo come obiettivo “il ripristino e il corretto e omogeneo funzionamento del processo di trasmissione della politica monetaria in tutti in paesi membri, rispettando i vincoli prestabiliti e le modalità operative”.28

Possiamo affermare che tali operazioni siano state preposte per “affrontare gravi distorsioni nei mercati dei titoli di Stato, originati in particolare da timori infondati degli investitori della reversibilità del l'euro, in considerazione, tra l'altro, del l'ampliamento delle determinazione dei prezzi del debito sovrano a breve termine fino al luglio 2012 (cfr. Chart A)”.29

Idealizzate per fornire un efficace supporto, le OMT fungono da tramite per contrastare le lotte per la stabilità dei prezzi nell’area circostante.

26 European Central Bank, Eurosystem, Comunicato stampa 8 dicembre 2011;

27 le “Longer term refinancing operation (LTRO)” Le operazioni di mercato della BCE per la gestione dei tassi di interesse e della

liquidità nell'Eurozona, 18 Maggio 2012, sito Borsa Italiana:

28 European Central Bank, Eurosystem, ECB Monthly Bulletin September 2012;

https://www.ecb.europa.eu/pub/pdf/other/mb201209_focus01.en.pdf

29 European Central Bank, Eurosystem, ECB Monthly Bulletin September 2012;

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24 Il grafico riportato nella figura “Chart A Two and ten-year government, bond yields for selected euro area countries”, ci illustra delle OMT in Belgio, Francia, Germania, Italia, Spagna e Olanda, negli ultimi dieci anni.

Possiamo notare come i titoli di stato a breve termine, abbiamo, durante la crisi, mostrato una maggiore vulnerabilità. Per far fronte alle difficili situazioni, le banche, hanno dovuto fissare la remunerazione dei loro depositi e il rendimento delle obbligazioni emesse sul mercato.

Inoltre, “il prestito garantito tra le banche del mercato interbancario è di solito effettuato utilizzando il debito sovrano come garanzia.”.30 questo perché, l’impatto del debito ha creato forti tensioni che

hanno indotto ad una limitazione delle garanzie delle banche, con la conseguente diminuzione del loro accesso alla liquidità. Più precisamente, la crisi ha indotto ad una cospicua diminuzione della valutazione dei titoli di stato con conseguenze dirette sull’economia reale danneggiata dall’ormai limitata capacità delle banche di fornire credito.

A tale diminuzione, corrispose un diretto aumento dei CDS [Credit Default Swap, sorta di contratto di assicurazione che impone ad una delle parti contraenti (A) che ha acquistato delle obbligazioni emesse da un’impresa o da un ente pubblico (c), il pagamento di un premio periodico dell’atra parte (B), la quale si impegna, a sua volta, a rifondere ad A il valore facciale dell’obbligazione emessa da C, nel caso n cui quest’ultimo vada in banca rotta] delle banche dell’eurozona.

Come riportato dal comunicato di Mario Draghi, “dalla primavera del 2010, gli sviluppi dei CDS per le banche dell'area dell'euro sono stati strettamente associati agli sviluppi della gamma superiore dei CDS sovrani per i paesi più grandi dell'area dell'euro (vedi Chart B)”31.

30 European Central Bank, Eurosystem, ECB Monthly Bulletin September 2012;

https://www.ecb.europa.eu/pub/pdf/other/mb201209_focus01.en.pdf

31 European Central Bank, Eurosystem, ECB Monthly Bulletin September 2012;

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25 Possiamo notare che, fondamentalmente, le conseguenze più gravi le abbiamo in termini di costi e quantità di finanziamento. “Il costo del finanziamento delle banche, ad esempio attraverso i depositi, ha mostrato modelli sempre più divergenti fino a luglio 2012 (vedi su Chart C)”.

Che cosa deduciamo?

Il grafico C illustra l’andamento del “range of remuneration of deposits” del periodo da noi considerato. All’avvento della crisi finanziaria globale, si è registrato un dimezzamento del range con un lieve rialzo solo negli anni a cavallo tra il 2011 e il 2012.

Considerando sempre, i principali paesi come Italia, Francia, Germania e Spagna, osserviamo la percentuale di accessi ai finanziamenti. In particolare, la Spagna ha evidenziato un particolare fabbisogno di finanziamenti degli Istituti Finanziari Monetari (MFI). Anche in Italia, tra il 2011 e il 2012, si avanzò la stessa richiesta.

Questo fu l’inevitabile conseguenza dell’elevato indebitamento interbancario, all’interno dell’Eurosistema e di una netta riduzione dei finanziamenti. Interessante notare come i finanziamenti degli MFI in Germania e in Francia abbiamo avuto tendenze relativamente opposte.

L’eurosistema, a fronte di questa carenza di finanziamenti, si fatto carico di nuove attuazioni, previdenti operazioni di rifinanziamento triennali.

È proprio con la diversificazione delle condizioni di finanziamento delle banche che è possibile come avvenga la variazione dei tassi di credito delle IFM offerti alle società non finanziarie e alle famiglie nei paesi dell'area dell'euro.

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26 Nella Chart E, invece, si mostra come abbiano repentinamente reagito i tassi bancari a breve termine, applicati alle società non finanziarie nei paesi dell'area dell'euro tra novembre 2002 e agosto 2003. “In effetti, come illustrato nella figura E, il limite inferiore della gamma di variazioni dei tassi sui

prestiti bancari per le IFM a breve termine

i prestiti alle società non finanziarie sono diminuiti, come ci si aspetterebbe, aumento, nonostante tassi di politica monetaria più bassi della BCE.” Da ciò, possiamo comprendere a fondo quale sia l’elemento chiave delle OMT: “un miglior allineamento delle condizioni di finanziamento dell'economia reale con i tassi di interesse di riferimento della BCE”32

32 European Central Bank, Eurosystem, ECB Monthly Bulletin September 2012;

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