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Temporaneità e permanenza. Allestimenti per una fruizione innovativa dei beni culturali. Temporariness and permanence. Fittings for an innovative use of cultural heritage

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Academic year: 2021

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Napoli/

Naples

Culture, Creative, Community Hub

Valori e sinergie della città storica in rete

Values and synergies network of the Historic City

a cura di / edited by Maria Cerreta Ferruccio Izzo

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4 Copyright © 2016 CLEAN via Diodato Lioy 19, 80134 Napoli tel. 0815524419 www.cleanedizioni.it [email protected] Tutti i diritti riservati È vietata ogni riproduzione ISBN 978-88-8497-493-8 Editing Marta Scanniello Grafica Costanzo Marciano Grafica di copertina Franco Lancio

Collana / Book Series

Abitare il Futuro / Inhabiting the Future / XX diretto da / directed by Mario Losasso Comitato scientifico / Scientific committee Petter Naess Aalborg Universitat

Fritz Neumeyer Technische Universität Berlin Robin Nicholson Edward Cullinan Architects Heinz Tesar Accademia di Architettura di Mendrisio Comitato editoriale / Editorial board Agostino Bossi, Alessandro Claudi de Saint Mihiel, Valeria D’Ambrosio, Ludovico Maria Fusco, Rejana Lucci, Francesco Domenico Moccia, Maria Federica Palestino, Lia Maria Papa, Valeria Pezza, Francesco Polverino, Francesco Rispoli, Michelangelo Russo

Segreteria Editoriale / Editorial secretary Gilda Berruti

Il libro è stato oggetto di peer review

PON R&C 2007-2013 - Decreto Direttoriale n. 713/Ric. del 29 ottobre 2010 - Avviso “Distretti ad Alta Tecnologia” e Laboratori Pubblico-Privato – Titolo III

La presente pubblicazione è stata realizzata nell’ambito del progetto SNECS -“Social Network delle Entità dei Centri Storici/Social Network of Historical District Entity”. Codice progetto: PON03PE_00163_1. Ammesso a finanziamento con Disciplinare di concessione delle agevolazioni Prot. MIUR 3972 del 20/11/2014

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Sommario

Prefazione /

Preface

8 Mario Losasso

Il progetto SNECS: Social Network delle Entità

dei Centri Storici

/

Social Network of Historical

District Entity

12 Cultural Hub in rete: innovazione materiale e immateriale per la città storica

Cultural Hub Network: material and immaterial innovation for the historic city

Mario Losasso

20 Incubatori di cultura, creatività e coesione sociale negli spazi aperti del Centro Antico di Napoli: processi innovativi di gestione e valorizzazione sostenibile

Incubators of culture, creativity and social cohesion in the open spaces of the Historic Centre of Naples: innovative management processes and sustainable exploitation

Enza Tersigni

26 SenseAble community per la valorizzazione della città storica SenseAble community for the enhancement of historical town

Antonella Falotico

42 Castel Nuovo, Hub del centro storico per una nuova relazione tra Centro Antico e Città

Castel Nuovo, the Old Town Hub for a new relationship between the Old Center and the City

Ferruccio Izzo

48 Il linguaggio della stratificazione: la lezione del Centro Antico di Napoli

The language of layering: the lesson of the Old Center of Naples

Alberto Calderoni 52 Stratigrafie in divenire

Evolving stratigraphy

Vanna Cestarello

56 Sequenza di spazi, tempi, suoni e movimenti Sequence of space,time, sounds and movements

Marianna Ascolese

62 Idee e strategie per Castel Nuovo Cultural Hub nel waterfront di Napoli

Ideas and strategies to Castel Nuovo Cultural Hub in the waterfront of Naples

Pasquale Miano

76 Gli Hub nel progetto dei waterfront urbani: riflessioni e confronti

Hubs in the project of urban waterfront: reflections and comparisons

Adriana Bernieri, Francesca Coppolino, Angela Spinelli

86 Il Castel Nuovo, Hub dei sistemi monumentali partenopei. Antichi e nuovi poli architettonici delle reti infrastrutturali e naturali di connessione

Castel Nuovo, Hub of the Neapolitan monumental systems. Ancient and new architectural centers in the infrastructural networks and natural connections

Lilia Pagano

98 Reti del Silenzio. Il caso studio di Castel Capuano e del suo intorno urbano

Silence networks. The case study of Castel Capuano and its urban surroundings

Paola Galante

102 Castel Nuovo e Castello del Carmine: strumenti e percorsi per la valorizzazione e la messa in rete dei luoghi

Castel Nuovo and Castello del Carmine: tools and paths to achieve the enhancement and the networking of the places

Maria Lucia Di Costanzo, Casimiro Martucci

106 Temporaneità e permanenza. Allestimenti per una fruizione innovativa dei beni culturali

Temporariness and permanence. Fittings for an innovative use of cultural heritage

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Informare con Arte. Opere site specific per un museo diffuso

Inform with Art. Site-specific works for a widespread museum

Viviana Saitto

122 Beni culturali e sistemi d’identità visiva. Casi esemplificativi per il centro storico di Napoli

Cultural heritage and visual identity system. Case studies to the historic center of Naples

Alfonso Morone

138 Cultural, Creative, Community Hub:

dai valori condivisi ai valori sociali condivisi per la rigenerazione dela città storica

Cultural, Creative, Community Hub:

from shared values to shared social values for the historic city regeneration

Maria Cerreta

150 Valutazioni ibride: un percorso metodologico per Castel Nuovo e il Centro Storico di Napoli

Hybrid evaluation: A methodological approach to Castel Nuovo and the Historic Center of Naples

Simona Panaro, Marta Scanniello

In dialogo con /

Talking with

168 Il Distretto DATABENC e le prospettive del Progetto SNECS

DATABENC District and the perspectives of the SNECS research project

Angelo Chianese

172 Verso una rete integrata di hub per il Centro Storico di Napoli

Toward an hub integrated network for the Historical Centre of Naples

Aldo Aveta

176 La collaborazione fra le Istituzioni per la cultura nel Centro Storico di Napoli

The collaboration between the institutions for culture in the historical center of Naples

Giuseppe Gaeta

182 Castel Nuovo come risorsa strategica per le politiche culturali della città

Castel Nuovo as a strategic resource for the cultural policies of the city

Gaetano Daniele

186 Nuove immagini di un’antica cartolina

New images of an old postcard

Carmine Piscopo

190 Le politiche della Regione Campania per i patrimoni culturali

Campania Region policy for the cultural heritage

Francesca Maciocia

194 Castel Nuovo: hub delle identità

Castel Nuovo: hub of identities

Fabio Pascapè

198 Il patrimonio della Curia e le opportunità di condivisione

The heritage of the Curia and the opportunities for sharing

Don Adolfo Russo

200 “Napoli sotto/sopra”: cultura, storia e mobilità

“Napoli upside/down”: culture, history and mobility

Antonello De Risi

202 Patrimonio architettonico e infrastrutture culturali

Architectural heritage and cultural infrastructure

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Temporaneità e permanenza

Allestimenti per una fruizione innovativa dei beni culturali

Paolo Giardiello

Gli interventi tesi a promuovere il bene culturale diffuso, permanenti o effimeri, devono prevedere la compatibilità con l’ambiente costruito nel rispetto del valore storico e monumentale da divulgare; attraverso il principio di integrazione e non di sovrapposizione, hanno la responsabilità di evidenziare ciò che c’è e di non alterare il significato globale espresso dal bene, esprimendo la possibilità di un intervento reversibile che non appaia né estraneo né giustapposto ai linguaggi della storia.

L’uso di nuovi valori, alternativi a quelli della preesistenza, implica il riconoscimento dei sensi dell’esistente, dei contenuti capaci di persistere, al fine di inserirsi nelle maglie della trama consolidata del tempo attraverso aggiunte significative, finalizzate a corroborare i significati destinati ad una fruizione duratura.

Dal punto di vista teorico significa agire attraverso un programmazione del caos piuttosto che verso un recupero dell’armonia perduta: il caos è infatti un ordine complesso risolvibile solo attraverso l’aggiunta di nuovi componenti per trovare, all’interno della complessità stessa, la chiave per rendere comprensibile ogni suo aspetto. È una armonia sconosciuta, forma complessa di contenuti in divenire, dove l’aggregazione di entità indipendenti, non può che rendere leggibile la stratificazione di tutti i significati.

Tali principi teorici corroborano il ricorso ai valori del temporaneo. Ciò che è temporaneo non solo non propone soluzioni definitive che alterano il tessuto storico ma, nel contempo, individua capacità ripetibili, per quanto effimere, in grado di diventare una consuetudine dotata di una attrattiva e di una riconoscibilità a volte maggiore di ciò che è permanente e stabile. Eventi ripetibili, o comunque legati a ricorrenze e scadenze della tradizione, risultano stabili nella memoria più di ciò che permane fisicamente e costruiscono una attesa di una fruizione ripetuta, quanto originale, di itinerari o percorsi narrativi alternativi.

La temporaneità raccontata e documentata, comunicata e annunciata, permette di non interferire stabilmente con la vita quotidiana del bene culturale e realizza picchi di attenzione in tempi prevedibili, programmabili e quindi gestibili. Permette una rotazione di proposte e focalizzazioni successive e differenziate su beni e monumenti diversi, inseriti in un discorso continuo e sempre disponibile alla fruizione. La temporaneità si coniuga perfettamente con il caso eccezionale di beni culturali dell’antichità che presentano comunque un grado di fruizione ininterrotto nel presente; un Centro Antico vivo e vissuto quotidianamente come quello della città di Napoli, dove itinerari funzionali e percorsi di visita turistica si intrecciano strettamente, può approfittare dell’evento temporaneo, limitato e circoscritto, come una opportunità non in conflitto con i bisogni giornalieri dei residenti.

Temporaryness and Permanence. Displays for an innovative use of cultural Heritage

Displays for a innovative experience of cultural heritage acted to promote cultural heritage, permanent or temporary, have to predict compatibility with built environment, respecting the historical and monumental value to be spread. By the principle of integration and not of overlapping, this elements have the responsibility of underline the essence of the monument and not to modify the global meaning of it, expressing possibilities of a reversible operation appearing us neither foreign nor juxtaposed to the history languages. Using new values, alternative to the pre-existence.one, means to recognize of existing sense, of content able to persist, in order to penetrate in time using new meaning. In a theoretical point of view in means to outwork by a caos programming rather a restoration of lost harmony: caos is a general order that can be solved only adding new elements able to generate an interpretation keys. Caos must be considered as a kind of unknown harmony, containing a complex and mutating kind of contents, were the unions of independent reality can unscramble stratifications of new meaning.

“Temporary” don’t give us definitive solutions modifying the historical texture but, at the same time, underline ephemeral but repeatable experiences able to became a practice more attractive than “stability”.

Repeatable events, related to specifically traditional dates, are unmovable in memory more than physical and material events and represents a kind of “ waiting for repeated fruition”, original.

Temporary, if telled and documentated, comunicated and annunciated, is able to not interfere with the everyday life of the cultural property and can reach high level of attention and fruitions in predictable and programmable laps of time. Temporary let’ s us create a rotation of proposal on monument and cultural heritages in a continuous way. Temporary is the perfect solution for the ancient city centre of Naples, lived everyday by habitants. Habitants can be interested in temporary events, not conflicting with every -day needs.

Staging work can be about knowledge and interpretation, communication and information, also about cultural heritage interaction with the user. Interaction can be created in two different ways: By the monument proposing itself to the

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Per non perdere la speranza. Allestimento spontaneo

per una manifestazione, Piazza del Plebiscito, Napoli, 2011. (Foto di G. Fabborcino).

Per non perdere la speranza. Spontaneous dislpay for

an event. Piazza del Plebiscito, Napoli, 2011. (Photo by G. Fabbrocino).

Performace. Appropriazione spontanea dello spazio

urbano: sciopero dei taxi, Piazza del Plebiscito, Napoli. 2011. (Foto di G. Fabbrocino).

Performace: Spontaneous appropriation of urban

space: taxis stike, Piazza del Plebiscito, Napoli, 2011. (Photo by G. Fabbrocino).

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108 Il lavoro di allestimento in questi casi diventa quello di conoscenza e interpretazione, di comunicazione e informazione, ma anche quello di interfaccia tra il bene culturale e l’utente. Un’interfaccia da intendere nei due versi: dal monumento che è capace di presentarsi al visitatore e dal visitatore che, a sua volta, ha la possibilità di dare un feedback e un giudizio alla visita. La distinzione, poi, tra una parte permanente ed una temporanea garantisce un doppio livello di impronta sul territorio, quello di tracce impercettibili capaci di trasformare l’utile in indispensabile, il funzionale in emozionale, e l’altro in grado di costruire eventi temporanei ma ripetuti nel tempo, capaci di diventare memorie irrinunciabili, di legarsi a tempi e riti di uso della città, di costituire una aspettativa e rappresentare una attesa creativa finalizzata alla fruizione dell’evento.

Allestimenti temporanei

Gli interventi tesi a promuovere il bene culturale diffuso, da prevedere in contesti come il Centro Antico di Napoli, devono prevedere, a prescindere dalla loro permanenza o temporaneità, la totale compatibilità con l’ambiente costruito nel rispetto del valore storico e monumentale del bene da valorizzare. Pensati per essere integrati e non sovrapposti all’esistente, hanno la responsabilità di evidenziare e mettere in luce ciò che c’è senza alterare il significato globale espresso dal bene, enunciando la possibilità di interventi reversibili che non risultino né estranei né giustapposti ai linguaggi della storia. Rispetto ad atteggiamenti e metodi consolidati propri del restauro e delle strategie di recupero dei valori espressi dai beni culturali, approvati dalla critica e promossi dalla prassi consolidata, in tali delicati interventi è utile valutare anche criteri operativi innovativi ed originali che si rifanno a principi, in parte inesplorati, propri della museografia, come quello della “assenza”, inteso come valore opposto a quello di “presenza”, e quello della “leggerezza”, alternativo alla tradizionale concretezza e consistenza materica degli interventi storicizzati.

Il principio della “assenza” vuole simboleggiare la rinuncia programmatica ad un aspetto fisico prevalente o autoreferenziale, con cui si vuole rappresentare la speranza di invisibilità e di permeabilità di ciò che è nuovo, al fine di non interferire con le emergenze presenti; modalità traducibile, dal punto di vista pratico, nell’uso adeguato di “materiali e tecniche” ispirati a valori opposti a quelli di una presenza che complichi o appesantisca la stratificazione storica, con cui costruire senza contrasti e schermi, sovrapposizioni o cancellature, in alternativa alla sommatoria riconoscibile di diverse consistenze materiche e formali. Materiali e morfologie quindi – differenti da quelli presenti, espressione dei linguaggi della storia – in grado di non interferire con la complessa strutturazione del contesto, permeabili e eterei, addirittura capaci di esaltare ciò che è già presente senza distrazioni o spostamenti di significati.

Tra i materiali “non convenzionali” va certamente annoverata anche la “luce”. Da sempre intesa come materia con la quale costruire i sensi del progetto, nel caso della valorizzazione di un bene stratificato e diffuso, può certamente divenire la sottolineatura discreta, la scrittura sovrapposta con la quale inserire racconti inediti nella trama articolata della storia. La luce, sia essa artificiale che manipolazione della naturale, nella sua più aggiornata declinazione, permette

visitor but also by creating a visitor feedback to the monument.

Dividing stages to permanence create two different kind of sign on territories: the one, imperceptible sign is able to transform useless to necessary, functional in emotional; the second, temporary events, able to became useful memory, connecting to times and roots of the town, able to create a wait for the event fruition.

Temporary Stages.

Temporary Stages act to promote cultural Heritage in the ancient city center of Naples, being permanent or provisory, must have a total compatibility with the built environment respecting the historical and monumental instances of the cultural property.

Designed to be integrated and not imposed, temporary stages, have responsibility to highlight and underline what the monument is, without change the global meaning of the building, proposing reversible works able to be not totally different or opposed to the history languages. Confronting to the methodologies of restoration or rehabilitation strategy, in this temporary works can be useful to valuate innovative and original principles coming from museography, for example the values of “absence” opposite to the concept of “presence” or “lightness” opposite to the

monument’s “weightless” .

“Absence” must indicate designed renunciation of a self-referential physical aspect by which can be represented hope of invisibility and permeability of what has been just created, in order to not interfere with presence. In a practical way we must use correct “material and techniques” inspired by a presence able to complicate the stratification of history by which can be built without contrast or scheme, overlapping or deleting.

Materials and shapes able to not interfere with the complex structure of the context, permeable and heavenly, or finally able to highlight what is already present without distraction or meaning change.

In unconventional materials we can include light, historically used as a material by which constructing project meanings. In a cultural heritage requalification, light can be easily became a soft underline instrument by which put inside the project new stories. Natural or artificial light let’s us design new variables scenarios in continuous evolution in order to define values and sign of pre-existence.

Values of “Lightness” became from constructive solutions that try not to modify the pre-existence or change the ambience. So “lightness” is not the opposite of “ heaviness” but is to interpret, as in his theoretical meaning. As a light modality of intervention connected to settlement issues, or structural composition or functional organization. “Settlement lightness” means not to alter relationship between pre-existence, “ formal lightness” that implicate a reversibility of new project, “functional lightness” as a capability to solve strategic point and to solve relationship between function.

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109 di definire scenari mutevoli e in evoluzione in grado di tradurre e discretizzare i valori e le tracce

delle preesistenze. I valori di “leggerezza” invece sono propri di soluzioni costruttive e modalità di intervento che non intendono alterare il preesistente, modificare indelebilmente l’ambiente. “Leggerezza”, quindi, non intesa come opposto di pesantezza, ma nella sua accezione teorica di modalità lieve di intervento riferita alle regole di insediamento e fondazione, di composizione strutturale e organizzazione funzionale: “leggerezza insediativa”, che significa non alterare i rapporti tra le preesistenze; “leggerezza formale”, che implica la reversibilità e la temporaneità, almeno concettuale, dei nuovi interventi ma anche una presenza che non cerchi di entrare in competizione con il contesto; “leggerezza funzionale”, intesa come capacità di risolvere nodi strategici e non di complicare i rapporti tra le funzioni, volontà di connettere e regolare e non di addensare ulteriori bisogni da risolvere.

L’uso di valori alternativi a quelli della preesistenza va oltre il principio basilare di riconoscibilità dell’intervento nuovo nel tessuto antico, significa legittimare i valori dell’esistente, estrapolarne i contenuti capaci di persistere, inserirsi nelle maglie della trama consolidata attraverso aggiunte significative, finalizzate a corroborare i significati destinati ad una fruizione duratura e foriera di ulteriori ricadute sociali. Evidentemente “leggerezza” e “assenza”, così descritti, possono apparire concetti astratti rispetto alla prassi progettuale, essi vanno comunque intesi come principi ispiratori del fare che non escludono la materia e la struttura, la composizione e la proposizione del nuovo, ma che comportano la ricerca e la sperimentazione di materie innovative e di tecnologie all’avanguardia, l’utilizzo sinergico di altre discipline, la compresenza di materiale e immateriale, di reale e virtuale.

Tali principi teorici ben si coniugano con i valori già noti del temporaneo. Ciò che è temporaneo non solo non propone soluzioni definitive che alterano il tessuto storico ma, nel contempo, individua valori ripetibili, per quanto effimeri, capaci di diventare una consuetudine dotata di una attrattiva e di una riconoscibilità a volte maggiore di ciò che è permanente e stabile. La temporaneità, raccontata e comunicata, permette di non interferire stabilmente con la vita quotidiana del bene culturale realizzando, tuttavia, picchi di attenzione, flussi consistenti di visitatori, in tempi prevedibili, programmabili e conseguentemente gestibili coniugandosi, infine, perfettamente con il caso eccezionale di beni culturali dell’antichità che presentano un grado di fruizione ininterrotto nel presente.

Parliamo di «un meticciato di istantaneità e di discontinuità, di artistico e commerciale […] dove gli strumenti deboli, ma pervasivi e la presenza di attività effimere ed evenemenziali, hanno prodotto quell’area di indeterminazione che, nel bene o nel male, rappresenta una modificazione forte della [metropoli] consolidata. Del suo centro e dei suoi usi» (Altarelli 2007, p. 18). All’hardware urbano si sovrappone così una Light City, leggera è in continuo allestimento, che guarda al tema delle installazioni «come ottica particolare di osservazione, partendo dal presupposto che la città moderna, e quella contemporanea in particolare, nelle loro forme, insegne, usi & consumi, abitudini & comportamenti» (Altarelli 2006, p. 8, 13) possano essere espressione e indirizzo estetico, in chiave di linguaggio, della realtà.

Una ricerca sul campo, in tal senso, è stata effettuata, nel 2010, nell’ambito di una convenzione

more than a basic value of recognizability of a new project in a historical urban texture, it means to declare value of existence, take out of meanings that can keep on leave, means to add on new reality in the historical texture that can suggest a durable fruition of it.

In a theoretical way, it means to act toward a caos program and not to persecute a reconstruction of a lost harmony: caos is a complex order, that create complex relationship dynamics, that can be braved only by adding new elements that can let’ s us understand his complexity.

Caos is to be considered as a new and unknown harmony, a complex shape of continually developing meanings, in which adding more parts can make understandable the stratification of inner meaning.

“Lightness” and “absence”, as described, can appear abstract concept compared to the design praxis. They must be interpreted as guideline of “making” not forgetting materiality and structure, composition e proposition of new design creating a new material and technology research or the presence of materiality and virtuality.

This theoretical questions can be well married with “temporary” value. Temporary design don’t give definitive answers, changing historical city texture and , at the same time, describe value ephemeral but repeatable able to became a routine or a tradition more attractive than “permanence”.

Repeatable events, or traditional date, are fixed in the memory more than material thing and create a waiting for their fruition. Temporary, if telled and documentated, comunicated and annunciated, is able to not interferes with the everyday life of the cultural property and can reach high level of attention and fruitions in predictable and programmable laps of time. Temporary let’ s us create a rotation of proposal on monument and cultural heritages in a continues way.

We are talking about a «melting pot of instantaneity and discontinuity, of artistic and commercial, were weak but pervasive tools or ephemeral activities generated the area of uncertainity which is a modification of the city» (Altarelli 2007, p.18).

About “temporariness” a research as made by the ex Facoltà di Architettura di Napoli and the Napoli Teatro Festival. The research was about the methodologies for a temporary stage in order to promote the Napoli Teatro Festival Italia events in the historical centre of Naples. N.T.F.I. events were not only in theatres but also in street and in peripheral districts of Naples. According with the Festival the research was for a project that could communicate the Napoli Teatro Festival Italia as a collective festival were to keep in all the city of Naples that became a big stage ware to perform, theatres and music using the “real “ city as an every-day suggestion for art performances.

Students work, guided by teachers and experts, was first of all a work about making a net of different places in the city that can be lived separately from the N.T.F.I. ad unified by a extraordinary or atypical starting situations.

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110 tra la (ex) Facoltà di Architettura di Napoli e il Napoli Teatro Festival Italia che, per quanto priva di esiti realizzati, se non in misura fortemente ridotta, ha individuato i criteri per un allestimento temporaneo del centro storico ai fini della promozione di un evento teatrale unico nel suo genere, caratterizzato dall’obiettivo di portare gli spettacoli oltre i teatri canonici, anche in luoghi perduti o emarginati della città storica. Per tale motivo il Festival ha chiesto un progetto capace di comunicare e promuovere la manifestazione sottolineando che era la città tutta a dover essere coinvolta, ad essere “mostrata” come scena delle performance artistiche ma anche come suggestione quotidiana per gli artisti, come individuazione dei luoghi degli spettacoli ma anche come prosecuzione reale delle scenografie teatrali. Il lavoro elaborato dagli studenti sotto la guida di docenti ed esperti del campo (i cui esiti sono visibili sul sito: teatrocitta.blogspot.it) ha “messoin rete”, ovvero “legato” con un filo conduttore, tutti i luoghi individuati dal Festival rendendoli visibili, raccontandoli e riproponendoli come spazi da vivere oltre l’evento stesso o la loro funzione propria, perché parte di una situazione eccezionale capace di disvelare le potenzialità non espresse del tessuto storico.

La mancata realizzazione del progetto non ha permesso all’operazione proposta di avere un riscontro “sul campo”, ma il consenso unanime e diffuso della comunità scientifica ha lasciato intendere che effettivamente, al di là della promozione di una manifestazione specifica, un progetto così inteso, come una sorta di “gioco dell’oca” che collega le “caselle/luoghi” della città, avrebbe potuto avere, nel tempo limitato previsto, la forza di rendere fruibile e comprensibile la città storica, di immaginarla come sede di eventi speciali ma anche di azioni quotidiane, possibili proprio perché percepite come necessarie a dare risposte alle aspettative, magari non espresse, degli utenti. Tale allestimento avrebbe segnato la città ben più di azioni permanenti, non come tracce fisiche ma come eco dell’evento, come dimostra il successo di altre manifestazioni analoghe ripetute negli anni, legate indissolubilmente al bene storico e ai sensi in esso contenuti, che disvelano e puntualizzano le potenzialità dei luoghi in quanto non autoreferenziali. Esperienze simili, anche legate ad eventi di tipo diverso, come le Giornate della Moda e il Salone del Mobile a Milano, La Biennale di Architettura, La Biennale dell’Arte e il Festival del Cinema di Venezia dimostrano che è la città tutta a beneficiare di un rinnovato senso di partecipazione in occasione di installazioni e allestimenti che diffondo l’evento oltre i confini deputati e invadono il tessuto urbano rendendolo disponibile ad un uso inedito e originale.

Il sistema dei Castelli

Tra le emergenze monumentali, dentro o intorno al centro antico di Napoli, i quattro Castelli (Castel Nuovo, Castel Dell’Ovo, Castel Sant’Elmo, Castel Capuano) superstiti del sistema dei sette Castelli (oltre i quattro anche Vigliena, Nisida e il Castello del Carmine) che ha caratterizzato la città nell’antichità, cosituiscono certamente quelle più visibili, nonché le più note e rappresentate, nell’immaginario dei cittadini e soprattutto dei turisti. Con la loro visibilità e presenza fisica, con una dimensione che li rende delle eccezioni rispetto al tessuto e allo skyline urbano, essi sono delle figure che dominano il contesto, dei riferimenti formali, degli

community and people’s positive feedback can let us understand that this conception of the city centre as a sum of different location united by a net could be able to let people understand the extraordinary complexity of the historical centre and starting imagine it as a big stage of cultural events as like everyday leaving.

The creation of this temporary Stages could mark the historical centre more than permanent buildings, not as permanent sign but as a surround of the event. This fact was verified by the success of many other similar events performed in last years that made visible the quality of various location in the city centre strongly related to urban space and the sense of urban space and the historical propriety.

Similar experiences like Giornate della Moda and Salone del Mobile in Milan, or La Biennnale dell’Architettura, La Biennale dell’Arte and Festival del Cinema in Venice prove that this event can lat people have a different sense of participation during Installation and Performances and invade the urban texture making it useful for new functions.

About Castles Network

Most significant monument around the city centre are four castle (Castel Nuovo, Castel Dell’Ovo, Castel Sant’elmo , Castel Capuano) existent trace of the seven Castel of the ancient Naples city centre. This building are the most significant in the Neaples inhabitants and tourist imagination. Their physical presence and visibility make them significant elements in the city skyline and urban texture and make them easily a kind of attractor and a reading key of the context. orienting point of view and tourist movement like a landmark . At the same time this landmark can let us understand the city centre by new original point of view. Their unusual dimension and shape or their distributive character or for relation with nature and topography of the Napoli bay. Their visual relation let them be always visible like landmark from the sea.

This landmarks can be a kind o territorial system , a built shape made up by punctual elements, able to intercept with an ideal four sided shape, corresponding to the shape of the ancient city centre.

More then others Castel Nuovo and Castel Capuano are most important point able to define the urban centre historical stratification from South-West to North-East, while Castel Sant’elmo is, on the top, the visual landmark for the lower part of the city.

Castles net promotion’s, everyone with is specific function, can act synergistically with museum net, with thw church and convent staying in the urban texture, with squares across the cardini and decumani, able to declare most important sense of the city.

Castles net unify the architectonic and artistic value, urban and landscaping values trying to be a touristic promotion of historical, cultural and tradition value.

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111 attrattori capaci non solo di influenzare e definire il senso della parte di città su cui insistono,

ma anche di orientare e dirigere lo sguardo, di catalizzare l’attenzione e definire percorsi dei flussi di visitatori, di essere parte del panorama e di costituire, nel contempo, i punti principali da cui godere di viste originali del tessuto urbano e della natura circostante. Essi, inoltre, sono una eccezione per morfologia e dimensione, per spazi e organizzazione, per rapporto con la topografia e la natura – costruita o naturale – dell’intero Golfo, in relazione visiva tra loro e comunque sempre percepibili come riferimenti stabili da terra e da mare.

I Castelli possono pertanto rappresentare un sistema territoriale organico, un perimetro

costituito da emergenze puntuali, capace di intersecare e individuare, con un ideale quadrilatero (a dire il vero fortemente schiacciato da sembrare quasi un triangolo) evidente e chiaro, il “limite” del Centro Antico e parte di quello storico.

In particolare Castel Nuovo e Castel Capuano rappresentano i due poli principali che abbracciano il tessuto stratificato del Centro Antico a Sud-Ovest e Nord-Est, mentre Castel Sant’Elmo è, in alto, il riferimento visivo più evidente da ogni luogo della città bassa. Pur essendo emergenze distinte e autonome per importanza e per valore architettonico e artistico, ai fini della musealizzazione del bene culturale Centro Antico, i quattro Castelli possono essere visti come un unico sistema capace di descrivere e raccontare il tessuto urbano secondo punti di vista diversi, ma inseriti in un unico racconto di storia e leggende, di vedute e comprensione dell’evoluzione della città.

La promozione del sistema Castelli, ognuno con la sua specifica ritrovata funzione nell’attualità, può avvenire in sinergia con quello dei musei, delle chiese e dei conventi diffusi nel tessuto, delle piazze incastonate tra i cardini e i decumani, anch’essi capaci di esplicitare i sensi più profondi della città, al fine di comprenderne, non solo la storia, ma il significato reale. Il sistema dei Castelli unisce il valore architettonico a quello artistico, quello urbano a quello paesaggistico ponendosi come corollario ideale per la promozione turistica del bene attraverso i suoi valori storici, culturali e tradizionali.

Castel Nuovo

Tra i quattro Castelli ancora presenti e visitabili della città di Napoli, il Castel Nuovo sicuramente è quello che maggiormente caratterizza il fulcro centrale della città. Se nell’immaginario collettivo il Castel dell’Ovo è quello della leggenda, avamposto nel mare, pietra di tufo scolpita a ridosso del lungomare; il Castel Sant’Elmo è il riferimento visivo dal mare e dalla città bassa, ma anche il principale belvedere che consente una vista dalle colline della città antica come di quella contemporanea; il Castel Capuano non più sede del tribunale è oggi la porta da Oriente verso il centro antico; il Castel Nuovo resta la presenza monumentale più imponente nel cuore antico della città, icona raccontata nelle viste storiche ma anche figura che accoglie e protegge verso l’area portuale. La fortezza che annuncia la città dal mare è oggi al centro dello snodo infrastrutturale urbano più importante, circondato da alcuni degli edifici più rappresentativi della città, adiacente all’area archeologica, rinvenuta grazie ai lavori della Linea 1 della metropolitana, che palesa i tempi e gli eventi della città. Luogo simbolico della vita quotidiana, perché spazio

Castel Nuovo

One of the four existing castle in Neaples, Castel Nuovo, is the one characterizing the urban historical centre. In popular imagination, Castel dell’Ovo is the legendary one, built on the seaside by a tufo stone; il Castel Sant’elmo is the visual point of view coming from the sea and the lower side of the city, and is the most important belvedere of the city; Castel Nuovo, not yet place of the court is the gate of the city coming from west.; Castel Nuovo still represent the monumental presence in the heart of the city and the most outlined in the historical view.

The fortress, announcing Neaples when you coming from these, a is now an infrastructural urban point with many representative buildings around and many archaeological sites found up by the subway works.

Place of the everyday life and being for many time the city hall of Naples is an unusual example of style and historical events. His strategic position in able to communicate interactions with the living city and the tourist one, starting from the near Palazzo Reale.

About research methodology

Castel Nuovo can be used like an urban hub of tourist accommodation and information point vor visitors of the Napoli urban centre. An hub connected to other Castle and other public functions in the city centre, like Teatro San Carlo, Galleria Vittorio Emanuele, Piazza del Plebiscito and so on.

Castel Nuovo can also be a Naples city museum where to inform people of the historical and cultural quality of Naples. A place where people start a touristic route of knowledge of the Naples history.

About expressive feature we can refer to Catiglioni’s stage project for XII Biennale di Milano in 1960 were was possible to see the city of Milan from the top and from the inside using some kind of periscope. This kind exhibition permit to understand the city first time from a far point of view and then from a closer one. Today modern technologies, digital support, Castiglion’s exhibition methods can be revisited with a new kind of interaction of the visitors with the three-dimensional model. This can be understood and so can are use visitor’s interest proposing new information and suggest thanks to easy personal interface.

This kind of place can tell us a complex and layered history , let us understand past sign and create a connection among them. Moreover can define incoming project and changes in the city centre, create new point of view. We can add to this permanent installation we have to define other exhibition strategies to promote this extraordinary monument as important part of the city and as a starting point for tour of museums.

More than traditional communication strategies the diffuse displays is for the city museum system an explication of the value, sense and strategic function of the Castel .

Urban displace starting from infrastructural points a diffuse themselves in the touristic cities take the visitors across monuments and significant points of the Ancient part of the city. Displays with permanent part and interfaces act to tell

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112 di rappresentanza della sede del Comune di Napoli, è un incredibile esempio di stili e di emergenze artistiche, luogo di eventi storici, politici e sociali. Snodo tra terra e mare, tra criteri di accoglienza e di difesa, sovrapposizione di testimonianze e stili è da sempre oggetto di una affezione viva nella memoria tradizionale partenopea.

Per la sua posizione strategica non può che aumentare le interazioni con la città viva e con quella dei turisti, a partire dal vicino al Palazzo Reale che, alla fine dei lavori in corso, aumenterà il suo valore di accoglienza e informazione ben oltre il suo valore storico.

La nuova Piazza Municipio, una volta terminata, restituirà dignità e ruolo a questo importante monumento che farà da centro e da riferimento di un’area che, a lavori terminati, non sarà più solo di passaggio ma anche di sosta e di fruizione di una parte significativa del tessuto urbano. Impostazione della ricerca

Da quanto detto risulta naturale immaginare il sistema dei Castelli come un attrattore

fondamentale del centro antico inteso come bene culturale nel suo complesso e il Castel Nuovo come l’hub di accoglienza e informazione per la città e per i principali percorsi di visita del centro antico. Un hub che non può che relazionarsi agli altri Castelli e con l’adiacente sistema monumentale urbano del Palazzo Reale, Teatro San Carlo, Galleria Vittorio Emanuele, Piazza Plebiscito e soprattutto con l’adiacente Centro Antico.

Per tali evidenti ragioni si ritiene che il Castel Nuovo, tra le altre funzioni, possa accogliere quella di raccontare e mostrare la città attraverso i suoi valori storici consolidati, le sue permanenze e le trasformazioni in divenire. Un luogo specifico in cui apprezzare e comprendere, prima o a valle di una visita turistica, i complessi e stratificati contenuti della città antica in cui storia, arte, tradizioni e leggende si intersecano fino a restituire il suo profilo attuale, unico nel suo genere. Un luogo non solo per addetti ai lavori, per architetti, urbanisti o esperti del settore ma, grazie a strategie allestitive e comunicative, destinato ad ampi settori di turisti curiosi del passato e del futuro di questo luogo denso di suggestioni.

Relativamente ai criteri espositivi non è possibile non lasciarsi suggestionare da alcuni allestimenti storici inerenti il tema della città e dell’urbanistica e in particolare riferirsi al progetto di Achille Castiglioni predisposto per la XII Triennale di Milano del 1960 in cui era possibile vedere dall’alto un enorme plastico della città lombarda, ma anche osservarlo “dall’interno” attraverso dei periscopi inseriti all’interno del tessuto urbano ricostruito,

utilizzabili da uno spazio al di sotto del modello. Tale artificio allestitivo, che porta i fruitori prima ad una percezione “da lontano” e poi ad una vera e propria partecipazione dei fenomeni urbani visti “da vicino”, non solo vuole insistere sulle diverse categorie fruitive e di comprensione dei significati – contemplazione e partecipazione – ma vuole far leggere, con ironia, anche le possibili trasformazioni, i cambiamenti in atto. Oggi con i mezzi tecnologici e l’ausilio dell’informatica e del digitale, modalità espositive analoghe a quella di Castiglioni possono assumere, con grande semplicità, un livello di approfondimento e di interazione tra l’utente e il modello tridimensionale; questo può essere interrogato e, a sua volta, può stimolare l’interesse del visitatore attraverso la proposta di informazioni e suggestioni grazie a semplici interfacce

us, in different part of the years different sense and different events in the city. Performance are able to use construction site disorder as an opportunity to use empty site and increase the appropriation and use of lost part of the city. «In the contemporary city weakness of displays & stages strongly presents in the lightness languages are a strong element using aesthetic and designed solutions: coming out of traditional sense of intérieur, the exhibition design space demand in modernity a urban role» (Altarelli 2006, p. 8). We can see an iper-functionalization of urban furniture and of site used by citizen playing with mobility and temporary as answer to permanent needs. Exhibition design use to work on knowledge and interpretation, of information, but moreover the work of interface between cultural object and users “ it act like an interface in two verse , from monument to visitors and from visitors to monument”

Distinction permanent part to temporary part can create two different kind of making sign on territories,: Imperceptible signs that can transform useless to useful, function to emotion. Signs creating temporary events repeated in the time end able to create significant happening to wait for. When city became an event/stage can create a kind of shock in the visitors, a kind of Erlebnis, a sum of strong sensations too difficult to verbalize, an authentic experience contributing to «the modification of how world can be understood in modern age» (Jedlowski 2002, p. 16, nota 5).

About Teaching contribution

As in the experience of the Napoli Teatro Festival Italia, were teaching experience has promoted synergistic communications and research, at the same time teaching experience can create a strong edge between research and knowledge. When addressed to real case study and real urban problems , students became an essential part of the experimental research. Unusually approach of students to problems can let us understand different point of view to project creations. Now there are two different field of research act to promote the centre of Napoli as a diffuse Museum and then related to the stage designing methodology were become very useful the introduction of concept like “urban parassitism” supporting principal monumental reality like museums, square and so on Castel Nuovo is the most important Monument that can be used for experiment as a study case. Now, surrounded by construction site of the metro and revealing new archaeological site can start to impose his presence as a information point for the city centre. At the same time Metro construction site could be attractive point making visible new points of view of the city and of archaeological site to the history of the ancient city. This condition is tell usable for creating and experiment new temporary stage for archaeological site that can easily became definitive site. Experiment today can let us know potentiality of a unique strategically site.

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113 personali o predisposte in sito. Un luogo siffatto, quindi, non solo può provare a raccontare

una storia complessa quanto stratificata, far rileggere le tracce del passato e riconnetterle tra loro, ma può anche individuare le opere di prossima realizzazione, i cambiamenti, può aiutare a costruire percorsi di visita, itinerari tematici e permettere di scegliere, con maggiore consapevolezza, le tappe del proprio soggiorno.

A sostengno di tale istallazione di tipo permanente, per promuovere un simile monumento come parte significativa del Centro Antico e riuscire a segnalare con evidenza che tale luogo rappresenta un punto fondamentale di partenza e di arrivo dei principali percorsi museali che guidano nel tessuto della città storica, è necessario immaginare anche altre linee e strategie di intervento di ordine allestitivo. In aggiunta alle modalità di comunicazione tradizionali si propone, quale ulteriore strumento di conoscenza, quello di un programma di allestimenti diffusi temporanei capaci di rimandare al sistema dei Castelli rappresentando, di ognuno di essi, il significato, il valore e anche la funzione strategica rispetto all’idea di museo diffuso della città. Allestimenti urbani che partano dai principali snodi infrastrutturali e si dipanino nella città turistica per poi condurre, come in un percorso da scoprire passo dopo passo, verso gli attrattori principali e quindi verso i monumenti e le emergenze del Centro Antico. Allestimenti dotati di tracce fisse e permanenti predisposte ad accogliere macchine temporanee capaci di esplicitare e di coniugare, nei diversi periodi dell’anno, il livello di comunicazione, il messaggio, dosando quindi l’attrattività anche in base agli altri eventi presenti in tutta la città.

Allestimenti ordinati e strutturati, capaci di proporre interventi veloci come risposta a situazioni eccezionali. Azioni evidenti capaci anche di assecondare l’imprevisto e di utilizzare il disordine di cantieri, opere stradali, lavori temporanei come opportunità per riempire vuoti, evitare l’abbandono, incrementare la partecipazione e l’appropriazione di parti della città altrimenti perdute. «Nella città contemporanea il tema debole degli allestimenti & installazioni, pervasivamente presente in entrambe come linguaggio della lightness, [costituisce],

paradossalmente, un elemento forte di indirizzo che coinvolge scelte sia estetiche che

progettuali: uscendo dai confini tradizionali dell’intérieur, lo spazio dell’allestimento rivendica, a partire dalla modernità, un ruolo essenzialmente urbano» (Altarelli 2006, p. 8).

Assistiamo da un lato a una accelerazione e un valore aggiunto rispetto a quanto è strettamente ordinario e necessario, a una iper-funzionalizzazione dell’arredo urbano e dei luoghi destinati ai cittadini e ai visitatori, dall’altro una “invasione” dei luoghi a perdere, degli spazi abbandonati, giocando soprattutto sulla mobilità e sull’effimero quali risposte necessarie ad esigenze durature. Il lavoro di allestimento diventa, in questo modo, un’operazione di conoscenza e interpretazione, di comunicazione e informazione, ma anche, e soprattutto, quello di interfaccia tra il bene culturale e l’utente; «agisce come elemento di indirizzo estetico, in chiave cioè di linguaggio» (Altarelli 2006, p. 13).

La città diviene così evento, spettacolo, suscitando uno choc attivo e coscienzalizzato nello spettatore, un Erlebnis – termine usato dalla filosofia fenomenologica per indicare “l’esperienza vissuta”, non un’esperienza puntuale, ma il sedimentare di contenuti nella memoria e il loro ritornare come autocoscienza – un’insieme di sensazioni forti difficili da verbalizzare,

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114 un’esperienza autentica in grado di contribuire «alla modificazione radicale dei modi in cui il mondo può essere recepito in epoca moderna» (Jedlowski 2002, p. 16, nota 5).

Contributo della didattica

Così come l’esperienza degli allestimenti urbani per promuovere il Napoli Teatro Festival Italia, a suo tempo, ha rappresentato un momento importante sinergico di comunicazione, di ricerca, di sperimentazione e di insegnamento intenso e proficuo, così anche nell’offerta didattica ordinaria il confine tra ricerca e apprendimento diventa sempre meno evidente e i risultati del percorso di studio degli studenti raggiungono, se opportunamente indirizzati, un livello più proficuo e completo quando questo è relazionato a temi veri, a problemi sentiti ma non del tutto risolti, quando un laboratorio, o un gruppo di tesisti, lavora in sinergia come un vero team di ricercatori. La didattica diviene così una componente essenziale della ricerca sperimentale, ricerca

condotta attraverso il progetto e le premesse metodologiche allo stesso. La carica irriverente dei giovani studenti, così come la necessaria libertà a seguire percorsi anche meno realistici, permette di giungere a esiti – anche se non direttamente realizzabili e non precisamente commisurati al tema – che talvolta vanno oltre le stesse richieste e permettono di analizzare a fondo tutte le potenzialità insite in un processo di conoscenza e i metodi di divulgazione dello stesso. Attualmente sono in via di completamento due filoni di ricerca, affini e paralleli, inerenti alla promozione del Centro Antico della città di Napoli come museo diffuso, entrambi legati a strategie allestitive, che indagano la possibilità dell’effimero connesso a delicati segni permanenti. Da un lato un sistema di “parassitismo urbano” del Centro Antico, fatto di moduli allestitivi polifunzionali, dotati di attrezzature e servizi per il quotidiano ma finalizzati, nel loro insieme, alla comunicazione, alla trasmissione del significato di vari insiemi di gruppi monumentali: il sistema dei Musei, quello dei principali attrattori monumentali, quello dei servizi destinati ai turisti, quello delle feste e delle manifestazioni tradizionali e artigianali; dall’altro lato il sistema allestitivo di promozione dei Castelli della città, legato a modalità di comunicazione e di espressione di tali emergenze architettoniche ma svincolato dai luoghi, in modo che possano variare nell’arco dell’anno. Quest’ultimo è declinato attraverso quattro percorsi, uno per castello, che si intrecciano e che rimandano uno all’altro. Anche in questo caso si tratta di eventi attenti a risolvere criticità della città storica, che voglio informare offrendo, nel contempo, sia la trasmissione indiretta dei contenuti propri di ogni emergenza monumentale, che la risoluzione funzionale di bisogni quotidiani di cui la città non si fa carico. Un allestimento che lavora sulla temporaneità per evidenziare la permanenza dei luoghi in cui si inserisce.

Il Catel Nuovo rappresenta l’attrattore principale su cui effettuare i primi interventi e

sperimentazioni. Già oggi, ancora circondato da cantieri in continua evoluzione, può cominciare a imporre la sua presenza come centro dell’informazione relativa al Centro Antico. Anzi, il lungo tempo che ha finora caratterizzato il cantiere di Piazza Municipio rappresenta una delle tante occasioni perse dal punto di vista dell’allestimento urbano. Sono diffusi e molteplici gli esempi in cui i cantieri rappresentano una opportunità di visita e di conoscenza “in tempo reale” di un determinato luogo ma anche una improvvisa disponibilità di spazi che alterano la

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115 città e che domani non saranno più presenti. L’evento eccezionale di trasformazione della città,

normalmente inteso come un disturbo al fluire della vita quotidiana, può divenire una occasione per godere di ciò che non sarà più fruibile ma anche, molto più semplicemente, per trasformare l’ingombro in allestimento, il casuale in progetto, la perdita di spazi in un arricchimento, per quanto limitato nel tempo, irripetibile. Tale operazione è ancora possibile e può invitare a suggerire, oltre che a sperimentare, soluzioni che potrebbero diventare definitive una volta che il progetto della piazza, e di tutto l’intorno al castello, sarà terminato.

La sperimentazione oggi permette di conoscere potenzialità nascoste e di promuovere – oltre il consueto – un bene unico nel suo genere e strategico per la città.

References

Altarelli L. (2006), Light City. La città in allestimento, Meltemi, Roma.

Altarelli L., Ottaviani R. (2007) , Il sublime urbano. Architettura e New media, Mancosu, Roma. Amendola G. (2008), La città postmoderna. Magie e paure della metropoli contemporanea, Edizioni Laterza, Roma – Bari.

Amendola G. (2010), Tra Dedalo e Icaro. La nuova domanda di città, Edizioni Laterza, Roma – Bari. Jedlowski P. (2002), Memoria esperienza. Memoria e società e modernità nel XX secolo, Franco Angeli, Milano.

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