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Guarda Le ragioni di un’indagine critica concernente le voci femminili e poetiche della «scuola di Milano»

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Academic year: 2021

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1 Fabio Minazzi

Le ragioni di un’indagine critica concernente le voci femminili e poetiche della «scuola di Milano»

«Si è trattato di un periodo molto effervescente, pieno di vita»: così sosteneva Daria Menicanti, parlando della «scuola di Milano» degli anni Trenta, nata intorno alla lezione di Antonio Banfi. Di fronte all’intervistatrice che sottolinea l’ambizione filosofica e civile animosa di questa scuola, Daria Menicanti consentiva, precisando che, certamente, si voleva «fondare un nuovo tipo di scuola, però per me, che sono poeta, ciò che contava era la possibilità di interpretare la sensibilità nuova che si avvertiva», giacché tutti questi studiosi erano «razionalisti, poiché Banfi aveva fondato una scuola filosofica di tipo razionalistico», i cui maggiori rappresentanti «erano giovani filosofi come Paci, Preti e Cantoni; tra i poeti si erano distinti Sereni e Pozzi; tra i filologi Anceschi». Quando poi le si chiede «come mai i poeti donna sono sempre poco valorizzati rispetto agli uomini e il loro universo separato?», Daria Menicanti risponde, con feroce dolcezza: «perché il mondo è ancora maschilista».

Anche per questa ragione merita un approfondimento critico lo studio della «scuola di Milano» prestando un’attenzione particolare alle differenti voci poetiche formatesi in quello specifico crogiuolo culturale, critico, filosofico, artistico, musicale, letterario e scientifico in cui si è manifestata la creatività intrinseca di una lezione come quella banfiana che ha trovato straordinari interpreti creativi nelle voci dei grandi allievi degli anni Trenta. In questo contesto lo studio della voce, sempre plurale, dei poeti banfiani, intrecciata criticamente soprattutto con quella di alcune significative presenze femminili, può consentire di aprire una feconda e innovativa pista ermeneutica per meglio intendere valori e limiti di una stagione culturale che ha anche qualificato la storia italiana, trovando nella città di Milano uno straordinario laboratorio culturale, educativo, filosofico, poetico e creativo.

Nel presente numero monografico sono così raccolti gli atti di una giornata di studio «Una manciata di sillabe e vocali e consonanti». Le voci femminili e poetiche della scuola di Milano: Antonia Pozzi, Daria menicanti, Daria Malaguzzi, Vittorio Sereni ed Aurelia (Lella) Monti svoltasi nella giornata di sabato 23 febbraio 2013,, presso

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2 l’Università degli Studi dell’Insubria, per iniziativa del Centro Internazionale Insubrico “C. Cattaneo” e “G. Preti”, col patrocinio scientifico del Dipartimento di Scienze Teoriche ed Applicate e il coinvolgimento attivo di alcuni insegnamenti dell’ateneo insubrico (come Filosofia teoretica, Epistemologia come ermeneutica della conoscenza, Etica della comunicazione e deontologia professionale) nonché in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Provinciale di Varese, la sezione varesina della Società Filosofia Italina e l’Associazione Amici di Piero Chiara, simposio che ha registrato un’alta e significativa partecipazione di pubblico e soprattutto di studenti (universitari e della scuola secondaria superiore). Come il lettore potrà verificare in questo numero si alternano così differenti voci (interpretative e anche di testimonianza critica), appartenenti a differenti generazioni, onde cercare di offrire una prima ricognizione in grado di precisare alcuni problemi aperti e talune le linee di resistenza sedimentatesi entro questa stagione della «scuola di Milano». In questo preciso contesto, nel corso della giornata varesina, era stato così presentato un nuovo volume, Il concerto del grillo, contenente l’opera poetica completa – edita ed inedita – di una poetessa milanese come Daria Menicanti, opera cui più recentemente si è aggiunta anche una nuova edizione completa dell’opera poetica di Antonia Pozzi (entrambi questi volumi sono stati editi dal Centro Internazionale Insubrico quale contributo fattivo ad una piena valorizzazione delle voci potetiche femminili della «scuola di Milano»).

La giornata varesina si era poi conclusa con un ricordo specifico di una studiosa e docente di filosofia come Aurelia (Lella) Monti, la quale si laureò con Banfi, mentre, successivamente, collaborò con il mitico gruppo di Logica-matematica del Cnr promosso e coordinato da un filosofo della scienza come Ludovico Geymonat. I familiari della prof. ssa Aurelia Monti hanno del resto donato tutta la sua preziosa Biblioteca al Centro Internazionale Insubrico e la realizzazione di questa importante donazione ha costituito un altro momento qualificante che consente di meglio indagare molte vicende di questa pagina della cultura italiana che ha avuto in Milano un suo punto di riferimento privilegiato. Pertanto anche la ricostruzione della figura e del profilo dell’onesto lavoro culturale ed intellettuale dipanato da Aurelia Monti nel corso della sua vita (di studio ed insegnamento) ha così rappresentato una un’occasione preziosa per meglio comprendere le varie, complesse e ricche sfaccettature della «scuola di Milano».

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3 In chiusura di questa nota, come curatore, non mi resta che ringraziare tutti i collaboratori di questo fascicolo monografico, unitamente al Direttore della rivista e tutti gli amici e colleghi della Redazione per la fiducia, la sensibilità culturale e la fattiva collaborazione prestatami. Last but not least desidero ringraziare anche la dr. ssa Stefania Barile che ha realizzato l’editing di tutti i testi, adattandoli ai criteri della nostra rivista.

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