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Un'eternità non arcaica. Renato Calligaro

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Academic year: 2021

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23 July 2021

AperTO - Archivio Istituzionale Open Access dell'Università di Torino

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Un'eternità non arcaica. Renato Calligaro

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Civici Musei Udine

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di Federico Vercellone

Un’eternità

non arcaica

Renato Calligaro

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Se c’è qualcosa di cui la modernità ha bisogno è il mito. Nessuno lo sa meglio di Renato Calligaro il quale organizza le sue opere sulla base di strutture simboliche che hanno un carattere insieme storico e metastorico. Le personalità simboliche di Calligaro sono strutture atemporali che pure vengono realizzate in contesti del tutto moderni e con tecniche contemporanee. Le figurazioni simboliche sono,

per Calligaro, universali: concernono il genere umano nel suo insieme. Sono veri e propri archetipi che attraversano il tempo, e che,

attraversandolo, non si opacizzano, né perdono forza. Sono funzionali alla narrazione, la quale, riguardando gli archetipi, è sviluppo mitico. In quanto si tratta di personalità atemporali, esse non sono dotate di ambiguità, di profondità psicologica. Sono dunque del tutto votate al racconto delle loro gesta. Di loro, in quanto tali, sappiamo già tutto sin dall’inizio, Ciò che ci interessa è dunque ciò che a esse accade. In questo modo, parlandoci di sé stesse, esse ci dicono donde veniamo, e dunque chi siamo (non individualmente ma in quanto comunità).

I simboli di Calligaro sono sufficientemente stabili da favorire lo sviluppo narrativo individuando, tra l’altro, nei tratti immodificabili dei personaggi del fumetto, una dimensione modernamente mitica. L’attenzione si volge alla narrazione poiché i tratti del personaggio sono fermi e inconfondibili. La narrazione – come si diceva – parla di noi facendo perno su invarianti atemporali. È un paradosso, ma parla di noi proprio in quanto si rifà a motivi senza tempo.

Calligaro ci insegna che ognuno di noi ha bisogno di essere narrato, di conoscere la propria provenienza, di mettersi così al cospetto del ventre molle, dell’ombra dell’Illuminismo. Davvero l’Illuminismo – come insegnano Horkheimer e Adorno – non può stare senza mito. Se vogliamo tradurre questa proposizione nei termini del nostro discorso, si può dire che non è umanamente possibile emanciparsi del tutto, diventare davvero maggiorenni, e che per ognuno di noi la dipendenza, la provenienza sono consustanziali e necessari per costruire l’identità. Senza di esse non esisterebbe arte. Che serve a riequilibrare dolcemente l’Illuminismo senza cancellarlo.

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