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MEDIATECHE: PROBLEMATICHE DI TUTELA E CONSERVAZIONE - alcuni esempi italiani

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Academic year: 2021

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INTRODUZIONE

L’interesse per un lavoro sulle mediateche è nato dalla partecipazione al modulo professionalizzante per “Operatore culturale con competenze nella realizzazione di documentazione audiovisiva di eventi nel campo della musica, dello spettacolo e delle attività artistiche tesa alla valorizzazione e all’arricchimento di archivi audiovisivi, teatrali e musicali”, organizzato nell’anno accademico 2004/2005 dal Corso di Laurea in “Cinema, Musica e Teatro” dell’Università degli Studi di Pisa, per iniziativa e con il finanziamento della Regione Toscana. Nel modulo sono stati affrontati diversi temi riguardanti la conservazione, il restauro e la gestione del materiale audiovisivo nelle lezioni del Dott. Martinelli, docente del corso “Archivi musicali e fonoteche”, del Dott. Salvadori docente del corso “Cineteche: conservazione, catalogazione, valorizzazione”, le codocenze di Andreina Di Brino su “Archivi video”, di Tiziana Tramontano sulle cineteche in Italia, di Elena Franchini sulla catalogazione di materiale sonoro e di Eva Marinai su “Archivi teatrali”.

La curiosità sorta dalla frequentazione di queste lezioni ha portato inizialmente a prendere in considerazione gli archivi sonori esaminati nella Prova finale di Laurea in Cinema, Musica e Teatro, dal titolo “La memoria del suono. Storia dei supporti e problematiche di conservazione e recupero delle informazioni sonore” in cui sono stati affrontati i temi legati alla conservazione di questa tipologia di documenti analizzando la storia, le collezioni e le attività del più importante esempio italiano: la Discoteca di Stato e, successivamente, ad ampliare l’orizzonte verso gli archivi audiovisivi, argomento trattato in questa Tesi.

Nella ricerca si tenta di individuare quali sono le metodologie di conservazione, restauro e diffusione del patrimonio audiovisivo presente nel nostro paese attraverso la ricerca di materiale bibliografico, la visita di numerose mediateche e realizzando interviste a dirigenti e responsabili di alcuni archivi diversi per tipologia, storia e materiale posseduto. Seppur con certi limiti si è cercato di inquadrare le diverse categorie di mediateche, nonostante non siano nominate tutte, approfondendo il lavoro di alcune che, per la loro struttura e tipologia di

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materiale conservato, sono state ritenute idonee per ricostruire un quadro generale della situazione italiana.

Nel corso del lavoro è risultata di grande importanza l’esperienza di operatori del settore conosciuti e ascoltati durante il seminario “Patrimoni audiovisivi: accesso e ricerca, aspettative ed esigenza dell’utenza nelle nuove prospettive di fruizione e servizio” organizzato a Roma il 23 Novembre 2006 dall’Associazione Nazionale Archivistica Italiana, dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, dal Centro di Fotoriproduzione Legatoria e Restauro e da Multimediarchitecture e ai seminari e conferenze tenuti a Milano dal 12 al 15 dicembre 2006 durante la prima edizione dell’Archiexpò, evento organizzato dall’Associazione Nazionale Archivistica Italiana dedicato alla rivoluzione digitale e al suo rapporto con il mondo degli archivi.

Questo testo si suddivide in quattro parti.

Nel primo capitolo vengono presentate le mediateche, come sono nate, la loro storia e le funzioni che si propongono di svolgere. Il termine mediateche è utilizzato in molti e diversi contesti, per questa ragione si è cercato di darne una definizione e di capire che cosa si intende quando si parla di queste strutture, per arrivare alla conclusione che questa terminologia comprende tutti i luoghi che conservano materiale audiovisivo, una macrocategoria che racchiude cineteche, fototeche, discoteche e videoteche. Il Novecento è stato il secolo della cinematografia, della radio e della televisione e la produzione di materiale audiovisivo è aumentata in maniera esponenziale negli anni. Solo da pochi decenni è maturata la consapevolezza che questi documenti rappresentano una fonte inestimabile di memoria storica e sociale del nostro paese, per questa ragione sono nate le mediateche, strutture in grado di conservare e rendere accessibile al pubblico il materiale audiovisivo. Si sono cercate di individuare le diverse categorie di archivi, uguali per funzioni, ma diversi per tipologia di documenti e utenza.

Nel secondo capitolo sono analizzate le tematiche riguardanti i supporti audiovisivi, la loro conservazione e riproducibilità. Questo materiale è presente su vari supporti, pellicole, nastri e digitale, che con il passare del tempo subiscono danni provocati dall’incuria, dall’usura e dal naturale deterioramento fisiologico.

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Viene esposta in una breve panoramica storica l’evoluzione dei sistemi di riproduzione audiovisiva dalla nascita del cinema, e quindi dalla pellicola, fino ai giorni nostri ed ai supporti digitali. Sono state poi spiegate le principali cause di deterioramento del patrimonio multimediale, sia storico-economiche che fisiche, e le problematiche, etiche e tecniche, legate al restauro e alla digitalizzazione, strumento oggi indispensabile per rendere fruibile il materiale, analizzando in particolare le attività della Cineteca di Bologna.

Nel terzo capitolo si affrontano le tematiche riguardanti la catalogazione, gli standard utilizzati e le innovative metodologie di archiviazione delle Teche Rai e dell’Istituto LUCE.

I documenti audiovisivi, una volta conservati e tutelati con la riproduzione, devono essere accessibili al maggior numero di utenza possibile e per fare questo occorre un catalogo completo e funzionale. Gli schemi di catalogazione usati fino ad oggi sono di derivazione biblioteconomia e non sono adatti a descrivere il linguaggio filmico e audiovisivo. Singole istituzioni, come l’istituto LUCE e le Teche Rai, hanno cercato di individuare una metodologia di catalogo e di fruizione del materiale il più adatta possibile alle varie esigenze dell’utenza, ponendosi come obiettivo proprio i bisogni di chi si rivolge all’archivio.

Nel quarto capitolo sono documentate attraverso interviste le attività di sei archivi audiovisivi italiani: Cineteca Vaticana, Museo Nazionale della Montagna, Archivio Olivetti, Archivio Ansaldo, Archivio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Homemovies.

Si è approfondita la ricerca su questo insieme di archivi che, eterogenei per storia, modalità di gestione, dimensioni e patrimonio di documenti conservati, ben rappresentano la più generale situazione italiana. Nel nostro paese si contano più di duecento mediateche, più o meno grandi, disseminate su tutto il territorio, che conservano svariate tipologie di materiale in diversi supporti, ogni archivio possiede tanti piccoli tesori, più o meno nascosti e sconosciuti, da proteggere e salvaguardare.

La discussione sulle mediateche e sul trattamento delle immagini in movimento è aperta e sono numerose le problematiche non risolte, questo lavoro non ha la pretesa di affrontare tutte le questioni, ma vuole rappresentare in modo fedele il

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panorama della situazione nazionale evidenziando quelle realtà meno conosciute dove, pur con tanta volontà da parte degli addetti ai lavori e di molte istituzioni, impedimenti burocratici, legali e finanziari limitano enormemente la circolazione dei documenti e, di conseguenza, frenano la circolazione del sapere e della cultura.

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