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DIGital Archive (DigA): la soluzione CILEA per l’archiviazione documentale

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M.BOSCHINI EDITORIA ELETTRONICA 43-44

43 BOLLETTINO DEL CILEA N.116DICEMBRE 2010

DIGital Archive (DigA): la soluzione CILEA

per l’archiviazione documentale

Matteo Boschini

CILEA, Segrate Abstract

CILEA offre un servizio di archiviazione documentale, basato su standard OAIS, che permette una conservazione garantita per un periodo di tempo medio-lungo (max. 10 anni). Pur senza offrire, per ora, funzionalità aggiuntive di dematerializzazione dei documenti, protocollo informatico e fatturazione elettronica, il sistema è in grado di soddi-sfare, a seconda delle necessità del cliente, i requisiti fissati dal Tavolo tecnico interministeriale - Aspetti tecnologi-ci della conservazione permanente.

CILEA offers a document archival system based on the OAIS standard, which provides a mid-long term preserva-tion (10 years maximum). Although at the moment it does not offer dematerializapreserva-tion of documents, legal electronic record management, and electronic billing functionalities, the system can satisfy the requirements defined by the government through the Interdepartmental Technical Table - Technological Aspects of Permanent Preservation, depending on customers' needs.

Keywords: Archiviazione documentale, Conservazione permanente, OAIS.

Il contesto

L’Archiviazione Documentale è il processo di raccolta ordinata e sistematica di risorse digita-li secondo determinati criteri e procedure, che garantisca il mantenimento di tutte quelle in-formazioni di carattere descrittivo e gestionale che possano assicurare l’interpretazione dell'in-formazione nel suo complesso (contenuto, ele-menti, contesti), secondo la definizione CNIPA. Più nel dettaglio, nel corso di questo articolo, intendiamo per “Archiviazione Documentale” l'archiviazione di dati e metadati atti a descri-verli su di una architettura hardware e softwa-re adeguata ed in linea con lo standard Open Archival Information System (OAIS); un siste-ma, quindi, che archivi i dati garantendone la

conservazione su un periodo di tempo

medio-lungo (max. 10 anni), mantenendo consistenti i dati e i metadati ad essi associati, soddisfacen-do i requisiti previsti dallo standard OAIS ma non necessariamente requisiti legali, che ven-gono soddisfatti, invece, secondo le specifiche richieste dei clienti.

OAIS [1] è un modello logico di riferimento che non dipende quindi da una tecnologia in particolare. Esso descrive un archivio come un

organizzazione all'interno della quale uomini e sistemi operano insieme nell'intento di conser-vare determinate informazioni per metterle a disposizione di una cerchia definita di utenti. Il modello descrive dettagliatamente come l'in-formazione elettronica creata dal produttore deve giungere in un sistema d'archivio, quali fasi di trattamento sono necessarie per l'archi-viazione a lungo termine e come si può accedere alle informazioni conservate nell'archivio.

Fig. 1 – Il processo di archiviazione conforme a OAIS

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M.BOSCHINI EDITORIA ELETTRONICA 43-44

BOLLETTINO DEL CILEA N.116DICEMBRE 2010 44

Senza entrare troppo a fondo nella tratta-zione dello standard ISO OAIS, importa qui di-re che un sistema di Archiviazione documentale deve permettere di:

 archiviare un set ampio di tipologie di for-mati;

 caricare (ingest) gli oggetti sia in modalità singola che batch;

 tracciare la “storia” di ogni oggetto archivia-to;

 ricercare oggetti nell'archivio, in modo da trovare sempre gli oggetti desiderati;

 garantire l'integrità degli oggetti;

 garantire la fruibilità per il tempo di archi-viazione dichiarato, provvedendo quindi si-stemi di portabilità dei formati.

A questi requisiti vanno ad affiancarsi quelli normativi italiani in merito alla conservazione documentale a lungo termine. In particolare, la normativa aggiunge alcuni requisiti legati alla

validità legale che si vuole dare all'oggetto

ar-chiviato.

Se si devono preservare documenti con vali-dità legale (fatture, protocollo), dunque, gli og-getti andranno digitalmente firmati con una firma a validità legale e marcati con una marca temporale a validità legale.

La soluzione CILEA

Il sistema CILEA si basa sul middleware o-pen source Fedora-Commons (FC) [2].

Fedora (Flexible Extensible Digital Object Re-pository Architecture), originariamente svilup-pato dall'Università di Cornell, è una architet-tura per archiviare, gestire e accedere ad un qualche “contenuto digitale” nella forma di og-getto digitale. Fedora definisce un layer astrat-to di descrizione dell' OBJ, definendone relazio-ni con altri oggetti e servizi.

Tecnicamente, si tratta di una engine di we-bapps Java (implementato con Tomcat) e un RDBMS che contiene le informazioni necessarie al funzionamento di Fedora stesso, nonché al-cune minime informazioni sull'OBJ stesso (qua-li identificativo univoco, path ai file su file system, alcuni campi Dublin Core).

Fedora-Commons è supportata da una pia community internazionale, ed è ormai am-piamente diffuso in ambiti molto eterogenei che vanno dalle biblioteche, ai consorzi universitari, alle università. Tutti ne hanno dimostrato la robustezza, la flessibilità e la scalabilità.

Nell'ambito della stretta collaborazione tra CILEA e la community di FC, che ha visto la partecipazione del Consorzio come

system-tester al rilascio della versione 3.4 di Fedora Commons, CILEA ha rilasciato un tool, fedora-checksum, per la verifica automatica e statisti-camente significativa dell'integrità dei dati di un repository FC. Questo strumento è stato in-serito tra i Fedora Commons Services and Utili-ties [3].

Il repository documentale FC può essere uti-lizzato per la conservazione delle liberatorie e dei documenti prodotti durante l'iter ammini-strativo delle tesi di dottorato e/o laurea. Il CILEA è quindi in grado di offrire una copertu-ra completa del processo arricchendo il processo di catalogazione, esposizione e deposito legale presso le biblioteche nazionali già coperto dal modulo OA di Surplus con la conservazione dei documenti amministrativi in DiGA. Il primo partner fruitore del servizio è l'Università degli Studi di Milano.

Disaster recovery

Oltre alle possibilità offerte nativamente da Fedora Commons, il CILEA può rendere dispo-nibile un servizio di disaster recovery che, pur se non ancora imposto dalla normativa vigente, può rivelarsi fondamentale almeno per certe ti-pologie documentali, almeno quelle a valore fi-scale o legale.

La natura stessa del sistema di ingest per-mette facilmente di popolare in real-time alme-no due repository che quindi possoalme-no essere ualme-no il Disaster Recovery site dell'altro. Inoltre FC offre anche la possibilità di fare un export in modalità Archive che include nel file XML me-tadato anche un “dump binario” del datastream associato al file archiviato (ad es, file PDF). Ov-viamente quest'ultima soluzione è percorribile solo nel caso di datastream di dimensione limi-tata e/o in casi di disaster recovery off-line di archivi medio-piccoli.

Qualora il Cliente decida di usufruire anche del servizio di disaster recovery, CILEA è in grado di offrirlo off-site presso la propria sede di Roma. Bibliografia [1] ISO 14721:2003. [2] URL: http://fedora-commons.org/. [3] URL: https://github.com/RikV/fedora-checksum/

Figura

Fig. 1 – Il processo di archiviazione conforme a  OAIS

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