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CD02 - Sistemi a Tempo Discreto

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Academic year: 2021

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(1)

Ing. Cristian Secchi Tel. 0522 522235 e-mail: [email protected] http://www.dismi.unimo.it/Members/csecchi

CONTROLLI DIGITALI

Laurea Magistrale in Ingegneria Meccatronica

SISTEMI A TEMPO DISCRETO

CD02 -- 2 Cristian Secchi

Richiami di Controlli Automatici

Il comportamento ingresso-uscita dei sistemi a tempo continuo può essere descritto da equazioni differenziali, che in generale hanno la forma:

Molti sistemi di interesse possono essere descritti da equazioni

differenziali lineari a parametri concentrati caratterizzate dalla seguente forma semplificata.

I sistemi descritti da queste equazioni sono detti sistemi

Lineari Tempo Invarianti (LTI).

Se il sistema che si sta modellando è caratterizzato da un solo ingresso e una sola uscita, si parlerà di sistemi single input single output (SISO).

(2)

CD02 -- 3 Cristian Secchi

Richiami di Controlli Automatici

Nel corso di Controlli Automatici sono stati trattati sistemi LTI SISO. E’ possibile passare da una rappresentazione nel dominio dei tempi a una nel dominio complesso e viceversa tramite le operazioni di

Trasformata e Antitrasformata di Laplace.

Il vantaggio principale nel passare al dominio complesso è che

un’equazione differenziale viene trasformata in un’equazione algebrica più semplice da gestire.

L

L

!1

Richiami di Controlli Automatici

Un sistema LTI-SISO può essere descritto nel dominio complesso tramite una Funzione di Trasferimento.

La rappresentazione mediante funzione di trasferimento è molto “comoda” e ha consentito di sviluppare un’analisi approfondita del comportamento del sistema, un’analisi delle specifiche e svariate tecniche per il progetto di controllori.

(3)

CD02 -- 5 Cristian Secchi

Richiami di Controlli Automatici

Lo schema di controllo finale è:

Sia il plant che il controllore sono rappresentati da funzioni di trasferimento e, quindi, sono sistemi a tempo continuo. Ma l’azione di controllo deve essere implementata su un calcolatore che è un sistema a tempo discreto…

Occorre sviluppare un framework per la modellazione dei sistemi discreti in modo da poter costruire un’azione di controllo che sia implementabile su di un sistema a microprocessore.

- Gc(s) Gp(s)

r(t) e(t) u(t) y(t)

CD02 -- 6 Cristian Secchi

Descrizione di Sistemi a tempo discreto

Equazioni differenziali Trasformata di Laplace SISTEMI TEMPO-CONTINUI Equazioni alle differenze Trasformata

Z

SISTEMI TEMPO-DISCRETI

D

/

A

A

/

D

(4)

CD02 -- 7 Cristian Secchi

Equazioni alle differenze

Elaborazione

equazione lineare alle differenze di ordine n

Si supponga di voler elaborare una sequenza di dati discreti ek=e(kT), con k=0,1,2,…, per ottenere una sequenza uk=u(kT).

In generale:

Se la funzione f() è lineare e dipendente solo da un valore finito di valori passati di uk ed ek, l’elaborazione può essere rappresentata da:

Equazioni alle differenze

Come per le equazioni differenziali lineari, esiste un metodo per trovare la soluzione in forma chiusa di un’equazione alle differenze lineare. Tuttavia, nell’ambito dei controlli digitali, ci interesserà molto di più ottenere una

forma ricorsiva:

e

k

µ

p

u

k

uk-1 uk-2 uk-3 … uk-n ek-1 ek-2 ek-3 … uk-m

Memoria

Ad ogni istante k, dato un ingresso ek è possibile calcolare, usando i dati in memoria, l’uscita uk.

(5)

CD02 -- 9 Cristian Secchi

La trasformata Z

La trasformata Z è un metodo utilizzato per studiare i sistemi discreti. Essa rappresenta essenzialmente l'analogo della trasformata di Laplace per i sistemi continui.

DEFINIZIONE: Sia data una sequenza di valori xk ∈ R, definita per k = 0, 1, 2,… e nulla per k < 0. La Z-trasformata (unilatera) della sequenza xk è la funzione di variabile complessa z definita come:

La Z-trasformata è definita in una regione del piano complesso z

detta dominio di convergenza, cioè nell'insieme dei punti z per i quali la serie converge.

CD02 -- 10 Cristian Secchi

La trasformata Zeta

DIPENDE DAL PERIODO (T) DI CAMPIONAMENTO

Nel caso in cui la sequenza di valori xk sia ottenuta campionando

uniformemente con periodo T un segnale continuo descritto dalla funzione x(t), t ¸ 0, si avrà che xk = x(kT) (o più semplicemente xk = x(k), k = t/T

(6)

CD02 -- 11 Cristian Secchi

La Z-trasformata

p1, p2, …, pn sono i poli di X(z) mentre z1,z2,…,zm sono gli zeri di X(z)

Nell ambito dei controlli digitali, X(z) avrà spesso un espressione razionale fratta:

La Z-trasformata

Raccogliendo zn sia al numeratore che al denominatore si ottiene una

rappresentazione più utilizzata nelle applicazioni controllistiche in cui compaiono solo potenze di z-1:

(7)

CD02 -- 13 Cristian Secchi

La Z-trasformata – Funzioni elementari

• 

Impulso discreto unitario.Sia data la funzione, detta anche

funzione delta di Kronecker δ0(t):

Gradino unitario. Sia data la funzione

Serie convergente per |z| > 1

CD02 -- 14 Cristian Secchi

La Z-trasformata – Funzioni elementari

• 

Rampa unitaria. Si consideri la funzione rampa unitaria:

Serie convergente per |z| > 1

(8)

CD02 -- 15 Cristian Secchi

La Z-trasformata – Funzioni elementari

• 

Funzione potenza ak.Sia data la funzione:

Serie convergente per |z| > a Dalla definizione si ha

a

costante reale o complessa

La Z-trasformata

Le trasformate delle funzioni di maggior interesse sono solitamente riportate in tabelle che vengono consultate per la determinazione di Z-trasformate di funzione generiche, in modo analogo a quanto avviene per le tabelle delle trasformate di Laplace.

Tramite le tabelle si possono determinare le Z-trasformate di funzioni di maggior complessità, scomponendo tali funzioni in somme di funzioni più semplici e ricomponendo successivamente le corrispondenti Z-trasformate.

(9)

CD02 -- 17 Cristian Secchi

Tabelle delle Z-Trasformate

CD02 -- 18 Cristian Secchi

(10)

CD02 -- 19 Cristian Secchi

La Z-trasformata

• 

Dato un segnale x(t) e il periodo di campionamento T, si ottiene una unica X(z)

• 

A una X(z) possono corrispondere molte funzioni continue x(t)

• 

Questa ambiguità non sussiste se sono verificate le condizioni restrittive su T del teorema di Shannon

Teoremi e proprietà principali

• 

Linearità: La Z trasformata è un operatore lineare

(11)

CD02 -- 21 Cristian Secchi Ingegneria e Tecnologie dei Sistemi di Controllo

Teoremi e proprietà principali

• 

Teorema della traslazione nel tempo: Sia dato un segnale x(t), nullo per t<0, e sia X(z) = Z[x(t)]. Per n = 0, 1, 2, … si ha che:

ritardo anticipo

In pratica spesso si scrive, con un certo abuso di notazione:

CD02 -- 22 Cristian Secchi Ingegneria e Tecnologie dei Sistemi di Controllo

Teoremi e proprietà principali

Teorema del valore iniziale: Se X(z) = Z[x(t)] ed esiste

allora il valore iniziale x(0) di x(t) è dato da:

(12)

CD02 -- 23 Cristian Secchi

Teoremi e proprietà principali

Teorema del valore finale: Sia X(z) = Z[x(t)] e siano tutti i poli di X(z)

entro al cerchio unitario, con al più un polo semplice in z =1. Allora il valore finale di x(k), cioè il valore di x(k) per k!1 è dato da:

Teoremi e proprietà principali

• 

Esempio: Si consideri il segnale descritto da

X(kT) = 0, 0.5000, 1.2500, 1.6250, 1.8125, 1.9063, 1.9531, 1.9766, 1.9883,

1.9941, 1.9971, 1.9985, 1.9993, 1.9996, 1.9998, 1.9999, 2.0000, 2.0000, …. (T = 1 sec)

(13)

CD02 -- 25 Cristian Secchi

Teoremi e proprietà principali

• 

Differenziazione complessa

Da cui si deduce che:

Questa relazione permette di calcolare Z-trasformate di funzioni a partire da Z-trasformate già note.

CD02 -- 26 Cristian Secchi

Teoremi e proprietà principali

Esempio: Gradino unitario. La Z-trasformata del gradino unitario è

Si può usare il teorema della differenziazione complessa per calcolare la Z-trasformata della rampa unitaria x(kT) = kT:

(14)

CD02 -- 27 Cristian Secchi

Teoremi e proprietà principali

Integrazione complessa: Si consideri la sequenza

dove x(k)/k è finito per k=0 e sia Z[x(k)]=X(z). La Z-trasformata di x (k)/k è data da:

Teoremi e proprietà principali

Teorema della convoluzione reale: Siano date due funzioni x1(t) e x2

(t), con x1(t) = x2(t) = 0 per t< 0, e siano X1(z) e X2(z) le

corrispondenti Z-trasformate. Allora:

(15)

CD02 -- 29 Cristian Secchi

La antitrasformata Z

X(z) x(k)

La relazione tra X(z) e x(k) è biunivoca: è possibile ottenere la sequenza di dati x(k) a partire dalla X(z) e viceversa.

L’antitrasformata Z permette di passare da una Z-trasformata X(z) alla corrispondente sequenza x(k).

Esistono diversi metodi per antitrasformare una funzione X(z) •  Metodo della lunga divisione

•  Metodo computazionale

•  Metodo della scomposizione in fratti semplici

•  Metodo dell integrale di inversione

CD02 -- 30 Cristian Secchi

La antitrasformata Z

x(k) x(t)

La corrispondenza tra la sequenza campionata xk e il segnale originale x(t) NON è biunivoca. Se è soddisfatto il Teorema di Shannon sul campionamento, la funzione continua x(t) può essere determinata univocamente a partire dalla sequenza xk.

(16)

CD02 -- 31 Cristian Secchi

La antitrasformata Z – Il metodo computazionale

Si consideri ad esempio la seguente Z trasformata:

Essa può essere riscritta come:

Dove U(z) è la Z-trasformata dell’impulso unitario discreto e vale 1

La antitrasformata Z – Il metodo computazionale

Considerando l’operatore z-1 come un ritardo unitario possiamo riscrivere

l’espressione precedente sotto forma di equazione alle differenze:

da cui

(17)

CD02 -- 33 Cristian Secchi

La antitrasformata Z – Il metodo computazionale

La soluzione dell’equazione alle differenze ci dà i termini della sequenza x (kT)

Il vantaggio di questo metodo è che l’equazione alle differenze da risolvere per trovare la sequenze può essere facilmente scritta in forma ricorsiva in qualsiasi linguaggio di programmazione.

CD02 -- 34 Cristian Secchi

La antitrasformata Z – fratti semplici

E’ l’analogo nel discreto della tecnica della scomposizione in fratti semplici utilizzate con le trasformate di Laplace. Infatti, poichè la Z-trasformata è un operatore lineare, è possibile scomporre l'espressione di una X(z) in termini elementari, dai quali si può ricavare l'antitrasformata tramite tabelle, e sommare i vari elementi così ottenuti.

In gerale, sia data una Z-trasformata:

Per prima cosa occorre calcolare i poli, le radici del polinomio A(z) e riscrivere X(z) come:

(18)

CD02 -- 35 Cristian Secchi

La antitrasformata Z – fratti semplici

CASO 1: Tutti i poli di X(z) sono semplici

In questo caso si pone:

dove i coefficienti ci sono detti residui e sono dati da:

La antitrasformata Z – fratti semplici

• 

Se in X(z) vi è almeno uno zero nell origine, si usa X(z)/z:

• 

Quando sono presenti poli complessi coniugati, i coefficienti ci sono

anch'essi complessi. In questo caso si ricorre alle formule di Eulero per ottenere funzioni trigonometriche a coefficienti reali.

(19)

CD02 -- 37 Cristian Secchi

La antitrasformata Z – fratti semplici

CASO 2 – Vi sono poli multipli in X(z) o in X(z)/z

Siamo nella situazione in cui si ha:

Possiamo scrivere

Dove i residui si calcolano mediante la seguente formula:

CD02 -- 38 Cristian Secchi

La antitrasformata Z – fratti semplici

•  Esempio: Calcolare l'antitrasformata della funzione

•  I due poli risultano z1 = 1 e z2 = 0.6. Inoltre, la X(z) puo` essere scritta come

•  Si utilizza quindi la X(z)/z da cui

(20)

CD02 -- 39 Cristian Secchi

La antitrasformata Z – fratti semplici

• 

Esempio: Antitrasformare la funzione

• 

Si ha che

e quindi

e

Funzioni di Trasferimento Discrete

Considereremo sistemi discreti lineari con un ingresso e un’uscita

uk y k m k n k k n k n k k

a

y

a

y

b

u

b

u

b

u

y

a

1

+

2 1

+

+

=

1

+

2 1

+

+

S

Elaborazione Discreta

)

(

)

(

)

(

)

(

1 2 1 1 2 1

a

z

a

z

Y

z

b

b

z

b

z

U

z

a

m n n n − − − −

+

+

+

=

+

+

+

Applicando la Z trasformata ad entrambi i membri e sfruttando la linearità dell’operatore, si ottiene:

(21)

CD02 -- 41 Cristian Secchi

Funzioni di Trasferimento Discrete

)

(

)

(

)

(

)

(

)

(

1 2 1 1 2 1 n n m n

z

a

z

a

a

z

b

z

b

b

z

U

z

Y

z

G

− − − −

+

+

+

+

+

+

=

=

G(z) è la funzione di trasferimento del sistema a tempo discreto. Analogamente a quanto succede per i sistemi tempo continui:

•  La sua espressione non dipende dall’ingresso, ma è data dalle proprietà del sistema •  Lega la trasformata Z dell’uscita a quella dell’ingresso tramite Y(z)=G(z)U(z) •  E’ uno strumento molto utile per l’analisi di un sistema discreto e per la sintesi di un controllore

•  E’ razionale fratta e, quindi, molti degli strumenti introdotti per l’analisi dei sistemi tempo continui possono essere utilizzati, con opportune modifiche, per i sistemi discreti • Le radici del polinomio al denominatore sono dette poli mentre quelle del polinomio al numeratore sono dette zeri. L’equazione che si ottiene ponendo uguale a zero il polinomio al denominatore è detta equazione caratteristica.

CD02 -- 42

• 

La funzione di trasferimento può essere interpretata come la

Z-trasformata della risposta impulsiva

• 

La risposta nel tempo discreto è data dalla sommatoria di

convoluzione tra l’ingresso e la risposta impulsiva del sistema, detta anche sequenza ponderatrice

• 

Queste proprietà sono analoghe a quelle della funzione di trasferimento nel dominio di Laplace

Cristian Secchi

Funzioni di Trasferimento Discrete

)

(

1

)

(

)]

(

[

)

(

)

(

)

(

)

(

z

G

z

U

z

G

z

Z

k

G

z

G

z

Y

=

=

δ

=

=

)]

(

)

(

[

)]

(

[

)

(

k

Z

1

Y

z

Z

1

G

z

U

z

y

− −

=

=

Ricordando il teorema della convoluzione reale si ha che:

= −

=

k h h k h

u

g

k

y

0

)

(

(22)

CD02 -- 43 Cristian Secchi

Funzioni di Trasferimento Discrete

E’ possibile rappresentare un sistema a tempo discreto come un blocco con un ingresso e un’uscita.

G(z)

U(z) Y(z)

Un sistema discreto può essere rappresentato dall’interconnessione di più blocchi. Le regole di riduzione per gli schemi a blocchi di sistemi discreti sono le stesse che valgono per gli schemi a blocchi di sistemi continui

U(z) C(z) G1(z) G2(z) Y(z) U(z) H(z) C(z) ) ( ) ( ) (z G1 z G2 z H = G1(z) G2(z) + + U(z) Y(z) H(z) U(z) Y(z) ) ( ) ( ) (z G1 z G2 z H = + H(z) U(z) Y(z) ) ( ) ( 1 ) ( ) ( 2 1 1 z G z G z G z H + = G1(z) G2(z) + - U(z) Y(z)

Serie Parallelo Retroazione

• 

Analogamente al caso tempo continuo, la stabilità di un sistema tempo discreto è legata alla risposta impulsiva del sistema. Un sistema discreto si dice:

• 

Stabile, se la risposta del sistema all’impulso discreto rimane limitata

• 

Asintoticamente stabile, se è stabile e la risposta del sistema converge asintoticamente a 0

• 

Instabile, se non è stabile

• 

Analogamente al caso tempo continuo, la stabilità asintotica e la stabilità ingresso-limitato uscita-limitata coincidono

• 

Nelle applicazioni pratiche si è tipicamente interessati alla asintotica stabilità

(23)

CD02 -- 45

Analogamente al caso tempo-continuo, il carattere di convergenza della risposta impulsiva dipende solamente dalla posizione dei poli della funzione di trasferimento che rappresenta il sistema tempo discreto. Se il sistema è descritto da una funzione di trasferimento del tipo:

con A(z) e B(z) primi tra loro

Il sistema è asintoticamente stabilese tutte le radici del polinomio A(z), cioè i poli del sistema, sono entro il cerchio unitario che ha centro nell’origine del piano z, ossia se |pi|<1 per ogni i

Il sistema è stabile se tutti i poli con modulo unitario (|pi|=1) sono semplici (ossia hanno molteplicità 1), mentre tutti i rimanenti poli sono entro il cerchio unitario

Il sistema è instabile se almeno un polo ha modulo strettamente maggiore di uno oppure se esiste un polo con modulo unitario e molteplicità maggiore di 1

La posizione degli zeri NON influisce sulla stabilità del sistema.

Stabilità nei sistemi discreti

Cristian Secchi

)

(

)

(

)

(

z

A

z

B

z

G

=

CD02 -- 46

Stabilità nei sistemi discreti - Esempi

Cristian Secchi

5

.

0

1

)

(

+

=

z

z

G

5

.

0

1

)

(

=

z

z

G

(24)

CD02 -- 47

Stabilità nei sistemi discreti - Esempi

Cristian Secchi

1

1

)

(

=

z

z

G

1

1

)

(

=

z

z

G

Stabilità nei sistemi discreti - Esempi

2

1

)

(

=

z

z

G

2

)

1

(

1

.

0

)

(

=

z

z

G

(25)

CD02 -- 49

• 

L’ uscita del sistema poteva essere ottenuta direttamente

antitrasformando la G(z)

• 

Il fatto che la regione di stabilità sia il cerchio unitario, dipende dal fatto che l’antritrasformata di G(z) è composta da termini in cui compaiono funzioni potenza anziché esponenziali come nel caso tempo continuo.

Stabilità nei sistemi discreti

Cristian Secchi

CD02 -- 50

• 

Per determinare la stabilità è sufficiente verificare la posizione delle

radici dell’equazione caratteristica rispetto al cerchio unitario. Se l’equazione è data da:

è possibile

• 

trovare le radici dell’equazione mediante un programma di analisi numerica (es. Matlab à roots([1 a1,…,an])

• 

usare criteri che consentono di determinare la stabilità del sistema senza dover risolvere l’equazione caratteristica

• 

Criterio di Routh e trasformazione bilineare

• 

Criterio di Jury (vedi Bonivento-Zanasi-Melchiorri Cap. 4)

Determinazione della stabilità

Cristian Secchi

0

1 1

+

+

=

+

n n

a

z

a

z

n

(26)

CD02 -- 51

• 

Data un’equazione polinomiale di grado n, il criterio di Routh consente

di determinare, senza dover risolvere l’equazione, se tutte le radici hanno parte reale negativa.

• 

Nei sistemi continui, ciò è sufficiente per determinare se un sistema è asintoticamente stabile ma questo non è più vero per i sistemi discreti.

• 

L’idea è quella di trasformare, mediante una trasformazione bilineare, la funzione data G(z) in un’altra funzione G(w) di variabile complessa w tale da permettere l’applicazione a quest’ultima il criterio di Routh.

Criterio di Routh

Cristian Secchi

• 

Si utilizza la seguente trasformazione bilineare

• 

La prima equazione trasforma infatti il cerchio unitario in z nel semipiano sinistro del piano w (permettendo quindi l’applicazione del criterio di Routh), mentre la seconda equazione effettua la

trasformazione inversa.

• 

Verificare che il sistema G(w) abbia tutti i poli a parte reale negativa equivale a verificare che il sistema G(z) abbia tutti i poli all’interno del cerchio unitario e che, quindi, sia asintoticamente stabile.

Criterio di Routh

w

w

z

+

=

1

1

1

1

+

=

z

z

w

(27)

CD02 -- 53

Criterio di Routh

Cristian Secchi

Ponendo w=σ+jω, si può facilmente vedere che il cerchio unitario viene mappato nel semipiano sinistro tramite la trasformazione bilineare

1

1

1

1

1

<

+

+

=

+

=

ω

σ

ω

σ

j

j

w

w

z

da cui

(

)

(

1

)

1

1

2 2 2 2

<

+

+

+

ω

σ

ω

σ

(

1

)

2 2

(

1

)

2 2

ω

σ

ω

σ

+

<

+

+

σ

<0

In modo analogo, è possibile mostrare che i punti sul cerchio unitario vengono mappati sull’asse immaginario e che i punti esterni al cerchio unitario vengono mappati nel semipiano destro del piano di Gauss.

CD02 -- 54

Per testare la stabilità di una funzione di trasferimento G(z):

• 

Si considera l’equazione caratteristica del sistema

• 

Si effettua la trasformazione bilineare per mappare il piano z nel piano w

da cui si ottiene una nuova equazione polinomiale in w

Criterio di Routh

Cristian Secchi

0

)

(

=

+

1 1

+

+

+

1

+

=

− − n n n

a

z

a

z

a

z

z

P

n

0

1

1

1

1

1

1

1 1 1

=

+

⎟

⎠

⎞

⎜

⎝

⎛

+

+

+

+

⎟

⎠

⎞

⎜

⎝

⎛

+

+

⎟

⎠

⎞

⎜

⎝

⎛

+

− − n n n

a

w

w

a

w

w

a

w

w

n

0

)

(

=

0

+

1 1

+

+

+

1

+

=

− − n n n

q

w

q

w

q

w

q

w

Q

n

(28)

CD02 -- 55

• 

in virtù delle proprietà della trasformazione bilineare, radici di Q(w) a

parte reale positiva, nulla, negativa corrispondono rispettivamente a radici di P(z) a modulo maggiore, uguale, minore di 1. Applicando il criterio di Routh, si determina la posizione delle radici di Q(w) e, di conseguenza, la stabilità di G(z).

Criterio di Routh

Cristian Secchi

Esempio

1 2 1 ) ( 3 2 + + + + = z z z z z G

Sia dato un sistema discreto rappresentato da:

Applicando la trasformazione bilineare all’equazione caratteristica, si ottiene

1 1 1 1 1 2 1 1 ) ( 2 3 + ⎟ ⎠ ⎞ ⎜ ⎝ ⎛ − + + ⎟ ⎠ ⎞ ⎜ ⎝ ⎛ − + + ⎟ ⎠ ⎞ ⎜ ⎝ ⎛ − + = w w w w w w w Q da cui

5

3

)

(

3 2

+

+

+

=

w

w

w

w

Q

(29)

CD02 -- 57

Esempio

Cristian Secchi

Applicando il criterio di Routh, si ottiene:

3 -1 1

2 3 5

1 8/3

0 5

da cui si conclude che, essendo presente una sola variazione di segno in prima colonna, il sistema ha un polo instabile.

CD02 -- 58

• 

Sono definiti in un insieme discreto dei tempi e possono essere

rappresentati da un’equazione alle differenze

• 

La trasformata Z è l’analogo discreto della trasformata di Laplace e consente di definire il concetto di funzione di trasferimento per i sistemi discreti.

• 

Le regole di interconnessione per i sistemi discreti sono le stesse che valgono per i sistemi continui

• 

La stabilità di un sistema discreto è legata alla molteplicità e alla posizione dei poli della sua funzione di trasferimento rispetto al cerchio unitario.

Sistemi a tempo discreti

(30)

Ing. Cristian Secchi Tel. 0522 522235 e-mail: [email protected] http://www.dismi.unimo.it/Members/csecchi

CONTROLLI DIGITALI

Laurea Magistrale in Ingegneria Meccatronica

Figura

Tabelle delle Z-Trasformate

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