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Mater Admirabilis

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Academic year: 2021

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Mater Admirabilis

Rione Campo Marzio

L’affresco della Mater Admirabilis si trova in una cappella posta al primo piano dell’Istituto del Sacro Cuore di Trinità dei Monti affidato da Leone XII nel 1828 alle suore francesi della Société du Sacré-Cœur, fondata da Madeleine-Sophie Barat (1806-1865), con il compito di realizzare un educandato per le fanciulle nobili romane. Il dipinto realizzato nel 1844 è opera della giovane postulante Pauline Perdrau e raffigura la Vergine adolescente con accanto un fuso mentre è assorta in preghiera nel Tempio di Gerusalemme. In breve tempo l’immagine mariana divenne una ambita meta di pellegrinaggio soprattutto per i turisti o per gli stranieri che risiedevano a Roma in concomitanza con il diffondersi di racconti di grazie e di conversioni dovute alla sua intercessione. Dal 2006 l’Istituto è gestito dalla Fraternités Monastiques de Jérusalem fondata a Parigi nel 1975. La festa si celebra il 20 ottobre.

Nel Journal de la Meson du Sacré-Cœur de Jésus à Rome, conservato nell’Archivio Generale della Congregazione, si trova un appunto del maggio del 1844 con l’indicazione dell’ingresso nella comunità di una nuova postulante, Pauline Perdrau, giunta a Roma da Parigi con l’intento di perfezionare l’arte della pittura. La giovane, nata ad Angers il 20 aprile 1815, si trovava a Roma da circa un anno dove frequentava la scuola del pittore Alexander-Maximilian Seitz, allievo di Johann Friedrich Overbeck. Il legame tra la congregazione del Sacro Cuore e i pittori della corrente neomedievale dei Nazareni risaliva a più di un decennio prima quando le suore di Madeleine-Sophie Barat avevano affidato la decorazione della cappella dedicata all’Immacolata Concezione nella chiesa di Trinità dei Monti a Philip Veit, che nel 1830 realizzò la pala d’altare, e al suo discepolo Tunner che affrescò una Annunciazione e una Visitazione sulle pareti laterali. Un rapporto che si consolidò con il San Giuseppe in “stile nazareno” di Jérôme Martin Langlois, discepolo di David, e soprattutto con la realizzazione dello stesso Seitz alla fine degli anni Cinquanta della pala d’altare e di due affreschi, Le vergine sagge e le vergini stolte sulla destra e Il figliol prodigo sulla sinistra, della cappella del Sacro Cuore. Fu grazie ai primi rudimenti nell’arte dell’affresco impartitele dal pittore tedesco che la Perdrau decise di realizzare su una parete di un corridoio al primo piano del convento l’immagine di Maria adolescente. È lei stessa a descriverci l’origine dell’insolito soggetto ispirato ai racconti della sua bambinaia, la quale per incentivarla a lavorare al fuso la trasportava con l’immaginazione nel Tempio di Gerusalemme accanto alla Vergine sua coetanea che filava silenziosa e laboriosa. Il dipinto, che la Perdrau volle chiamare Madone du Lys, dal giglio che campeggia al lato sinistro della figura di Maria, fu ribattezzato da una monaca basiliana polacca che dimorava nel convento Mater Admirabilis, (Luirard, La société, p. 27), espressione che si trova nelle litanie lauratane e che fu ripresa da Pio IX nella sua visita del 20 ottobre del 1846.

L’attività taumaturgica ebbe inizio il 7 novembre del 1844 con la guarigione dell'Abate Blampin, missionario della Congregazione del Sacro Cuore di Maria, il quale davanti l’affresco ritrovò la voce che aveva completamente perduta, ma è soprattutto dopo il ritorno di Pio IX a Roma che la venerazione per la nuova immagine mariana si impose all’attenzione dei devoti legandosi alla incentivazione dei santi e dei culti filofrancesi promossa dal pontefice, il quale nel 1849 istituì la festa il 20 ottobre, anniversario della sua prima visita alla Mater Admirabilis, e concesse l’indulgenza che il 27 marzo del 1855 estenderà a tutte le immagini o statue che portavano il medesimo titolo nei conventi delle religiose del Sacro Cuore (Monnin, p. XX). La devozione aveva infatti in breve tempo preso piede per volere della Barat in tutte le case della Congregazione a partire da quella “madre” di Parigi. La Perdrau, che dopo aver ricevuto a Roma l’abito religioso il 25 aprile 1845 partirà definitivamente per la Francia, continuò a dipingere copie della sua Vergine adolescente, mutando di volta in volta lo sfondo e il paesaggio a secondo del luogo cui l’immagine era destinata. La rivista americana «The Catholic World» nel 1865 sottolineava come molte copie dell’immagine fossero giunte anche negli Stati Uniti dove la Congregazione si era stabilita grazie all’opera missionaria di suor Philippine Duchesne.

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A Roma il culto si diffuse dapprima tra le truppe francesi stanziate a Roma in seguito a un’epidemia di febbri che contaminò i soldati (Petite Notice historique sur la Chapelle de Mater Admirabilis à

Rome, p. 67), quindi tra gli stranieri che risiedevano a Roma, divenendo infine una meta del Grand

Tour romano e uno dei luoghi privilegiati, insieme alla cappella dell’Immacolata in Sant’Andrea delle Fratte (v.), delle conversioni al cattolicesimo.

Il successo del piccolo santuario romano giunse con la pubblicazione nel 1855 dell’opera di Alphred Monnin che attinse dal materiale raccolto con cura dalle suore in quello che oggi costituisce il fondo Mater Admirabilis (di recente trasferito nella casa di Villa Lante al Gianicolo), dall’autore definito un monumento alla gloria della Vergine miracolosa, in riferimento ai numerosi racconti di miracoli, grazie e conversioni che vi si trovano (Monnin, p. 8). Il volume ebbe una recensione positiva ne «La Civiltà Cattolica» che sarà ripresa da molte riviste cattoliche straniere. Nel 1890 la Vergine fu incoronata dal cardinal Macchi (Bonnard, p. 305) e Leone XIII inviò la sua benedizione a Pauline Perdrau che risiedeva ancora in Francia dove morirà cinque anni più tardi all’età di ottant’anni. Nel Novecento se il culto cittadino si limitava per lo più ad una devozione interna alle allieve dell’Istituto del Sacro Cuore, incaricate di preparare la festa annuale, non venne meno la fama internazionale e il pellegrinaggio di devoti, alimentati dalla diffusione della degli Istituti scolastici fondati nel mondo dalla Congregazione del Sacro Cuore.

Fonti: Journal de la Meson du Sacré-Cœur de Jésus à Rome, Archivio Generale della Società del Sacro Cuore (=AGSSC); Petite Notice historique sur la Chapelle de Mater Admirabilis à Rome, in Fondo Mater Admirabilis, AGSSC; Grâces obtenues par M. Admirabilis, ivi.

Bibliografia: A. Monnin, Mater admirabilis ou les quinze premières années de Marie Immaculée, Paris 1864; «La Civiltà Cattolica», vol. II, serie VI, (1865), p. 352; «The Catholic World a Monthly Eclectic Magazine of general literature and science», I (1865), p. 429-431; P. Perdrau, Les premières années de la Très Sainte Vierge, Paris 1891;

Santa Maddalena Sofia Barat. All’ombra del Vaticano (25 ottobre 1832 – 14 giugno 1851), Roma [1925?]; F. Bonnard, Histoire du couvent royal de la Trinité du Mont Pincio à Rome, Rome-Paris 1933, in part. pp. 301-305; P. Perdrau, Les loisirs de l’Abbaye Souvenirs inédits de la Mère Pauline Perdrau sur la vie de Notre Sainte Mère , Rome 1936; P.M.

Afflatet, La Mère admirable du Mont Bouquet, Nîmes 1937 (19882); G. Pudor, A propos de la guérison du P. Blanpin,

in «Echis de Santa Chiara», XXXIX (1939), pp. 280-293; G. Montini, Iconografia mariana di Roma, Roma 1953, p. 28; L. Salerno, La piazza di Spagna, Napoli 1967; F. Romei, A. Dell’Agli, Santissima Trinità dei Monti, in Roma sacra.

Guida alle chiese della città eterna. 6° itinerario, Napoli-Roma 1996, pp. 5-17; M. Luirard, Madeleine-Sophie Barat, une éducatrice au cɶur du monde, au cɶur du Christ, Paris 1999; Ph. Kilroy, Madeleine Sophie Barat, a life, Cork

2000; Y. Bruley, Alain Rauwel, La Trinité-des-Monts, cinq ans de presence française a Rome, Rome 2001; M. Luinard,

Sainte Madeleine-Sophie Barat et le Sacré Cɶur à Rome, in La Trinité-des-Monts redécouverte. Arts, foi et culture, dir.

Y. Bruley, Roma 2002, pp. 177-181; Y. Bruley, Un nouveau lieu de pèlerinage dans la Rome contemporaine, ivi, pp. 182-187; S. Örmä, I proprietari e la vita nella Villa, in Villa Lante al Gianicolo. Storia della Fabbrica e cronaca degli

abitatori, a cura di T. Carunchio e S. Örmä, Roma 2005, pp. 155-169; M. Luirard, La société du Sacré-Cœur dans le monde de son temps. 1865-2000, Villeneuve d’Ascq 2009

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