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Ciro Adinolfi, Il sogno di Giuliano Preda, Aletti Editore, Villanova di Guidonia (RM), 2017 : [recensione]

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Sinestesieonline

PERIODICO QUADRIMESTRALE DI STUDI SULLA LETTERATURA E LE ARTI SUPPLEMENTO DELLA RIVISTA «SINESTESIE»

ISSN 2280-6849

Sinestesieonline - n. 25 - a. VIII - Gennaio 2019

www.rivistasinestesie.it

Carmela Citro

Recensione

CIRO ADINOLFI, Il sogno di Giuliano Preda, Aletti Editore, Villanova di Guidonia (RM), 2017, € 12,00.

Il Sogno di Giuliano Preda è l’opera prima del giovane scrittore Ciro Adinolfi, vincitore del premio

letterario di narrativa indetto dalla casa Editrice Aletti. Attualmente l’autore è dottorando in Filosofia presso l’Istitut Catholique De Toulouse.

Il breve romanzo si articola in tre capitoli, di cui i primi due si sviluppano in scenari urbani ben precisi: Torino e Bergamo.

Il primo descrive la routine quotidiana della vita svolta in questa città, dove il protagonista nasconde o è costretto a nascondere il suo vero volto: «[…] Ogni mattina mi cambio il volto e lo ruoto all’indietro soffocandolo con la costanza e la metodicità dell’assassino. Ma devo farlo. Devo dare un senso anche all’assurdo che abita dentro di me, e per farlo devo tacere quelle parti che sono inadatte al contatto esterno, in quanto vere e senza alcun pudore, così da carpire i movimenti circolari e vorticosi che le parole definiscono con l’espressione ‘vita’».

Il protagonista Giuliano Preda è ben consapevole dell’ineluttabilità del suo comportamento, ma sa che è il solo in grado di placare quel senso di inadeguatezza presente nel suo animo e che, oserei dire, è diffuso in gran parte dell’umanità. Il suo modo di agire è l’unico che conosce per poter eliminare “fintamente” quell’imbarazzo che quotidianamente si prova di fronte al mondo esterno che va comunque affrontato.

Il secondo scenario, minuziosamente descritto, come il primo, mediante il ricordo di luoghi, profumi, sensazioni, ci mostra un Giuliano Preda che sembra riappropriarsi della propria esistenza attraverso esperienze ed incontri diversi, fra cui, emergente rispetto agli altri, quello con Valentina. Questo breve e fuggevole incontro sembra sia capace di demolire ogni sua certezza, eppure lo rende in grado di affrontare una condizione di vita più armoniosa, da tempo “sopita”, suscitando dentro di lui il forte bisogno di ritrovarsi e rinnovarsi senza più la necessità di nascondersi.

Nel terzo capitolo siamo catapultati completamente nell’onirico, nel sogno: il racconto ripercorre il lungo flusso della coscienza che si dispiega agli occhi del protagonista attraverso banali dettagli che lo aiutano nella sopravvivenza. La dimensione immaginaria si rivela lo strumento principe per avvicinare Giuliano Preda e anche noi lettori ad un’indagine dell’inconscio, unica via capace di mostrarci per un attimo fugace la verità della vita.

Credo che l’autore, Ciro Adinolfi, in questo suo breve romanzo ci abbia proposto una trama avvincente e nello stesso tempo capace di sollecitare il lettore ad una sorta di positiva autocritica, in quanto lo induce a riflettere per qualche attimo su se stesso, a pensare ai suoi desideri più reconditi che la vita frenetica di oggi non gli consente più di far emergere, conducendolo in tal modo ad una migliore conoscenza di sé.

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