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RICA: Flash. 2010

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I contributi al testo sono di: capitolo 1 Simonetta De Leo, Paola Doria capitolo 2 Paola Doria

capitolo 3 Simonetta De Leo

capitolo 4 Simonetta De Leo, Paola Doria

Elaborazione dati: Simonetta De Leo e Paola Doria Realizzazione grafici: Andrea Di Cesare

Impaginazione grafica: Andrea Di Cesare ISTITUTO NAZIONALE DI ECONOMIA AGRARIA

RICA: FLASH 2010

A cura di

Simonetta De Leo e Paola Doria

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SOMMARIO

1. L’EVOLUZIONE DEL CAMPIONE RICA DAL 2009 AL 2010 7

2. LE AZIENDE AGRICOLE 12

3. I COSTI SOSTENUTI 20

4. I PRINCIPALI RISULTATI ECONOMICI 25

ALLEGATO: DATI 2010 I

Premessa

Cosi come previsto dal Reg (CE) 1242 del 2008 l’esercizio 2010 è il primo anno di applicazione per la RICA della nuova tipologia comunitaria di classificazione delle aziende agricole che prevede la determinazione dell’orientamento tecnico-economico e della dimensione economica delle aziende sulla base della Produzione Standard e l’inserimento di una variabile di classificazione che riflette la rilevanza delle altre attività lucrative direttamente collegate all’azienda.

Con l’introduzione della nuova tipologia la limitazione del campo di osservazione RICA alle sole aziende agricole professionali è quindi definita sulla base di una soglia minima di dimensione eco-nomica misurata in termini di Produzione Standard che, per l’Italia, è stata individuata pari a 4.000 euro 1. Il piano di selezione del campione RICA 2010 assicura la rappresentatività richiesta a livello comunitario garantendo, rispetto all’universo UE stimato con l’indagine Struttura e produzioni delle aziende agricole dell’Istat, le seguenti coperture: oltre il 50% delle aziende, oltre il 90% della Su-perficie Agricola Utilizzata e oltre il 96% della Produzione standard totale e la quasi totalità delle Unità di Bovino Adulto.

Il campione RICA è un campione casuale stratificato, le cui variabili di stratificazione sono la re-gione, la dimensione economica e l’orientamento tecnico economico. Tenuto conto dell’eterogeneità dell’agricoltura italiana, caratterizzata da forti specificità regionali, nella stratificazione del piano di campionamento 2010 le quattordici classi originali di dimensione economica definite dal Reg (CE) 1242/2008 sono state raggruppate in sette classi e sono stati aggregati i sessantadue Orientamenti Tecnico Economici particolari, laddove questi ultimi non rappresentavano almeno il 5% della pro-duzione standard totale della Regione.

Attraverso i dati campionari RICA è possibile estendere all’intero universo di riferimento alcune var-iabili oggetto di indagine, applicando un peso base che funge da fattore di espansione all’universo, con l’avvertenza che tale procedimento è consigliato per le variabili strategiche per le quali, al mo-mento della definizione del piano di campionamo-mento, è fissata una certa affidabilità delle stime e per le variabili strettamente correlate alle variabili strategiche.

Nel 2010 ai fini dell’allocazione delle unità campionarie negli strati sono state ritenute di notevole ri-levanza per le analisi economiche agricole le seguenti variabili strategiche: la produzione standard, la superficie agricola utilizzata, le giornate di lavoro e le unità di bovino adulto.

Nel presente lavoro per una più immediata interpretazione dei fenomeni l’analisi effettuata, sia per quanto concerne la presentazione dei principali risultati campionari (capitolo 1) che per la rappresentazione dei risultati estesi all’intero universo (capitolo 2,3, 4), fa riferimento agli otto Ori-entamenti Tecnico Economici generali e alle seguenti classi di dimensione economica: piccola, che raggruppa le aziende con produzione standard compresa tra 4.000 e 15.000 euro; media con pro-duzione standard superiore a 15.000 e inferiore a 100.000; grande (100.000 - 500.000 euro) e molto grande (oltre i 500.000 euro).

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L’evoluzione del campione RICA dal 2009 al 2010

Il 2010 rappresenta un anno di novità assoluta per l’indagine RICA: è stata infatti introdotta una nuova classificazione tipologica delle aziende agricole in cui oltre all’inserimento dell’indicazione sul peso delle altre attività lucrative (AAL) è stata introdotta la Produzione Standard al posto del Reddito Lordo Stand-ard per la definizione degli ordinamenti produttivi e delle classi di dimensione economica.

A fronte di questa importante modifica è stato ridefinito il campo di osservazione RICA, quindi il disegno campionario. I cambiamenti intervenuti nella selezione del campione RICA 2010 impongono cautela e attenzione nel valutare le variazioni tra le risultanze dei due campioni 2009 e 2010.

Volendo interpretare i risultati economici delle 10.940 aziende che compongono il campione RICA 2010, rispetto ai risultati delle 10.667 aziende dell’esercizio contabile precedente, occorre tener presenti al-cune differenze nella composizione dei due campioni soprattutto in termini di ordinamenti produttivi e classi dimensionali.

In relazione agli ordinamenti produttivi nel 2010 si registra un lieve aumento dell’incidenza sull’intero campione, delle aziende specializzate in ortofloricoltura e nell’allevamento dei granivori e una crescita più importante del peso delle aziende miste con coltivazioni e allevamenti. Diversamente percentual-mente meno numerose, seppur di poco, sono le aziende specializzate in seminativi e nelle colture per-manenti, mentre la riduzione è più accentuata nelle aziende con policoltura e poliallevamento. Le erbi-vore rimangono equivalentemente proporzionate nei due campioni.

Per poter confrontare le classi dimensionali 2009, definite con il Reddito Lordo Standard, con le nuove classi 2010, definite sulla base della Produzione Standard, è stato necessario calcolare la produzione standard per le aziende del campione 2009. Rispetto all’anno precedente il 2010 evidenzia un lieve calo dell’incidenza delle aziende ricomprese nella classe grande che comunque rimane anche nel 2010 la classe con il maggior numero di aziende, mentre aumentano in percentuale le aziende con dimensione economica minore.

A livello territoriale nel campione RICA 2010 si osserva un aumento in percentuale della numerosità delle aziende meridionali, isole incluse e del nord-ovest mentre diminuisce la quota di aziende localiz-zate al Centro e in modo particolare nel Nord est.

In considerazione della crescente rilevanza delle altre attività lucrative direttamente connesse all’azienda si ritiene di fornire alcune indicazioni su tale fenomeno per il campione RICA 2010. Nell’esercizio conta-bile analizzato 103 aziende hanno registrato fatturato per altre attività lucrative di queste il 25% è local-izzato in Lombardia, il 20% in Emilia-Romagna, il 17% nelle Marche e l’11% in Toscana. Gli ordinamenti maggiormente interessati dal fenomeno delle altre attività lucrative risultano i seminativi (25 aziende) le colture permanenti (20 aziende) e le aziende specializzate in allevamento di erbivori (16 aziende). Seppur con le dovute cautele vista l’esigua numerosità del fenomeno nell’ambito del campione RICA, è interessante notare come le AAL solo marginalmente riguardano le aziende con dimensione minore (13%) e le aziende appartenenti alla classe dimensionale maggiore (16%).

Non trascurabile è il peso del valore delle AAL rilevate sulla produzione complessiva aziendale che me-diamente ammonta al 18% della PLV.

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Il miglioramento delle performance produttive e reddituali registrato dal campione RICA è in linea con gli aumenti registrati dalle stime ISTAT relative alle produzioni ai prezzi di base della branca agricoltura. Il campione RICA 2010 segna a livello nazionale un aumento del 3% della produzione lorda vendibile aziendale rispetto all’anno precedente e un aumento ancor più consistente (oltre il 7%) del reddito netto che così rappresenta il 42% della PLV.

A livello strutturale il campione RICA fa osservare una leggera contrazione delle superfici e delle unità lavorative per alcuni indirizzi praticati. Il calo della superfici riguarda in modo particolare il settore dei seminativi a cui segue, con variazioni di superfici minori, il comparto ortofloricolo ed erbivoro mentre la riduzione delle unità lavorative interessa prevalentemente le aziende con colture permanenti.

Sull’andamento del Reddito Netto giocano un ruolo fondamentale i costi sostenuti dalle aziende agricole che rimangono pressoché stabili nel 2010 (+0,5% rispetto al 2009), ma riducono la loro incidenza sulla produzione lorda vendibile di quasi due punti percentuali rispetto al 2009. In particolare per i costi cor-renti si è registrato un aumento (1,6%) che comunque, in considerazione del generale aumento dei prez-zi unitari dei mezprez-zi tecnici, in particolare l’aumento dei costi per l’energia motrice e dell’alimentaprez-zione animale, appare limitato e suggerisce un contenimento del consumo di input agricoli da parte degli agricoltori nel tentativo di preservare la propria redditività.

Diversamente i costi per l’ammortamento dei beni aziendali scendono rispetto al 2009 dando evidenza della crisi economica e della generalizzata difficoltà di accesso al credito che continuano a sfavorire la propensione agli investimenti da parte delle aziende agricole.

1.4 Produttività e redditività del fattore terra - CAMPIONI RICA 2009 e 2010, Variazione %

1.5 Produttività e redditività del fattore lavoro - CAMPIONI RICA 2009 e 2010, Variazione %

Anche gli indici di produttività e redditività per ettaro di superficie registrano una crescita quale effetto dell’incremento dei valori della produzione e del reddito, congiunto alla modesta riduzione della superfi-cie agricola utilizzata. Cosi come cresce la produttività del lavoro in conseguenza dell’aumento della PLV e della flessione del numero medio di unità lavorative impiegate, il ricorso al lavoro familiare aumenta solo leggermente (+1,5%) consentendo un aumento della redditività per addetto familiare (+6,1%).

1.1 Produzione lorda vendibile e reddito netto, medie aziendali - CAMPIONI RICA 2009 e 2010, Variazione %

1.2 Caratteristiche strutturali delle aziende agricole - CAMPIONI RICA 2009 e 2010, Variazione %

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La riduzione del valore della produzione per il settore ortofloricolo, che altre fonti statistiche attribuis-cono sia al calo dei prezzi che al calo delle quantità, si riscontra anche nei dati campionari RICA per tutte le circoscrizioni territoriali. Inoltre nel campione RICA l’ordinamento ortofloricolo registra una riduzione della SAU media, delle unità lavorative e di tutte le tipologie di costi.

Secondo il campione RICA 2010 il più deciso calo di produttività rispetto al 2009 si osserva in rispondenza delle aziende con coltivazioni permanenti. Tuttavia la forte diminuzione delle spese cor-renti, ma anche di quelle per il lavoro e per gli investimenti, ha determinato non solo un limitato calo della redditività, ma anche un significativo aumento dell’efficienza in termini di redditività sulla produzi-one lorda vendibile (47,3% nel 2010 contro il 40,6% del 2009). Va osservato comunque che la contraziproduzi-one dei risultati economici del 2010 ha interessato particolarmente le aziende con diversa combinazione di colture permanenti. A livello strutturale l’ordinamento coltivazioni permanenti vede un aumento della superficie agricola utilizzata che riguarda tutte le circoscrizioni e una diminuzione delle unità lavorative totali che ugualmente interessa tutto il territorio nazionale con l’esclusione delle regioni meridionali. Anche per le aziende zootecniche specializzate il campione RICA 2010 registra un calo del valore produt-tivo. Per le aziende specializzate nell’allevamento di erbivori il lieve calo riguarda il nord-est e il meridi-one, che tuttavia grazie alla contrazione dei costi correnti riescono a recuperare in termini reddituali. Diversamente le aziende specializzate in granivori registrano risultati economici decisamente più bassi rispetto all’esercizio contabile 2009. Per l’interpretazione di questi risultati è opportuno comunque tener presente che, nel campione RICA 2010, il settore dei granivori include aziende appartenenti alle classi dimensionali più piccole che nel 2009 non erano presenti.

1.6 Produzione lorda vendibile, medie aziendali per polo - CAMPIONI RICA 2009 e 2010, Variazione %

1.7 Reddito netto, medie aziendali per polo - CAMPIONI RICA 2009 e 2010, Variazione %

Le buone performance economiche presentate a livello nazionale mostrano però una notevole differenzi-azione tra gli ordinamenti produttivi. I dati contabili RICA 2010 evidenziano un deciso incremento produttivo delle aziende non specializzate per le quali si registra anche un significativo, seppur più contenuto, aumento reddituale.

Nelle aziende zootecniche miste e nelle miste con colture e allevamenti si registra un aumento della dotazione di bestiame localizzata, per le miste colture e allevamenti, soprattutto al nord est. L’aumento del valore della produzione e del reddito netto sono accompagnati da un incremento significativo dei costi correnti, relativo in particolare alle spese per l’alimentazione animale, per servizi connessi agli allevamenti e alle colture.

Per le aziende specializzate, con l’eccezione dei seminativi, il confronto tra gli ultimi due anni mostra un calo del valore della produzione a cui segue però una più contenuta diminuzione dei redditi dovuta, in via principale, al contenimento dei costi correnti.

Per i seminativi la PLV del campione RICA 2010 è rimasta stabile, mentre grazie al contenimento dei costi correnti e degli investimenti le performance reddituali hanno registrato un aumento. Struttural-mente si registra una diminuzione della superficie agricola che, come mostra l’analisi dei dati, interessa specificatamente le coltivazioni cerealicole. Il fatto che le coltivazioni cerealicole risentano particolar-mente della volatilità dei prezzi e della crisi dei mercati internazionali evidenteparticolar-mente ha comportato una minore propensione degli agricoltori ad investire in queste colture.

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2.2 Caratteristiche strutturali delle aziende agricole, medie aziendali – RICA 2010 Universo rappresentato

Coerentemente con quanto rappresentato da altre fonti statistiche disponibili, l’universo RICA conferma la sostanziale frammentarietà dell’agricoltura italiana caratterizzata per lo più da piccole aziende con dotazioni di fattori produttivi non particolarmente rilevanti. La metà delle aziende dell’universo rap-presentato ha infatti una superficie inferiore a 6,2 ettari e solo per un quarto delle aziende la superficie supera i 14 ettari. In termini di dotazioni di capitali nella metà delle aziende il capitale fondiario non raggiunge i 90.000 euro e la dotazione di macchine e attrezzi è inferiore ai 700 euro. Quest’ultimo è del tutto inesistente nel primo quartile ovvero in oltre 213.000 aziende. La variabilità nella distribuzione dei fattori produttivi è particolarmente rilevante per alcune specializzazioni produttive.

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Le aziende agricole

L’universo rappresentato dal campione RICA 2010 si compone di circa 852.900 aziende la cui dotazione di fattori produttivi è in media pari a 16,8 ettari di superficie agricola utilizzata, 12,8 unità di bestiame, un capitale fondiario e macchine del valore rispettivamente di 219.640 e di 9.660 euro e un impiego di manodopera pari a 1,2 unità di lavoro (UL), di cui circa l’80% con un legame di parentela e/o affinità con l’imprenditore agricolo.

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La frammentazione dell’agricoltura italiana in piccole realtà produttive è evidente anche quando si con-sidera la dimensione economica aziendale: delle oltre 852.000 aziende rappresentate dal campione RICA meno dell’8% superano i 100.000 euro di Produzione Standard e tra queste le molto grandi, individuate da una produzione standard superiore ai 500.000 euro, non arrivano a 6.700 unità.

L’analisi della struttura aziendale nelle quattro classi dimensionali permette di cogliere ulteriormente la distanza, in termini di dotazioni, che separa le piccole realtà aziendali dalle aziende grandi e molto grandi. In queste ultime mediamente l’impiego di lavoro è circa sei volte quello delle aziende piccole, il capitale macchine supera i 140.000 euro a fronte dei circa 3.870 euro delle piccole aziende e la superficie utilizzata è più che decuplicata.

2.4 Caratteristiche strutturali delle aziende agricole, medie aziendali per classe dimensionale RICA 2010 Universo rappresentato

2.5 Caratteristiche strutturali delle aziende agricole, medie aziendali per regione - RICA 2010 Universo rappresentato

Come mostra il grafico che segue, in cui si raffigura la variabilità della SAU tra le aziende del primo e terzo quartile di ciascun ordinamento, gli erbivori e le aziende miste con poliallevamento registrano la maggiore variabilità della superficie con una differenza, tra il quarto di aziende agricole1 aventi la SAU più bassa e il quarto avente la SAU più alta, di oltre 41 ettari per gli erbivori e di oltre 36 ettari per il poliallevamento. Al contrario nel caso della specializzazione ortofloricola lo scostamento in termini di dotazione di terra tra il quarto di aziende2 con superficie inferiore (meno di mezzo ettaro) e quelle con superficie maggiore (più di 2,6 ettari) è solo di 2 ettari. In termini di capitale fondiario la maggiore variabilità si registra per le aziende granivore dove si passa dai circa 42.000 euro per il primo quarto di aziende al valore di oltre 411.000 euro che delimita inferiormente le circa 2.000 aziende a più alta capitalizzazione. Nel caso del capitale macchine inoltre è emblematico come, indipendentemente dall’ordinamento produttivo, il primo quartile di aziende sia sempre caratterizzato da un valore nullo.

Per gli ordinamenti erbivori, poliallevamento e granivori la concentrazione dei fattori produttivi nelle mani delle aziende più grandi è confermata anche dall’analisi della distribuzione del capitale macchine; per quest’ultimo sia nel caso degli erbivori che del poliallevamento la differenza tra il valore del primo quartile e il valore del terzo quartile supera i 17.500 euro e i 32.200 euro per i granivori.

2.3 Distribuzione della superficie agricola utilizzata per polo - RICA 2010 Universo rappresentato

1 Trattasi di 27.578 aziende per gli erbivori e 602 aziende per il poliallevamento. 2 Trattasi di 7.570 aziende

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Cosi come evidenziato per la dotazione di terra, anche l’impiego del fattore lavoro e il ricorso alla mec-canizzazione sono collegate alle scelte relative all’ordinamento produttivo. Le aziende specializzate in allevamenti di erbivori, che con i 46 ettari ad azienda hanno la maglia aziendale più ampia, impiegano anche una rilevante quantità di manodopera (1,6 UL) e detengono mediamente un consistente capitale macchine (oltre 20.500 euro). Tra gli ordinamenti colturali vegetali i seminativi registrano la maggiore estensione fisica, mediamente circa 20 ettari ad azienda, il minor impiego di manodopera (1 UL) e la più elevata dotazione di capitale macchine (circa 10.300 euro). Le aziende ortofloricole la cui estensione media è inferiore a 3 ettari, impiegano mediamente la più elevata quantità di manodopera (2,2 UL).

2.7 Intensità capitale fondiario per polo - RICA 2010 Universo rappresentato

2.8 Intensità capitale macchine per polo - RICA 2010 Universo rappresentato 2.6 Caratteristiche strutturali delle aziende agricole, medie aziendali per polo - RICA 2010 Universo rappresentato

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La rappresentazione dell’intensità dei capitali in relazione alla dimensione economica conferma ul-teriormente la netta separazione delle aziende molto grandi anche dalle aziende della classe dimen-sionale immediatamente precedente che vengono distanziate soprattutto in termini di dotazioni di capitale macchine.

Alla luce di quanto sopra riportato vanno interpretati indici strutturali, quali il grado di intensità fondiaria, l’intensità del capitale fondiario per unità di lavoro e il grado di intensità del capitale macchine, che permet-tono di quantificare le principali forme di investimento sulla struttura fondiaria.

Se mediamente le aziende agricole sono caratterizzate da un’intensità di capitale fondiario (terra più miglioramenti fondiari) ad ettaro pari a oltre 13.000 euro e ad unità di lavoro di quasi 185.500 euro, questi indicatori variano notevolmente in funzione dell’ordinamento produttivo.

Le aziende specializzate in seminativi sono quelle in cui è maggiore l’intensità di capitale fondiario per unità di lavoro (circa 314.440 euro per unità lavorativa) ed evidentemente le dotazioni strutturali sopra menzionate giocano un ruolo importante nel posizionamento di questo ordinamento in termini di inten-sità di capitale fondiario cosi come la ridotta superficie delle aziende ortofloricole incide sugli elevati valori degli indicatori ad ettaro (circa 52.860 euro di capitale fondiario e poco meno di 3.530 di capitale macchine).

Nel caso dell’OTE granivori le rilevanti dotazioni medie di capitale, confermate anche in termini unitari (ad ettaro e per unità di lavoro) soprattutto nel caso del capitale macchine, rispecchiano l’anomalia di tale ordinamento, in cui sono presenti realtà talmente grandi che sarebbe più corretto definire agroin-dustriali. All’interno di questo ordinamento infatti è netta la distanza in termini di dotazione di bestiame tra le circa duemila aziende con dotazioni minori (pari o inferiore a 26 UBA) e lo stesso numero di aziende con dotazioni maggiori (oltre 456 UBA).

2.9 Intensità capitale fondiario per classe dimensionale - RICA 2010 Universo rappresentato

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Naturalmente i costi mostrano una variabilità in funzione dei settori produttivi. Così, in relazione alle spese complessive, le aziende specializzate in colture permanenti registrano il valore medio più basso pari a 15.890 euro, mentre i granivori registrano il valore più elevato 253.703 euro. Relativamente ai soli costi correnti, i valori maggiori sono mostrati dalle aziende a vocazione zootecnica e dalle ortofloricole. Nelle prime incidono significativamente le spese per l’alimentazione animale, nelle seconde rivestono un ruolo importante le spese per sementi e piantine (44% dei costi correnti). I costi di ammortamento dei cespiti sono particolarmente elevati nelle aziende specializzate in allevamento di granivori ed erbivori. In queste ultime in particolare incidono i costi delle strutture di ricovero e l’ammortamento del bestiame. Le aziende ortofloricole, granivore e le zootecniche miste (poliallevamento), in cui i cicli produttivi richiedono un consistente apporto di manodopera, registrano i valori più elevati del costo del lavoro, ben superiori alla media nazionale. Le aziende specializzate nell’allevamento degli erbivori mostrano un costo del lavoro più contenuto, in quanto, come visto nell’analisi strutturale del capitolo precedente, in questo ordina-mento, il fabbisogno di manodopera viene prevalentemente soddisfatto con l’impiego di familiari che rappresentano circa l’86,7% del totale lavoro impiegato.

3.2 Costi sostenuti, medie aziendali per classe dimensionale -RICA 2010 Universo rappresentato

Al crescere della dimensione economica cresce il peso dei costi correnti sui costi totali, così nella classe dimensionale più piccola i costi correnti rappresentano il 55% delle spese complessive, nelle aziende molto grandi raggiungono il 76,4%. Al contrario decresce l’incidenza del costo del lavoro e degli ammor-tamenti, dimostrando come le aziende con dimensione economica maggiore abbiano una maggiore ca-pacità nel contenere il costo della struttura produttiva. In particolare il peso degli ammortamenti scende dal 18,3% nella classe dimensionale più piccola a 7,9% nelle aziende molto grandi. L’incidenza media del costo del lavoro scende dal 26,7% delle aziende piccole al 15,7% di quelle maggiori.

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I Costi Sostenuti

La stima dei costi complessivi che le aziende agricole sostengono per lo svolgimento delle loro attività, sia agricole che connesse all’agricoltura, a livello nazionale nel 2010 ammonta a quasi 30.000 euro. Il totale dei costi comprende i costi della manodopera (salari e oneri sociali, questi ultimi relativi sia ai dipendenti che ai familiari) gli affitti pagati per beni non di proprietà, gli ammortamenti dei cespiti azien-dali, gli accantonamenti e i costi correnti che a loro volta includono le spese per gli allevamenti, per le colture e per la meccanizzazione, le spese generali e fondiarie, i costi di trasformazione e commercializ-zazione e i costi relativi a servizi di terzi.

Dell’insieme di tutte queste spese, i costi correnti, con una media pari ad oltre 18.000 euro, rappre-sentano la quota maggiore (61,3%). Ammortamenti e accantonamenti rapprerappre-sentano circa il 16% delle spese totali, la manodopera e gli affitti passivi incidono per circa il 24%.

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3.4 Distribuzione dei costi correnti per polo - RICA 2010 Universo rappresentato

Il grafico sopra riportato mostra la variabilità, tra il primo e terzo quartile, dei costi correnti sostenuti dalle aziende agricole. Spese correnti per importi inferiori a 3.109 euro sono sostenute da un quarto delle aziende agricole nazionali, la metà registra spese minori di 5.980 euro, mentre solo un quarto sostiene spese per più di 13.011 euro. Certamente la variabilità risulta strettamente collegata agli ordi-namenti produttivi praticati. La variabilità minima è mostrata dalle aziende specializzate in coltivazioni permanenti: la differenza tra il quarto di aziende con spese più basse e il quarto avente le spese più alte è pari a 5.415 euro. Al contrario le aziende orientate all’allevamento dei granivori, oltre a distinguersi per la più alta media dei costi correnti, esprimono anche la più ampia variabilità tra il primo e terzo quartile: 238.093 euro.

3.5 Costi totali per unità di superficie e per unità di lavoro per polo - RICA 2010 Universo rappresentato

3.3 Incidenza percentuale dei costi correnti sui costi totali per regione -RICA 2010 Universo rappresentato

A livello territoriale sono le regioni settentrionali, dove sono maggiormente localizzate le aziende a vo-cazione zootecnica, a registrare una peso maggiore dei costi correnti sui costi totali. In particolare nelle aree del nord-est sono concentrati gli allevamenti di avicoli e nel nord ovest la suinicoltura da ingrasso ed è interessante osservare come nel settore dei granivori i costi correnti rappresentano ben l’84,2% delle spese totali. Diversamente in Calabria, regione nella quale prevale l’olivicoltura, i costi correnti registrano l’incidenza più bassa del territorio italiano (39,7%).

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I Principali Risultati Economici

La stima della produzione lorda vendibile delle aziende Rica italiane risulta pari a 48.497, con il valore aggiunto e il reddito netto che costituiscono rispettivamente il 62,5% e il 41,6% della PLV. Accanto al dato medio va però menzionata la distribuzione del valore della produzione in quanto solo un quarto delle aziende dell’universo rappresentato ha una PLV che supera i 41.00 euro e la metà delle aziende non rag-giunge i 19.000 euro di PLV e i 7.000 euro di reddito netto.

4.1 Principali risultati di bilancio, medie aziendali per polo -RICA 2010 Universo rappresentato

Le aziende specializzate in ortofloricoltura e le zootecniche presentano le migliori performance eco-nomiche, sia produttive che reddituali. Tra le zootecniche le aziende granivore, con le caratteristiche strutturali e dimensionali evidenziate in precedenza, pur segnando valori nettamente superiori rispetto agli altri settori, perdono in efficienza in termini di incidenza del valore aggiunto e del reddito netto sulla PLV (rispettivamente 44,5% e 35,5%) quale conseguenza dell’elevato peso dei costi correnti. All’opposto, I costi totali per ettaro di superficie agricola utilizzata risultano mediamente pari a 1.767 euro/ha e

variano in funzione degli ordinamenti che, come visto in precedenza, sono caratterizzati da estensioni diverse. Tra gli ordinamenti vegetali i seminativi, caratterizzati da un’estesa superficie rispetto ai costi sostenuti, segnano i valori minori. Diversamente i comparti dell’ortofloricoltura e dei granivori regis-trano i valori maggiori, superando di molto la media nazionale. Tuttavia è opportuno evidenziare che nel primo caso si tratta di aziende che oltre a sostenere elevati costi sono anche caratterizzate da superfici di ridotta dimensione. Diversamente nel caso dei granivori gli alti valori sono da attribuire sia agli elevati costi sostenuti sia alle grandi dimensioni che contraddistinguono queste aziende: l’88% delle aziende appartiene alle due classi dimensionali maggiori. Questi ragioni spiegano anche gli straordinari valori dei costi totali per unità di lavoro assunti dalle aziende del settore (114.835 euro/ula) rispetto ad una media italiana di 25.062 euro/ula.

3.6 Costi totali per unità di superficie e per unità di lavoro per classe dimensionale - RICA 2010 Universo rappresentato

Come intuibile, al crescere della dimensione economica crescono i costi totali, sia ad ettaro che per unità di lavoro. Si può notare come la crescita diventi in proporzione più consistente nei diversi passaggi dalle classi minori alle maggiori. Nel passaggio da classe grande a molto grande i costi totali per unità di lavoro crescono di 2,5 volte e i costi per ettaro di superficie oltre tre volte.

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4.4 Composizione della PLV per polo - RICA 2010 Universo rappresentato

In riferimento alla composizione della produzione lorda vendibile i costi correnti rappresentano il 37,5%, gli ammortamenti per capitale fondiario e agrario il 9,1%, il costo del lavoro e affitti passivi il 14,6% e infine il 38,8% costituisce reddito operativo.

Ovviamente differenziazioni sono legate ai settori produttivi: nelle aziende a vocazione zootecnica, dove incidono fortemente le spese per l’acquisto di mangimi, è alta la quota di PLV che va a copertura dei costi correnti, le arboree si distinguono per efficienza, in termini di peso del reddito operativo sulla produt-tività (43,3%), unico indirizzo a superare l’incidenza media nazionale.

4.5 Compisizione della PLV per classe dimensionale - RICA 2010 Universo rappresentato

Al crescere delle dimensioni aziendali cresce il peso dei costi correnti sulla produttività, e decresce, evi-dentemente per il realizzarsi di consistenti economie di scala, la quota degli ammortamenti e dei salari.

4.2 Principali risultati di bilancio, medie aziendali per classe dimensionale -RICA 2010 Universo rappresentato

Naturalmente la produttività e la redditività crescono con la dimensione aziendale. Tuttavia l’incidenza del valore aggiunto sulla produttività decresce al crescere della dimensione aziendale: nelle aziende di maggiore dimensione il valore aggiunto e il reddito netto rappresentano rispettivamente il 51% e il 38% della PLV.

4.3 Produttività e redditività dei fattori terra e lavoro per polo - RICA 2010 Universo rappresentato

Gli indici di produttività e di redditività per ettaro di superficie sono pari a 2.887 euro/ha e 1.200 euro/ha. Come già osservato in riferimento ai costi, i livelli di produzione e redditi ad ettaro delle aziende ortoflori-cole e granivore vanno letti alla luce, nel primo caso, della ridotta superficie, nel secondo caso alla luce delle grandi dimensioni economiche che contraddistinguono le aziende del comparto.

A livello nazionale l’indice di produttività per unità di lavoro è pari a 40.955 euro/ula e la redditività rif-erita alle unità di lavoro familiare è pari a 21.099 euro/ulf. Per entrambi gli indicatori si registra una variabilità tra gli ordinamenti: per la produttività si va dai 27.264 euro/ula nelle specializzate in colture permanenti a 174.164 euro/ula nei granivori. Per la redditività le aziende appartenenti agli ordinamenti vegetali e miste registrano valori inferiori a 20.000 euro/ulf, mentre le aziende a vocazione zootecnica e ortofloricole superano i 30.000 euro/ulf.

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La variabilità è naturalmente connessa agli ordinamenti produttivi: le aziende a vocazione zootecnica, ed in particolare i granivori, unitamente alle ortofloricole mostrano oltre ai valori maggiori anche la più ampia variabilità.

A livello territoriale le aziende del nord Italia, dove sono prevalentemente localizzate le aziende zoot-ecniche, presentano una redditività per unità di lavoro familiare superione rispetto alle altre regioni. In particolare si distingue la Lombardia con un valore pari a 54.433 euro/ulf.

4.8 Curva di Lorenz per il valore aggiunto - RICA 2010 Universo rappresentato

Come si nota dalla curva di Lorenz sopra riportata, una parte importante del valore aggiunto nazionale è realizzato da un limitato numero di aziende agricole. Circa il 32% delle aziende agricole con valore aggi-unto più alto realizza il 50% del valore aggiaggi-unto complessivamente prodotto, mentre il 25% della aziende con valore aggiunto più basso non arriva a produrne il 12%.

4.6 Distibruzione del valore aggiunto per unità di lavoro per polo - RICA 2010 Universo rappresentato

La distribuzione del valore aggiunto per addetto a livello nazionale mostra una variabilità tra il primo e terzo quartile pari a 16.258 euro/ula. Il 25% delle aziende agricole presenta valori inferiori a 8.586 euro/ ula, la metà della aziende minore di 14.167 euro/ula, mentre solo l’ultimo quartile supera i 24.844 euro/ ula.

(16)

I

ALLEGATO

DATI 2010

(17)

2.3 Distibruzione dela superficie agricola utilizzata per polo (ha) - RICA 2010 Universo rappresentato

2.7 Intensità capitale fondiario per polo - RICA 2010 Universo rappresentato

2.8 Intensità capitale macchine per polo - RICA 2010 Universo rappresentato

2.9 Intensità capitale fondiario per classe dimensionale - RICA 2010 Universo rappresentato

2.10 Intensità capitale macchine per Classe dimensionale - RICA 2010

(18)

IV

V

3.4 Distribuzione dei costi correnti per polo (euro)- RICA 2010 Universo rappresentato

3.5 Costi totali per unità di superficie e per unità di lavoro per polo - RICA 2010 Universo rappresentato

3.6 Costi totali per unità di superficie e per unità di lavoro per classe dimensionale - RICA 2010 Universo rappresentato

4.3 Produttività e redditività dei fattori terra e lavoro per polo - RICA 2010 Universo rappresentato

4.4 Composizione della PLV per polo - RICA 2010 Universo rappresentato

(19)

4.6 Distribuzione del valore aggiunto per unità di lavoro per polo (Euro/ULT)- RICA 2010 Universo rappresentato

4.7 Reddito netto su unità di lavoro familiare (euro/ULF) - RICA 2010 Universo rappresentato

L’ ambito omogeneo “RICA” comprende il complesso delle attività inerenti la

ges-tione e la lavorazione della Rete di Informazione Contabile Agricola (RICA), nata per

soddisfare le esigenze conoscitive del’ Unione Europea riguardo al funzionamento

economico delle imprese agricole, ai fini della definizione e gestione delle politiche

agricole comunitarie. L’ INEA ha messo tale fonte di dati al centro delle iniziative di

ricerca e delle attività di supporto condotte dal’ Istituto in tema di ricerche

macro-economiche e congiunturali, o di ricerche strutturali, territoriali e servizi di sviluppo

agricolo o ancora di ricerche su ambiente ed uso delle risorse naturali in agricoltura

e ha predisposto un piano di interventi capace di conferire ala rete contabile le

carat-teristiche di “ sistema informativo socio-economico per l’agricoltura italiana”. In tale

prospettiva vengono sfruttate le potenzialità di impiego del’ intera struttura RICA,

sia nella componente legata al sistema di raccolta dei dati (procedure informatiche,

campioni aziendali, rete di rilevatori), che in quella inerente la messa a punto delle

metodologie di rilevazione e di analisi microeconomiche dei dati raccolti.

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