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La tutela quantitativa della risorsa idrica. Il bilancio idrico di Acea Ato5 S.p.A.

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(1)

312ModFTPW00

Master Universitario di II livello

Gestione e Controllo dell’Ambiente Management efficiente delle risorse

Anno Accademico

2016/2017

La tutela della risorsa idrica.

Il bilancio idrico di Acea Ato5 S.p.A.

Autore

Cinzia Murfuni

Tutor Scientifico

Eleonora Annunziata

Tutor Aziendale

(2)

INDICE

1 Abstract 2 Introduzione

4 1. Il Servizio Idrico Integrato

4 1.1Gli attori

7 1.2 La qualità tecnica del servizio

9 2. Acea Ato5 S.p.A.

9 2.1 Caratteristiche aziendali e sistema acquedottistico 16 2.2 Requisiti del servizio: Disciplinare Tecnico allegato

“D” alla Convenzione di Gestione

18 3. Il bilancio idrico e la stima delle perdite

18 3.1 Perché implementare il bilancio idrico? 19 3.2 Approccio italiano 22 3.3 Approccio internazionale 24 25 25 28 3.4 Misura dell’efficienza

3.5 Il bilancio idrico di Acea Ato5 S.p.A. al 30 settembre 2017

3.5.1 Approccio metodologico 3.5.2 Risultati

40 4. La gestione delle perdite

40 48 48 56

4.1 Metodi di controllo efficace delle perdite 4.2 Gestione delle perdite di Acea Ato5 S.p.A. 4.2.1 Controllo del parco acquedottistico 4.2.2 Risparmio idrico: sensibilizzazione

57 5. La valorizzazione della risorsa idrica: il bilancio idrico quale strumento per l’efficientamento del sistema

60 Conclusioni

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1

Il problema delle perdite nella gestione dei servizi idrici a causa delle carenze strutturali,

gestionali e di manutenzione delle infrastrutture idrauliche, unito alle indicazioni normative

del settore idrico, sta stimolando sempre di più gli operatori del settore ad implementare

strumenti e metodologie in grado di stimare, controllare e ridurre tali perdite.

In tale contesto si inserisce lo studio del parco acquedottistico del Gestore unico Acea Ato5

S.p.A. nel territorio dell’Ato5 Lazio Meridionale-Frosinone, attraverso la predisposizione di

un bilancio idrico delle reti e degli impianti svolto nell’ambito di questo project work. Il

bilancio idrico è stato redatto attraverso l’integrazione della metodologia prevista dal D.M.

99/97 e quella sviluppata dall’International Water Association (IWA), in modo da fornire dati

più precisi e utili alle scelte del gestore. Sulla base dei dati del bilancio, la valutazione delle

perdite ed il conseguente studio delle performance del sistema acquedottistico, evidenziano

delle criticità gestionali che richiedono di ottimizzarne l’efficientamento.

Proprio al fine di incrementare l’affidabilità del servizio da garantire all’utenza, il Gestore sta attuando piani e programmi per il recupero dell’efficienza delle reti, che verranno illustrati nella parte finale del presente progetto.

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2

La risorsa idrica è un bene prezioso che va tutelato e gestito in modo efficiente per evitare sprechi. La natura particolare di tale risorsa è sottolineata e ribadita dalla normativa europea ed italiana.

La Direttiva Quadro sulle acque 2000/60/CE stabilisce nell’art.1 che “l’acqua non è un

prodotto commerciale al pari degli altri, bensì un patrimonio che va protetto, difeso e trattato come tale”.

Il D.Lgs. 152/2006 e successive modifiche, principale riferimento normativo a livello italiano in materia di risorse idriche, definisce l’acqua come “risorsa che va tutelata ed utilizzata

secondo i criteri della solidarietà, salvaguardando le aspettative e i diritti delle generazioni future”. Obiettivo fondamentale è “razionalizzare i consumi per evitare gli sprechi e favorire il rinnovo delle risorse senza pregiudicare il patrimonio idrico e l’ecosistema” (art. 144).

In linea con gli orientamenti normativi, l’allocazione e l’utilizzo ottimale delle risorse ed il risparmio idrico sono alla base dei principi gerarchici dell’uso dell’acqua: “primo compito delle regioni è quello di migliorare la manutenzione delle reti di adduzione e distribuzione al fine di ridurre le perdite” (art.146 D. Lgs. 152/2006).

Contestualizzando la risorsa idrica ai giorni nostri, in un quadro di disomogeneità delle disponibilità naturali e di forti cambiamenti climatici, accanto all’esigenza di soddisfare gli usi antropici e mantenere gli agroecosistemi, dall’altro vi è la necessità di tutelare qualità e quantità della risorsa. Dunque si rendono necessarie tre azioni fondamentali: determinare i fabbisogni, , gestire a breve termine, pianificare a lungo termine.

È proprio partendo da tale obiettivo che nasce il presente progetto che, dopo una breve analisi sulla regolazione del Servizio Idrico Integrato, vede come protagonista il Gestore del bacino di utenza della provincia di Frosinone, Acea Ato5 S.p.A.. Si arriverà, attraverso lo studio del bilancio idrico nelle reti e negli impianti di acquedotto, alla determinazione del volume delle perdite (reali e apparenti) e alla verifica del livello di efficienza del sistema acquedottistico,

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3

con un focus su piani e programmi che il Gestore sta attuando per ottimizzare il servizio erogato all’utenza; tra questi si spiegherà l’implementazione di un modello operativo di gestione applicato ad un’asta del parco acquedottistico con rilevate criticità, al fine di migliorarne le performance, e rendere possibile l’attuazione di detto modello anche su altre simili porzioni di acquedotto.

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4

“Il Servizio Idrico Integrato SII è costituito dall’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili di fognatura e di depurazione delle acque reflue, e deve essere gestito secondo i principi di efficienza, efficacia ed economicità, nel rispetto delle norme nazionali e comunitarie”, così recita l’art. 141 del D.Lgs. 152/2006 “Norme in materia ambientale”.

La regolazione del SII in Italia è alquanto complessa, sia dal punto di vista delle competenze assegnate ai vari enti, che dal punto di vista normativo, e si ripartisce come segue:

Fig. 1.1: La regolazione del SII

Gli ambiti territoriali ottimali ATO sono le unità territoriali di gestione del SII (erogato dall’ente Gestore) definite dalla legge n° 36 del 5/01/1994 (Legge Galli, art. 8), che ha caratterizzato la prima grande rivoluzione in ambito di gestione idrica: il fulcro principale di tale legge consisteva, infatti, nel superamento della frammentazione delle gestioni che aveva caratterizzato il territorio italiano fino a quel momento (negli anni ’90 i diversi gestori avevano raggiunto in Italia lo sbalorditivo numero di 13500, organizzati in Comuni, Aziende Municipalizzate, Consorzi di Gestione, ecc.).

1. Il Servizio Idrico Integrato

1.1 Gli attori

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5

Ad ogni ATO (delimitato dalle regioni sulla base di specifici criteri) corrisponde un Ente di Governo d’Ambito EGA (ex Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale A.A.T.O. da art. 148 D.Lgs. 152/2006), istituito dalla regione, a cui gli enti locali (province e comuni) hanno l’obbligo di parteciparvi (art. 147 D.Lgs. 152/2006). L’EGA è il soggetto istituzionale a cui la riforma dei servizi idrici affida il compito di svolgere tutte le attività precedenti e successive all’affidamento del SII al Gestore Unico.

Il rapporto tra l’EGA ed il soggetto Gestore del SII (Art. 151 D. Lgs 152/2006) è regolato da:  Convenzione e relativo Disciplinare, predisposti dall’EGA sulla base di convenzioni

tipo (come previsto dall’art. 9 legge 36/94, e definite dall’art. 11 della stessa), adottati dall’AEEGSI (Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas e il Servizio Idrico);

 Piano d’Ambito, approvato dall’EGA, strumento di regolamentazione e pianificazione del servizio idrico integrato per l’intero periodo di concessione, costituito essenzialmente da un Programma Degli Interventi PDI, da un modello organizzativo gestionale e da un Piano Economico Finanziario PEF (art. 149 del D.Lgs. 152/2006).

Come su detto, gli ambiti territoriali ottimali sono individuati dalle regioni, in base a criteri prestabiliti, e sono definiti, in attuazione della legge 36/94, con la legge regionale L.R. 22/01/1996 n°6.

Secondo quest’ultima, la regione Lazio al fine di garantire la gestione unitaria dei servizi idrici integrati delimita gli ambiti territoriali ottimali come segue:

 ambito territoriale ottimale n. 1, denominato Lazio Nord-Viterbo;  ambito territoriale ottimale n. 2, denominato Lazio Centrale-Roma;  ambito territoriale ottimale n. 3, denominato Lazio Centrale-Rieti;  ambito territoriale ottimale n. 4, denominato Lazio Meridionale-Latina;  ambito territoriale ottimale n. 5, denominato Lazio Meridionale-Frosinone.

(8)

6

Fig. 1.2: Ambiti Territoriali Ottimali della regione Lazio

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7

Il SII è regolamentato per il Gestore secondo due aspetti principali: la qualità contrattuale attraverso la Regolazione della Qualità contrattuale del SII (RQSII) con Delibera 655/2015/R/IDR, e la qualità tecnica attraverso il Documento di Consultazione sulla Qualità Tecnica del servizio idrico integrato (RQTI) con delibera dell’AEEGSI 562/2017/R/IDR.

Quanto alla qualità tecnica, la normativa di riferimento concernente la definizione di livelli minimi e di obiettivi di qualità del servizio, nonché i principi per l’erogazione dello stesso, è stata introdotta negli anni ’90; in seguito sono stati disciplinati in modo decentrato i rapporti tra ente affidante e soggetto gestore, ovvero tra quest’ultimo e l’utente; successivamente, con il trasferimento delle competenze nel settore idrico all’AEEGSI (DPCM 20/07/2012), sono stati introdotti strumenti regolatori per allineare il sistema infrastrutturale nazionale ai parametri definiti in ambito europeo e nazionale assicurando i necessari livelli di tutela della risorsa idrica e dell’ambiente in cui essa si trova.

Nel D.C. 562/2017/R/IDR l’AEEGSI indica i prerequisiti, quindi come condizioni minime

richieste dalla normativa vigente:

 la qualità dell’acqua distribuita agli utenti;

 la gestione appropriata dell’impatto ambientale generato dal consumo, in riferimento rispettivamente al D.Lgs. 31/2001 sulla qualità dell’acqua destinata al consumo umano e agli art. 3, 4, 5 e 10 della direttiva 91/271/CEE sul trattamento delle acque reflue urbane;

ed illustra i primi orientamenti in materia con 2 finalità principali:

 Individuare indicatori funzionali a rappresentare lo stato infrastrutturale e operativo del servizio idrico integrato, per misurarne le criticità e le necessità di investimento;  Definire livelli minimi o obiettivi di qualità tecnica, espressi in termini di livelli o

standard generali e specifici di qualità, riferiti quindi sia al complesso delle

prestazioni che alla singola prestazione da garantire all’utente.

Tra gli indicatori funzionali vi sono il livello di perdite in adduzione e distribuzione, la conoscenza dei parametri idraulici di funzionamento dell’acquedotto, età media delle condotte, dei potabilizzatori e delle opere civili, il tasso di rinnovo degli allacci, la

1. Il Servizio Idrico Integrato

1.2 La qualità tecnica del servizio

1. Il Servizio Idrico Integrato 1. Il Servizio Idrico Integrato

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8

disponibilità delle risorse idriche, il volume di acqua fatturato e non, l’indice di perdita infrastrutturale, la presenza di misuratori nei vari impianti, ecc.

Gli standard specifici riconducibili alla normativa vigente DPCM 29/04/99 riferiti ai profili di continuità del servizio di acquedotto, si riferiscono alle tempistiche delle sospensioni del servizio e degli interventi, e ai livelli del servizio (dotazione giornaliera, carico idraulico minimo e massimo, e inoltre il valore di portata minima erogata al punto di consegna almeno di 0.10 l/s per unità abitativa).

Gli standard generali sono previsti in una logica di monitoraggio da applicarsi gradualmente nell’arco del 2018 e sono raggruppati in funzione degli obiettivi da raggiungere in: tutela ambientale, sicurezza e continuità del servizio, conoscenza delle infrastrutture, qualità dell’acqua erogata.

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9

Il Servizio Idrico Integrato, nell’Ato5 Lazio Meridionale - Frosinone è stato avviato nel 2003 ed affidato ad Acea Ato5 S.p.A. in qualità di Gestore Unico, con stipula della Convenzione di Gestione in data 27/06/2003.

Acea Ato5 S.p.A. fa parte del Gruppo

Acea, che rappresenta una delle principali

multiutility italiane attiva nella gestione e nello sviluppo di reti e servizi nei business dell’acqua, dell’energia e dell’ambiente in gran parte del territorio nazionale.

Punto forte della società è proprio il fatto che da quasi 2 anni Acea Ato5 S.p.A. ha radicalmente rinnovato l’organizzazione del lavoro e le modalità operative, adottando le stesse piattaforme integrate di tutto il Gruppo Acea, che rendono più efficienti i processi e l’erogazione del servizio:

Il Sistema di Telecontrollo, è capace di raccogliere efficacemente le informazioni provenienti dalle periferiche installate nelle infrastrutture gestite, con ad oggi 26 fonti, 52 impianti idrici e 23 depuratori telecontrollati sull’ambito Ato 5, di cui si prevede l’espansione.

La piattaforma integrata SAP

consente la mappatura delle competenze (skill) di tutto il personale operativo in campo che, dotato di tablet, può ricevere in real time gli ordini di lavoro.

La piattaforma Work Force Management WFM, fa da supporto alla Centrale Dispatching nell’ottimizzare la pianificazione, la schedulazione e l’esecuzione dei lavori sulle reti e sugli impianti.

2. Acea Ato5 S.p.A.

2.1 Caratteristiche aziendali e sistema acquedottistico

1.3

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10

Per meglio comprendere le caratteristiche del sistema acquedottistico gestito da Acea Ato5 S.p.A., capiamo in cosa consiste un sistema di alimentazione idropotabile. In generale, esso si articola secondo un complicato sistema di collettori principali (rete di Adduzione) che trasportano la risorsa idrica, prelevata dalle fonti di approvvigionamento (sorgenti e pozzi), per immetterla in manufatti (serbatoi di accumulo e di compenso) oppure direttamente nei collettori finali (rete di Distribuzione) che fanno giungere l’acqua fin dentro le nostre case.

Figura 2.1: Schema tipo di un impianto di acquedotto

In particolare la gestione del servizio idrico integrato dell’ Ato5 Lazio Meridionale-Frosinone, interessa quasi totalmente la provincia di Frosinone per un totale di 85 comuni, una popolazione complessiva di 473.408 abitanti ed un numero di utenze di 185.841.

Comuni n° 85

Abitanti Serviti n° 473.408

Utenze n° 185.841

Superficie km2 2.874

Densità demografica ab/km2 152

Tabella 2.1: Dati generali e territoriali – Rapporto Informativo 2015

Negli 85 comuni ricadenti nell’Ato5 Lazio Meridionale-Frosinone, con riferimento al sistema acquedottistico, la Società gestisce:

 110 siti di approvvigionamento: o 38 sorgenti

o 72 pozzi.

 4200 km di rete acquedottistica;

 630 opere di accumulo: serbatoi e partitori;

(13)

11

 2 impianti di potabilizzazione da arsenico nel Comune di Ceccano;  127 depuratori;

 211 sollevamenti fognari;  1.730 Km di rete fognaria

Il sistema acquedottistico appare frammentario sia per fonti di prelievo che per sistemi di adduzioni principale.

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12

Tabella 2.2: Fonti di approvvigionamento di Acea Ato5 S.p.A.

Denominazione Comune di Ubicazione Tipo

Fonte Denominazione Comune di Ubicazione Tipo Fonte 1 Acquacandida Cervaro pozzo 38 Granciara - S. Pietro Castelliri pozzo 2 Acquanera (per Fiuggi) Vallepietra sorgente 39 Iermalle Falvaterra sorgente 3 Antera Monte S.G. Campano pozzo 40 La Sala Anagni pozzo 4 Bagnara Monte S.G. Campano pozzo 41 La Spina (fraz. Civita) Collepardo sorgente 5 Basciano Alatri pozzo 42 Madonna del Carmine Arnara sorgente 6 Boccaciampa Castro dei Volsci pozzo 43 Madonna di Canneto Settefrati sorgente 7 Boccafolle (ex Reg. Lazio per Monte

S.G.C.)

Monte S.G. Campano pozzo 44 Merago Serrone sorgente 8 Boccafolle Strangolagalli Monte S.G. Campano sorgente 45 Mola dei Frati Frosinone pozzo 9 Caira Cassino pozzo 46 Morolense Ceccano pozzo 10 Canali Supino sorgente 47 Oliveto Oscuro Cervaro sorgente 11 Canarolo Alatri pozzo 48 Posta Fibreno Posta Fibreno pozzo 12 Capo d'acqua di Veroli (Alte e Basse) Veroli sorgente 49 Pozzi Trivio Ferentino pozzo 13 Capo Rio (ex Comune) Collepardo sorgente 50 Pozzo Amaseno - per

Castro

Amaseno pozzo

14 Capo Rio (ex Regione) Collepardo sorgente 51 Pozzotello Castro dei Volsci pozzo 15 Capocosa Guarcino sorgente 52 Purifica Pescosolido sorgente 16 Capofiume Alte Medie e Soll. Basse Collepardo sorgente 53 Radiccio S.Elia Fiumerapido sorgente 17 Caporelle (ex Comune) Guarcino sorgente 54 S. Giusta S. Vittore pozzo 18 Caporelle (ex Regione Lazio) Guarcino sorgente 55 S. Maria Alvito pozzo 19 Carpello Campoli Appennino pozzo 56 S.Angelo di Pofi Pofi pozzo 20 Celleta Ceccano pozzo 57 S.Bartolomeo Anagni pozzo 21 Chiappitto Alatri pozzo 58 S.Giorgio a Liri S.Giorgio a Liri pozzo 22 Cinquina Cervaro pozzo 59 S.Onofio Campodimele pozzo 23 Cippone-Collelungo S. Biagio - Vallerotonda sorgente 60 S.Rocco Piglio pozzo 24 Colle Gaspero Patrica pozzo 61 Sorgente Tesoro 1 Veroli sorgente 25 Colle San Martino - Cicogna Villa Santa Lucia pozzo 62 Sorgente Tesoro 2 Veroli sorgente 26 Colombella Pofi sorgente 63 Tecchiena Alatri pozzo 27 Crespasa Castro dei Volsci pozzo 64 Trovalle Guarcino sorgente 28 Fabratera Vetus (Pozzi 1,2) Ceccano pozzo 65 Tufanello Anagni pozzo 29 Falcone e Borsellino S.Giovanni Incarico sorgente 66 Tufano Anagni sorgente 30 Fontana dei Bagni Villa Latina sorgente 67 Vaccareccia I S.Elia Fiumerapido sorgente 31 Fontana del Monte Castro dei Volsci pozzo 68 Vaccareccia II Vallerotonda pozzo 32 Fontana Fredda Villa Latina pozzo 69 Val San Pietro Campoli Appennino sorgente 33 Fontanelle dei Monti Alvito sorgente 70 Vernieri (per Torrice) Veroli sorgente 34 Fonte Carro Settefrati sorgente 71 Via Appia Cassino pozzo 35 Forestelle Picinisco sorgente 72 Vico (per Fiuggi) Anagni sorgente

36 Forma Casale S.Giovanni Incarico sorgente 73 Zappatine Rocca d'Evandro (CE) pozzo

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13

Tale sistema di opere, in provincia di Frosinone, è stato realizzato in gran parte negli anni ’60, evolvendosi poi a dimensione locale e senza programmazione e previsionalità, in assenza di affidabili strumenti di piano che tenessero conto delle trasformazioni dei bacini urbani della provincia.

Dal punto di vista gestionale, si può affermare che non esistono significative interconnessioni fra i vari acquedotti e quindi il livello di scarsa flessibilità rende difficile, in caso di emergenza idrica “localizzata”, poter sopperire al fabbisogno delle zone interessate dal fenomeno.

Di conseguenza il fuori servizio, di una delle fonti di approvvigionamento, può causare la mancanza di fornitura idrica (o parte di essa) in tutto il comprensorio di Comuni ad essa sottesa.

Il contesto di riferimento del sistema acquedottistico di Acea Ato5 Lazio Meridionale-Frosinone è caratterizzato da criticità rilevanti legate al territorio e alle infrastrutture, quali:

 Bassa densità abitativa

I dati Istat ad oggi mostrano che la provincia di Frosinone ha una densità di 152 abitanti per km2 , più bassa delle altre province (es. l’80% e 37% in meno rispettivamente a Roma e Latina) e il 23% in meno rispetto alla media nazionale, provocando di fatto la difficoltà, in termini gestionali, ad operare su di un territorio a così bassa densità di popolazione.

Fig. 2.2: Densità abitativa

 Orografia collinare e montuosa

Trattasi di un’ ulteriore aggravante gestionale che impegna maggiormente il gestore sia sotto l’aspetto tecnico che logistico/gestionale:

0 100 200 300 400 500 600 700 800

FROSINONE LATINA ROMA ITALIA

Ab

/k

m

2

2. Acea Ato5 S.p.A. 2. 2. Acea Ato5 S.p.A. Acea Ato5 S.p.A.

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14

o Aspetto tecnico: necessità di attivare numerosi rilanci di portate per superare i dislivelli e raggiungere le singole utenze;

o Aspetto gestionale: lunghi tempi di percorrenza per raggiungere i siti degli impianti.

 Alta dotazione idrica pro-capite:

L’alto livello di perdite idriche nel territorio di competenza ha come conseguenza la richiesta di maggiori portate da immettere in distribuzione, che aggrava gli stress indotti alle reti insufficienti ormai a convogliare maggiori portate; e comunque un aumento di immissione di acqua provoca inequivocabilmente maggiori perdite. A riprova di ciò, il valore medio delle dotazioni idriche giornaliere, che secondo la bibliografia e la prassi corrente dovrebbe essere pari a 220 l/ab, è risultata nella provincia di Frosinone essere pari a circa 550 l/ab.

 Reti idriche obsolete

Il parco delle reti idriche è, oltre che obsoleto (oltre 30 anni), in alcuni casi insufficiente per capacità di distribuzione, a causa di:

o sviluppi urbanistici poco controllati;

o le reti talvolta adibite impropriamente sia al servizio di adduzione che di distribuzione provocando uno squilibrio dei livelli di pressione e di portata con conseguenti perdite localizzate e distribuite;

o mancato adeguamento delle reti con la crescita e l’espansione territoriale, per cui i precedenti ed innumerevoli Gestori avevano concesso spesso nuovi allacci di utenza anche in presenza di reti insufficienti, rendendo così le condotte sottodimensionate; l’inserimento successivo di elettropompe per ovviare al problema aumentando artificialmente la pressione di esercizio ha solo aumentato lo stress delle condotte comportandone lesioni e perdite idriche.

Il Blue Book 2017 presenta “I dati sul servizio idrico integrato in Italia” in cui si riconosce come l’obsolescenza delle reti sia proprio uno dei fattori che influiscono sulle perdite idriche: a livello nazionale il 35% dell’acqua potabile immessa in rete viene dispersa; al Nord il valore scende al 26%, mentre Centro e Sud disperdono circa il 45%

(http://www.labelab.it/dfgh987/blue-book-2017-i-dati-sul-servizio-idrico-integrato-in-italia).

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15

 Reti idriche insufficienti

Dall’analisi condotta sul parco delle reti di distribuzione ereditato da Acea Ato5, è emerso che ben il 63% delle condotte ha un diametro compreso tra 40 ed 80 mm, il che rende poco fruibile la risorsa nei periodi di massima richiesta. Altra complicanza è la natura sorgiva della maggior parte dell’acqua emunta, ricca di sali minerali, con caratteristiche organolettiche ottime, ma molto incrostante per le reti di distribuzione. Il deposito accumulato riduce la sezione utile della condotta aumentando la scabrezza e quindi la resistenza al moto dell’acqua.

(Audizione 2011 – Relazione Stato reti idriche nell’Ato 5 Meridionale-Frosinone)

Una situazione ancor più critica emerge da alcuni confronti a livello nazionale, da cui emergono:

 Un volume annuo immesso in rete molto più elevato di quanto effettivamente consumato (per Frosinone 280 m3 per ogni cittadino a fronte di una media di 89,3 m3, che corrispondono circa a 245 litri al giorno) (Focus statistiche Istat Giornata Mondiale dell’Acqua 2017).

 Un livello di perdite nelle reti idriche più alto d’Italia; infatti, secondo le statistiche ISTAT, nel 2015 in più di quattro comuni italiani su cinque le perdite totali nelle reti di distribuzione superano il 20% dei volumi immessi in rete, e dispersioni particolarmente elevate (oltre il 60%) si rilevano a Latina, Campobasso, Potenza, Vibo Valentia, Tempio Pausania e Iglesias, con il picco proprio su Frosinone di 71.9

% (Statistiche ISTAT sulle risorse idriche 2015 http://www.istat.it).

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Il Disciplinare tecnico D.T. della Convenzione di Gestione del 27/06/2003 regola il rapporto, in funzione del Servizio Idrico Integrato, tra l’EGA, costituito tra i Comuni e le Province di Frosinone e Latina, ed il Gestore del Servizio Acea Ato5 S.p.A. per la durata di 30 anni. Acea Ato5 S.p.A. regola il servizio ordinario, come da cap. 1.1 del D.T. “Descrizione del

servizio”, caratterizzato dalla captazione, l’emungimento, la derivazione, la raccolta,

l’adduzione, l’accumulo in serbatoi, la distribuzione fino al contatore delle acque destinate al consumo domestico e civile-industriale, e a parte la raccolta, il collettamento fognario e la depurazione di acque bianche, nere o miste, compreso il recapito finale e la pulizia delle caditoie stradali.

Per il Gestore sono previste altresì: le procedure per l’individuazione di fonti idriche alternative come specificato nell’art. 2.1, l’allestimento e il mantenimento dei sistemi di monitoraggio, misure di controllo e telecontrollo dei servizi e del Sistema Informativo Territoriale SIT, la predisposizione dei seguenti piani:

 Piano di attuazione delle misure di risparmio idrico;

 Piano di emergenza per il servizio di raccolta e depurazione e di salvaguardia delle risorse;

 Piano di emergenza per crisi idriche;

 Piano di recupero delle perdite idriche e fognarie con svolgimento della campagna di ricerca sulla base di un programma operativo con verifiche periodiche e monitoraggio continuo.

Il D.T. contiene prescrizioni specifiche sui livelli di servizio che Acea Ato5 S.p.A. deve garantire: per i consumi domestici, come da DPCM del 4/03/96 “Disposizioni in materia di

risorse idriche” al punto 8.2.1, una dotazione pro-capite giornaliera di 150 l/ab, un carico

piezometrico non inferiore a 5 m sul punto di consegna idraulicamente più sfavorito, e non superiore a 70 m sul livello stradale.

La gestione dei servizi, sulla base del DPCM del 4/03/’96 punti 7 ed 8, deve garantire i criteri di efficienza, efficacia ed economicità; a tal fine, il gestore garantisce un presidio continuo

2. Acea Ato5 S.p.A.

2.2 Requisiti del servizio: Disciplinare tecnico allegato “D” alla

Convenzione di Gestione

1.4

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17

delle opere e degli impianti, nonché i rapporti con l’utenza 24 ore su 24, per 7 giorni alla settimana, e provvede ad adeguare il Manuale di Gestione.

Vengono delineati, infine, gli standard di conservazione e funzionalità delle opere del SII, individuati nelle operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria di opere e impianti, e nell’utilizzo razionale ed economico della risorsa.

(20)

18

L’efficienza di un acquedotto si esprime attraverso parametri quantitativi che ne esprimono la “performance”, ovvero la capacità del sistema idrico (le tubazioni) a svolgere la funzione di trasporto e distribuzione dell’acqua, dalle fonti di approvvigionamento ai serbatoi e da questi all’utenza.

La crescente attenzione verso un utilizzo attento, sostenibile ed economicamente efficiente della risorsa idrica, in particolare in periodi di carenza di disponibilità per siccità, rende di primaria importanza il tema delle perdite idriche e della gestione efficiente dei sistemi idrici. Una rete di distribuzione senza perdite è un obiettivo irrealizzabile sia tecnicamente che economicamente, ma ogni Gestore dovrebbe conoscere il livello di efficienza del proprio sistema idrico, calcolare il livello delle perdite economicamente ammissibile ed attuare un programma di gestione della rete idrica che consenta di raggiungere e mantenere i livelli di efficienza ottimali.

Qui si inserisce il Bilancio Idrico nelle reti e negli impianti, quale strumento indispensabile per la valutazione delle perdite e, quindi, dell’efficienza del sistema.

Per accertare le perdite occorre poter misurare accuratamente l’acqua alla presa, all’arrivo e in partenza dal serbatoio e, confrontare tali portate con quelle desunte dalla lettura dei contatori in distribuzione; tale bilancio idrico, da aggiornare continuamente, rappresenta il “polso” da cui è possibile desumere lo “stato di salute” dell’acquedotto stesso.

Esistono diversi approcci alla determinazione del bilancio idrico ed inoltre la mancanza di definizioni standard delle perdite porta ad una variegata serie di interpretazioni sul tema che rende il tutto di difficile valutazione e comparabilità.

3. Il bilancio idrico e la stima delle perdite

3.1 Perché implementare il bilancio idrico?

(21)

19

Nel nostro Paese la valutazione dell’efficienza del sistema acquedottistico trova fondamento nella “Legge Galli” che, al comma 2 dell’art. 5 prevede l’adozione di un regolamento per la definizione dei criteri e del metodo in base ai quali valutare le perdite degli acquedotti e delle fognature, come previsto anche dal D.Lgs. 152/2006 art.146 c. 3. Questo regolamento è stato emanato con il Decreto Ministeriale dell’8 gennaio 1997, n° 99, “Regolamento sui criteri e sul

metodo in base ai quali valutare le perdite degli acquedotti e delle fognature”.

Tale norma definisce le “procedure di valutazione delle perdite, finalizzate alla formulazione

di “bilanci idrici nelle reti e negli impianti”, mediante la compiuta conoscenza dei volumi immessi nel sistema in un prefissato arco temporale e di quelli in uscita, basati su misurazioni di portate, o su stime per quelle non misurabili (art. 2 c. 1).

La legge responsabilizza altresì il Gestore nel procedere ad un’appropriata e specifica

“campagna di ricerca delle perdite” in dipendenza dall’esito dei bilanci (art.2 c. 4) e a

trasmettere annualmente al Ministero dei lavori pubblici Osservatorio dei servizi idrici, entro

il mese di febbraio appositi rapporti indicanti i dati sui volumi d’acqua degli impianti di acquedotto e di fognatura nonché i parametri di valutazione delle perdite” (art. 3).

Le diverse componenti del bilancio idrico, come specificate nell’allegato 1.3.1, sono visualizzate secondo una schematizzazione tratta dalle Linee Guida della Regione Emilia Romagna.

Figura 3.1: Schema di acquedotto tipo ai sensi del D.M. 99/97 (Linee Guida della Regione Emilia Romagna)

3. Il bilancio idrico e la stima delle perdite

3.2 Approccio italiano

3.3

(22)

20

Dove

 per “adduzione/trasporto primario” si intende il complesso di opere di convogliamento delle acque dal prelievo all’impianto di trattamento (potabilizzazione), mentre per “adduzione/trasporto secondario” si intende il convogliamento dell’acqua dall’impianto di trattamento alla distribuzione;

 “p” sta per acqua grezza da potabilizzare in impianto di trattamento ed “s” sta per acqua già pronta all’uso (sottoposta a sola disinfezione o immessa direttamente in rete);

Sostanzialmente si riconoscono tre tipi di componenti:

Prelevato: caratterizzato dalle componenti A02 e dal prelievo presso altri sistemi di acquedotto A07;

Consegnato: componente ceduta ad altri sistemi di acquedotto A08, componente consegnata alle utenze e autorizzata, misurata tramite contatori A10, e non misurata A11 (idranti, fontane);

Perdite: è tutto il volume d’acqua perso dal prelievo alla fonte al recapito all’utente. Di queste si hanno:

 PERDITE REALI (O FISICHE): è l’acqua che effettivamente fuoriesce dalle condotte per fessurazioni/rotture, scarichi di troppo-pieno nei serbatoi, e di allaccio fino ai contatori; sono riconducibili alla non integrità e alla mancanza di tenuta degli elementi che costituiscono la rete idrica, quali le condotte, i giunti, le derivazioni da utenza, gli organi idraulici, le pareti dei serbatoi, ecc. Definite principalmente come A15, A13, ma anche come le componenti di perdite nelle condotte di adduzione primaria e secondaria A03.

 APPARENTI (O AMMINISTRATIVE): sono le cosiddette “perdite fittizie”, volumi idrici consumati e non contabilizzati; essi sono dovuti principalmente a errori nelle misurazioni e alle utenze abusive, ma sono anche volumi di servizio utilizzati per il corretto funzionamento del sistema idrico quali lavaggi della rete e pulizia serbatoi. Definite rispettivamente come A16, A14, A12.

3. Il bilancio idrico e la stima delle perdite 3. Il bilancio idrico e la stima delle perdite 3. Il bilancio idrico e la stima delle perdite

(23)

21

Perdite reali

A15 Perdite da serbatoi e condotte A13 Perdite per disservizi accidentali A03 Perdite di trasporto

Perdite apparenti

A12 Volume perso per manutenzione e servizi agli impianti

A14 Prelievi non autorizzati A16 Errori di misura

Tabella 3.1: Componenti volumetriche delle perdite del bilancio idrico secondo D.M. 99/97

Dunque i problemi connessi alla presenza delle perdite non sono solamente dovuti al fatto che non tutta l’acqua immessa in rete non raggiunga i clienti ma sono anche dovuti al fatto che non tutta l’acqua consumata venga pagata. Infatti tale tipologia di perdite, prima definite “apparenti”, riveste un’ovvia importanza di carattere economico; di esse possono essere ridotte o eliminate solo le aliquote dovute agli allacci abusivi A14 e al cattivo funzionamento dei contatori A16; non è possibile eliminare, invece, l’aliquota A12.

Gli indici di valutazione delle perdite, assieme a parametri di rendimento del servizio sono specificati nell’all. 2 al punto 2.3 e sono funzione delle componenti volumetriche del bilancio dette pocanzi, della superficie interna e della lunghezza delle condotte.

3. Il bilancio idrico e la stima delle perdite 3. Il bilancio idrico e la stima delle perdite

(24)

22

Il bilancio idrico è lo strumento fondamentale per poter valutare l’efficienza di un sistema di distribuzione idrica. Vista l’esigenza di una terminologia comune che superasse la grande varietà di definizioni presenti nei diversi Paesi, l’International Water Association (IWA) ha istituito al suo interno la Water Loss Task Force, un gruppo di studio formato da 200 partecipanti provenienti da 35 Paesi. I risultati del lavoro svolto da tale task force sono stati riassunti nel documento “Losses from Water Supply System: Standard Terminology and

Recommended Performance Measures” (2000).

Tale documento contiene in particolare uno schema metodologico standardizzato per la valutazione del bilancio idrico relativo ai sistemi acquedottistici. Tale schematizzazione è ripresa e citata in diversi altri documenti e studi di settore ed è diventato lo standard metodologico di riferimento a livello internazionale.

Le principali componenti del bilancio idrico proposte dall’IWA e sintetizzate in tab. 3.2 sono:

 Volume immesso in rete (“System Input Volume”): è il volume annuo immesso nella rete idrica;

 Consumi autorizzati (“Authorised Consumption”): è il volume annuo (misurato e/o non misurato) prelevato dai clienti autorizzati; comprende l’acqua esportata verso altri sistemi idrici, l’acqua utilizzata per motivi di servizio e le perdite a valle dei contatori degli utenti;

 Acqua non fatturata (“Non-Revenue Water NRW”): è la differenza tra il volume immesso in rete ed i consumi autorizzati fatturati, ed è costituita da consumi autorizzati non fatturati e da perdite idriche;

 Perdite idriche (“Water Losses”): è la differenza tra volume immesso in rete e consumi autorizzati ed è costituito dalla somma di perdite reali e perdite apparenti;  Perdite reali (“Real Losses”): è il volume perso dai sistemi di distribuzione e di

adduzione attraverso tutti i tipi di perdita fisica della rete, compresi i serbatoi e le prese fino al contatore dell’utente;

 Perdite apparenti (“Apparent Losses”): è il volume costituito da consumi non autorizzati e da tutti i tipi di errori di misura.

3. Il bilancio idrico e la stima delle perdite

3.3 Approccio internazionale

(25)

23

Il punto focale del bilancio di rete è il termine che l’IWA definisce come NRW Non-Revenue Water, o acqua non fatturata (in letteratura anglosassone UFW Unaccounted-For Water), cioè l’acqua prodotta ed immessa in rete che non raggiunge gli utenti, e suddivisa in consumo autorizzato non fatturato, perdite reali e perdite apparenti (Fantozzi ed al. 2004).

Tabella 3.2: Componenti del bilancio idrico secondo IWA (Fantozzi ed al. 2004)

3. Il bilancio idrico e la stima delle perdite 3. Il bilancio idrico e la stima delle perdite

(26)

24

L’efficienza della rete di distribuzione di acqua potabile è tanto più elevata quanto più sono contenute le perdite, in termini percentuali, che si verificano dal momento del prelievo alla fonte e dell’immissione in rete, al momento in cui questa preziosissima risorsa raggiunge l’utente finale.

Il D.M. 99/97, assieme alla valutazione delle perdite, non indica la percentuale di “perdite consentite”, ovvero i volumi di acqua che il gestore può ritenere economicamente non vantaggiosi da recuperare. L’unica indicazione normativa italiana a riguardo è quella presente nel DPCM del 4 marzo 1996 in cui sono definite le perdite tecnicamente accettabili nelle reti di adduzione ed in quelle di distribuzione (per deterioramento dei materiali e imperfezioni intrinseche delle strutture) in “non più del 20%”, come da art. 5.5. Il DPCM recita anche che “qualora le perdite in sistemi acquedottistici esistenti siano superiori a detto limite, il PRGA dovrà prevedere interventi di manutenzione entro un ragionevole periodo di tempo e pertanto una diminuzione, a parità di altre condizioni, del fabbisogno stesso” (Linee guida per la gestione delle perdite idriche nelle reti).

In Italia come in tanti paesi del mondo si utilizza tradizionalmente come Indicatore tecnico di performance il volume di acqua persa rispetto al volume di acqua immessa in rete espresso in

termini percentuali.

Invece, quanto al grado di efficienza del sistema idrico, lo studio condotto dal Gruppo di lavoro dell’IWA sui Performance Indicators, ritiene che sia inopportuno utilizzare come indicatore delle perdite reali il tradizionale valore percentuale del volume d’acqua immesso in rete adottato in Italia, in quanto esso non terrebbe in considerazione una serie di parametri molto importanti, quali: numero di prese, lunghezza della rete di distribuzione, percentuale di tempo in cui la rete è in pressione, materiali e condizioni delle condotte, frequenza delle rotture, ecc. Al fine di superare queste deficienze, è stato di recente sviluppato dall’IWA un indicatore di prestazione operativo di dettaglio per le perdite reali indicato come indice di

perdita infrastrutturale (Infrastructure Leakage Index), ILI, definito dal rapporto tra le perdite

reali annuali (Current Annual Real Losses CARL) e le Perdite Reali Fisiologiche Annuali (Unavoidable Annual Real Losses UARL), che separa l’influenza della pressione dai fattori “infrastrutturali” e consente un’analisi tecnica più accurata rispetto agli indicatori tradizionali (Burone et al. 2008).

3. Il bilancio idrico e la stima delle perdite

3.4 Misura dell’efficienza

(27)

25

In occasione del presente progetto si propone lo studio della rete acquedottistica di Acea Ato5 S.p.A..

Per dare consistenza a quanto detto finora, si riporta di seguito la procedura che ha generato il bilancio idrico delle reti e degli impianti del comprensorio acquedottistico di Acea Ato5 S.p.A. dall’1 gennaio al 30 settembre dell’anno in corso, per un totale di 272 giorni di osservazione.

Il primo passo è stato quello di definire i volumi in ingresso al sistema acquedottistico. Acea Ato 5 S.p.A. approvvigiona 84 comuni con prelievo di risorsa da pozzi e sorgenti appartenenti al parco acquedottistico in gestione. L’ingresso in rete è integrato da risorsa concessa da altri gestori, Acea Ato2, Consorzio ASI, Acqua Latina, ai quali cede anche in altri nodi, e Acqua Campania.

Figura 3.2: Schema generale acquedotti Acea Ato5 S.p.A.

3. Il bilancio idrico e la stima delle perdite

3.5 Il bilancio idrico di Acea Ato5 S.p.A. al 30/09/2017

3.5.1 Approccio metodologico

(28)

26

I dati sui volumi prelevati sono scaturiti quasi tutti dalle letture degli operatori sul campo tramite misuratori di portata di tipo Woltmann (letture in m3) e misuratori Venturi (letture in l/s) (letture caricate sulla piattaforma SAP e sempre disponibili alla consultazione); pochi sono derivati da stime sulla base di dati storici, e da letture in telecontrollo TLC; le specifiche fonti sono specificate nella tabella riportata nella sezione dei risultati.

Per il calcolo delle componenti del bilancio idrico nelle reti e negli impianti e per la valutazione delle perdite si è adottato l’approccio italiano, con le procedure viste nei paragrafi precedenti ed indicate dal D.M. 99/97, riferendosi per alcune stime alla Determinazione del 7 aprile 2014 n° 5 “Definizione delle procedure di raccolta dati ai fini dell’indagine conoscitiva

dell’efficienza del servizio idrico integrato e della relativa regolazione della qualità”.

Un elemento di novità di questo lavoro, rispetto all’approccio classico che Acea Ato5 S.p.A. ha finora adottato, è stato quello di comparare le componenti volumetriche del bilancio calcolate secondo il D.M. 99/97 con quelle della schematizzazione proposta dall’IWA, come visualizzato nella tabella di seguito:

Tabella 3.3: Componenti del Bilancio idrico proposto dal D.M. 99/97 applicate all’IWA

L’approccio dell’IWA scinde il volume immesso in rete in acqua fatturata e acqua non fatturata, la NRW Non-Revenue Water, (in letteratura anglosassone UFW Unaccounted-For Water). Il punto cruciale è proprio questa componente, cioè l’acqua prodotta ed immessa in rete che non raggiunge gli utenti, che è bene suddividere in consumo autorizzato non fatturato, perdite reali e perdite apparenti. Riallocare le componenti calcolate secondo il DM 99/97 in questa schematizzazione ha permesso di scindere dal calcolo delle perdite apparenti la componente A12 consumo autorizzato non fatturato non misurato.

(29)

27

Gli studiosi del tema ritengono che, a fronte dell’affermazione a livello internazionale dello schema per la predisposizione del bilancio proposto dall’IWA e del fatto che sono passati 20 anni dalla pubblicazione delle indicazioni per la predisposizione del bilancio previste dal DM 99/97, sia opportuno uniformarsi gli standard internazionali in modo da favorire una valutazione più corretta delle prestazioni dei sistemi idrici, che consenta il confronto delle performance sia a livello nazionale sia internazionale.

Quindi, il presente lavoro potrebbe definirsi un primo passo, da parte del Gestore Acea Ato5 S.p.A., per una conoscenza adeguata delle performance del proprio sistema acquedottistico, per rapportarle con quelle degli altri Gestori e per mettersi nelle condizioni di poterlo gestire in maniera ottimale.

Dal momento che non esiste un metodo standard per la stima delle perdite e non sono disponibili dati per il calcolo dei Performance Indicator dell’IWA, è stato preso in considerazione l’Indicatore tecnico di performance più diffuso e utilizzato tradizionalmente sia in Italia che in tanti paesi del mondo: la differenza tra la quantità d’acqua prelevata alla fonte e quella fatturata agli utenti, espressa come percentuale della quantità prelevata alla fonte. I due parametri complementari tra loro utilizzati a tale scopo sono i seguenti:

 Perdite idriche percentuali: rapporto tra l’acqua che non raggiunge l’utenza e quella immessa in rete, dunque le perdite totali:

 Rendimento percentuale di distribuzione: rapporto tra l’acqua erogata (prelevata e consumata dall’utente finale) e l’acqua immessa in rete:

Dove la voce acqua erogata corrisponde all’acqua fatturata, dunque la somma delle componenti prima definite come A10 ed A11.

(Cascetta, 2017)

3. Il bilancio idrico e la stima delle perdite 3. Il bilancio idrico e la stima delle perdite

(30)

28

Di seguito i volumi d’acqua prelevata dall’ambiente, confrontati con lo stesso periodo riferito all’anno 2016, per ogni fonte di approvvigionamento ed il relativo scarto rispetto all’anno precedente, ed i dati della risorsa prelevata da acquedotti esterni:

Denominazione Portata Media emunta 2016 (m3) Portata Media emunta 2017 (m3) Δ[2017-2016] m3 Δ% Fonte dati Acquacandida 222682,18 178622,05 -44060,1 -20% LETTURE m3 Acquanera (per Fiuggi) 497232,00 430859,52 -66372,5 -13% LETTURE L/S Antera 13608,71 14558,67 950,0 7% LETTURE m3 Bagnara 167853,89 105151,83 -62702,1 -37% LETTURE m3 Basciano 462428,69 469035,66 6607,0 1% LETTURE m3 Boccaciampa 28827,59 24620,54 -4207,0 -15% LETTURE m3 Boccafolle (ex Reg.

Lazio per Monte S.G.C.)

109011,11 107080,01 -1931,1 -2% LETTURE m3

Boccafolle per

Strangolagalli 85484,16 73388,16 -12096,0 -14%

STIMATO DATI STORICI (m3 NON RILEVATI) Caira 259543,46 247345,20 -12198,3 -5% LETTURE m3 Canali 25916,60 19940,66 -5975,9 -23% LETTURE m3 Canarolo 0,00 56253,20 56253,2 LETTURE m3 Capo d'acqua di Veroli (Alte e Basse) 1361275,20 946944,00 -414331,2 -30% LETTURE L/S

Capo Rio (ex

Comune) 65666,49 68579,24 2912,7 4% LETTURE m

3

Capo Rio (ex

Regione) 150549,41 108660,43 -41889,0 -28% LETTURE m

3

Capocosa 679319,58 682580,86 3261,3 0% LETTURE m3

Capofiume Alte

Medie e Soll. Basse 7640278,86 4876761,60 -2763517,3 -36% TLC Caporelle (ex

Comune) 805595,33 691269,04 -114326,3 -14% LETTURE m

3

Caporelle (ex

Regione Lazio) 550493,28 378777,60 -171715,7 -31% LETTURE m

3 Carpello 5785407,14 5630374,05 -155033,1 -3% LETTURE m3 Celleta 169184,98 176008,29 6823,3 4% LETTURE m3 Chiappitto 494685,31 493446,29 -1239,0 0% LETTURE m3 Cinquina 494354,35 468823,13 -25531,2 -5% LETTURE m3 Cippone-Collelungo 1882166,34 1601167,79 -280998,5 -15% TLC

3. Il bilancio idrico e la stima delle perdite

3.5 Il bilancio idrico di Acea Ato5 S.p.A. al 30/09/2017

3.5.2 Risultati

3. Il bilancio idrico e la stima delle perdite 3. Il bilancio idrico e la stima delle perdite

(31)

29

Colle Gaspero 199117,85 189388,80 -9729,1 -5%

STIMATO DATI STORICI CONTATORE DA

SOSTITUIRE Colle San Martino -

Cicogna 109176,14 116872,25 7696,1 7% LETTURE m 3 Colombella 33616,57 33143,04 -473,5 -1% TLC Crespasa 55664,96 13730,69 -41934,3 -75% LETTURE m3 Fabratera Vetus (Pozzi 1,2) 567042,62 537265,15 -29777,5 -5% LETTURE m 3 Falcone e Borsellino 260955,65 248572,80 -12382,8 -5%

STIMATO DATI STORICI PER SOSTITUZIONE RECENTE CONTATORI Fontana dei Bagni 57404,00 61678,52 4274,5 7% LETTURE m3

Fontana del Monte 44844,19 31012,42 -13831,8 -31% LETTURE m3

Fontana Fredda 135670,97 144664,32 8993,3 7% LETTURE m3

Fontanelle dei

Monti 14950,66 10628,96 -4321,7 -29% LETTURE m

3

Fonte Carro 74191,32 100098,18 25906,9 35% LETTURE m3

Forestelle 446244,77 331430,40 -114814,4 -26% LETTURE L/S Forma Casale 320497,68 289059,16 -31438,5 -10% LETTURE m3

Forma d'Aquino

CAPO D'ACQUA 5530062,62 5097399,55 -432663,1 -8% TLC Granciara - S. Pietro 34586,04 67377,52 32791,5 95% LETTURE m3

Iermalle 219176,06 77633,23 -141542,8 -65% LETTURE m3 La Sala 992094,80 695056,90 -297037,9 -30% TLC La Spina (fraz. Civita) 50110,73 40994,69 -9116,0 -18% LETTURE m 3 Madonna del Carmine 18073,11 14685,17 -3387,9 -19% LETTURE m 3 Madonna di Canneto 7704587,55 7527793,80 -176793,8 -2% LETTURE m 3 Merago 220976,39 121191,84 -99784,6 -45% LETTURE m3

Mola dei Frati 2742094,39 1978756,08 -763338,3 -28% TLC Morolense 396235,63 347876,35 -48359,3 -12% LETTURE m3

Oliveto Oscuro 278519,04 224899,20 -53619,8 -19%

STIMATO DATI STORICI PER ERRORE DI MISURA

DEI CONTATORI Posta Fibreno 15422737,92 15465181,34 42443,4 0% LETTURE m3

Pozzi Trivio 1463046,94 1370047,91 -92999,0 -6% TLC Pozzo Amaseno -

per Castro 177240,27 170764,60 -6475,7 -4% LETTURE m

3 Pozzotello 51891,84 22726,66 -29165,2 -56% LETTURE m3 Purifica 116425,28 113958,13 -2467,2 -2% LETTURE m3 Radiccio 316000,78 319117,64 3116,9 1% LETTURE m3 S. Giusta 558322,63 598077,65 39755,0 7% LETTURE m3 S. Maria 181904,50 119670,77 -62233,7 -34% LETTURE m3 S.Angelo di Pofi 178994,86 139946,49 -39048,4 -22% TLC S.Bartolomeo 81209,39 85615,80 4406,4 5% LETTURE m3

S.Giorgio a Liri 2502209,91 2436902,16 -65307,8 -3% LETTURE m3 S.Onofio 3944,16 11836,80 7892,6 200% STIMATO DATI STORICI

(32)

30

(m3 NON RILEVATI)

S.Rocco 433952,83 406695,36 -27257,5 -6% TLC Sorgente Tesoro 1 4659,49 1456,90 -3202,6 -69% LETTURE m3

Sorgente Tesoro 2 5372,66 3419,89 -1952,8 -36% LETTURE m3

Tecchiena 396380,62 376381,59 -19999,0 -5% LETTURE m3 Trovalle 182534,16 56939,03 -125595,1 -69% LETTURE m3 Tufanello 218447,07 264441,22 45994,1 21% LETTURE m3 Tufano 9063300,83 9842288,32 778987,5 9% TLC + SUBDISTRIBUTORI Vaccareccia I 120494,99 0,00 -120495,0 -100% LETTURE m3 Vaccareccia II 992201,68 700954,60 -291247,1 -29% LETTURE m3

Val San Pietro 1765893,76 1041373,16 -724520,6 -41% LETTURE m3

Vernieri (per

Torrice) 134041,17 97480,61 -36560,6 -27% LETTURE m

3

Via Appia 514112,91 495296,52 -18816,4 -4% LETTURE m3

Vico (per Fiuggi) 1150511,72 1106657,37 -43854,4 -4% LETTURE m3

Zappatine 1722974,68 1601908,00 -121066,7 -7% TLC VOLUME

TOTALE 80216265,47 73000595,34 -7215670,1 -9%

Tabella 3.4: Fonti di prelievo

Volume Prelevato Da Altri Acquedotti m3 2017 Consorzio Asi 12.794

Acqua Latina 288.522 Acea Ato2 5.192.397 Acqua Campania 875.393

Totale 2017 6.369.106

Tabella 3.5: Prelievo da altri acquedotti

In totale dai dati ottenuti e confrontati con l’anno 2016, per lo stesso arco temporale, si evince che nel 2017 è stato prelevato il 9% in meno della risorsa idrica con un volume prelevato di 73.000.595 m3 ed un volume totale fornito da altri acquedotti pari a 6.369.106 m3.

Calcolato, quindi, il volume totale prelevato ed immesso nel sistema acquedottistico, si è proceduto con la valutazione delle singole componenti che compongono il bilancio idrico, in riferimento al D.M. 99/97, esattamente secondo le indicazioni già esplicate nel par. 3.2; nelle tabelle di seguito vengono altresì indicate le metodologie di calcolo/stima e le differenze percentuali rispetto all’anno precedente per lo stesso periodo di osservazione.

Periodo di osservazione 272 giorni

Popolazione residente PR 442.757 abitanti (Istat 2016)

Lunghezza totale della rete L 6.115.000 m

Superficie totale interna delle condotte S 1.517.500 m2

Dotazione minima contrattuale Amc 108 m3/anno Tabella 3.6: Dati di input per il bilancio idrico

(33)

31 Compone nte Denominazione Unità di misura 2016 2017 Note Metodo di misura Δ% (2017-2016) A02 volume di acqua complessivamente prelevato

dall'ambiente per l'uso acquedottistico m3 80.216.500 73.000.595 a02 = a02p+a02s calcolato da normativa -9,0% A02p

volume di acqua grezza complessivamente prelevato e immesso in impianti di trasporto primario m3 1.083.750 885.142 da fonti ceccano calcolato da fonti -18,3% A02s

volume di acqua pronta all'uso complessivamente prelevato e immesso in impianti di trasporto secondario m3 78.178.750 72.115.454 da fonti: prelievo totale-ceccano calcolato da fonti -7,8% A03

volume complessivo delle perdite negli impianti di

trasporto m3 5.967.000 7.325.000 a03=a03p+a 03s calcolato da normativa 22,8% A03p

volume delle perdite di acqua grezza negli impianti di

trasporto primario

m3 33.000 27.000 3% a02p stimato -18,2%

A03s

volume delle perdite di acqua negli impianti di trasporto

secondario

m3 7.923.000 7.298.000 10%

(a06+a02s) stimato -7,9%

A04 volume in ingresso agli

impianti di trattamento m 3 1.050.750 858.142 prelevato da ceccano-perdite calcolato da normativa -18,3% A05

volume delle perdite di processo negli impianti di

trattamento m3 2.160 2.160 perdite potabiliz.cec cano stimato 0,0%

A06 volume prodotto dagli

impianti di trattamento m

3

1.048.590 855.982 a04-a05 calcolato da

normativa -18,4%

A07 volume prelevato da altri

sistemi di acquedotto m 3 5.358.000 6.369.106 consorzio asi + acqua latina+aceaa to2+ acqua campania calcolato da fonti 18,9% A07p

volume di acqua grezza prelevato da altri sistemi di

acquedotto

m3 0

A07s

volume prelevato da altri sistemi di acquedotto di

acqua trattata secondo specifica m3 5.358.000 6.369.106 consorzio asi + acqua latina+aceaa to2+ acqua campania calcolato da fonti 18,9%

A08 volume consegnato ad altri sistemi di acquedotto m 3 4.977.000 4.796.184 consorzio asi+acqua latina+aceaa to2 calcolato da fonti -3,6%

(34)

32

A08p

volume consegnato ad altri sistemi di acquedotto di

acqua grezza

m3 0

A08s

volume consegnato ad altri sistemi di acquedotto di

acqua trattata secondo specifica m3 4.977.000 4.796.184 consorzio asi+acqua latina+aceaa to2 calcolato da fonti -3,6%

A09 volume in ingresso alla rete di distribuzione m 3 72.327.000 67.246.500 a09=a02s+a 06+a07-a03s-a08s calcolato da normativa -7,0%

A10 volume di acqua consegnato alle utenze e misurato m

3 16.047.506 17.290.064 letto utenze+a08 dato commerciale + calcolato 7,7% A11

volume di acqua consegnato alle utenze per consumi autorizzati e non misurato

m3 831.000 1.191.000 0,6% a09+servizi o autobotti+g uarcino+ana gni stimato 43,3% A12 volume consumato in distribuzione per manutenzione e servizi agli

impianti

m3 81.000 87.000 0,5% a10 stimato da

normativa 7,4%

A13

volume perso in distribuzione per disservizi (rotture, scarichi per troppo pieno ecc.

)

m3 3.616.400 3.362.400 5% a09 stimato -7,0%

A14 volume sottratto (derivazioni non autorizzate) m

3 32.500 35.000 0,2% a10 stimato da

normativa 7,7%

A15

volume delle perdite reali nella rete di distribuzione,

serbatoi inclusi m3 50.113.594 43.551.536 a15=a09- a10-a11- a12-a13-a14-a16 calcolato da normativa -13,1% A16

differenza tra volume fornito e misurato per difetto di

misura dei contatori

m3 1.605.000 1.729.500 10%a10 stimato da

normativa 7,8%

A17

volume complessivamente perso in distribuzione (perdite "apparenti"+ perdite

"reali")

m3 55.367.494 48.678.436 a17=a13+a1

4+a15+a16

calcolato da

normativa -12,1%

A18 volume utilizzato m3 18.597.006 20.332.564

a18=a10+a1 1+a12+a14+

a16

calcolato da

normativa 9,3%

A19 volume immesso nel sistema acquedottistico m

3 84.620.500 79.369.702 a02+a07 calcolato da

normativa -6,2%

A20 volume fatturato m3 13.461.000 11.079.229 dato

commerciale -17,7%

Tabella 3.7: Calcolo componenti volumetriche del bilancio idrico secondo D.M. 99/97

(35)

33

In basso sono raffigurati i pesi delle componenti che rappresentano le perdite totali (che corrispondono al 72% dell’immesso in rete totale, di cui solo quelle reali costituiscono il 68% dell’immesso totale, quelle apparenti ne rappresentano il 4%).

Fig. 3.3: Perdite totali del sistema acquedottistico di Acea Ato5 S.p.A.

Fig. 3.4-3.5: Perdite reali ed apparenti del sistema acquedottistico di Acea Ato5 S.p.A. A03p 0,05% A03s 13,0% A05 0,004% A12 0,2% A13 6,0% A14 0,1% A15 77,6% A16 3,1%

Perdite totali

A03p A03s A05 A12 A13 A14 A15 A16 A03p; 27000; 0,05% A03s; 7298000; 13,46% A13; 3362400; 6,20% A15; 43551536, 09; 80,30%

Perdite reali

A14; 35.000; 2% A16; 1.729.50 0; 93% A12; 87.000; 5%

Perdite apparenti

(36)

34

Come si evince graficamente le perdite reali che pesano maggiormente sono quelle da serbatoi e condotte in adduzione e distribuzione (A15 e A03s), mentre di quelle apparenti risultano predominante gli errori di misura A16.

A prescindere da perdite reali ed apparenti, invece, le perdite dalla rete di distribuzione (dove la componente preponderante è la perdita dalle condotte) risultano maggiori rispetto a quelle sulle adduzioni.

Fig. 3.6-3.7: Perdite in adduzione e distribuzione del sistema acquedottistico di Acea Ato5 S.p.A.

Confrontando invece i risultati ottenuti per il 2017 con l’anno precedente si nota come siano in aumento le perdite apparenti, viceversa per le perdite reali. Ciò dovuto al fatto che l’immesso in rete è stato inferiore rispetto al 2016.

Fig. 3.8-3.9: Confronto perdite 2017-2016 Adduzion e primaria A03p 0,26% Adduzion e secondari a A03s+A13 ; 99,74% Perdite in adduzione 10.687.400 m3 A12 0,19% A14 0,08% A15 95,92% A16 3,81% Perdite in distribuzione 45.403.036 m3 0 200000 400000 600000 800000 1000000 1200000 1400000 1600000 1800000

A11 A12 A14

m

3

Perdite apparenti in crescita 20162017

0 10000000 20000000 30000000 40000000 50000000 60000000

A03p A03s A13 A15

m

3

Perdite reali in diminuzione

(37)

35

In seguito alle componenti del bilancio, sono stati calcolati i parametri relativi alla valutazione delle perdite, come previsto dall’all. 2 del D.M. 99/97; di seguito i risultati per rendimenti ed indici relativi ai 272 giorni del 2017 confrontati col 2016:

Componente Denominazione Unità di

misura 2016 2017 Formula RT Rendimento del trattamento - 99,8% 99,7% RT=A06/A04 R1 Rendimento primario - 22,2% 25,7% R1=A10/A09

R2 Rendimento al consumo - 23,3% 27,5% R2=(A10+A11)/A09

R3 Rendimento netto - 23,4% 27,6% R3=(A10+A11+A12)/A09

R4 Rendimento idraulico del servizio - 27,9% 31,7% R4=(A05+A08+A18)/A19

P1 Indice delle perdite totali in

distribuzione - 76,6% 72,4% P1=A17/A09 = 1-R3

P2 Indice dell'acqua non servita

all'utenza - 76,7% 72,5% P2=[A09-(A10+A11)]/A09 = 1-R2

P3 Indice delle perdite reali in

distribuzione - 69,3% 64,8% P3=A15/A09 R5 Rapporto finanziario - 15,9% 14,0% R5=A20/A19

I1 Indice lineare delle perdite totali m3/m 9,1 8,0 I1=A17/L

I2 Indice superficiale delle perdite

totali m

3/m2 36,5 32,1 I2=A17/S

I3 Indice lineare delle perdite reali in distribuzione. m

3/m 8,2 7,1 I3=A15/L

I4 Indice lineare di consumo netto m3/m 2,8 3,0 I4=(A10+A11+A12)/L

I5 Indice demografico di consumo

netto m

3

/ab. 38,3 41,9 I5=(A10+A11+A12)/(PR+GF/gg)

I6 Indice di eccedenza - 1,0 1,0 I6=(A10-Amc)/A10

Tabella 3.8: Indicatori di valutazione delle perdite ed indici di rendimento secondo il D.M. 99/97

Figura 3.10: Rendimenti del sistema acquedottistico 0,0% 20,0% 40,0% 60,0% 80,0% 100,0% 120,0% RT R1 R2 R3 R4 P1 P2 P3 R5

Parametri di valutazione delle perdite: Rendimenti

2016 2017

(38)

36

Figura 3.11: Indici di valutazione delle perdite

Dal confronto si nota come gli indici P delle perdite in distribuzione si siano ridotti, esattamente come per le componenti di bilancio di perdite reali; ciò è proporzionale al ridotto volume prelevato dalle fonti rispetto allo scorso anno, dovuto ad una generale minore piovosità degli ultimi anni, come indicato dagli andamenti delle piogge ricavati dai pluviometri nei 7 comuni della provincia presi come riferimento (Atina, Alatri, Broccostella, Campoli Appennino, Ceprano, Pontecorvo e Sora):

Figura 3.12: Dati di pioggia - Ufficio Idrografico Regione Lazio

I risultati riscontrati con il calcolo delle componenti del bilancio idrico proposto dall’IWA sono visualizzati di seguito:

10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 I1 I2 I3 I4 I5 I6

Valutazione delle perdite: Indici

2016 2017 0 50 100 150 200 250 300

gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

m m p io gg ia 2014 2015 2016 2017

(39)

37

Tabella 3.9: Componenti numeriche del Bilancio idrico proposto dal D.M. 99/97 applicate all’IWA

Fig. 3.13: Volume di acqua totale in ingresso al sistema acquedottistico di Acea Ato5 S.p.A. ACQUA FATTURATA 32% ACQUA NON FATTURATA 68%

TOTALE IMMESSO IN RETE (IWA) 79.367.684

(40)

38

Fig. 3.1

Figura 3.14: Volume di acqua non fatturata del sistema acquedottistico di Acea Ato5 S.p.A.

Figura 3.15: Semplificazione delle perdite secondo il D.M. 99/97

La valutazione dell’efficienza del sistema acquedottistico di Acea Ato5 S.p.A. secondo l’approccio tradizionale ha prodotto i seguenti risultati:

volume autorizzato non fatturato 87000; 0,2% perdite apparenti 1764500; 3,6% Perdite reali 46.913.936; 96,2%

ACQUA NON FATTURATA (IWA)

reali in distribuzione; 54.238.936; 97% apparenti; 1.851.500; 3%

Perdite D.M. 99/97

A14 A16 A03p A03s A13 A15 A14 A16 A12

(41)

39  Perdite idriche percentuali: 77%

 Rendimento percentuale di distribuzione: 23%

Secondo le statistiche ISTAT in occasione della giornata mondiale dell’acqua del 22 marzo 2017, nel complesso delle reti di distribuzione dell’acqua potabile dei comuni capoluogo di provincia in Italia, l’indicatore di perdite, espresso come rapporto percentuale tra il volume totale disperso e quello complessivamente immesso nella rete è pari a 38,2% nel 2015 (35,6% nel 2012), a conferma dello stato di disagio in cui versa l’infrastruttura idrica.

Alla luce di ciò i valori dei parametri calcolati per il sistema idrico di Acea Ato5 S.p.A. per l’anno in corso (gennaio-settembre) evidenziano una situazione particolarmente critica.

(42)

40

Abbiamo compreso finora quanto sia importante un utilizzo efficiente e consapevole della risorsa idrica che comporta per il Gestore una crescente attenzione all’efficienza delle reti di distribuzione e l’applicazione di adeguate strategie di gestione. L’acqua non fatturata (somma di perdite reali, perdite apparenti e usi autorizzati ma non fatturati) esiste in ogni rete di distribuzione ma è la sua entità ad essere diversa. Ciò dipende dalle caratteristiche delle tubazioni e da altri fattori locali, dalla qualità con cui l’acquedotto viene esercito dall’Ente Gestore e dal livello di tecnologia ed esperienza con cui viene controllato.

Il primo passo per il Gestore nello sviluppo di una strategia di riduzione dell’acqua non contabilizzata è porsi alcune semplici domande sulle caratteristiche della rete, sugli impianti e sulle pratiche operative e gestionali.

Le tipiche domande da porsi sono: 1. Quanta acqua viene dispersa? 2. Da dove viene dispersa? 3. Perché viene dispersa?

4. Quale approccio e quali tecnologie applicare per ridurre le perdite e migliorare le performance?

5. Come garantire l’efficacia dell’approccio scelto e come mantenere nel tempo i risultati ottenuti?

Alle prime due domande si risponde con il Bilancio Idrico visto nel capitolo precedente, quantificando le diverse componenti delle perdite reali (rotture di tubi, perdite da prese, sfiori da serbatoi, ecc) e delle perdite apparenti (imprecisione dei contatori, furti, volumi di acqua non misurati, ecc), e capire quali sono le componenti più rilevanti.

La terza domanda “Perché viene persa l’acqua?” può essere affrontata con una revisione delle modalità gestionali e operative dell’acquedotto, in modo tale da ridurre le componenti critiche delle perdite evidenziate nel Bilancio idrico.

Una volta capito come, dove e perché l’acqua viene dispersa, allora è possibile per un Gestore rispondere alle ultime due domande. Questa fase comporta:

4. La gestione delle perdite

4.1 Metodi di controllo efficace delle perdite

Figura

Figura 2.1: Schema tipo di un impianto di acquedotto
Tabella 2.2: Fonti di approvvigionamento di Acea Ato5 S.p.A.
Fig. 2.2: Densità abitativa
Figura 3.1: Schema di acquedotto tipo ai sensi del D.M. 99/97 (Linee Guida della Regione Emilia Romagna)3
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