INDICE
INTRODUZIONE
CAPITOLO I
LA FORMULAZIONE DELLA TEORIA DELLE “NORME INTERPOSTE”. ELABORAZIONE DOTTRINALE.
1. Contesto istituzionale d’origine della teoria delle “norme interposte”. 2. Le ipotesi individuate da Carlo Lavagna. 3. Il dibattito dottrinale e gli sviluppi giurisprudenziali. 4. Le critiche alla teoria delle norme interposte di Giocoli Nacci, Zagrebelsky
e Modugno. 5. Punti fermi e categorie di norme interposte.
CAPITOLO II
LE NORME INTERPOSTE D’ORIGINE NAZIONALE. 1. Premessa.
2. La legge di delegazione come parametro di legittimità del decreto legislativo delegato.
3. Le norme interposte d’interesse regionale. 3.a) Lo Statuto delle Regioni ordinarie.
3.b) Il rapporto tra legge quadro e leggi regionali nelle materie di competenza concorrente.
4. Una deroga al funzionamento della tecnica delle norme interposte: i regolamenti parlamentari.
CAPITOLO III
GLI OBBLIGHI INTERNAZIONALI COME NORME INTERPOSTE NEI GIUDIZI DI LEGITTIMITÀ COSTITUZIONALE.
1. Le norme di diritto internazionale in grado di integrare la sfera di operatività dell’art. 10 Cost.
2. Le norme di diritto internazionale come parametri interposti tra dottrina e giurisprudenza.
3. I trattati internazionali come parametri interposti del giudizio costituzionale.
3.a) La limitata operatività della tecnica dell’interposizione prima della riforma dell’art. 117, 1°c Cost.
3.b) I Patti lateranensi e le leggi di approvazione delle “intese” con le confessioni religiose diverse dalla cattolica come norme interposte del giudizio costituzionale.
3.c) Le norme e i trattati internazionali regolanti la condizione giuridica dello straniero come norme interposte del giudizio costituzionale.
3.d) Le sentenze nn. 348 e 349 del 2007.
CAPITOLO IV
LE DISPOSIZIONI DELLA CEDU COME PARAMETRI INTERPOSTI DEL GIUDIZIO COSTITUZIONALE.
1. Premessa.
2. La Cedu come trattato internazionale sui generis.
2.a) Il valore da attribuire alle norme Cedu nel sistema italiano delle fonti del diritto alla luce delle sentenze gemelle del 2007.
2.b) L’operatività della Cedu come fonte interposta alla luce dei più recenti sviluppi ermeneutici.
3. Il diritto Ue come parametro interposto.
3.a) Il <<cammino comunitario>> della Corte costituzionale in relazione al diritto dell’Ue self executing.
3.a.I) La fase anteriore alla novella dell’art. 117, 1°c Cost.
3.a.II) La “costituzionalizzazione dell’esistente” ad opera dell’art. 117, 1°c Cost.
3.b) L’”interposizione” del diritto comunitario non direttamente applicabile e la progressiva “parametrizzazione” del diritto europeo come motivo del dialogo tra Roma e Strasburgo.
CONCLUSIONI