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Academic year: 2021

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Premessa a “Leonardo” Fabio Minazzi

Materiali di Estetica – N. 7.1: 2020, Pagina 5

Premessa a “Leonardo”

di Fabio Minazzi fabio.minazzi@uninsubria.it

Questa sezione raccoglie alcuni differenti studi consacrati alla riflessione sull’opera e il pensiero di Leonardo da Vinci. Pur affrontando diversi aspetti dell’opera vinciana con differenti prospettive ermeneutiche e critiche, tutti questi differenti contributi possiedono tuttavia un comune file rouge che viene ben evidenziato fin dalle pagine introduttive nel breve, ma prezioso, contributo di Fulvio Papi.

Papi, come si vedrà, delinea una sintetica ma precisa antologia di alcuni pochi passi che Banfi ha dedicato a Leonardo e l’uomo moderno. Dalle pagine banfiane ben emerge come per Leonardo la tecnica sia animata da una sorta di grande “spirito illuminista”, in base al quale «nel lavoro rischiarato dalla scienza [Leonardo] riconosce la forza costruttrice del nuovo mondo dell’uomo per l’uomo». Il che spiega subito perché in questi contributi si presti anche un’attenzione particolare, per quanto in certi saggi possa forse risultare anche alquanto “sotterranea”, al rapporto che si è instaurato, a partire dal 1482, tra Leonardo e la città di Milano. Il che colloca allora Leonardo lungo un ideale orizzonte che si intreccia non tanto con l’età della ragione quanto con una tradizione che ha proprio nella civiltà delle scienze un suo punto archimedeo di riferimento privilegiato.

D’altra parte i saggi qui raccolti non si concentrano unicamente sul problema della tecnica – che pure in Leonardo è certamente eminente – proprio perché prendendo in considerazione diretta anche la sua tecnica artistica e pittorica consentono anche di meglio cogliere la complessità dell’interrogazione della natura delineata in modo innovativo dal vinciano. Per il quale ultimo non si tratta più di studiare passivamente la realtà, perché il Nostro si è ben resto conto che solo tramite un atteggiamento attivo e

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Premessa a “Leonardo” Fabio Minazzi

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creativo è possibile intendere meglio la natura e la sua stessa, intrinseca, cogenza necessitante. Così se Sara Taglialagamba esplora in modo più che puntuale alcuni pochi ma importanti e decisivi manoscritti di Leonardo per studiare il suo stesso rapporto con la Luna, Rolando Bellini ci guida, invece, in una complessa, ma affascinante, indagine di lettura critica a differenti livelli vertente su un probabile disegno autografo di Leonardo. La sezione si conclude infine con un contributo di Cristina Muccioli che, prendendo “una piega leonardesca” indaga il nesso tra estetica ed etica delle inclinazioni prendendo in considerazione un “frammento” che solo apparentemente sembra essere alquanto delimitato, minuscolo e fragile, anche perché, come scrive l’Autrice, Leonardo «ha giganteggiato per essersi fatto piccolo come le cose che osservava». In questa chiave anche questa è una piccola, modesta e flebile sezione leonardesca, ma ha l’ambizione di contribuire a farci meglio considerare l’importanza strategica dell’opera di Leonardo. Un’importanza che si radica del resto nel suo modo di considerare i rapporti tra arte e scienza avendo la capacità di scorgerne il lato costitutivo e fondante. Anche se spesso proprio questo peculiare nesso è stato anche occasione per una sommaria liquidazione di Leonardo (soprattutto nell’ambito degli studi di storia della scienza in alcuni autori), a nostro avviso è invece proprio questo paradigma che merita di essere tenuto ben presente non solo in ambito artistico, ma anche in quello scientifico perché l’ideale che ha sempre animato tutta l’opera di Leonardo costituisce in realtà un’utopia che ha ancora molto da donare al nostro tempo e alla stessa civiltà delle scienze contemporanee e future.

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