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(1)

Prova di trazione

 

Marco  Colombo          

marco1.colombo@polimi.it  

Metallurgia e Materiali non

Metallici

(2)

La prova di trazione uniassiale

Una delle più comuni e importanti prove distruttive, si ricavano

molte proprietà meccaniche dei materiali testati.

Consiste nel tendere progressivamente un

campione la cui dimensione longitudinale

(direzione in cui viene applicata la forza) è

rilevante rispetto a quelle trasversali.

La sollecitazione nel materiale è uniassiale e

uniforme.

Durante la prova vengono rilevate:

Ø

F

(Forza applicata al provino)

(3)

Il provino

Si riconoscono due zone:

Ø  A f f e r r a g g i : s e r v o n o p e r

«montare» il provino, possono essere lisci o filettati (nel caso di sezione circolare)

Ø  Tratto utile: tratto a diametro

minore, zona in cui si localizza la rottura.

Su

Lu

Ø  Lo = lunghezza iniziale tra i

riferimenti

Ø  Lc = lunghezza della parte calibrata

Ø  Lu = lunghezza ultima fra i riferimenti

Ø  So = area della sezione iniziale del

tratto utile

(4)

Il provino

Le dimensioni del provino sono normate.

Per sezioni circolari:

Per sezioni rettangolari:

​𝒍↓

𝟎

=𝟓

​𝒅↓

𝟎

​𝒍↓

𝟎

=𝟓.𝟔𝟓

√⁠​𝑺↓

𝟎

  

(​𝒍↓

𝟎

+

​​𝒅↓

𝟎

 /

𝟐

 )

​𝒍↓𝒄 

(

​𝒍↓

𝟎

+𝟐

​𝒅↓

𝟎

)

(5)

La macchina di prova

Cella di carico

Estensimetro

Provino

Traversa

Ø  Le prove di trazione vengono

eseguite su attrezzature dette macchine universali di prova (o macchine di trazione)

Ø  La macchina può lavorare in

controllo di forza, o in controllo di spostamento

Ø  Durante una prova di trazione in

controllo di spostamento, una estremità del provino è fissa e l’altra viene allontanata dalla prima con una velocità di spostamento imposta

Ø  In queste condizioni la forza

applicata viene rilevata da una strumentazione detta «cella di carico».

(6)

Rilevazione dell’allungamento

Ø  L’estensimetro ha due afferraggi che vengono fissati (premendoli) a

due punti del tratto utile distanti Lo (base dell’estensimetro)

Ø  Durante la prova gli afferraggi dell’estensimetro rimangono solidali a

questi punti e l’estensimetro rileva il loro spostamento relativo: ΔL

Ø  Tanto maggiore è la precisione richiesta nella misura di ΔL e tanto

minore è il valore massimo di ΔL misurabile

Ø  Corrispondenza tra base dell’estensimetro e L0 del provino.

(7)

0 2000 4000 6000 8000 10000 12000 0 2 4 6 DL (mm) C a ri co ( N ) 0 100 200 300 400 0 5 10 15 e% s ( N /m m 2 )

ε

% =

Δ

L/L

o

* 100

σ

= F/S

o

Output del test

L’effetto geometrico viene eliminato passando dal

diagramma F-ΔL ad uno σ-ε.

Spesso si preferisce utilizzare le deformazioni percentuali

moltiplicando la deformazione ingegneristica per 100.

(8)

Fasi nella curva di trazione

I

II

III

I: FASE DELLE PICCOLE DEFORMAZIONI (elastiche)

II: FASE DELLE GRANDI DEFORMAZIONI (plastiche)

III: FASE DELLA STRIZIONE

(9)

Fase delle piccole deformazioni

Per i materiali lineari elastici (metalli e ceramici), il primo tratto

della curva è approssimabile ad una retta:

E, chiamato modulo di Young (modulo di elasticità

longitudinale):

Ø

È legato al reticolo cristallino del materiale

Ø

Decresce con la temperatura

Ø

È indipendente dal grado di incrudimento e dai trattamenti

termici.

σ = Eε (Legge di Hooke)

Le deformazioni sono completamente reversibili (o

talmente piccole da essere considerate tali).

(10)
(11)

Fase delle piccole deformazioni

Limite elastico:

Carico massimo per il quale il comportamento del materiale è

elastico.

Come si trova dal grafico

σ

-

ε

?

Ø

Da

ε

% = 0.001 si traccia una retta con pendenza pari a

quella del tratto elastico

Ø

La sollecitazione all’intersezione della retta con la curva

σ

-

ε

(12)

Fase delle piccole deformazioni

Carico di snervamento:

Scostamento dal comportamento lineare quando il carico

viene aumentato oltre un certo limite.

È causato dall’inizio del movimento delle dislocazioni nel

reticolo cristallino

Rottura di legami chimici tra atomi adiacenti, con formazione

di nuovi legami

(13)

Fase delle piccole deformazioni

0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 500 0 0,002 0,004 0,006 0,008 0,01 σ ε

Snervamento marcato,

facilmente individuabile

Snervamento graduale

R

(14)

R

p02

:

Fase delle piccole deformazioni

Ø  Il passaggio al periodo delle grandi

deformazioni è definito convenzionalmente

Ø  Si entra nel periodo delle grandi deformazioni

quando la deformazione residua dopo rimozione del carico (deformazione plastica) è dello 0,2% (ε = 0,002).

Ø  da ε = 0.002 si traccia una retta con pendenza

pari a quella del tratto elastico

Ø  la sollecitazione all’intersezione della retta con

la curva è il limite elastico

(15)

A seguito dello snervamento, la pendenza della curva si

riduce, fino ad arrivare ad un massimo.

Fase delle grandi deformazioni

Considerazioni:

Ø  Le ε plastiche sono molto

maggiori di quelle elastiche

Ø  Le ε plastiche, a differenza di

quelle elastiche, sono permanenti

Ø  L’andamento della curva è

s p i e g a t o d a f e n o m e n i d i incrudimento (movimento delle dislocazioni ostacolato)

Ø  La sezione resistente decresce

uniformemente lungo il provino

(16)

Carico a rottura (R

m

):

Carico oltre al quale si innescano meccanismi di danneggiamento così importanti che compromettono l’integrità strutturale del provino.

Considerazioni:

Ø  Al carico massimo avviene un fenomeno di instabilità: a

causa di difetti, variazioni di sezione o altro la deformazione inizia a localizzarsi in una sola regione del tratto utile

Ø  Durante la strizione la deformazione aumenta in prossimità

della sezione dove avverrà la rottura finale

Ø  La deformazione locale può essere calcolata sulla base

della riduzione locale di sezione (ipotesi di volume costante, no deformazioni elastiche)

(17)

Dal provino fratturato possiamo ricavare importanti

informazioni sulle proprietà del materiale:

Ø

  L’ a

llungamento percentuale dopo rottura (A%):

A% = [(l

u

-l

0

)/l

0

]*100

Ø

Il coefficiente di strizione percentuale (Z%):

Z% = [(S

o

– S

u

)/S

o

]* 100 = [(d

0 2

- d

u2

)/ d

02

] * 100

La rottura

(18)

Quando la curva σ-ε supera il massimo, sembra che il

materiale si indebolisca.

Sforzo reale:

σ

R

= F/A

i

= σ(1+ε)

Deformazione reale:

ε

R

= ln(1+ ε)

La curva sforzo e deformazione reali

Non si tiene conto del fatto che la sezione diminuisce,

perché σ è calcolato usando la sezione iniziale del

provino.

Sforzo nominale Sforzo reale

Sezione resistente

(19)

Ripasso

Dall’analisi di un test a trazione si possono ricavare:

Ø  Modulo elastico (E): pendenza del tratto lineare della curva σ-ε

Ø  Sforzo di snervamento (Rp02): intersezione tra la curva σ-ε e una retta

con pendenza E, traslata orizzontalmente di 0.002 rispetto a quella del punto precedente

Ø  Sforzo di rottura (Rm): massimo della curva σ-ε (ingegneristica)

Ø  Allungamento percentuale a rottura (A%):

Ø  Strizione percentuale a rottura (Z%):

𝑨

%=  

​​𝒍↓𝒖 

​𝒍↓

𝟎

 /​𝒍↓

𝟎

  

∗𝟏𝟎𝟎

(20)

Esercizio

Dai dati forniti:

Ø

Disegnare la curva di trazione completa;

Ø

Ricavare E;

Ø

Ricavare R

m

;

Ø

Ricavare R

p02

;

(21)

Soluzione

Modulo Elastico:

E = 215,9 GPa

y = 215944x + 2,0965 R² = 0,99988 0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 0 0,0002 0,0004 0,0006 0,0008 0,001 0,0012 0,0014 0,0016 0,0018 0,002 σ ε

(22)

Soluzione

R

p02

:

R

p02

= 475 MPa

0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 500 0 0,002 0,004 0,006 0,008 0,01 σ ε

(23)

Soluzione

R

m

:

R

m

= 524 MPa

0 100 200 300 400 500 600 0 0,01 0,02 0,03 0,04 0,05 0,06 0,07 0,08 σ ε

(24)

Soluzione

𝐀%=  

20.84%

𝐙%=𝟒𝟖.𝟒𝟒%  

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