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Giordano Meacci, Improvviso il Novecento. Pasolini professore, Minimum Fax, Roma 2015. [Recensione]

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Academic year: 2021

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GIORDANO MEACCI, Improvviso il Novecento. Pasolini professore, Minimum Fax, Roma 2015, pp. 442, € 15,00.

La lettura di Improvviso il Novecento suscita quelle emozioni straordinarie che solo le grandi scoperte, le grandi “acquisizioni” sanno trasmettere.

Ci si trova di fronte ad un saggio, che è al contempo diario di viaggio e reportage. Il giovane autore, infatti, ci offre un ammirato ritratto del Pasolini professore, guardando al tempo e alla figura del grande scrittore con la passione e l'intensità di un “antropologo”: ascolta chi visse Pasolini, non con la loro nostalgia bensì, con la commossa emozione di chi ha mancato un'esperienza unica.

Il saggio è un sapiente collage corale, in cui sono registrate immagini e voci ancora strozzate da quell'innocente desiderio che è proprio del ricordo.

Curiosa è, ad esempio,la testimonianza dei coniugi “Bolotta” che trasformarono la loro casa, nella scuola media “Francesco Petrarca “ di Ciampino che, nei primi anni Cinquanta, ospitò le lezioni del “ Pasolini professore”, quella del commerciante “Giulio Romani”, che racconta della grande passione di Pasolini per lo sport e di quanto fosse bravo con il “pallone tra i piedi” o ancora, la testimonianza del gallerista “Ugo Ferranti”, che ricorda come il metodo d'insegnamento del “ professor Pasolini fosse un metodo totale” e spiega: “egli non parlava mai ex cathedra , come eravamo abituati con i professori di allora ma sempre come un amico.... Avevamo capito subito che ci doveva educare e ci siamo affidati a lui totalmente. Non l'ho mai visto con un vero e proprio registro in mano, aveva un foglio protocollo a quadretti con i nostri nomi, alle volte però metteva anche delle note sul diario ma non era nella sua natura essere autoritario, non ne aveva bisogno.

Agli inizi noi eravamo abituati al tema di fantasia, lo avevamo sempre fatto alle elementari, lui invece, voleva che imparassimo a descrivere la realtà che avevamo intorno. Ragazzi guardate fuori dalla finestra e scrivete la verità, descrivete la realtà!”

Sono proprio testimonianze come queste, che fanno di questo saggio, un libro “importante” e lo rendono un buon punto di partenza per le nuove generazioni o per chiunque voglia familiarizzare con uno straordinario narratore della verità del reale.

Meacci è un appassionato “ingordo”, capace di consegnarci un volume leggibilissimo fluido, snello che nel finale, offre capitoli molto belli ed intensi, come quello in cui racconta il suo viaggio a Casarsa.

Se il corpo di carne è divenuto una maschera irriconoscibile e si è fatta polvere, quello fatto di parole si è separato da lui, vive un'altra vita e continua a raccontare del corpo che non c'è più.

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