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View of Marco Piccino, <em>Contesti comunicativi e genitorialità. Per un linguaggio educativo tra genitori e figli</em>, Bulzoni, Roma, 2008

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Rivista Italiana di Educazione Familiare, n. 1 - 2009, pp. 95-97

Marco Piccino, Contesti comunicativi e genitorialità.

Per un linguaggio educativo tra genitori e figli, Bulzoni,

Roma, 2008

Tania Terlizzi

Il volume di Marco Piccinno tratta un argomento assai attuale all’in-terno della ricerca pedagogica contemporanea, quella cioè della relazio-ne tra genitori e figli all’interno della famiglia. Sempre più spesso capita infatti di imbattersi in discussioni e dibattiti proprio relativi a questo tema così delicato, individuato da più parti come centrale rispetto a mol-te delle problematiche sociali e giovanili che riguardano la nostra con-temporaneità. In particolare il volume si concentra sulla tematica della comunicazione all’interno delle famiglie, e lo fa ponendosi il problema della qualità di tale relazione, chiedendosi cioè attraverso quali strategie prevalenti i genitori cerchino di trasmettere ai figli valori e regole, auto-stima e senso di efficacia, e attraverso quali strategie a loro volta i figli ri-spondano a queste verbalizzazioni e quanto alla fine ne siano soddisfatti.

La prospettiva metodologica sposata dall’autore del volume è quella di un interessante completamento e arricchimento reciproco tra la dimen-sione teorica e quella dell’esperienza pratica, con un lavoro che consta di una prima parte di taglio più teorico analitico e di una seconda più prati-ca e sperimentale. In particolare, come già accennato, il focus dell’intero lavoro è da ricercare in una delle possibili manifestazioni esplicite della relazione tra genitori e figli, cioè nella dimensione dell’interazione lingui-stica, cercando in particolare di cogliere potenzialità e limiti dei modelli di interazione verbale utilizzati dai genitori nella relazione educativa coi propri figli. Partendo dal presupposto che i ragazzi adolescenti manifesta-no in maniera più o memanifesta-no chiara continui bisogni di natura relazionale, la ricerca si occupa appunto di indagare le modalità di risposta dei genitori proprio a questi bisogni, partendo dal presupposto che siano proprio i genitori la chiave di volta per comprendere a fondo molte delle dinamiche comportamentali messe in atto dai ragazzi nella fase adolescenziale.

Nella prima parte del volume l’autore, a partire da una presa in con-siderazione delle teorie di Watzlawick sulla comunicazione umana,

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com-96 Rivista Italiana di Educazione Familiare, n. 1 - 2009 pie una ricognizione di quelli che sono i possibili modelli di interazione verbali finalizzati a rispondere al bisogno di riconoscimento, bisogno che sappiamo essere assolutamente primario nell’età adolescenziale. I mec-canismi del rifiuto, della conferma e della sollecitudine sono considerati quindi dall’autore indispensabili nel processo di personalizzazione tipico dell’età adolescenziale. Considerando, sulla scia di Bruner, l’identità per-sonale come un’istanza essenzialmente intersoggettiva, ecco che le dina-miche relazionali precedentemente delineate prendono forma e assumono la loro importanza assolutamente irrinunciabile proprio all’interno degli stili educativi scelti dai genitori. Proprio loro infatti possono accogliere o al contrario opporre un rifiuto ai bisogni impliciti dei ragazzi attraverso la scelta di un determinato stile di comunicazione piuttosto che di un altro, in una relazione diretta tra stili comunicativi e reazioni comportamentali che deve essere la chiave di lettura di molte situazioni problematiche ap-parentemente incomprensibili proprio agli occhi dei genitori stessi

La ricerca esposta nella seconda parte vuole quindi andare proprio a scavare all’interno delle interazioni tra genitori e figli, e lo fa compiendo una complessa analisi di tipo statistico-semantico sulle frasi elaborate dai genitori in risposta a stimoli proposti dal ricercatore rispetto ad alcune ipotesi di fatti che possono accadere ai ragazzi. La ricerca vuole quindi proprio capire quanto le verbalizzazioni dei genitori siano effettivamen-te efficaci e utili per contribuire a quel processo di personalizzazione in-dispensabile per fondare un saldo e sicuro senso del sé. La seconda parte del volume quindi si rivela particolarmente utile e interessante per tutti coloro che lavorano nel campo dell’adolescenza, oltre che per i genitori, in quanto offre un interessante strumento di analisi delle più frequenti tipologie di risposte e di verbalizzazioni utilizzate con i ragazzi, e indu-ce quindi una riflessione profonda circa l’opportunità di sindu-ceglierne uno piuttosto che un altro. Si tratta di un’analisi che, pur nella sua indubbia complessità, riesce comunque molto efficacemente a centrare il focus del problema, proponendo una chiave di lettura innovativa e interessante all’insorgere delle problematiche familiari nel periodo dell’adolescenza dei figli. In particolare il volume prova a costruire un ponte ideale tra bisogni espressi in maniera più o meno esplicita dai ragazzi e strumenti adottati dagli adulti per rispondere a questi bisogni, rivelandone in molti casi l’inadeguatezza, anche legata alla difficoltà profonda di riconosce-re i bisogni stessi. La ricerca di una canale di sintonizzazione emotiva con i propri figli passa inevitabilmente, secondo l’autore, dalla necessità di calibrare e perfezionare i propri stili comunicativi, nella direzione di una sempre maggiore capacità di individuare prima e rispondere poi ai

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Tania Terlizzi/Marco Piccino, Contesti comunicativi e genitorialità … 97 bisogni espressi o anche non espressi dai ragazzi. La ricerca invita quin-di a lavorare in termini quin-di consapevolezza, che relativamente ai genitori assume significato su un doppio fronte. Da una parte è necessario infatti che essi siano consapevoli di sé, delle proprie dinamiche relazionali pre-valenti, dei propri valori e del significato implicito e esplicito di ciò che affermano o sostengono. Dall’altro è altresì necessario che acquistino maggiore consapevolezza rispetto ai figli, ai loro bisogni, e soprattutto ri-spetto al legame che esiste tra i comportamenti dei figli e le loro strategie relazionali e comunicative, unica via per comprendere a fondo eventuali difformità o incomprensioni che dovessero sorgere.

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