Se al traguardo finalmente ho ormeggiato I tanti aiuti non ho dimenticato.
Mamma e papà in prima istanza, che mi han sostenuto con costanza. Viene poi la mi’ sorella cara,
mi ha sollevato dall’angoscia amara. E i miei amici seguono da vicino, compagni di questo lungo cammino: Michele, il paziente,
mozzo, sensei e tenente, tanto mi hai sopportata, che fossi allegra o disperata. E di Jacopo che narrare?
A volte solo tu il sorriso mi hai fatto tornare. E poi Sonia, Lucia, Patrizia,
è stata preziosa la vostra amicizia. A tutti voi dedico con piacere Il grazie di un quasi-ingegnere.