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Problema1

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Academic year: 2021

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(1)

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PNI 2009

SESSIONE SUPPLETIVA

- PROBLEMA 1

Si consideri la funzione: 𝑓(π‘₯) = { π‘™π‘›βˆšπ‘₯2+ 1 π‘π‘’π‘Ÿ π‘₯ < 0 0 π‘π‘’π‘Ÿ π‘₯ = 0 π‘Žπ‘Ÿπ‘π‘‘π‘” 𝑠𝑒𝑛π‘₯ π‘π‘’π‘Ÿ π‘₯ > 0

1)

Si provi che essa Γ¨ continua, ma non derivabile, nel punto π‘₯ = 0

.

ContinuitΓ : 𝑓(0) = 0 lim π‘₯β†’0βˆ’π‘™π‘›βˆšπ‘₯ 2+ 1 = 0 lim π‘₯β†’0+π‘Žπ‘Ÿπ‘π‘‘π‘” 𝑠𝑒𝑛π‘₯ = 0

Quindi la funzione Γ¨ continua in x=0. DerivabilitΓ : Se x<0: 𝑓(π‘₯) = 1 2ln(π‘₯ 2+ 1), 𝑓′(π‘₯) =1 2βˆ™ 2π‘₯ π‘₯2+1= π‘₯ π‘₯2+1β†’ 0 𝑠𝑒 π‘₯ β†’ 0βˆ’ Se x>0: 𝑓(π‘₯) = π‘Žπ‘Ÿπ‘π‘‘π‘” 𝑠𝑒𝑛π‘₯ , 𝑓′(π‘₯) = π‘π‘œπ‘ π‘₯ 1+𝑠𝑒𝑛2π‘₯β†’ 1 𝑠𝑒 π‘₯ β†’ 0 +

Quindi la funzione NON Γ¨ derivabile in x=0 (abbiamo un punto angoloso).

2)

Si studi tale funzione e si tracci il suo grafico 𝛾, su un piano riferito ad un sistema di assi cartesiani ortogonali (Oxy). Per quel che riguarda le ascisse positive, ci si limiterΓ 

all’intervallo 0 ≀ π‘₯ ≀ 2πœ‹.

𝑓(π‘₯) = {

π‘™π‘›βˆšπ‘₯2+ 1 π‘π‘’π‘Ÿ π‘₯ < 0 0 π‘π‘’π‘Ÿ π‘₯ = 0

(2)

Studiamo la funzione di equazione:

𝑦 = π‘™π‘›βˆšπ‘₯2+ 1 π‘π‘’π‘Ÿ π‘₯ < 0

Dominio: βˆ’βˆž < π‘₯ < 0

Simmetrie notevoli:

Non si pone il problema, dato l’intervallo di studio.

Intersezioni con gli assi cartesiani:

Se 𝑦 = 0, π‘™π‘›βˆšπ‘₯2+ 1 = 0, π‘‘π‘Ž 𝑐𝑒𝑖 √π‘₯2+ 1 = 1, π‘₯ = 0

Segno della funzione:

𝑦 > 0 𝑠𝑒 π‘™π‘›βˆšπ‘₯2 + 1 > 0 ⟹ √π‘₯2+ 1 > 1: βˆ€π‘₯

Limiti:

lim π‘₯β†’βˆ’βˆžπ‘™π‘›βˆšπ‘₯

2 + 1 = +∞ ;

Non c’è asintoto obliquo, poichΓ© la funzione non Γ¨ un infinito del primo ordine.

Derivata prima:

𝑦′ = π‘₯

π‘₯2+1< 0 𝑠𝑒 π‘₯ < 0: la funzione Γ¨ sempre decrescente in βˆ’βˆž < π‘₯ < 0.

Derivata seconda:

𝑦′′ = 1βˆ’π‘₯2

(π‘₯2+1)2 β‰₯ 0 se 1 βˆ’ π‘₯

2 β‰₯ 0 ⟹ π‘₯2βˆ’ 1 ≀ 0 ⟹ π‘₯ ≀ βˆ’1 π‘œπ‘Ÿ π‘₯ β‰₯ 1 Nel nostro intervallo di studio 𝑦′′β‰₯ 0 𝑠𝑒 π‘₯ ≀ βˆ’1 , 𝑦′′ < 0 𝑠𝑒 βˆ’ 1 < π‘₯ < 0 Il grafico della funzione di equazione 𝑦 = π‘™π‘›βˆšπ‘₯2 + 1 π‘π‘’π‘Ÿ π‘₯ < 0 Γ¨ il seguente:

(3)

Studiamo la funzione di equazione: 𝑦 = π‘Žπ‘Ÿπ‘π‘‘π‘” 𝑠𝑒𝑛π‘₯ π‘π‘’π‘Ÿ 0 ≀ π‘₯ ≀ 2πœ‹ Dominio: 0 ≀ π‘₯ ≀ 2πœ‹

Simmetrie notevoli:

Non si pone il problema, dato l’intervallo di studio.

Intersezioni con gli assi cartesiani:

Se π‘₯ = 0, 𝑦 = 0 Se 𝑦 = 0, π‘₯ = 0, πœ‹, 2πœ‹

Segno della funzione:

𝑦 > 0 𝑠𝑒 π‘Žπ‘Ÿπ‘π‘‘π‘” 𝑠𝑒𝑛π‘₯ > 0 ⟹ 𝑠𝑒𝑛π‘₯ > 0: 0 < π‘₯ < πœ‹

Limiti:

La funzione Γ¨ definita e continua in un intervallo chiuso e limitato, quindi calcoliamo i valori che assume agli estremi:

𝑓(0) = 𝑓(2πœ‹) = 0 Derivata prima: 𝑦′ = π‘π‘œπ‘ π‘₯ 1+𝑠𝑒𝑛2π‘₯> 0 𝑠𝑒 π‘π‘œπ‘ π‘₯ > 0 ∢ 0 ≀ π‘₯ < πœ‹ 2 , 3

2πœ‹ < π‘₯ ≀ 2πœ‹ : in tali intervalli la funzione Γ¨ cresce; π‘₯ =πœ‹

2 Γ¨ punto di massimo relativo (e assoluto), Γ¨ vale 𝑓 ( πœ‹

2) = π‘Žπ‘Ÿπ‘π‘‘π‘”(1) = πœ‹ 4 ; π‘₯ =3

2πœ‹ Γ¨ punto di minimo relativo (e assoluto), Γ¨ vale 𝑓 ( 3

2πœ‹) = π‘Žπ‘Ÿπ‘π‘‘π‘”(βˆ’1) = βˆ’ πœ‹ 4

Derivata seconda:

se 𝑠𝑒𝑛(π‘₯) < 0, πœ‹ < π‘₯ < 2πœ‹ : il grafico quindi volge la concavitΓ  verso l’alto per πœ‹ < π‘₯ < 2πœ‹ e verso il basso per 0 < π‘₯ < πœ‹ ; abbiamo un flesso in (0; πœ‹).

(4)

Il grafico della funzione di equazione: 𝑓(π‘₯) = { π‘™π‘›βˆšπ‘₯2+ 1 π‘π‘’π‘Ÿ π‘₯ < 0 0 π‘π‘’π‘Ÿ π‘₯ = 0 π‘Žπ‘Ÿπ‘π‘‘π‘” 𝑠𝑒𝑛π‘₯ π‘π‘’π‘Ÿ 0 < π‘₯ ≀ 2πœ‹ Γ¨ pertanto il seguente:

3)

Si calcoli l’area della superficie piana, situata nel 𝑰𝑰 quadrante, delimitata dalla curva 𝛾, dall’asse x e dalla retta di equazione x = -1.

L’area richiesta Γ¨ data dal seguente integrale:

∫ π‘™π‘›βˆšπ‘₯2+ 1 𝑑π‘₯ = 0 βˆ’1 1 2βˆ™ ∫ ln (π‘₯ 2+ 1) 𝑑π‘₯ 0 βˆ’1

Cerchiamo, integrando per parti, una primitiva di 𝑦 = ln (π‘₯2+ 1).

∫ ln(π‘₯2+ 1) 𝑑π‘₯ = ∫(π‘₯)β€² βˆ™ ln(π‘₯2+ 1) 𝑑π‘₯ = π‘₯ βˆ™ ln(π‘₯2+ 1) βˆ’ ∫ π‘₯ βˆ™π‘₯2π‘₯2+1 𝑑π‘₯ = = π‘₯ βˆ™ ln(π‘₯2 + 1) βˆ’ 2 ∫ π‘₯ 2 π‘₯2+ 1 𝑑π‘₯ = π‘₯ βˆ™ ln(π‘₯ 2+ 1) βˆ’ 2 ∫π‘₯2 + 1 βˆ’ 1 π‘₯2+ 1 𝑑π‘₯ = = π‘₯ βˆ™ ln(π‘₯2 + 1) βˆ’ 2 ∫ 𝑑π‘₯ + 2 ∫ 1 π‘₯2 + 1 𝑑π‘₯ = π‘₯ βˆ™ ln(π‘₯2 + 1) βˆ’ 2π‘₯ + 2π‘Žπ‘Ÿπ‘π‘‘π‘”(π‘₯) + π‘˜ Quindi: π΄π‘Ÿπ‘’π‘Ž =1βˆ™ ∫ ln(π‘₯2+ 1) 𝑑π‘₯ 0 =1[π‘₯ βˆ™ ln(π‘₯2+ 1) βˆ’ 2π‘₯ + 2π‘Žπ‘Ÿπ‘π‘‘π‘”(π‘₯)] βˆ’1 0 =

(5)

= 1 2[0 βˆ’ (βˆ’ ln(2) + 2 + 2(βˆ’ πœ‹ 4))] = 1 2[ln(2) βˆ’ 2 + πœ‹ 2] = ( πœ‹ 4+ π‘™π‘›βˆš2 βˆ’ 1) 𝑒 2 β‰… 0.1320 𝑒2

4)

Utilizzando uno dei metodi di integrazione numerica studiati, si calcoli un valore

approssimato dell’area della superficie piana, delimitata dall’asse delle π‘₯ e dall’arco di 𝛾 i cui estremi hanno ascisse 0 𝑒 πœ‹.

Posto 𝑓(π‘₯) = π‘Žπ‘Ÿπ‘π‘‘π‘” 𝑠𝑒𝑛π‘₯ , consideriamo l’intervallo [0; πœ‹] e dividiamolo in n parti; poniamo β„Ž =πœ‹βˆ’0

𝑛 = πœ‹ 𝑛.

Utilizzando, per esempio, la formula dei trapezi, l’integrale dato puΓ² essere approssimato mediante la formula: ∫ 𝑓(π‘₯)𝑑π‘₯ ≅𝑏 βˆ’ π‘Ž 𝑛 [ 𝑓(π‘₯0) + 𝑓(π‘₯𝑛) 2 + 𝑓(π‘₯1) + 𝑓(π‘₯2) + β‹― + 𝑓(π‘₯π‘›βˆ’1)] 𝑏 π‘Ž

Nel nostro caso, ponendo per esempio n=5, abbiamo β„Ž =1 5 π‘₯0 = 0, π‘₯1 = πœ‹ 5, π‘₯2 = 2 5πœ‹, π‘₯3 = 3 5πœ‹, π‘₯4 = 4 5πœ‹, π‘₯5 = πœ‹ Quindi si ha la seguente approssimazione:

π΄π‘Ÿπ‘’π‘Ž = ∫ π‘Žπ‘Ÿπ‘π‘‘π‘” 𝑠𝑒𝑛π‘₯ 𝑑π‘₯ πœ‹ 0 β‰…πœ‹ 5βˆ™ [ 𝑓(0) + 𝑓(πœ‹) 2 + 𝑓 ( πœ‹ 5) + 𝑓 ( 2 5πœ‹) + 𝑓 ( 3 5πœ‹) + 𝑓 ( 4 5πœ‹)] = β‰… 1.62 𝑒2

(il valore esatto Γ¨ 1.69)

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