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Livelli di attenzione nel giocatore di baseball

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Academic year: 2021

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LIVELLI ATTENTIVI NEL GIOCATORE DI BASEBALL

Introduzione

La nascita del baseball moderno è strettamente legata alla storia degli Stati Uniti d’ America, poiché con il passare del tempo il baseball è diventato uno sport nazionale, simbolo della crescente potenza americana, appunto per questo quando nella stessa nazione si è cercato di trovare una data di origine del baseball gli studiosi americani e la stessa neonata National League nella metà dell’800 hanno cercato di negare ogni affiliazione a giochi e sport europei soprattutto inglesi. Ma come in altri sport in realtà non esiste una data univoca della sua nascita, già in Europa esistono testimonianze scritte risalenti al 1300 in cui si descrive un gioco praticato dai monaci francesi con mazza e palla e in Inghilterra un gioco chiamato “stoolball”, gli storici ipotizzano sia un discendete del cricket, sport simile al baseball, ma a differenza del pensiero comune, essi non hanno una storia comune.

David Block et al. osservano come lo sviluppo e la nascita del baseball sono più recenti, intorno alla metà del 1600 in Gran Bretagna e Irlanda si pratica un gioco popolare chiamato “base-ball” esso poi con il tempo si è modificato trasformandolo in “rounders”, Nei primi dell’700 che questo gioco popolare si diffonde pure nelle colonie americane. Con lo scoppio della guerra d’ indipendenza, la successiva vittoria Americana e con lo sviluppo

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e nascita della nuova cultura americana, ormai il gioco popolare si è evoluto in uno sport vero e proprio con 100 squadre dilettanti registrate, ed è qui che si è cominciato a ricercare una storia fine a se stessa, su come il baseball sia prettamente un sport Americano, nella metà dell’ 800 fino agli inizi dell’ 900 si dà credito alla teoria di Albert Spalding il quale fa risalire la creazione del baseball moderno all’ eroe della guerra Messico-Stati Uniti Abner Doubleday che ne invento le regole e i ruoli, nato a Cooperstown, ancora oggi città della hall of fame del baseball americano, piccola cittadina nello stato di New-York al epoca si scelse perché Doubleday era un cittadino americano nato in un villaggio di famiglie americane da varie generazioni rendendo così di fatto il baseball uno sport americano, nella realtà dei fatti come già accennato il progenitore del baseball il gioco “rounders” si era già diffuso in America da molto tempo e con il passare del tempo si sono create variazioni del gioco fino a portarlo al moderno baseball, solo nel 1973 si è accettato il contributo dell’ inglese naturalizzato americano Alexander Cartwright che nel 1845 fondò la squadra dei “knickerbockers” a New York e alcune delle regole vigenti tutt’ oggi quale il foulball e tre strike per ogni lanciatore, oltre a omologare la distanza tra le basi e il numero dei giocatori, grazie a queste poche regole ma fondamentali nel gioco si sono creati i due campionati nazionali la “National League(1876) e l’ American League(1901) che nel 1903 si fondarono formando la MLB(Major League Baseball) , nel campionato attuale sono ancora divise con regole leggermente diverse quando si affrontano due

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squadre di leghe diverse si usano le regole della squadra ospitante come vedremo più in là, grazie anche a tutto questo fermento in America che il vecchio continente comincio a trovare interesse per questo sport, già durante il periodo tra le due guerre mondiali incominciarono a attecchire le prime squadre anche se con poco successo per via della imminente seconda guerra mondiale, cosa che da un lato ha sì interrotto queste piccole realtà ma da l’altro lato ha consolidato la presenza americana nel vecchio continente facendo conoscere ancora meglio il baseball in tutta Europa e in Italia, infatti e in questo preciso momento storico che il baseball si affaccia nel nostro paese.

In Italia Davide Schiroli et al. documentano la prima partita di baseball svolta a Livorno nel 1884 tra i marinai di due navi Americane, esattamente la fregata Lancaster e la corvetta Guinnebaug, le due ciurme si affrontarono per passare il tempo e questo attirò l’ attenzione dei cittadini, di certo questo piccolo evento non portò a far conoscere il baseball in Italia ma fu il primo evento sportivo, ma da lì a 5 anni il già citato Albert Spalding riporto in Italia e nel mondo il baseball a scopo dimostrativo, ma anche per sponsorizzare la sua nuova azienda che produceva prodotti sportivi, grazie a questo evento si giocarono altre 3 partite in Italia precisamente a Napoli Roma e Firenze. Durante il periodo tra la prima e seconda guerra mondiale due protagonisti, Guido Graziani e Mario Ottino detto “Max Ott” hanno provato a far emergere questo sport in Italia ma per varie vicissitudini non ci riuscirono fino alla seconda guerra mondiale, nel 1944 però durante

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lo sbarco ad Anzio da parte degli alleati Guido Graziani torno a Roma facendo conoscere ai cittadini il softball(inventato nel 1887 come versione indoor del baseball a Chicago) e nel mentre organizzare le partite dei soldati americani che si svagavano durante il tempo libero, questo piacque molto alla croce rossa americana che li diede una lettera di presentazione che li permise di rifornirsi di una grande quantità di materiale da gioco, che grazie all’ YMCA(Young Men’s Christian Association) distribuì alla popolazione di Roma, tale fu il successo che l’ iniziativi continuo fino nel dopo guerra, infatti nel 1947 lo stesso Graziani registro la presenza di 50 squadre nella provincia della capitale e altrettante in giro per l’ Italia, questo lo sprono a organizzare questo nascente movimento e nello stesso anno fondò la lega italiana softball, nel mentre nel resto di Italia le squadre che nascevano spontaneamente ricevevano materiale grazie al supporto dello stesso Graziani e del suo amico divenuto suo emissario, per consegnare il materiale, il tenete di polizia Fasano. Nel mentre a Milano “max Ott” incomincio la sua proseliti per formare squadre di baseball e un anno dopo nel 1948 riuscì a fondare la lega italiana baseball(LIB), nello stesso anno si svolse ufficialmente il primo campionato di baseball, nel mentre a Roma Graziani preoccupato per la situazione al nord fondò l’ AIB(Associazione Baseball Italiana), grazie a ciò nel 1949 in Italia si disputarono ufficialmente due campionati, alla fine dello stesso anno Graziani unì le due associazioni da lui create, la lega italiana softball e l’ AIB, creando la FIBS(Federazione Italiana Baseball Softball) come nuovo presidente Steno Borghese,

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purtroppo in questo periodo i rapporti fra le due organizzazioni FIBS e LIB erano di diffidenza ma alla fine del 1949 le due associazioni riuscirono a trovare un punto d’ accordo e fondersi creando la FIPAB(federazione Italiana Palla a Base), la rettifica ufficiale pero arrivo solo all’inizio del 1950. Di lì a un anno la FIPAB ottené il riconoscimento del CONI, proseguendo fino ad oggi alla promozione del baseball e del softball in Italia, nel periodo degli anni ’60 si ritorno alla dicitura FIBS tuttora in uso.

Tuttavia esistono differenze tra il baseball italiano e quello americano e questa differenza dipende dalla gestione e organizzazione dei campionati, anche se Italia e Stati Uniti condividono la storia comune della fusione di due associazioni, dopo questo punto in comune la gestione diverge completamente, precisamente negli Stati Uniti d’ America le due leghe sono rimaste come organizzazione del campionato e del regolamento, le due leghe sono suddivise alloro volta in tre divisioni composte da 5 squadre ciascuna, quindi in totale ci sono 30 squadre professionistiche, suddivise nelle due leghe, la stagione di gioco è separata per le due leghe è viene chiamata regolar season alla fine di questa stagione ci sono i play-off, dove le vincitrici delle divisioni più le due wild card play-off(ripescaggio di una squadra per lega nelle tre divisioni), si affrontano per vincere il campionato ,le otto squadre si sfidano in due fasi, nella prima(DIvision series) alla meglio delle cinque partite, per chi passa si affronterà nella seconda fase(Champions Series) al meglio delle sette partite, la

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vincitrice diviene il campione della Major League Baseball per quella stagione, in questi campionati non esiste retrocessione come per le altre leghe americane, di fatto esistono campionati minori suddivisi in quest’ ordine AAA, AA, A le squadre che si affrontano di solito sono squadre affiliate a squadre di categoria maggiore dove giocano solitamente futuri prospetti o giocatori necessari per sopperire a vari infortuni.

In Italia i campionati sono divisi in A1, A2, B, C essi sono organizzati con gironi all’ italiana con doppi incontri per le leghe maggiori(fino alla serie B), per ogni lega le squadre vengono suddivise in 4 gironi(da 6 squadre per la serie A2, 8 per la B) alla fine della stagione ci saranno i play-off per le migliori 2 squadre di ogni girone dove a eliminazione diretta si vedrà chi verrà promossa nella lega superiore, invece per le peggiori squadre di girone ci saranno i play-out dove ci sarà la retrocessione o il ripescaggio delle squadre disputanti.

Ruoli e regole fondamentali

Nel baseball a differenza di altri sport di squadra il campo da gioco non è diviso in due metà dove le squadre si schierano e si affrontano in cui nello stesso istante ci sono sia giocatori difensivi che attaccanti, nel baseball la due squadre si alternano nell’ attacco e nella difesa, quando le squadre ricoprono entrambe le due parti si forma un inning ovvero l’ unità di “tempo” in cui è divisa una partita di baseball, composta da 9 inning, quindi normalmente una

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squadra ricoprirà per nove volte il ruolo di attacco e altrettante quello di difesa. Il campo da gioco approssimativamente può essere considerato un quarto di cerchio dove le linee perpendicolari sono le cosiddette linee di “foul”, al interno del quarto di cerchio vi è il campo da gioco vero e proprio dove vi si schierano i giocatori in difesa, il campo è suddiviso in una parte interna solitamente battuta in terra rossa a formare un semicerchio dove vi sono le quattro basi, la più importante e casa base(homebase) a forma di pentagono le altre basi sono numerate in senso anti orario, quindi si avrà la prima, seconda e terza base, ulteriormente vi è una parte esterna tutto il restante campo, i giocatori in difesa quindi si dividono, tre giocatori chiamata esterni(sinistro centro e destro rispetto a casa base), pronti a coprire i giocatori interni e prendere le battute al volo fatte dall’ avversario, nel mentre ci sono i sei giocatori interni 4 giocatori coprono le basi per eliminare i giocatori avversari e impedirne di fare punto tre di loro hanno il nome della base che coprono quindi prima base, seconda base, terza base, l’ ultimo si chiama inter-base ha il ruolo di coprire la base lasciata vuota da giocatore che sta cercando di intercettare la palla battuta, infine ci sono il ricevitore che difende casa base e come dice il nome riceve il lancio del lanciatore che è colui che lancia le palline al battitore, la pallina lanciata al battitore deve essere lanciata in una zona ben precisa, chiamata zona di strike solitamente larga quanto casa base e alta da ginocchio alle ascelle del battitore, se non vi si lancia la pallina per quattro volte(si lancia in zona del ball sarebbe a zona al di fuori della zona dello strike) il battitore guadagna gratuitamente

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una base, che al contrario se la pallina va nella zona dello strike il battitore dovrà cercare di battere per poi correre nelle basi, però se per tre volte non riuscirà a battere la pallina esso verrà eliminato(out), altri modi per cui si è eliminati e se la pallina viene presa al volo da un qualsiasi giocatore in difesa in qualsiasi zona del campo anche quella di foul, infine se la palla intercetta il battitore arrivando prima di esso.

Nel baseball essendo un gioco di squadra situazionale i giocatori devono sviluppare e allenare le diverse capacità motorie sia coordinative che condizionali, fondamentali in qualsiasi sport o gioco, tutto questo per migliorare la loro prestazione fisica e tecnica. Secondo la classificazione COCIS il baseball rientra negli sport di categoria C, ovvero impegno cardio-circolatorio misto con andamento variabile della frequenza cardiaca delle resistenze periferiche e gittata cardiaca, questo potrebbe far supporre che il baseball sia uno sport che utilizzi entrambi i metabolismi aerobico-anaerobico come altri sport di squadra situati nella stessa categoria dal COCIS, ma Matthew Dilallo fa notare che il baseball è uno sport dove si utilizza prevalentemente il metabolismo anaerobico alattacido, sia al livello professionale che amatoriale, poiché durante l’ arco della prestazione vi sono tante pause in cui i giocatori possono recuperare, nel mentre le azioni svolte dagli stessi durano pochi secondi, solo il ricevitore poiché in posizione isometrica si è notato un livello di lattato più alto nel sangue ma non tale da superare la soglia lattacida, quindi nel migliorare le prestazioni di gara bisogna allenare sia le capacità coordinative, ma

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anche le capacità condizionali di forza e velocità, per poter aumentare la potenza nei movimenti effettuati e non solo anche se abbiamo detto che il baseball è uno sport principalmente anaerobico dovremmo anche introdurre sessioni di allenamento aerobico per poter recuperare il più velocemente possibile tutti i sub-strati utilizzati durante le azioni di gioco, Burgomaster et al. Hanno mostrato come metodologie di allenamento come l’ HIIT(high intesity interval training) siano più efficaci rispetto lo SST(Steady state training), pure perché con la prima metodologia avremmo non solo un miglioramento al livello aerobico con un incremento della VO2max, ma anche un mantenimento della potenza muscolare rispetto lo STT che si è mostrato avere una diminuzione della potenza, la peculiarità che differenzia questi due tipologie di allenamento sono è il tempo da esso impegnato infatti si è dimostrato che in un esercizio aerobico prolungato oltre i 30 minuti diminuirà la potenza del soggetto ed ecco il perché l’ HIIT o altre metodologie simili siano le migliori opzioni per i giocatori di baseball, al di là delle capacità condizionali dobbiamo tenere presente anche delle capacità coordinative, esse si incominciano a sviluppare naturalmente già nel bambino ma è in età prescolare e scolare fino all’ adolescenza che c’è il grande picco in cui si possono sviluppare e affinare tutte le capacità coordinative speciali, queste si affineranno solo se stimolate attraverso l’esperienza, risulta perciò fondamentale far fare attività fisiche e diverse esperienze motorie nel bambino, perché dimostrato che maggiore abilità coordinative ha più gli risulterà semplice apprenderne nuove

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e sfruttare le vecchie abilità durante delle nuove esperienze motorie(Jürgen Weineck), oltre ciò è fondamentale anche integrare nell’ allenamento la componente mentale, componente molto influente nelle prestazione di gara, poiché le componenti che condizionano una gara di baseball, vengono molte accentuate in determinate situazioni, si pensi al solo fatto che un battitore si trova contro 9 avversari ogni qualvolta vada a battere o al lanciatore che può determinare l’ esito di una partita in un solo lancio a suo favore o viceversa, fondamentale è l’ attenzione, soprattutto quella selettiva e volontaria, essendo una capacità strettamente legata agli organi di senso essa si sviluppa dalla nascita, infatti i livelli di attenzione di un bambino di sei anni e un adulto non differiscono, la grande differenza però che vi è tra un bambino e l’ adulto al livello attentivo è la velocità di selezionare lo stimolo più significativo per estrapolarne una risposta adeguata, questo mostra l’ attenzione possa ,modificarsi con il crescere del età e dell’ esperienza fatta dal soggetto in questione, pure perché aumentando i livelli di attenzione si è dimostrato come i compiti più complessi possano essere svolti al meglio, quindi il livello di attivazione(arousal) è collegato sia alla difficoltà del compito sia al livello di attenzione utilizzato dal soggetto, se poi prendiamo in considerazione il caso particolare della performance sportiva entra in gioco un altro fattore, ovvero il livelli di ansia del soggetto(Renzo Canestrari), per questo Rob Gray et al. hanno studiato su trentasei giocatori di baseball come lo stress influenzi le loro prestazioni, nei test effettuati hanno osservato come i

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giocatori gestiscano lo stress, suddividendoli in tre gruppi, in base ai risultati di un pre-test dove si simulava un turno di battuta, nella proiezione e ipotesi dei ricercatori si pensava che il 1 gruppo quello con già più alti livelli di stress e che aveva avuto un punteggio più basso nella simulazione di battuta nel test vero e proprio avrebbero peggiorato ancora di più il punteggio, ma al contrario essi hanno migliorato i loro risultati, nel mentre il gruppo 2 ha peggiorato non mantenendo alta la concentrazione a causa dello stress indotto dal esperimento(dovuto da un pubblico che visionava ai test e da una ricompensa pattuita se si raggiungeva un determinato punteggio), infine il 3 gruppo non ha né peggiorato ne migliorato i loro punteggio, mostrando come si possa cedere allo stress dovuto alla prestazione di gara e come questo influenzi i giocatori stessi se non lo si riesce a gestire, analizzando e intuendo come i giocatori gestiscano il loro stress si può quindi organizzare un allenamento adatto ad essi, per migliorare le prestazioni di gara.

Per allenare al meglio le due capacità sopra descritte bisogna considerare anche la rapidità, essa è una capacita allenabile fin dalla prima età prescolare andando a impattare sulle prestazioni di gara degli atleti in modo molto marcato poiché essa è collegata strettamente a molte altre capacità quali la reattività, la forza e la velocità, infatti essa è composta da più capacità psicofisiche quali la rapidità percettiva, nella presa di decisione, di reazione, velocità dei movimenti ciclici e aciclici, di anticipazione, di azione semplice e generale mostrando come la rapidità sia una capacità sia

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organico-muscolare ma anche molto dipendente dal controllo nervoso centrale, di fatto la rapidità si può definire come quella capacità che, sulla base della mobilità dei processi del sistema neuro-muscolare e delle possibilità di sviluppo della forza della muscolatura, permette di eseguire azioni motorie in un periodo di tempo minimo nelle condizioni contingenti esistenti. Una delle forme della rapidità è la capacità di reazione, reagire nel più breve tempo possibile a uno stimolo, se la analizziamo nel dettaglio vediamo come essa è l’ unione di più componenti fondamentali in qualsiasi gioco sportivo, particolarmente nel giocatore di baseball che si troverà ad giocare partite in cui avverranno azioni frenetiche in pochissimi attimi e lunghi tempi morti in cui vi è il rischio che si abbassi il livello di attenzione, le componenti della rapidità infatti sono la rapidità di percezione, ovvero la capacità di recepire con i propri sensi la informazioni di gioco, per esempio nel individuare la pallina battuta e predirne l’ azione, che porterà alla rapidità di anticipazione, ovvero capire in base alle proprie esperienze come si svilupperà il gioco, qui anche se facile poter prevedere un oggetto che cade come una pallina o i rimbalzi che effettuerà più utile risulterà al giocatore di baseball usare la sua capacità di anticipazione nel turno di battuta in cui mediamente una pallina viene lanciata tra 40,2m/s e i 35,7m/s(144 km/h 133km/h) in una distanza di 16,8m(55 ft.) significa che raggiungerà il battitore tra 0,416s e 0,468s, una differenza di 0,052s cruciale per la presa di decisione, poiché il battitore nella presa di decisione deve calcolare tre variabili, il tipo di lancio, la velocità e in che zona dello strike

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si è lanciato, le informazioni in quel istante è minima quindi bisogna fare molto affidamento sul esperienza nel capire come verrà lanciata la pallina e nel prendere una decisone in poco tempo, nei giocatori di major league solitamente è di 0,26s e 0,35s, il tempo restante serve per effettuare la giusta battuta che dura mediamente tra i 0,19s e i 0,28s, si nota come quindi si ha un rapporto inversamente proporzionale tra la presa di decisione e la battuta, tuttavia si è mostrato come ad alti livelli più il battitore aumenti la sua presa di decisione più ha alte probabilità di effettuare una giusta valutazione del tiro andando a aumentare le sue probabilità nel andare in base per una battuta o una base su ball, visto come le azioni si svolgono in un brevissimo periodo di tempo, si arriva alla rapidità d’ azione complessa, cioè svolgere il più rapidamente il gesto atletico nella maniera più efficace in base alla possibilità tecnico-tattiche, qui è dove gli allenamenti di forza devono puntare nel migliorare la velocità di esecuzione della battuta portando ad aumentare, come detto prima, le probabilità di successo nel turno di battuta. Infatti si è mostrato come i vari giocatori di baseball nelle varie categorie professionali diminuisco i tempi di reazione complessa in compiti e test che rispecchiano la presa di decisone della battuta, ovvero la presa di decisione del battere o meno la pallina nella zona dello strike (Hiroki Nakamoto et al.), tutti e tre i test sono test visuo-spaziali, di cui uno rispecchiasse la presa di decisione nella battuta, più un ulteriore test per misurare i tempi di reazione semplice, ciò ha mostrato come i giocatori di baseball a differenza del gruppo di controllo grazie alla

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loro esperienza siano riusciti ad abbassare i loro tempi di reazione nel test baseball-specifico, mentre negli altri test si hanno avuto risultati molto simili tra il gruppo di controllo che nel gruppo di giocatori di baseball, a ulteriore dimostrazione di ciò Noriyuki Kida et al. hanno suddiviso in più gruppi sperimentali, tra cui giocatori di baseball professionisti, giocatori del college, giocatori di tennis e gruppo di controllo di non atleti, si è mostrato come la presa di decisone nella battuta sia fondamentalmente molto più veloce nei giocatori di baseball rispetto anche ai tennisti, inoltre in questi test è stato mostrato come il minor tempo di reazione dei giocatori di baseball abbia si comportato un aumento della presa di decisone rinunciando alla precisone e alla corretta interpretazione delle informazioni ricevute, infatti tra il gruppo dei giocatori di baseball ha avuto rateo di errori maggiori rispetto ai giocatori di tennis, mostrando come la velocità di reazione complessa non sia correlata con una giusta presa di decisione e quindi risposta. Nonostante ciò si è visto che la giusta presa di decisione non è solo dovuta ad una esperienza maggiore ma in uno studio su 450 giocatori di baseball professionisti di varie categorie si è visto che il successo di guadagnare una base battendo o prendendo 4 ball sì anche in parte correlata alla acuità visiva, dove il gruppo con più acuita 20/12, riusciva a anticipare con più successo la tipologia di tiro e se fosse in zona strike o ball. A supporto di tutto ciò Yamashiro et al., hanno a sua volta misurato i tempi di reazione su un gruppo di giocatori di baseball universitari e atleti che praticano atletica leggera e nuoto, tramite anche EEG misurando le vie di

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stimolazione e inibizione delle falangi(seconda e quinta falange) mostrando come la mappa somato-sensoriale sia effettivamente più grande nei giocatori di baseball e come allenamenti specifici alterano anche la nostra presa di decisione migliorando nei compiti richiesti.

Oltre al ruolo in battuta, ogni giocatore ha durante la partita un ruolo difensivo, ogni giocatore avrà quindi allenamenti specifici tecnico-tattici in base al ruolo ricoperto in difesa, questo naturalmente porta a modificare il corpo dell’atleta infatti William Carvajal et al. ha notato in cento giocatori di baseball d’ elite cubani abbiamo un rimodellamento corporeo in base al ruolo difensivo da loro svolto, notando come gli esterni abbiamo un indice di massa grassa e massa muscolare più alta(23.06±5.01kg e 45.60±3.8kg) dei giocatori interni, ma anche gambe relativamente più lunghe(Relative leg lenght 24.57±1.36 cm) con falcate in percentuali maggiori dimostrando il principale ruolo del esterno ovvero scatti a lunga distanza per prendere le palline battute al volo, invece al contrario gli interni in particolare i ruoli più mobili, ovvero seconda base, interbase e terza base abbiano la massa grassa minore rispetto a tutti gli altri giocatori(17.01±6.67kg) , essi però nelle misure antropometriche risultano i più equilibrati con un ottimo rapporto spalle, braccio ma anche busto gambe, piccola eccezione negli interni è il prima base, esso si è visto come può essere in base alle scelte tattiche più simile agli altri interni, oppure molto più simile agli esterni questa scelta viene fatto per avere una migliore difesa o attacco a seconda delle partite in cui svolgono,

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infine gli ultimi due ruoli differiscono da tutti gli altri poiché rappresentano e svolgono forse i ruoli più importanti in difesa, ovvero il lanciatore e il ricevitore essi al livello corporeo li possiamo correlare agli interni e agli esterni rispettivamente ma svolgono funzioni completamente differenti. Il ricevitore infatti per tutto la partita stara in posizione accovacciata isometrica infatti Yi-Chen Peng et al. ha visto come il carico sugli arti inferiori si molto maggiore rispetto agli altri giocatori ma ha notato anche come le articolazioni di questi ultimi siano anche più lasse, inoltre esso come mostrato da Rob Whiteley è il secondo ruolo che effettua più lanci in una partita (21%), dopo il lanciatore, quindi bisogna mostrare particolare attenzione durante l’allenamento, evitando di non trascurare gli arti superiori, William P. Ebben et al. mostrano infatti come la maggior parte degli allenatori di Major league allenino i giocatori, usando sedute sia di pliometria sia di sovraccarico tradizionale per il rinforzo degli arti inferiori a seconda degli allenatori queste sedute posso essere consecutive nella stessa giornata o alternata con altre sessioni di allenamento. Rob Whiteley ci mostra come in una singola partita di baseball(major league) il lanciatore compie ben il 50% e oltre dei lanci effettuati, ovvero intorno i 1600 lanci contando anche quelli di riscaldamento, senza contare il fatto che ognuno di questi lanci debba essere fatto in una zona ben precisa, rispetto agli altri compagni di squadra che possono “mirare” al corpo del compagno senza compromettere l’ efficacia del tiro, infatti il lanciatore deve sottostare alle ferree regole e decisioni dell’ arbitro. Esistono molti

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fattori che possono influenzare la precisione del lancio di un lanciatore che devono essere tutti considerati per creare al meglio una situazione in cui esso non rischia di dare vantaggio alla squadra avversaria, facendo battere i lanci effettuati o ancora peggio infortunarsi, il primo fattore da considerare sicuramente è la biomeccanica del lancio è il principale fattore da tenere conto, Whiteley mostra come il lancio parta dalla parte inferiore del corpo fino alla estremità superiore coinvolgendo tutto il corpo, comunemente si pensa che i vari effetti impressi sulla pallina durante il lancio abbiamo ognuno biomeccanica diversa, ma analizzando i movimenti di vede che non è così essa rimane invariata, solo alla fine del lancio vi sarà una rotazione sul proprio asse dell’ avambraccio e/o una pronazione minore o maggiore del polso per imprimere alla pallina una rotazione che poi porta durante il tragitto di quest’ ultima di esprimere un effetto, esistono due grandi tipologie di effetti la palle curve che effettuano una curva sul piano frontale e le “slider” che effettuano una curva sul piano trasversale, la cosa che cambia e si nota è la forza impressa nel lancio va a diminuire poiché parte deve essere scaricata dagli arti inferiori e dal braccio per imprimere la rotazione giusta, quindi di contro il pensiero comune che le palle ad effetto possano far infortunare e o danneggiare le articolazioni di un lanciatore adolescente e/o inesperto sempre Whiteley ha mostrato come il gran numero di lanci e la sbagliata biomeccanica possano aumentare le probabilità di infortuni nel lanciatore, per migliora la tecnica di lancio bisogna quindi concentrarsi sulla propriocezione

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e la flessibilità del corpo per far capire al nostro stesso lanciatore gli errori di movimento per correggerli e nello stesso tempo e aumentare la mobilità per non rischiare di evitare di “rompere” la continuità di movimento, l’ allenamento sulla forza è sempre incentrato sulla potenza e velocità, ma nel lanciatore dobbiamo tenere conto pure delle grandi quantità di lanci che effettuerà nella sua carriera quindi bisogna considerare anche di allenare la resistenza alla forza e della forza massimale per incrementare il numero di lanci e diminuire il rischio di infortuni, altra considerazione da fare e la posizione del braccio di lancio durante il lancio esso può essere posizionato tre quarti sopra la testa, completamente sopra la testa, orizzontalmente ad altezza spalle o in basso verso la vita con inclinazione del tronco(lancio sottomarino), gli ultimi due sono molto criticati per il rischio di infortuni ma qui se si effettua la giusta posizione dei piedi, del bacino o del tronco come nei primi due lanci non aumenterà il rischio di infortuni nel braccio, anzi Whiteley ha mostrato come il lancio “sottomarino” faccia incidere meno forza sul gomito, diminuendo cosi il rischio di lesionare il legamento ulnare collaterale. Oltre alla preparazione fisica Rob Gray et al. ha mostrato come lo studio degli avversari in partite precedenti e i loro punti deboli sia altrettanto fondamentale, ventriquattro giocatori di baseball universitari hanno partecipato ai test, dimostrando come chi ha ricevuto informazioni utili su come lanciare contro i singoli battitori sia stato più preciso rispetto al gruppo di controllo, inoltre il gruppo che ricevette informazioni era stato sottoposto a un

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maggiore stress, infatti il migliore avrebbe ricevuto un compenso in denaro e per ogni lancio sbagliato in una zona completamente opposta dove si indicava li veniva sottratto un punto, ma questo e le altre condizioni uguali per entrambi i gruppi non hanno influito nella prestazione, però non si può dire altrettanto per il gruppo di controllo che nel test vero e proprio ha peggiorato le sue performance dal lato tecnico qualitativo di fatti le riprese video mostrano come i loro movimenti siano molto più maldestri rispetto al normale. Naturalmente bisogna considerare anche il livello professionale dei giocatori, D. H. Han et al. hanno effettuato per tre anni sia giocatori di baseball professionisti che giocatori amatoriali, cercando di vedere come l’ ansia e attenzione si alternino durante la prestazione sportiva, mostrando come per il controllo del ansia al livello cerebrale sia molto differente tra i giocatori amatoriali e professionisti, precisamente quest’ ultimi hanno una minor attivazione della circonvoluzione temporale media destra rispetto ai giocatori amatoriali, durante il WSCT(Winscon card-sorting test) e una maggior attivazione della corteccia sinistra frontale superiore e della circonvoluzione cingolata, ma anche a confronto con altri gruppi di sportivi si nota questa differenza, mostrando come i giocatori di baseball soffrano meno di ansia da prestazione, infatti si è dimostrato come ansie e fobie siano strettamente correlate al iper-vigilanza e attivazione del lobo temporale, infatti in pazienti che hanno uno stress post traumatico hanno una maggior responsività delle circonvoluzioni dei lobi frontali e un iper-attività del amigdala, se ci si aggiunge un bassa attivazione della

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circonvoluzione cingolata portano ad un aumento del ansia e delle emozioni che saranno difficilmente gestibili in un contesto di gara e prestazione sportiva, portando e inducendo a una sbagliata visione del contesto e dei movimento e questo potrebbe produrre un errore. In base quanto detto, sia sullo sviluppo delle capacità coordinative e condizionali e i livelli dell’attenzione e dello stress nei giocatori di baseball, la ricerca verterà nel vedere se i giocatori di baseball, abbiano per l’ appunto sviluppato un livello di attenzione più alto rispetto a soggetti di controllo che non giocano a baseball.

Coordinazione e attenzione

Come già accennato sopra, le capacità coordinative risultano fondamentali per qualsiasi atto della nostra vita, esse ci permettono di risolvere compiti e problemi motori, esse sono il prodotto di esperienze multilaterali e multidisciplinari, non dipendenti dalle discipline sportive e sono dette capacità coordinative generali. Per quanto rientra nel quadro sportivo, la capacità coordinative vengono dette speciali ed esse nel loro insieme ricoprono tutte le tecniche e le loro variazioni nello sport praticato, le più importanti sono sette e sono, capacità di equilibrio, di orientamento, di ritmo, di coordinazione segmentaria, di trasformazione, di reazione e di differenziazione tutte queste capacità secondo Stemmelr et al. possono essere si sviluppano al meglio dal settimo anno di vita fino all’età puberale, in questo periodo di tempo ognuna di queste

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capacità si sviluppa in un momento ben preciso in questo range di età, senza contare che durante il periodo di maggior sviluppo per una capacità, durante l ‘allenamento non bisogna trascurare le altre capacità. Per quanto riguarda l’attenzione invece essa è una capacità innata, di fatti un bambino appena nato riesce a rivolgere l’attenzione su oggetti o figure, ma la vera attenzione selettiva si sviluppa anche essa nella prima età scolare, infatti si è dimostrato come il livelli di attenzione di un bambino e di un adulto non siamo molto dissimili (Canestrari), la cosa che li differenzia e si sviluppa nel tempo non è il livello attentivo, bensi la capacità di distogliere l’ attenzione e rivolgerla ad un altro compito attentivo, infatti al livello visivo quando si mostra questo esperimento si è visto che i bambini impiegano più tempo nel cambiare il focus attentivo, ma Gian Vittorio Caprara et al. hanno mostrato come la velocità del cambiare gli adulti il focus attentivo, diminuisce l’acuità visiva, ovvero diminuisce la definizione con cui si vede l’oggetto, si pensa che sia dovuto al concentrarsi sul vedere con la periferia esterna della cornea dove l’acuità e minore, rispetto la fovea il centro della cornea che è la zona con miglior acuità visiva, essendo quindi una capacità innata come si può migliorare e sfruttare al meglio nella attività fisica e nel baseball? Broke Castaneda et al. hanno preso 16 giocatori di baseball, di cui 8 aveva il doppio del ‘esperienza rispetto agli altri 8 giocatori, chiedendo loro di battere la palla concentrandosi e focalizzandosi prima sul movimento stesso, poi sul direzionare la battuta nel migliore dei modi in base alla posizione della mazza durante il gesto tecnico, poi li si chiedeva a

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concentrarsi solo su movimento della pallina dopo la battuta e dedurne come avevano effettuato la battuta, mani alte, basse in anticipo o ritardo e infine li veniva chiesto di concentrarsi su uno stimolo acustico del tutto irrilevante sul gesto tecnico stesso, mostrando come non vi è differenza di prestazione fra giocatori più esperti e quelli meno, ma si nota come il concentrarsi sul movimento della pallina sia nettamente migliore rispetto al concentrarsi sul movimento stesso, dimostrando come porre l’ attenzione nel giusto focus si possano migliorare le abilità dei giocatori.

Finalità della ricerca

La ricerca verte a verificare se i giocatori di baseball abbiano un livello di attenzione più alto rispetto a dei non praticanti, principalmente per due motivi, il primo per vedere se le prestazioni vengano influenzate dai livelli di attenzione e se è possibile migliorarle attraverso sedute specifiche di allenamento, in secondo luogo per evitare infortuni al giocatore, perché come la statistica (Ciccotti et al.) mostra la maggior parte degli infortuni è dovuta da traumi non diretti a legamenti di spalla e del gomito, se a livelli professionali sia dovuto ad un sovraccarico delle articolazioni, nelle categorie inferiori ciò è dovuto da una sbagliata esecuzione del gesto tecnico e controllo dei compiti attentivi, inoltre nel 20% dei casi di infortunio si dovrà intervenire chirurgicamente, quindi la finalità della ricerca ha lo scopo di dare consapevolezza ai

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giocatori attraverso l’ allenamento per diminuire il numero di infortuni.

Materiali e Metodi

12 soggetti(11 maschi 1 femmina) sono stati reclutati per lo studio nel corso del rilascio dell’idoneità agonistica e non agonistica, 6 soggetti appartenenti al gruppo sperimentale(età media 24.16±4.7, scolarità 13.5±1.2) , ovvero giocatori di baseball, 6 appartenenti al gruppo di controllo(età media di 25.3±3, scolarità di 16.8±2.9), tutti i partecipanti sono stati sottoposti a una batteria di test neuropsicologici eseguiti nel dipartimento di medicina e oncologia nel SOD di medicina sportiva dell’università di Pisa, per indagare il sistema dell’ attenzione.

Valutazione dei sistemi di attenzione

Attraverso i seguenti test, di associazione di simboli e numeri (digit symbol substitution test DSST), delle matrici attentive, trail making test e test di stroop versione abbreviata. Il DSST(Weschler D.) serve per misurare il controllo attentivo e l’ apprendimento associativo, il test si presenta con i numeri da 1 a 9 associati a dei simboli il soggetto deve scrivere sotto ogni numero l simbolo corrispondente nel minor tempo possibile oltre le capacità già citate bisogna anche considerare una buona percezione visiva(Judith Jaeger), capacità valutata anche nelle test delle matrici attentive insieme all’ attenzione selettiva capacità fondamentale che viene

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analizzata in questo test, dove il soggetto ha come compito di sbarrare i numeri uguali alla matrice indicata, dapprima una sola fino a tre matrici, per eseguire correttamente i test la percezione visiva è fondamentale sia per la velocità di esecuzione, poiché è un test a tempo sia per la notare le possibili matrici da cancellare, nel trail making test vieni analizzata invece l’ attenzione divisa, esso è distinto in due prove, nella prima si dovranno unire in ordine crescente i numeri, nella seconda alternare numeri e lettere dell’ alfabeto, in entrambi i casi senza staccare la penna dal foglio, infine i soggetti hanno eseguito il test di stroop abbreviato, ovvero solo lettura parola-colore, denominazione del colore con l’ effetto interferenza, valutando per l’ appunto l’ effetto al interferenza e quindi anche il controllo inibitorio dei soggetti. I test riportati, sono stati valutati in base alla correlazione di Pearson tra l’età e i dati ricavati.

Risultati

I dati antropometrici dei soggetti del gruppo di sperimentale presenti sono quali peso, altezza e BMI sono riportati in tabella 1. rientrando perfettamente nel trend dei giocatori professionisti americani (Jarron M. Saint Onge et al.) in tutti e tre i dati antropometrici, inoltre a confronto con il gruppo di controllo anche una minor deviazione standard, anche se in entrambi i gruppi i parametri soprattutto peso e BMI rientrano perfettamente nella “norma” secondo quanto riportato da Miggiano et al.

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Nella tabella 2 si mostrano i test che hanno avuto un riscontro positivo nel gruppo sperimentale. Questi dati mostrano come i giocatori di baseball abbiano una performance migliore nell’ associare stimoli visivi a focus attentivi, abbiano una maggior attenzione divisa, ovvero allocare la loro attenzione su più compiti alla volta, i risultati qui riportati quindi mostrano come i giocatori di baseball abbiano una variazione della performance attenzionale rispetto al gruppo di controllo.

Tab.2 *indice di correlazione di Pearson.

Discussione e Conclusioni

L’ obiettivo principale dello studio era sul mostrare se i livelli di attenzione fossero più alti nei giocatori di baseball, data la peculiarità di questo sport in cui i tempi morti si alternano con azioni veloci e frenetiche, rimane fondamentale per un giocatore avere la propria concentrazione sul compito giusto nel momento

Gruppo sperimentale SD Gruppo di controllo SD

Altezza 180cm ± 0,41 178cm ± 6,36 Peso 73.83kg ± 3,88 68,67kg ± 3,9 BMI 22,5 ± 1,15 21,3 ± 1,37 tabella 1 r* p-value DSST 0.864 <.05 TMT-A corrected -0.928 <.05 TMT-B 0.856 <.05 TMT-BA 0.901 <.05 tabella 2

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giusto, già questo fattore presupponeva che ci sarebbero stati dei risultati positivi, ma i dati hanno dato parzialmente ragione a questa ipotesi, come già le ricerche precedenti di Daniel M. Lady et al. o di Hiroki Nakamoto avevano già dimostrato, infatti come i risultati mostrano, il gruppo sperimentale mostra una variazione della performance attenzionale, e non un livello attentivo maggiore, essi si sono adattati alla situazione di gioco, ovvero avere una rapida risposta dello stimolo visivo, pallina lanciata o corridore in movimento, compensando la velocità di messa a fuoco dello stesso, ma Gian Vittorio Caprara et al. spiega come l’attenzione sia rivolta anche dalla posizione della retina, infatti nei test riportati si mostra come il gruppo sperimentale abbia una maggiore performance a discapito della messa a fuoco degli stimoli, esso potrebbe essere un meccanismo di compensazione dovuto al prestare l’ attenzione con la “coda del’ occhio”, la zona periferica della retina, rispetto che guardare con la fovea che ha un acuità maggiore rispetto alla zona periferica, questa meccanismo capita in moltissimi sport, infatti i giocatori più esperti tendono a muovere meno l’ occhio cercando di concentrarsi una zona attentiva ben più ampia rispetto a un giocatore dilettante, ma come Castaneda et al. mostrano il concentrarsi sul la traiettoria e a posizione della palla in gioco possano migliorare le performance motorie dei giocatori, però nei giocatori meno abili anche se migliorerà le performance si avrà comunque un alto rischio di infortunio (Ciccotti et al.), questo quindi mostra un grave problema durante il gioco, ovvero il concentrarsi su più compiti, cosa che nei dati di mostra positivo nel

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gruppo sperimentale, avendo una buon attenzione divisa su più compiti, starà quindi negli allenamenti selezionare e concentrarsi sui giusti compiti attentivi, senza escludere nel processo i livelli di ansia che un soggetto può sentire, durante una prestazione visto che possono compromettere la prestazione motoria (D. H. Han et al., Rob Gray et al.), questo rimane fondamentale poicé non risulta un maggiore livello di inibizione, quindi bisogna prestare molta attenzione all’ interferenza da doppio compito, si rischia infatti che il giocatore di baseball non presti particolare attenzione alla tecnica di lancio o al contrario non presti molta attenzione alla tattica di gioco valutando in modo errato il momento, in entrambi i casi portandolo ad errore o nei peggiori a infortunarsi, si dovrebbe quindi prestare molta più attenzione in due dettagli molto particolari per vedere se vi sarà un effettivo riscontro, ovvero allenare i giocatori su controllo inibitori e l’ effetto stroop, evitando cosi l’ interferenza da doppio compito e l’ ultimo dettaglio sul concentrarsi su più compiti attentivi, senza passare velocemente dal’ uno al altro, per avere una buona acuità visiva.

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Riferimenti

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