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Un'analisi economico-finanziaria della Serie B nell'ottica del Fair Play Finanziario

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Academic year: 2021

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INDICE

INTRODUZIONE ... 4

CAPITOLO 1: LE SOCIETÀ DI CALCIO ... 6

1.1LA FUNZIONE DEL BILANCIO NELLE SOCIETÀ CALCISTICHE ... 6

1.2GLI STAKEHOLDERS DELLE SOCIETÀ DI CALCIO ... 7

1.3LE NORMATIVE DI BILANCIO NELLE SOCIETÀ DI CALCIO ... 11

1.4IL PIANO DEI CONTI... 16

1.5LE VOCI TIPICHE DELLO STATO PATRIMONIALE E DEL CONTO ECONOMICO ... 18

1.5.1 I diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori ... 19

1.5.2 La capitalizzazione dei costi del vivaio ... 22

1.5.3 Le compartecipazioni ex art. 102 – bis delle NOIF ... 23

1.5.4 Gli accantonamenti a scopo mutualistico ... 26

1.5.5 I ricavi da cessione dei diritti televisivi ... 26

1.5.6 Le minus/plusvalenze derivanti dalla cessione dei diritti alle prestazioni sportive . 27 1.5.7 L’ammortamento dei diritti pluriennali ... 28

1.5.8 Le sponsorizzazioni e i “ricavi da stadio” ... 29

1.5.9 Le cessioni temporanee... 30

1.6LA VALORIZZAZIONE DELLE LIBRARY E IL MARCHIO ... 31

CAPITOLO 2: IL FAIR PLAY FINANZIARIO DI UEFA ... 33

2.1PREMESSA ... 33

2.2IL SISTEMA DELLE “LICENZE UEFA” ... 35

2.3ICRITERI ... 36

2.4L’INFORMATIVA PREVISIONALE ... 39

2.5LA REVISIONE LEGALE DEI CONTI NELLE SOCIETÀ DI CALCIO ... 41

2.6LE NORMA DEL “FAIR PLAY FINANZIARIO” ... 42

2.7IL CLUB FINANCIAL CONTROL BODY (CFCB) ... 47

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CAPITOLO 3: IL CASO DELLE SOCIETÀ DI CALCIO DI SERIE B .... 52

3.1LE SOCIETÀ SCELTE COME CAMPIONE DI ANALISI ... 53

3.2L’ANALISI DEL CAMPIONE SECONDO I CRITERI DEL FPF ... 59

3.2.1 I ricavi rilevanti ... 61

3.2.2 I costi rilevanti ... 66

3.3IL BREAK-EVEN RESULT ... 69

3.3.1 Il Costo del Personale/Total Revenue ... 70

3.3.2 Il Net Debt/Total Revenue ... 72

3.4L’ANALISI DELLA REDDITIVITÀ AZIENDALE ... 74

3.4.1 Il R.O.E. ... 75 3.4.2 Il R.O.I. ... 77

CONCLUSIONI ... 79

ALLEGATI ... 82

BIBLIOGRAFIA ... 92

SITOGRAFIA... 95

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Ringraziamenti

Giunto al termine del percorso di studi e con l’ottenimento del titolo di dottore, vorrei esprimere il mio più sentito ringraziamento a coloro che mi hanno accompagnato in questo importante capitolo della mia vita.

Ringrazio innanzitutto il Professor Giuseppe D’Onza per i preziosi insegnamenti svolti durante il percorso di studi e per la grande disponibilità e pazienza nello svolgere il ruolo di relatore per la mia tesi di laurea.

Ringrazio il Professor Gian Piero Renato Conti, che ha mostrato interesse nel mio lavoro, fornendomi diversi suggerimenti utili.

Desidero ringraziare il Dottore Commercialista Luca Marotta, il quale è stato sempre gentile e disponibile nel rispondere alle mie domande e ai miei dubbi, riguardanti soprattutto il procedimento di analisi dei bilanci, ed è stato fonte di ispirazione grazie al suo blog sui bilanci delle società di calcio.

Un sincero ringraziamento va a tutti coloro che, in momenti diversi e in vari modi, hanno prestato il loro aiuto e la loro assistenza nella realizzazione di questo lavoro per me importante.

Un grazie lo voglio rivolgere anche ai miei amici che mi hanno sostenuto, chi da vicino e chi da lontano, durante l'intero corso di studi e hanno reso più semplice affrontare questo percorso.

Un grazie alla mia ragazza, Sara, per essermi stata sempre affianco e per avermi fatto capire quanto può essere bello condividere dei traguardi con una persona a cui si tiene in particolar modo.

Ringrazio, infine, i miei genitori, mio fratello e tutta la mia famiglia per avermi sostenuto, incoraggiato ed accompagnato in questo importante percorso e capitolo della mia vita.

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Introduzione

Il panorama sportivo europeo, e in particolare quello calcistico, negli ultimi anni ha subito un notevole cambiamento ambientale. Le società sportive sono passate dal perseguimento del mero risultato sportivo come obiettivo principale, a un risultato economico – finanziario non meno rilevante.

Tale spostamento di “finalità” ha portato una serie di problematiche in ambito economico – giudiziario, in quanto è stato necessario adattare regole e scenari, definiti dalla legge, ad un tipo di realtà che poco si prestava a questo tipo di mentalità. Nel corso degli anni, inoltre, si è cercato di armonizzare le informazioni fornite dai Club, in modo tale da poter effettuare un confronto tra le varie realtà. Con l’assunzione della forma di società di capitali, le società calcistiche sono tenute al rispetto delle norme civilistiche per quanto riguarda la redazione dell’informativa economica obbligatoria. Tuttavia l’applicazione dei principi contabili OIC prima, e IAS/IFRS per il raccordo sul piano internazionale poi, trovano difficile applicazione dovuta all’atipicità di queste società; a questo punto intervengono gli organi sportivi competenti, CONI e FIGC a livello nazionale e

CIO, FIFA e UEFA a livello internazionale, per effettuare un’armonizzazione e

una unificazione contabile. Tutto ciò è reso possibile grazie alle Raccomandazioni

Contabili, che permettono di associare le voci particolari delle società sportive

alle voci imposte dalla normativa civilistica.

L’introduzione del Fair Play Finanziario da parte di UEFA in accordo con la Comunità Europea e con l’ECA (European Club Association), e il successivo

Sistema delle Licenze Uefa, hanno ulteriormente omogeneizzato i bilanci

all’interno della Federazione internazionale, imponendo anche nuovi obiettivi e requisiti per i Club.

Nel lavoro di tesi verranno prese in considerazione le principali fonti nazionali per la redazione del bilancio di esercizio e previsionale, analizzando in particolare quelle voci che richiedono particolare attenzione in quanto strettamente legate alla

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natura tipica delle società di calcio, e l’impatto che il Fair Play Finanziario ha avuto sul sistema contabile.

In seguito verranno analizzati i bilanci di un campione di squadre partecipanti al campionato di Serie B, che nonostante la competizione alla quale prendono parte possono comunque richiedere la Licenza UEFA, verificando che le suddette società rispettino o meno i diversi parametri richiesti dal Fair Play Finanziario; inoltre verranno evidenziate le voci, sia a livello medio sia a livello individuale, che presentano valori interessanti ed utilizzabili per ricerche approfondite.

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Capitolo 1: Le società di calcio

Quando si parla di società di calcio bisogna ricordare che anch’esse, come tutte le società di capitali, devono presentare la situazione economico-finanziaria ed il risultato dell’esercizio appena trascorso tramite la redazione del bilancio1.

Tali società sono soggette a delle particolarità nella redazione del bilancio d’esercizio, a causa dell’attività singolare che svolgono e che prevede l’utilizzo di voci di bilancio ad hoc nella stesura dello stesso.

1.1 La Funzione del Bilancio nelle società calcistiche

Nel panorama delle società di calcio trovare delle affinità di bilancio con tutte le altre imprese commerciali e di servizi, diventa in certi casi molto difficile anche a causa dei differenti obiettivi prefissati, secondo i quali le prime puntano ad ottenere un risultato sportivo mentre le seconde mirano all’ottenimento di un risultato economico.

Il bilancio ordinario di esercizio è lo strumento fondamentale per l’analisi dell’andamento di una società calcistica: anche se ha certamente i suoi limiti, tale raccolta di informazioni relative alla situazione economica, patrimoniale e finanziaria della società è un ottimo strumento di sintesi per capirne lo stato. Il tutto deve essere corredato da appropriati chiarimenti, in quanto il bilancio è frutto di innumerevoli congetture sul capitale di funzionamento.

Sicuramente i Diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori rappresentano l’immobilizzazione immateriale più cospicua e più difficile da valorizzare. Questa particolare voce è soggetta a incertezza legata alle prestazioni e alle condizioni fisiche del giocatore: uno scarso rendimento o un grave infortunio possono ridurre di molto il valore, e viceversa un’ottima prestazione lo aumenta. Inoltre, non meno importanti, sono le norme della FIGC che prevedono in caso di fallimento,

1 Art. 2423 Cod. Civ. “Redazione del Bilancio. Gli amministratori devono redigere il bilancio di esercizio, costituito dallo stato patrimoniale dal conto economico e dalla nota integrativa. Il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società e il risultato economico dell’esercizio.”

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l’immissione dei giocatori nelle liste degli svincolati, azzerando di conseguenza la voce di stato patrimoniale e quindi la principale componente del capitale di funzionamento2.

Come detto in precedenza l’obiettivo è il risultato sportivo che è strettamente correlato alle risorse finanziarie, e quindi alle condizioni di economicità del club. Ci troviamo in fatti in una situazione in cui la massimizzazione dei profitti riducendo i costi relativi agli stipendi3 può portare a uno scadente livello delle prestazioni, penalizzando lo spettacolo e conseguentemente l’interesse del “cliente-tifoso”.

Per capire quali sono gli obiettivi informativi raccolti nei documenti redatti dalle società, dobbiamo andare ad analizzare i fruitori, gli stakeholders.

1.2 Gli stakeholders delle società di calcio

Una delle particolarità del mondo calcistico è l’elevato numero degli stakeholders4

che partecipano alla vita dell’impresa5 con interessi verso la società che spaziano

da quelli economico-finanziari degli azionisti e investitori, a quelli sportivi dei tifosi.

Ogni categoria di interlocutore è legata al club da uno specifico interesse: pertanto l’analisi di queste categorie eterogenee ci fa capire le loro esigenze informative.

2 Cfr. A. BENOLDI, C. SOTTORIVA, La disciplina della redazione del bilancio di esercizio delle società di calcio, RIVISTA DI DIRITTO ED ECONOMIA DELLO SPORT ISSN 1825-6678 Vol. VII, Fasc. 1, 2011.

3 In Italia il monte stipendi è circa il 65-70% del totale dei costi che le squadre sostengono. Le cifre sono simili anche negli altri campionati europei, dove una volta l’unica a distinguersi era la Spagna che grazie alla cosiddetta Legge Beckham (Decreto Reale 687/2005), la quale riduceva l’imponibile fiscale dal 43% al 24% per i lavoratori stranieri con introiti superiori ai 600.000€ annuali, riusciva a ridurre l’impatto di tali costi.

4 Normalmente è definito come portatore di interessi: il concetto di stakeholder è stato teorizzato per la prima volta dallo Stanford Research Institute nel 1963 per indicare tutti coloro i quali hanno un interesse nell’attività aziendale (da stake che significa posta, scommessa ed holder portatore) e senza il cui appoggio un’organizzazione non è in grado di sopravvivere.

5 Cfr. G. GRAVINA, Il bilancio d’esercizio e l’analisi delle performance nelle società di calcio professionistiche, Milano, 2011.

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8 Le principali categorie sono le seguenti6:

- soci: in quanto società di capitali le squadre sono possedute tramite quote. Solitamente il “socio” è un appassionato di calcio, pertanto è difficile scindere l’interesse sportivo da quello economico: indipendentemente da quanto sia forte la passione è comunque l’equilibrio economico nel lungo periodo la priorità;

- calciatori professionisti e dipendenti: in quanto al pari dei dipendenti, i giocatori sono interessati a conoscere la reale situazione economico – finanziaria del club;

- calciatori giovani: per i ragazzi del vivaio, che partecipano ai campionati dilettantistici, l’interesse si sposta ai piani che la società ha per il futuro, e se è in grado di portare avanti o incrementare i progetti sulla formazione giovanile;

- altre società calcistiche: operando nella stessa struttura le squadre si trovano in un contesto competitivo per quanto riguarda il lato sportivo, e

cooperativo per la gestione degli eventi e del mercato. Infatti se due squadre

si devono affrontare sul campo, i responsabili devono confrontarsi su problematiche e opportunità di gestione, e di redditività generata da diritti radio – televisivi, di immagine, ecc. Anche i rapporti che si instaurano tra club per il trasferimento dei calciatori spingono gli interlocutori a conoscere l’esatto quadro economico – finanziario con cui operano;

- fornitori e consulenti: sono del tutto simili ai fornitori e ai consulenti di una normale impresa, per tanto quali portatori di interessi, sono interessati a conoscere l’andamento della gestione attraverso le risultanze del bilancio di esercizio;

6 La classificazione adottata prende spunto da G. RUSCONI, Il bilancio d’esercizio nell’economia delle società di calcio, Bari, 1990, p. 53 e ss.

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- pubblico calcistico: sono i “consumatori del prodotto calcistico”. Si identificano due categorie di “clienti”: spettatori generici e tifosi7.

- spettatori generici: sono paragonabili ai fruitori di un servizio, interessati a sapere il legame tra il “prodotto” e l’andamento economico finanziario, prediligendo però l’analisi costi-benefici che trova spazio nei bilanci sociali autonomi;

- tifosi: questo tipo di “utenti” ha un approccio diverso alle informazioni8, in

quanto il tifare è quasi una sorta di fede e la squadra è considerata un bene

collettivo9. Questa categoria di stakeholders spesso si trova a doversi

confrontare con le altre che mirano all’equilibrio economico a discapito di quello sportivo; anche in caso di squilibrio l’atteggiamento è diverso, ponendo maggior attenzione alla competitività sportiva, arrivando ad influenzare le decisioni politiche dei club;

- altre imprese: sono aziende come le sponsorizzanti, le pubblicitarie, che instaurando un rapporto con il club e lo utilizzano come veicolo di promozione della loro immagine. Le sponsorizzazioni, anche se limitate10,

sono molto diffuse e le imprese che adottano questo canale pubblicitario rappresentano dei veri e propri clienti per le aziende sportive. Eventuali differenze tra previsioni e consuntivi, o risultati sportivi inaspettati11

possono portare al ridimensionamento del progetto con lo sponsor;

- mezzi di comunicazione: i canali di comunicazione di massa hanno favorito la diffusione del calcio spettacolo, aumentando il bacino di utenza, e

7 Cfr. A. TANZI, Le società calcistiche. Implicazioni economiche di un “gioco”, Torino, 1999, p. 210. 8 Per i tifosi il bilancio fornisce due tipologie di informazioni attraverso il reddito e il capitale di funzionamento: la prima riguarda un’informativa trasparente in merito alla situazione economica che è strettamente legata al funzionamento sportivo, e la seconda riguarda una continuità di lungo periodo. 9 Cfr. G. GRAVINA, Il bilancio d’esercizio e l’analisi delle performance nelle società di calcio professionistiche, Milano, 2011.

10 In sport come la pallavolo, il basket ecc. le sponsorizzazioni possono essere complete, sostituendo al nome della squadra quello dello sponsor; nel calcio questo non accade ad eccezione delle sponsorizzazioni degli stadi (es. Mapei Stadium per il Sassuolo in Italia, Allianz Arena per il Bayern Monaco in Germania ecc.), a causa di componenti storico-affettive nei confronti della squadra.

11 Un risultato negativo può far perdere l’attenzione sulla squadra e di conseguenza anche allo sponsor; viceversa un andamento positivo può aumentare l’interesse. Anche episodi riconducibili ai tifosi possono modificare i rapporti con gli sponsor.

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attraverso la cessione dei diritti d’immagine si collocano tra le fonti di ricavo. L’interesse primario non è focalizzato sugli aspetti economici, ma al risultato sportivo e alla qualità delle spettacolo offerto;

- pubblica amministrazione: abbiamo due casi, l’autorità nazionale e l’autorità locale. La prima si occupa del calcio come fenomeno sociale12

della sua incidenza economica e il relativo ordine pubblico; deve, pertanto, monitorare i fenomeni degenerativi esterni (violenza negli stadi, scommesse clandestine, ecc.) ed interni (insolvenze che possono portare a disturbi dell’ordine pubblico)13. La forte incidenza economica dell’industria calcio attira l’interesse delle autorità per le entrate tributarie; queste possono incidere notevolmente sull’economia (e di conseguenza sulla competitività sportiva14) agendo sulla leva fiscale. L’attenzione dell’autorità locale è invece volta agli interessi sociali, non tralasciando comunque l’equilibrio economico e i rapporti economici diretti spesso legati alla concessione degli

stadi comunali;

- finanziatori: fanno parte di questa categoria tutti quegli enti che sostengono economicamente le società, ma trattando queste ultime al pari di altri settori. Operano in regime di mercato e le necessità informative sono quelle di un normale investitore senza interessi sportivi. Tra questi troviamo gli istituti di credito, che in alcuni casi per la forte esposizione creditizia, hanno potere nell’ambito della governance15;

- investitori istituzionali (per le società quotate in Borsa): fanno parte di questo gruppo i fondi comuni di investimento, le compagnie assicurative e

12 Lo Stato è tenuto alla cura della salute e del benessere dei cittadini, anche attraverso la pratica dello sport e alla tutela del suo spettacolo.

13 Cfr. G. GRAVINA, Il bilancio d’esercizio e l’analisi delle performance nelle società di calcio professionistiche, Milano, 2011.

14 Qualche anno fa, la tassazione degli stipendi dei calciatori in alcuni stati europei era di molto inferiore alla media, come per esempio in Spagna, e ciò ha spinto molti giocatori a trasferirsi, in questi campionati con regimi fiscali favorevoli, solo per ragioni economiche.

15 Può essere presa come esempio la vecchia situazione dell’AS Roma, in cui Unicredit Banca aveva un importante ruolo nella gestione societaria; i suoi amministratori, infatti, erano chiamati a prendere decisioni anche durante la campagna trasferimenti.

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i fondi pensione, il cui unico interesse è il ritorno degli investimenti senza alcun interesse sportivo;

- istituzioni e organismi di gestione e controllo: la normativa imposta dalle varie federazioni legate alle competizioni, impone obblighi di controllo in capo alla Federazione, e l’informativa di bilancio è il principale strumento su cui basare le valutazioni.

1.3 Le normative di Bilancio nelle società di calcio

Per inquadrare l’argomento dobbiamo risalire alla definizione di società sportiva professionistica, ovvero tutte quelle società costituite in osservanza alla legge 23 marzo 1981, n.91, e successive modifiche16. Scopo di tale legge è quello di dare un riconoscimento giuridico alle stesse, imponendo la forma capitalistica e limitando di fatto la scelta a S.p.a. e S.r.l., sancendo, inoltre, una stretta correlazione tra il sistema dei controlli di diritto comune per le società e quelli di competenza dell’autorità sportiva.

In primo luogo si imponeva, infatti, che le società fossero sottoposte “all’approvazione e ai controlli sulla gestione da parte delle Federazioni sportive nazionali alle quali sono affiliate, per delega del CONI e secondo modalità approvate dal CONI” (art. 12, comma 1, della legge 91/1981). Inoltre si stabiliva che “tutte le deliberazioni delle società concernenti esposizioni finanziarie o, comunque, tutti gli atti di straordinaria amministrazione, sono soggetti ad approvazione da parte delle Federazioni sportive nazionali cui sono affiliate” (art. 12, comma 2, della legge 91/1981). Tuttavia la legge è stata fortemente modificata, e tutti i poteri in capo alla Federazione si sono trasformati in controlli mirati alla sola verifica dell’equilibrio finanziario per garantire il regolare svolgimento dei campionati sportivi.

16 Cfr. A. BERNOLDI, C. SOTTORIVA, La disciplina della redazione del bilancio di esercizio delle società di calcio, RIVISTA DI DIRITTO ED ECONOMIA DELLO SPORT ISSN 1825-6678 Vol. VII, Fasc. 1, 2011

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Le norme designate da FIGC a cui le squadre professionistiche si devono attenere, sono raccolte in una pubblicazione denominata “Carte Federali”17, pubblicata e

aggiornata annualmente dalla stessa Federazione sono strutturate in modo gerarchico e comprendono:

- Lo st at uto della federazi one ;

- Le norm e organizz ati ve int erne dell a federazi one (NOIF) ; - Il codice di giustizi a sportiva ;

- Il regol am ent o dell a lega nazionale pro fessioni sti ; - Le raccomandazioni contabili federali .

A queste normative si sono aggiunte quelle riguardanti l’introduzione del Sistema

delle Licenze UEFA18 che verrà trattato nel proseguo del lavoro di tesi.

Partendo dallo statuto della FIGC, l’art. 16 sancisce che “al solo scopo di garantire il regolare svolgimento dei campionati, le società calcistiche professionistiche sono sottoposte, al fine di verificare l’equilibrio finanziario, ai controlli e ai conseguenti provvedimenti stabiliti dalla FIGC, per delega e secondo modalità e principi stabiliti dal CONI”. Molto importante è il comma terzo dello stesso articolo, che dispone per i compiti di cui al primo comma, l’avvalersi di un apposito Organismo tecnico da parte della FIGC.

Tale organo di controllo contabile atto alla verifica dell’equilibrio economico-finanziario dei club, prende il nome di Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio professionistiche (COVISOC) ed interamente disciplinato dalle NOIF in un titolo a lui dedicato19. Le disposizioni sono state oggetto di ampie revisioni, per

adeguarle alle prescrizioni UEFA e per l’istituzione della Commissione di Appello

17 Le Carte Federali in vigore sono consultabili sul sito www.figc.it.

18 Ai sensi dell’art. 52-bis NOIF, “Con il termine Licenze UEFA si intende il titolo rilasciato dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio che consente alle società che ottengono il prescritto titolo sportivo di partecipare alle competizioni internazionali per squadre di club organizzate dall’UEFA nella stagione sportiva successiva a quella di rilascio”. I criteri cui si fa riferimento sono contenuti in un “Manuale per l’ottenimento della Licenza da parte dei club”. La licenza UEFA dev’essere obbligatoriamente richiesta da tutte le società iscritte al campionato di Serie A, mentre la richiesta è facoltativa per le società partecipanti alla Serie B.

19 Parte seconda, Titolo VI, Controlli sulla gestione economico-finanziaria delle Leghe e delle società sportive professionistiche.

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sulla Vigilanza delle Società d Calcio Professionistiche (COAVISOC). Le NOIF sono emanate in ottemperanza dell’art. 27 dello Statuto della FIGC dal consiglio federale. L’articolo prevede che tale organo disponga le norme di contabilità e di controllo delle società. Pertanto in attuazione delle NOIF che è costituita la COVISOC, disciplinandone la composizione, la struttura ispettiva di supporto, e i requisiti di professionalità e indipendenza dei suoi componenti. L'art. 80 delle NOIF stabilisce che “alla COVISOC è attribuita una funzione di controllo sull'equilibrio economico-finanziario delle società di calcio professionistiche”. Le NOIF, inoltre, prescrivono una serie di obblighi informativi, specificando contenuto e forma delle comunicazioni periodiche che le società devono fornire alla Commissione. In particolare, il “controllo sull'equilibrio finanziario” è esercitato seguendo due distinte modalità:

1. attraverso il periodico esame della documentazione economico-finanziaria richiesta dalla normativa civilistica e dai regolamenti federali;

2. attraverso l'esame di indici sintetici di bilancio.

Per semplificare gli adempimenti è stato adottato un piano dei conti approvato dalla FIGC. In ottemperanza anche dei principi di trasparenza e di chiarezza sanciti dall'art. 2423 C.C., è vietata l'adozione del bilancio in forma abbreviata (art.85 NOIF). Nello stesso articolo è espressa la richiesta di tempestivo invio alla COVISOC di una copia del bilancio e di una relazione semestrale; quest'ultima è composta dalla situazione patrimoniale e dal conto economico alla data di riferimento in ottemperanza delle norme che lo disciplinano, con allegato eventuali osservazioni del collegio sindacale e ove presente il giudizio delle società di revisione. Un' altra regola fondamentale è quella per cui “Ciascuna società, per avere titolo a partecipare al campionato professionistico di competenza, deve ottenere annualmente la licenza della FIGC entro i termini stabiliti dal Consiglio Federale in armonia con i termini fissati dall' UEFA per le proprie licenze” (art.8 co.2 statuto). Sempre nelle NOIF troviamo che il controllo sulla gestione economica e finanziaria delle Leghe e delle società è affidata a COVISOC e che la

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contabilità deve essere tenuta dai club attenendosi solamente al piano dei conti approvato da FIGC”20.

Viene introdotto inoltre l'obbligo per le società professionistiche di costituirsi nella forma di società per azioni (S.p.a.) o di società a responsabilità limitata (S.r.l.), consentendo per tanto il perseguimento dello scopo di lucro, imponendo la nomina del collegio sindacale, l'esclusivo svolgimento di attività sportive o connesse e l'obbligo di destinare almeno il 10% degli utili ai centri giovanili di formazione tecnico-sportiva.

Come già detto, la Federazione ha il solo compito di verifica dell'equilibrio finanziario per garantire il regolare svolgimento dei campionati, ma ha anche il potere di denuncia al Tribunale in caso di sospetto di gravi irregolarità da parte degli amministratori e dei sindaci dei club. In tal caso, verificate l'irregolarità, il tribunale dispone opportuni provvedimenti che possono portare fino alla messa in liquidazione della società.

Vengono attribuite alla COVISOC funzioni di controllo e consultive, e in relazione a queste una serie di poteri, tra cui quello di richiedere alla società il deposito dei documenti contabili necessari alla valutazione di corretta gestione. Può inoltre effettuare verifiche ispettive (art.87 NOIF) presso le sedi delle società e convocare il consiglio d'amministrazione, il consiglio di gestione, il consiglio di sorveglianza, il collegio sindacale e i dirigenti per esaminare la situazione amministrativa, economica, finanziaria e contabile del club.

L'informativa periodica da inviare a COVISOC è regolamentata dall'art. 85 NOIF, che prevede i seguenti documenti:

 Copia del bilancio d'esercizio approvato, unitamente ad una serie di altri documenti, entro quindici giorni dalla data di approvazione da parte dell'assemblea dei soci;

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 Copia della relazione semestrale approvata, unitamente ad una serie di altri documenti, entro tre mesi dalla fine del primo semestre dell'esercizio

 Copia del bilancio consolidato, unitamente ad una serie di altri documenti, laddove si tratti di società che esercitano il controllo su una o più società ex art. 2359 C.C.;

 le informazioni economico-finanziarie previsionali (c.d. budget), su base semestrale;

 la documentazione attestante l'avvenuto pagamento degli emolumenti dovuti ai tesserati, lavoratori dipendenti e collaboratori addetti al settore sportivo con contratti ratificati;

 una dichiarazione sottoscritta dal legale rappresentante della società e dal soggetto responsabile del controllo contabile o dal presidente del collegio sindacale, attestante l'avvenuto pagamento di ritenute e contributi;

 il prospetto Valore Produzione/Debiti Finanziari, con indicazione del rapporto VP/DF calcolato sulla base delle risultanze contabili e riferito a ciascuna scadenza21.

21 La misura minima del rapporto VP/DF è stabilita annualmente dal Consiglio Federale su proposta della COVISOC. Con il Comunicato Ufficiale 108/A del 14 maggio 2010, il Consiglio Federale


-VISTA la comunicazione della COVISOC, con cui l’organo di controllo ha rappresentato che il rapporto VP/DF di cui all’art. 85, lett. A), Par. VIII delle NOIF, possa essere determinato in misura non inferiore a 4 unità di valore della produzione per 1 unità di debiti finanziari;


- VISTI l’art. 27, comma 2 dello Statuto e l’art. 85, lett. A), Par. VIII, comma 6 delle NOIF ha deliberato di fissare il rapporto VP/DF di cui all’art. 85, lett. A), Par. VIII delle NOIF, nella misura minima di 4 unità di valore della produzione per 1 unità di debiti finanziari.


Le NOIF prevedono che le società, entro sessanta giorni dalla fine di ciascun trimestre dell’esercizio, devono depositare presso la COVISOC il Prospetto VP/DF con indicazione del rapporto Valore della Produzione/Debiti Finanziari, calcolato sulla base delle risultanze contabili e riferito a ciascuna delle dette scadenze; le società devono altresì depositare presso la COVISOC, unitamente al bilancio d’esercizio e alla semestrale, il Prospetto VP/DF con l’indicazione del rapporto Valore della Produzione/Debiti Finanziari riferito alla data di chiusura dell’esercizio o del semestre, calcolato sulla base delle risultanze del bilancio e della semestrale approvati.


Per la determinazione del rapporto Valore della Produzione/Debiti Finanziari:


a) il valore della produzione da considerare ai fini del numeratore del rapporto è quello che risulta dal piano dei conti approvato dalla F.I.G.C. nelle voci: ricavi delle vendite e delle prestazioni; variazione delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti; variazione dei lavori in corso su ordinazione; incrementi immobilizzazioni per lavori interni; altri ricavi e proventi;

b) i debiti finanziari da considerare ai fini del denominatore sono quelli che risultano dal piano dei conti nelle voci: obbligazioni ordinarie e convertibili, soci c/anticipazioni temporanee; soci c/ finanziamenti fruttiferi; debiti verso banche; debiti verso altri finanziatori; debiti di natura finanziaria verso imprese

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La documentazione sopra elencata deve essere sempre depositata entro i termini previsti dai Comunicati Ufficiali, e l’inosservanza dei termini configura un illecito disciplinare; la Procura Federale pertanto provvederà alla penalizzazione di un punto in classifica per ogni inadempienza.

1.4 Il Piano dei conti

Il piano dei conti obbligatorio è stato introdotto dalla FIGC nel 1987 ed è un modello che, permettendo di evidenziare aspetti peculiari della gestione del settore calcistico i quali verrebbero ignorati se ci si attenesse ciecamente al modello civilistico, consente alla Federazione di omogeneizzare il linguaggio contabile al fine di agevolare il controllo dei club.

Lo stesso modello, dopo l’introduzione del D.lgs. n.127/1991, viene sostituito integralmente, a partire dalla stagione 1992/1993, da un nuovo modello che recepisce le novità previste dal legislatore.

Il piano dei conti attualmente in vigore è diviso in:

a) cl assi di conti, b) gruppi di conti, c) conti,

d) sottoconti,

e) sottoconti analiti ci , f) sottoconti el em ent ari .

controllate, collegate e controllanti. I debiti finanziari sono ridotti dell’ammontare delle attività finanziarie risultanti dalla contabilità sociale alla voce disponibilità liquide.


Per ogni scadenza trimestrale, il valore della produzione è determinato sulla base dei dodici mesi precedenti la scadenza stessa, mentre i debiti finanziari sono computati alla fine di ciascun trimestre. Il Prospetto deve essere sottoscritto dal legale rappresentante e dal soggetto responsabile del controllo contabile della società o dal presidente del collegio sindacale.

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Le classi di conti, elemento di ordine superiore del piano, sono nove e in corrispondenza di ognuna la FIGC ha previsto anche una tabella di raccordo tra le tavole di sintesi federali e quelle civilistiche22.

In particolare le classi di conti sono:

1. font i finanziari e durevoli, suddi vis a in patrimonio netto, fondi per rischi ed oneri, trattamento di fine rapporto, obbligazioni ordinarie e convertibili, debiti e debiti collegati a partecipazioni;

2. immobilizz azioni , comprendent e imm obilizzazioni imm at eriali, materiali e finanziarie;

3. rim anenze, s uddivis a in rim anenz e inizi al i e rim anenze finali; 4. crediti e debiti correnti, comprendente l e classi di valore crediti,

crediti verso società del gruppo, crediti tributari, crediti diversi , altri valori attivi, debiti commerciali, debiti diversi e altri valori passivi;

5. liquidi tà, suddivisa in att ivit à finanzi ari e che non costit uis cono immobilizzazioni e disponibilità liquide;

6. conti accesi ai costi, com prendenti le voci cos ti dell a produz ion e, costi per il personale, ammortamenti e svalutazioni, altri costi di produzione e di esercizio, interessi ed altri oneri finanziari, rettifiche di valore di attività finanziarie, oneri straordinari ed operazioni relative al reddito imponibile;

22 Ad esempio (tratto dal Piano dei conti federale consultabile su www.figc.it): a) Classi di conti: Conti accesi ai ricavi,

b) Gruppi di conti: Valore della produzione, c) Conti: Ricavi delle vendite e delle prestazioni, d) Sottoconti: Ricavi da gare,

e) Sottoconti analitici: Gare in casa, f) Sottoconti elementari: Campionato.

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7. conti accesi ai ri cavi, comprendenti le cl assi valore dell a produzione, proventi da partecipazioni, altri proventi finanziari, rettifiche di valore di attività finanziarie e proventi straordinari; 8. conti di risult at o, ossi a conto economico di esercizio, stato

patrimoniale di apertura e stato patrimoniale di chiusura;

9. conti d ’ordine, ci oè garanzie prest at e a terzi , opzi oni per diritt i prestazioni calciatori, canoni di leasing e factoring pro solvendo23.

1.5 Le voci tipiche dello Stato Patrimoniale e del Conto

Economico

Come già accennato nei paragrafi precedenti, i bilanci presentano molte affinità con i bilanci tradizionali, ma anche voci caratteristiche ed esclusive per le società di calcio. Tali voci sono regolamentate dalle sopra citate normative federali e non, che permettono di identificare e valorizzare questi elementi che attraverso la legislatura civilistica sarebbero difficili da inquadrare e interpretare. Nelle Raccomandazioni Contabili possiamo identificare il punto di collegamento tra normativa civilistica e normativa federale.

Tali elementi sono molto importanti, infatti sono la parte di maggior valore delle società calcistiche24 e data la loro complessità valutativa andremo ad analizzarli

singolarmente.

23 Su tale classificazione C. TEODORI sottolinea due aspetti:

a. La classe di conti “fonti di finanziamento durevoli” comprende, o può comprendere, anche fonti di finanziamento a breve termine;

b. Non vi sono ragioni particolari per riunire in un'unica classe crediti e debiti correnti.

cfr. C. TEODORI, L’economia ed il bilancio delle società sportive. Il caso delle società di calcio, Torino, 1995, pg. 159.

24 I diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori sono la voce di SP attivo più cospicua, mentre i ricavi da cessione dei Diritti televisivi una delle maggiori entrate.

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1.5.1 I diritti pluriennali alle prestazioni dei cal ciatori

Come già detto più volte, i diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori sono la componente di maggior impatto economico dello stato patrimoniale. Questa voce è collegata alla legge n. 91 del 1981, la quale disciplina il rapporto tra la società e l’atleta professionista, prevedendo la forma scritta e depositata per il contratto nei modi e nelle forme previste dalla lega di competenza. La legge sopracitata ha tra l’altro abolito il vincolo sportivo all’interno del rapporto.

Definizione e regolamentazioni che vengono applicate a tale posta di Stato Patrimoniale sono racchiuse nella Raccomandazione Contabile n.1.

Questa voce è l’insieme dei costi sostenuti da una società per la stipulazione di un contratto per via diretta, ovvero in caso di tesseramento di un giocatore svincolato o uno proveniente dal settore non professionistico o giovanile, oppure dalla cessione di un contratto, ossia l’acquisizione dei diritti da un’altra società.

Proprio in merito alla cessione dei contratti nascono diverse interpretazioni: infatti c’è chi sostiene che oggetto della trattazione sia appunto il contratto, mentre altri sostengono che l’oggetto sia un indennizzo corrisposto per la rescissione anticipata del vecchio contratto. Data la diversa trattazione contabile dell’operazione, pur essendo la stessa, le Raccomandazioni Contabili FIGC adottano la prima interpretazione. La Raccomandazione Contabile ha inoltre stabilito che tale attività deve essere iscritta a Stato Patrimoniale alla voce B. I. 8 - Diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori. Tali diritti, quindi, per le società calcistiche sono immobilizzazioni immateriali e la loro specifica identificazione e diversità rispetto agli altri intangibles, sta nella loro autonoma trasferibilità e nella loro attitudine a essere durevolmente impiegati nel ciclo dell’impresa sportiva25.

Questo tipo di classificazione, in linea con i principi IAS/IFRS, comporta l’applicazione dell’art. 2426 C.C. che impone l’obbligo di ammortamento sistemico del valore iscritto in bilancio. Le N.O.I.F. impongono un piano di

25 Cfr. P. BUSARDO’, Il bilancio delle società di calcio professionistiche: trattamento contabile del parco giocatori, RIVISTA DEI DOTTORI COMMERCIALISTI, n. 6, Novembre – Dicembre 2004, p. 1297.

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ammortamento a “quote costanti” per tutta la durata del contratto a partire dalla data in cui è divenuto efficace il contratto. Le quote annue vengono inserite a Conto Economico alla voce “10) a) Ammortamenti immobilizzazioni immateriali”. Nel caso di rinnovo del contratto la quota andrà ricalcolata tenendo il valore residuo da ammortizzare e la nuova scadenza26.

Il valore da tenere conto in bilancio, quindi da considerare per l'ammortamento, non è quello di presunto realizzo27 ma il costo sostenuto per l'acquisizione

comprensivo di eventuali oneri accessori28. Tutti i fattori che prendono parte alla

valutazione dell'immobilizzazione devono essere illustrati in Nota Integrativa, che deve contenere:

 principi contabili adottati per la determinazione del valore;

 metodo e piano di ammortamento predisposto;

 tutti i movimenti di calciatori divisi per categorie (italiani, stranieri e squadre minori), specificando costi, trasferimenti, alienazioni, ammortamenti cumulati e di esercizio e svalutazioni;

 impegni assunti con altre squadre per cessioni o acquisizioni future;

 ammontare dei diritti per cui il piano di ammortamento è sospeso causa infortunio o altre motivazioni.

Nella Relazione sulla Gestione, sempre in merito ai diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori, troviamo descrizione di tutti gli eventi di rilievo che si sono verificati in prossimità della chiusura dell'esercizio e che hanno generato effetti economico patrimoniale di cui bisogna determinare la competenza. La mancanza di una data di riferimento precisa potrebbe portare i club ad adottare quella con maggiore convenienza per le polemiche di bilancio. Considerando la

26 Vedi esempio numerico in allegato.

27 Cfr. F. DEZZANI, Il Tribunale di Napoli, il Fisco e la Federazione Calcio concordando, l’ammortamento dei giocatori dev’essere effettuato a quote costanti. Il Fisco, n. 37, 1995, p. 1906. 28 Somme riconosciute una tantum in favore di soggetti che hanno collaborato e favorito, con un proprio intervento professionale, alla conclusione del contratto (costi di mediazione, mandati ad agenti FIFA o società di consulenza ecc.)

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cessione di tali diritti, possiamo trovarci in due situazioni: il prezzo di vendita è superiore al costo sostenuto in passato (o non sostenuto nel caso di svincolato) e quindi si genera una plusvalenza, oppure il costo storico è inferiore alla somma incassata e per tanto si genera una minusvalenza.

Quanto appena descritto si riferisce a chi cede un atleta ad un’altra società: per chi acquisisce un giocatore la sua valutazione a Stato Patrimoniale dipende da diversi fattori. Le situazioni che si possono configurare sono le seguenti:

 calciatore dilettante che sottoscrive il primo contratto da professionista: in questo caso vi è una finestra temporale per compiere il trasferimento (1° luglio-10 agosto circa) e viene corrisposto alla squadra cedente un “premio di addestramento e formazione” secondo parametri e tabelle. È valido solo per i giocatori under 25;

 calciatore proveniente da settore giovanile: se proviene dal proprio settore giovanile e quindi è solamente un cambio di “status” non vi è alcuna contabilizzazione, mentre se proviene da un’altra giovanile è corrisposto un “premio di addestramento e formazione”;

 calciatore proveniente da altra squadra: vengono contabilizzati il costo dell’acquisizione e gli oneri accessori dell’operazione;

 calciatore svincolato: vengono contabilizzati ed eventualmente contabilizzati solo gli oneri sostenuti per la stipula del contratto.

In merito alla valorizzazione dei giocatori provenienti dal vivaio sorge una problematica significativa: poiché l’unico presupposto per inserire a stato patrimoniale il valore di un atleta è il sostenimento di costi di acquisizione, il mancato inserimento dei giovani calciatori distorce l’esatto valore del patrimonio della società. Considerando i top club che spesso dispongono di top player provenienti dalle proprie giovanili, come ad esempio De Rossi per la Roma, vedono sottostimarsi una parte cospicua del patrimonio. La scelta migliore sarebbe

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applicare secondo i principi IAS/IFRS il fair value29, consentendo così una giusta

valutazione.

1.5.2 La capitalizzazione dei costi del vivaio

La gestione dei vivai all’interno delle grandi squadre è un’attività di grande importanza sia a livello sportivo, sia a livello economico, soprattutto per le squadre minori. Sia attraverso la diretta utilizzazione di bravi calciatori provenienti dalle squadre giovanili, sia mediante la loro cessione ad altre società, il club riesce a trarre da questo settore un rilevante contributo nell’ambito della propria attività sportiva ed economica30.

Un buon settore giovanile, per contro, comporta l’impiego di molte risorse finanziarie. La dottrina identifica tali costi con due ottiche differenti: la prima li considera come normali costi d’esercizio per la preparazione delle squadre, mentre la seconda li accomuna con i costi di ricerca e sviluppo31 se visti come strategici

per il futuro della squadra.

Proprio se considerati come costi con utilità futura, la FIGC permette la capitalizzazione dei costi di vivaio concorrendo così alla formazione del reddito attraverso la rilevazione delle quote di ammortamento (quote costanti per un massimo di 5 anni).

La capitalizzazione può avvenire solo dopo il consenso del Collegio Sindacale e secondo la “Raccomandazione Contabile n. 2”, che prevede l’iscrizione in una voce distinta tra le Immobilizzazioni Immateriali con la denominazione B.I.7 “Capitalizzazione costi vivaio”. Deve avvenire per via indiretta32, passando

29 In relazione a questo criterio di valutazione si veda: P. ANDREI, Fair value, significatività e attendibilità dell’informativa di bilancio, Rivista Italiana di Ragioneria e di Economia-Aziendale, n. 9-10, Settembre – Ottobre 2008, p. 595-610.

30 Cfr. G. BASILE, M. BRUNELLI, G. CAZZULO, Le società calcistiche professionistiche. Aspetti civilistici, fiscali e gestionali, Roma, 1997.

31 Favorevoli a tali tesi sono V. BASSI, G. PERSICO, Sport e profili fiscali, in M. COLUCCI (a cura di), Lo sport e il diritto. Profili istituzionali e regolamentazione giuridica, Napoli, 2004, p. 131. Contrario invece G. INGRAO, La determinazione del reddito imponibile nelle società sportive, delle associazioni sportive dilettantistiche e delle Onlus sportive, RASSEGNA TRIBUTARIA, 2001, nota n. 40, p. 1542. 32 Il metodo indiretto prevede l’evidenziazione “nello Stato Patrimoniale del fondo ammortamento a rettifica esplicita del costo capitalizzato”. L’ammortamento di tali costi deve iniziare nell’anno in cui essi sono contabilizzati e nei quattro successivi. Ciascuna quota, quindi, è pari al 20% dei costi, capitalizzato in un dato anno.

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attraverso il Conto Economico: le voci di costo trovano allocazione nelle rispettive voci di pertinenza mentre i ricavi andranno nella voce A.4.a (Valore della produzione. Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni – capitalizzazione costi vivaio)33. L’individuazione delle procedure per una corretta capitalizzazione

ha spesso riguardato la valutazione del singolo giovane atleta34, ma la

Raccomandazione Contabile FIGC n. 2 impone, pur con qualche riserva rispetto all’applicazione dei principi contabili internazionali35, il completo anonimato dei

singoli atleti, la cui posizione è irrilevante in quanto non legati da contratto di lavoro e una precisa individuazione delle tipologie di costi ammessi. Possono essere capitalizzati solo i costi di struttura e di gestione (non quelli generali o amministrativi) riferiti all’attività giovanile quali: i premi di formazione e addestramento tecnico; vitto, alloggio e spese di trasferta; rimborsi spese per calciatori; compensi per lo staff tecnico (allenatori, istruttori e collaboratori tecnici); assicurazioni per infortuni; spese sanitarie.

1.5.3 Le compartecipazioni ex art. 102 – bis delle NOIF

Spesso durante le trasmissioni calcistiche sentiamo parlare di giocatori in comproprietà, e in alcuni casi anche in situazioni di contesa per l’acquisizione totale del diritto in questione.

33 Cfr. G. GRAVINA, Il bilancio d’esercizio e l’analisi delle performance nelle società di calcio professionistiche, Milano, 2011.

34 L’ipotesi avanzata da De Vita prevede una rilevazione sulla base di una valutazione tecnica (a opera dell’allenatore e del responsabile del settore giovanile) dell’intero parco giocatori, tale da creare una sommatoria da stornare dal Conto Economico al netto del precedente valore contabile attribuito e da iscrivere nello Stato Patrimoniale in aggiunta a quello operato negli esercizi precedenti. Tale valore, comunque, non deve mai essere superiore rispetto ai costi effettivamente sostenuti per il funzionamento del vivaio, in considerazione dell’estrema aleatorietà del valore patrimoniale derivante dagli atleti. Potrebbe, inoltre, prevedersi anche un procedimento inverso che, partendo dalla determinazione dei costi di esercizio relativi al funzionamento del settore giovanile, porti a quantificare lo storno da effettuare sulla base dell’andamento dei risultati sportivi, dall’emersione di talenti o del semplice andamento della gestione nel suo complesso. Tale importo ottenuto sarà ripartito tra tutti i calciatori interessati. Cfr. G. CESARINI, Aspetti particolari del bilancio d’esercizio delle società di calcio, RIVISTA ITALIANA DI RAGIONERIA E DI ECONOMIA AZIENDALE, n. 12, 1985, p. 617 e sss; G. DE VITA, Il bilancio di esercizio nelle società di calcio professionistiche, PREMIO DI LAUREA “ARTEMIO FRANCHI”, Lega Professionisti Serie C, Firenze, 1996, p. 81.

35 L’applicazione dei principi IAS/IFRS non consentirebbe una capitalizzazione indistinta di tutti i costi sostenuti per il vivaio, ma solo per quelli identificabili e riferibili a quei giocatori specifici, i quali contribuiranno a risultati economici futuri. L’ovvia difficoltà nell’individuazione di tali soggetti potrebbe costringere a spesare a Conto Economico tutti i costi relativi al vivaio. Cfr. B. FASOLI BRACCINI, I diritti pluriennali di utilizzazione dei giocatori e i principi contabili internazionali, FISCO, 2003, p. 5817.

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Le compartecipazioni ex. 102-bis delle NOIF sono una caratteristica unica delle società legate all’attività sportiva, e pertanto gli unici riferimenti normativi sono quelli imposti dalla Federazione.

L’articolo 102-bis NOIF permette a una squadra di stipulare simultaneamente al contratto di cessione un contratto di compartecipazione dalla durata di un anno36

che permette di riconoscere alla società cedente il 50% degli effetti economico patrimoniali dello stesso diritto. La procedura per le compartecipazioni è assai complicata, e la modulistica utilizzata ne è la prova, infatti il contratto deve essere redatto in apposito modulo e sottoscritto da entrambe le parti.

Alla scadenza del contratto questo deve essere per forza risolto; ci si può trovare in una situazione in cui la risoluzione è consensuale, oppure in una in cui non vi è un accordo e pertanto si procede ad una specie di asta a buste chiuse coordinata dalla lega competente. La chiusura del contratto in entrambi i casi può portare alla cessione del diritto compartecipato ad una terza società, dopo il consenso di entrambe le squadre.

La compartecipazione è un contratto ben distinto da quello di cessione, ma quest’ultimo è il presupposto per la stipula.

Quando si procede alla contabilizzazione, la squadra cedente deve registrare il credito derivante dall’operazione e la relativa plus/minusvalenza, mentre la cessionaria iscriverà tra le Immobilizzazioni Immateriali il diritto pluriennale alle prestazioni dei calciatori. L’operazione nel suo complesso si presenta sotto una diversa veste: per il club cessionario, essa ha natura patrimoniale di bene immateriale; per il cedente rappresenta un’attività finanziaria37.

Nello specifico è previsto che la cessionaria38 scriva l’importo tra le passività

finanziarie dello Stato Patrimoniale alla voce D.14 Debiti per compartecipazioni

ex art. 102-bis NOIF, mentre la cedente iscrive la quota tra le Immobilizzazioni

36 Poteva essere prorogato, previa approvazione di entrambe le parti.

37 Cfr. G. DE VITA, Il bilancio di esercizio nelle società di calcio professionistiche, op. cit., p. 84. 38 In questo caso sarebbe la cedente, poiché è quest’ultima a detenere il diritto pluriennale alla prestazione sportiva.

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Finanziarie alla voce B.III.1 Compartecipazioni ex art. 102-bis NOIF. Dal punto di vista finanziario la procedura è gestita dalla lega competente: chi cede il diritto e stipula la compartecipazione incassa il costo di questa più IVA e versa all’acquirente il 50% del valore della stessa, mentre chi acquisisce il diritto versa l’importo complessivo più IVA e incassa il 50% sempre del totale. Come per il normale acquisto di un giocatore, la cessionaria deve rilevare nel proprio Conto Economico i costi di ammortamento e di gestione.

Come per i Diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori la data di riferimento per l’iscrizione in bilancio è quella della sottoscrizione del contratto di compartecipazione, oppure del deposito presso la lega competente; vale per entrambe le posizioni.

In nota integrativa devono essere elencate in modo analitico e dettagliato tutti i contratti di compartecipazione, e mostrare gli effetti in Conto Economico derivanti da un eventuale risoluzione di tali.

Tale tipologia di contratto è stato abrogato durante il Consiglio Federale FIGC39

del 27 Maggio 2014 e reso ufficiale tramite il comunicato n. 162/A, viste le

39 FIGC - Comunicato ufficiale n. 162/A del 27 maggio 2014: “L’art. 102bis è abrogato a far data dal 27 maggio 2014.

Norme transitorie: Per gli accordi di partecipazione in essere alla data di abrogazione della norma, si applicano le seguenti disposizioni transitorie:

1. le risoluzioni degli accordi di partecipazione da effettuarsi entro la stagione sportiva 2013/2014 nei termini stabiliti dal Consiglio Federale, non necessitano dell’assenso del calciatore;

2. i rinnovi degli accordi di partecipazione da effettuarsi entro la stagione sportiva 2013/2014, secondo le modalità previgenti, non potranno superare la scadenza del 30 Giugno 2015, data entro la quale dovranno comunque essere definite. Ai fini dei rinnovi, necessiterà l’assenso del calciatore;

3. le risoluzioni degli accordi di partecipazione eventualmente rinnovati fino al 30 Giugno 2015 e le risoluzioni delle compartecipazioni relative a diritti di opzione per cessioni stipulate nella stagione sportiva 2013/14 potranno essere effettuate anticipatamente, anche al di fuori dei periodi di campagna trasferimenti, senza l’assenso del calciatore, qualora si definiscano a favore della società titolare del tesseramento. Dette risoluzioni dovranno essere effettuate secondo le modalità previgenti;

4. le risoluzioni degli accordi di partecipazione eventualmente rinnovati fino al 30 Giugno 2015 le risoluzioni delle compartecipazioni relative a diritti di opzione per cessioni stipulate nella stagione sportiva 2013/14 potranno essere effettuate anticipatamente e con l’assenso del calciatore, qualora si definiscano a favore della società titolare del diritto di partecipazione. Dette risoluzioni dovranno essere effettuate secondo le modalità previgenti;

5. le risoluzioni degli accordi di partecipazione valevoli per la stagione 2014/2015, eventualmente non definite in via anticipata, dovranno essere effettuate, nei termini che verranno stabiliti dal Consiglio Federale, senza l’assenso del calciatore;

6. fermo quanto sopra, le fattispecie previste dai commi 6, 7, 8 e 9 dell’art. 102 bis saranno regolate secondo le modalità previgenti, fino ad esaurimento al 30 Giugno 2015”.

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numerose questioni sollevate sia a livello di opinione pubblica sia per l’atipicità di questo istituto sul versante normativo europeo e anche su quello fiscale.

Per facilitare il passaggio da compartecipazione ex art. 102-bis ad altra tipologia di contratto sono state previste una serie di norme transitorie, descritte nel medesimo comunicato ufficiale.

1.5.4 Gli accantonamenti a scopo mutuali stico

Un’altra voce particolare e caratteristica delle società calcistiche, è quella degli accantonamenti a scopi mutualistici.

Tale voce nasce nel 1996 con l’art. 4 della legge n. 586 del 18 Novembre dello stesso anno, che prevede in caso di utile l’accantonamento del 10% dello stesso a favore del settore giovanile e alle scuole di formazione tecnico sportiva.

Le somme devono essere iscritte in una riserva apposita nel passivo dello Stato Patrimoniale alla voce B.3 Fondi per rischi e oneri – altri.

1.5.5 I ricavi da cessione dei diritti televisivi

Come tutti sappiamo la televisione, ma soprattutto i nuovi canali di trasmissione delle immagini, hanno subito una forte evoluzione tecnologica. Sicuramente gli eventi nella storia della “televisione” che hanno avuto maggior impatto sono stati l’introduzione della pay-tv prima e della pay-per-view40 poi. L’offerta dei canali

tematici dedicati solamente al calcio, oltre ad aumentare l’interesse per lo spettatore, ha fatto aumentare anche il valore delle immagini trasmesse in modo quasi esponenziale41.

In Italia i diritti televisivi sono negoziati dalla Lega Calcio, per conto delle società televisive; attualmente i diritti sono ceduti in forma collettiva, ma per il periodo

40 In Italia le prime partite trasmesse sulla pay-tv sono state quelle del campionato 1993-94, mentre dovettero passare alcuni anni e l’avvento della tv satellitare con decoder digitali per la pay-per-view. 41 Nel triennio 1990-1993 il valore complessivo dei diritti Tv era di circa 108 miliardi di Lire, mentre nell’anno 1995 erano saliti a 205 per la sola stagione. Un dato ancora più significativo, riguardo all’aumento dei diritti Tv, è identificabile nella cifra che si sono spartite le società di serie A nella sola stagione 2013-14: 846,1 milioni di euro (fonte: Marca).

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1999-2010 questi erano ceduti individualmente, avvantaggiando così le grandi squadre.

La ripartizione dei proventi, dopo una lunga trattativa coi club per raggiungere un compromesso, avviene secondo i seguenti criteri: il 40% diviso equamente tra tutte le squadre della competizione; il 30% sulla base dei risultati sportivi, di cui il 10% per quelli dal 1946 ad oggi, il 15% per quelli degli ultimi 5 anni e il 5% per quelli dell’ultima stagione. Il restante 30% è ripartito per il 5% in base alla popolazione del comune di riferimento del club e il 25% in base al “bacino di utenza”42. Nel

bilancio i ricavi della cessione dei diritti televisivi vengono iscritti a Conto Economico alla voce A.5. Altri Ricavi e proventi della macro classe Valore della Produzione. La principale fonte dei ricavi, quindi, figura all’interno degli elementi della cosiddetta gestione accessoria43.

1.5.6 Le m inus/plusvalenze derivanti dalla cessione dei diritti

alle prestazioni sportive

Quando si parla di plus/minusvalenze, ma in particolare le prime, vengono in mente tutti gli scandali del mondo calcistico legati a questo argomento. Infatti in passato, ma anche tutt’oggi, alcune società cedevano giocatori provenienti dal vivaio o acquisiti a basso costo, a prezzi ben al di sopra del valore reale, per ridurre così le perdite e magari salvaguardare l’iscrizione al campionato successivo44.

Le poste in questione si riferiscono ai risultati delle movimentazioni in stato patrimoniale di Diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori. Nascono dalla differenza tra l’importo incassato al momento della vendita, e il valore dell’immobilizzazione al netto degli ammortamenti: se la differenza è negativa si ha una minusvalenza, mentre se è positiva si ha una plusvalenza.

42 Proprio il complicato criterio di individuazione del bacino di utenza ha portato al difficile accordo tra club e Lega.

43 Cfr. L. A. BIANCHI, D. CORRADO, I bilanci delle società di calcio. Le ragioni di una crisi, Milano, 2004, p. 51.

44 Nel 2008 furono deferiti Moratti e Galliani per aver gonfiato le plusvalenze nei bilanci per il periodo 2003-2005, dopo esser stati prosciolti pochi giorni prima per l’alterazione dei bilanci risalenti alle stagioni 2003 e 2004. In questo periodo si sta assistendo al fallimento del Parma FC, la cui crisi, inizialmente coperta grazie ad un’infinità di operazioni di mercato che gonfiavano i bilanci, è venuta a galla solo negli ultimi mesi.

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La collocazione di tali poste è indicata dalla Raccomandazione Contabile n. 1, negli Oneri e Proventi Straordinari, rispettivamente E.20.a. ed E.21.a., in contrapposizione a quanto indicato dall’Agenzia delle Entrate che li inquadra tra Valore e Costi della Produzione.

Per quanto riguarda la cessione dei giocatori acquisiti a costo zero (svincolati o provenienti dal vivaio), si genera comunque una plusvalenza da inserire come

sopravvenienza attiva straordinaria.

Mentre per i calciatori ancora sotto contratto che decidono di abbandonare l’attività professionistica, bisogna procedere alla svalutazione e quindi alla contabilizzazione della minusvalenza; se il ritiro è dovuto a un grave infortunio spesso si registra un provente derivante dalle assicurazioni.

1.5.7 L’ammortamento dei diritti pluriennali

Come per tutte le società italiane, anche le società calcistiche devono provvedere nel rispetto dell’art. 2426 C.C. ad ammortizzare le immobilizzazioni immateriali e nello specifico i diritti alle prestazioni dei calciatori.

Poiché la normativa civilistica non prevede i criteri di ammortamento, ci pensa la Raccomandazione Contabile n.1 a imporre l’ammortamento a quote costanti, per evitare comportamenti opportunistici per ridurre o aumentare i costi a seconda delle necessità.

L’ammortamento avviene in modo indiretto, attraverso la creazione di un fondo e rinviando in nota integrativa l’apposita informativa: per ogni giocatore è costituito un fondo. Come già citato nel paragrafo 1.4.1 il piano deve essere tassativamente modificato dagli amministratori nei casi di svalutazione a causa di grave infortunio o lunga squalifica, o per il prolungamento del contratto.

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1.5.8 Le sponsorizzazioni e i “ricavi da stadio”

Come già più volte menzionato, i ricavi delle squadre di calcio sono particolarmente differenti da quelli delle normali imprese: le sponsorizzazioni e la vendita degli abbonamenti e dei biglietti rappresentano sicuramente questa diversità.

Nelle Raccomandazioni Contabili FIGC alle voci 11 e 12 troviamo i criteri di rilevazione contabile delle sponsorizzazioni, che sono suddivise in 4 situazioni:

1. contratto per un anno a corrispettivo fisso: è il caso più semplice e la contabilizzazione avviene per intero tra i ricavi alla data di incasso o ricezione della fattura;

2. contratto per un anno a corrispettivo variabile condizionato a risultati sportivi: in questo caso si contabilizza la parte di corrispettivo fisso già fatturato o incassato, mentre la parte variabile, se non incassata entro la chiusura dell’esercizio, sarà contabilizzata nel conto “ricavi da sponsorizzazione da liquidare”45;

3. contratto per più anni a corrispettivo fisso annuale e corrispettivo fisso complessivo anticipato: per il primo si contabilizza quanto fatturato o incassato e si rileva il risconto passivo46 della parte contabilizzata ma non

di competenza. Nel caso invece di corrispettivo fisso anticipato, il ricavo è ugualmente contabilizzato tra i ricavi, ma diverso è il calcolo del risconto passivo47;

4. contratto per più anni a corrispettivo variabile annuale legato a risultati sportivi: come nel caso precedente la quota fissa può essere corrisposta annualmente o anticipatamente, per tanto si procede alla contabilizzazione

45 Dev’essere iscritto in bilancio anche se non ancora incassato, in quanto di competenza dell’esercizio a cui si riferisce la prestazione oggetto di variabilità del risultato.

46 Il risconto si calcola sottraendo a quanto incassato, la quota che contrattualmente è riferita a quell’esercizio.

47 In questo caso è la differenza tra quanto contabilizzato, anche se non incassato, e la quota risultante dal rapporto tra corrispettivo complessivo e durata del contratto.

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apportando le giuste rettifiche, e la parte variabile non ancora concretizzata iscritta nel conto “ricavi da sponsorizzazione da liquidare”.

I ricavi da sponsorizzazione, insieme ai ricavi prodotti dalla vendita di spazi pubblicitari, vanno iscritti nel Conto Economico nel Valore della Produzione alla voce A.5 Altri Ricavi e Proventi.

Anche per la corretta imputazione dei ricavi generati dalla vendita di abbonamenti, dobbiamo distinguere se questi sono:

- annuali: viene contabilizzato il totale corrisposto, al netto delle imposte sugli spettacoli;

- pluriennali: l’incasso è maggiore di quello di competenza, e pertanto deve essere rimandato agli esercizi successivi con un risconto passivo.

I ricavi collegati alla vendita di biglietti e abbonamenti vanno iscritti a Conto Economico alla voce A.1. Ricavi dalle vendite e prestazioni.

1.5.9 Le cessioni temporanee

Tra le voci di ricavo, o di costo a seconda della posizione in cui ci troviamo, compaiono quelle per i calciatori in prestito. Infatti le cessioni temporanee sono previste dalle NOIF all’articolo 103, e consentono ai club la cessione, solo per un campionato sportivo, del diritto alle prestazioni di un calciatore a favore di un’altra squadra.

La contabilizzazione per la squadra titolare della proprietà è un ricavo, che trova posto alla voce A.5.a. Altri ricavi e proventi – ricavi da cessione temporanea di

calciatori; mentre per la squadra cessionaria abbiamo un costo, iscritto alla voce

B.8. Spese per il godimento di beni di terzi.

In alcuni casi all’interno del contratto di cessione temporanea troviamo la possibilità di trasferimento definitivo allo scadere del contratto di prestito, oppure può essere previsto un premio a favore della cessionaria come riconoscimento alla

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formazione del giocatore48. Nel caso l’opzione di trasferimento si verificasse, la

cessionaria incrementa il costo del prestito con quello di acquisto, mentre la cedente calcola la plus/minusvalenza senza considerare nel ricavo quanto già ricevuto per la cessione temporanea.

In Nota Integrativa devono essere indicate tutte le informazioni dettagliate su tali accordi, con relative opzioni.

Oggetto delle cessioni temporanee possono essere anche i giocatori in compartecipazione, e in questo caso serve l’autorizzazione di chi detiene l’altro 50% della proprietà; tuttavia a quest’ultimo non è riconosciuto alcun beneficio economico, e si sottoscrive un trasferimento temporaneo a titolo gratuito.

1.6 La valorizzazione delle library e il marchio

Queste due voci sono strettamente legate all’idea del “prodotto calcio”: infatti, come sostiene Adriano Galliani A.D. dell’A.C. Milan S.p.A., «una partita è come un film e ogni squadra “produce” circa 25 spettacoli a stagione49». Grazie allo

sviluppo tecnologico in ambito della trasmissione mediatica, prendono sempre maggior valore library e marchio. Le library rappresentano il diritto di utilizzazione economica delle immagini televisive delle squadre, e come già sopracitato l’utilizzo di siti web, canali tematici e supporti digitali, hanno aumentato lo sfruttamento commerciale delle immagini50. Precedentemente tali

diritti erano di proprietà delle emittenti televisive (la maggior parte era detenuta da RAI51), ora sono acquistati dalle squadre, e iscritti a Stato Patrimoniale tra le

immobilizzazioni immateriali a vita indefinita, in quanto questi si auto generano ogni qualvolta viene giocata una partita “davanti alle telecamere”. La valutazione

48 Spesso tale premio è collegato al verificarsi di certi eventi, quali un certo numero di presenze, reti, raggiungimento di importanti obiettivi sportivi ecc.

49 Considerando le 19 partite casalinghe disputate durante il campionato di Serie A, oltre alle partite disputate in caso di partecipazione a Coppe Europee e alla Coppa Italia e, in caso, le amichevoli disputate per trofei privati (es: Trofeo Tim che si svolge solitamente in estate o il Trofeo Berlusconi nel caso dell’AC Milan).

50 Cfr. G. GRAVINA, Il bilancio d’esercizio e l’analisi delle performance nelle società di calcio professionistiche, Milano, 2011.

51 Nel 2005 la Juventus FC ha reclamato i propri diritti di immagine nei confronti di RAI, portando alla luce un argomento fin ora sconosciuto.

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