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I primi filosofi

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Academic year: 2021

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I primi filosofi

A cura di Pietro Gavagnin

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VII sec aC Tale te VI sec aC Anas sim andr o Ana ssim ene

Scuola di Mileto

V sec aC Era clito di E feso Par men ide di E lea Zeno ne d i Ele a

Scuola di Elea

460 aC Empedocle 500 aC Anassagora 424 aC Democrito 470 aC 399 aC Socrate 428 aC 347 aC Platone 384 aC 322 aC Aristotele

(3)

L’acqua

"La maggior parte di coloro che primi filosofarono pensarono che princípi di tutte le cose fossero solo quelli materiali. Infatti essi affermano che ciò di cui tutti gli esseri sono

costituiti e ciò da cui derivano originariamente e in cui si risolvono da ultimo, è elemento ed è principio degli esseri, in quanto è una realtà che permane identica pur nel

trasmutarsi delle sue affezioni. E, per questa ragione, essi credono che nulla si generi e che nulla si distrugga, dal momento che una tale realtà si conserva sempre. E come non diciamo che Socrate si genera in senso assoluto quando diviene bello o musico, né

diciamo che perisce quando perde questi modi di essere, per il fatto che il sostrato – ossia Socrate stesso – continua ad esistere, cosí dobbiamo dire che non si corrompe, in senso assoluto, nessuna delle altre cose: infatti deve esserci qualche realtà naturale (o una sola o piú di una) dalla quale derivano tutte le altre cose, mentre essa continua ad esistere immutata. Tuttavia, questi filosofi non sono tutti d’accordo circa il numero e la specie di un tale principio. Talete, iniziatore di questo tipo di filosofia, dice che quel principio è l’acqua (per questo afferma anche che la Terra galleggia sull’acqua),

desumendo indubbiamente questa sua convinzione dalla constatazione che il nutrimento di tutte le cose è umido, e che perfino il caldo si genera dall’umido e vive nell’umido. Ora, ciò da cui tutte le cose si generano è, appunto, il principio di tutto. Egli desunse dunque questa convinzione da questo fatto e dal fatto che i semi di tutte le cose hanno una natura umida e l’acqua è il principio della natura delle cose umide". (Aristotele, Metafisica 983 b)

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La grandezza di Talete non sta nell’acqua ma nell’interesse in

quell’orizzonte del tutto e nella liberazione dal mito.

L’acqua (essendo uno dei molti) si presenta come una metafora che non

riesce a sopportare il peso di ciò che essa intende esprimere.

(5)

Un diverso non può essere ciò che vi è di identico in ogni diverso

L’acqua è già qualcosa di derivato

L’arché è

A-PEIRON

(=privo di limiti)

limiti esterni: l’apeiron è spazialmente illimitato

limiti interni: l’apeiron è qualitativamente illimitato

Proprio perché l’Apeiron è illimitato

esso dà origine a tutte le cose de-limitandosi

l’apeiron è lo sfondo comune, uno spazio dove disegnare i contorni delle

limitazioni (esempio della lavagna)

L’Apeiron non esiste in sé in quanto tale ma è la comune stoffa, è la

condizione del limite

Anassimandro

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