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La Mignon di Schumann. Genietto della Zauberflöte o grande malata romantica?

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22 July 2021

AperTO - Archivio Istituzionale Open Access dell'Università di Torino

La Mignon di Schumann. Genietto della Zauberflöte o grande malata romantica? / Malvano. - In: NUOVA RIVISTA

MUSICALE ITALIANA. - ISSN 0029-6228. - 2(2009), pp. 173-194.

Original Citation:

La Mignon di Schumann. Genietto della Zauberflöte o grande malata romantica?

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In copeftina: Robert Schtmmn, sullo sfondo, I'opera di Joseph-Denis Odevaere, "La morte di Bgon". Elaborazi on e Joto gr afi c a

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Carlo Romano FnNolmNorocn

E SIMBOLOGIA MUSICALE NEL À,{/AtrRED DI SCHUMANN.

Andrea MalYano

LA. MrcNoN Dr ScHUMANN: GENIETTO DELLA ZAU BERFLÒTE O GMNDE MAL{IA RON,trA,NTICA?

Paola Ingletti

Le uusrce NEL

DoN Cntsctorrn.

Gustavo Marchesi

RosBnro Lupr.

Gristiano Vecchi IveN VeNoon:

PASSAGGI VERSO LA NON-STORIA.

ffie*sratem€E

CoNcnRtt 2009-2010.

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261

Srcru,rr coNCERTI. Ettore Pacetti

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CltN LuIcr Danno.

Saluatore De Saho Fattor

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274

Ir SnnrcEsIl,{o CoN\TGNo ANNuern nBr-u. Socnre IrerlqNe or Musrco|-oclq.

221 Tiziarut Affmtunato 275

LÉbrÉ

Emilio Sala

Ir verznn DELLE cAMELIE.

Lui s a, C,ri s ti n a M ar tini

NRMI 2/2009

BTENNaLn DI VENEZIA - Frsuvel INtBnNezroNALE DI MUSICA

CONTEMPORANEA 2009.

Andrpa Rossi Espagwt 271

Adriana Ghislanzoni

Swanraltr. UN r-rsRnrro DIMENTICATO

or ANroNro GuIsL,qNzoNr. a l l 1

443

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3 WOLFGANG GoETHE, Wi lhe lm Meis tus Le hrj ahre, in Goethe srimtkche Wrk4 a cura di Wilhelm VoBkamp e HerbertJaumann, vol. IX, pagg. 955- 957 (trad. it. Wi.lhcbn Meistm GIt anni del-l'apprendistato, trad. it. di Anita Rho ed Emilio Ca-stellani, Milano, Adelphi, 2006, pagg.515-516).

4JoHN DA\TRro,.Roó#, Schumann. Hralà of a New P o e t i c A g e , N e w Y o r k , Oxford University Press, 1997, pag. 437.

s(inge a.us Wilhelm Meister Op.9Ba e nel Rzquiem fùr Mignon) . Gli anni del Carnaaalerano ormai lontani. Quel sogno di cambiare la società che aveva accompagnato il periodo delle composizioni pianistiche si era infranto da tempo. Da-vide non era più in lotta contro i Filistei: I'ultima pagina del Carnaaal era solo più un ricordo evanescente. Schumann si era reso conto che I'insensibilità del mondo borghese non poteva essere combattuta con successo: I'unica soluzione era il ritiro contemplativo a osservare con distacco le turbolen-ze della società contemporanea. Così era successo proprio nell'anno del Requòem fiir Mignon (il 1849), quando Dresda era stata infiammata dall'insurrezione popolare di Bakunin: Wagner aveva combattuto con tutte le sue forze dalla parte della povera gente; mentre Schurnann si era fatto un po' più un là, tra le colline locali, ad ascoltare solo gli echi di una ri-volta destinata a sanguinosa repressione.

L'opera del lottatore divenuto paterfamilias con la ca-sa piena di bambini, a cui raccontare fiabe davanti al cami no, è da sempre oggetto di attenzioni meno approfondite da parte dei commentatori. In particolare, a proposito del Re-quiemfúr Mignon, manca un lavoro critico che analizzi in ma-niera meticolosa la riflessione musicale condotta da Schu-mann su una delle pagine più struggenti di tutto il Wilhelm Meister, vale a dire l'episodio (Libro VIII, Capitolo VIII)3 1n cui i personaggi si riuniscono mestamente nella Sala del Pas-sato per celebrar il funerale di Mignon, owero proprio la b a m b i n a s e n z a u n p a s s a t o c h e n e l c o r s o d e l r o m a n z o i n -staura un rapporto morboso con il protagonista, un legame ai confini tra I'amore filiale e l'infatuazione di chi si sente esplodere dentro un'età diversa da quella misurabile con gli strumenti del tempo terreno.

C'è un aspetto, tuttavia, che ricorre in alcune delle os-servazioni portate avanti, anche se di sfuggita, dagli studiosi schumanniani: il contatto tra la scrittura polifonica del Re-quiem fùr Mignon e le sonorità fiabesche ideate da Mozart per la Zauberflrite. lohn Daverio, nella sua monografia, ha sotto-lineato le affinità con gli interventi dei tre genietti, proprio con l'intenzione di mettere in evidenza il passaggio dagli sti-lemi funebri introduttivi all'eufonia corale che domina nei movimenti successivi4: una sorta di liberazione dalle tenebre della sofferenza, simile a quella predicata dai tre fanciulli che additano la luce della conoscenza a Tamino e Papageno. Ma il primo musicologo che ha messo in rilievo tale

compo-LA MIGNON DI SCHUMANN - NRMI 2/2009 S$ggi

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nente della partitura schumanniana è stato Marcel Brion, nel suo libro dedicato all'anima romantica di Robert Schu-mann; Ie sue considerazioni sul Rzquiemfiir Mignon scavano nel personaggio goethiano andandovi a cercare una figura simbolica dell'infanzia: non un lato oscuro da osservare con inquietudini e angoscia, ma una dimensione sacra' densa di ricordi radicati in stati anteriori, capace di lasciare a bocca aperta la spiritualità di tutti i romantici, proprio come acca-de nel Bittend,es Kind delle Kinderszenen Brion esprime il suo pensiero con queste Parole:

La fantastica Mignon, che parla per oracoli, come una Sibilla, le sue parole, brevi, oscure, cariche di senso segreto e di virtù profeti ca, anche il modo che essa ha di essere qui pur non essendo di qui, si-mile a un uccello che si posi, ma le sui ali fremono già del presenti-mento del volo che Ia porterà via per sempre' quasi irreale e partecipe della natura dei fantasmi e delle allegorie, la sua morte infine, e i fu-nerali che sono fatti per gli iniziati, tutto doveva commuovere profon-damente Schumann. Chi avrebbe potuto leggere' senza commuoversi fino alle lacrime, la scena nella quale, dopo la morte, la vera natura di Mignon, natura più che umana, quasi divina, partecipe in ogni modo della vita de gli elementi e dei semidei, ci è rivelata nei cori solenni, che fanno pensare a quelli del Flauto magico?r

L'opera di Mozart diviene una perfetfa chiave di lettura

per indagare il lato trascendente dell'infanzia, così come appa-re nella poetica di molti artisti romantici. E non a caso' nelle ul-time pagine del libro, Brion torna sull'argomento leggendo nel Requiem fùr MignonLrîa pagina sacra, nata al di fuori dell'ambi-to ecclesiastico, religiosa <nel senso più forte e compledell'ambi-to della parola, nel senso in cui lo possiamo applicare anche, per esem-pio, al Flauto magico di Mozart'6.

L'osservazione è estremamente interessante, perché senza dubbio coglie uno dei nodi problematici che stanno a l l a b a s e d e l l a s p i r i t u a l i t à r i c e r c a t a d a i r o m a n t i c i n e l l o sguardo dei bambini; merita, tuttavia' un approfondimento, proprio a partire dagli scritti di Schumann. Difficile rico-struire con precisione I'idea che I'autore del Requiem fùr

Mi-gnonayesse del genio mozartiano. La maggior parte delle os-servazioni dedicate al compositore di Salisburgo allude a una sorta di età dell'oro, immateriale e impalpabile come tutte le epoche velate dalla perfezione. Schumann stesso ve-deva nella SinfoniaKv 551 una delle cose su cui "non si può dire niente,7, proprio come quelle rappresentazioni di un

5 NhRcEL BRIoN, S.fru mann o I'anima romantica, trad. it. di Claudio Sarto-ri, Milmo, Mursia, 1964, pag.75.

6 lhid., pag. 357 .

7 ROBERT SCHUMANN,

O p . c i t . , v o l . I , p a g . 4 4 : " U b e r m a n c h e S a c h e n auf der Welt làsst sich gar nichts sagen, zu Beispiel ùber die C dur Sinfonie m i t F u g e v o n M o z a r t " (trad. it. GIi scritti critici, cit., vol. I, pag. 177).

s=<gi NRMI 2/2009 .I-A MIGNON DI SCHUMANN

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11 RoBERT ScuuueNN, O p . c i t . , v o l . I, pag. ?76: n v o r z r i g l i c h muss man gleich als Mozart auf die Welt kommen" (trad. it. Gli scritti critici, cit., vol. I , p a g . 4 8 0 ) .

"r:.i.",",Tfi#.i!*' '.s_ct; súuí i;iict,i)t., di riflessione. Le principali considerazioni vengo;o dal re_pensiero artistico così compiuro da scoraggiare ogni forma '"t,1 o*"&Jil

,"HUMANN, pertorio strumentale, modello indiscusso, ma nello stesso op. cit., vol. I, pag. 137: tempo preoccupante, per una generazione alla continua ri-;Ìi:i1'.ì:-il"i:;f,:; cerca di vie di fuga dal classicismo. Schumann scriveva:

M o n d n à c h t e n , i n Z a u

-berhainen die strahlen- Man hórt oft- so falsch und unmóglich es ist -, Mozart hàtte den einzi.

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schreiben

0T.1.", ,-d e', w:i'e der grotJe

Mozart.

Alle^rdings

it. Gk stritti tritici. cit.. vol. bliebe er der Komponist des Daz Juan,wire abe. ,ro.hiurre. sein MozartÒ. I, pag. 302).

[Si sente spesso dire (ma è sbagliato e impossibile) che Mozart avrebbe potuto scrivere anche soro ir Din Gioaanni e sarebbe

,tuto .rgrrur-mente il grande Mozart. Certo: egli sarebbe rimasto il compositore d,.iDo, Gioaanni, ma non sarebbe stato certo Mozart]9.

L'affermazione rivendica il peso rivestito d.aMozart non solo nel repertorio operistico differente dal Don Gio_ aanni, ma senza dubbio anche nell'ambito della produzione strumentale: sinfonie, naturalmente, ma soprattutto concer_ ti per pianoforte e orchestra, vale a dire quella fetta del ca_ talogo settecentesco che, secondo Schumann, sarebbe stata recapitata direttamente a casa diJohann Nepomuk Hummel e. di Fryderyk Chopin. E questo, perché Moiart <aveva lo spi_ rito di un elfo, andava nelle notti di luna nei boschi incan_ tati a cogliere gli splendidi fiori, eternamenre umidi di ru_ giada della propria arteol0; immagine straordinariamente efficace per pennellare il ritratto di un compositore resi_ dente in una dimensione altra, estranea alle artificiose pe_ s a n t e z z e d e l mondo terreno; qualcosa che non si poteva esprimere a parole, né maneggiare con gli strumenti aetta r a g i o n e . < T u t t i preferiremmo nascere Mozartrr,lT diceva S c h u m a n n ; m a la sua esclam azione sottintendeva anche lìmpossibilità di replicare uno di quegli evenri miracolosi che solo una tantum accadono ,r.t .orro della storia. Schu_ mann, in sostanza, non prova nemmeno a dare una spiega_ zione a un fenomeno che gli sembra ai limiti a.t puru.rà._ male; le sue riflessioni diventano particolarmente sfuggenti a contatto con la musica diMozart, proprio come se iiiriti_ co si sentisse impotente di fronte a un microcosmo estetico estraneo ad ogni forma di analisi.

Anche alla ZauberflóteSchumann riserva il medesimo trat-tamento laconico ; un' osservazion e relativa all, Oua erture, recen_ sita assieme ad altre composizioni nel rg41, merita tuttavia di es-sere presa in considerazione:

I-A MIGNON DI SCHUMANN. NRMI 2/2009 $a8ei

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Dem Hymnus folgte die Ouvertùre zlut Zauberfl'óte, die wohl au-c t r n a au-c h Jahrhunderten noau-ch erklingen und entzùau-cken, j e n e s s e l i g e \l-underkind, das, Licht und Freude spendend, immer wo wieder auf-rauchten wird trog Nebel und Finsternis. Auch heute wirkte sie so' Der Beifall kam aus einem H.rrenl2 '

[All'Inno è seguita l'Ouverture per íl Flauto magico, cli'e ancora fta molti secoli continuerà a risuonare e ad entusiasmare, questo fanciullo pro-digio che gioca beato e che, spandendo luce e gioia, salterà fuori semPre e domnque nonostante ogni nebbia e oscurità. Anch-e oggi ha fatto questo effetto. L'ovazione è giunta come da un sol cuore] rr

L'immagine è ancora legata, senza dubbio, al mito og-gi ampiamente superato del genio ingenuo. Ma va comunque sottolineato I'uso di un lessico strettamente legato alla sfera infantile per alludere alla Zauberflóte: evidentemente Schu-mann riteneva che la fiaba musicale di Mozart fosse perfetta per esprimere un contatto misterioso con un orizzonte per-duto, per portare una luce spirituale sulle nebbie emotive di chi ha perso la spontaneità del fanciullesco.

Ecco perché l'osservazione di Brion potrebbe trovare una spiegazione valida sotto il profilo critico. Mignon è una fi-gura misteriosa come gli enigmi della Zauberflóte, petché la sua apparte flenza alla dimensione infantile potrebbe espri-mere un'analogia esplicita con I'universo imponderabile di chi non ha ancora raggiunto I'età dei comportamenti e dei pensieri maturi; qualcosa da osservare con Io stesso distacco di chi trova nel trascendente un rassicurante riparo dagli in-quietanti interrogativi della ragione adulta.

La scrittura musicale, senza dubbio, rafforza quest'ipotesi ermeneutica. Già la lettura dell'organico rivela una scelta all'in-segna della leggerezzatimbrica, che potrebbe essere messa profi-cuamente in parallelo con le orchestre settecentesche' Schu-mann prevede l'utilizzo di due flauti, due oboi, due clarinetti in Si, due fagotti, due corni in Mi bemolle, due trombe in Fa' tre tromboni, timpano, arpa e archi' L'organico è assolutamente so-wapponibile a quello della Zauberflóte, ad eccezione dell'arpa, strlrmento ormai immancabilmente presente in orchestra intor-no alla metà dell'Ottocento, e del corintor-no di bassetto, timbro pre-diletto da Mozart soprattutto nei lavori dell'ultimo periodo

('Rz-quiemcompreso) . Il fatto che Schumann pensasse al Settecento durante la stesura d,el Requiemfúr Mignon sembra essere confer-mato proprio dalla rrrarrcanizadegli strumenti che stavano dando un nuovo volto alle orchestre dell'Ottocento: il corno inglese (protagonista delle compagini romantiche a partire dalla Syn'phu

12 RosEnt SCHUMANN, Op. cit., vol. II, pag. 49.

13 Gli scritti ritici, vol. II, pag. 860.

saggf NRMI 2/2009 - LA MIGNON DI SCHU\IANN

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LA MIGNON DI scHuMANN _ NRMI 2//?009 $agg!

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sprofondare nell'oscurità perenne le forze del male. L'invocazio-ne è rivolta alla pace ("O holde Ruhe"), intesa come strumento in grado di salvare l'uomo dalle occupazioni prosaiche della vita mondana; e la polifonia omoritmica delle tre voci bianche si ar-ricchisce del raddoppio di due clarinetti, in maniera molto simile a quanto awiene nel Rzrluiemliir Mignon:

Esempio 1: W. A. Mozart, Die Zauberflóte, Atto II, Finale, batt' 19 sgg'

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Esempio 2: R. Schumann, Requiem fúr Mignon, n' 4 (Feierlich, doch nicht zu langsam), batt' 62 sgg'

O hol de Ru-he st€ig' htr - nie - del kehr' - in der MeNch-sch-tr Hs - 7€n wie - dd de Ru-h€ steig'ho -de - de4 keh' - h do MeNci-sch-en Hd - zen de Ru-he stEig' her - nie - dq kehr' ' in der Menscì m H ù - z e n

Clainefti in Si Fagotto Como in mib Erfer Knabe Z*eiter Knabe Drìtter Knab€ Clarinefti in Si Soprmi Soli Violoncelli P

In entrambi i casi il timbro del clarinetto riveste un ruolo protagonistico, raddoppiando la linea vocale: un impasto tra vo-ce e strumento a fiato che emerge in maniera intensa, proprio in virtù del prosciugamento dell'organico orchestrale (in Mozatt l'insieme è completato solo da fagotti e corni, mentre in

Schu-S&ggi NRMI 2/2OOS - I-A MIGNON DI SCHUMANN

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16 ARIVFRÌED Enrrn, Àa bert Schumann und, seine Zeit, Laaber, Laaber Ver-lag, 1982, pag. 229:

"halb l i t u r g i s c h e n " ( t r a d . i t . Schumann e il suo tempo, a cura di Laura Dallapicco-Ia. Torino. Edt, 199i. pag. 1 8 2 ) .

Esempio 3: W. A. Mozart, Die Zauberflóte,Finalel Atto, batt. g sgg.

mann solo dai violoncelli). È come se entrambi i compositori vo-lessero proiettare ogni luce suila fusione tra clarinettì e voci, ra-sciando sullo sfondo tutto il resto. per il Mozart dera Zauberfbte questa scelta andava di pari passo con la riflessione sulle compo_ nenti spirituali dell'opera; la dimostrazione risiede nell'uso della stessa scelta timbrica nel duetto dei sacerdoti (Atto II, n. 1l) alle batt. 11 - 15, il momento che sancisce l,inizio delle prove per Ta_ mino e Papageno. euindi non sarebbe poi molto sorprendente se schumann avesse ripensato a quelle sonorità destinaie alla con-templazione di valori elevati, proprio a contatto con un lavoro che si propone di rispecchiare l,atmosfera

"semilifurgtca> _ per usare le parole di Arnfried Edler - del testo goethian6.16

Naturalmente il punto di contatto più evidente trala Zau_ ler{óte e il Rzcluiem fúr Mignon consiste neìla polifonia delle voci infantili. Mozaft caratterizzai suoi genietti con un terzetto di vo-ci bianche, che esprime bene la componente asessuata e irreale di_tre personaggi al confine tra immanenre e trascendente. Schumann, invece, trasforma il gruppo di fanciulli del testo goethiano in due coppie di voci femminili (soprani e contralti), che si oppongono con la loro individuarità timbrica aila com-pattezza del coro principale. La scelta riproduce con efficacia ra dialettica del wilher,tn' Meisterttaquattro figure infantili in preda alla disperazione per la scomparsa della loro coeranea e una col_ lettività invisibile, che cerca di portare conforto al dolore dei bambini. Soprani e contralti solisti d.el Rzquiem fiir Mignon cor:_ rispondono alle voci bianche della ZaubirJtrite la lorJ perma_ nenzaall'interno di:un ambitu.rristretto, che non prevede ampie estensioni di registro, è assolutamente allineata a quella dei ìre genietti di Mozart. Inoltre la scrittura porifonica rivela eúdenti analogie; particolarmente convincente si rivela in confronto tra il Finale Atto I deila zaubnflófe e l'episodio etwas schneiler che prende forma nel quinto brano del Requiemfùr Mignon.

Erstcr Knabe

Zweiter Knabe

Dritter Knabe

L{ MIGNON DI SCHUMANN. NRMI 2/2009 S6ggi

180

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Esempio 4: R. Schumann , Requiem fùr Mignory n 5 (Die aiertel zoie aorher die Halben'7,batt.22 sgg. eîwaÈ sclúeller Soprano Solo I Soprano Solo lI Corralto Solo I a,)ntsallo solo Il

ùir keh - rfl ids L. - bd a - dck'

In entrambi i casi l'omoritmia è rigorosamente osserva-ta, l'estensione tra voce acuta e grave non supera mai I'ottava, I'andamento armonico è sostanzialmente accordale e diatoni-co, con qualche minimo ritardo nelle cadenze che punteggia-no le frasi di Schumann, e la melodia evita elaborazioni artifi-ciose prediligendo sistematicamente la nozione di linearità' Il passaggio tratto dal Requiem ftir Mignon è wo dei due in cui le voci soliste si sovrappongono formando una polifonia a quat-tro parti (sono gli episodi solistici che aprono e chiudono l'o-pera) . In altri casi f intervento responsoriale prende la forma di un duetto tra soprano e contralto (n. 2, batt. I sgg.), di un duetto tra i due soprani (n. 3, batt. 51 sgg'), o di un teÍzetto tra soprani e contralto (n. 4, batt. 4i sgg.). Ma tutte queste dif-ferenti configurazioni polifoniche si allineano' sostanzialmen-te, alle caratteristiche sopra descritte a proposito dell'episodio che coinvolge I'intero quartetto vocale.

Anche il coro dei sacerdoti "O Isis und Osiris", diciotte-simo numero della ZauberJtòte, trova un corrispettivo nel Rzquiem fi)r Mignon: il quarto brano della composizione schumanniana

avanzacon la stessa compostezza religiosa che carattetizzalapa-gina corale mozarttana (l'indicazione Fdeilich, presente anche nel movimento lento della SinJonia n. J 'Renanao, conferma I'impressione che la musica sia indírizzata verso il trascenden-te); l'orchestrazione,in entrambi i casi, prevede una decisa par-tecipazione degli ottoni, strumenti da sempre votati a esprime-re la dimensione ultrateresprime-rena; e la scomposizione dei timbri ri-fiuta sistematicamente I' appiattimento lineare, frammentando-si tra ottoni e legni in Mozart, tra ottoni e voci in Schumann'

SAggi NRMI 2/2009 .I-A MIGNON DI SCHUMANN

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Esempio 5: W A. Mozart, Die Zauberflóte,n. l8 (Coro dei sacerdoti), batt. I sgg. Comi in Re Trombe rn Re v r o t o f l c e i l l conhab ass i

Adagio

wel

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Esempio 6: R. Schumann, Requi.em fùr MgnoAn.4 (Feierlich, d'och nicht zu langsam), batt' I sgg'

Bassi

Vioìe

-::loncel1o

L'ultima analogia da rilevare è guella tra I'intervento del basso solista (n. 5, Die Viertel wie aorher die Halben, bb' 3 sgg') nel Requiem ftir Mi'gno?i e il timbro di Sarastro nella Zauberflòte' Forse t'episodio sarebbe passato inosservato se anche Goethe avesse Drevisto nel suo testo un intervento solistico affidato a un perso-,raggio maschile; mail Requiemincastonato nell'ultimo libro del Wltnon" 1y'ratturallwde solo a due entità corali. Certo, il rito è cele-brato dall,abate, le cui parole non rientrano nell'estratto wtilizza' to da Schumann per la sua composizione vocale' Ma in un lavoro così ricco di analogie con la partitura mozartiaraa non può certo essere trascuratllapresenza di una composta aria solistica, che sfrutta il registro grave Per alludere alla dimensione della pre-ghiera; vale a dire proprio ciò che accade a Sarastro, nel quindi-cesimo numero dell'opera ("In diesen heil'gen Hallen"), quan-do celebra il valore immortale dell'amore fraterno'

gadei NRMI 2/2009 - LA MIGNON DI SCHUNLA.NN

Feierlich, doch nicht zu lilgsam

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im..n I e II 183

(15)

Insomma, molte parti del Requiem fùr Mignon sembra-no imparentate con il misticismo della Zauberflóte'. l'organi-co, I'elevazione immateriale del clarinetto impastato con le voci, la vocalità asessuata dei fanciulli, la spinta ultraterrena dei momenti corali, la riflessione isolata di una voce grave che profuma di saggezza e di distacco contemplativo. La spi-ritualità che Schumann mette nel Requi,emfùr Mignon sembra proprio quella che i romantici amavano leggere nello sguar-do dei bambini rapiti dalle emozioni del monsguar-do fiabesco; come se I'infanzia fosse un'età dell'oro che si può permet-tere di non distinguere ciò che è da ciò che non è. L'opera di Schumann, come già rilevato dagli studiosi citati sopra, raccoglie nella ZauberÍlòtediMozart proprio tutte le compo-nenti spirituali dell'ingenuità infantile; quella fase miraco-losa dell'esistenza umana in cui trascendente e immanente sembrano convivere sotto l'ala rassicurante dell'inconsape-volezza. Ma una domanda va comunque posta: Mignon rap-presenta bene un'età dell'oro capace di vivere al di sopra delle inquietudini proprie del mondo adulto? Mignon è dav-vero una bambina che ha qualcosa in comune con i tre ge-nietti della Zauberflóte, con il loro regno fatato che non co-nosce le preoccupazioni della sfera terrena?

Prendendo in mano íl Wilhelm Meister di Goethe, le ris p o ris t e t e n d o n o a i m b o c c a r e u n a d i r e z i o n e n e g a t i v a . M i -gnon è una bambina che sorprende fin dalla sua prima ap-parizione: Wilhelm è in fuga dalla sua Mariane, che pensa d i a v e r c o l t o c o n l e m a n i a f f o n d a t e n e l s a c c o d e l t r a d i -mento; e la sua passione per il teatro lo porta a fiutare odo-re di palcoscenico in un villaggio sperduto nel mezzo della campagna. Qui incontra la compagnia scalcagnata di atto-ri non professionisti a cui si unirà nei suoi anni di appren-d i s t a t o ; m a q u i . s o p r a t t u t t o , i n c o n t r a M i g n o n , l a b i m b a prodigio che stupisce tutte le platee contadine con la sua acrobatica danza delle uova. L'abbigliamento della piccola è il primo sintomo di un'età infantile vissuta senza

spen-sieratezza'. un corto giubbetto di seta con maniche a spac-chi secondo la moda spagnola, calzoní lunghi e aderenti con sbuffi: non solo una serie di indumenti da maschietto, ma anche una sobria praticità propria dei bambini costret-ti a confrontarsi con i problemi di tutcostret-ti i giorni, senza il fil-tro dei genitori. L'impressione fil-trova conferma poco dopo, quando la presentazione tra Mignon e Wilhelm assume im-m e d i a t a im-m e n t e u n t o n o s i n i s t r o :

LA MIGNON DI SCHUMANN - NRMI 2/2009 sèggi

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*Wie nennst du dich?o, fragte er' "Sie heiBen mich Mignon"' "Wie rielJahre hast du?o. 'Es hat sie niemand gezàhlt"' '\{er war dein Vater? "' "Der groBe Teufel ist tot"''.

l.Come ti chiami", egli chiese' 'Mi chiamano Mignon"' "Quanti anni hai?o. .Nessuno li ha mai contati"' "Chi era tuo padre? "' "Il gran dia-'olo è mortoo] 18'

Poche battute, e il ritratto è già perfettamente nitido: Mignon è una ragazzina che ha fatto pulizia del suo passato' peiché dietro le sue spalle c'è solo sofferenza'La sua età è à i f f i . i t . d a d e f i n i r e : d o d i c i , f o r s e t r e d i c i a n n i ' p e n s a Wilhelm. Diversi tratti fisiognomici alludono a un'infanzia vissuta in maniera problematica: una crescita del corpo ritar-data, una carnagione bruna riconoscibile a fatica sotto a un pesante trucco àa adulta' Il suo prezzo è stimato con preci-,io.t., cento ducati versati a un gruppo di saltimbanchi per inserirla all'interno della neonata compagnia teatrale' An-che in questo caso la risposta è quella di una persona matu-ra, di un professionistu tht conosce benissimo il valore dei s o l d i : . V i s e r v i r ò , , . 1 9 Q u i n d i e c c o n a s c e r e l ' i d i l l i o c o n Wilhelm: Mignon comincia a vedere subito nel suo nuovo protettore un surrogato della figu1a paterna; ma il suo senti-mento non è assimitaUite a quello di una bambina che ha tro-vato un nuovo genitore; c'è qualcosa di morboso nella gelo-sia che condisce i suoi sentimenti; e la sua presenza nascosta' in occasione di un incontro amoroso tra Wilhelm e una don-na dall'identità ignota, ha il sapore del voyeurismo che spin-ge un'amante delusa a voler toccare con mano la fonte del suo dolore; owero' ancora una volta' un sentimento maturo' un atteggiamento estraneo all'asessualità infantile'

n poi c'è la malattia' Mignon denota subito segni di sof-ferenzafisica. Nel corso del romanzo viene colpita da alcune gravi crisi, con tremori scomposti, problemi cardiaci: scene Itraz\anti che spingono Wilhelm a stringersi al petto la bam-bina nel vano tentativo si sanare il suo male infestante' Nel corso del tempo la sua magrezza si fa sempre più preoccu-pante; la sua carnagione scura impallidisce progre ssivamente' Finché la morte non arriva a rapire l'anima di una bimba' che raccoglie il dolore di tutti i personaggi; il suo funerale viene celebiato nella Sala del Passato del principe Lothario: un pic-colo corpicino racchiuso in un mausoleo eretto in memoria dei granài; l'ultimo riconoscimento che fa di Mignon una per-sona adulta, a dispetto della sua appaÎenza esteriore'

1 ? \'oLFGANG GoETHE,

Wilhelm Màstrs Lehrjabe' c i t . , p a g . 4 5 l .

18 Wor-rceNc GoETHE, Wi.IheIm Meister GIi anni d, e II' aPPrend'i's t at o, cit.' pag. 84.

l9 WoLFGANG GoETHE, Wilhelm Mei stns Lehrj ahre, c i t . , p a e . 4 5 9 : ' I c h w i l l d i e -n g -n . . ( t r a d . \ r - W i l h e l m Meister. Gli anni dell'aP-prend,istato, cit., Pag 9l)'

Saggi NRMI 2/2009 'LA MIGNON DI SCHUMANN

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20 WoLFGANG GoETHE, Wilhelm Meisters Lehrj ahre, cit., pagg. 726-727 (tad. it. Wilhelm Meistn Gk anni dell' apprendistato, cit., pag.

3r7).

HeiB mich nicht reden, hei8 mich schweigen, Denn mein Geheimnis ist mir Pflicht, Ich móchte dir mein ganzes,Innre zeigen, Allein das Schicksal will es nicht.

Zur rechten Zeit vertreibt der Sonne Lauf Die finstre Nacht, und sie muB sich erhellen, Der harte Fels schlieBt seinen Busen auf,

Mif3gònnt der Erde nicht die tiefverborgnen Quellen. Einjeder sucht im Arm des Freundes Ruh, Dort kann die Brust in Klagen sich ergie8en, Allein ein Schwur drùckt mir die Lippen zu, Und nur ein Gott vermag sie aufzuschlieBen.

LA MIGNON DI SCHUMANN - NRMI 2/2009 $eggí

La Mignon di Goethe è quindi un personaggio che ha pochi punti di contatto con l'universo infantile descritto dal-Ia Zauberflóts. Le componenti fiabesche sono bandite dal suo temperamento, perché il lieto fine è negato fin dalla sua pri-ma apparizione al cospetto di wilhelm. Mignon conosce la sofferenza e la sua maturità è data proprio dalla consapevo-l e z z a d i e s s e r e d e s t i n a t a a u n ' e s i s t e n z a b r e v e : è consapevo-lo spettro della morte che l'ha fatta crescere prematuramente. Il suo personaggio sembra lontano da quelle creaturine immate-riali, in cui i romantici amavano vedere i riflessi eterei del-I'Assoluto. Nel suo sguardo si intravedono venature sinistre, che Ia awicinano a un'altra generazione di bambini roman-tici costretti a confrontarsi con i problemi della malattia e della morte: il disturbo psichico di Nathanael nell'Uomo d,el-la sabbia (1815) di E. Th. A. Hoffmann; I'ed,el-laborazione del lutto per una scomparsa infantile nei Kindertotenlieder (1833-1834) di Friedrich Rúckert, la sofferenza di una madre co-stretta a sognare pur di dimenticare la malattia del figlio in Muttertraum di Albert con Chamisso (componimento poeti-co ispirato a un testo di Hans Christian Andersen, e messo i n m u s i c a n e l 1 8 4 0 p r o p r i o d a S c h u m a n n ) .

A S c h u m a n n q u e s t e c a r a t t e r i s t i c h e d e l p e r s o n a g g i o non erano certo sfuggite. Già nel 1848, nell'Album fùr d.i.lu-gend,, Mignon aveva trovato spazio tra allegri contadini, can-ti di primavera, canzorri marinaresche, figure fiabesche co-me Sheherazade. Ma la sua apparizione è venata di un mi-stero sibillino, quasi ermetico a confronto con le altre figu-re della raccolta. La lettura è perfettamente allineata al sen-s o d e l l a p o e sen-s i a r e c i r a t a d a l l a b i m b a n e l Quinro Libro del

Wilhelm Meister.2o

Di parlare non chiedermi, ma di tacere, Serbare il segreto è mio dovere; Aperto 1'animo mio vorrei mostrarti, Se il destino soltanto lo volesse.

Quando è tempo, il corso del sole Scaccia la notte buia, e si fa luce; Schiude il suo grembo la dura roccia E alla terra non nega le più riposte fonti. Fra braccia amiche ognuno cerca pace, Là dove il petto si effonde nei lamenti; Ma un giuramento le labbra mi sigilla E schiuderle potrà un dio soltanto.

(18)

Il giuramento che sigilla le labbra di Mignon non sembra racere un segreto piacevole. Il suo mistero sottintende un lamen-ro penoso, mitigabile solo grazie al conforto di un petto amico: un non detto che fa scricchiolare I'immagine del fanciullo inca-pace di serbare confessioni sconcertanti. Schumann lo nota; e il suo brano pianistico sembra quasi stonare all'interno della diffu-sa spensierat ezza che anima l' Album fùr die Jugend.

f,sempio 7: R. Schumann, Album fùr die Jugend Op. 68, Mignon.

Mignon

(19)

2l ROBERT ScHuuaNN, Briefe- Neue Folge, a cura di G u s t a v Jansen, Leipzig, 1904, pag. 290.

22

JOHN DAvERro, Op. cit.,pag.437.

Fu Schumann stesso a spiegare la differenza tra questa raccolta e le precedenti Kind,erszenen, d.errnite ricordi a.t pas-sato pensati da una persona adulta per persone adulte2t.L,At_ bum fi)r dieJugend è musica che cerca una piena identificazio_ ne con la sensibilità infantile; ripensa a quella stagione della vita in cui le emozioni scorrono in superficie: raramente ospi-ta al suo interno brani che richiedano una riflessione com_ plessa e stratificata. Ma Mignon fa eccezione, è un brano che colpisce per il suo intimismo impenetrabile: non è una pagi_ na tragica, ma il suo andamento disteso è innervato di eÈ_ menti perturbanti, dettagli che forse sfuggono alla sensibilità infantile, segnando uno scarto con le altre composizioni del-la raccolta. Ogni aspetto musicale penneldel-la un carattere es_ senziale del personaggio goethiano: I'armonia è instabile, senza radici, proprio come una figura che dà l,impressione di aver perso memoria del suo passato; nella seconda sezione al_ cuni intervalli di seconda producono sofferenze armoniche che sembrano lasciar trasparire per un istante un dramma na_ scosto; e poi la melodia si muove senza arrivare mai a formu_ lare un profilo tematico evidente, come la peripezia senza me_ ta di chi sa perfettamente d.i non avere il tempo per mettere in piedi un progetto di vita articolato. Mignonnon è affatto un ritratto della spensieratezza puerile, né un tramite spirituale attraverso il quale elevarsi al di sopra delle preoccupazioni terrene. C'è qualcosa che scricchiola nella sua imperturbabi_ le regolarità ritmica; proprio come I'inquietante segreto che Mignon nasconde ai suoi compagni di viaggio.

Il Requiem fùr Mignon, a un anno di distanza dall, At_ bum fùr die Jugend, completa il ritratto ambiguo schizzato in Mignon. certo, il misticismo smaterializzato d,era zauberfrrite si fa sentire nei momenti commentati sopra. Ma Schumann manifesta anche un profondo interesse nei confronti della malattia infantile, lo specchio inquietante di una morte che non dovrebbe mai far paura nel recinto ingenuo dei bambi_ ni. Daverio ha sottolineato la nobile semplicità della pagina, individuando un passaggio dai toni funebri del requiem alla pLrrezza rigenerante del corale22. Eppure, un,analisi attenta della partitura denota una frequente presenza di elementi perturbanti. I versi dei fanciulli, intonati dalle voci soliste, mescolano subito un'omoritmia vicina alla pasta vocale dei genietti mozartiani con alcuni lineamenti strumentali do_ lenti, cromatismi imparentati con la lunga tradizione operi_ stica e liederistica delle inflessioni ansoscianti:

(20)

I

I

I Esempio 8: R Schrmlrun4 Requiemfiir Mignon,t 2 (Etwas bewegter),bm- l sg ( particolarevoci e violinil)

I

t

f :

-I

r n

-I.

r

A c h t w r e ù n , g m b r a c h - b w i r i h n h r l A c h l ù n d d s o l l h i ù b l e ì - b d !

I

f ' ^ , . , u n d d . o , r . e b , e , o r I Achl wie ùn _ sm b I

I Nel quarto brano il dialogo tra coro e solisti si fa partico-I larmente dialettico. Le voci dei fanciulli si muovono su una su-I perficie armonica sdrucciolevole, che sottintende un Sol mino-I re senza confermarlo mair mentre l'insieme risponde in matrie-t ra compatta, soffermandosi su una sola triade fondamentale I (completata da violoncelli e contrabbassi):

I

I Esempio 9: R. Schumann, Requiem fiir Mignon' n' 4

t

(Feierlich, doch nicht zu langsam),batl 4l sgg' (particolare voci).

I Etwas beuegter

I

l r f r r ' l d l l i l r " " " ' I '

I t

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contratto

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I | | a - ber ach! wir vq - mis - sen sie hier,

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-I lr Shaut hin - an.

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I l l ' s h a u t h i n - a n , I t l f l l shaut hin - m

I

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-I Shaut hin - an,

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I

I E poco dopo il confronto serrato continua in un dialogo I r . a d i s e g n i o p p o s t i : a s c e n d e n t e p e r i l c o r o . e d i s c e n d e n t e p e r i I solisti; come se le due entità lottassero per spostare il baricentro

i

s*gg! NRMI 2/2009 - LA MIGNON DI SCHUMANN

(21)

melodico della composizione. Il mondo desli adulti spinge ver_

I *HT

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:::

[omessi al peso schiacciante della loro sofferenza.

Esempio l0: R. Schumann, Requiem fùr Mignon, n. 4

(Feierlich, doch nicht zu lanssom). batt. b3 sgg. (particolare voci).

\ , r p m n o l c l l S o l i

--.,

m i r . \ ! n n . h i e r . i n J c n , i i l k r Nrn - dJl !i. ,,r"n. Ì

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Gei - sr€s hin - aìl

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S o l o n e l f i n a l e ( n . 6 ) , i n corrispondenza dei versi "Auf, wir kehren in's Leben zurúck,, il gruppo vocale dei so-listi (cfr. Es. 4) sembra trovare sollier,o tra le br.accia dei co_ ro; la sua polifonia si allinea al tono contemplativo e rassi_ curante del restante organico vocale. La scelta è perfetta_ mente aderente al senso del componimento goethiano, che propone un percorso di progressivo anricinamento tra le due entità in dialogo. Ma questo non vuol dire che Schu_ mann, in chiusura, elimini ogni forma di inquietudine; per_

LA. MIGNON DI SCHUMANN - NRMI 2/2009 S6ggi

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#1.'

,i.t, L'angolo di Schumann al Kaffeebaum, in un disegno di Kienmayer, Z w i c k a u , S c h u m a n n h a u s

ché in realtà nelle ultime pagine resta un momento di fbrte ambiguità, entrambi ritagiiati attorno aila parola più confor-tante dei testo: <unsterblichkeit" (immortalità)' Lu consola-zione per ia morte di Mignon può venire solo dall'amore' con la sua veste immortaie che addita l'eterna rigenerazione del seme umano; ma Schumann non sembra essere del tut-to convintut-to, perché rompe la distensione corale conclusiva proprio in corrispon denza della parola che dovrebbe vince-re definitivamente ogni fbrma di vince-resistenza alla sevince-renità'

(23)

Esernpio I l: R.

cr€sc,

Sono i solisti a mettere in discussione il messaggio confor-tante su cui si chiude ra composizione. Il perno su cuiruota l,in-quietudine è, come detto, la parola .unsterblichkeit,; e tutta la linearità diatonica delle battute precedenti viene sporcata da un disegno ascendente cromatico che trova gli unicì punti di re_ spiro nei bicordi di tritono Fa_Si (batt. g9) e Si-Fa (úatt. 93). Schumann, Requiem fùr Mignon, n.6 (Lebhaft), batt. g6 sgg. (particolare

voci).

In un finale limpidamente segnaro dalla tonalità di Fa maggiore, l'improwiso passaggio in minore di batt. g6 sem_ bra una ferita aperta su una malattia terrena che nemmeno la contemplazione dell'assoluto riesce a guarire. Anche in questo caso Schumann proietta una luce violenta su un pre_ ciso contenuto; ma non sembra la luce confortante della con_ solazione; è come se la scrittura esitasse per qualche istante su un passo fondamentale nel cammino di rìconcili azione con il dolore. L'accordo di Fa minore in primo rivolto, l,am_ biguità del movimento cromatico e la pàsizione aggettante del tritono turbano la distensio.r" u..oidule del corale con_ clusivo. E così, anche quando la pagina torna a ad adagiarsi su un quieto Fa maggiore che non lascia spazio ad alcuna in_ q u i e t u d i n e a r m o n i c a , l,impressione è che quei due inter_ venti in corrispondenza di un vocabolo_chiavè del componi_ mento poetico abbiano lasciato un segno: una piccola impu_ rità scaricata nelle limpide acque deila sussurrata erevazione conclusiva.

La commemorazione musicale di Mignon non poteva certo passare solo attraverso la spiritualità serena e pacifica della Zauberfl(;te. La bimba di Goethe è una creatura piena_ mente immersa nelle inquietudini del romanticismo; il suo

T-A MIGNON DI SCHUMANN - NRMI 2/zOO9 Saggi

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fascino viene prima di tutto dalla malattia, proprio come suc-cede per I'arpista del Wilhelm Meister o per ilJohannes Krei-sler di Hoffmann. La sua infanzia non è affafto un'età del-l'oro in cui si rispecchia la quieta contemplazione dell'Asso-Iuto. Mignon ha forti radici terrene, affondate in un passato che spaventa anche quando rimane awolto da un insondabi-le segreto. E questi aspetti, perfettamente chiari allo Schu-nrann dell'Albumfiir dieJugend', non potevano certo rimanere esclusi da una commemorazione funebre che ripensa al per-sonaggio in tutta la sua complessità.

Nel corso del rito è lo stesso Abate a ricordare la natu-ra mortale dell'umanità:

Nach bestimmten Gesetzen treten wir ins Leben ein, die Tage sind gezàhlt, die uns zum Anblicke des Lichts reif machen, aber fùr die Lebensdauer ist kein Gesetz. Der Schwàchste Lebensfaden zieht sich in unerwartete Lànge, und den stàrksten zerschneidet gewaltsam die Sche-re eine Parze, die sich in Widersprùchen zu gefallen scheintzr.

[Secondo leggi prestabilite noi entriamo nella vita, i giorni che ci rendono maturi a vedere la luce sono calcolati, ma per la durata del-la vita non v'è una legge. I1 più debole filo di vita dura inaspettatamen-te a lungo, e il più forinaspettatamen-te viene troncato con violenza dalle forbici di una pur.u .h. sembra compiacersi delle contraddizionil24'

Sono affermazioni riferite alla durata limitata dell'esi-stenza; ma, proprio in occasione di un compianto funebre, continuano a ricordarci il legame instaurato da Mignon con l'universo terreno. In lei "nulla era chiaro, nulla manifesto, tranne l'amore che la salvò dalle mani di un barbaro'2í' ma quel sentimento era mortale, come tutte le emozioni matu-rate nel mondo dei viventi. Schumann non trascura questi aspetti del personaggio nemmeno nel momento in cui si met-te a scrutare lo sguardo di chi parmet-tecipa al rito funebre. È u.-ro, diverse componenti della partitura rimandano alla natu-ra spirituale dell'infanzia: i compagni di giochi piangono l'a-mica defunta, intrecciando una polifonia simile a quella dei tre genietti mozartiani. Ma il Requiem fùr Mignon non è un brano che taglia sistematicamente i ponti con la dimensione immanente, non è una fiaba con un lieto fine che non pre-vede sporcizie materiali, ma un ultimo ritratto di una bambi-na resa bella soprattutto dalla sua sofferenza in carne e ossa.

23 WolrcaNc GOETHE, Wilhelm Mei.sters Lehrj ahre, cit., pag. 957.

21 WoLFGANG GOETHE, Wilhelm Meister Gli anni rlell' apprmtlistato, cit., pag. 5 1 6 .

25 Wor-rcelc GoÈTHE, WiIheIm Meisters Lehrj ahre cit., pag. 958: . nichts war deutlich an ihm, nichts of-fenbar, als die Liebe zu dem Mann, der es aus den Hànden eines Barbaren rettete " (trad. it. Wilhelm Meister GIi anni deII'aP-prendistato, cit., pag. 51 6).

s€gsi NRMI 2/2009 - I-{ MIGNON DI SCHUNtrA.NN

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