PAOLO VOCCA
s. ANDREA E S. MA
r
rro
FUGARONO
IL
PIRATA
(27
GIUGNO
1544)
PAOLO
VOCCA
s
..ANPREA
E S. MA r
rro
-FUGARONO IL PIRATA
\ '(27
GIUGNO
1544)"
GRAFICA DI GIACOMO -SALERNOImprimatur
Salemi;
die decima octaoa iunii 1959/
Verso la fine della
prima
meta del secolo XVI un terribilepirata, ammiraglio
d'armataottomana,
Kheir-Id-Din(Ariade
no,
soprannominato
Barbarossa), irrompeva
daiporti
diAlgeri
e di Tunisi a devastare le coste del
'I'irreno,
essendosiimpadro
nito del regno diTunisi,
a danno del re MuleiAssen. Egli
compiva
uccisioni eruberie,
a danno d'Italia e diSpagna,
ne si concedevatregua,
anche segli
toccavanosconfitte,
comequel
la che
gli
inftisse nel 1532 la fiottaimperiale
e genovese.Uccisioni e ruberie subirono nel 1534
parecchie
terre del Iitoralecalabro-lucano-campano:
S.Lucido,
S. Giovanni aPiro,
Agropoli,
Itri,
Fondi eSperlonga.
Con le
galee
del corsaro operavanogalee
francesi al comando del
barone.
di Saint-Blacard.Questa
ibridacompagnia
di assalitori entrava nelquadro
dell'accanita lotta di ambizioniche
inquel
tempo
sisvolgeva
tra Francesco I e Carlo V.II Pontefice Paolo III non
risparrniava
occasione per metterI
pace fra i due
contendenti,
che con la loropervicacia
gli
crea-vane forti ostacoli alIa convocazione del Concilio.Egli
avevagta rappresentato all'Imperatore
come cosa vergognosa il lasciare Iibero un barbara distruttore della cristianita e mante nersi in lotta col re di Francia. Senonche Francesco I aveva
conchiuso con il Sultano una intesa
politica
ecommerciale,
quella
che prese nome diCapitolazioni,
e chiese ed ottenne lamostruosa
cooperazione
delpirata.
S�limano
per tale alleanzas'era
impadronito
dellisola diRodi,
cacciatone iprodi
cavalieri di S.Giovanni
di Gerusalemme. Per tenere lontane le armateturchesche Carlo V ave va concesso ai Cavalieri Ie isole di Malta
e del Gozzo e la citta di
Tripoli.
Paolo
III,
appena si accorse che ognuna delleparti
belligeranti
tentava di attirarlo nellapropria
politica,
assunse uncontegno
fierissimo. La neutralitapontificia
raftreddo l'ardoreguerresco
di Francesco I e indusse Carlo-V ad
organizzare
unaimpresa
contro il Barbarossa.L'imperatore
neI 1535 allestivanei
porti
di Fiandra -e diSpagna
unpotente naviglio,
a cui .ilPapa
univa dodicigalee
alcomando diVirgilio
Orsini e di PaoloGiustiniani:
molte altreaggiungevano
i1re delPortogallo,
trenta hiSignoria
di'Genova,
quattro
J
Cavalieri di-Malta,
due il Marchese di Eraclea. Al comando del Marchesedel Vasto e del Prin
cipe
di Salerno erano affidate Ie'forze di terra.Benedetta
dalPapa
aCivitavecchia,
la nuevaCrociata,
si radunava aNapoli
nel
maggio
del 1535 ed aCagliari
s'univa can legalee spagnuole
comandate dallo stesso
imperatore
edall'ammiraglio
Don Al varo Bazan.Nell'agosto
1535 le fiotte riunite distrusserol'apparato
rnarinaresco dei corsari turchi. Il Barbarossa fu messo in
fuga
eCarlo V divenne
signore
di Tunisi. Nel suo trionfale ritorno dalla for unataimpresa
Imperatore passato
Il Faro atra-er 0 Ia Calabria pervenne aSalerno 0 e dal
principe
Ferrante ebbe tastoseaeeoglienze,
nprincipe
es endosi disIintoper alore nellQ
pugnazione
della Gole a si aspelavadall'Jmpe
ra re e .
Tan a testa ave a
preparata
unadegna
rieompen
sa: 1annessione della citta ill Cava. a 1Imperatore
in sordoalia sua
richiesta,
abbagliato qual'era
dal Iuccicore del bacile d'oro ricolmo di aureemonete, oftertogli
dai Cavesi nel passaggio
per la lora citta.Reggeva
aliora la Chiesa Salernitana il Cardinale Niccolo Ridolfi.Paolo
I�I,
quando
vide che la sua missione di pace pressoi due
monarchi,
nonostante la presa diTunisi,
non otteneva I'esitodesiderate,
si affidodirettamente
all'ammiraglio
AndreaDoria per
fugare
la grave minaccia ottomana, Ma nemmenosi riusci ad
impedire
che i Turchiprendessero
terra presso Otranto.L'opera
delPapa
non ebbetregua.
Egli,
affrontandoogni
difficolta e finanche unviaggio
aNizza,
riusci afar concludere un
armistizio
di dieci anni(1538),
illudendosi che fossero cessati i
rapporti
tra Francesco I e Solimano II.n 20
maggio
1543 il truceAriadeno
ricomparve
aReggio.
_La fiotta
dell'ammiraglio
Doria I'aftronto e 1-0insegui. Dopo
lunghi
mesi riusci a snidarlo da Tolone. II Barbarossa in unconvegno a
Marsiglia
trove il re maldisposto
a continuare nell'ibrida intesa. Sotto la crescente vittoria del
Doria,
corse aGenova,
poi all'Elba,
sorprese il castello diTalamone,
ridiscesead Ischia e
Procida,
seminando rovine emorte,
e, trovata forteresistenza
a Pozzuoli daparte
del vicere D. Pietro daToledo,
passe
celeremente ilpromontorio
di Minerva e comparve nelgolfo
di.
Salerno il27giugno 1544,
a vista. di Amalfi edi Salerno._
Queste
due citta vissero ore di spaventosa
trepidazione,
nonravvisandost scampo dana Imminente fatale rovina, Unica spe
ranza: I'tntereessione dei San· .
telarf,
equesta
tu
implo
rata mdarno,
( n cic0
dapprima
sereno i eopre in un istan e dioseuredensissfme nubi il mare dianzi
ranquillo
stcomm 0 Ie edagi
adai
pin profondi
recessimuggiscono
spaventevoli
tuoni,
preeipitano
rurtosissimepioggie,
fendono l'aria minacciose saette.I barbari assalitori cadono nel
pili spaventoso sbigottimento,
mentre Ie navi travolte da smisuratt cavalloni
s'infrangono
1'uncontro
l'altra,
si rompono e sisperdono
nelpill
grande
disor dine e sconquasso.La miracolosa
tempest
a mette in .fuga
ilBarbarossa,
chepuo
appena trovarriparo
col suo malconcionaviglio
al di 13. delCapo
Palinuro dove si lancia asrogar
la sua: rabbia controPolicastro e di 13. contro
Lipari, depredando
esaccheggiando.
Si
dirige
aCostantinopoli, trasportando
seco un considerevole numero di schiavi cristianiche,
stivati comeacciughe
gli
unisu
gli
altri nelle sentine e nelleimmondezze,
giornalmente
nemorivano a centinaia di
fame,
�i
sete e dicordoglio
».S. Matteo e S. Andrea avevano esercitato la loro
potente
intercessione.
Nella
Cripta
del Duomo di Salerno adorna di affreschi delCorenzio,
il fattoprodigioso
e ritratto nellacappella
dei SantiVescovi,
enel
Duomo diAmalfi
sopra laporta
maggiore
ilpit-
,tore amalfitano Ottavio Deliani 10 ritraeva su d'una
grande
tela. Nelle due Chiese .Cattedrali can la data anniversaria del27
giugno
ru subito iniziata latesta del Patrocinio con ufficio emessa
particolare, approvati
dalla Santa Sede.n notaio Berardo Battimelli di
Ravello,
che ru testimoneoculare del tatto
miracoloso,
10 deserive nei suoiprotocolli.
Dopo
quattro
secoli dal triste avvenimento in Amalfi si conserva.una delle Ialche dei vascelli
ottomani
sfasciati allora dallatempesta, rigettata
sul lido e raccolta dalpatrizio
GiovanlucaVinaccia,
attualmente .in possesso dellafamiglia
Proto.Riportiamo
'qui
Ie.Iezicni del Breviario della Chiesa salernitana e del Breviario della
Chiesa
amalfitana,
che concordanonella narrazione, Le
notizie pili
attendibili delfat�o'
prodigioso
si trovano nella breve Vita di. S. Matteo di Marsilio Colonna
pubblicata
riel1588,
nelle 'lVIemorie della Chiesa Salerniianadel Can.
Giuseppe
Paesano e nelle Memorie tieil'amtica citia educato di Amalfi di Matteo Camera. 11 Paesano cita anche. Ia
Storiacaitolica di Paolo
Regio,
Vescovo di VicoEquense,
pub
blicata nel 1588.II Breviario amalfitano contiene un unico inno (Venerunt
hostes FIdei ___: Contra F'ideles Domini...
.. Sed hoc opus nefa
rium -,
Dirurnque
sacrilegium
-Non ultor criminum
-Deus noster
retugium
-Namque
iussit,
et subito-Mota
tempestas
valida �Longe
classem maleficam-Fudit,
Sanctorum
precibus).
Pili
ricco,
il Breviario salernitano ne contienetre;
queUo
del Mattutino cosi siesprime:
Haec estdies,
quapatriam
-.Summae Deus
clementiae,
Hostempotenter
conterens-A fer
ro, et
igne
vindicat-sed luctuosis cladibus �
Hanc ille per
te vindicat - Matthaee nostra
gloria
- Tutelanostra ma
xima
-...Amator Andreas Crucis
- Tecum refert victoriam - Sic
ille
Amalphim
caedibus-Sic tu Salernum liberas.
LEZIONE DEL BREVIARIO SALERNITANO
Carolo V Romanorum
Imperatore
cum Francisco I. Gallorum
Rege
implacabile
bellogerente,
classis.ingens
a SolimanoTurcarum
Principe
inRegis
auxilium missa est sub duce Ariadeno
pirata
immanissimo. Sed a Carlo semper invicto devictaest;
etfugata
exAphrica,
Massiliamvenit;
ubi habito conventu,
aRege
Christianissimo dimissa Constantinopolim
redibat.In reditu autern
lustrans
Italiaelitera,
obviaquaeque
Chri-" _
stianorum
ferro,
fiammisque
incredibili
crudelitate vastabat.In
Regnum
vero hoc nostrum desidcrio ultionis accensa, ma[ori
cum furoreirrumpens,
spiransque
minarum,
ac caedisvenit inter
Amalphim
-etSalernum,
Metropoles
duas duorumApostolorum
Andreae
et Matthei SacrosanctisCorporibus
decoratas. lam bellicis tormentis co-ntra Salernum
collocatis,
adtru�em
tympanorum
sonitum et minacestibiarum
modules_Civibus cunctis catenas' et
compedes,
.ubique
direptionem
etincendium
denuntiabat.
Omnes'
timor invaserat: in humanis viribus spes
null_a
salutisaffulgebat,
tota in Divinamisericor
dia,
Sanctorumtutelarium
nite�atur.
Cum,
ecce, abomnipo
tenti Domino caeleste venit auxilium. In murorum.circuitu
apparent
militestulgentibus
armismuniti,
qui
pro Civitateexcubias
agere
v�dentur.
Apparet
sup�r
mare Senex magnaeproceritatis, gloria mirabilis, qui
maximam videtur excitaretempestatem.
Mareprius
tranquillum
ab imo fundo exaestuat,Caelum
prius
serenum atris abduciturnubibus;
ruunt imbres efiusissimi: horrendatonitrua,
crebraecoruscationes,
cadentia fulminapraesentem
mortem barbaristrepidantibus
intentant :fugit
ab his mens, et consilium: quo severtant,
nesciunt,
cla moribus maximis tantummodo aerem feriunt: naves omnes.nimborum turbine,
ac decumanis fluctibusagitantur:
harumaliae in alias magno
impetu
incurrurit
; et se se mutuo collidentes,
inprorundum
demerguntur:
aliae ventorumrurori,
ac Iudibrio
traditae,
dicto citiusquam
Iongissime
abripiuntur.
lure
igitur optimo utraque
CivitasMetropolitana
Sanctis Tutelaribus suis hanc
victoriam
refertacceptam;
etsingulis
annis Festurn hunc diem solemnitercelebrans,
Deo,
qui
est mirabilis in Sancitssuis,
proaccepto
beneficiogratias
agit.
LEZIONE DEL BREVIARIO AMALFITANO
Carole
Quinto
Romanorumlmperatore,
et Francisco Gallorum
Rege
armis invicemturentibus,
TurcarumClassis,
.a Soleymano,
Constantinopolis,
et TurcarumSultano,
et inRegis
auxilium
missa,
Duce AriadenoBarbarossainsigni
.pirata;
quem idem Caesar Illustri victoria aRegno Tuneto,
ac tota Africafugaverat,
et paene infinitocaptivorum
Christianorum numeroexuerat: habito Massiliae cum Francisco
Rege
conventu,
Constantinopolim
reditum
petit:
et Italiae lustranslittora,
obviaquaeque
Christianorumferro,
incendiis,
etcaptivitate,
barbarica crudelitate vastabat. Ad
Regnum
veroNeapolis majori
vin dictae rabieadventans,
anno salutis millesimoquingentesimo
quadragesimo quarto, quinto
Kal.Julii,
inter duasMetropoles
appulit, Amalphim
scilicet,
etSalernum,
duoruminprimis Apo
stolorum,
Andreae,
etMatthaei,
caelestiliquore (Manna)
fluentium,
miraculisinsignes.
Omnes timor ac tremor invaserat: omnia luctus
plena,
c1a moribus acsingultibus
perstrepebant.
Nulla spes humani subsidii,
sed sola fides in Deimisericordia,
et B. Mariae semperVirginis,
et Sanctorumprecibus
imploratis,
ad caelum semperardebat. Et ecce oculi Domini super
justos,
et auresejus
ad preces eorum;cum
nullaesset
Lunarisoppositio,
velconjun
ctio,
subito mota est in matutina custodiatempestas
valida,
mare ab imo
fremens,
et'velut
a fronteAndreas,
atergo
urgensMatthaeus,
caelum obductumnubibus,
atras in classem tenebras, coruscationes,
rulgura,
tonitrua,
repentinosque
imbressimul effundunt. Triremes omnes, navesque
auxiliares,
et onerariae,
caeteraque navigia
conturbariprimum
coepere, statim que nimborum turbineagitart,
etpraeruptis
inter se fluctibus .commisceri: et velut in
campis
arietes alter inalterum,
impe
tere videban tur.
Nautae vero hisce
perterriti
prodigiis,
etApostolorum
vigiliis,
et custodia(qui,
cum nemo civitatemcustodiret,
armatimilites,
pro murisexcubantes,
ac in tectis mirabile dictu visisunt),
sineconsilio,
sineviribus,
horrorispleni,
amentesveluti,
nihilaliud,
praeter
mugitus,
et barbarosululatus,
in maris frernitu
rugientes,
meritumjudicium
de manuDomini,
quem nontimuerunt,
expectabant.
Verumtamen hora eorum nondum venerat: et Deus
omnipotens promptior
adclementiam,
quam advindictam est,
quantumvis
lacessitusinjuriis,
volensApostolo
rum
precibus,
et circumclamantiumpopulorum clamoribus,
acnecessitatibus
subvenire,
totam classem,prope
interitum Iaborantem,
vitempestatis
abreptam,
ventorumfragorihus
traditam,
nequeamplius
reversuram, ictu oculi 'latedispersam,
longe
rugavit:
et una cum Sanctissuis,
afflictospopulos
misericorditer liberavit.
Qua
quidem
novaeredemptionis gratia,
Deo,
et Sanctis
ejus gratias agentes,
magnopopulorum
concursu,Officii, Festique celebritatem,
SanctaeSedis
Apostolicae
confirmatione,
acindulgentiis
accedentibus,
anniversarii diemcelebramus.
.Lutero e il Barbarossa
prima,
Francesco I eo Enrico VIIIpoi
(1546�1547)
comparvero al Giudizio di Dio per rendere contodel male immenso commesso contra Ia Chiesa e la
Cristianita.
Dallo stacelo in cui la si voleva
ridurre,
la Chiesa usciva immune.A 'I'rento il Concilio era in atto ed anni
dopo,
fra i dottis simi Padri che 10illustrarono,
ritulse GirolamoSeripando,
Car dinale e Arcivescovo diSalerno,.
i cui Decreti Sinodali confermavano la Festa del Patrocinio.
Aveva detto un
giorno
ilSignore
ad Ezechia che il redegli
Assiri non avrebbe
posto piede
inGerusalemme,
ne avrebbe tirato contro di essa una freccia: ______, 10
proteggero
questa
citta ela salvero per amore di me eper amore di Davide mio