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Guarda Tesi su Feuerbach. Riscrittura (20/09/14)

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Nóema, 5-1 (2014): Marx e noi. Riscrivere le Tesi su Feuerbach http://riviste.unimi.it/index.php/noema 7 TESI SU FEUERBACH Riscrittura (20/09/14) Costanza Faravelli 1.

Il difetto principale di ogni realismo ingenuo è di evidenziare il carattere di esternali-tà della realesternali-tà rispetto al soggetto, che la può conoscere mediante un atto intuitivo del proprio pensiero. Non considera, perciò, il fatto che possa non avere senso per noi, che non abbiamo col mondo alcun rapporto che non sia mediato dalle nostre interpretazioni, fare riferimento a un fatto esterno alla nostra mente. L'insensatez-za di questo aspetto è stata sottolineata dai relativisti, che, all'insegna del «non ci sono fatti, ma solo interpretazioni», hanno rivendicato l'assoluta libertà per il no-stro pensiero: l'uomo, ogni uomo, è misura di tutte le cose, e non ha senso parlare di fatti su cui si possa verificare ciò che riteniamo vero. Una critica al realismo in-genuo non deve rinunciare necessariamente a una realtà su cui verificare le proprie opinioni. È sufficiente che comprenda l’insensatezza di un riferimento a fatti e-sterni al nostro pensiero e sostenga che la nostra realtà sono le nostre interpreta-zioni.

2.

Ritenere reali le nostre interpretazioni può far sorgere la questione se alle interpre-tazioni di ciascun individuo spetti il medesimo grado di verità. Dire questo, tuttavi-a, ovvero sostenere l’ipotesi tipica del relativismo, significa non tener conto del fat-to che le nostre credenze sono regolate da un impulso sociale: gli uomini, ovvero gli interpretanti, non vivono isolati e non possono evitare che le rispettive interpreta-zioni si influenzino continuamente. L'impulso sociale costituisce un bagaglio di credenze comuni, su cui tutti concordano e che ritengono vere. L'oggetto di queste credenze comuni è ciò che chiamiamo realtà. Il contesto sociale del pensiero im-pone una nuova nozione di verità: pubblica, perché frutto di un accordo; fallibile o provvisoria, perché sempre passibile di smentita da parte di un'opinione più convin-cente agli occhi della comunità. Il contesto sociale è al contempo la condizione e il limite della verità.

La questione se esista una verità privata, ovvero individuale, una volta che il pen-siero sia stato isolato dal contesto storico-sociale che intrinsecamente gli appartie-ne, è pura fantasticheria.

3.

L'appello del realismo ingenuo a una conoscenza di tipo intuitivo non tiene conto del contesto sociale del pensiero, che impedisce a qualunque interpretazione di vantare un rapporto privilegiato con l'oggetto di riferimento. Non si dà mai la co-noscenza diretta di un fatto esterno, poiché le interpretazioni si influenzano conti-nuamente in una successione infinita. La posizione del realismo divide il soggetto dall'oggetto, ponendo il primo al di sopra della realtà: non comprende che la realtà è proprio il vortice interpretativo che coinvolge al contempo interpretante e inter-pretato. La reciproca influenza delle interpretazioni può essere compresa esclusi-vamente intendendo il pensiero come segno, che intrinsecamente rimanda a,

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influen-Costanza Faravelli. Tesi su Feuerbach. Riscrittura (20/09/14)

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za. 4.

Il realismo ingenuo ha la giusta pretesa di verificare le proprie opinioni, ma vuole farlo mediante il confronto con una realtà esterna, che è in se stesso problematico. Il realismo semiotico, al contrario, avendo definito la realtà come infinito processo interpretativo, oggetto di una verità ritenuta pubblica e fallibile, non potrà che ap-pellarsi al futuro per la verifica definitiva delle sue opinioni: a una conclusione fina-le, liberata da tutte le deviazioni del percorso storico-sociale del pensiero e su cui concorderà l’intera comunità interpretante.

5.

Il pensiero del realismo ingenuo è quello che intuisce il suo oggetto e, pertanto, ha solo un ruolo conoscitivo. La realtà tipica del realismo semiotico esige invece un pensiero in segni, che, per le proprietà stesse del segno, non è più solo un pensiero che conosce, ma anche, e soprattutto, un pensiero che influenza e, di conseguenza, modifica. Inoltre, sostenendo che il pensiero è la realtà, le modificazioni prodotte dal pensiero sono autentiche modificazioni reali.

6.

Concepire l'uomo come membro del processo interpretativo rende necessaria una sua ridefinizione che tenga conto del suo ruolo di tramite nella catena semiotica. Al contempo ricettore e autore di interpretazioni, che si danno nella maniera di segni sempre rimandanti a, l'uomo non può più essere guardato nella sua limitatezza di individuo isolato. D'altra parte, si deve riconoscere che ogni individuo, o singola comunità, rappresenta un anello fondamentale nella corsa verso la conclusione fi-nale dell'intera comunità interpretante. L'essenza dell'uomo è dunque quella di un passaggio, di una trascendenza: è un trans-individuo, che trova nei suoi stessi rimandi la ragione del suo essere.

7.

Il riferimento a un soggetto isolato è imposto dalla natura stessa della conoscenza di tipo intuitivo. Al contrario, un pensiero in segni che coincide con la realtà impli-ca un individuo che sia egli stesso un segno.

8.

Un pensiero in segni ha un significato essenzialmente pratico. In quanto trasforma-trice (e autrasforma-trice) della realtà, ogni interpretazione, ogni theoria, verrà valutata a parti-re dai suoi possibili effetti pratici. A partiparti-re da questi, un'interpparti-retazione verrà mantenuta o lasciata lungo il percorso verso la conclusione finale.

9.

Il realismo ingenuo, che ritiene reale solo il fatto esterno, non andrà al di là dell'in-tuizione del singolo dato sensibile. Al contrario, il realismo semiotico, che non si pone più il problema di una distinzione tra realtà e pensiero, riterrà reali anche gli universali, di cui determinerà il significato valutandone gli effetti pratici.

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Costanza Faravelli. Tesi su Feuerbach. Riscrittura (20/09/14)

Nóema, 5-1 (2014): Marx e noi. Riscrivere le Tesi su Feuerbach http://riviste.unimi.it/index.php/noema

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10.

Il punto di vista del realismo ingenuo è un soggetto lasciato da solo davanti all'og-getto che gli resta estraneo; il punto di vista del realismo semiotico è un trans-individuo che può agire sulla realtà in cui è immerso mediante interpretazioni dotate di un significato pratico.

11.

I filosofi realisti hanno sempre tenuto la realtà a distanza; si tratta ora di capire che il pensiero, in quanto è realtà, può afferrarla, interpretarla e modificarla.

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