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4.1 HABITAT ELENCATI NELLA DIRETTIVA “HABITAT” (92/43/CEE)

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4. RISULTATI

4.1 HABITAT ELENCATI NELLA DIRETTIVA “HABITAT” (92/43/CEE)

Qui di seguito viene riportata la tabella comprendente gli habitat dell’Allegato I della Direttiva

“Habitat” 92/43/CEE presenti nel sito, contrassegnati dal loro codice numerico e dal nome con cui figurano nell’elenco dell’Allegato I. Si può notare che gli habitat rinvenuti sono complessivamente 16, di cui 5 prioritari (contrassegnati da un asterisco *), la cui conservazione è inderogabile.

Dalla tabella si evince che le ultime 5 righe hanno una codifica particolare: le categorie I017, I047 e I048 si riferiscono ad habitat suggeriti dall’Italia come proposta di integrazione dell’elenco dell’Allegato I, infine le categorie P1 e P2 sono habitat fluviali di importanza regionale. Nell’ultima colonna sono indicate le associazioni vegetazionali che concorrono a formare gli habitat; queste sono classificate con la loro denominazione fitosociologica, espressa secondo i 4 livelli gerarchici della metodologia Braun Blanquet (Classe, Ordine, Alleanza, Associazione). Questa classificazione è stata usata per la stesura della Carta della Vegetazione del Parco del Taro (Biondi et alii, 1997).

Gli autori hanno riunito le associazioni rinvenute in macrocategorie denominate Tipi di vegetazione, contraddistinte da un codice sintetico, richiamato nella terza colonna della tabella 2, per focalizzare l’articolata corrispondenza tra i due sistemi di catalogazione.

Tab. 2 Gli habitat dell’All.I della Direttiva 92/43/CEE presenti nel sito e corrispondenza con la classificazione delle formazioni indicate nella Carta della Vegetazione (Zanichelli, 2001).

HABITAT

prioritario Codice Natura 2000

Codice carta della vegetazione

NOME DELL'HABITAT ATTRIBUZIONE FITOSOCIOLOGICA 3140 Al Acque oligomesotrofe calcaree

con vegetazione bentica di Chara sp.

Cl Charetea fragilis (Fuk.

1961) Krausch 1964 3150 Al/Po Laghi eutrofici naturali con

vegetazione del tipo Magnopotamion o Hydrocharition

All. Potamion pectinati (Oberd.

1957) Görs 1977

Ass. Lemnetum gibbae Miyaw.

et J. Tx. 1960

* 3170 Al Stagni temporanei

mediterranei (Nanocyperion) Ass. Cyperetum flavescentis W.

Koch em. Aich. 1933 Ass. Samolo valerandi- Caricetum serotinae Biondi et al. 1997

(2)

3230 Sp Vegetazione arbustiva pioniera degli alvei fluviali (Salix purpurea, Myricaria germanica)

Ass. Salici-Myricarietum germanicae Moor 1958

3240 Sp Vegetazione legnosa degli alvei fluviali (Salix eleagnos, Hippophae rhamnoides)

Ass. Saponario-Salicetum purpureae Tchou 1948 (Salicion eleagni, Salicetalia purpureae) Ass. Salici- incanae-

Hippophaetum rhamnoidis Biondi et al. 1997

Ass. Salicetum albae Issl. 1926 Ass. Salicetum incano-

purpureae Sill. 1933 3270 Al Vegetazione nitrofila annuale

degli alvei fluviali (Bidention p.p., Chenopodietum rubri p.p., Echio-Melilotetum)

Ass. Bidenti-Polygonetum mitis (Roch. 1951) Tx. 1979

Ass. Polygono lapathifolii- Xanthietum italici Pirola &

Rossetti 1974

All. Dauco-Melilotion Görs 1966

5130 Sp Formazioni a Juniperus

communis su lande o prati calcarei

Ord. Prunetalia R. Tx. 1952

* 6110 Xb Terreni erbosi calcarei carsici

(Alysso-Sedion albi) Ass. Cerastietum pumili Muller 1961

* 6212 Xb Praterie semiaride calcicole

(Mesobromion) Ass. Centaureo apolepae- Brometum erecti Biondi et al.

1997

Leucanthemo vulgaris- Brometalia erecti Biondi, Ballelli, Allegrezza &

Zuccarello 1995 6213 Xb Praterie aride calcicole

(Xerobromion) Ass. Cleistogenes serotinae- Bromentum erecti (Volk 1958) nomen novum em. Castelli 1995 Ass. Astragalo onobrychidis- Artemisietum albae Biondi et al.

1997 6220 Xb Praterie annuali calcicole di

tipo mediterraneo (Thero- Brachypodietea)

Aggr. a Brachypodium distachyum e Bupleurum baldense Biondi et al. 1997 6420 Al Praterie umide mediterranee

ad alte erbe

(Holoschoenetalia, Molinion- Holoschoenion)

Ass. Molinietum arundinaceae Trinajstic 1964

Aggr. a Holoschoenus vulgaris e Lythrum salicaria Biondi et al.

1997

* 7210 Ph Ambienti torbosi a Cladium

mariscus (Mariscetum serrati p.p.)

Ass. Cladietum marisci Allorge 1922 ex Zobrist 1935

8160 Al Ghiaioni calcarei dell'Europa

centrale Ass. Epilobio dodonaei-

Scrophularietum caninae Br.-Bl.

& Koch ex Müller 1974

* 91E0 On Foreste alluvionali residue Ass. Aro italici-Alnetum

(3)

(Alnion glutinoso-incanae) Alnion glutinosae Malc. 29 / Alno-Ulmion Br.-Bl. & R. Tx.

ex Tchou 1948

= Alnion incanae Pwlowski in Pawlowski & Wallish 1928

glutinosae Gafta & Pedrotti 1995

92A0 On Foreste a galleria di Salix alba

e Populus alba Ass. Salicetum albae Issl. 1926 Ass. Salicetum triandrae (Malc.

1929) Noirf.1955 I017 Al/Hr Formazioni arbustive decidue

sub-mediterranee (Prunetalia, Cytision sessilifolii)

Ass. Cytiso sessilifolii-

Coriarietum myrtifoliae Biondi et al. 1997

Ass. Spartio juncei-

Hippophaetum fluviatilis Biondi et al. 1997

I047 Formazioni a grandi carici Ass. Caricetum elatae Koch 1929

Ass. Caricetum acutiformis Eggler 1933

Ass. Caricetum ripariae Knapp et Stoffers 1962

I048 Formazioni di elofite delle

acque correnti (Glycerio- Sparganion)

Ass. Nasturtietum officinalis Seibert 1962

P1 Al/Ph Vegetazione elofitica dominata da Typha spec. e Schoenoplectus

tabernaemontani

Ass. Typho angustifoliae- Schoenoplectetum

tabernaemontani Br.-Bl. &

Blolós 1957

Var. a Typha latifolia Var. a Typha domingensis Ass. Typhetum laxmannii Nedelcu 1968

P2 Ph Vegetazione elofitica

dominata da Typha minima Ass. Phragmiti-Typhetum minimae Trinajstic 1969

P3 Ph Vegetazione elofitica

dominata da Bolboschoenus maritimus

Ass. Scirpetum maritimi Eggler 1933

P4 Ph Canneti di Phragmites

australis temporaneamente asciutti

All. Phragmition comunis W.Koch 1926

P5 Xb Formazioni terofitiche ai

margini di strade sterrate Ass. Cerastietum pumili (Oberd.

1957) Oberd. & T. Müller in T.

Müller 1961

Di seguito vengono elencate le tipologie di habitat, denominate "altri habitat", che non sono comprese nell'allegato I della Direttiva 92/43/CEE e che vanno indicate nella scheda di rilevamento nel caso in cui si trovino in contatto con un habitat Natura 2000. Le unità fitosociologiche si basano in grande parte sui rilievi relativi alla carta della vegetazione del Parco (Biondi et al., 1997).

(4)

Tab. 3 "Altri habitat" che non sono comprese nell'allegato I della Direttiva 92/43/CEE

TIPO DI BIOTOPO ALTRI HABITAT

Vegetazione elofitica delle acque stagnanti o lentamente fluenti

Comunità dominate da Rorippa sylvestris

Comunità pioniera dominata da Eleocharis palustris (Associazione Eleocharietum palustris)

Formazioni boschive e arbustive delle zone golenali

Formazioni boschive dominate da Populus nigra

Formazioni boschive dominate da Populus nigra con la presenza di specie nitrofile e/o introdotte (Robinia pseudoacacia, Juglans regia, Acer negundo)

Formazioni arbustive igrofile

(Ass. Frangulo alni – Prunetum avium) Boschi ad Ostrya carpinifolia

Vegetazione pioniera di carattere umido

Praterie pioniere dominate da Agropyron repens

(Ass. Inulo viscosae – Agropyrion repentis, Ass. Loto tenuis- Agropyretum repentis)

Comunità dominate da Solidago gigantea

Vegetazione pioniera e nitrofila delle aree golenali o ruderale e antropogena

Formazioni arbustive a Sambucus nigra

Formazioni arbustive a Sambucus nigra compenetrate da Robinia pseucacacia

Orli dei boschi di ambiente nitrofilo

(Ass. Alliario-Chaerophylletum temuli, Ass. Sympheto bulbosi- Ranunculetum lanuginosi)

Vegetazione nitrofila a dominanza di Artemisia vulgaris (Ass. Tanaceto-Artemisietum vulgaris)

Vegetazione a Sambucus ebulus

Coltivi con vegetazione infestante Vegetazione infistante le colture segetali autunno-primaverili (Ass. Aphano arvensis-Matricarietum chamomillae, All. Caucalidion lappulae)

Vegetazione infestante le colture sarchiate

(Ass. Panico sanguinalis-Poligonetum persicariae)

Vegetazione terofitica, nitrofila dei margini delle strade rurali (Ass.

Aveno barbatae-Brometum diandri)

(5)

4.2 SPECIE ANIMALI ELENCATE NELLE DIRETTIVE “HABITAT”

(92/43/CEE) E “UCCELLI” (79/409/CEE)

Zanichelli (2001) riporta un quadro sintetico delle specie presenti in allegato II e IV della Direttiva

“Habitat” relativamente al sito, mentre notizie più generali sono ritrovabili in D’Antoni et al. (2003) sempre relativamente a specie animali citate in Direttiva. I dati vengono presentati secondo lo schema della tabella 4:

Tab. 4 Specie animali riportate in Direttiva Habitat, classificate nelle categorie IUCN ed endemismi.

DIRETTIVA

HABITAT CATEGORIA IUCN ENDEMISMO

PESCI

Lampetra zanandreai 2,5 EN sì

Rutilus pigus 2 VU

Leuciscus souffia

muticellus 2 LR sì

Chondrostoma soetta 2 VU sì

Chondrostoma genei 2 VU sì

Barbus plebejus 2,5 LR sì

Barbus meridionalis

caninus 2,5 VU sì

Cobitis taenia bilineata 2 LR sì

Sabanejewia larvata 2 VU sì

ANFIBI

Triturus carnifex 2,4

Bufo viridis 4

Rana dalmatina 4

RETTILI

Emys orbicularis 2,4 LR

MAMMIFERI

(6)

Myotis daubentonii 4 Pipistrellus nathusii 4 Pipistrellus pipistrellus 4

Pipistrellus kuhlii 2

Hypsugo savii 4

Eptesicus serotinus 4

Nyctalus noctula 4

Tadarida teniotis 4

INVERTEBRATI Lepidotteri

Lycaena dispar *2

Zerynthia polyxena 4

Hyles hippophaes 4 DD

Euplagia

quadripunctaria *2

Gli uccelli rappresentano ai fini del presente studio il target principale e verranno dunque esaminati più a fondo anche per la notevole mole di dati disponibili.

La Tabella 5 evidenzia gli uccelli noti per l’area che sono menzionati nell’allegato I della Direttiva 79/409/CEE:

Tab. 5 Specie di uccelli segnalati per il sito da Ravasini (1994) e presenti in Allegato I della Direttiva “Uccelli”. (Le specie nidificanti sono sottolineate; gli asterischi indicano se con popolazione in aumento *, stabile **, in decremento

***. Viene indicata anche la categoria SPEC relativa (Tucker & Heath, 2004). Categoria SPEC = Species of European Conservation Concern. Categoria 1: specie in situazione critica, classificata come globalmente minacciate, strettamente legati alla conservazione o poco conosciuti. Categoria 2: specie la cui popolazione globale è concentrata in Europa, e che hanno uno sfavorevole stato di conservazione. Categoria 3: specie la cui popolazione globale non è concentrata in Europa, ma che hanno uno stato sfavorevole di conservazione in Europa. Categoria 4: specie la cui popolazione globale è concentrata in Europa, ma hanno un favorevole stato di conservazione).

1.Gavia stellata Strolaga minore SPEC 3

2.Gavia arctica Strolaga mezzana SPEC 3

3.Botaurus stellaris Tarabuso SPEC 3

4.Ixobrychus minutus Tarabusino * SPEC 3

5.Nycticorax nycticorax Nitticora * SPEC 3

6.Ardeola ralloides Sgarza ciuffetto SPEC 3

7.Egretta garzetta Garzetta *

(7)

8.Egretta alba Airone bianco maggiore

9.Ardea purpurea Airone rosso SPEC 3

10.Ciconia nigra Cicogna nera SPEC 2

11.Ciconia ciconia Cicogna bianca SPEC 2

12.Plegadis falcinellus Mignattaio SPEC 3

13.Platalea leucorodia Spatola SPEC 2

14.Phoenicopterus ruber Fenicottero SPEC 3

15.Cygnus cygnus Cigno selvatico

16.Aythya nyroca Moretta tabaccata SPEC 1

17.Mergus albellus Pesciaiola SPEC 3

18.Pernis apivorus Falco pecchiaiolo

19.Milvus migrans Nibbio bruno SPEC 3

20.Milvus milvus Nibbio reale SPEC 2

21.Circaetus gallicus Biancone SPEC 3

22.Circus aeruginosus Falco di palude

23.Circus cyaneus Albanella reale SPEC 2

24.Circus pygargus Albanella minore

25.Aquila clanga Aquila anatraia maggiore SPEC 1

26.Aquila chrysaetos Aquila reale SPEC 3

27.Hieraaetus pennatus Aquila minore SPEC 3

28.Pandion haliaetus Falco pescatore SPEC 3

29.Falco columbarius Smeriglio

30.Porzana porzana Voltolino

31.Porzana parva Schiribilla

32.Crex crex Re di quaglie SPEC 1

33.Grus grus Gru

34.Himantopus himantopus Cavaliere d'Italia ***

35.Recurvirostra avosetta Avocetta

36.Burhinus oedicnemus Occhione * SPEC 3

37.Cursorius cursor Corrione biondo SPEC 3

38.Glareola praticola Pernice di mare SPEC 3

39.Pluvialis apricaria Piviere dorato

(8)

40.Philomachus pugnax Combattente SPEC 2

41.Gallinago media Croccolone SPEC 1

42.Limosa lapponica Pittima minore

43.Tringa glareola Piro piro boschereccio SPEC 3

44.Phalaropus lobatus Falaropo becco sottile

45.Larus melanocephalus Gabbiano corallino

46.Larus genei Gabbiano roseo SPEC 3

47.Stern nilotica Sterna zampenere SPEC 3

48.Sterna hirundo Sterna comune ***

49.Sterna albifrons Fraticello *** SPEC 3

50.Chlidonias hybridus Mignattino piombato SPEC 3

51.Chlidonias niger Mignattino SPEC 3

52.Asio flammeus Gufo di palude. SPEC 3

53.Capprimulgus europaeus Succiacapre * SPEC 2

54.Alcedo atthis Martin pescatore *** SPEC 3

55.Coracias garrulus Ghiandaia marina SPEC 2

56.Calandrella brachydactyla Calandrella * SPEC 3

57.Lullula arborea Tottavilla SPEC 2

58.Anthus campestris Calandro SPEC 3

59.Luscinia svecica Pettazzurro

60.Acrocephalus melanopogon Forapaglie castagnolo 61.Acrocephalus paludicola Pagliarolo SPEC 1

62.Ficedula albicollis Balia dal collare

63.Lanius collurio Averla piccola

64.Lanius minor Averla cenerina

65.Pyrrhocorax pyrrhocorax Gracchio corallino

66.Emberiza hortulana Ortolano SPEC 2

(9)

4.2.1 APPROFONDIMENTI SU SPECIE GENERANTI L’I.B.A. E SU ALTRE DI INTERESSE CONSERVAZIONISTICO PARTICOLARE

Il sito è parte integrante della I.B.A. 031 “Fiume Taro (medio e basso corso)”(Gariboldi et al., 2000), che viene classificata per la presenza di due colonie di Nitticora (Nycticorax nycticorax), Occhione (Burhinus oedicnemus), Sterna comune (Sterna hirundo), Fraticello (Sterna albifrons), Succiacapre (Caprimulgus europaeus) e Calandrella (Calandrella brachydactyla), secondo la Tabella 6:

Tab. 6 Specie per cui viene classificata la IBA 031 (Gariboldi et al., 2000).

SPECIE ANNO CONSISTENZA

MINIMA

CONSISTENZA MASSIMA

Burhinus oedicnemus 1995 20 30

Caprimulgus europaeus 1995 30 50

Nycticorax nycticorax 1995 0 700

Sterna hirundo 1995 150 200

Sterna albifrons 1995 35 40

Calandrella brachydactyla 1995 40 60

Riguardo alle singole popolazioni di uccelli presenti nel sito vengono qui di seguito riportati i seguenti dati:

A. OCCHIONE (Burhinus oedicnemus)

L’occhione, Burhinus oedicnemus (Linnaeus, 1758), appartiene all’ordine dei Charadriiformes, sottordine dei Charadrii, famiglia Burhinidae. È un uccello di taglia robusta dal piumaggio marcatamente criptico, predilige habitat caratterizzati da terreni asciutti e con buona visibilità, nei quali si muove camminando o correndo velocemente con andatura furtiva. Si nutre prevalentemente di artropodi che ricerca soprattutto di notte in praterie con vegetazione sparsa e coltivi (Cramps &

Simmons, 1983). È diffuso nell’Europa centro-meridionale, ma da qualche decennio il numero di soggetti è largamente in declino principalmente a causa della riduzione dell’habitat e del suo

(10)

degrado (Tucker & Heath, 1994). La specie è per questo inclusa nell’Allegato I della Direttiva

“Uccelli”, nonché nella Lista Rossa degli uccelli nidificanti in Italia (Calvario et al., 1999).

La specie è stata, in un recente passato, oggetto di attento monitoraggio specialmente nell’ambito del progetto LIFE 98 NAT/IT/5138, permettendo di conoscere in modo puntuale sia la consistenza della popolazione nidificante, la sua dislocazione, nonché il pattern di attività legato al comportamento spazio-temporale e di foraggiamento in genere indagato con mezzi telemetrici (vedi per questo Pollonara 1997-98; Pollonara et al. 2001).

La popolazione, soprattutto negli ultimi anni, mostra un’evidente tendenza all’incremento numerico (Figura 9) in parte imputabile al miglioramento delle metodiche di censimento ed in parte ad un soddisfacente stato di conservazione generale dell'ambiente fluviale.

Fig. 9 Numero di animali stimato nel territorio del Parco Fluviale Regionale del Taro mediante la conta diretta dei siti di nidificazione e/o delle coppie nidificanti e mediante il censimento al canto (da Giunchi et al., 2004). IC 95% =

intervallo di confidenza al 95%.

Negli anni 2002, 2003, 2004, l’accertamento della popolazione in periodo riproduttivo si è basata su metodiche di censimento al canto, piuttosto che sul diretto accertamento delle coppie e dei siti relativi di localizzazione, peraltro con un disturbo certamente più contenuto.

L'utilizzo di stazioni di ascolto per censire gli occhioni durante le ore crepuscolari e notturne tramite la metodica del conteggio in due fasce di distanza, testimonia da un lato la praticabilità del metodo e dall'altro la comparabilità dei risultati con quelli ottenuti tramite l'accertamento diretto della nidificazione. I dati raccolti da Pollonara e collaboratori permettono così di avere una continuità di monitoraggio nel periodo 2000-2004 certamente soddisfacente, per ben rappresentare i caratteri di dislocazione in periodo riproduttivo della specie nell’intero sito.

0 50 100 150 200 250 300

1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004

N. Occhioni (IC 95%)

Conteggio coppie nidificanti Censimento al canto

(11)

Fig. 10 Numero totale di animali censiti in ciascuna stazione nell’anno 2002 (da Giunchi et al., 2004).

(12)

Fig. 11 Numero totale di animali censiti in ciascuna stazione nell’anno 2003 (da Giunchi et al., 2004).

(13)

Fig. 12 Numero di animali censiti in ciascuna stazione nell’anno 2004 (da Giunchi et al., 2004).

Nonostante alcune difficoltà generali nella raccolta dei dati, la tecnica del radiotracking degli individui adulti nidificanti si è mostrata prodiga di informazioni sulle abitudini di questi uccelli (vedi figure 13 e 14).

(14)

Fig. 13 Localizzazioni (punti) e home range notturni calcolati con il metodo del Minimo Poligono Convesso (linee) e con il metodo di Kernel (K, aree) di un campione di animali marcati nel 2001. K-95% è indicata con il colore caratteristico dell’animale, K-50% è colorata in giallo, mentre K-75% assume un colore intermedio tra questi due

estremi (da Pollonara et al., 2001).

In generale, mentre durante le ore diurne gli individui mostrano di non allontanarsi in maniera consistente dal sito di cattura (area nido), nelle ore notturne si registrano spostamenti di oltre 3 km.

Nonostante questi picchi, buona parte dell'attività degli animali si concentra all'interno dell'alveo oppure nel terrazzi fluviali adiacenti (entro e fuori dei confini del sito).

(15)

Fig. 14 Localizzazioni e home range calcolati sul totale delle localizzazioni di un campione di animali marcati nel 2001.

Simboli come nella Fig. 13 (da Pollonara et al., 2001).

Le figure 15-18 mostrano la distribuzione dei siti di nidificazione di occhione (facendo riferimento solo alle prime covate) all’interno del Parco (escluso il tratto a monte di Giarola). I dati sono stati raccolti, tramite la tecnica del mappaggio, relativamente alle stagioni 2000 (44 nidi), 2001 (44 nidi), 2004 (34 nidi) e 2005 (36 nidi).

(16)

Fig. 15 Distribuzione dei siti di nidificazione di occhione all’interno

dei confini del Parco del Taro nell’anno 2000.

Fig. 16 Distribuzione dei siti di nidificazione di occhione all’interno

dei confini del Parco del Taro nell’anno 2001.

(17)

Fig. 17 Distribuzione dei siti di nidificazione di occhione all’interno

dei confini del Parco del Taro nell’anno 2004.

Fig. 18 Distribuzione dei siti di nidificazione di occhione all’interno dei confini del Parco

del Taro nell’anno 2005.

(18)

Tramite un’analisi di densità col metodo di kernel, è stato possibile stimare la densità dei siti di nidificazione dell’occhione nell’area interessata dai lavori di costruzione del ponte e nelle zone circostanti; sono stati presi in considerazione gli anni 2000-2005 (fig.19).

Fig. 19 Densità dei siti di nidificazione (2000-2005) stimata col metodo di kernel (sono messi in evidenza il tracciato del ponte e il guado esistente, in area degradata, 800 metri a monte di esso).

(19)

Fig. 20 Visualizzazione dell’opera (linea nera) e delle zone di buffer individuate (verde = 1500 m, rosso = 2000 m). I cerchi colorati rappresentano la localizzazione dei nidi di Occhione negli anni 2000, 2001, 2004 e 2005.

(20)

Sono stati creati due buffers a monte e a valle del tracciato del ponte (fig.20); il buffer a monte misura 2000 m, quello a valle ne misura 1500. Considerando i nidi 2000-2005, quelli che vi ricadono all’interno sono 48 (nel 2000 n = 8; nel 2001 n = 19; nel 2004 n = 11, nel 2005 n = 10).

Situazione nel 2006

Il 2006 può essere considerato un anno sperimentale per l’inizio della costruzione del tracciato del ponte.

Nella fig.21 è raffigurata la distribuzione di nidi di occhione (solo le prime covate) all’interno dei confini del Parco (sono stati eliminati i nidi a monte di Giarola). Sono presenti 50 nidi.

Fig. 21 Distribuzione dei siti di nidificazione di Occhione all’interno dei confini del Parco

del Taro nell’anno 2006.

(21)

Nella figura 22 sono stati messi a confronto i siti di nidificazione del 2006 con la densità di nidi del 2000-2005.

È stato tracciato l’asse centrale del ponte ed è stato disegnato un buffer diviso in 4 fasce bilaterali larghe 200 metri che decorrono parallele al tracciato del ponte, più una singola di 50 m centrata sull’asse di questo; sono stati evidenziati con diversi colori i nidi (2000-2006) ricadenti all’interno di ciascuna fascia (fig.23). Sono stati messi a confronto i suddetti nidi, differenziando quelli del 2000-2005 da quelli del 2006 (tab.7 e fig.24).

Fig. 22 Confronto tra i siti di nidificazione del 2006 e la densità dei nidi del 2000-2005.

(22)

Fig. 23 Buffer diviso in 4 fasce bilaterali larghe 200 metri che decorrono parallele al tracciato del ponte, più una singola di 50 m centrata sull’asse di questo; sono stati evidenziati con diversi colori i nidi (2000-2006) ricadenti all’interno di

ciascuna fascia.

Tab. 7 Numero di nidi presenti nelle diverse fasce, divisi per anno.

2000 2001 2004 2005 2006 Totale

complessivo

50 m 0 1 0 0 0 1

200 m 0 3 3 4 3 13

400 m 2 2 2 1 2 9

600 m 0 2 1 0 3 6

800 m 2 0 1 0 2 5

4 8 7 5 10 34

(23)

Fig. 24 Media del numero di nidi del periodo 2000-2005 confrontati con quelli del 2006. I nidi sono divisi nelle diverse fasce di distanza del buffer (le barre verticali rappresentano i massimi e i minimi).

0 1 2 3 4

50 200 400 600 800

metri

nidi .

2000-2005 2006

(24)

B. SUCCIACAPRE (Caprimulgus europaeus)

La specie è migratrice transahariana, estiva e nidificante in Italia. Nel territorio della provincia di Parma la popolazione nidificante è concentrata nelle aree golenali dei differenti affluenti del Po; per il Taro Ravasini (1994) segnala 20-25 coppie nidificanti che, nel 2001, attraverso una specifica indagine promossa dal Parco del Taro, risultava decisamente incrementata. In effetti, la presenza della specie è notevole e ripartita lungo tutto il territorio del sito.

Le Figure 25-29 riportano la distribuzione dei maschi in canto localizzati in detta indagine (Chierici

& Ferrari, inedito). In totale sono stati registrati 63 contatti che, sulla base della loro distribuzione e dei dati ottenuti nei conteggi ripetuti, sono stati attribuiti a 51 individui distinti; quindi, considerando le abitudini monogame della specie (si veda Cramp, 1985), il sito ospiterebbe un minimo di 51 coppie nidificanti. Nella figura 25 è messa in evidenza la distribuzione dei 51 individui stimati all’interno dell’area considerata.

Fig. 25 Distribuzione dei maschi di succiacapre in canto (azzurro), localizzati all’interno dei confini del Parco del Taro (linea rossa).

(25)

Fig. 26 Distribuzione dei maschi di succiacapre in canto, rilevati nel tratto compreso tra Ponte Taro e Madregolo.

Fig. 27 Distribuzione dei maschi di succiacapre in canto rilevati nel tratto compreso tra Madregolo e Medesano.

(26)

. Fig. 28 Distribuzione dei maschi di

succiacapre in canto rilevati nel tratto compreso tra Medesano e Ozzano.

Fig. 29 Distribuzione dei maschi di succiacapre in canto rilevati nel tratto compreso tra Felegara e Fornovo di Taro.

(27)

Il grafico di figura 30 riporta il numero di individui censiti nel 2000 e di quelli censiti nel 2001. Le quattro aree in cui è stato suddiviso il sito non sono uguali per estensione; si confrontano, quindi, esclusivamente i numeri di animali rilevati nei due monitoraggi mentre non si possono trarre conclusioni circa la densità degli individui presenti nelle diverse aree.

Coppie nidificanti

11 12 13 17 21 23 25 27 36

51

0 10 20 30 40 50 60

1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 2000 2001 anno

numero di coppie

Fig. 30 Numero di coppie di succiacapre censite nel Parco del Taro. I dati relativi al periodo 1986-1993 (in azzurro) sono stati tratti da Ravasini (1994).

Fig. 31 Numero di individui di succiacapre censiti negli anni 2000-2001 nelle 4 zone di cui alle figure 26-29.

Animali rilevati

0 2 4 6 8 10 12 14 16

da Ponte Taro

a Madregolo da Madregolo

a Medesano da Medesano

a Ozzano da Felegara a Fornovo Aree del Parco del Taro

Numero animali

Anno 2000 Anno 2001

(28)

Anche per il succiacapre, così come per l’occhione, sono stati creati i due buffer di 2000 m (a monte del tracciato del ponte) e di 1500 m (a valle del tracciato del ponte).

Dei 51 maschi in canto, censiti col metodo del censimento al canto nel 2001, ve ne ricadono all’interno 11 (fig.32).

Fig. 32 Localizzazione dell’opera (linea nera) e delle aree di buffer (vedi testo) relativamente al succiacapre. I simboli in giallo rappresentano le localizzazioni dei maschi in canto (2001).

(29)

3. NITTICORA (Nycticorax nycticorax) ed altri Ardeidi

La Nitticora è presente nel sito con popolazioni nidificanti molto localizzate, è infatti presente una garzaia attiva da alcuni decenni nell’area di Ozzano Taro, sottoposta ad un monitoraggio annuale ad opera del Parco F.R. del Taro (Salvarani & Toscani, inedito) ed oggetto di particolare attenzione; è stato acquistato il bosco, sede della garzaia, attraverso il progetto LIFE 98 NAT/IT/5138.

I dati di presenza delle coppie nidificanti sono riportati in tabella 8.

Tab. 8 Ardeidi nidificanti nella garzaia di Ozzano Taro.

SPECIE 1997 1998 1999 2000

Airone cenerino 3 11 20 36

Nitticora 67 65 70 77

Garzetta 21 30 28 15

Totali 91 106 118 128

Accanto alla colonia storica, nel 2000, si è avuta una nuova nidificazione di 4/5 coppie di Nitticora in un’area mai utilizzata in precedenza situata nell’invaso più a monte dei “Laghi di Medesano”; la nidificazione in quest’area è continuata a tutt’oggi. Si tratta di un isola coperta da un lembo di canneto dove sono presenti alcuni salici bianchi che sono stati utilizzati per l’apposizione dei nidi.

Tale isola è situata al centro di uno specchio di acqua di falda affiorante in un bacino di ex cava ormai definitivamente ripristinato.

La Nitticora tende ad utilizzare zone di foraggiamento sia esterne che interne al sito, localizzate in greto ma anche in laghetti come quello delle Chiesuole od in aree paludose (Ozzano, Riccò), spesso con significative concentrazioni di individui.

Il Tarabusino (Ixobrychus minutus) è presente nel Parco con 2-3 coppie nidificanti, lo status della popolazione non è tuttavia ancora ben conosciuto.

Nella tabella 8 sono riportati anche dati relativi ad Airone cenerino e Garzetta che hanno nel sito popolazioni nidificanti stabili.

(30)

4. STERNA COMUNE (Sterna hirundo)

La specie ha conosciuto nel sito una forte diminuzione delle coppie nidificanti a partire dalla metà degli anni ’90, come ben si evince dai dati della tabella 9 (Carini et al 2001, inedito), sebbene una inversione di tendenza nella dinamica della popolazione nidificante sia stata monitorata anche precedentemente, sin dal 1987, in accordo con i dati di Ravasini (1994,1995).

La presenza in greto di coppie nidificanti ha da sempre costituito un elemento ricorrente, con una popolazione che rappresentava la metà di quella dell’intera provincia di Parma, nonostante non mancassero nel suo territorio localizzazioni adatte per ciò che concerne gli habitat riproduttivi. La presenza costante di Sterna ha fatto si che questa specie sia stata scelta come simbolo del Parco Fluviale Regionale del Taro.

Tab. 9 Andamento della nidificazione di Sterna nel sito

ANNO COPPIE

NIDIFICANTI

1994 125

1995 145

1999 46

2000 48

2001 28/61

2002 18/30

2003 25

Tab. 10 Conteggio degli individui di sterna, adulti o involati, in Aprile/Luglio 2001 nelle tre colonie individuate nel sito (Salvarani & Toscani, inedito). (7* = individui probabilmente in spostamento, non appartenenti alla colonia).

Aprile 2001 Maggio 2001 Giugno 2001 Luglio 2001 Agosto 2001

Le Chiesuole 134 106 9 5 1

Fornovo Taro 5 - 7 2 0

Collecchiello 0 - 7+7* 3 -

(31)

La grande maggioranza delle coppie è oggi insediata in una cava ripristinata in località “ Le Chiesuole” gestita dal Parco F.R. del Taro che, con appositi fondi LIFE 98/NAT/IT/5138, ne ha incrementato le capacità ricettive con la costruzione di “isole galleggianti” artificiali che hanno conosciuto un buon successo (vedi la Figura 33 per la localizzazione). Il greto al momento costituisce un habitat di nidificazione assai marginale, con un numero di coppie che non supera. nel complesso del sito, le 10 unità; queste si sono localizzate in greto su barre longitudinali isolate, in località Collecchiello e nella parte più a monte del sito, intorno a Fornovo. La consistenza di tali colonie nel 2001 è riportata in Tabella 10.

Un consistente numero di coppie è invece da segnalare nelle strette adiacenze del sito, sempre in ex cave di ghiaia ripristinate a zona umida, poste in corrispondenza dei “Laghi di Medesano” subito oltre il tracciato dell’Autostrada della Cisa (Fig.34). Questa popolazione nidificante si è insediata del tutto recentemente (2003-2004) ed è in rapporto con la colonizzazione da parte di 4-5 coppie dei Laghi di Medesano anzidetti, all’interno del sito, in particolare nell’invaso più a valle, oggetto anche esso di posizionamento di isole artificiali per favorire la nidificazione.

Fig. 33 Foto aerea della cava ripristinata “Le Chiesuole”.

    

 

 

(32)

Fig. 34 Localizzazione rispetto all’opera dei laghi di Medesano e di Le Chiesuole.

5. FRATICELLO (Sterna albifrons)

La presenza come nidificante di questo migratore nel sito è considerata irregolare (Carini et al 2001) ed ha subito nell’ultimo decennio una contrazione, attentamente monitorata ad opera del Parco F.R. del Taro. La specie è sporadicamente presente in greto ed è stata osservata in periodo riproduttivo attorno alle Chiesuole ed ai laghi di Medesano, ma non in greto.

Le Chiesuole

Medesano

(33)

6. CALANDRELLA (Calandrella brachydactyla)

La specie è migratrice transahariana, estiva e nidificante in Italia, dove è presente da aprile a settembre. I ghiaieti del Taro rappresentano un habitat elettivo di sosta e nidificazione e la specie vi è stata segnalata con una popolazione nidificante pari a 41 coppie nel 1995 (Ravasini, inedito). Lo stesso autore (Ravasini, 1994) ne aveva monitorato una stabile presenza nel periodo 1982-93.

Nell’area parmense è stata rinvenuta nidificare solo su isole fluviali costituite da sabbie grossolane e ciottoli con vegetazione pioniera non fitta nei greti alluvionali dei torrenti Taro, Baganza, Parma ed Enza. La concentrazione maggiore è stata sempre appannaggio del Taro con percentuali intorno al 35% della popolazione della provincia.

Tuttavia, da un’indagine specifica condotta per conto del Parco R. del Taro nel 2001 (Chierici &

Ferrari, inedito), la specie non è stata più segnalata; anche le osservazioni incidentali si sono del tutto rarefatte ed attualmente la Calandrella sembra aver disertato l’area.

7. TOPINO (Riparia riparia)

Il topino è tra gli Irundinidi una specie che ha conosciuto da sempre nel sito una notevole concentrazione di colonie nidificanti (Baldaccini et al 1986; Mongini 1993; Carini et al 2001), presenti estesamente anche in siti artificiali come i frantoi di ghiaie o le cave stesse. Le colonie sono ben rappresentate anche fuori dal sito, lungo il Parma e lo Stirone, ed in genere sono una caratteristica delle sponde fluviali dell’intero bacino del Po.

La quantità di nidificanti è in stretta connessione con la disponibilità di siti idonei, rappresentati da pareti verticali di varia altezza generate dall’incisione della corrente in banchi sedimentari ovvero dalla loro creazione artificiale con scavi o sbancamenti in terreni sedimentari di adatta granulometria.

Nell’ultimo periodo (1999-2004) la popolazione nidificante ha subito un incremento grazie alla disponibilità di siti venutisi a creare in località Medesano, per uno sbancamento in zona adiacente ma fuori sito, aggiungendosi alla colonia di Madregolo, punto di forza storico all’interno del sito.

Sempre in localizzazioni artificiali come le cave ed i frantoi di inerti, altre due colonie sono in località Cava Folli e Copre 5.

In termini di consistenza assoluta, questa può essere stimata ben oltre i 3000 individui come si evince dalla Tabella11, riferita al 2001 (Salvarani & Toscani, inedito).

(34)

Tab. 11 Consistenza delle colonie di Topino nell’anno 2001 (vedi Fig.35)

COLONIE COPPIE NIDIFICANTI

Madregolo 3012

Copre5 261

Cava Folli 273

Medesano 100

8. RAPACI DIURNI E NOTTURNI

Sono regolarmente svernanti: l’Albanella reale (Circus cyaneus), il Falco pellegrino (Falco peregrinus), lo Smeriglio (Falco colombarius) e il Gufo di palude (Asio flammeus). Ogni anno vengono segnalati in migrazione diversi esemplari di Falco di palude (Circus aeruginosus), Falco pescatore (Pandion haeliaetus) e gruppi consistenti di Falco cuculo (Falco vespertinus).

Nel Parco nidifica una coppia di Nibbio bruno (Milvus migrans), specie di interesse conservazionistico inserita nella Lista Rossa degli Uccelli dell’Emilia Romagna (Gustin, Zanichelli

& Costa, 2000). Sono altresì presenti la Poiana (Buteo buteo), lo Sparviere (Accipiter nisus), il Lodolaio (Falco subbuteo) e il Gheppio (Falco tinnunculus).

9. ACQUATICI SVERNANTI

I dati degli uccelli acquatici svernanti provengono dalle conte di metà inverno coordinate a livello regionale e sono riportate relativamente al sito nella Tabella 12.

Nel 1999 sono stati segnalati 3 esemplari di Tarabuso (Botaurus stellaris) svernanti. Nel 2000 le ricognizioni compiute hanno dato solo un esemplare presente; questo deriva dal fatto che le aree frequentate negli scorsi anni, in riva sinistra presso le zone umide denominate Laghi di Medesano, sono state interessate da estesi fenomeni erosivi dovuti agli eventi di piena del 6 e del 16 ottobre 2000. In quelle circostanze sono andati persi importanti lembi di canneto che si è così ridotto ad una esigua fascia perimetrale. L’esemplare osservato nell’inverno del 2000-2001 infatti è sempre stato localizzato in un’altra area del parco, alle Chiesuole, un importante bacino di ex cava in fase di ultimazione del ripristino.

(35)

Tab. 12 Dati di svernamento degli uccelli acquatici nel sito.

SPECIE 1999 2000 2001

Airone bianco maggiore 5 49 90

Airone cenerino 28 86 81

Alzavola 84 307 208

Beccaccino 3 8 28

Chiurlo 0 0 5

Cigno reale 0 1 1

Cormorano 99 103 150

Folaga 10 17 61

Gabbiano comune 21 156 92

Gabbiano reale 4 100 11

Gallinella d'acqua 0 5 10

Garzetta 7 4 6

Germano reale 684 1126 685

Gru 0 1 1

Oca selvatica 0 0 3

Pantana 14 20 2

Pavoncella 39 54 608

Piro piro culbianco 1 6 0

Tarabuso 3 1 1

Moriglione 0 2 21

Svasso maggiore 1 0 5

Tuffetto 0 1 6

Volpoca 0 0 1

Il contingente degli Anatidi vede come specie più comune il Germano (Anas platyrhynchos), seguito dall’Alzavola (Anas crecca) e dal Moriglione (Aythya ferina). Sebbene con avvistamenti spesso puntiformi, sono stati regolarmente osservati diversi esemplari di specie importanti come la Moretta tabaccata (Aythya nyroca) e la Volpoca (Tadorna tadorna).

(36)

10. CORACIFORMI

Il Martin pescatore (Alcedo atthis) e il Gruccione (Merops apiaster) sono presenti con popolazioni nidificanti stabili nel sito. Il Gruccione nidifica spesso nei medesimi siti scelti dal Topino, come nella colonia di Medesano, mentre il Martin pescatore è più uniformemente diffuso entro il sito.

Per ciò che riguarda il Gruccione, una colonia di nidificazione stimata ad oltre 30 nidi è presente sulle sponde del greto all’altezza dell’invaso più a monte dei “Laghi di Medesano”.

Fig. 35 Siti di nidificazione di uccelli coloniali.

(37)

4.3 SPECIE VEGETALI ELENCATE NELLA DIRETTIVA “HABITAT”

(92/43/CEE)

Le conoscenze sul popolamento vegetale del sito sono di soddisfacente livello e si rimanda per questo a lavori specifici quali Biondi et al (1997), Tomaselli (1997), De Nuntiis& Winter (inedito), Mori & Bocchi (2001) e per una visione complessiva ad Antonioli (a cura di,1994).

All’art. 10 delle norme di attuazione del Parco del Taro, è riportato l’elenco di specie floristiche, particolarmente protette, secondo lo schema seguente:

- Myricaria germanica;

- Tipha laxmannii;

- Tipha minima;

- Coriaria myrtifolia;

- Cladium mariscus;

- Ciperus spp.;

- Centaurea aplolepa;

- Astragalus onobrychis.

Le suddette specie flogistiche, particolarmente protette, non risultano inserite nell’elenco delle specie vegetali d’interesse comunitario di cui all’Allegato II del DPR n. 357/97.

Il tratto del corso del Fiume Taro interessato dalle opere stradali di attraversamento comprende le seguenti formazioni:

1. Area golenale destra del Fiume Taro

Caratterizzata dalla presenza di aree forestali alquanto frammentate, a formare stretti lembi di bosco allungati parallelamente al fiume.

Nelle zone più lontane dal corso del Taro aumenta la presenza del Pioppo nero (Populus nigra) con la presenza di cenosi preforestali alto arbustive costituite da ciliegio (Prunus avium), nocciolo (Corylus avellana), all’interno delle quali spesso si diffonde la Robinia (Robinia pseudacacia).

Più prossima al corso del fiume si insedia la vegetazione delle ghiaie fluviali, dominate dal Meliloto bianco (Melilotus alba), Inula viscosa (Inula viscosa), Erba mazzolina (Dactylis glomerata), caratterizzata da formazioni erbacee non influenzate dall’attività antropica.

(38)

Le specie presenti sono in estrema sintesi:

Boschi idrofili riparali:

- Populus nigra - Populus alba ; - Salix alba ; - Alnus glutinosa.

- Prunus avium ; - Frangula alnus ; - Corylus avellana ; - Ostrya carpinifolia ; - Viburnum opulus

- Brachipodium sylvaticum ; - Eupatorium cannabinum;

- Solidago gigantea;

- Paritaria officinalis;

- Lythrum salicaria;

Ghiaie Fluviali:

- Melilotus alba;

- Festuca arundinacea;

- Anthemis tinctoria;

- Inula viscosa;

- Cynodon dactylon ; - Dactylis glomerata.

2. Letto fluviale del Fiume Taro

Caratterizzata da vegetazione erbacea discontinua e stagionale a prevalenza di Lappolone (Xanthium italicum), Poligono (Polygonum lapathifolium), Forbicina (Bidens tripartita), Cannuccia di palude (Phragmites australis), Scirpo di Tabernemontano (Schoenoplectus tabernaemontani), Zigolo dorato (Cyperus Flavescens), Lino d’acqua (Samolus valerandi) e Giunco annuale. (Juncus bufonius) ed altre specie accidentali terofitiche, con frammenti coperti dal Meliloto bianco (Melilotus alba), Pabbio comune (Setaria viridis), Ruchetta (Erica sativa).

(39)

3. Area golenale sinistra del Fiume Taro

Caratterizzata da ampio pascolo camefitico con intercalazioni sabbiose dominato da Assenzio maschio (Artemisia alba), Fumana comune (Fumana procumbens), Timo dentato (Thymus longicaulis), Barboncino (Bothriochloa ischaemon).

Nelle aree più vicine al corso del fiume su substrati ciottolosi, più frequentemente inondati si riscontrano formazioni pioniere di Cannella (Achnatherum calamagrostis) ed Epilobio (Epilobium donadei).

Nelle radure delle praterie interne si sviluppano nuclei di vegetazione terofitica con Bupleurum odontite (Bupleurum baldense), Paleo aristato (Brachypodium distachyum), Trifoglio soffocato (Trifolium scabrum), Erba medica minima (Medicago minima), Bambagia supina (Filago pyramidata), Callio sottile (Galium parisiense).

(40)

4.4 CONNETTIVITÁ ECOLOGICA

Il sito, per la sua stessa natura di sistema fluviale, rappresenta un’importante elemento di connessione ecologica tra la parte collinare-montana del territorio e quella planiziale, ma anche tra il versante tirrenico e padano dell’Appennino.

A livello floristico è senz’altro illuminante l’esempio della Coriaria (Coriaria myrtifolia), arbusto mediterraneo piuttosto diffuso in Liguria e penetrato nella Padania attraverso il corso del Taro e dei suoi affluenti per fluitazione dei semi. Le indagini ornitologiche sul contingente migratorio, fatte a vario titolo nell’area, confermano questa affermazione e le specifiche ricerche eseguite dall’allora Istituto di Zoologia dell’Università di Parma (Baldaccini et al. 1988) ,così come quelle più recenti condotte dal Parco F. R. del Taro (Carini et al. 2001) sull’avifauna migratrice, lo sottolineano ulteriormente.

Il sito, nella sua estensione territoriale, adempie al ruolo di connettore anche per altri taxa animali, sia vertebrati che invertebrati, specialmente con la sua continuità ecologica con l’asta del fiume Po e con tutto il sistema dei suoi affluenti, per le faune acquatiche, riparali, dei boschi umidi e naturalmente per i sistemi floristico-vegetazionali relativi (Ferrari & Vianello 2003).

In termini di rete ecologica, va sottolineata anche la stretta vicinanza con il Parco Regionale dei Boschi di Carrega, in un sistema di complementarietà conseguente alla diversificazione di habitat/ambienti presenti nei due siti.

Per quanto riguarda il sistema di migrazione ornitica della regione, si deve con attenzione considerare il fatto che gli uccelli possono sfruttare le aree protette del Parco Regionale di Montemarcello-Magra sul versante tirrenico che, come parco fluviale, largamente si approfonda nel corrispondente settore appenninico, venendosi a trovare in corrispondenza, sul versante padano, con la valle del Taro. In termini di connessione ecologica questo fatto viene a costituire un forte “valore aggiunto”, tenuto conto che gli uccelli, sia in volo prenuziale che postnuziale, tendono a privilegiare molto il sistema del Magra nei loro spostamenti, evitando così sistemi montani particolarmente ardui da scavalcare per la loro potenza di rilievo, come il sistema Apuano.

Un ulteriore importante elemento di connessione ecologica è rappresentato dal sistema dei corsi d’acqua minori, specialmente per la fauna e flora acquatiche del sito e del territorio circostante.

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