“Il ruolo delle città nell’organizzazione del territorio”
Università degli Studi di Macerata Facoltà di Scienze Politiche
C.d.L. interclasse
in “Discipline dell’Unione Europea, relazioni internazionali e cooperazione”
Geografia Politica ed Economica Prof. Carmelo Maria Porto
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Che cosa è una città?
• Come osserva Max Weber:
“si può tentare di definire la città in modo assai diverso. Tutte le città hanno in comune questo soltanto: che ciascuna è sempre un
insediamento circoscritto, almeno
relativamente: è una “borgata”, non una o più abitazioni isolate (…): essa è una grossa
“borgata” (1979).
… in altre parole …
• Le città sono luoghi della superficie terrestre, dov’è più evidente che lo spazio geografico è una realtà artificiale, cioè un “prodotto” delle società umane.
• L’uomo ha rielaborato l’ambiente naturale e lo ha organizzato in modo da trovare in esso
soddisfazione ai propri bisogni.
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La funzione della città
• La città è tale quando è in grado di organizzare il territorio circostante.
• Ogni città vive della sua relazione con una regione, da cui trae sostentamento e a cui offre beni e servizi, ma soprattutto verso cui esercita la propria capacità di direzione e controllo.
• Anche quando gli “spazi urbani” sono cresciuti disordinatamente, la loro funzione era quella di
generatore dell’organizzazione degli spazi terrestri.
La funzione della città
• Come un organismo biologico, la regione,
tanto più è complessa, tanto più ha bisogno di sviluppare al proprio interno un apparato
nervoso centrale che ne governi la crescita e il funzionamento: IL SISTEMA URBANO
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L’importanza di una città dipende dalle funzioni che
espleta. Per “funzioni urbane” intendiamo tutte “quelle attività esterne o basic ed interne o no basic che la città svolge.
ESEMPIO: Funzioni politiche, culturali, creative e innovative
Le funzioni della città hanno raggi di azione di diversa ampiezza territoriale
ESEMPIO: La funzione politico-amministrativa
LIVELLO
TERRITORIALE
AMBITO RAGGIO KM
Microregionale Vicinato,
quartiere, città
0,1-30
Regionale Provincia,
regione, insieme di regioni
30-150
Macroregionale Stato, insieme di
stati, continente, >20.000
LIVELLO
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Culturale Museo, università, teatro, biblioteca, mass media, editoria, festival, sagre…
Direzionale Comune, Provincia, Regione,
ambasciate, banche, assicurazioni, uffici R&D…
Produttiva Artigianato, PMI, grandi imprese, mercato del lavoro urbano…
Distributiva Trasporti, ferrovie, aeroporto,
commercio, mercati, servizi sanitari, turismo e tempo libero, palestre,
cinema…
TIPI
Funzioni locali ed esportatrici
• Gli scambi che la città ha al suo interno e con l’esterno non sono solo di tipo economico: oltre agli scambi regolati dal mercato vi sono scambi di idee, diffusioni di innovazioni e di valori culturali, flussi di persone alimentati da attività no profit.
• Le funzioni locali, il cui raggio d’azione non supera l’immediato intorno della città, servono a garantire il mantenimento e la riproduzione della città stessa.
• Le funzioni esportatrici, il cui raggio d’azione è almeno
regionale, sono il risultato della differenza tra ciò che la città importa per la produzione locale e quello che esporta. Se tale valore è positivo la città intrattiene relazioni di portata almeno
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Per comprendere il funzionamento dell’ “organismo complesso” che abbiamo definito “città” si possono
utilizzare alcuni modelli teorici
La localizzazione
delle funzioni
all’interno della
città in rapporto
alla rendita urbana
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Significati del modello:
• Ogni soggetto, a seconda degli usi del suolo che si propone (abitare, produrre, vendere beni e servizi ecc.) ricaverà, dai diversi luoghi della città, utilità diverse in relazione alla posizione di questi ultimi.
• Tali vantaggi di posizione vengono ricondotti ad un fattore generale di accessibilità: l’utilità che si può ricavare dall’uso di un luogo dipende dalla facilità con cui da detto luogo riesco ad accedere a tutti gli altri e viceversa.
Limiti del modello
• Si considera lo spazio urbano omogeneo e
isotropo (uguale facilità di spostamento in ogni direzione)
• Pertanto, l’accessibilità, e quindi l’utilità di
posizione, è funzione inversa della distanza dal centro.
• L’elevata semplificazione del modello non si presta ad un uso empirico.
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Il modello di Von Thünen
Teorie dello sviluppo urbano
L’articolazione della città in zone
funzionali ha dato luogo a diverse teorie che rappresentano valide varianti al
modello di Von Thünen nella descrizione delle realtà urbane.
La città comprende un centro degli affari, nella letteratura anglosassone CBD, caratterizzato da
ACCESSIBILITÀ e CENTRALITÀ
Il CBD (Central Business District) o Centro degli affari
• Alto valore del suolo;
• Grandi arterie;
• Edifici elevati;
• Vicinanza con il centro storico.
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Ernest Watson Burgess
(1886, Tilbury [Ontario]-1966, Chicago)
Modello a zone concentriche
di Burgess (1925)
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Modello dello sviluppo a settori
di Homer Hoyt (1939)
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Edward Louis Ullman (1912, Chicago-1976)
Modello a nuclei multipli di Harris e Ullman (1945)
Chauncy Dennison Harris
(1914, Logan [Utah]-2003, Chicago)
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Per stabilire l’importanza di una città, il ruolo che essa svolge alle diverse scale geografiche di analisi il criterio funzionalistico è il più attendibile.
ESEMPIO: Bombay e Zurigo
L’analisi funzionale, quindi, permette di stabilire i rapporti che una città intrattiene con il suo
immediato intorno e con il resto del mondo
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La regola rango dimensione
P n =P 1 /n
di Walter Christaller (1933)
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Le località centrali Le località centrali
• Christaller, applicando alle reti di città le
“leggi dell’economia” mutuate dalla teoria neoclassica dell’equilibrio del mercato in condizioni di concorrenza perfetta costruì il modello delle “località centrali”.
• Egli credette di avere scoperto le leggi che
regolano il rapporto tra dimensione, numero e distribuzione geografica delle città a partire da una definizione economico-funzionale.
Le località centrali Le località centrali
• Le località centrali sono centri che “servono”
un territorio circostante più o meno vasto,
rifornendo gli abitanti di esso di beni e servizi centrali (più o meno rari).
• Il territorio servito da un luogo centrale e detto regione complementare.
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Le località centrali Le località centrali
Ogni centro urbano ha dunque un certo campo d’azione economico
criterio della sua centralità
La centralità La centralità
È essenziale per lo sviluppo sia delle località centrali sia delle aree
da esse servite
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Domanda Domanda
Quali regole determinano la disposizione delle località
urbane nel territorio?
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Obiettivo del modello Obiettivo del modello
Mostrare come e dove le località centrali sono distribuite nella gerarchia urbana
dal punto di vista spaziale e funzionale
W. Christaller, Die zentralen Orte in Süddeutschland, 1933
Regione considerata pianeggiante e priva di barriere fisiche;
stessa fertilità dei suoli;
distribuzione della popolazione e del potere di acquisto omogenea;
rete dei trasporti uniforme, con
collegamenti diretti tra gli insediamenti;
Ipotesi di partenza
Ipotesi di partenza
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Raggio d’azione per la vendita di beni e servizi prodotti in città uguale in tutte le direzioni
Ipotesi di partenza Ipotesi di partenza
W. Christaller, The Central Places in Southern Germany, 1933
Categorie di servizi
1. Servizi comuni (bar, posta, scuola dell’obbligo…);
2. Servizi di livello medio (abbigliamento specializzato, agenzie di viaggio…);
3. Servizi rari (ospedali con reparti specialistici, Università…).
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Concetto di soglia
• Il rapporto spaziale tra domanda e offerta di beni e servizi centrali si fonda sui due concetti di soglia e portata.
• La soglia di un bene o servizio è la quantità minima delle vendite al disotto della quale un esercizio commerciale non è in grado di
fornire tale bene o servizio (es. se ad un
panettiere bastano 100 clienti abituali perché la sua attività dia profitto, ad una gioielleria ne servono alcune migliaia).
Concetto di Portata
La portata di un bene o servizio centrale è il raggio dell’area di mercato di quel bene o servizio centrale. Essa ha un limite inferiore che coincide con la soglia e un limite superiore che è
dato dalla distanza al di là del quale la località non può fornire beni o servizi a causa della distanza.
La portata è dunque:
1. (per il consumatore) la distanza massima che si è disposti a percorrere per accedere ai beni o servizi offerti dalla località centrale;
2. (per il fornitore) il raggio massimo dell’area di mercato entro
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Servizio comune = soglia bassa.
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Servizio raro = soglia alta
= AREA NON SERVITA
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W. Christaller, The Central Places in Southern Germany, 1933
= AREA NON CONFORME A CONDIZIONI DI MONOPOLIO
Non vi sono sovrapposizioni o vuoti: è il caso ideale
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W. Christaller, The Central Places in Southern Germany, 1933
Christaller individuò sette ordini o livelli gerarchici
Dal centro di mercato (area di influenza 45 Km
2)
Alla capitale regionale
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Configurazioni e gerarchie delle località centrali con diversi coefficienti di diramazione K