• Non ci sono risultati.

5.1 Il rapporto fra Madison e i suoi genitori: vita e morte. 5. DAMNED.

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "5.1 Il rapporto fra Madison e i suoi genitori: vita e morte. 5. DAMNED."

Copied!
23
0
0

Testo completo

(1)

5.

DAMNED.

5.1 Il rapporto fra Madison e i suoi genitori: vita e morte.

Madison Spencer è la protagonista dell’ultimo romanzo di Chuck Palahniuk, uscito nel 2011; è una bambina di tredici anni che ci racconta la sua storia nel regno dei vivi e nel regno dei morti. Nel presente narrativo la bambina si trova all’inferno e inizia a raccontare di se stessa, della sua famiglia, e dei suoi personali concetti di vita e morte.

The closest way I can describe death is to compare it to when my mom boots up her notebook computer and hacks into the surveillance system of our house in Mazatlan or Banff1.

Per Madison la morte è il modo in cui sua madre decide di vivere, per la piccola Madison la morte non è la sua non-vita all’inferno, ma il modo in cui sua madre conduce la sua esistenza. Madison è contornata dal significato della morte: è all’inferno, ma nonostante questo, vede nella scelta di sua madre di gestire tutto a distanza di un click, la più appropriata descrizione della morte.

Madison è figlia di una star del cinema e di un miliardario, genitori tutt’altro che modello. Madison li ama da morta e li detestava da viva, questo è quello che si percepisce dalla sua narrazione aggressiva e rabbiosa. Parla della madre come di una donna che le ha sempre fatto mancare la sua presenza, una donna che la controllava in absentia. Così come era in grado, premendo un codice sulla tastiera del computer, di accendere i termosifoni, chiudere porte, annaffiare le piante e spegnere le televisioni nelle numerose ville dall’altra parte del mondo, sua madre

(2)

poteva badare alla piccola Madison elettronicamente, piuttosto che fisicamente.

La bambina descrive l’inferno come un luogo tutt’altro che pittoresco (Dante era stato troppo poco realista): c’è sempre qualcuno che grida, l’odore è nauseabondo e i dannati sono costretti a guardare The English

patient2 senza tregua. L’inferno è una prigione, ogni dannato vive in una

cella singola dove ha un letto e una immensa quantità di muffa. L’inferno, tuttavia, diventa sempre meno pauroso e tenebroso man mano che il libro prosegue, poiché l’adolescente affronta un percorso interiore di crescita, pertanto ad una Madison più ambientata, disinibita e scaltra, quel luogo si rivela essere molto meno ostile e molto più terreno: «More and more I see that Hell isn’t so much a punitive conflagration as it is the natural result of aeons of deferred maintenance. Frankly put: Hell amounts to nothing more than a marginal neighborhood allowed to deteriorate to the extreme3». Il primo dannato che ci presenta è la sua vicina di cella, una ragazza di qualche anno più grande di lei, con false Manolo Blahnik che l’occhio critico di Madison stenta a perdonare. Il motivo per cui una bambina di dieci anni si trovi all’inferno, piuttosto che in paradiso, è già reso noto nel secondo capitolo: Madison ha fumato marijuana. In realtà con l’avanzare della narrazione, il lettore scoprirà che la marijuana non è l’unica infrazione commessa in vita. In maniera sottile la bambina muove la prima accusa verso i genitori:

And it was my parents who told me to act out, a little, and experiment with recreational drugs.

2 The English Patient è uno dei film più premiati della storia. Uscì nelle sale cinematografiche nel 1996, si tratta di un film di genere drammatico diretto da Anthony Minghella e tratto dall'omonimo romanzo dello scrittore canadese Michael Ondaatje.

(3)

No, it’s not fair, but I guess the worst thing they taught me was to hope. If you just planted trees and collected litter, they said, then life would turn out okay. All you had to do was compost your wet garbage and cover your house roof with solar cells and you’d have nothing to worry about. Renewable wind energy. Biodiesel. Whales. That’s what my parents considered our spiritual salvation4.

Sono stati mamma e papà a incastrarla all’inferno, loro che la hanno convinta a fare uso di “droghe ricreative”, loro che le consigliavano lo Xanax, che a Natale le regalavano palline di hashish e che per il suo dodicesimo compleanno le regalarono Vicodin, Darvon, Percodan, boccette di popper, francobolli all’LSD, barbiturici assortiti. Madison ci descrive i suoi genitori come una coppia di ex hippie, ex rasta, ex anarchici e, come spesso accade, attuali ricchi, ecologisti, filantropi. I genitori di Madison sembrano aver vissuto due vite contrapposte, tuttavia sopravvive un anello di congiunzione fra Woodstock e il tempo in cui si aggiravano nudi nel Vermont, e l’attuale poltroncina per le sfilate di moda e per la notte degli Oscar: sua mamma e suo papà sono tuttora ben disposti alle droghe «In retrospect my parents were always pushing me to expand my consciousness by huffing glue or gasoline or chewing peyote buttons5».

5.2 Adolescenti hippie che diventano genitori yuppie.

Prima di procedere con l’analisi del romanzo, mi sembra opportuno spendere qualche parola al riguardo delle comuni in Nord America. Negli anni ‘60/’70 migliaia di ragazzi provenienti dai ceti borghesi rifiutarono lo stile di vita della cultura dominante a favore di una vita in comunità. In quegli anni centinaia di comuni hippie si sono formate negli Stati Uniti, soprattutto in California e in Oregon. Le comuni hippie condividevano

4 D p. 19,20.

(4)

l’odio per la violenza, una fede nel misticismo, l’uso e abuso di droghe psichedeliche. Alcune comuni incoraggiavano la sperimentazione sessuale: matrimoni di gruppo, promiscuità sessuale.

Antonio e Camille Spencer, i genitori di Madison, sono personaggi che rispecchiano a dovere lo stereotipo di genitore ex-hippie: «[...] they’d done their time, wasted their teen years lolling in the muddy fields of Vermont and the salt flats of Nevada, naked except for rainbow face paints and a thick coating of sweaty filth, their heads festooned with fifty pounds of fetid dreadlocks, teeming with crab lice and pretending to find enlightenment… that does NOT mean I have to make that same mistake6». I genitori di Madison incarnano perfettamente l’hippie medio californiano: colui che non aveva vergogna di girare nudo coi suoi compagni per le vallate del Vermont, di praticare l’amore libero facendo uso di droghe “ricreative” che stimolassero, tramite trip mentali, la disapprovazione delle convenzionalità e del tradizionale modo di vivere e di vedere l’ordine sociale, tramite trip che facilitassero l’emergere di nuovi e sperimentali stili di vita.

Gli hippie nelle loro comuni professavano la religione dell’amore assoluto, credevano nell’uguaglianza e “combattevano” la violenza. Questo, col passare degli anni, non è cambiato. Ciò che ha subito un radicale cambiamento è come questo ideale viene espresso. Gli hippie degli anni ’70 sono adesso genitori di adolescenti (come nel caso di

Damned), sono persone adulte. Hanno fatto molti sacrifici per vedere le

proprie famiglie felici, regnare nell’amore più sereno. Oggigiorno sono i capi o i supervisori, o i manager o i dirigenti di aziende importanti, aziende che un tempo avrebbero contestato, perchè capitaliste. Ad ogni modo, non si può dire che non apportino un po’ di vena hippie nel loro ambiente

6

(5)

di lavoro, nella loro vita familiare, nel loro modo di educazione dei figli: gli ex-hippie sono eco-friendly, ed è questa condotta di vita a ricollegarli, nonostante le discrepanze e le contraddizioni insite, alla loro generazione hippie. Adesso, quel che resta del loro passato, è un amore spropositato per l’ambiente e una forte dedizione alla salvaguardia dell’ecosistema, tutto ciò fa parte di un progetto molto più moderno dello hippismo: questo nuovo stile di vita è chiuso in un ufficio, con spazi puliti, cravatte, blocchi notes, sottoposti e piantine sulle scrivanie. La crescita li ha portati a diventare ciò che di più diverso potesse esistere: così come i ragazzi diventano genitori, gli hippie si sono evoluti, sono cambiati, sono cresciuti, sono yuppie (Young Urban Professional).

Gli ex-hippie hanno trovato il loro spazio nel mondo capitalista, rassegnandosi ad un sistema economico che avevano combattuto senza nessuna rivincita. Sono manager che si sono ritagliati il proprio posto nella società moderna, hanno un lavoro d’ufficio e uno stipendio che li piazza nella classe medio-alta. Il termine yuppie è emerso negli anni ’80, e col passare del tempo ha condensato in sé etichette, atteggiamenti che si sono cristallizzati in questo stereotipo. Lo yuppie è un uomo più conservatore dell’hippie (in realtà come ho precedentemente detto, molti yuppie erano stati hippie una quindicina di anni prima), lavora duramente, sostiene il Partito Repubblicano, crede fermamente nei beni materiali (specialmente oggetti alla moda, che mostrino il loro costo piuttosto che il buongusto o l’eleganza) rigorosamente in rispetto con l’ambiente circostante.

My dad isn’t here in the car. He stayed back to supervise work on our jet. Whether this is a joke, I won’t even venture a guess, but my dad is redesigning our Learjet to feature an interior crafted of organic brick and hand-hewn pegged

(6)

beams, with knotty pine floors. All of it sustainably grown by the Amish. Yeah— installed in a jet. To cover the floors, he hoisted all my mom’s last-season Versace and Dolce on some Tibetan rag-rug braiders and he’s called this “recycling.” We’ll have a jet outfitted with faux wood-burning fireplaces and antler chandeliers. Macrame plant hangers. Of course, all the brick and wood is just veneer; but trying to take off, the plane will still consume somewhere around the entire daily output of dinosaur juice pumped by Kuwait7.

Nel giorno del compleanno di sua figlia, Antonio Spencer si preoccupa di rendere ecosostenibile un jet privato dal costo inestimabile, mentre la moglie, Camille, è impegnata a consegnare un premio durante una cerimonia televisiva. L’ultimo compleanno della piccola Madison slitta nelle priorità di due genitori più attenti alla resa mediatica che all’educazione e all’affetto familiare. L’autore porta all’esasperazione l’arrivismo di una coppia di ex-hippie che, sull’onda del successo, ha dimenticato i vecchi ideali di amore, pace e uguaglianza.

5.3 I genitori come voci fuori campo.

La voce fuori campo dei genitori di Madison echeggia nel romanzo molto frequentemente: Chuck Palahniuk ci vuol far leggere fra le righe di queste voci parentali che i consigli di Camille ed Antonio accompagnano la figlia nel regno dei morti. Madison, sebbene si presenti come una ragazza indipendente, autonoma e molto forte, sembra aver bisogno della voce dei suoi genitori per dare un senso a ciò che fa. Riflette sui suggerimenti che i genitori le avevano dato in vita, ne fa tesoro e snocciola questi cliché, arricchendo la narrazione di diversi punti di vista. Queste voci che si mescolano a quella di Madison aumentano l’ironia del romanzo. I genitori

7

(7)

non dicono mai cose importanti per la crescita della figlia, ma sono piuttosto luoghi comuni che chiunque potrebbe dirle: anche uno sconosciuto.

If you asked my mom, she’d say, “Maddy, life isn’t a popularity contest.” Well, in rebuttal, I’d tell her that neither is death8.

Che la vita non sia una gara di popolarità lo direbbe qualsiasi essere umano, in fin dei conti che i soldi non fanno la felicità non è altro che un luogo comune come quello appena citato. Nel caso specifico, il passo risulta ironico, quasi comico, se pensiamo che Camille Spencer è forse la persona meno adatta a dire una cosa del genere: vive delle luci della ribalta, per lei la morte non è altro che l’invecchiamento, il viso che si copre di rughe, per lei la felicità è lo scatto perfetto sulla copertina di Vanity Fair. Forse la vita non è popolarità per tantissime persone, fra cui Madison, ma di certo lo è per sua madre.

In un’altra occasione cita i suoi genitori nel momento in cui le davano massime sull’argomento più generico, più comune e quindi più grossolano che esista: gli stereotipi fra uomo e donna, in particolare le accuse delle donne agli uomini e viceversa.

In his own unhelpful way, my father would tell you, “A women eats to feed her pussy” Meaning: Anything we do to excess is in compensation for not getting a minimum amount of sexual gratification.

My mother would say that men overimbibe alcohol because their penises are thirsty.

8 D p. 184.

(8)

Really, being the offspring of hippie, Rasta, punk, former-anarchist parents means that I’m bombarded by no end of earthy truisms9.

Il genere di cose che suo padre è solito dire, è da subito presentato come una miriade di inutilità da manuale, e in effetti non sembra deluderla neanche con questa considerazione sulle donne. La madre è perfettamente capace di rispondere a tono alle stupide ovvietà che il marito sputa fuori, mentre il profilo che si delinea della ragazzina agli occhi dei lettori, ce la presenta come una ragazza intelligente, colta e tutt’altro che superficiale. Paradossalmente, l’assenza di due genitori così frivoli, ha cresciuto una bambina più responsabile e profonda di loro.

Talvolta riportare ciò che i genitori le direbbero o le avrebbero detto, serve a Madison per prendere delle decisioni:

My dad would tell you, “If you don’t know what comes next, take a good long look at what came before.” Meaning: If you allow it, your past tends to dictate your future. Meaning: It’s time I retrace my footsteps. With that in mind, I abandon my job at the telemarketing phone bank and set off on foot, carrying my new high heels, wearing my trusty, durable loafers10.

Altre volte invece Madison si aiuta con le parole dei suoi genitori per dare un senso a ciò che la circonda, o a ciò che è, alla sua identità:

My dad would tell you, “Every audience gets the performance it expects.” Meaning: If I’d been a more appreciative child, maybe they’d have seemed like better parents11. 9 D p. 73, 74. 10 D p. 175. 11

(9)

Madison si sente una bambina poco riconoscente, e per questo non in grado di vedere il bene in sua mamma e in suo papà; se fosse stata più ben disposta verso loro due, forse anche loro le sarebbero sembrati migliori. Per Madison sembra essere tutta una questione di approccio: ponersi bene, per vedere bene. Purtroppo però la vita accanto ai suoi genitori è finita, e meno che mai adesso può vederli come due persone “migliori”.

5.4 Goran: “Maybe that’s what I love most about him—that he’s so much NOT like my parents”12.

Il rapporto di Madison coi genitori è molto particolare: a volte le mancano, a volte li critica, altre li odia. Il rapporto più sincero e forte sembra averlo con Goran, uno dei fratelli che i genitori hanno adottato, salvandolo da un’infanzia negata in un paese di some war-torn,

former-socialist hamlet13. Goran è più grande di Madison, e lei se ne invaghisce da

subito: paragona la sua freddezza d’animo a quella di Heathcliff in

Wuthering heights14, e ammira il modo in cui il ragazzo riesce a vivere

senza aver bisogno d’amore. I genitori di Madison credono che adottare bambini bisognosi dia loro quell’importante esposizione mediatica che li farà spopolare sulle copertine delle più importanti riviste mondiali. Il tacito patto che stipulano con l’adottato, è che questi possa vivere a loro spese, volendolo più di ogni altra cosa al mondo, e dimostrando, al mondo stesso, il più platealmente possibile, questa eterna riconoscenza.

12 D p. 121.

13 D p. 57.

14 Unico romanzo di Emily Brontë, pubblicato per la prima volta nel 1847 dalla casa

editrice Thomas Cautley Newby. Heathcliff è un personaggio del romanzo, modello mascolino che incarna i valori e i sentimenti del romanticismo inglese: è l’eroe romantico per eccellenza, torturato dalle passioni dell’anima. Il romanzo Damned è colmo di riferimenti letterari, più avanti vedremo come anche Jane Eyre, romanzo più famoso della sorella Charlotte Brontë, troverà il suo spazio nel romanzo postmoderno.

(10)

From his very first photo op Goran was a letdown. He wouldn’t weep tears of happiness for the cameras, nor would he refer to his new guardians as anything more endearing than “the Mister and Missus Spencer”15.

To understand my panting pursuit of Goran, he of the plush lips and frigid glare, you need to know my first baby picture appeared on the cover of People magazine. Personally, I’ve never served as a satisfactory mirror for my parents’ success because luxuries were a given. From my birth, the world was already rendered deferential. At best I served as a souvenir—like drugs or grunge music—of my parents’ long-gone younger selves. The adopted children were supposed to affirm my mom and dad’s hard work and resulting rewards. You pluck some famished skeleton out of an Ethiopian dirt hole, hustle him aboard a Gulfstream, and serve him a selection of free-range Havarti baked in gluten-free, whole-grain tart shells, and it’s way more likely that kid will bother to say thank-you. Here’s some kid who had a life expectancy of around zero—the drooling vultures already circling overhead—and, no duh, he’s going to get all excited about a dumb weekend house party with Babs Streisand in East Hampton16.

Goran fu una delusione perchè non mostrò mai gratitudine, non nel senso che la coppia si sarebbe aspettata. Se ogni figlio adottato è una trovata economica per finire in prima pagina, con Goran la pubblicità di cui beneficiarono fu ben poca, e imbarazzante. Goran si dimostrò da subito incapace di amare e, ancora peggio per Camille e Antonio, mal disposto a riceverne. Quest’assenza di bisogno d’amore attrae la piccola Madison, e la fa innamorare di lui: è come se una persona così diversa da lei non potesse che essere la sua anima gemella. Madison che è sempre corsa dietro al bene che i suoi non le hanno mai dato gratuitamente, vede in

15 D p. 99.

(11)

Goran il suo ragazzo ideale: perchè completamente disinteressato al mutuo scambio d’affetto.

No, whether he’s alone or observed by millions, whether he’s loved or loathed, Goran would be the same person. Maybe that’s what I love most about him—that he’s so much NOT like my parents. Or like anyone I know.

Goran absolutely, positively does NOT need love17.

5.5 Inferno nel regno dei morti ed inferno sulla terra.

Nel regno dei morti Madison incontra demoni e compie il suo percorso con i suoi nuovi amici: Leonard, Patterson, Archer e Babette. La svolta narrativa avviene quando la ragazzina scopre che agli inferi hanno perso la documentazione relativa al suo caso di decesso e di colpe. Si reca al Quartier Generale dell’inferno per far ricorso: è qui che un demone la sottopone alla macchina della verità, per testare la sua condotta terrena. Con una pungente ironia, Madison si trova a dover scegliere fra il paradiso o i suoi genitori: dir la verità sulle sue scelte e sui suoi valori vorrebbe dire assicurarsi l’inferno, perchè Dio sembra essere un paradosso: «The paradox: Is God a racist, homophobic, anti-Semitic ass? Or is God testing to see if I am?». Di fronte a tutte quelle domande incalzanti, Madison capisce che con un Dio così interessato a sapere il parere di una persona circa l’aborto, le cellule staminali, lo stato d’Israele, l’omosessualità e via dicendo, forse l’unico modo per guadagnarsi il paradiso può essere tradire i valori dei suoi genitori:

In my pockets, now, it hurts to keep my fingers crossed, but all I can do is just sit here, betraying my parents, betraying my gender and politics, betraying

17 D p. 121.

(12)

myself to tell some bored demon what I hope is the perfect mix of blah, blah, blah. If anybody should spend eternity in Hell, it’s me18.

Quando Madison riceve il risultato del test, la prima cosa che le passa per la mente è che l’eternità la trascorrerà lontana dai suoi genitori: si è guadagnata il paradiso, ma probabilmente mamma e papà non riusciranno a conquistarselo. Queste sono le vicende che si profilano nel presente narrativo, e sono alternate da capitoli in cui la ragazzina ci racconta cosa accadde realmente la notte in cui la ritrovarono morta, la notte del suo tredicesimo compleanno, la notte degli Oscar. L’overdose di marijuana non è la causa del decesso, in realtà Madison, sotto effetto della suddetta droga, ha provato con Goran il gioco del bacio francese, gioco che le insegnarono ragazzine poco raccomandabili nel collegio in Svizzera. Il bacio in questione è un bacio di vita, che fa risorgere una “Biancaneve” morente: in altre parole, il soggetto-vittima viene sottoposto ad asfissia tramite un’impiccagione, e il soggetto che dà il bacio deve, con quel bacio che è una sorta di respirazione bocca a bocca donare la vita. Si tratta di un gioco pericoloso, impostole dalle compagne del collegio, per confermare la loro schiacciante superiorità su un essere debole come Madison:

The third girl gently lifted the eyeglasses from my face, folded them shut, and held them as she seated herself on the bed near my feet. The two flanking me each took one end of the cloth belt which was knotted loosely about my neck. The third instructed them to pull.

May this episode demonstrate the hazards inherent in being the offspring of former-hippie, former-Rasta, former-punk rock parents. Even as the belt constricted more snugly, restricting my breathing, collapsing not only my air

18

(13)

supply but also the flow of blood to my precious brain, as all of this occurred I made no vehement protest19.

Quali sono i rischi insiti dell’esser nati figli di genitori ex-hippie, ex-rasta, ex-punkrocker? Morire? Cedere? Non sapersi ribellare? Madison sembra suggerirci che l’educazione che una tale coppia può fornire ad un figlio, sarà sempre lacunosa, rischiosa e dannosa: genitori dai suddetti ideali e valori crescono un figlio incerto, indeterminato, sottomesso, debole, e privo di eroismo. Madison si fa sottomettere dalle tre stupide ragazzine, e vorrà ripetere lo stesso gioco con Goran la notte del suo tredicesimo compleanno, nella notte in cui sua madre è in televisione a presentare gli Oscar e dimentica l’età esatta della figlia, facendole gli auguri durante la diretta televisiva «As the applause fades to quiet, my serene, lovely mother, smiling and enigmatic, says, “Before presenting this year’s Oscar for best feature film...” She says, “I’d like to wish my dear, sweet daughter, Madison, a happy eighth birthday...”. As of today, the truth is—I’m thirteen20». Dopodichè stringe la striscia di preservativi lungo il suo collo, e si asfissia in attesa del bacio, che non arriverà, di Goran. Tutto accade mentre la madre dà prova, davanti al mondo dello spettacolo, di non sapere neanche quanti anni abbia la figlia: perchè per Camille la crescita è la morte. La crescita è vecchiaia, sono rughe a trasformare i visi, gli anni che passano sono il segno che la bellezza non è eterna, ma svanisce di compleanno in compleanno. La donna giustifica il suo bisogno di lifting, pulizie del viso e restauri facciali in genere, dicendo alla stampa che è il suo

19 D p. 141, 142.

(14)

modo di dar lavoro agli immigrati: le truccatrici sono donne che sfamano i loro figli grazie ai punti neri di donne come lei21.

In case you have yet to notice, my parents do nothing in moderation. On one hand, they mourn the fact that Goran spent his babyhood alone and untouched. While on the other hand they never cease touching me, hugging and kissing me, especially when the paparazzi are around. My mother limits my wardrobe to pink and yellow. My shoes are either cute Capezio ballet flats or Mary Janes. The only makeup I own is forty different shades of pink lipstick. You see, neither of my parents wants me to appear any older than seven or eight. Officially, I’ve been in the second grade for years.

When my baby teeth began to fall out, they went so far as to suggest I wear a set of the painful primary-teeth dentures that Twentieth Century Fox forced into little Shirley Temple’s adolescent mouth. In times like these, being kneaded, probed, and polished by a team of beauty experts, I wished I had also been raised, untouched, in an Iron Curtain orphanage.

This year, the Academy Awards fell smack-dab on my thirteenth birthday22.

La crescita sembra proprio una cosa inaccettabile, un taboo nel mondo dell’eterna giovinezza, dell’apparenza, della bella presenza in una copertina. Camille e Antonio non vogliono accettare né il passare dei loro anni, né quello della figlia: Madison bambina infiocchettata e imbellettata riscuote sicuramente più successo, che non una Madison nella fase ribelle dell’adolescenza. Ogni gesto compiuto dai genitori, ogni decisione presa, ogni scelta fatta è una trovata di marketing: se danno affetto alla piccola è perchè dintorno ci sono telecamere pronte a immortalare l’attimo. Perfino

21 “As my mom sees it, her dry, flaky skin is some immigrant’s vocational opportunity. Plus, hurting her offers immigrants a nifty cathartic therapy for venting their rage. Her chapped lips and split ends constitute someone’s rungs up the socioeconomic ladder to escape poverty”.

(15)

l’affetto, nel loro mondo, si sottopone all’economia di mercato: le carezze sono concesse davanti al pubblico poichè non mirano al bene supremo dell’amore, ma a quello, meno supremo, della popolarità. La sfera privata non esiste in famiglie di questo tipo:

While technicians blast her upper lip with lasers, my mom says, “Isn’t this fun, Maddy? Just us two, together...” Whenever fewer than fourteen people are clutching at us, my mother considers that to be private mother-daughter “alone time”23.

Madison rinfaccia alla madre di non esser mai stata sola con lei, di averla cresciuta in un mondo di plastica e show televisivi, dove con “intimità” s’intende come minimo quattordici persone fra truccatrici, fotografi e giornalisti.

Nella notte in cui Madison passa dal regno dei vivi a quello dei morti, come già anticipato, Antonio e Camille sono impegnati altrove; la notizia del decesso li richiama all’ordine, nel loro ruolo di genitori. Con un’avvelenata accusa al padre, la ragazzina lo descrive come circondato da modelle bionde dal fisico mozzafiato, intento a recitare la sua parte di genitore affranto e disperato, nel bel mezzo di uno weepy media circus24. Così come la nascita di Madison era stata, prima di ogni altra cosa, una redditizia foto sulla copertina di People, anche la morte della ragazzina è una strategia per mettere in moto il circuito del gossip, del chiacchiericcio, delle riviste, per essere al centro dell’attenzione:

To both my parents, the world is a battle for attention, a war to be heard. Perhaps that’s what I admire about Goran: his distinct lack of hustle. Goran’s the only person I know who’s not negotiating a six-picture deal with Paramount25.

23

D p. 121.

24 D p. 169. 25 D p. 120.

(16)

5.6 La morte come una seconda chance per scegliersi una nuova identità.

All’inferno che si ricongiunge col fratellastro, Goran, morto in carcere per percosse e condannato a vivere nel mondo dei dannati per aver ucciso Madison Spencer. Rivedere il suo amato, la fa ripensare all’ultima notte in vita, e alla più veritiera causa di morte: la sua stupidità. Rispetto agli altri romanzi di Chuck Palahniuk, Damned risulta essere quello con meno colpi di scena: nell’intreccio non succedono cose straordinarie, ma è incentrato sul cammino della giovane Madison, l’ennesimo personaggio in ricerca di un’identità smarrita. La speranza e l’identità sono i due concetti di cui gli umani hanno più difficoltà a sbarazzarsi una volta morti. Rivivendo tramite la narrazione l’esperienza di morte, Madison si rende conto che il suo agire così stupidamente l’ha uccisa, e che di conseguenza non è la ragazza intelligente che ha sempre creduto di essere. I suoi tratti distintivi erano sempre stati l’intelligenza, la furbizia, la perspicacia, e con quella morte così stupida e ridicola, Madison ha sfidato il suo acume, perdendo e morendo da bambina stolta e immatura, quale non è mai stata. Ne fa una questione di identità, nella misura in cui ha dimostrato con l’estremo atto della morte, di non possedere quell’intelligenza che credeva la caratterizzasse.

However, in light of the truth: that I did not die of a marijuana overdose… nor did Goran reveal himself as my romantic ideal… my schemes have brought nothing except heartache to my family… Thus, it would follow that I am not so smart. And with that, my entire concept of self is undermined26.

26

(17)

Rivalutare la morte significa per Madison dover rivalutare la vita, e quindi l’opinione che aveva di se stessa. Fra le tante identità possibili che i suoi genitori le avevano proposto (il mondo delle persone famose era sempre stato il suo mondo), Madison aveva scelto quella meno facile, quella più diversa dai modelli parentali, quella più affine a lei: aveva scelto di essere la ragazzina brutta, grassoccia, acida ma intelligente. Adesso, da morta, non si rende soltanto conto di quanto fosse tutto falso ed effimero, di quanto la morte decida sbrigativamente chi sei stato in vita, ma si accorge anche che l’identità che nella vita ti eri scelto come personal

route27, sbiadisce a colpi di eternità: nell’infinita disperazione dell’inferno

«it’s our attachments to a fixed identity that torture us28».

A differenza dei due precedenti romanzi, qui l’autore non ci propone un personaggio che non ha mai costruito la sua identità poichè abbandonato dai genitori, ma la questione dell’identità risulta anche stavolta cruciale, soprattutto nel finale del romanzo. Madison intraprende un percorso di ricostruzione di sé, cerca di ripartire da zero, da morta, in modo tale da sentirsi qualcuno: l’inferno le permette di reinventarsi senza dover necessariamente far combaciare la nuova identità alla vecchia, ed è grazie a questa libertà conquistata da morta, che si impegnerà a essere una nuova Madison, figlia di un nuovo padre. Alla fine del romanzo, la ragazzina scoprirà di essere la figlia di Satana: si tratta del percorso inverso rispetto a quello di Victor Mancini. Se il protagonista di Choke aveva sempre vissuto immoralmente, e la scoperta di essere figlio di Gesù Cristo lo convincerà a cambiare, a migliorare, a vivere in funzione del Bene, Madison, scoprendo d’esser figlia di Satana abbandonerà una condotta di

27 D p. 177.

(18)

vita piuttosto retta, per abbracciare il mondo dei ribelli, per creare un esercito di dannati che si ribellino a Satana, il Padre del regno dei morti.

These failing strangers with their stage-four brain tumors and kidney failure, they’ve put a lifetime into perfecting themselves, practicing and fine-tuning every nuance of their identity, and now all of this effort is about to be wasted. In all honesty, they irk the bejesus out of me.

The previous Madison Spencer would bother to hold their frightened hand, to calm and comfort them. Who I am now, however, I tell them to cry me a stinking shit river and fall down dead, already29.

Madison è cambiata, e anche il tono della narrazione si fa, sul finale del romanzo, molto aggressivo, impetuoso, violento, è un tono che rispecchia la violenza con la quale ha raccolto i suoi talismani: i baffi di Hitler, il diamante della contessa ungherese Elizabeth Bathory, il diadema di perle di Caterina de’ Medici, il pugnale gioiello di Vlad III, i testicoli di Caligola, la cintura di Etelredo II d’Inghilterra. Ognuna delle persone con cui ha lottato, incarna un particolare tipo di identità, ognuno di loro era portavoce di una particolare caratteristica atta a delineare una personalità autoritaria. Tale potere era conferito al soggetto in questione solo grazie ad un personale talismano: per questo i feticci di cui Madison s’impossessa le donano qualità, simili a superpoteri:

It’s from this belt that I hang the dangling, severed testicles; the jeweled dagger; and the tiny scalp of the mustache. The spoils of my ongoing campaign to prove myself a badass. Soon these talismans are joined by the ceremonial rumal, or handkerchief, used by cult leader Thug Behram to strangle his 931 victims. This belt, becoming the grisly charm bracelet that proclaims my progress

29

(19)

from nicety-nice boarding-school girl to way-impolite warrior princess with no regard for decorum. I am the Anti-Jane Eyre30.

Sconfigge la spacconeria di Hitler, la nobiltà di Caterina, la bellezza eterna della contessa Bathory, la corruzione di Caligola e il terrore di Vlad III. Con queste vittore Madison acquista sempre più potenza e autostima e, creata la sua nuova identità di leader degli inferi, pianifica l’attacco a Satana:

Who I am is no longer the plump girl who’d smile winningly, bat her eyelashes, and say, “Pretty please, with sugar on top.” My voice speaks with the rage of the Hitler mustache. My head stands unbowed beneath the weight of the garish de Medicis crown. My chunky loins, girded with the belt of murderous kings, swagger and display the spoils of my campaign. My hips bristle with totems and talismans, proof that I am not simply a character in a fixed book or film. I am no single narrative. As neither Rebecca de Winter nor Jane Eyre, I am free to revise my story, to reinvent myself, my world, at any given moment31.

5.7 Ritrovamento del Padre: la ribellione di Madison, figliol prodigo. In questa circostanza, proprio adesso che ha deciso di reinventarsi come un’entità indipendente da qualsiasi storia, schema, destino, che scopre di essere solo finzione: una marionetta nei mani di un burattinaio, un

30 D p. 197.

Come accennato in una nota precedente, i riferimenti ai romanzi delle sorelle Brontë continuano. Non c’è da stupirsi, in quanto si tratta di classici di narrativa per un pubblico femminile e Madison, ragazzina colta e letterariamente esperta, sfoggia la sua cultura nel suo diario degli inferi.

Jane Eyre è un romanzo scritto da Charlotte Brontë. Fu pubblicato nel 1847 dalla casa editrice londinese Smith, Elder & Co. Si tratta di un romanzo di formazione, narrato in prima persona: all’inizio del romanzo Jane Eyre è una bambina orfana di dieci anni, questa sua condizione è in qualche maniera paragonabile alla protagonista di Damned, adolescente morta e quindi lontana dai genitori, che racconta in prima persona la sua vita all’inferno.

(20)

personaggio di una storia, scritta da Satana e ambientata all’inferno32. Incontra Satana in una limousine che le porge la bozza del suo nuovo romanzo destinato alla trasposizione cinematografica: le dà questo manoscritto perchè lei lo mostri a Antonio, suo padre, e ci metta una buona parola perchè tale storia venga realizzata cinematograficamente. La storia è la biografia di Madison Spencer: la sua Madison è una Jane Eyre, fatta della sua stessa materia: parole e inchiostro. Madison non è figlia di Camille e Antonio, è figlia della mano di Satana, e tramite lui agisce, si ribella, si lamenta e vive. Madison non esiste, non più di un personaggio di un racconto, dentro un racconto. La sua voce è quella di Satana, suo padre, regista, deus ex machina.

Sotto questa luce, Madison non è che l’esempio di ribellione del figlio al genitore: «Are you there, Satan? It’s me, Madison. Whether you are or you are not, it hardly matters… because I am here. The prodigal daughter. Little Maddy Spencer has come home to roost33». La parabola del Vangelo del figliol prodigo racconta il ritorno alla casa del padre, di un figlio che aveva sperperato le sue ricchezze; è anche la parabola dell’amore incondizionato del padre verso il figlio: un padre che senza rancore lo accoglie nella sua casa, perdonandolo senza doverlo neanche dire. L’espressione “figlio prodigo” ha acquisito col tempo un senso più generico, e sta anche ad etichettare un figlio che non ripaga le aspettative dei genitori, un figlio che prende una strada sconsigliata da chi lo ha cresciuto, e poi, pentendosene, torna sui propri passi, sulla via di casa.

32

There, centered in boldface all-caps letters—the first dreaded sign of an amateur’s precious, self-important work—I read the script’s title:

the madison spencer story

Authored by and Copyright Belonging to Satan

First off, I read the title again. And again. Second, I look at the name tag pinned to the lapel of his chauffeur s uniform, the engraved silver, and it does, indeed, read: Satan. (D p. 232, 233).

(21)

Madison è una prodigal daughter34 di Satana: si è allontanata dal suo

regno, vivendo nella casa di Antonio e Camille, rifiutando il vero padre, e sperando in una vita felice nel regno dei viventi. Ma in realtà Madison non soltanto non è figlia di Antonio e Camille, ma è soprattutto personaggio di un romanzo di finzione: non esiste, non ha libero arbitrio, non ha mai scelto di essere la figlia che s’allontana dal vero padre, per vivere nel mondo ossequioso di una coppia di ricchi e famosi, così come non ha deciso di morire asfissiata, nè di andare all’inferno per ricongiungersi col padre. Madison è il personaggio con cui Satana gioca a sentirsi Padre, è il passatempo con cui si diverte quando vuole sentirsi più grande: essere padre e avere completo controllo sulla volontà del figlio, rende onnipotenti.

Un richiamo a Satana come figura parentale, era già emerso all’inizio del romanzo, quando Madison dice:

My being here, locked in a slimy cage, it would seem a foregone conclusion that God isn’t my biggest fan, and my parents, it now appears, are largely out of the picture, as are my favorite teachers, nutrition coaches, really all the authority figures I’ve tried to please for the past thirteen years. Therefore it’s not surprising that I’ve transferred all my immature needs for attention and affection to the only parental adult available: Satan35.

Madison ha bisogno di una figura parentale che si occupi di lei in assenza di Antonio e Camille, non sceglie un demone a caso o un dannato qualsiasi: si sente figlia di Satana, e da lui si aspetta affetto, in lui ripone le sue adolescenziali richieste d’attenzione. L’esercito che forma altro non è che una richiesta d’attenzione, infatti la ragazzina prende coraggio, cresce

34 D p. 200.

(22)

e sfida importanti personaggi storici, famosi per la loro forza o il loro potere. Con questa schiera di soldati sfida il padre, un padre che le si è rivelato solo in fondo, un padre, Satana, che la ha riconosciuta ufficialmente come figlia solo alla fine del romanzo. Satana le ha tenuto nascosto questo segreto, e dal momento in cui glielo rivela, la sfida sul piano della volontà: è come se le desse la sicurezza di una figura paterna in quel regno infernale, dicendole che con tale certezza, crollano le sue decisioni, crolla la sua libertà d’agire. Il padre non permette alla figlia di agire di testa sua, la figura paterna di cui la ragazzina aveva bisogno, le toglie la possibilità di scegliere, la rende consapevole del fatto che avere un padre significa sottostare alle sue decisioni in tutto e per tutto. Un padre, per di più potente come Satana, comanda un figlio come un despota con un suddito, ed il figlio si sente al tempo stesso protetto, ma anche schiavo, come fosse sotto una campana di vetro: al sicuro ma impotente. Realizzato tutto questo, Madison arriva al cancello del Quartier Generale dell’Inferno, con il suo esercito di criminali; così si chiude il romanzo:

Are you there, Satan? It’s me, Madison Desert Flower Rosa Parks Coyote Trickster Spencer.

You’ve thrown down the gauntlet. You’ve brought my wrath down upon your house. Now, to prove that I exist I must kill you. As the child outlives the father, so must the character bury the author. If you are, in fact, my continuing author, then killing you will end my existence as well. Small loss. Such a life, as your puppet, is not worth living. But if I destroy you and your dreck script, and I still exist… then my existence will be glorious, for I will become my own master.

When I return to Hell, prepare to die by my hand. Or be ready to kill me36.

36

(23)

Il figlio, uccidendo il padre, si libera: allontanarsi da un padre autoritario è avere la possibilità di scriversi la propria storia. Il figlio che scappa dall’autorità di due genitori troppo oppressivi, sceglie di vivere la propria vita in maniera indipendente. Madison, con l’uccisione di Satana-Padre, vuol costruirsi la nuova identità una volta per tutte: sbarazzandosi di lui e del copione che ha scritto, potrà finalmente reinventarsi da capo, potrà essere ciò che vuole, e non ciò che il padre ha deciso per lei. La questione dell’identità pone qua tutta la sua incisività: il genitore-Satana costringe la figlia-Madison ad una strada obbligata, ad un’identità forzata, e la ragazzina che si ribella, si libera da una tale costrizione, dalle catene di quell’identità subita, e potrà, sopravvivendo, rinascere da sola.

Riferimenti

Documenti correlati

Da quando il video del riccio morto do- po essere stato usato come palla da calcio e poi abbandonato sui binari della fer- rovia della Torino- Ceres, in via Biaune a Cirié, ha fatto

Tutte le strade iniziali sono 10; fra queste 6 portano direttamente all'uscita, un'altra ha una seconda deviazione con

„ Buona pianificazione della rete con hardware adeguato (router, switch ecc.) insieme alla divisione della rete in aree a livello di sicurezza variabile. „ Controllo

78 ) In tale ipotesi, infatti, semplicemente non vi è attività istruttoria da svolgere e dunque la decisione può essere presa allo stato degli atti: cfr.

In particolare, chi si rende responsabile di percosse o lesioni lievi nell’ambito di violenza domestica, può essere ammonito non solo su istanza della vittima o di un testimo- ne,

sull’equivalenza terapeutica fra medicinali contenenti differenti principi attivi, le Regioni si attengono alle motivate e documentate valutazioni espresse. dall’Agenzia italiana

Partendo dalle definizioni di violenza nei confronti delle donne, violenza domestica e violenza di genere, forniti dalla Convenzione di Istanbul, si è convenuto che, almeno ai

1) SCATTA una foto che faccia capire perchè frequenti la tua biblioteca - per stare con gli amici, con i figli, per bere un caffè, per il wi-fi... 2) INVIALA alla pagina