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Guida completa alle attività cinofile e agli impieghi sociali: sport, soccorso, assistenza, pet therapy e salute

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Academic year: 2022

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GLI STRAORDINARI TALENTI DEL TUO CANE

GLI STRAORDINARI

TALENTI

DEL TUO CANE

Guida completa alle attività cinofile e agli impieghi sociali: sport, soccorso,

assistenza, pet therapy e salute

ALDO LA SPINA

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Guida completa alle attività cinofile e agli impieghi sociali: sport, soccorso,

assistenza, pet therapy e salute ALDO LA SPINA

GLI STRAORDINARI

TALENTI

DEL TUO CANE

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Publisher: Marco Aleotti

Immagini di copertina: Shutterstock

© 2020 Edizioni LSWR* – Tutti i diritti riservati

ISBN: 978-88-6895-858-9

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e adattamento totale o parziale con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche), sono riservati per tutti i Paesi. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del com- penso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le fotocopie effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da CLEARedi, Centro Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Editoriali, Corso di Porta Romana 108, 20122 Milano, e-mail [email protected] e sito web www.clearedi.org.

AVVERTENZA IMPORTANTE

Tutti i consigli e le indicazioni riportati nel presente libro sono stati verificati accuratamente e secondo scienza e coscienza dall’autore. Ogni lettrice e ogni lettore è responsabile delle proprie azioni, ovvero di decidere se appli- care i metodi, i consigli e le disposizioni descritti nel libro. L’autore e la casa editrice non si ritengono responsabili per danni e problemi derivanti dall’esecuzione dei consigli pratici contenuti nella presente opera.

Via G. Spadolini 7, 20141 Milano (MI) Tel. 02 881841 www.edizionilswr.it

Finito di stampare nel mese di novembre 2020 presso “LegoDigit” Srl., Lavis (TN)

* Edizioni LSWR è un marchio di La Tribuna Srl. La Tribuna Srl fa parte di .

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III

INDICE

Introduzione

VII

Ringraziamenti

XI

Capitolo 1 - Un socio a quattro zampe

1.1 Dal cane alla catena al cane in casa 1 1.2 Il cane oggi: da servo a collaboratore 3

1.3 I benefici delle attività cinofile 7

1.4 I ruoli e gli impieghi tradizionali del cane, oggi 11 1.5 I tre livelli: gioco-divertimento, sport e attività avanzata 14 1.6 Le qualità del cane: ieri, oggi… e domani? 16

1.6.1 Alcune nuove definizioni da aggiungere

alle doti caratteriali classiche 18

1.7 I talenti del cane: “superpoteri” da educare 22

1.7.1 Un fiuto leggendario 23

1.7.2 Un ottimo udito 25

1.7.3 Una vista speciale 26

1.7.4 Una grande capacità di osservazione

e di elaborazione mentale 26

1.7.5 Il cognitivismo: il cane non è una macchina

ma un essere vivente intelligente e versatile 28 1.7.6 Una socialità al massimo livello 28

1.7.7 Il predatore gentile 29

1.8 La comunicazione del cane e con il cane 30 1.8.1 Dal branco al gruppo: le interazioni sociali del cane 31 1.8.2 I livelli della comunicazione del cane 36 1.8.3 Una fonte di informazioni importante: i vocalizzi 37

1.8.4 Le posture 39

1.8.5 La coda è un altro canale con cui il cane “parla” 40

1.8.6 Le orecchie 40

1.9 Addestramento, istruzione, educazione 40 1.9.1 Educazione cinofila: padroneggiare e migliorare

la relazione e la vita quotidiana 42

Capitolo 2 - Quale cane per quale attività

2.1 Scegliere gli obiettivi 45

2.2 Le professioni e i ruoli attuali nella cinofilia 48 2.3 Scegliere e conoscere il cane: le razze 50

(6)

IV

Capitolo 3 - Dal gioco all’attività sportiva

3.1 Le attività sportive amatoriali e agonistiche 57

3.1.1 L’attività giusta per ogni età 59

3.1.2 Quale sport per gli incroci? 59

3.1.3 Tempi lunghi e calma per il cane adottato dal canile 60

3.2 Le discipline 60

3.2.1 Dizionario delle nuove discipline 61

3.3 Gli sport cinofili in breve 63

3.3.1 Agility 63

3.3.2 Corse: Racing e Coursing 66

3.3.3 Corsa insieme al cane: Canicross e Dog Endurance 67

3.3.4 Disc Dog 68

3.3.5 Dog Dance 68

3.3.6 Flyball 69

3.3.7 Obedience e Rally Obedience 69

3.3.8 Simulazioni dell’attività venatoria:

Huntering e “Prove naturali” 70

3.3.9 Riporto sportivo 70

3.3.10 Attività pastorali: Sheepdog e Treibball 71 3.3.11 Traino: Sleddog, Kartdog, Bikedog e Skijoring 71

3.3.12 Olfatto e fiuto 72

3.3.13 Acqua: Sport Acquatici Cinofili e Soccorso sportivo 73 3.4 I campioni sportivi: gli sport agonistici semiprofessionali 74

3.5 Gli Sport Acquatici Cinofili 78

3.5.1 Le attività principali degli Sport Acquatici Cinofili 81

Capitolo 4 - I cani da soccorso e salvataggio e da ricerca di persone

4.1 Il mio percorso 85

4.2 I cani “eroi” 87

4.2.1 Il terremoto 87

4.2.2 Soccorso e salvataggio: passione e preparazione 89 4.3 I cani del soccorso alpino e da valanga 91

4.3.1 Il cane da valanga in Italia 92

4.4 I cani da catastrofe 93

4.5 I cani da salvataggio nautico 94

4.5.1 Un made in Italy esportato nel mondo:

la storia della Scuola Italiana Cani da Salvataggio 97

4.6 I cani da ricerca persone 98

4.6.1 L’addestramento alla ricerca:

un gioco appassionante 102

4.6.2 La preparazione dei cani da macerie 103

(7)

V

Capitolo 5 - I cani d’assistenza

5.1 Un servizio sociale a quattro zampe 105

5.1.1 Il cane pioniere 107

5.2 Che cosa fanno i cani d’assistenza 110

5.2.1 Cani socialmente utili e cani sociali 111 5.3 I cani guida per ipovedenti e non vedenti 111 5.4 I cani d’assistenza all’ascolto - Hearing Dogs 123 5.4.1 Le abilità del cane per audiolesi 123 5.5 I cani d’assistenza per le altre forme di disabilità 124

5.5.1 No al fai da te: a chi rivolgersi quando s’intende

utilizzare un cane d’assistenza 126

5.5.2 I cani d’assistenza alla mobilità - Mobility Dogs 127 5.5.3 Che cosa fa il cane d’assistenza per la mobilità 128 5.5.4 Le abilità speciali del cane da assistenza

per la mobilità 128

5.6 I cani d’assistenza all’autismo - Autism Assistance Dogs 130 5.7 I cani da supporto emotivo e da post trauma - Emotional

e PTSD Dogs 130

Capitolo 6 - Gli Interventi Assistiti con gli Animali (Pet Therapy)

6.1 Il cane fa bene alla salute 133

6.1.1 Quando l’animale fa male e si fa del male all’animale 134 6.2 Gli Interventi Assistiti con gli Animali 135

6.2.1 Che cosa sono gli IAA 138

6.3 I cani negli ospedali 140

6.3.1 Un sorriso di gioia a quattro zampe

per i bambini al Fatebenefratelli 140

6.4 E il cane prende il volo: la Pet Therapy in aeroporto 143 6.5 I cani “sociali” contro il disagio: case di reclusione e bullismo 146

Capitolo 7 - Il cane da allerta medica, da ricerca biologica e da ricerca forense

7.1 Il fiuto salvavita 149

7.1.1 I cani da allerta medica 151

7.1.2 I cani da allerta diabete 151

7.1.3 Il “Progetto Serena” per i malati di diabete 154 7.2 I cani d’assistenza per crisi convulsive - epilessia 157 7.3 I cani da ricerca e rilevamento biologico (Bio-Detection Dogs) 161

7.3.1 Nala, il cane tuttofare 161

7.3.2 Il fiuto per la sicurezza e la qualità della vita 163 7.3.3 I Bio-Detection Dogs per il rilevamento dei tumori 164

7.3.4 La storia di Claire e Daisy 164

7.3.5 La ricerca sul fiuto dei cani per i tumori in Italia 166

INDICE

(8)

VI

7.4 Coronavirus e malaria: le nuove frontiere

dei Bio-Detection Dogs 171

7.5 I cani forensi: il fiuto come indizio e prova

nei processi per delitti 173

7.5.1 Odorologia forense: i cani che fiutano gli odori

dei sospettati sulla scena del crimine 173 7.5.2 Le investigazioni scientifiche e i cani

che cercano tracce ematiche 175

Conclusioni

179

Appendice - Le leggi sui cani d’assistenza e il lavoro per gli standard di qualità degli operatori

1. La normativa che tutela i cani guida 181 2. La situazione normativa dei cani d’assistenza 181 3. Il mio contributo al Report conclusivo del Workshop

“Cani d’assistenza: lo scenario italiano” 185

Bibliografia e risorse online

187

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VII

INTRODUZIONE

LE ATTIVITÀ DEL CANE:

PREVENZIONE, SALUTE E BENESSERE PER TUTTI

Sto scrivendo nei giorni del coronavirus. Anche in questo periodo buio, i cani ci stanno aiutando. Ci fanno sentire meno soli. Danno un senso speciale alla gior- nata: la passeggiata con loro è un piacere e un diversivo, a volte l’unico modo per incontrare qualcun altro… seppure a distanza, naturalmente. Senza volerlo, il cane ci cura e ci rende più sereni e liberi.

Non possiamo fare a meno del cane. Vive con noi, da migliaia d’anni. È parte della nostra storia. Oggi è parte della famiglia. Non vive più per noi ma con noi.

È l’unico animale con il quale c’è un rapporto di convivenza e di collaborazione così stretto. Allo stesso modo, il cane non può fare a meno di noi. La sua e la nostra esistenza sono intrecciate come in una simbiosi.

Il cane in passato ci ha aiutato nella caccia, nell’allevamento, nella ricerca di risorse alimentari, nella difesa da intrusi e nemici. Viveva fuori dalle nostre case, nell’aia e nelle cucce. In cambio gli davamo protezione e cibo. Solo i nobili ave- vano cani “da compagnia”.

Negli ultimi secoli e decenni però tutto è cambiato: nella stragrande maggio- ranza ora viviamo quasi tutti in città, abitiamo in appartamenti e facciamo lavori lontani dalla natura. Il cane si è dovuto adattare, anche nelle attività che svolge.

O non svolge: il cane urbano e domestico, inattivo e soggetto a regole stringen- ti, rischia di diventare obeso, annoiato, malato e aggressivo. Proprio come noi.

Perché si muove poco, non esercita i sensi, incontra poco i suoi simili, se non quelli tenuti al guinzaglio o confinati nelle aree cani.

Eppure ci sono sempre più cani in circolazione. Perché? Perché ne abbiamo bisogno. Il cane rappresenta spesso l’unico legame che ci resta con la natura.

Inconsciamente, forse, cerchiamo di mantenere un canale aperto con un mon- do vivente che significa spontaneità e semplicità. Un antidoto alle regole sociali, anche se dobbiamo osservarle pure con il cane. Sognando però avventure ed esplorazioni, giochi e vagabondaggi.

Vivere con un cane è l’emozione di stare con un essere vivente che ci guarda, ci ascolta, è pronto a seguirci, desidera giocare e “perdere tempo” insieme. Basta guardarlo e porta il sorriso. È una fonte ineguagliabile di benessere psicologico, pari a quello che ci danno amici, familiari e amori umani. Con in più il fascino della relazione misteriosa e delicata fra due specie diverse che hanno saputo trovare il modo di comunicare, accettarsi e cambiare insieme la propria vita per imparare l’una dall’altra e collaborare.

In effetti, il cane oggi non è più “al nostro servizio”: non lavora più per noi ma con noi. Non viene più utilizzato per compiti di “utilità”, come la caccia, la cura

(10)

VIII

delle greggi, la guardia. Queste occupazioni sollecitavano alcune sue carat- teristiche: la selezione veniva fatta in base a queste attitudini, fino a costruire artificialmente nel tempo razze specializzate.

Oggi invece fra le molte qualità del cane stiamo utilizzando meno di un tem- po quelle “fisiche” (forza, agilità e fiuto per la caccia) e doti caratteriali come l’aggressività e la territorialità per la difesa, la vigilanza per la guardia. Stiamo utilizzando maggiormente soprattutto le competenze legate al potente olfatto, all’empatia e alla capacità istintiva di relazione. Il nuovo cane “professionista”

tipico non è più il pastore tedesco della polizia e della guardia, o il custode della casa e delle greggi, ma il cane socievole, obbediente, educato, empati- co che sa farci compagnia, starci vicino quando soffriamo o siamo depressi, che sa guidarci e assisterci se siamo bisognosi d’aiuto.

Oggi il cane svolge attività che coinvolgono soprattutto due sfere: quella sen- soriale, per via dell’acutissimo olfatto, e quella affettiva-relazionale, per via della sua grande capacità di comunicazione e di comprensione degli stati d’animo umani. Ci supporta nella ricerca, ci assiste quando malati, ci aiuta a essere più socievoli e ad aver cura degli altri, ci rilassa e distrae, ci spinge a muoverci e a uscire di casa, a incontrarci fra umani e a parlare.

Se un tempo viveva e svolgeva lavori all’aperto, oggi vive spesso con noi al chiuso e ha bisogno di essere portato fuori; dipende in tutto e per tutto da noi.

Non fa più una “vita da cani”.

Poiché gli manca l’ambiente adatto, non rincorre e non esplora e non vaga- bonda per conto suo; quindi dobbiamo noi tenerlo occupato, accompagnarlo, assisterlo, fargli compagnia. Insomma, sia il cane sia il proprietario, in realtà, sono sempre “al lavoro” o meglio impegnati: a capirsi, a comunicare, a scam- biarsi informazioni e istruzioni, a cercare di percepire le emozioni e le necessità dell’altro. Il cane, in un certo modo, è sempre all’erta per noi. Sa che uno dei suoi compiti è proteggerci e aiutarci. Dorme leggero e si sveglia subito al biso- gno. E fiuta, letteralmente, il nostro stato d’animo del momento. Lo legge nei nostri micromovimenti ed espressioni e, grazie al suo olfatto straordinario, nei messaggi chimici che emettiamo in risposta alle emozioni. Non gli si può men- tire, come lui non mente a noi: dobbiamo esserci con tutti noi stessi, dandogli il meglio, come lui fa con noi.

Dunque, solo il fatto di avere un cane, o meglio vivere con lui, ci fa stare bene.

Già in questo svolge un ruolo essenziale: ma il cane può fare di più. Esiste oggi un cane 2.0 che da “aiutante sul campo” è diventato un “dottore”. Esegue compiti, esercita mestieri, svolge attività specializzate. Il cane di ieri doveva essere fedele, sano e prestante. Il cane 2.0 deve saper collaborare con noi:

fare sport, assistere malati, cercare sostanze dannose e persone da salvare.

I cani continuano a svolgere, ma in misura minore, anche ruoli tradizionali, oggi un po’ superati. Nella maggior parte dei casi, invece, sono inattivi nelle nostre case. Per la loro salute, e per la nostra, hanno bisogno di svolgere attività che sostituiscano quelle ancestrali. E oggi molti cani cominciano a sperimentare nuove attività: invece di andare a caccia fanno sport con noi partecipando a

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competizioni; invece di curare le pecore vanno a confortare i malati; invece di seguire le piste nel bosco fiutano se abbiamo tumori o crisi ipoglicemiche.

In questo libro spiego quali sono le attività del cane di oggi nei quattro campi principali: sicurezza, salute (e assistenza), sociale (intrattenimento e svago, be- nessere psicofisico, “Pet Therapy”, cani socialmente utili), sport e forma fisica.

Illustro le caratteristiche dei loro vari impieghi (ludico-sportivi, educativi), dei me- stieri (ricerca, cura) e delle “professioni specializzate” (come quelle dei cani per la ricerca biomedica o l’assistenza ai pazienti di una specifica malattia, o per la ricerca di esplosivi o droga). Sono gradi crescenti di impegno del cane, dalla pura presenza e compagnia fino al ruolo specifico in un’équipe di lavoro strut- turata su obiettivi particolari.

Espongo anche come si preparano i cani ad alcuni di questi compiti dei quali ho competenza; chi sono i professionisti che li addestrano, istruiscono ed educano;

quali sono le qualità e gli ambiti di intervento dei cani e dei loro coadiutori (termi- ne che si riferisce soprattutto a chi li affianca e guida negli Interventi Assistiti con gli Animali). Proprio in questo periodo gli ambiti di intervento cinofili professionali stanno trovando una nuova definizione, alla luce delle recenti esperienze in vari campi, in parte ancora sperimentali, e con il mio contributo professionale.

Nel libro indico anche quali sono le condizioni per svolgere al meglio queste attività: occorre conoscere bene il cane; conoscere se stessi e le nostre po- tenzialità e gusti; acquisire competenza sugli specifici impieghi e professioni;

migliorare la relazione con il cane e il suo benessere insieme al nostro, che è l’obiettivo generale di tutte queste pratiche, al di là dell’obiettivo specifico che ci prefiggiamo.

Infine, preciso qual è il ruolo degli esperti e degli operatori cinofili, e qual è inve- ce il compito del proprietario in questi impegni e “mestieri” del cane, vecchi e nuovi. I proprietari coscienti che vogliono far intraprendere un’attività al proprio cane, più o meno intensa, ne possono così conoscere gli elementi di base;

i professionisti possono invece trovare qui, oltre al panorama generale della nuova cinofilia, una serie di spunti, riflessioni e indicazioni teorico-pratiche utili per il proprio lavoro.

L’applicazione pratica dei suggerimenti specifici e delle indicazioni operative è lasciata agli operatori; tuttavia, anche i proprietari appassionati possono intra- prendere un percorso formativo, affiancarli e diventare a loro volta esperti. Per esempio, anche i proprietari possono svolgere attività di IAA, Interventi Assistiti con gli Animali (Pet Therapy), purché abbiano adeguata formazione e qualifica, seguendo le indicazioni delle linee guida nazionali del Ministero della Salute sull’argomento, all’interno dell’équipe multi-professionale preposta.

Tutte queste nuove attività cinofile hanno l’obiettivo di contribuire al bene dell’in- tera società.

Oggi c’è l’occasione per farle entrare a pieno titolo fra i servizi pubblici, come è già avvenuto per i cani guida per ciechi, i cani da soccorso per le calamità e per il salvataggio nautico: un tempo erano eccezioni, oggi sono la normalità. I cani

INTRODUZIONE

IX

(12)

X

possono salvarci la vita non solo trovando i dispersi sotto le macerie, ma anche sentendo in anticipo se possiamo sviluppare una malattia mortale o inabilitante, avvertendo crisi ipoglicemiche, convulsive o da choc anafilattico.

Sono servizi cinofili che i privati, ma soprattutto le istituzioni pubbliche, hanno l’opportunità di mettere in campo per la prevenzione, la salute e l’armonia della convivenza, contro malattie, reati e frodi.

In questo libro vediamo appunto quali sono e come si possono svolgere le nuo- ve “professioni” del cane, e come si svolgono oggi quelle tradizionali; queste ul- time non le descrivo nei dettagli perché già note. Mi limito a evidenziare come si inseriscono oggi nel contesto urbano e attuale e alla luce della nuova sensibilità cinofila. Allo stesso modo, introduco la situazione attuale di impieghi meno tradi- zionali e fino a pochi decenni fa pionieristici, ma che sono ormai diffusi e comuni, come quelli del cane da soccorso per calamità naturali o da salvataggio nautico.

E offro una visione di prospettiva: domani sarà possibile, allo stesso modo, considerare normali impieghi che oggi sono già collaudati o ancora in speri- mentazione, che però non hanno trovato ancora applicazione su larga scala:

quelli dei cani da ricerca biologica, da allerta medica o da assistenza in svariati campi sanitari. È un campo tutto da scoprire.

Nei dettagli vediamo dunque:

quali sono i cani più predisposti agli svariati lavori cinofili per razza, condi- zioni, taglia, età;

chi è il professionista del settore e come lavora;

come vengono svolte oggi le professioni tradizionali e più recenti ma già affermate;

quali sono le leggi e i regolamenti di riferimento, le linee guida in materia di Interventi Assistiti con gli Animali e di cani d’assistenza (queste ultime an- cora in fieri);

come funzionano e a chi sono rivolti gli interventi dei cani;

quali sono gli enti e le istituzioni che si occupano del cane “da lavoro” (for- mazione, preparazione, regolamentazione, qualificazione);

quali sviluppi e novità si stanno delineando. Per esempio, diversi profes- sionisti in vari campi stanno inserendo il cane all’interno dei propri servizi:

psicologi con i cani da supporto emotivo, medici ed educatori con le attività assistite con animali, investigatori e altri, i cani forensi e i cani impiegati per la bonifica ambientale.

Nel libro vediamo anche, in parallelo, quali sono le nuove opportunità di lavoro con il cane: come si diventa per esempio coadiutori nella Pet Therapy o istrut- tori di cani d’assistenza; quali sono i requisiti, gli ambiti di intervento del pro- fessionista e i suoi doveri. Nell’appendice e nella bibliografia e sitografia riporto fonti e documenti utili.

L’augurio è che questo manuale diventi una guida pratica per chi intende fare un percorso insieme al cane per rendere migliore, allo stesso tempo, la propria vita, quella del cane e quella degli altri.

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XI

RINGRAZIAMENTI

Per questo libro ringrazio prima di tutto i soliti, pazienti e preziosi collaboratori

“familiari”: mia moglie Maura, medico veterinario, che ha sempre un occhio per la mia scrittura e per i miei impegni di divulgazione, sopportando e consiglian- do; Sara, figlia e figlia d’arte che mi onora riprendendo il mio lavoro e spaziando anche su nuovi orizzonti; il cane Nala, che ci fa amabilmente compagnia e si guadagna egregiamente da vivere “lavorando” intensamente su molti fronti e insegnandoci tante cose importanti.

Ringrazio la pioniera e veterana Claire Guest, dalla quale ho tanto imparato e continuo a imparare senza sosta: guardando sempre avanti, ha aperto la strada a risultati che sembravano incredibili ma oggi sono alla nostra portata sul fronte della salute e della prevenzione.

Ringrazio i “decani” Attilio Miconi, Ferruccio Pilenga e Aldo Violet, che danno un’impronta decisiva alla cinofilia con la loro esperienza, la loro saggezza e il loro mai sopito entusiasmo, formando e ispirando le nuove generazioni di edu- catori e operatori cinofili.

Ringrazio Roberto Zampieri, che con passione, coraggio e competenza ha reso possibile la meravigliosa avventura dei cani da allerta diabete.

Ringrazio Tiziana Gori, medico veterinario che da più di vent’anni mi affianca e sostiene negli Interventi Assistiti con Animali condividendone le belle e forti emozioni.

Ringrazio anche tutti gli allievi che hanno seguito in questi anni i miei corsi e i soci, amici e collaboratori dell’APNOCS, l’associazione professionale di cui sono presidente. Essa raduna abili e volonterosi operatori cinofili i quali si im- pegnano ogni giorno per il benessere delle persone malate e in difficoltà, che possono trarre giovamento dai nostri splendidi amici a quattro zampe.

Ringrazio Francesca Denova, che ha messo a disposizione il suo studio e la sua esperienza per una tesi universitaria sui cani d'assistenza, di cui sono stato correlatore, che è un utile strumento di lavoro.

Ringrazio la psicologa Valentina Rusconi, che ha supervisionato gli interventi di Pet Therapy di questi ultimi anni negli ospedali e negli aeroporti.

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1

CAPITOLO 1

UN SOCIO A QUATTRO ZAMPE

1.1 DAL CANE ALLA CATENA AL CANE IN CASA

Per comprendere come si è arrivati al cane “dottore” facciamo un passo indie- tro. Anzi, molti passi. Dalla storia della nostra convivenza possiamo compren- dere meglio perché ci siamo arrivati, e in che direzione stiamo andando.

È una storia fantastica. Ed è vera.

Molto tempo fa eravamo nemici. Cacciavamo gli stessi animali e ci contende- vamo le radure dove riposare e i percorsi della selvaggina. Quando scoprimmo il fuoco e riuscimmo a scaldarci e poi a cuocere i cibi alcuni di loro non ebbero paura: i più curiosi e arditi si avvicinarono per scaldarsi, attirati anche dagli odori delle primitive cucine. Cominciarono a venire a nutrirsi dei nostri scarti, a sco- prire gli strani animali nudi che si vestivano con le loro pelli. I cacciatori furono seguiti fino all’accampamento, le donne salvarono qualche cucciolo, i bambini ci giocarono. Anche loro salvarono qualche nostro figlio, che a volte tornò a casa. Dall’opportunismo di approfittare del cibo si passò a un rapporto speciale che va oltre la dimensione biologica, fino a entrare in quella delle emozioni e dei sentimenti. Si fecero addomesticare, e al tempo stesso noi di buon grado sco- primmo di avere qualcuno su cui poter contare: i denti, le mascelle, le unghie e gli occhi brillanti nel buio attorno ai fuochi non ci fecero più paura.

Quelle dei lupi “buoni” sono leggende? Forse, ma c’è sempre un fondo di verità nei miti: i lupi ci hanno protetti e salvati, ci hanno adottati e sottratti alla fame e alla solitudine affiancandoci nella caccia, hanno custodito e guidato le nostre greggi, difeso i nostri campi e le case, combattuto le nostre battaglie. Ancora oggi i loro discendenti ci fanno sentire meno soli e prendono le nostre parti con- tro la natura matrigna: sono la parte buona della natura che ci osserva, ci ama e ci aiuta. La lupa di Roma e il lupo di Gubbio con cui parlò San Francesco oggi sono realtà quotidiana, sono i cani ammansiti e protettivi che vivono nelle nostre case, giocano con i nostri figli e li aiutano a crescere. Il cane fu il primo animale selvatico di cui potemmo governare e utilizzare la forza a nostro favore: la natu- ra che s’è fatta amichevole, ispirando la nostra socievolezza e dandoci fiducia di poter sopravvivere, salvaguardando la nostra intelligenza e permettendoci di

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2

vivere insieme in armonia. Abbiamo prosperato insieme alle altre specie viventi:

e il lupo-cane è il nostro alleato principale.

Pian piano, nei millenni e nei secoli, i loro musi s’ingentilirono come fecero i nostri volti, non più selvaggi. Mascelle e zanne si ridussero di volume e pre- sero forme più delicate. Noi perdemmo i peli, loro iniziarono a darci una mano ogni giorno, imparando sempre più da noi: correvano insieme a noi a prendere le prede, allontanavano gli altri predatori, fiutavano da lontano l’avvicinarsi dei nemici e ci allertavano, sentivano le minacce incombenti perfino nei moti della terra. Ci permettevano di cacciare animali prima imprendibili e di arrivare a po- polare luoghi irraggiungibili e inospitali.

Smettemmo di aggredirci a vicenda; ci conoscemmo sempre meglio e sco- primmo i vantaggi della cooperazione e delle regole del branco: la forza del gruppo unito e affiatato, dove ciascuno ha un ruolo e nessuno è lasciato da parte, tutti consumano insieme le prede catturate; i giovani devono trovare la propria nuova collocazione anche sfidando i più anziani e allontanandosi ramin- ghi per colonizzare nuovi territori. Quando cominciammo ad allevare gli animali erbivori invece di ucciderli e imparammo a prenderne latte, pelli, zoccoli e a farne utensili, loro impararono a stare appena fuori dai nostri ripari, a difenderli anche loro invece di predarli, dominando i propri istinti e diventando “civili”. Si trasformarono eseguendo compiti via via più complessi. Continuarono a guar- darci, ma da vicino: uscirono dall’oscurità del bosco per diventare parte della nostra comunità. Capirono sempre meglio i nostri modi di fare, inizialmente così strani per loro; familiarizzarono con quei singolari animali che siamo, che stava- no su due zampe, con gli altri due arti in alto a stringere oggetti e a toccare con le mani altri membri del loro gruppo – cosa inaudita, rarissima nel regno anima- le. Quei movimenti e gesti tutti da interpretare e perfino quelle nostre voci così articolate cominciarono per loro ad avere un significato. I nostri sguardi verso di loro vennero corrisposti. Finché non potemmo più fare a meno gli uni degli altri.

È una storia meravigliosa, emozionante: esseri viventi di due specie diverse sono arrivati a incontrarsi, capirsi, specchiarsi gli uni negli altri. Al punto da assomigliarsi, da trovare quasi un linguaggio comune, pur restando se stessi.

Al punto da diventare amici, profondamente legati da affetto e comprensione, pur restando separati dalla biologia, ma sempre più uniti da una storia comune.

Due specie che vivono insieme, sotto lo stesso tetto, nelle stesse città e paesi, in un ambiente costruito dall’uomo ma che i cani condividono. Ci sono altri ani- mali nelle nostre case e città, vicino a noi, ma nessuno vive libero come il cane, a pieno titolo parte della famiglia, tranne il gatto che però “resta sulle sue” e non condivide che parzialmente le regole sociali, non gira al guinzaglio, non richiede la presenza continua del proprietario: il gatto è ancora in gran parte selvatico, anche se dimora presso di noi. Il cane invece è sempre con noi: ci fa sentire meno soli, ci dà una sicurezza e una compagnia ineguagliabili, è espansivo e sollecito. In cambio gli offriamo altrettanta sicurezza, comodità e affetto.

Questa storia continua e cambia sempre, è sempre nuova. È la storia di una simbiosi fisica ed emozionale. Il cane è il nostro specchio. Ci dice chi siamo. S’è

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3 CAPITOLO 1 • UN SOCIO A QUATTRO ZAMPE

evoluto in parallelo a noi, o meglio insieme a noi, in un percorso che si intreccia e si sovrappone. Ha avuto successo come noi, popolando l’intero pianeta: i cani sono oltre mezzo miliardo su tutta la Terra. In passato eravamo entrambi nomadi, selvatici, cacciatori e raccoglitori. Poi siamo diventati insieme pastori, guerrieri, esploratori, lavoratori, cittadini.

Il cane è la memoria vivente del nostro passato. Custode e difensore della tri- bù, arcigno quando serve, tenero e protettivo verso i propri compagni quanto aggressivo verso gli altri, gli estranei. Potente e veloce, intelligente e giocoso, affidabile e comprensivo, alleato leale, versatile e adattabile. Ne ha fatta di stra- da fino a diventare cittadino, urbano, lontano dalla natura. Proprio come noi, con la nostalgia della selva e dei vagabondaggi, ma con nuove regole di com- portamento dovute alla coabitazione continua e alla stanzialità, a una società complessa che per forza di cose mette da parte morsi, assalti e scontri in favore di collaborazione e comprensione reciproca. Per il 98% dei suoi geni il cane è ancora un lupo. Ma nei secoli i cani si sono trasformati. Abbiamo selezionato i più docili e meno aggressivi modificandogli per sempre il carattere; le loro orecchie sono diventate più flosce e gli occhi più grandi, a farli sembrare eterni cuccioli. Ci sbizzarriamo a creare varianti originali e le razze oggi sono oltre 400, spaziando dai giganti ai microcani da borsetta. Ma sono nelle nostre case e nei nostri cuori, ogni giorno.

1.2 IL CANE OGGI: DA SERVO A COLLABORATORE

La cinofilia sta vivendo un momento particolare: da una parte la maggiore sen- sibilità nei confronti del cane fa aumentare le adozioni e le cure, dall’altra si diffonde la coscienza che il cane è un essere senziente e soggetto a emozioni. I nuovi strumenti di comunicazione diffondono più facilmente le informazioni. Si è più attenti anche alla sfera mentale del cane perché si vive vicini tutti i giorni fisi- camente come mai in passato: ci si conosce meglio di un tempo. E ci si adatta gli uni agli altri, spiegandosi e trovando regole condivise di vita. Spazi e tempi magari sono più ristretti, ma la connessione emozionale è intensa. Al punto che spesso si esagera nell’umanizzarla.

Infatti il cane è un animale diverso da noi e ha le sue specifiche necessità. Ha bisogni anche non fisiologici da soddisfare ogni giorno: annusare, muoversi, correre, giocare, incontrare i suoi simili. E restare anche senza di noi, ogni tanto.

Invece, li consideriamo spesso ancora come delle nostre appendici. Un cane da pastore, che ha nel DNA il movimento e i chilometri sui sentieri, lo mettiamo in una stanza e lo portiamo in giro solo per i bisogni. Cani che potrebbero e dovrebbero svolgere attività complesse, per via del loro retaggio, non le esercitano e ne soffrono: i loro impulsi naturali e culturali sono frustrati. Quelli che chiamiamo comportamenti errati sono quasi sem- pre responsabilità nostra. Abbiamo selezionato per secoli razze di guerrieri, cacciatori ed esploratori: improvvisamente vorremmo questi Indiana Jones in pantofole. In questo modo perdiamo infinite opportunità, che ci dona la

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sua fisiologia dalle mille risorse. È come prendere una Ferrari e lasciarla ad arrugginire in garage.

Tabella 1.1 - Le condizioni del cane.

PRIMA ORA

Domesticità Convivenza e commensalità

Selezione Adozione

Esecutore, servitore Collaboratore

Utilità

(difesa, caccia, greggi) Componente della famiglia (compagnia e status)

Status sociale “Compagnia”

Farci compagnia non basta al cane. Non è un “lavoro”, anche se è un compito che gli affidiamo. È un impegno ma non è, appunto, un mestiere o una profes- sione. Alcuni cani sono più portati, altri (pochi) meno. Oggi imponiamo a quasi tutte le razze – e agli incroci – di svolgere questo ruolo, e in genere il cane lo fa di buon grado se da parte del proprietario ci sono attenzione, rispetto, buona volontà e competenza.

Ogni cane che vive con noi è sempre impegnato, appunto, a capirci, compren- dere e seguire le nostre regole, cogliere le nostre intenzioni e interpretare i nostri movimenti, posture ed espressioni, desideri e messaggi. Alcuni di essi hanno però potenzialità e competenze speciali. Seguono, ma soprattutto interiorizza- no i nostri comandi. Non sono solo come i genitori, la mamma, un amico o un volontario che aiutano “per amore”: sono dei veri professionisti, specialisti del nostro benessere. Ci danno cura, sicurezza, assistenza.

Uno dei bisogni essenziali del cane è quello di sentirsi parte di un gruppo e di poter contare sugli altri, dando in cambio sempre il massimo che può. Una delle più importanti qualità che ha ereditato dagli antenati lupi è la straordinaria ca- pacità di sviluppare interazioni complesse, per salvaguardare le relazioni sociali.

Al contrario di quello che si pensa, il lupo è un predatore, ma evoluto, che nel branco manifesta grandi facoltà di cooperazione e di problem solving, per usare un termine oggi in voga. Per il suo discendente cane, lavorare è un modo natu- rale per rimanere in sintonia con le sue origini e per realizzare la propria natura.

È un modo per prevenire i disturbi che chiamiamo “di comportamento” e per mantenersi in salute. Questo non vale per tutti i cani, naturalmente, e per tutti i lavori. Nonostante la sua indubbia energia, anche per il cane valgono dei limiti di impegno e fatica che vanno sempre rispettati; e per ciascuna razza e condi- zione (meticcio, abbandonato, malato, giovane o anziano, maschio o femmina) esistono circostanze particolari e predisposizioni a svolgere certe occupazioni piuttosto che altre.

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5 CAPITOLO 1 • UN SOCIO A QUATTRO ZAMPE

Per tutti però valgono alcuni punti:

avere un’attività che impegna corpo e mente produce effetti positivi sull’e- quilibrio psicofisico del cane;

è bene che il cane svolga un’attività in sintonia con le proprie attitudini e predisposizioni etologiche;

l’attività appropriata, svolta con il proprietario e/o con l’aiuto di conduttori competenti, previene malanni e disturbi e arricchisce e consolida la relazione;

il proprietario trae benefici dall’attività del cane, anche se non è direttamente rivolta alla propria salute. Per esempio, nella Pet Therapy il proprietario-vo- lontario o professionista s’avvantaggia anch’egli, indirettamente, delle pre- stazioni del cane, sia in termini di relazioni umane sia nella relazione con il cane stesso.

In questi ultimi anni, dunque, si stanno mettendo a punto nuove formule e nuovi ruoli per i cani, assecondando sia le loro necessità di muoversi ed esercitare un ruolo attivo, sia le loro doti che si sono manifestate più straordinarie e utili:

lo straordinario olfatto;

la grandissima capacità di aiuto e di relazione;

la benefica naturalezza e la spontaneità che ci aiutano psicologicamente.

I loro nuovi compiti, più che lavori eseguiti per noi, sono mestieri esercitati con maestria, come la ricerca di persone scomparse o di sostanze anche pericolo- se, o addirittura professioni paragonabili a quelle specializzate (per esempio di infermiere, animatore, sportivo, ricercatore, assistente medico).

IL CANE IERI E OGGI

Ieri il cane era (e in alcuni casi resta anche):

Cacciatore Pastore Guardia Soldato Soccorritore Cane da slitta

Accompagnatore (per pochi, ricchi e nobili)

Oggi il cane per noi è anche in parte:

Medico e infermiere (nella Pet Therapy) Insegnante (negli interventi assistiti educativi)

Psicologo, confidente (i cani da sostegno psicologico) Accompagnatore

Badante Tata (baby sitter)

Animatore e compagno di giochi Allenatore e trainer

Colf, domestico

Segue

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IL CANE IERI E OGGI

Ricercatore scientifico (cani per ricerca biologica) Detective-investigatore

Attore (televisione e cinema) Atleta

Modello (alle esposizioni di bellezza)

Le nuove professioni cinofile viaggiano in parallelo alle nuove occupazioni e ai nuovi impieghi del cane. In realtà, oggi si deve cambiare prospettiva in modo ancora più drastico, passando dalla cinofilia tradizionale antropocentrica, ov- vero incentrata sull’utilità del cane rispetto alle necessità umane, a una cinofilia

“cinocentrica”. Meglio ancora, a una cinologia scientifica e aggiornata. Il cane non è più un oggetto d’uso, ma un soggetto da conoscere.

Il cane ci è sempre utile. Occorre considerare quali delle sue numerose ca- ratteristiche si combinano con i nostri specifici bisogni attuali e valorizzarle affinché il cane stia bene con noi, facendo al tempo stesso il meglio per noi.

Occorre ribaltare la visione classica (che cosa serve a noi) per partire dalle capacità del cane (che cosa è in grado di fare per noi?). Il cane va visto come un collaboratore, non come un semplice strumento. In questo modo possiamo davvero trarne infiniti vantaggi, rispondendo al tempo stesso alle sue caratte- ristiche e necessità etologiche. Non possiamo pretendere da un cane selezio- nato per la difesa che si adatti senza problemi a fare da baby sitter ai nostri figli:

occorre scegliere il cane giusto per l’attività che intendiamo svolgere insieme al cane, ed educarci alla convivenza. Per ciascuna delle nuove professioni del cane bisogna individuare una corrispondente figura professionale umana più consona, uscendo dagli schemi consueti e rimodellando la formazione, i ruoli, gli ambiti di intervento e la deontologia professionale.

Proprio in questo periodo l’UNI (Ente Nazionale di Normazione – noto anche come Ente Nazionale Italiano di Unificazione), l’istituzione che si occupa di fornire il quadro normativo al legislatore e agli enti sia pubblici sia privati, ha definito i ruoli di educatore e di esperto cinofilo nell’area comportamentale (EsCAC); il tavolo di lavoro “GL22 – Professioni cinofile” all’interno dell’UNI pro- segue sulle altre figure, compreso l’istruttore cinofilo. I termini usati sono noti ai più e già in uso, ma le caratteristiche di queste figure sono nuove elaborazioni.

D’ora in poi diventeranno il riferimento costante delle future leggi nel campo.

I professionisti dovrebbero fin d’ora uniformarsi a esse, poiché saranno con tutta probabilità fatte proprie dalle future regolamentazioni del settore.

Ciò per evitare di fare confusione: purtroppo nell’attuale deregolamentazione molti inventano definizioni improprie di tecnici inesistenti e ne “piazzano” i relativi marchi. Corsi improvvisati illudono proprietari e operatori di poter intervenire in ambiti delicatissimi, come l’assistenza alle persone in difficoltà. Una migliore definizione dei campi, invece, attualmente è all’ordine del giorno nel lavoro delle principali organizzazioni cinofile che, riunite attorno a un tavolo tecnico, stanno Seguito

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7 CAPITOLO 1 • UN SOCIO A QUATTRO ZAMPE

cercando di andare oltre il Far West, per diventare interlocutori credibili delle istituzioni e del pubblico.

Un tempo, nella Protezione Civile, dove mi formai, si insegnava ai volonta- ri prima di tutto a essere preparati e autosufficienti, per evitare di causare danni e disagi. Occorreva essere autonomi nei propri rifornimenti, avere le conoscenze tecniche necessarie per operare efficacemente e saper gestire in modo sicuro il cane, con il quale bisognava avere un rapporto solidissimo.

Oggi allo stesso modo i volontari cinofili vanno preparati accuratamente per attività sociali che hanno come presupposti serietà, affidabilità e competenza.

La passione per il cane e l’entusiasmo di chi si dedica al salvataggio e alla salute degli altri devono andare di pari passo con l’amore per l’essere umano e con la preparazione tecnica.

1.3 I BENEFICI DELLE ATTIVITÀ CINOFILE

Tutti i cani che stanno con noi sono comunque impegnati per il nostro be- nessere. La protezione reciproca, la cura, il mutuo beneficio della convivenza sono i presupposti di un’intesa inossidabile, che dura da millenni. I vantaggi naturalmente sono reciproci se li trattiamo bene e li curiamo adeguatamente.

I cani “di famiglia” ci aiutano a crescere in modo responsabile, abituando i bambini e i ragazzi a prendersi cura di un essere vivente e a conoscere la vita; aiutano gli anziani a sentirsi meno soli e a mantenersi attivi e in salute;

favoriscono l’attività fisica dei proprietari; stimolano a mantenere un rappor- to con la natura e le relazioni sociali che sono più facili uscendo e facendo incontri; ci donano buonumore, distensione e distrazioni dai pensieri e dalle occupazioni quotidiane con un pizzico di magia e di spontaneità, proprio quelle qualità che sembrano mancarci quando siamo presi dal vortice de- gli impegni.

Insomma, il cane, pur senza volerlo, anche senza fare nulla di specifico, con la sua sola presenza, ci garantisce una bella fetta del nostro benessere.

Un tempo il cane ci piaceva perché era utile. Oggi il cane ci è utile per- ché ci piace.

Quelli che definiamo cani “da lavoro”, invece, in aggiunta a questo ruolo di partner, sono anche “professionisti”, perché specializzati in uno specifico settore di attività. Se ogni cane è un amico che ci aiuta spontaneamente, i professionisti hanno le competenze e vengono preparati per un ruolo deter- minato. Un amico ci può consolare da un mal di denti, ma è un dentista che ci può curare.

Del resto, a specchio, anche noi proprietari del cane (o professionisti cinofili) siamo sempre al lavoro per il cane: pur godendo della sua pura compagnia, svolgiamo molti ruoli sociali nei suoi confronti e siamo indispensabili per la sua vita. La nostra responsabilità nei suoi confronti richiede conoscenza del cane, ascolto e rispetto delle sue esigenze naturali e “culturali” (quelle derivanti dalla convivenza con gli umani).

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I RUOLI CHE SVOLGIAMO OGGI NOI UMANI PER IL CANE

Genitore (allevatore, proprietario)

Insegnante (educatore, addestratore, istruttore) Allenatore - preparatore atletico (tecnico - istruttore) Custode (asili, pensioni, canili)

Colf, domestico

Badante (con i cani anziani) Medico (veterinario) Nutrizionista

Igienista (toelettatore)

Tutti i cani vanno educati al rapporto con il proprietario e con gli altri membri della comunità umana, così come tutti i proprietari vanno educati al rapporto con l’animale. Ripeto: con il cane siamo in una relazione a specchio, esso è plasmato dall’interazione con l’uomo quanto siamo stati noi plasmati nei mil- lenni dalla relazione con il cane. Non è un caso che si scelga un cane che ci assomiglia per carattere, e che si vedano persone che vivono con un cane in una vera simbiosi emozionale; cani che assomigliano ai proprietari e viceversa, sia sul piano emotivo sia perfino su quello fisico.

I cani “professionisti”, specializzati, fanno dunque qualcosa di più. Oltre ad avere l’impegno quotidiano di stare con gli umani, capirli e seguire le regole so- ciali e i comandi, hanno proprie mansioni definite. L’indole dei cani li predispo- ne a collaborare nel gruppo (con qualche eccezione); lo fanno con piacere ed entusiasmo se li sappiamo motivare, ovvero se riusciamo a far loro compren- dere l’obiettivo dell’azione. Se riusciamo a comunicare bene, a gestire premi e punizioni in modo equilibrato, se nutriamo la loro sfera emozionale, compren- dono che stanno compiendo un’azione che va a beneficio della comunità.

Vanno perciò preparati da un professionista-specialista, con la collaborazione del proprietario, che è l’unico ad avere con loro un rapporto profondo.

Anche se sono addestrati e istruiti a svolgere quel particolare incarico, tuttavia, restano cani, cioè animali che vanno tutelati in quanto tali, non sfruttati ecces- sivamente.

Naturalmente, fra le varie razze e condizioni del cane ci sono predisposi- zioni specifiche a determinate attività. L’allevamento selettivo nei millenni e soprattutto negli ultimi secoli le ha plasmate; alcune per motivi estetici, ma la maggioranza con obiettivi pratici. Fino a produrre nel tempo dei veri campioni nel loro ambito. Per esempio, i cani da pastore sono particolarmente portati a collaborare, quindi sono indicati per compiti di ricerca complessi, nei quali giova il loro desiderio di compiacerci; i cani da salvataggio nautico, oltre a essere razze “d’acqua”, sono di conformazione robusta, grande resistenza e prestanza fisica; i cani da caccia sono veloci, forti e dalla vista acuta. Allo stesso modo, alcune razze non sono predisposte a talune attività; ma tutti i cani, di ogni razza, se adeguatamente educati, preparati e istruiti, se hanno

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9 CAPITOLO 1 • UN SOCIO A QUATTRO ZAMPE

un carattere equilibrato, possono collaborare al nostro benessere svolgendo ruoli che, tradotti in termini umani, corrispondono a quelli dei terapisti, degli assistenti o dei collaboratori domestici, dei ricercatori, degli animatori… e molto altro ancora.

COSA FANNO I CANI PER NOI

Ci proteggono.

Ci assistono.

Lavorano per la medicina e la sanità e per la ricerca scientifica.

Ci salvano la vita.

Individuano addirittura in anticipo possibili tumori.

Ci avvisano quando arrivano crisi glicemiche, epilettiche e disturbi gravi.

Prevengono ansia e depressione.

Rilassano, distraggono, fanno sentire meno soli.

Abbassano la pressione sanguigna e aumentano l’emissione dei neurotrasmettitori del benessere.

Individuano qualsiasi sostanza tossica o pericolosa meglio di qualsiasi strumen- to tecnico.

Lavorare fa bene al cane. Lo tiene in esercizio e in attività, con benefici al fisico e alla mente. Previene l’obesità e allontana il nervosismo e l’irrequie- tezza dei cani “disoccupati”: è una forma di ergoterapia canina, una terapia attraverso il lavoro. Svolgere un ruolo sociale è positivo per il cane, che ha bisogno e piacere di essere considerato, ringraziato e premiato. Ci sono però alcune condizioni da rispettare.

Il compito svolto non deve essere pesante in rapporto all’età, alla taglia, alla struttura fisica complessiva, allo stato di salute e ad altre condizioni come la famiglia di appartenenza e le abitudini pregresse. L’attività intrapresa deve coincidere il più possibile con le predisposizioni di razza e con la storia perso- nale del cane, e deve essere compatibile con la relazione che il cane ha con il proprietario, con la famiglia, con le altre persone, con gli altri animali e con gli ambienti nei quali si svolge il suo lavoro.

Il lavoro che affidiamo al cane deve sempre essere cucito su misura di quest’ultimo, tanto quanto tagliato sulle necessità di chi riceve i suoi servizi.

Far lavorare il cane è anche un toccasana per la relazione fra il proprieta- rio e il suo cane. Il cane è più felice e realizzato nella sua natura; è più stanco ma anche rilassato; più in forma, sereno e soddisfatto. Non ci si meravigli per questi termini “umani” con cui definiamo emozioni e stati d’animo del cane: non lo stiamo “umanizzando”, semplicemente riconosciamo loro una vita psichica e affettiva, ben nota a chi possiede un cane, e comprovata ormai anche a li- vello scientifico. Questa sfera psichica influisce attraverso l’umore sulla salute.

Poiché siamo esseri umani, per capirci dobbiamo usare questi termini, anche se ovviamente la sfera mentale del cane presenta delle differenze dalla nostra.

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Sono approssimazioni necessarie a cogliere il senso di ciò che affermiamo. Le vere antropomorfizzazioni sono quelle di chi pensa che il cane possa stare sul divano senza fare niente, come fosse una nostra appendice.

Aiutare e nel caso guidare un cane in un’attività è benefico anche per il proprietario, il quale può contribuire e partecipare a occupazioni interes- santi, feconde di stimoli e di spunti di riflessione, che accrescono il senso di responsabilità e assecondano il naturale impulso a condividere e a sostenere il prossimo. Secondo il tipo di attività, vengono sviluppate capacità di relazione e stimolate esperienze sociali importanti, allenato il fisico, tenuta in azione la mente. Ciò apre la comprensione ai bisogni degli altri e alla nostra possibilità di vivere meglio in un contesto armonico di sostegno reciproco. Il volontariato, ma anche la professione svolta con passione e competenza, sono strumenti di crescita personale e di miglioramento della propria esistenza.

Anche il proprietario, comunque, è sempre “al lavoro” per il cane. È il prez- zo da pagare per una cosa talmente bella come avere sempre qualcuno con noi, due occhi da guardare, un cuore che batte insieme al nostro, un animale che fiuta, respira, corre, esplora, cammina con noi e ricrea uno spazio naturale nella stressante giungla metropolitana fatta di cose meccaniche e artificiali.

Il cane ci fa bene perché è un equilibratore della nostra sfera emotiva e psichi- ca. Più che alle nostre astrazioni, porta attenzione agli odori, ai movimenti, alle emozioni e ai sentimenti, agli istinti di base – eccitazione e piacere, fame e cibo, sonno e riposo. Il suo compito insomma è proprio quello di essere cane con

Figura 1.1 Il rapporto di fiducia e complicità è al centro di ogni attività cinofila.

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11 CAPITOLO 1 • UN SOCIO A QUATTRO ZAMPE

noi, di continuare a essere un po’ lupo in un mondo che abbiamo fatto a imma- gine e somiglianza della mente astratta. Ci ricorda che siamo anche impulso, percezione e sensibilità, corpo, e non solo raziocinio e funzionalità. Insieme al cane ci proteggiamo dal mondo astratto e artificioso che abbiamo creato noi umani: lo rendiamo più poetico, naturale, semplice, istintuale. Impariamo dal cane a seguire le intuizioni e gli impulsi primari. Moderandoli e guidandoli a modo nostro, ma riconoscendone l’esistenza e l’importanza.

Tabella 1.2 - Bisogni storici del cane.

FISICI PSICOSOCIALI

Abitazione Riconoscimento dello status (compartecipe della comunità umana) Nutrimento

Cura

Tabella 1.3 - Bisogni del cane urbano.

FISICI PSICOSOCIALI

Abitazione Riconoscimento del ruolo sociale nella comunità umana

Nutrimento Attività etologicamente corretta (secondo età, razza, storia individuale,

condizioni di salute)

Cura Motivazione

Accudimento Educazione

(per la convivenza armonica) Attività fisica Gioco, divertimento, attività cino-sportive

Socializzazione

1.4 I RUOLI E GLI IMPIEGHI TRADIZIONALI DEL CANE, OGGI

Anche oggi i cani continuano a svolgere ruoli tradizionali. Un certo approccio di rispetto affettuoso e complicità c’è sempre stato nei loro confronti da parte di pastori, contadini e cacciatori, ma prevaleva la rude convenienza reciproca.

Oggi per fortuna c’è un maggiore rispetto nei confronti del cane. Nel contesto urbano, semmai, c’è mancanza di attenzione in un senso opposto: parados- salmente, sembriamo “amarli” di più, ma li umanizziamo troppo e ci scordiamo della loro diversità. Li soffochiamo quando prima li tenevamo a distanza. Ciò li fa soffrire, a volte, di disturbi che non sono paragonabili a quelli di un cane lasciato solo legato alla catena, ma che possono inficiare seriamente la sua salute.

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I cani continuano anche a svolgere i loro ruoli tradizionali, dunque, ma in modo diverso da un tempo. Qualsiasi cane ha sempre abbaiato in qualsiasi cortile per segnalare visitatori o intrusi, ma oggi i cani da guardia sono specializzati:

proteggono capannoni industriali, ville ed edifici da custodire. Oggi il cane da guardia è un ausilio, non svolge più da solo questo ruolo: allarmi e telecamere l’hanno in parte sostituito o comunque affiancato nel rendere difficile la vita ai ladri e agli aggressori. Per il cane naturalmente è più semplice fare la guardia in appartamento, dove è più sicuro e può contrastare con meno rischi gli intrusi. Anche il cane più piccolo può essere un deterrente efficace, se il suo carattere lo consente, al di là della stazza.

Allo stesso modo, i cani da pastore e da caccia sono in minor numero di un tempo, ma la scarsa quantità significa maggiore qualità: sono superpreparati e molto efficienti.

Tutti i cani che abbiamo selezionato nei secoli per la corsa e l’inseguimento, per il gregge e per la difesa, oggi si ritrovano con tesori di qualità che stiamo imparando a utilizzare in modo nuovo.

Come lo sport umano ha sostituito le guerre offrendo competizioni simulate e incruente, così il cane ha i suoi sport al posto delle antiche occupazioni preda- torie. Ci si rende conto che deve avere un impiego, per il suo come per il nostro benessere, e lo possiamo tenere impegnato facendogli sperimentare attività che derivano da quelle tradizionali, come una maratona riproduce i tragitti dei

Figura 1.2 Cane da tartufo, uno degli impieghi tradizionali del fiuto del cane.

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13 CAPITOLO 1 • UN SOCIO A QUATTRO ZAMPE

cacciatori-raccoglitori nella savana. I cani pastore, abituati a collaborare con noi, fanno un po’ di tutto, dallo Sheepdog con le pecore alla ricerca olfattiva. I cani acquatici fanno salvataggio nautico.

Le esplorazioni e i tragitti nelle selve e nell’intrico del bosco sono riprodotti dai Retrieving Games; la cattura di prede dal Disc Dog; l’inseguimento agli evasi dal Mantrailing. E così via.

Tutte le moderne discipline cino-sportive sono evoluzioni delle occupa- zioni tradizionali del cane. La loro utilità consiste nel tenerlo impegnato secondo le sue predisposizioni etologiche. Anche le occupazioni tradizio- nali del cane oggi sono svolte in modo nuovo.

Continuano, appunto, a esserci cani da guardia, ma solo di alcune razze se- lezionate e addestrati alla bisogna; alcuni cani ci soccorrevano naturalmente e ci giovavamo della loro prestanza; ora sono professionisti del salvataggio o del soccorso per calamità e terremoti preparati allo scopo, come i loro conduttori sono diventati esperti, anche se volontari, inquadrati in organizzazioni e convo- cati dalle istituzioni pubbliche e dalla protezione civile.

I CAMPI TRADIZIONALI NEI QUALI È IMPEGNATO IL CANE SONO:

caccia;

pastorizia;

guardia (industriale, civile);

difesa personale;

soccorso e protezione civile (da una trentina d’anni è pratica comune);

forze dell’ordine (antisommossa, antidroga, antiesplosivo);

trasporto - cane da slitta (sempre meno rilevante, rimane in ristrette aree nordiche);

ricerche specifiche (cane da tartufo).

I cani che svolgono queste attività sono preparati professionalmente, o comunque secondo modalità molto specifiche; le razze più predisposte lo sono per via della forte selezione effettuata nel tempo, ad eccezione del cane “da compagnia”, che in passato era appannaggio di pochi ricchi e nobili.

Per loro sono in vigore prove di lavoro all’interno delle varie razze, regolamentate dall’ENCI, Ente Nazionale Cinofilia Italiana, che ha lo scopo appunto di tutelare e promuovere le razze. Non trattiamo in questo libro nei dettagli queste prove, che sono ben note: ci occupiamo soprattutto delle “nuove professioni”. Come vedremo più avanti, comunque, alcune di queste prove oggi vengono effettuate anche sotto forma di attività cinosportiva: non tutti i cani possono svolgere un lavoro, quindi è importante permettere loro di tenersi attivi e in forma esprimendo i propri talenti secondo il loro retaggio.

In Italia, due tipi di impiego divenuti ormai comuni sono quelli dei cani da soccorso e salvataggio e da guida per non vedenti. Anche di questi, consolidati da tempo, tratterò solo gli aspetti essenziali, perché già ben documentati ovunque.

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