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LE SCRITTURE DI ASSESTAMENTO

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Academic year: 2022

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Obiettivi della contabilità generale (CO.GE):

1. determinare il risultato economico d’esercizio (reddito d’esercizio);

2. redigere il Bilancio d’esercizio.

Per determinare il risultato economico (perdita o utile) non è sufficiente fare la differenza tra ricavi e costi rilevati sino a ora: gli importi dei componenti di reddito devono subire degli

“aggiustamenti” per essere trasformati in costi e ricavi di competenza (cioè nel valore dei fattori produttivi realmente utilizzati per la produzione dei beni e/o dei servizi da vendere e nel valore dei beni e servizi effettivamente ceduti a terzi o prodotti a tal fine). Solo questi valori, infatti, possono essere indicati a bilancio (e per questo vengono detti “valori di Bilancio”).

Le operazioni di gestione producono manifestazioni finanziarie (movimenti nelle disponibilità liquide, nei crediti e nei debiti) accompagnate da manifestazioni economiche (costi e ricavi).

Spesso non c’è coincidenza temporale fra il periodo in cui si verifica la manifestazione finanziaria e quella della competenza economica dei costi e ricavi. Il reddito d’esercizio non può essere calcolato come semplice differenza tra costi e ricavi e questo per vari motivi:

1. non tutti i fattori produttivi acquistati sono poi stati utilizzati: vi possono essere rimanenze finali di materie prime, merci, prodotti finiti;

2. non tutti i fattori produttivi utilizzati erano stati acquistati nello stesso esercizio: possono esserci delle esistenze iniziali;

3. non tutti i fattori produttivi utilizzati sono stati rilevati: i costi possono essere posticipati, i beni strumentali sono registrati come attività.

Per queste e altre cause le scritture d’esercizio sono sì necessarie, ma insufficienti a permettere la determinazione del corretto risultato economico d’esercizio: i costi e i ricavi contabilizzati non sono i soli rilevabili e non tutti i costi e i ricavi rilevati sono di competenza dell’esercizio.

Si rende allora necessaria un’operazione di correzione, assestamento, delle scritture d’esercizio per sincronizzarle con la corretta competenza delle operazioni. In altre parole si correggono (“aggiustano”, assestano) i valori contabili per risolvere i problemi inerenti lo sfasamento temporale che spesso vi è tra manifestazioni economiche e finanziarie.

Ciò avviene attraverso due modalità:

1. AGGIUNGERE, INTEGRARE: imputando all’esercizio costi e ricavi di competenza ma che hanno manifestazione finanziaria in un altro esercizio successivo o precedente;

2. TOGLIERE, STORNARE, RETTIFICARE: rinviando costi e ricavi già rilevati in partita doppia ma che sono (del tutto o, più spesso, in parte) di competenza futura.

LE SCRITTURE DI ASSESTAMENTO

(2)

SCRITTURE DI ASSESTAMENTO

SCRITTURE DI SCRITTURE DI SCRITTURE DI SCRITTURE DI

COMPLETAMENTO INTEGRAZIONE RETTIFICA AMMORTAMENTO

- INTERESSI BANCARI - SVALUTAZIONE - RISCONTI

E POSTALI CREDITI ATTIVI E PASSIVI

- CREDITI E DEBITI - RATEI ATTIVI - RIMANENZE DI

DA LIQUIDARE E PASSIVI MAGAZZINO

- STRALCIO DEI - ACCANTONAMENTO

CREDITI A FONDI RISCHI E

A FONDI ONERI - TFR

- IMPOSTE DELL’ESERCIZIO

SCRITTURE DI COMPLETAMENTO

INTERESSI BANCARI E POSTALI

Le somme depositate su conti correnti bancari e postali generano interessi che maturano con periodicità non inferiore all’anno. Con la stessa periodicità maturano interessi sulle somme utilizzate a debito sui conti correnti bancari.

31-dic vfa BANCA X C/C 70,3

ven TITOLARE C/RITENUTE SUBITE 24,7

vep INTERESSI ATTIVI BANCARI 95

DESCRIZIONE: capitalizzati interessi attivi

Con le scritture di completamento si rilevano costi e ricavi relativi a operazioni temporalmente ed economicamente di intera competenza dell’esercizio, in precedenza non registrate in quanto misurate da variazioni finanziarie liquidabili nel loro esatto ammontare soltanto alla fine del periodo amministrativo.

(3)

31-dic ven INTERESSI PASSIVI BANCARI 550

vfp BANCHE C/INTERESSI MATURATI 550

DESCRIZIONE: interessi passivi maturati

CREDITI E DEBITI DA LIQUIDARE

Gli acquisti e le vendite vengono registrati nel momento in cui si ricevono o si emettono le fatture. Questa procedura genera un problema di competenza nel caso le fatture siano differite: la fattura relativa alle merci acquistate in novembre deve essere emessa entro il 15 dicembre; le merci vendute in dicembre possono essere fatturate fino al 15 gennaio e giungere così all’azienda nell’anno successivo.

Nonostante questi aspetti tecnico-giuridici, sarebbe scorretto non rilevare il costo relativo a merci già ricevute o a servizi già utilizzati, solamente perché non è ancora giunto il relativo documento. In DARE si rileva il costo, in AVERE sorge il debito da liquidare che, in attesa di ricevere la fattura, non può essere la voce DEBITI V/

FORNITORI ma si registra nel conto FATTURE DA RICEVERE (passività).

Allo stesso modo si deve rilevare il ricavo dovuto alle merci cedute in dicembre e che saranno fatturate entro il 15 gennaio: in AVERE si registra il ricavo, in DARE si rileva il credito nel conto FATTURE DA EMETTERE (attività). L’IVA sulle fatture da emettere va rilevata: è vero che la fattura sarà emessa in gennaio, ma con riferimento al mese di dicembre (l’IVA rientra nella liquidazione relativa a dicembre o all’ultimo trimestre).

31-dic ven MERCI C/ACQUISTI 4150

vfa IVA A NS/CREDITO 913

vfp FATTURE DA RICEVERE 5063

DESCRIZIONE: merci ricevute da fatturare

31-dic vfa FATTURE DA EMETTERE 3464,8

vep MERCI C/VENDITA 2840

vfp IVA A NS/DEBITO 624,8

DESCRIZIONE: merci consegnate da fatturare

(4)

IL TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO MATURATO

In caso di cessazione del contratto di lavoro, ciascun dipendente ha diritto di ricevere una somma a titolo di trattamento di fine rapporto (art. 2120 c.c.). Ogni anno si deve perciò incrementare la quota maturata nell’esercizio da portare ad incremento dei Debiti per TFR maturati in precedenza; tale incremento è composto da due elementi:

- la quota commisurata alle retribuzioni dell’anno: si determina dividendo la retribuzione annua per 13,5;

- la rivalutazione dei debiti per TFR preesistenti: si determina ad un tasso costituito dall’1,5%

in misura fissa e dal 75% dell’aumento dell’indice dei prezzi al consumo accertato dall’ISTAT rispetto al mese di dicembre precedente; tale rivalutazione è soggetta a ritenuta fiscale dell’17%.

L’azienda rileva in COGE un costo d’esercizio per il TFR maturato nell’anno e accredita i conti finanziari DEBITI PER TFR e DEBITI PER RITENUTE DA VERSARE.

L’importo accreditato nel conto DEBITI PER TFR rappresenta per l’azienda un valore finanziario presunto, cioè un debito a scadenza indeterminata, perché non è noto il momento della liquidazione (che sarà quello delle dimissioni, del licenziamento, ecc.).

ESEMPIO:

Retribuzioni lorde: 78.300,00 euro Indice dei prezzi al consumo: 101,90 Debiti per TFR preesistenti: 18.400,00 euro

Quota annua:

Dividere le retribuzioni lorde per il numero fisso 13,50 78.300 :13,50 = 5.800,00 Recupero del contributo dello 0,50% INPS -78.300 x 0,50% = -391,.50

Quota annua 5.408,50

Rivalutazione dei Debiti per TFR +18.400 x 2,925% = +538,20

[1,50 + 75% x (101,90 – 100)] = 2,925% TFR lordo 5.946,70

Trattenuta per l’imposta sostitutiva del 17% - 538,20 x 17% = -91,49

TFR NETTO 5.855,21

(5)

31-dic ven TFR 5.946,70

vfp DEBITI PER TFR 5.855,21

vfp DEBITI PER RITENUTE DA VERSARE 91,49

DESCRIZIONE: TFR maturato nell'esercizio

IMPOSTE DELL’ESERCIZIO

30-giu vfa IMPOSTE IN ACCONTO 4200

vfp BANCA X C/C 3600

DESCRIZIONE: prima rata acconto imposte

30-nov vfa IMPOSTE IN ACCONTO 3600

vfp BANCA C/C 3600

DESCRIZIONE: seconda rata acconto imposte

31-dic ven IMPOSTE DELL'ESERCZIO 7000

vfp DEBITI PER IMPOSTE 7000

DESCRIZIONE: imposte di competenza

31-dic vfa DEBITI PER IMPOSTE 7000

vfa CREDITI PER IMPOSTE 800

vfp IMPOSTE IN ACCONTO 7800

DESCRIZIONE: storno acconto imposte

SCRITTURE DI INTEGRAZIONE

Le scritture di integrazione rilevano, misurate da variazioni finanziarie presunte, quote di ricavi e di costi di parziale competenza dell’esercizio e anche costi che, in precedenza non registrati perché avranno la loro manifestazione finanziaria in futuro, si vogliono prudenzialmente attribuire all’esercizio.

(6)

LA SVALUTAZIONE DEI CREDITI

A fine esercizio si controllano e si valutano i crediti non ancora riscossi.

Per prima cosa si stralciano i crediti sicuramente inesigibili:

VEN DARE PERDITE SU CREDITI

VEP AVERE CREDITI V/CLIENTI, CREDITI INSOLUTI….ECC.

In un secondo momento si svalutano, del tutto o in parte, quei crediti ritenuti (non del tutto) insicuri (svalutazione specifica):

VEN DARE SVALUTAZIONE CREDITI

VEP AVERE FONDO SVALUTAZIONE CREDITI

Infine si svalutano in parte tutti i crediti rimanenti (svalutazione generica): la misura di tale rettifica è dettata dall’esperienza (in media, ogni anno, che percentuale di crediti risulta non riscossa?) o dalle statistiche economiche (nel settore in cui opera l’azienda qual è la media di fatture non pagate?):

VEN DARE SVALUTAZIONE CREDITI

VEP AVERE FONDO RISCHI SU CREDITI

31-dic VEN PERDITA SU CREDITI 2200

VFP CREDITI V/CLIENTI 2200

DESCRIZIONE: stralciato credito dell’esercizio

31-dic ven SVALUTAZIONE CREDITI 1190

vfp FONDO SVALUTAZIONE CREDITI 1190

DESCRIZIONE: Svalutazione specifica crediti dubbi

03-dic ven SVALUTAZIONE CREDITI 4290,3

vfp FONDO RISCHI SU CREDITI 4290,3

DESCRIZIONE: Svalutazione generica crediti certi

(7)

RATEI ATTIVI E RATEI PASSIVI

I costi e i ricavi proporzionali al tempo e con manifestazione finanziaria posticipata all’esercizio successivo, per la quota maturata nell’ anno appena concluso, devono essere registrati al 31/12; tali componenti di reddito trovano contropartita, rispettivamente, nella passività RATEI PASSIVI o nell’attività RATEI ATTIVI.

Esempio:

Abbiamo affittato, a partire dall’01/10, il vecchio magazzino al canone di € 12.000 da riscuotere in rate semestrali posticipate.

RATEO ATTIVO

01-ott 31-dic 01-apr

6 : 12.000,00 = 3 : X X = 6.000,00

31/12 vfa RATEO ATTIVO 6.000,00

Vep FITTI ATTIVI 6.000,00

Esempio:

in data 01/10 ottenuto mutuo triennale di 70.000,00 euro al tasso del 4,80%: gli interessi semestrali sono da corrispondere in via posticipata.

RATEO PASSIVO

01-ott 31-dic 01-apr

𝑰 =

70.000∗4,80∗3

1.200

= 840,00 euro

31/12 ven INTERESSI PASS. SU MUTUI 840,00

vfp RATEO PASSIVO 840,00

(8)

LE RIMANENZE DI MAGAZZINO

Le merci, le materie di consumo, le materie prime, i semilavorati, i prodotti in lavorazione e i prodotti finiti, di proprietà dell’azienda nel momento in cui si redige l’inventario, vengono indicati con il nome di RIMANENZE FINALI. La valutazione deve essere effettuata per ogni singolo articolo e deve essere preceduta da un’accurata rilevazione delle quantità da valorizzare. In base al principio della prudenza le rimanenze non devono essere iscritte per un valore superiore al minor prezzo tra quello di acquisto o di costo e quello desunto dall’andamento del mercato alla chiusura dell’esercizio (art. 2426 punto 9 c.c.).

I costi inerenti all’acquisto e alla conservazione delle merci, dei prodotti e dei materiali di consumo esistenti a fine anno non hanno trovato nel corso dell’esercizio il loro utilizzo o non hanno dato il corrispettivo ricavo; devono perciò essere stornati dal reddito d’esercizio e rinviati alla determinazione del reddito dell’esercizio successivo.

In contabilità comporta:

la rettifica indiretta del costo d’acquisto dei beni in quanto invenduti

VEN DARE Merci, Prodotti finiti, …. ECC

il sorgere di un costo sospeso che indica la presenza di beni da vendere nell’esercizio successivo

VEP AVERE Merci c/rimanenze finali, Prodotti finiti

c/rimanenze finali…. ecc

31/12 ven MERCI 1.000,00

vep MERCI C/RIMANENZE FINALI 1.000,00

DESCRIZIONE: valutate merci

31/12 ven PRODOTTI FINITI 1.000,00

vep PRODOTTI FINITI C/RIMANENZE FINALI 1.000,00

DESCRIZIONE: valutati prodotti finiti

(9)

RISCONTI ATTIVI E PASSIVI

Durante l’esercizio sono stati rilevati costi e ricavi, proporzionali al tempo (cioè che variano in ragione del tempo, come interessi, affitti, assicurazioni, canoni di leasing) ma di competenza anche dell’esercizio successivo: si dovrà suddividere il costo (o il ricavo) tra i due esercizi nei quali eroga la propria utilità.

I risconti sono quote di ricavi o di costi non ancora maturati ma che hanno già avuto la manifestazione finanziaria e che quindi sono già stati rilevati.

RISCONTI ATTIVI VEN DARE

COSTO RETTIFICATO VEP AVERE

RICAVO RETTIFICATO VEN DARE

RISCONTO PASSIVO VEP AVERE

Esempio:

in data 01/10 si stipula un contratto di locazione di un capannone, pagando anticipatamente il canone annuo di 1.800,00 euro.

RISCONTO ATTIVO

01-ott 31-dic 01-ott

12 : 1.800 = 9 : X X = 1.350 euro

31/12 ven RISCONTO ATTIVO 1.350

vep FITTI PASSIVI 1.350

Esempio:

in data 15/12 concessa a un cliente una dilazione di pagamento di una fattura di 14.600 euro; nella stessa data si riscuotono gli interessi calcolati al tasso del 5%.

RISCONTO PASSIVO

15-dic 31-dic 23-feb

𝐼 =14600 ∗ 5 ∗ 70

36500 = 140 𝑒𝑢𝑟𝑜

31/12 ven INTERESSI ATTIVI DA CLIENTI 1.500

vep RISCONTI PASSIVI 1.500

(10)

PUNTI IN COMUNE TRA RATEI E RISCONTI:

- sia i ratei che i risconti sono causati da costi o da ricavi proporzionali al tempo;

- i costi e i ricavi coprono un arco di tempo a cavallo di due esercizi consecutivi.

DIFFERENZE TRA RATEI E RISCONTI:

Oggetto RATEI RISCONTI

Descrizione Parti di costo/ricavo

NON ancora

pagato/riscosso o

rilevato, di

competenza dell’esercizio.

Parti di costo/ricavo pagato/riscosso o rilevato, NON di competenza

dell’esercizio.

Aggettivo Passivi se relativi a costi; attivi se relativi a ricavi

Passivi se relativi a ricavi; attivi se relativi a costi

Valore Finanziario Economico

Tipo di scritture Integrazione Rettifica

Periodo di

riferimento

Periodo di

riferimento dalla (ultima) operazione al 31/12 (tempo trascorso)

Dal 31/12 alla scadenza

successiva (tempo futuro)

Manifestazione finanziaria

Posticipata Anticipata

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FONDI ONERI E FONDI RISCHI

Secondo il principio di competenza nella determinazione del reddito d’esercizio l’impresa deve tener conto di tutti i rischi prevedibili e delle eventuali perdite che potranno manifestarsi in futuro che traggono origine da operazioni dell’esercizio in corso o di esercizi precedenti.

L’azienda accantona gradualmente (anno dopo anno) e contabilmente (cioè solo tramite una scrittura: senza depositare la cifra relativa in un apposito cassetto o versarla su uno specifico conto corrente bancario) dei fondi per far fronte a spese future che sicuramente si verificheranno ma delle quali non si conosce l’esatto importo.

FONDI ONERI

Sono debiti presunti relativi a costi che l’impresa sa di dover sostenere negli esercizi futuri per operazioni svolte nell’esercizio presente.

- Fondo garanzia prodotti - Fondo manutenzioni cicliche - Fondi buoni sconto e concorsi a premi

FONDI RISCHI

Sono debiti presunti relativi a costi che l’impresa potrebbe sostenere negli esercizi futuri per operazioni svolte nell’esercizio presente.

- Fondo responsabilità civile - Fondo per imposte

31-dic ven ACC.TI PER GARANZIA PRODOTTI 1200,00

vfp FONDO GARANZIA PRODOTTI 1200,00

DESCRZIONIE: costituito fondo garanzia prodotti

31-dic ven ACC.TI PER RESPONSABILTA' CIVILE 2450,00

vfp FONDO RESPONSABILTA' CIVILE 2450,00

DESCRIZIONE: adeguato fondo resp. Civile

31-dic ven ONERI TRIBUTARI DIVERSI 750,00

vfp FONDO PER IMPOSTE 750,00

DESCRIZIONE: valutato rischio contenzioso

31-dic ven ACC.TI MANUTENZIONI CICLICHE 2450,00

vfp FONDO MANUTENZIONI CICLICHE 2450,00

DESCRIZIONE: costi futuri di manutenzione

(12)

LE SCRITTURE DI AMMORTAMENTO

Come si calcola l’ammortamento????

Quota di ammortamento: rappresenta la parte del costo pluriennale da attribuire all’esercizio; essa esprime la perdita di valore subita dal bene durante l’anno.

Per calcolare la quota di ammortamento occorre determinare:

1. il valore da ammortizzare: dato dalla differenza tra il costo storico del bene e il presunto valore di realizzo che l’impresa ritiene di ottenere al momento in cui il bene viene eliminato.

Il costo storico è il costo sostenuto al momento dell’acquisto del bene.

Il presunto valore di realizzo è il valore che l’impresa ritine di riscuotere nel momento della sostituzione del bene.

2. la vita utile del bene: il periodo di tempo per il quale il bene possa dare la sua utilità economica.

3. il criterio di ammortamento: il modo in cui il costo pluriennale deve essere suddiviso tra i vari esercizi di vita utile del bene.

L’ ammortamento è un processo tecnico – contabile attraverso il quale un costo pluriennale viene suddiviso lungo tutti gli esercizi

durante il fattore produttivo di media/lunga durata partecipa

all’attività di gestione.

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