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PREMESSA COME È NATO QUESTO LIBRO

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Academic year: 2022

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PREMESSA

COME È NATO QUESTO “LIBRO”

Le storie di questo libro sono state inventate dai Quadrifogli, i bambini dell’ultimo anno della sezione A della Scuola dell’Infanzia Rodari.

Dopo aver conosciuto il mondo delle api attraverso libri, video e fotografie hanno potuto osservarle direttamente nel giardino della scuola. I “fiori alti” posti proprio di fronte alle nostre finestre erano meta ambita di diversi insetti impollinatori e l’osservazione quotidiana ha permesso che si rafforzasse l’interesse di tutto il gruppo nei confronti di questi animali, creando un legame quasi amicale nei loro confronti.

Ad esempio il momento in cui gli operai sono venuti a falciare il prato è stato molto intenso per i bambini che vi hanno assistito in diretta. “Nooo, le api!!!” urlava qualcuno di loro con foga dietro al vetro sperando di fermare la macchina falciatrice.

La proposta di diverse attività guidate dal personaggio di Soraya, l’ape operaia, ha funto da aggancio per la creazione collettiva di storie sulle api. Accompagnati da domande stimolo dell’insegnante e partendo da situazioni problema, i bambini hanno immaginato eventi, creato connessioni, cercato soluzioni, effettuato votazioni e riportato conoscenze personali per l’ideazione di gruppo di tante avventure.

Tutti hanno partecipato, ognuno a modo proprio, talvolta anche con interventi sorprendenti e inaspettati.

I bambini non lo sanno, ma anche loro si sono messi alla prova come facevano nel secolo scorso gli alunni del grande maestro e pedagogista Mario Lodi: dopo aver osservato cosa accadeva nella natura attorno a loro, hanno inventato delle nuove storie completamente personalizzate e arricchite di personaggi, avventure, drammi, emozioni e così via. Come Mario Lodi e i suoi bambini hanno tirato fuori dalla penna Cipì, Passerì, Margherì e tutti i loro amici, anche nella nostra classe l’ape Soraya ha incontrato Poma, Carlo e ha vissuto appassionanti disavventure.

L’insegnante ha appuntato le vicende e le ha poi trascritte rimanendo fedele - se non nel linguaggio - sicuramente nella riproposizione degli eventi. Inizialmente era previsto che vedesse la “pubblicazione” una sola storia, ma le creazioni “di riscaldamento”

erano già così interessanti che sarebbe stato un peccato non condividerle con le famiglie.

Per il progetto Lettura di quest’anno ci siamo focalizzati più sull’aspetto di strutturazione della storia che sulla parte grafico-creativa, ma ogni bambino ha illustrato personalmente il proprio libro. Qui trovate solo una piccola selezione dei loro disegni.

Ora non ci resta che augurare buona lettura a tutti!

Asia, Diego, Enea, Irene, Taim, Andrea, Alonzo e le loro maestre

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SORAYA E IL CANE

Stamattina Soraya, l’ape operaia, si è svegliata e per prima cosa ha fatto colazione con del gustoso miele. Il miele viene prodotto da lei e dalle sue sorelle con il polline che ogni giorno vanno a raccogliere dai fiori del nostro giardino.

Solo che stamattina Soraya, mentre svolazzava per raggiungere il prato, ha fatto un incontro che l’ha distolta dal suo impegno. Ha visto un animale che camminava accanto alla strada e inizialmente ha pensato potesse essere un orso. Dopo essersi ricordata che di orsi a Cologno Monzese non se ne sono visti recentemente, ha capito che l’animale in questione era un simpatico riccio. Soraya è andata subito da lui a presentarsi: “Ciao, io mi chiamo Soraya. E tu?” “Io mi chiamo Poma!” ha risposto lui.

Avendo immediatamente fatto amicizia, i due hanno deciso di scambiarsi un abbraccio.

Soraya ha fatto attenzione ad avvicinarsi alla pancia del riccio e non alla schiena, per evitare di farsi pungere dagli aculei. Essendo l’ape molto più piccola del suo amico, non è riuscita ad allungare la braccia fino a farle girare tutte intorno al riccio, ma si è accoccolata a zampette tese su suo pancino.

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Nel frattempo, le sorelle api bottinatrici sono tutte impegnate a raccogliere polline e nettare dai fiori alti e viola del nostro giardino. Svolazzano ronzando di fiore in fiore finché una di loro non si accorge che Soraya manca all’appello. La cerca nel prato, ma di lei nessuna traccia. Decide quindi di tornare all’alveare per avvisare la Regina.

Non appena la Regina, mamma di tutte le api, viene a sapere che una delle sue figlie è scomparsa si mette subito a cercarla per tutto l’alveare. Vola di cella in cella, guarda in ogni buco, in ogni mobile, perfino dentro ai cassetti. Niente, Soraya non si trova.

Ordina quindi alle api guardiane di andare a cercarla per strada.

Soraya si è ormai completamente dimenticata di dover andare a raccogliere il polline.

Dopo aver salutato il riccio, riprende a svolazzare a zonzo fino a quando, senza accorgersene, un grosso cane le si avvicina e aprendo la bocca la afferra fra le sue fauci.

Soraya è terrorizzata e non sapendo come potersi salvare, fa l’unica cosa che le viene in mente: punge la bocca del cane. Questo sentendo il dolore della puntura apre la bocca lasciando cadere l’ape, e scappa via sofferente mentre il suo muso si gonfia sempre di più.

Soraya è sul terreno libera, ma in fin di vita perché – si sa – le api non sopravvivono dopo aver punto col loro pungiglione. Per lei sembrano non esserci speranze…

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Le api guardiane, mandate dalla Regina, stanno volando dappertutto per trovare la loro sorella perduta. Ad un tratto la vedono, sdraiata a terra ferita. Non possono permettere che lei muoia e allora realizzano che c’è solo un modo per risolvere la situazione:

riattaccheranno il pungiglione al suo posto!

Insieme la trascinano all’alveare, la operano e le fanno una fasciatura. La Regina è contenta che Soraya sia salva, ma la rimprovera per essere andata a gironzolare mettendosi in pericolo, invece di compiere il suo lavoro di bottinatrice.

Appena dopo essersi ripresa, Soraya decide allora di farsi perdonare impegnandosi tantissimo e riuscendo così a raccogliere più polline di tutte le altre api.

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SORAYA E LA PIOGGIA

Dopo un lungo periodo di sole e siccità, oggi è tornata la pioggia. I fiori e le piante del giardino hanno finalmente l’acqua che per loro è tanto importante per crescere, solo che di api oggi non c’è traccia. Quando si sono svegliate e si sono accorte che stava piovendo hanno deciso di rimanere dentro il loro alveare al sicuro. Le gocce sono pericolose per degli animali così piccoli, ne uscirebbero inzuppate. Per il momento, la raccolta del polline è sospesa fino a nuove indicazioni della Regina.

Solo che Soraya quando si alzata dalla sua celletta, mezza addormentata, non si è accorta del cielo grigio. Ha fatto come sempre colazione col miele e poi è uscita dall’alveare per volare fino al nostro giardino per svolgere il suo lavoro di bottinatrice.

Mentre stava raccogliendo un po’ di polline da una margherita, ha sentito un boato improvviso. Solo in quel momento si è resa conto che quello era un tuono e che stava per iniziare un temporale. Spaventata, si è riparata sotto i petali del fiore, usandolo a mo’ di ombrello, mentre la pioggia scrosciava tutto intorno a lei. D’un tratto però, un fulmine ha colpito la margherita, facendone cadere tutti i petali.

Soraya, rimasta senza riparo, ha deciso quindi di volare velocemente verso il suo alveare, zigzagando fra le gocce di pioggia.

Non appena entrata nell’alveare è stata accolta affettuosamente dalle sue sorelle che erano in pensiero per lei, dopo essersi accorte della sua scomparsa.

Immediatamente, ecco che un altro fulmine scende dal cielo e colpisce direttamente l’alveare. La casa delle api si stacca dal ramo a cui era appesa e precipita sul terreno. Le api sono spaventatissime per la caduta e sentono una grande tristezza per la loro casetta ammaccata. Subito dopo però la loro emozione si trasforma in rabbia e tutte insieme decidono di volare verso le nuvole per vendicarsi dell’affronto del fulmine nei loro confronti. Con la Regina in testa allo sciame, si scagliano nel cielo puntando i pungiglioni direttamente alle nuvole per infilzarle, solo che… ci passano attraverso senza successo. Le nuvole non sono dure, sono fatte solo di aria!

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Le api hanno bisogno di un’altra soluzione, qualcosa di più efficace. È in quel momento che a Soraya viene un’idea: rimetteranno l’alveare al loro posto. Tutte insieme volano sotto di esso e ronzando con forza lo sollevano da terra spingendolo fino al ramo dove era attaccato in precedenza. Solo che hanno bisogno di qualcosa che lo faccia rimanere attaccato all’albero e quale idea migliore dell’appiccicoso miele che loro stesse hanno prodotto?

Il piano è un successo! L’alveare torna al suo posto proprio quando la pioggia inizia a cessare e nel cielo splende un meraviglioso arcobaleno.

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SORAYA E IL TAGLIAERBA

Un altro giorno di pioggia in questa primavera. Anche oggi le api sono rimaste al riparo nel loro alveare. Questa volta perfino Soraya si è accorta del cielo grigio e non si è messa in pericolo.

E proprio mentre i nostri amici insetti se ne stavano ad oziare al calduccio, nel nostro giardino sono arrivati i giardinieri. Uno con un bastone con dei lacci rotanti ha iniziato a tagliare l’erba, seguito da un altro che guidava una grossa macchina verde che ha falciato tutti i fiori alti che le api amano tanto. Vani i nostri richiami a fermarsi, i giardinieri hanno tranciato tutto.

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Il giorno dopo è tornato il sole. Le api si sono svegliate come di consueto pronte per un’altra giornata di raccolta del polline. Hanno svolazzato fino al nostro giardino allegre e ignare di quello che avrebbero trovato. Solo una volta giunte là dove solitamente le attendevano dei gustosi e profumanti fiori viola hanno realizzato quel che era accaduto: il prato era stato tagliato.

Soraya e le sue sorelle sentono una grande tristezza: come faranno adesso ad avere tutto il nettare di cui hanno bisogno? Qualcuna di loro è profondamente arrabbiata coi giardinieri, crede siano stati davvero cattivi a fare quello che hanno fatto, togliere il nutrimento a dei poveri e preziosi insetti.

È la Regina a prendere in mano la situazione: “Dobbiamo trovare altri semi per far crescere di nuovo i fiori!” Nell’entusiasmo che si accresce fra le sue figlie, le invita a volare nei paraggi per cercare dei fiori da cui prendere il polline. “C’è un giardino grande grande grande grande grande grande grandissimo alla Scuola Primaria”

propone un’apina. “Anche accanto alla strada che va più in là ci sono tantissimi tarassachi” suggerisce un’altra.

Tutto lo sciame inizia a sparpagliarsi alla ricerca dei fiori per tutto il vicinato. C’è chi vola destra, chi ronza a sinistra, fino a che Soraya non vede un prato fiorito e presa dalla contentezza torna velocemente dalla Regina per avvisarla.

“Brava!” le fa i complimenti la sua mamma. Soraya allora si mette a danzare la danza delle api per mostrare alle altre bottinatrici dove potranno trovare i fiori. Tutte quante vanno quindi nel giardino della Scuola Primaria e volano di fiore in fiore per riempirsi di polline. Una volta raccolto, tornano indietro e lo spargono nell’erba davanti alla nostra finestra.

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Qualche giorno dopo le api tornano di nuovo nel nostro giardino e scoprono con grande gioia che sono cresciuti tanti nuovi fiori: ci sono margherite, non-ti-sccordar-di-me, tarassachi, fiori bianchi, fiori lilla… un trionfo di colori! Finalmente possono riprendere a raccogliere polline e nettare per produrre del nuovo gustoso miele!

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SORAYA E IL CONIGLIO DI PASQUA

Stamattina l’ape Soraya si è messa come di consueto a raccogliere il polline quando all’improvviso ha visto comparire delle lunghe orecchie da dietro un cespuglio. Subito ha iniziato a chiedersi cosa ci fosse lì dietro: magari un pericoloso leone? O forse quelle escrescenze bianche erano le ali di un’ape gigantesca? O di un grosso bombo?

Soraya, che è molto curiosa, decide di interrompere il suo lavoro e di andare a scoprirlo coi suoi occhi. Si è sbagliata, c’è un coniglio!

Spaventati, entrambi lanciano un urlo e poi il coniglio abbassa le orecchie per la paura e va a nascondersi dentro a un altro cespuglio.

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Dopo pochi istanti l’apina si tranquillizza e si guarda intorno. Dov’è finito il coniglio?

Vedendo un cespuglio muoversi si avvicina ad esso pensando che possa essere lì dietro, ma non lo trova. Svolazzando tutto intorno, sfiora i rami e sente che c’è qualcosa di soffice all’interno. Quando entra nel cespuglio ecco che trova il coniglietto. Questo, preoccupato che l’insetto voglia pungerlo, balza fuori e cerca di scappare via. Soraya vorrebbe fare conoscenza e gli vola velocemente dietro. Quando il coniglio se ne accorge si ferma e si gira verso di lei chiedendole a gran voce: “Perché mi segui?”

“Voglio fare amicizia con te” risponde gentilmente l’ape. “Io mi chiamo Soraya. E tu?”

“Io mi chiamo Carlo. Ho perso la mia famiglia, possiamo fare amicizia?”

“Sì, va bene” dice lei. “Perché hai perso la tua famiglia? Cosa è successo?”

Carlo allora racconta gli avvenimenti: i suoi fratelli e sorelle coniglietti pasquali erano stati preparati dai bambini come regalo di Pasqua per le loro famiglie e quindi l’ultimo giorno di scuola i bimbi e le bimbe li avevano portati a casa con loro. Solo il coniglio bianco, quello preparato dalle maestre, era rimasto a scuola, completamente solo.

“Io e le mie sorelle possiamo diventare tue amiche” esclama Soraya dandogli un abbraccio sul pancino (perché, come il riccio, anche il coniglio è troppo grande perché riesca a circondarlo tutto con le sue piccole zampette da insetto).

Quindi l’apina vola all’alveare per annunciare a tutte cos’è appena successo: “Ho trovato un coniglio. Volete diventare sue amiche?” Si sente subito un coro di “Sì!”

Soraya accompagna tutte le api verso il loro nuovo amico. Dopo qualche minuto di volo qualcuna spazientita le chiede: “Soraya, ma dov’è questo coniglio?” “State calme”

risponde lei, “ma appena lo vedete, non pungetelo. Lui ha un po’ paura di noi api”.

Non appena le api e il coniglio si incontrano sul prato, iniziano le presentazioni. Ogni apina dice il proprio nome. Sono novanta, cento, un milione, un miliardo di un milione.

Il coniglio ascolta tutti i nomi e poi dice loro di chiamarsi Carlo. Adesso si sente meglio, ha tante nuove amiche.

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Tutti insieme decidono di andare a raccogliere il polline. Lui non sa volare, ma lo raccoglie con le sue zampe e lo mette nel cestino delle uova di Pasqua (che ormai è vuoto perché Pasqua è già passata). Con tutto il polline e il nettare raccolto possono fare tanto tanto miele!

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