Resoconti P a r l a m e n t a r i — 297 — A s s e m b l e a R e g i o n a l e S i c i l i a n a
VI Le g i s l a t u r a CCCXIV SEDUTA 1 4 Ma g g io 19 7 0
C C C X I V S E D U T A
(Antimeridiana)
g i o v e d ì 14 M A G G I O 1 9 7 0
Presidenza dei Vice Presidente GRASSO NICOLOSI indi
del Presidente LANZA
I N D I C E
Commissioni le g is la tiv e :
(Elezione d e i c o m p o n e n t i ) ...
(Votazione s e g re ta ) . . . . (R isultato d e lia v o t a z io n e ) . . .
D iclùarazioni d e l P r e s id e n t e d e lla R e g io n e ( S e guito d e lla d is c u s s io n e ) :
PRESIDENTE GENNA . g r a m m a t i c o . RUSSO M IC H E LE * SALADINO * DE PASQUALE . l o m b a r d o .
(Votazione p e r a p p e llo n o m in a le ) (Risultato d e lla v o ta z io n e ) .
Inversione dell’ordine del giorno:
PRESIDENTE...
P ag .
316 317 317
297 297 298 301 301 304 312
315 316
316
La seduta è aperta alle ore 10,25.
DI MARTINO, segretario, dà lettu ra del processo verbale della sedu ta preceden te, che, sorgendo osservazioni, s’intende appro
vato.
Seguito della discussione su lle dichiarazioni del Presidente della Regione.
.p r e s i d e n t e. Si passa al punto I dell’or- 'Jine del giorno; Seguito della discussione sulle
^ichi,orazioni del P residen te della Regione.
GENNA. Chiedo di p arlare per dichiarazio
ne di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GENNA. Signor Presidente, onorevoli col
leghi, intervengo brevem ente per rib adire che noi liberali voteremo contro il Governo. I mo
tivi sono già stati espressi nel corso del dibat
tito, e non mi sem bra che la replica del P re sidente della Regione, nè gli in terventi dei colleghi della maggioranza siano stati suffi
cienti ad elim inare tu tte le riserv e che ave
vamo e continuiamo ad avere nei riguardi di questo Governo.
Le dichiarazioni rese dal Presidente della Regione, cui personalm ente continuo a m ani
festare la massima stima, non sono soddisfa
centi. Non affrontano adeguatam ente il proble
ma di fondo dei rapporti con l’estrem a sinistra e non danno quelle assicurazioni che tu tti i veri democratici, in questa Assemblea e nella Isola intera, erano ansiosi di sentire.
Il Presidente Fasino, nel m omento in cui non ha, a chiare lettere, espresso la volontà di rifiutare ogni ap ertu ra al P a rtito comunista italiano, ha confermato quei dubbi che già aveva fatto nascere in noi l’onorevole D ’A n
gelo durante il lungo periodo di crisi.
Il nuovo Governo, inoltre, nasce con gli stes
si difetti dei precedenti, fondati sulla form ula di centro-sinistra, aggravati, però, dal tempo e dalle sem pre crescenti incertezze dem ocra
tiche dei socialisti.
Il program m a enunciato dall’onórevole F a sino, per concordare il quale ci sono voluti
'*'S0C0MÌ, f. 47 (500)
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ben q u attro mesi duran te i quali l’a ttiv ità del- l’Assem blea è stata bloccata, dim ostra di vo
ler continuare sulla strada, bruscam ente q uan
to inspiegabilm ente in te rro tta alla fine dello scorso anno: e così come fum m o contrari a quello, non possiamo non esserlo ancora a questo.
A proposito del richiam o, che nella replica ha effettuato il P residente, alla necessità di elim inare lo scetticism o che pervade questa Assemblea, non posso non rico rd are che que
sta sensazione non nasce a caso; essa è ali
m entata da anni di esperienza, d all’aver sen
tito troppe volte assicurare l ’opera e l’attiv ità del governo p er avviare a soluzione i proble
mi della Sicilia e d all’av er subito dopo assi
stito a ll’im potenza o alla rinunzia.
Ora ci si chiede di aver fiducia in questo nuovo Governo, m a esso non p resen ta alcuna nuova credenziale per m eritarlo. Noi liberali non possiamo che resta re a ll’opposizione, vo
tando contro; confermiamo, tu ttav ia , che la nostra non sarà, come non. è m ai stata, una opposizione pregiudiziale, m a consapevole e cosciente, una opposizione costruttiva.
GRAMMATICO. Chiedo di p arlare p er di
chiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GRAJ\/[MATICO. Onorevole Presidente, ono
revoli colleghi, il gruppo del M ovimento so
ciale italiano ha già illustrato, attrav erso lo intervento dell’onorevole Fusco, la sua posi
zione in ordine a questo Governo ed alle dichiarazioni program m atiche testé rese dal Presid ente della Regione, onorevole Fasino.
Mi lim iterò, pertanto, ad alcune osserva
zioni.
Il P residen te della Regione ha affermato che questo dibattito sul piano generale è sem brato inficiato dal clim a elettorale attuale, nel senso che non pochi orato ri hanno in tro dotto, nel processo di critica al Governo an che m otivi di ca ra tte re elettoralistico.
FASINO, P residen te della Regione. Nel senso della esacerbazione; le critiche sono ordinarie.
GRAMMATICO. Io debbo dichiarare qui, onorevole Fasino, che alm eno da p a rte del no
stro gruppo, p er la posizione che abbiam o
assunto, non ci siamo lasciati affatto sugge
stionare dal clima elettorale.
Il P resid ente della Regione ha altresì affer
m ato che dalle opposizioni non è stata posta in discussione quella che è la rea ltà politica espressa dalla form ula del centro-sinistra; non sono state fornite indicazioni ai fini di aprire discorsi nuovi in seno a questa Assemblea e nel contesto stesso della situazione politica siciliana. Ebbene, io respingo questa precisa
zione che in sede di replica ha effettuato lo onorevole Fasino.
FASINO, P resid en te della R egione. L’oppo
sizione di destra, p e r precisare.
GRAMMATICO. L ’opposizione di destra ad
d irittu ra non avrebbe avanzato alcuna propo
sta, secondo le sue affermazioni. {Commenti del P resid en te della Regione)
Io cerco di p o rta re degli argom enti a giu
stificazione del perchè noi votiam o in ima de
term in ata m aniera.
Mi sem bra, onorevole P resid en te della Re
gione, che da p a rte degli oratori della sinistra, dei colleghi comunisti, con m olta chiarezza è stata data una indicazione, e cioè che il centro-sinistra come form ula politica deve riten ersi superato e che p ertan to bisogna av
viarsi verso u na m aggioranza nuova, appunto di sinistra.
Ora non v ’è dubbio che afferm azioni di que
sto genere tendono a m odificare la situazione politica attuale, so p rattu tto quando, poi, tro
vano una certa eco in alcuni interventi di oratori ap p arten enti al centro-sinistra —■ vedi l’onorevole M annino, l ’onorevole Carollo —, nonché in interv en ti di u n certo tipo del Par
tito socialista italiano. E ’ evidente che ci tro
viamo dinanzi ad un discorso politico inteso a su perare in m aniera chiara, n e tta la poli
tica del centro-sinistra.
L ’onorevole P resid ente della R e g io n e ha
inoltre afferm ato che a destra, al di là di una
critica generica, p ro testataria, al di là di un rifiuto aprioristico, nulla é stato fatto per co
gliere il senso di questo G overno di cen tro -
sinistra, e so p rattutto nessuna in d i c a z io n e e
venuta p e r una formixla diversa da q u e ll e oi"
ferte dalla sinistra di questa Assemblea’
Anche qui debbo contraddirlo; almeno quanto rig u ard a il M ovim ento sociale docum entatam ente è stata... ( C o m m e n t i de onorevole Rindone)
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Per la v erità le. schede bianche perchè na
scesse questo G overno le avete votate voi.
Infatti, se oggi esso esiste Io si deve appunto a questo accorgim ento cui ha fatto ricorso il Partito com unista, il quale ad un dato mo- meno ha consentito che si sbloccasse una crisi che diversam ente non avrebbe trovato sboc
co, come ben 34 votazioni stanno a dim ostra
re. Io ritengo che la sua interruzione sia stata incauta, onorevole Rindone.
Come dicevo, noi abbiam o svolto una cri
tica massiccia nei confronti della form ula, perchè non v ’è dubbio che il centro-sinistra ha fatto il suo tem po; non riesce più ad espri
mere una m aggioranza a ll’interno di questa Assemblea nè, quello che è più im portante, una politica p e r quanto concerne la situazione economica e sociale gravissim a, dram m atica nella quale v ersa la Regione siciliana. Non concordiamo in fatti con lei quando afferma che si è giunti a questo Governo attraverso una maggioranza che si è articolata in term ini di libera scelta e di autonom ia. Ricordavo po
c’anzi, rispondendo a ll’onorevole Rindone, che ci son volute ben 34 votazioni per giungere aUa costituzione di questo Governo. Ma cono
sciamo anche, onorevole Presiden te della Re
gione, i risu lta ti delle votazioni cui m i rife risco; risu ltati del tu tto clam orosi a volte, che stanno a dim ostrare, appunto, che non esiste una compattezza, nessun punto di incontro tra le varie forze della m aggioranza, tra le varie correnti dei p a rtiti che fanno capo alla m e
desima, tali da cem entare una form ula politica e portarla ad esprim ere concretam ente una azione di c a ra tte re politico. Ne viene come conseguenza che quando noi del Movimento sociale italiano abbiam o appuntato tu tti gli strali della no stra critica, della nostra pole
mica nei confronti del centro-sinistra, lo ab
biamo fatto per sottolineare a ll’Assemblea la responsabilità che si sono assunti la Democra
zia cristiana ed il P a rtito socialista italiano nel riproporre in queste condizioni la form ula
«el centro-sinistra; la responsabilità che si sono assunti i repubblicani, i social dem ocra
tici nel dare, tra l’altro senza nessun condi
zionamento, la loro adesione.
Lei obietta che a destra non è stata avanzata lina proposta intesa ad offrire un a indicazione politica che poteva anche essere colta da parte p i Governo. A m e non sem bra, onorevole residente della Regione, perchè il Movimento
°ciale italiano contesta a su a 'v o lta la posi
zione apodittica della Dem ocrazia cristiana e del Presiden te della Regione nel m omento in cui dice: non vi sono a ltre altern ativ e al di fuori del centro-sinistra. Questo dato non ri
sponde alla rea ltà dei fatti. Se noi dovessimo esam inare la re a ltà politica in term in i num e
rici, così come poc’anzi ho afferm ato che esiste la possibilità di uno spostam ento a sinistra, dovrei dire che esiste in questa Assemblea la possibilità di un dialogo che si apra a destra. Non me lo contesti, onorevole P re si
dente della Regione.
FASINO, P resid en te della Regione. P a rlia mo in term ini politici.
GRAMMATICO. Esatto, in term ini politici.
Allora in questi term ini due discorsi possono essere fatti: o spostare il centro-sinistra verso una nuova m aggioranza a sinistra, o spostare il centro-sinistra su posizioni anticom uniste ed antim arxiste, cosi come noi reclamiamo.
Vi è però pure u n ’altra alternativa.
RINDONE. Anche perchè non sono tesi le sue.
GRAMMATICO. Lei sostiene le sue tesi m arxiste, m i consenta di sostenere le mie antim arxiste. Credo che questo rie n tri nella dialettica democratica.
Dicevo che può esservi u n ’altra a lte rn a tiva...
RINDONE. Ma sei fuori moda!
GRAMATICO. ... quando non si trovano gli elem enti per poter dare vita ad im a maggio
ranza rispondente a q u e lle , che sono le esi
genze di una Regione, come nel nostro caso:
ed è il ricorso agli elettori. In questo senso trovo valida la indicazione che è stata offerta in questa Assemblea dal collega Corallo.
Ma il Movimento sociale italiano ha fatto un discorso che può dar luogo ad un certo colloquio, ad un certo dialogo?
Onorevole Presidente della Regione, io r i
tengo che l’abbia fatto nel corso di questa crisi; risulta da alcuni pu nti dell’intervento dell’onorevole Fusco. Perchè quando il Mo
vimento sociale italiano afferma, come ha affermato, come continua ad afferm are, che se vogliamo veram ente creare mia situazione nuova dobbiamo prendere a tto che l’istitu to
R e s o c o n t i P a r l a m e n t a r i — 3 0 0 — A s s e m b l e a R e g i o n a l e S ic ilia n a
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autonom istico, cosi come è articolato, cosi co
m e è stru ttm 'ato non risponde più alle esi
genze di crescita — per adoperare u n te rm i
ne d ’uso — della società siciliana, noi v e ra m ente apriam o l’unico discorso vàlido oggi in Sicilia sul piano politico, e non soltanto sul piano politico, risalendo alla radice, cioè alla crisi che travaglia fino alle fondam enta l’istituto stesso; e lo facciamo perchè rite n ia mo che per potere andare avanti deve essere superato il punto m orto Che ha portato le popolazioni siciliane a non n u trire più alcuna fiducia nei confronti della Regione siciliana.
Noi dobbiamo restitu irla questa fiducia:
tu tti; e lo si può appunto esam inando quali sono gli aspetti di disfunzione dello S tatuto, della pubblica am m inistrazione, p er potere adeguare — attraverso sennate e sagge rifor- nne — lo strum ento autonom istico a quelle che sono le esigenze di fondo del momento.
Evidentem ente u n discorso che si rifa a tan to non può p rendere in considerazione a prim a vista gli indirizzi program m atici espressi da un Governo.
L ’onorevole Fusco non ha detto, infatti, che lei, onorevole Fasino, non ha offerto u n pro
gram m a di azione politica a ll’Assem blea ed al popolo siciliano. Egli ha sostenuto che nelle condizioni in cui è nato il centro-sinistra non è possibile a ttu a re qualsiasi program m a senza le basi p er una azione politica.
Noi prendiam o atto dello spirito contesta
tario, onorevole P residente, delle sue dichia
razioni nei confronti del Governo centrale, della politica m eridionalistica; m a ci dom an
diamo al tem po stesso come è possibile fare un discorso di siffatta n a tu ra quando la Regio
ne siciliana si presenta senza un suo piano di sviluppo economico e sociale. Questo è il punto. Quando la Regione siciliana non ha, come non ha, un suo piano di sviluppo eco
nomico e sociale, come può fare u n discorso contestatario nei confronti dello Stato, nei confronti della politica di certi, enti statali, nei confronti di una politica espressa dalla stessa Cassa del M ezzogiorno? Non può farlo.
Ed è appunto nella m ancanza di questo s tru m ento fondam entale, essenziale che ad un certo m omento cadono nel genericism o le n u m erose indicazioni che attrav erso il suo pro
gram m a sono state offerte. T endere ad un coordinam ento per quanto rig u ard a gli enti economici è una gran buona cosa. Ma io vor
rei ricordare a questa Assemblea che u n di
scorso di questo genere è stato fatto qualche an.no addietro. Si disse tra l ’altro: attenzione c’è l’E nte di promozione in du striale che perde annualm ente otto m iliardi! Ma quale è stato il bilancio, onorevole P resid ente della Regio
ne, che ci ha offerto l ’Espi q u est’anno? La per
dita di nove m iliardi.
Quindi, il punto non è indicare le disfun
zioni, cercare di cogliere quelli che sono i problem i, bensì d a r v ita a quella azione poli
tica ed am m inistrativ a che veram ente crei i presupposti di fondo p e r im a riorganizza
zione di ca ra tte re generale; m a questa rior
ganizzazione di c a ra tte re generale in una Nazione come la nostra, dove si è orm ai arti
colata u na determ in ata politica di program
m azione non può essere effettuata da parte della Regione siciliana senza che qu est’ultima abbia uno stru m en to suo, del quale servirsi per am bientare le iniziative economiche, le iniziative sociali; del quale servirsi, soprat
tutto, per non consentire che le varie inizia
tive si sovrappongano.
P e r esempio, noi abbiam o la crisi che tra
vaglia — e m i avvio alla conclusione — la nostra Regione per il blocco edilizio. Ma v’è dubbio che esiste una responsabilità di fondo della Regione stessa la quale, anche per quei comuni che orm ai da anni hanno i piani re
golatori, non può approvarli perchè mancano tu tto ra quelli com prensoriali?
Ecco la rea ltà ; e quando tendiam o ad allar
garla ci troviam o dinanzi a piani turistici, agricoli, industriali, gli u n i che si sovrappon
gono agli altri; arriviam o a d d irittu ra ad as
surdi, onorevole P residen te della Regione. Mi rifaccio come esempio alla provincia di Tra
pani, dove esiste u n piano turistico della Cassa p er il M ezzogiorno che insorge su alcune zone;
u n piano della Regione che si diversifica da quello della Cassa p e r il Mezzogiorno, ma p e r alcune zone insorge sulle stesse, eviden
tem en te operando l’affastellarsi di interventi vari, slegati, non coordinati fra di loro.
Sono queste considerazioni di ordine poli
tico che io m i sono perm esso di fare; sono queste considerazioni, p e r quanto r i g u a r d a
anche la im postazione program m atica che, a nostro giudizio, deve essere d ata alla politica siciliana, che ci portano, non in t e r m i n i 1
rifiuto aprioristico, onorevole P r e s i d e n t e d e -
la Regione, m a su u n terren o di r e s p o n s a b i l i ,
su un te rre n o di serietà, a dover dire « no » al suo Governo; a dover d ire « n o » sJle '
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chiarazioni program m atiche che da parte sua
sono state fatte, e a dovere, di necessità, espri
mere sfiducia alla fiducia che oggi ci si chiede.
RUSSO M ICHELE. Chiedo di p arlare per dichiarazione di voto.-
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RUSSO M ICHELE. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, lunga crisi e soluzione de
bole, in proporzione, in un quadro politico nazionale che si caratterizza come una tregua armata delle forze della coalizione in attesa della indicazione che v e rrà dalle urne. Lunga crisi e soluzione interlocutoria e- precaria an
che la nostra regionale. Nel m om ento culm i
nante della crisi l ’onorevole Fasino si era aggrappato disperatam ente, anche se per un attimo solo, all’unico punto di forza, anche se soltanto polemico, che gli pareva stesse an
cora a galla nel naufragio di tu tto : l’accusa di milazzismo.
Noi abbiam o respinto questa definizione nei confronti della nostra azione parlam en
tare; e l’onorevole Corallo h a dato atto alla stampa ed alla opinione qualificata di avere prontamente aggiustato il tiro dopo la prim a imbeccata governativa. L ’abbiam o respinto le
gittimamente e l ’abbiam o attrib u ito a questa maggioranza che è fra le più contraddittorie
— e per ciò stesso m ilazziana — della nostra storia politica regionale; e ciò per l’ovvia con
siderazione che non si può chiedere all’oppo
sizione di a tte n u a re o inibire la propria azio
ne di sfiducia nella coalizione candidata al Governo, per m ascherare le debolezze o ad
dirittura l’inesistenza di un a m aggioranza.
E se milazzismo vuol significare convergen
za per il potere di forze eterogenee, non v ’è dubbio che m ai u n governo, non solo a Pa- lermo ma, anche a Roma, è stato dilaniato da indirizzi politici così profondam ente contrap
posti e di cui la scissione social-democratica
® la politica fondata sulle bom be sono stati sii aspetti più dram m atici e più significativi.
Non ci è sfuggito, n aturalm ente, p er ritor- al nostro tem a regionale, che ad mi certo J^omento l’asprezza della crisi, dinanzi alla inaccia dello scioglimento anticipato della ssemblea che noi stessi abbiam o avanzato.
ha reso più esitanti le forze interne della
®^ggioranza, le quali più avvertono il disa
gio di un centro-sinistra che si m antiene sul ricatto e sulla inerzia.
A noi interessa questa crisi, e non il ribol
lim ento oscuro, non le velleità dei m ilazziani senza Milazzo; questa crisi politica vogliamo aiutare a m atu rare e ad esplodere — se la parola non spaventa — e non il milazzismo ridotto all’agguato, e non quella crisi interna che investe tu tti i gruppi della m aggioranza, che ha effetti deteriori ed equivoci e che si muove nello spazio angusto delle ambizioni fru strate, senza la luce di un disegno poli
tico. Coerentem ente con la volontà che non abbiamo m ai dismesso, di favorire alla luce del sole uno sbocco politico alla crisi di Go
verno istituzionale, abbiam o detto che non siamo pregiudizialm ente contrari alla revisio
ne dello Statuto, anche se non ci nascondiamo i pericoli di una revisione nel m om ento in cui il discredito per la Regione è cosi profondo;
revisione del modo di elezione dei deputati, senza l ’angustia di collegi quasi m unicipali e del modo stesso di elezione della G iunta di Governo, fatta salva, beninteso, la investi
tu ra piena ed autonom a dell’Assemblea.
In Sicilia, te rra benedetta dal sole e dalla mafia, l ’handicap di u n voto segreto e m ac
chinoso non è eccessivo soltanto per u n cen
tro-sinistra praticam ente distrutto, m a cree
rebbe seri problem i anche a Roma, dove Fin- vestitura del governo è più coerente con il voto palese sulla fiducia e sulle leggi.
Opposizione, dunque, ferm a; senza ammic
camenti, senza indulgenze e senza compiaci
m enti p er i consensi non omogenei che pos
sono unirsi alla nostra opposizione, m a anche m ente e cuore aperti al travaglio di uno schieram ento politico in crisi, ai problem i di cui i lavoratori siciliani attendono la solu
zione.
SALADINO. Chiedo di p arlare per dichia
razione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SALADINO. Onorevole Presidente, onore
voli colleghi, il gruppo socialista voterà la fiducia a questo Governo. Il dibattito che si è qui svolto credo abbia confermato in noi quella valutazione complessivamente positiva delle dichiarazioni del Presidente della Re
gione, che hanno espresso le lìnee politiche
R e s o c o n t i P a r l a m e n t a r ì — 3 0 2 — A s s e m b l e a R e g i o n a l e S i c i l i a n a
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che sono alla base di u n accordo fra i p a rtiti del centro-sinistra.
Noi socialisti, in particolare, riteniam o di dover sottolineare, nel m om ento in cui annim - ciamo la fiducia al Governo, che m olte di quelle che erano state le nostre proposte p er d eterm in are la form azione di un a compagine che tenesse conto delle rea ltà che sono via
\da em erse in questi anni nella nostra isola, dovevano essere in te rp re ta te in m an iera nuo
va e potevano dare il senso di u n a svolta n ell’indirizzo economico e politico. A ll’atto in cui abbiam o aperto la crisi nella nostra Regione abbiam o posto alcuni px'oblemi fon
dam entali alla base di questa necessità di un rap porto diverso con la società siciliana e con le sue prem in en ti esigenze. Questo ra p porto presupponeva alla radice una scelta che riguardasse alcuni aspetti sul piano politico e sul piano economico. Sul piano economi
co si tra tta v a di acquisire u n a re a ltà della nostra Isola che dim ostrava sem pre più come gli strum enti, gli im pegni e le scelte non reg gevano al suo confronto; che bisognava m u ta re tattica ed adeguare una strateg ia poli
tica ed economica nuova per risolverla. E per fare ciò noi ritenevam o che il governo di centro-sinistra dovesse avanzare su un te r reno di ap ertu ra di rap p o rti p iù d ire tti con le forze popolari, p er assum erle come compo
nente fondam entale di . u n a politica nuova nella no stra Regione. Ed in questo senso si ponevano due quesiti; m en tre si dib atteva il problem a di u na politica di centro-sinistra a p erta o chiusa, noi abbiam o insistito perchè questa politica nella nostra Regione avesse le caratteristiche ben precise di una politica aperta. A p erta agli apporti delle forze popo
lari; agli apporti delle opposizioni che si le
gavano in una battaglia per p o rtare avanti riform e di s tru ttu ra che servissero a fa r com
piere u n salto qualitativo, nuovo, alla nostra Regione. A perta nei confronti delle forze sin
dacali, come riconoscim ento netto, preciso del ruolo che esse, via via hanno assunto nella società italiana, ed in p articolare in quella siciliana, nel senso che costituiscono elem ento di dialettica fondam entale ai fini di una poli
tica di avanzam ento democratico. Noi vole
vamo individuare alcuni p u n ti basilari su cui dovere far leva ed im pegnarsi p er a ttu a re un program m a di riform a.
Questi elem enti noi li abbiam o visti em er
gere nelle dichiarazioni del Presid en te della
Regione. E riteniam o siano largam ente pre
senti e costituiscano la struttiura po rtante di un discorso che va considerato come u n fatto positivo che accoglie questa linea nuova che noi vogliamo p er la nostra Regione.
Il nodo che poi stava a noi d avan ti e che era, a nostro avviso, l’elem ento caratteriz
zante di questo Governo, lo ritroviam o in pieno nelle dichiarazioni del P resid ente della Regione: è il modo nuovo di im postare il problem a del ruolo della autonom ia siciliana nel quadro più vasto della lo tta per il Mez
zogiorno, e, in esso, il problem a dei rapporti fra la Regione e lo Stato.
A bbiam o potuto rilevare, credo su questo punto, degli accenti che danno apertam ente ad in tend ere che si vuole operare in una di
rezione che vede sottolineato l’aspetto di un rapporto che è palesem ente di contesta
zione. Di un a contestazione non generica, non qualunquistica, m a che si inq u adra in una linea ed in una strategia. Noi riteniam o im
p o rtan te questo aspetto, non soltanto per il fatto che, chiaram ente questa volta, si indi
viduano le forze che si ritengono di remora ad un ordinato dem ocratico sviluppo del mezzogiorno e delle sue condizioni econo
miche, m a perchè è necessario v a lu ta re il mo
do con cui si chiede all’Assemblea, alle forze popolari siciliane, di p o rtare avanti questo pro
cesso. Cioè, su questo tem a e su questo proble
ma si riconosce come fatto indispensabile la ricerca di u n ità operative che vedano asso
ciate le forze del centro-sinistra con tutte le a ltre che si muovono su u n terren o di vo
lontà e di impegno verso un a politica del Mezzogiorno che sia di riform e, ossia di im
pegno per p o rtare le classi lavoratrici, le for
ze popolari ad essere protagoniste, partecipi fondam entali di questa lotta, e quindi forza decisiva p er determ inare nuovi r a p p o r t i e
nuovi equilibri economico-sociali in tutto il Mezzogiorno. Ci si svincola chiaram ente da qualunque condizione di subordinazione o di acquiescenza a linee che possono essere det
ta te da forze economiche che sul piano nazio
nale vengono individuate, invece, come ele
m enti di rem ora e come potenza da a b b a tt e r e
per realizzare u n a concreta politica per ^ Mezzogiorno.
Sono fatti, questi, che certam ente in d u c o n o
a rite n ere possibile nella nostra R e g io n e una politica che si possa in serire in un c o n te s o di lotta p er conquistare posizioni più avan
j ie s o c o n t i P a r l a m e n t a r i — 3 0 3 A s s e m b l e a R e g i o n a l e S i c i l i a n a
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zate nel quadro della battaglia p er lo svi
luppo economico e democratico di tu tto il Mezzogiorno. V orrei dire che se è vero, co
me è vero, che le enunciazioni program m ati- che possono rim anere anche tali per coloro i quali non ritengono che dietro le m edesime vi sono delle volontà politiche, proprio p er il modo con cui questa crisi si è sviluppata, per il modo faticoso con cui le forze politiche che fanno parte della m aggioranza hanno dovuto camminare p er approdare a questo risultato, non sono a nostro avviso questi elem enti che devono in d u rre anche le forze di opposizione
— che pu re dicono di intrav ed ere possibil
mente in questa impostazione alcuni fattori positivi — a non riconoscere a questo Governo la capacità di realizzarla. Noi sappiamo bene che le vicende di questa crisi hanno fatto te
nere un atteggiam ento che può anche valutarsi come fatto di scontro di posizioni di potere.
Questi episodi e questi aspetti non possono essere misconosciuti; la loro esistenza è reale, noi ne siamo convinti, Il problem a è di ve
dere fino a quale punto prevalgono in un di
scorso politico ed in u n approdo program m a
tico, e fino a quale punto, invece, sono sconfitti
0 comunque contro questi aspetti la crisi si è risolta.
Ecco il problem a che si pone davanti a noi.
Se, cioè, la m edesim a ha avuto il suo travaglio attorno a problem i di scontro di potere, oppu
re, anche se ha avuto questi aspetti, nelle con
clusioni e negli approdi politici, nelle linee direttive che si sono d eterm inate li ha supe
rati 0, comunque, li ha em arginati. E non si può, a mio avviso, dare u n giudizio definitivo su queste cose; lo si può dare, ecco il punto nuovo, nel m om ento in cui vedrem o in con
creto quali saranno gli sviluppi, nel momento
® cui questa Assem blea sarà di fronte alle scelte che il G overno dice di volere effet
tuare. Non dobbiam o sfuggire a questa re sponsabilità. La credibilità o meno non può essere elem ento di aprioristica opposizione;
credibilità o m eno di queste impostazioni
" che a nostro avviso rispecchiano le esigenze fiuove che emergono nella realtà politica ed economica della no stra Regione — e, quin
ci queste esigenze nuove, devono trovare un punto di riferim ento e di verifica nella con-
®eta attuazione del confronto che questa As
semblea deve potere sviluppare a ll’atto, ri- in cui quegli elem enti program m atici trasformano in azioni concrete, e cioè in
quelle che sono le scelte legislative, economi
che che l ’A ssem blea dovrà fare. Rinviamo, allora questo discorso al m om ento in cui tu t
to ciò avverrà, quando dovrem o affrontare questo dibattito.
Credo che da questo punto di vista non siano esatte e giuste le accuse di una certa gene
ricità delle dichiarazioni del P resid ente della Regione, perchè allorquando, fissati dei p rin cipi chiari e precisi, si lascia all’Assemblea la form azione di quelle scelte che devono ope
rare concretam ente nella rea ltà della nostra Isola, a quel punto si attuano quelle prem esse che sono alla base di questo Governo; un Go
verno, come abbiam o detto, non chiuso in se stesso, m a aperto a ll’apporto di quelle forze che sono im pegnate in una lotta di rinnova
m ento e, quindi, su un piano di attuazione di linee riform atrici nella nostra Regione.
I socialisti si rendono conto che in questo Governo, come sempre, hanno un ruolo da svolgere, quello di un impegno che deve non soltanto salvaguardare pienam ente i punti fondam entali su cui ruota l’asse politico di questo Governo, ma suscitare tu tte le tensioni, cogliere tu tti quei ferm enti nuovi e quegli apporti positivi che dovessero esprim ersi e ' determ inarsi nella nostra vita politica, in As
semblea e fuori, nella società civile, nella società siciliana. Ed in questo portando avanti una spinta che è fondam entalm ente quella di determ inare una presenza sem pre più quali
ficata e sem pre più decisiva delle forze popo
l a r i dei lavoratori alla direzione della vita economica e politica della nostra Regione, E ’ un compito storico quello dei socialisti; un compito storico che non si è determ inato ieri, m a che è nato con loro. Cerato, noi siamo ben lieti di potere accogliere tu tte le situazioni nuove e tu tti quegli approdi che dovessero m anifestarsi nel corso della azione politica che si svolgerà in questo scorcio di legislatura.
Due problemi, quindi, ci stanno davanti:
uno è quello di continuare in questo ruolo che serve ed è indispensabile, fondam entale per dare a questo centro-sinistra la caratte
rizzazione di centro-sinistra aperto, che si b at
te contro qualunque elem ento di moderazione da qualsiasi parte provenga; che punta sui contenuti e sui problem i concreti; che deter
mina un collegamento sem pre più stretto con le forze popolari della nostra Regione.
La seconda questione impone l’impegno di realizzare questo confronto e determ inare in
R e s o c o n t i P a r l a m e n t a r i — 3 0 4 — A s s e m b l e a R e g i o n a l e S i c i l i a n a
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concreto in Assem blea la tensione necessaria attorno ai problem i che il G overno dovrà r i
solvere secondo le linee program m atiche che si è dato. Verificherem o in questa sede, sui fatti e non con i processi alle intenzioni, se questo approdo che noi siamo riusciti a d e te r
m inare in Sicilia su u n a nuova fro n tiera della politica di centro-sinistra è reale o è soltanto strum entale, episodico e provvisorio, che rie n tra nel m om ento in cui si scontra con quelle resistenze che certam ente noi sappiam o si ve
rificheranno, saranno espresse variam ente sia in q uest’A ula che fuori. Sarem o im pegnati p e r
tanto, come A ssem blea e come m aggioranza, a creare quelle tensioni che saranno necessarie perchè sia chiaram ente ind iv id u ata la scelta che sta alla base della nuova form azione di questo Governo; una scelta che implica l ’im pe
gno preciso di allargare sem pre di più la p ia t
taform a della partecipazione alla v ita polìtica ed economica della no stra Regione delle forze popolari, delle classi lavoratrici.
I socialisti, v orrei dire a ll’onorevole P an ta- leone, hanno avuto in questa crisi ed anche in quella nazionale il compito difficile di scon
tra rsi con forze le quali certam ente determ i
navano nel nostro Paese u n atteggiam ento che voleva essere quello di un ritorno a ll’indietro, di una ripresa di posizione di destra conser
vatrice, ed anche, forse, con pun te di to ta lita rism o che via via si potevano affacciare nel partito sul piano nazionale e qui sul piano regionale; « nel p artito della crisi p erm a
nente » ; m a il nostro compito deve tendere a g aran tire le condizioni perchè uno sviluppo democratico nella nostra Regione e nel nostro Paese sia perm anentem ente m antenuto vivo e costituisca l’elem ento caratterizzan te del ru o lo che noi in questo determ inato m omento politico della v ita del Paese e della Regione ci siamo assunti. E può sta re certo l’onorevole Pantaleone che i socialisti svilupperanno coe
rentem ente questa loro pohtica di responsabi
lità; la porteranno avanti fino in fondo, crean do sem pre di più con il loro impegno e con la loro azione le prem esse perchè si avanzi sul piano della battaglia, per creare nei confronti dei lavoratori, della classe lavoratrice, degli operai, dei contadini, sem pre di più le con
dizioni perchè essi diventino la forza d e te r
m inante della v ita politica e sociale del nostro Paese.
DE PASQUALE. Chiedo di parlare.
PRESIDEN TE. Ne ha facoltà.
DE PASQUALE. Signor P residente, onore
voli colleghi, io penso che le due argom enta
zioni centrali della replica del P residen te della Regione, non possano essere riv o lte a noi co
m unisti. Q ueste due argom entazioni addotte per giustificare la riedizione del quadripartito di centro-sinistra in Sicilia e p e r dimostrare, im plicitam ente, l’in u tilità della crisi colpisco
no, invece, direttam en te il P a rtito socialista e la Dem ocrazia cristiana.
Quando, infatti, l’onorevole Fasino viene a dire che non vi era diversa soluzione, che non vi era a lte rn a tiv a alla ricostruzione del qua
d rip artito di centro-sinistra, e quando egli m ette l’accento sul danno che recano le crisi, la loro lunghezza, la loro ricorrenza, evidente
m ente egli ha il dovere di ricordare da chi e perchè la crisi è stata aperta, da chi e perchè la crisi è stata p rolungata p e r tan to tempo.
La crisi è stata aperta, come hanno ricordato tu tti gli oratori, a com inciare d all’onorevole Rindone a finire adesso a ll’onorevole Saladi
no, dal P a rtito socialista, il quale cercava ed indicava una diversa soluzione e una diversa form ula di governo. V ero è che non esiste n ell’Assem blea regionale siciliana una alter
nativa di sinistra. Questo è vero, siamo noi i prim i ad afferm arlo; m a è altrettan to vero, come dim ostra là stessa a p e rtu ra delie crisi, che, p u r non essendovi u n a soluzione organica di sinistra, v ’era, nella situazione siciliana, la possibilità e la necessità di soluzioni più avan
zate, di soluzioni diverse risp etto a quella che si è voluto im porre. D el resto, onorevole Pre
sidente della Regione, se non ricordo male, lei stesso al congresso regionale del suo partito, con la cautela che la distingue, ebbe a dichia
ra re una certa sua disponibilità nei confronti di u n bicolore Dem ocrazia cristiana - P a r t it o
socialista italiano. Il che vuol dire che al mo
m ento dell’a p e rtu ra della crisi e s p l ic i ta m e n te
il P a rtito socialista, im plicitam ente anche voi dem ocristiani, rite n ev a te possibile un diverso schieram ento. Ed allora qual è la v e r i t à ? Voi p referite tacere, perchè qui si tocca il punto più acuto della crisi politica italiana. La vento è s ta ta che ad u n certo m om ento della crisi nazionale, il problem a della libertà di scel a delle forze politiche locali circa soluzioni eia dare alle Regioni, fu risolto con l’equivoco del famoso preàm bolo Forlani. P e r salvare l’am bivalenza di quel compromesso, la Sici i >
R e s o c o n t i P a r l a m e n t a r i — 3 0 5 — A s s e m b l e a R e g i o n a l e S i c i l i a n a
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la libertà e l’autonom ia delle forze politiche siciliane dovevano essere sacrificate. Fu cosi dato l’im pegno da p a rte dei socialisti, da parte di De M artino e di M ancini, alla ricomposizio
ne der q u ad rip artito in Sicilia, e da quel .preci
so momento si aprì la lunga crisi, si apri tu tto il torbido periodo che abbiam o vissuto; quella crisi che ha nociuto, certam ente, m a non per la sua prem essa, per le istanze che poneva in rapporto ai cam biam enti della realtà sici
liana.
Ciò che ha veram en te nociuto è la soluzione che si è voluta im porre alla crisi, la camicia di forza in cui si è voluta im prigionare la crisi siciliana; questo è quello che ha nociuto.
Questa è la verità; un a verità che non si può assolutamente nascondere.
E poi, quando lei dice che le crisi lunghe nuocciono, evidentem ente non si rivolge a noi, perchè lei sa benissimo — e tu tto il mondo lo sa — che la lunghezza di questa crisi è dovuta alle lacerazioni interne del suo partito, alla crisi della Dem ocrazia cristiana e degli altri p artiti del centro-sinistra che si è rive
lata con tan ta ampiezza, con tan ta dram m ati
cità e con ta n ta profondità e che è t u tt’ora in pieno sviluppo, come dim ostra lo stesso di
battito che stiam o facendo.
Io ho voluto fare questa premessa, onore
vole Presidente, perchè ritengo doverosa la sincerità delle nostre affermazioni.
Si doveva fare u n passo avanti nella situa
zione siciliana, m a non si è potuto fare per un sacrificio imposto alla Regione siciliana, imposto alle forze politiche, imposto al partito socialista, il quale ha dovuto um iliarsi fino a rinunziare esplicitam ente alle motivazioni stesse che aveva dato alla crisi. Questa è la realtà.
Però questa deprim ente rea ltà che esprime la viltà, l’ascarismo, l’aridità, la subordina- ztónp dei gruppi d irigenti del centro-sm istra siciliano si scontra con u n m ovim ento della società che è in corso.
E’ troppo acuto il m om ento politico, ed è roppo aperta la crisi sociale in Italia e in
icilia e non si è potuto, quindi, im pedire che (luesta realtà filtri e si ripercuota anche in 'luesto dibattito. P u r n e ll’assenza e nel disim
pegno di interi settori della m aggioranza, tu t- si avverte qui dentro una certa tensione.
, questo accade? L ’onorevole Rindone
«a già detto, e non c’è dubbio che quello da '^ui dobbiamo p a rtire è il fatto che oggi
in Italia la situazione cam m ina verso sinistra e che la interruzione di questo camm ino non si è verificata. Ieri ha avuto luogo l’inizio delle tra tta tiv e d irette tra i sindacati ed il Governo intorno alle rivendicazioni di rifo rm a avan zate unitariam ente dai sindacati. La lotta dei lavoratori continua con m aggiore in tensità e dalla lotta per i co n tratti si passa alla lotta per le riform e. T u tti sappiam o che gli orga
nizzatori dell’inverno torbido, dell’inverno che ha fatto seguito all’autunno caldo, volevano a tu tti i costi im pedire questa continuità e questo sviluppo delle lotte, m en tre i dirigenti m oderati del centro-sinistra continuano a con
cepire il rapporto con il sindacato come un rapporto di integrazione e di subordinazione delle classi lavoratrici. Ed anche nelle cose che avete qui detto a proposito della cosid
detta « ap ertu ra » alla « collaborazione » dei sindacati, onorevole Presidente, si rivela que
sta stessa concezione.
Nulla e nessuno vi ha m ai autorizzato a rappresentare il rapporto fra il Governo ed i sindacati come una sorta di com partecipa
zione del sindacato alle scelte della politica governativa. Perchè non è cosi e non sarà m ai così. E ’ esattam ente l ’opposto.
FASINO, P rescidente della Regione. Ma non l’ho detto.
DE PASQUALE. Il senso è questo. Anzi c’è di più. Il vostro form ulario « sociale», le vo
stre generiche « a p ertu re » al « mondo del la
voro », alle « forze sociali », sono autentiche mistificazioni, perchè pronunziando quelle fra si voi intendete tacere ed eludere il problem a di fondo che è quello del rapporto con le forze politiche che esprimono sul piano poli
tico il mondo del lavoro, che può essere lo scontro o l’incontro, m entre il rapporto del sindacato con le forze politiche ha una n atu ra del tu tto diversa, che il sindacato gelosam ente custodisce: è, cioè a dire, essenzialm ente con
testativa, im postata sulla base delle vertenze, della conflittualità e quindi del m antenim ento della forza contestativa di classe del sindacato che non può essere in nessun modo, in nessuna occasione, legata alle politiche riform istiche e integrazionistiche classiche del centro-sini- stra.
Ora il movimento di lotta continua anche in Sicilia, e sul piano politico ciò determ ina un processo di erosione, un processo di crisi
- f. 48 (500)
R e s o c o n t i P a r l a m e n t a r i . — 30.6 A s s e m b l e a K e g i o v - a l e . . S i c i l i a n a
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del centro-sinistra, che non ha. più la forza di p resentarsi come una form azione stabile, che non riesce più ad in alb erare la bandiera della discrim inazione nei confronti della forza politica fondam entale della classe operaia e dei lavoratori, che siamo noi. La vostra deci
sione di respingere questa realtà, per conti
n u are a q u attro la gestione del potere, secondo il d ik ta t romano, vi ha portato alla lunga crisi, che con diverso coraggio si sarebbe risolta rapidam ente. Il vostro rifiuto di adeguarvi, in qualche modo, al m ovim ento della re a ltà non poteva, poi,, nel culm ine della lunga crisi, al suo acme, che p o rtare a quel livello di dege
nerazione politica del quale io vorrei parlare perchè ritengo sia uno degli aspetti fonda- m entali della situazione attuale.
Nel m om ento più acuto della crisi, infatti, quando si dim ostrò con indiscutibile chiarezza che il centro-sinistra inteso come q u ad rip ar
tito, come m aggioranza autosuffìdente, come discrim inazione verso di noi, non esisteva nel
la rea ltà p arlam en tare e nella re a ltà politica della Sicilia, in quel m om ento m olti di voi hanno accarezzato un disegno sim ile a quello del partito dell’av v en tu ra in campo nazionale.
Non fare le elezioni e sciogliere l’Assemblea.
Noi sappiam o quale è l’origine di questi dise
gni. Quando c’è la fine di u n equilibrio re a zionario, e si pone quindi in concreto il p ro blem a di superarlo, uno degli sbocchi, u na del
le soluzioni, è quello di and are ancora più oltre sul terren o della reazione, elim inando o per lo m eno riducendo gli stru m en ti di lotta dem ocratica attrav erso cui era stato messo in crisi l ’equilibrio che si voleva conservare.
Lo abbiam o visto in campo nazionale; è una lezione della storia, lo abbiam o visto qui, quando sorsero parallelam ente in voi l’in ten zione di non fare le elezioni am m inistrative in Sicilia e di sciogliere l ’Assem blea regionale siciliana.
A parte la posizione del P a rtito socialista di un ità p roletaria (che noi certo non condi
vidiamo, m a che è im a posizione p articolare che non ha niente a a che vedere con u n dise
gno reazionario di questo tipo, come ha spie
gato l’onorevole Corallo), a p a rte ciò, non v ’è dubbio che il tentativo di non fare le elezioni e di sciogliere l’Assemblea, è stato il più forte tentativo delle forze antiautonom iste ed anti- regionaliste, che aveva u n doppio scopo: p ri
mo, quello di separare la Sicilia dal processo nazionale, dalle elezioni nazionali, dalla avan
zata dei processi u n ita ri in campo nazionale;
secondo, quello di utilizzare il procuratp .abor
to della autonom ia siciliana come arm a di rivalsa nella p resen te cam pagna elettorale re
g io n ale ;. come arm a di rivincita — o , almeno come strum ento di propaganda — da parte di coloro i quali avevano dovuto subire, dopo tan ti anni, la istituzione delle regioni a statuto ordinario.
Gli a ttu a li gruppi dirigenti siciliani della D em ocrazia cristiana e del P a rtito socialista hanno dato la loro sostanziale adesione a que
sto disegno reazionario p o rtato avanti con vigore e s tre tta un ità dai liberali, dai fascisti, dai socialdem ocratici, dai repubblicani e da certi gruppi in te rn i della Dem ocrazia cri
stiana.
Questo noi lo abbiam o visto ad occhio nudo, onorevole Presidente. E non intendo parlare qui soltanto del fatto puro e semplice, del ten
tativo di non fare le elezioni e di sciogliere l’Assem blea ; io voglio parlare, invece, di quel
lo che sta sotto come orientam ento politico, come sostanza politica, a questo dise,gno, per
chè da esso è ven u ta fu o ri interam en te la so
stanza politica reazionaria del centro-sinistra, E venuta fuori la posizione del P a rtito socia
lista unitario, espressa d all’onorevole Lupis, m inistro del Governo italiano, che ha chiesto esplicitam ente l’abolizione dello Statuto spe
ciale, la riduzione della Sicilia a regione di diritto comune, a regione a S tatu to ordinario.
Nè m i risu lta che la socialdem ocrazia abbia sm entito questa posizione. L a richiesta di sop
prim ere lo S tatu to siciliano rim ane, quindi, come posizione ufficiale della socialdemocra
zia, la quale, peraltro, partecipa a questo Go
verno che ha come com pito precipuo il rila n c io
dell’Autonom ia.
Non solo, m a poi è sta ta la volta deU’onore- vole La Malfa, che è venuto qui a fare una in
terv ista; u n ’in terv ista in cui ha chiesto modi
fiche allo Statuto. L ’onorevole La Malfa è un personaggio autorevole della politica italiana, chiam ato dalla sua sorte ad insegnare sempre qualcosa a qualcuno, ed ha r a p p r e s e n t a n t i m questo Governo della Regione siciliana.
conto, quindi, annotare che cosa chiede il tito repubblicano e il suo segretario La Mal Chiede modifiche allo S tatu to s ic ilia n o ,
diano alla regione « u n più semplice m ale funzionam ento ». « Bisogna » —■ egli i .
— « che la costituzione della Giunta con m etodi diversi da quelli sinora p r e v a ls i,
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evitare i cosiddetti governi di Assemblea che impediscono alla G iunta l’adem pim ento dei loro compiti. Bisogna in tro d u rre delle norm e che evitino lo sconfinamento dell’Assemblea neiresercizio di funzioni che non spettano agli organismi p rettam e n te chiam ati a risolvere i gravi problem i am m inistrativi, come sono i problemi regionali, m a che spettano in esclu
siva al Parlam ento nazionale. Bisogna ren dere più semplice ed im m ediatam ente opera
bile lo scioglim ento dell’Assem blea regiona
le; bisogna adeguare le norm e ai principi fissati dalla C orte C ostituzionale in relazione anche alla nuova rea ltà com unitaria ». M ettete insieme tu tte queste richieste dell’onorevole La Malfa e ne risu lta una posizione a p erta
mente contraria al m antenim ento dell’am piez
za dello S tatu to speciale della Sicilia.
Lupis e La Malfa, socialdem ocratici e re- pubblicani, sono p e ra ltro isp irati da posizioni come quelle del C orriere della S era che nel suo noto editoriale — il prim o di un grande organo di stam pa sulla crisi siciliana — accu
sava proprio l’Assem blea regionale siciliana di essere u n ’assem blea « p revaricatrice », che fa leggi « anticipatrici », come quelle sul col
locamento; che stabilisce ap ertu re per cui il dialogo di assem blea è u n dialogo fecondo ed aperto e non rigidam ente delim itato. Tutto ciò è secondo costoro, da abolire, ed a questo solo fine chiedono le modifiche statutarie.
Orbene, chi h a reagito, onorevole P residen
te, a queste posizioni rancide, stantie, conser
vatrici? P rim a di tu tti noi comunisti, imm e
diatamente, prontam ente. E poi anche altri, giacché non bisogna dim enticare che, nel qua
dro di questa cam pagna generalm ente deni
gratoria della g ran de stam pa, non sono m an
cate valutazioni serie e responsabili di che cosa sia avvenuto in Sicilia e che dim ostrano la capacità dell’Italia m igliore di com prendere la Sicilia.
Io qui Gito, p e r esempio, l’articolo di Ga
lasso sulVEspresso il quale dice: « teniamo presente che oggi anche in Sicilia si combatte
|*^a lotta tra conservazione e progresso; m a finiamo anche presente che tu tto « l’imbroglio siciliano » consiste poi sem plicem ente nel fatto Cile i fautori della conservazione e quelli del Progresso non sono schierati su due linee nette , “^“^l^almente contrapposte, m a su due linee fi si sovrappongono, si accavallano. In ulti- analisi, sono i siciliani stessi a dovere isolvere « l ’imbroglio». Ma non li si aiuta per
nulla se dei loro problem i si fa l’occasione o il pretesto per lotte di potere da condurre al
trove, se i dorotei della Dem ocrazia cristiana e i loro avversari decidono di andare a com
b attere a Palerm o le loro faide. L a risposta ai problem i dell’A utonom ia regionale sta in una rinnovata fiducia in essa, che ispiri le necessarie correzioni della form ula di m ag
gioranza che la regge e di program m a a cui essa intende attenersi; non sta n e ll’organiz- zare un controllo poliziesco sul voto dei depu
ta ti della maggioranza, e so p rattu tto non sta nel credere e nel lasciar credere che le cose in Sicilia vanno cosi perchè sono sem pre an date così».
C’è stata anche una reazione socialista del- l ’A vanti!, una reazione che però non viene dai socialisti siciliani, i quali non hanno m ai uit- lizzato il loro giornale per una presa di posi
zione intorno a problem i della difesa dell’auto
nomia siciliana. 'L’A vanti! in un articolo di fondo di uno che non appartiene al gruppo dirigente siciliano dice: « Lo scioglimento del- l’Assemblea regionale siciliana, a norm a dello articolo 8 dello Statuto, può essere chiesto soltanto per ” persistenti violazioni dello S ta
tuto ”, violazioni che sem bra arduo ritro v a re nella pura e semplice non applicabilità alla Sicilia del pream bolo Forlani. Intanto sulla grande stam pa di informazione non sono m an
cate le im pennate m oralistiche e le proposte di revisione dello Statuto regionale siciliano, le une e le altre rivolte a privare la Sicilia della speciale autonomia da essa conquistata non soltanto in una particolare situazione sto
rica m a soprattutto a parziale restaurazione dei diritti, eccetera eccetera ».
Da m olte parti, quindi, si è messo il dito sulla piaga. Molti hanno compreso cosa si na
sconde dietro le tira te dei La Malfa, dei Lupis, degli Alessi, o del Corriere della Sera.
Ma lei, onorevole Presidente, su questa que
stione vitale per la Regione ha taciuto e il suo silenzio è la più eloquente testim onianza del fatto che il vostro Governo, cosi come è composto, non ha alcuna idoneità a schierarsi su questo fronte, sul fronte della difesa e del rilancio della Regione. Non difesa acritica, certo — è lontano da m e un tipo di argom en
tazione di tal genere — m a la difesa ferm a dei contenuti democratici e dell’ampiezza au
tonomistica dello Statuto siciliano. Lei ha ta ciuto perchè alcune fondam entali componenti del suo Governo interne ed estern e alla D e
R e s o c o n t i P a r l a m e n t a r i — 3 0 8 — A s s e m b l e a R e g i o n a l e S i c i l i a n a
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m ocrazia cristiana hanno sulla Regione quelle posizioni di destra che alim entano il fronte antiregionalista, anche in Sicilia.
Ora, le revisioni s ta tu ta rie che da tan te p a rti si richiedono, hanno, onorevole P re si
dente e onorevoli colleghi, m olto questo signi
ficato; sono m olto in cen trate su questo te n tativo. Ed allora, noi vi dichiariam o qui che ii P a rtito com unista sarà g arante della più am pia autonom ia della Sicilia. Noi vi dichia
riam o che non consentirem o m ai revisioni costituzionali che m enom ino l ’ampiezza della Autonom ia speciale siciliana. Noi vogliamo dem olire questa Regione, m a la vogliamo de
molire perchè questa Regione è la negazione dell’Autonom ia, perchè vogliamo rip ristin a re la grande v italità dem ocratica dello Statuto, che è stata negata dal modo come la Regione è stata costruita.
Il punto fondam entale della crisi politica siciliana è questo. E lei nel suo program m a non ne ha affatto parlato. Non esiste, quindi, alcuna sostanziale base politica del vostro co
siddetto « rilancio ».
Onorevole Presidente, è certam ente u n e r
rore profondo la convinzione che circola e di cui si è fatto portavoce qui anche l ’onorevole Carollo, nel suo p u r in teressante intervento, e cioè a dire che l ’A utonom ia siciliana sia destinata ad un « ridim ensionam ento » in ra p porto alla istituzione delle Regioni di d iritto comune. Q uesta è una convinzione sbagliata, perchè è legata ad u n certo vecchio tipo di concezione dal rapporto tra la Regione e lo Stato. La v erità è esattam ente l’opposto. La verità è che i d iritti costituzionali delle re gioni (e quindi quelli della nostra Regione) non potranno essere soffocati come lo sono stati nel rapporto im pari tra la Sicilia e lo Stato. La m acchina dello Stato dovrà neces
sariam ente cam biare; in teri M inisteri dovran
no essere modificati se non annullati. E anche il problem a della Cassa p er il Mezzogiorno, cioè a dire dei modi di interven to strao rd in a
rio dello Stato nel Mezzogiorno, deve essere modificato, perchè la Costituzione affida alle regioni ordinarie l’intervento straordinario e quindi la Cassa non ha più m otivo di soprav
vivere.
Anche qui c’è una vostra carenza di im po
stazione, perchè dalla Regione siciliana doveva p a rtire oggi la richiesta o dello scioglimento della Cassa o della sua modifica, della sua riduzione a puro organo di orientam ento. Que
sto non c’è stato e voi ne tacete proprio nel m om ento in cui si sviluppa in Sicilia un a lotta, quella delle tre province della fascia centro
m eridionale, che chiedono di essere dichiarate area industriale ai fini dei benefici previsti dalla legge sulla Cassa. Le tre province, in sostanza, criticano uno dei criteri essenziali cui si ispira la legge sulla Cassa, che è quello della concentrazione p e r poli d ell’intervento, dell’abbandono delle zone povere. Noi ci siamo b a ttu ti contro questo criterio in sede di pro
roga della legge sulla Cassa, m a voi del centro- sinistra siete stati irrem ovibili, avete voluto fare p er forza in quel modo. Ora, se fosse la Regione a decidere l ’intervento straordinario di sviluppo economico, certo, cose di quel tipo non potrebbero verificarsi. Io credo dunque che le Regioni ordinarie m eridionali chiede
ranno tu tte insiem e il risp etto dei loro diritti costituzionali, e ciò si tra d u rrà in u n vantaggio p er l ’A utonom ia speciale siciliana. E non si avranno solo vantaggi in d iretti, m a l’ordina
m ento regionale esalterà la funzione della Si
cilia, perchè la Sicilia (se la Regione cara- bierà), con i suoi poteri più am pi potrà porsi all’avanguardia, p o trà essere di esempio alle regioni m eridionali; cioè a d ire la Sicilia potrà essere la Regione pilota del nuovo meridio
nalismo regionalista degli anni 70.
Noi, del resto, abbiam o anche realizzato, onorevoli colleghi, questa funzione di avan
guardia nei m om enti più alti della storia della Assem blea siciliana; l’abbiam o realizzata ai tem pi di Melissa, quando la Regione siciliana fece la legge di rifo rm a a g raria prim a della legge stralcio nazionale; l ’abbiam o realizzata dopo Avola, quando l ’A ssem blea regionale fece la legge per il collocam ento prim a della legge nazionale.
Ma p er questo fine, onorevoli colleghi, oc
corre una Regione nuova, diversa, non la vec
chia Regione. E qui sorge l’altro motivo di fondo della no stra opposizione al vostro Go
verno, che già l ’onorevole R indone ha illu
strato e che io desidero rip e tere perchè nu p are la questione fondam entale.
La Regione che cosa deve essere? Anche qui io non voglio rifarm i a quanto d ic i a m o noi, perchè altrim en ti c’è pericolo che i c o m p a g ^
socialisti gridino al « m ilazzism o », e q u in d i
p er non tu rb a rli m i servo d e ll’Avanti!, non della pagina siciliana d e ll’A vanti!...
RINDONE. Non quello voltato indietro.