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OGGETTO: Pratica num. 342/VV/2011 - Circolare in materia di programmi di gestione dei procedimenti penali ex art. 37 del d.l. n. 98 del 2011, convertito nella legge n. 111 del 2011, per l'anno 2020.

(delibera 16 ottobre 2019)

“Il Consiglio, alla luce dell’esperienza ormai pluriennale in materia di redazione dei piani di gestione a seguito dell’entrata in vigore dell’art. 37 del d.l. 98/2011, intende promuovere l’utilizzo di tale strumento organizzativo anche nel settore penale, ovviamente modulato sulla base delle peculiarità del settore che, come risultante all’esito del monitoraggio della giustizia penale, svolto per il 2018, dalla Direzione generale di statistica ed analisi organizzativa del Ministero della Giustizia, risulta, oggettivamente, in affanno.

Il “Monitoraggio della giustizia penale – anno 2018” (https://www.giustizia.it/giustizia/it/mg) offre i dati, aggiornati al secondo semestre 2018, sull’andamento del carico giudiziario nazionale complessivo degli uffici giudicanti con evidenziazione dei dati relativi alle pendenze, arretrato e durata media dei processi. Tali dati indicano un pressoché costante incremento dei processi pendenti in Corte d’Appello (da 130.395 a 271.247) e di quelli pendenti in primo grado in Tribunale in composizione monocratica (da 335.460 nel 2003 a 597.685 nel 2018), mentre sostanzialmente costanti sono le pendenze relative, sempre in primo grado, ai processi collegiali (da 26.649 nel 2003 a 28.190 nel 2018).

Questi dati trovano un immediato riscontro nel numero dei processi penali la cui pendenza supera i termini di durata ragionevole normativamente indicati, laddove si riscontra che i processi ultrabiennali in Corte d’Appello (da 107.804 nel 2013 a 105.870 nel 2017) superano costantemente il 40%, fatta eccezione per l’ultimo anno, e i processi ultratriennali nei Tribunali ordinari (da 220.797 nel 2013 a 222.372 nel 2017) registrano un trend di lieve aumento (dal 16,8% nel 2013 al 19% nel 2017). Irrilevante risulta il dato percentuale relativo alle pendenze in Cassazione.

È stata stimata, anche, la durata media del processo, c.d. “disposition time” – con formula già adottata dalla Commissione europea per l’efficacia della giustizia (CEPEJ) – relativa agli anni 2014-2016, per sezioni ordinarie di Tribunale e per sezioni di Corte d’Appello. Con riferimento al dato del rito monocratico di primo grado – che si attesta appena oltre i 500 giorni di durata media del processo – l’Italia, secondo la graduatoria stilata dalla Banca Mondiale, si colloca al 157° posto su 183 Paesi presi in considerazione.

Durata nazionale del settore penale espressa in giorni - Anni 2014 - 2018

Tribunale - Dibattimento 2014 2015 2016 2017* 2018*

Rito collegiale 672 652 707 755 740 Rito monocratico 610 598 534 696 676

(*) Dati stimati.

Durata nazionale del settore penale espressa in giorni - Anni 2014 - 2018

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Corte d'Appello 2014 2015 2016 2017* 2018*

Sezione ordinaria 898 911 901 937 877

(*) Dati stimati.

Le dedotte interazioni impongono dunque all’organo di autogoverno, anche sollecitato dalle istanze di riforma, di monitorare la filiera del procedimento e del processo penale, onde acquisire dati il più possibile significativi, vagliare l’opportunità e indicare le più opportune modalità di predisposizione di un articolato piano di gestione del processo penale, con l’obiettivo del miglioramento di efficienza e qualità del sistema stesso con una razionalizzazione del “tempo del processo”.

La finalità dell’intervento del Consiglio è, innanzitutto, incentivare la promozione di provvedimenti organizzativi virtuosi, che, sulla base delle risorse disponibili, tenendo conto delle peculiarità del settore penale ed evitando ogni deriva produttivistica, favoriscano una più celere definizione dei procedimenti penali, migliorando la trattazione nelle diverse fasi, anche attraverso l’adozione di protocolli tra diversi uffici. In questo contesto, il CSM ha già indicato e potrà indicare linee guida ai dirigenti degli uffici (requirenti e giudicanti) per l’adozione, nell'ambito delle loro competenze in tema di amministrazione della giurisdizione, di iniziative e provvedimenti idonei a razionalizzare la trattazione degli affari e l'impiego, a tal fine, delle scarse risorse disponibili, in coerenza ai principi del buon andamento e della imparzialità della amministrazione consacrati dall'art. 97, primo comma, della Costituzione. Si tratta, a questo punto, di riassumere in un’unica circolare i molteplici richiami che già pervadono la produzione, in termini di normativa secondaria e non, del CSM nel settore della giurisdizione penale, tenendo conto della peculiarità del settore medesimo, ove il dato emergenziale e di urgenza non investe soltanto il c.d. arretrato patologico (inteso come procedimenti di più risalente iscrizione), ma anche la necessità di trattare prioritariamente i processi con detenuti o attinenti alle materie più sensibili, come indicate anche dagli interventi del legislatore.

Al riguardo, deve sottolinearsi come lo strumento in esame, già previsto facoltativamente nella circolare relativa ai piani di gestione dei procedimenti civili del 2 maggio 2012, sia adottato ormai da ben 122 Uffici giudiziari.

È dunque necessario riportare ad unità la metodologia di lavoro, anche al fine del raggiungimento delle finalità ultime dello strumento, che sono quelle di una migliore gestione della filiera del processo penale.

Il Consiglio intende procedere in misura graduale, al fine di monitorare più agevolmente le prime difficoltà applicative e di adattare al meglio lo strumento anche in ragione delle diverse tipologie di ufficio (quali gli Uffici GIP/GUP e i Tribunali per i Minorenni, caratterizzati dalla maggiore incidenza di definizioni con provvedimenti diversi dalle sentenze).

Per tale ragione, la redazione del piano di gestione secondo la presente circolare sarà obbligatoria per i piani di gestione inerenti all’anno 2021.

Nel caso in cui gli Uffici redigano il piano di gestione per l’anno 2020, si raccomanda il ricorso alla metodologia qui descritta (ispirata, con i dovuti adattamenti, al piano di gestione per i procedimenti civili già noto dagli Uffici giudiziari) e l’utilizzo dei Format allegati.

1. L’utilizzabilità di uno strumento del “programma di gestione” nel settore penale

L’utilizzabilità del “programma di gestione” anche nel settore penale non è dunque una novità del sistema, essendo connaturate, anche in tale settore, le medesime esigenze di contenimento della

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priorità nella trattazione degli affari. Deve quindi ritenersi rispondente ad una visione di sistema la necessità di individuare e perseguire un obiettivo di rendimento dell’ufficio nonché la consapevolezza di gestire, operando le necessarie scelte, la situazione esistente in termini di pendenze e sopravvenienze.

E, infatti, con le circolari in materia di piani di gestione per i procedimenti civili si è sempre precisato e ribadito che detto strumento dovesse essere utilizzato anche nel settore penale, sebbene con libertà di modalità di redazione e sia pure quale programma descrittivo della linea organizzativa. Il Consiglio ha già stimolato la rigorosa analisi della situazione esistente anche per il settore penale, con determinazione dei risultati realizzabili sulla base dei carichi di lavoro e delle risorse effettivamente disponibili, nonché della tipologia di contenzioso (anche in relazione al contesto territoriale, economico e sociale), allo scopo di fissare obiettivi di “rendimento”

dell’ufficio (da intendersi quale realistica capacità di produzione dell’ufficio, da individuarsi avendo presente la complessiva “amministrazione” degli affari pendenti), previa individuazione di un “ordine di priorità” nella trattazione dei procedimenti pendenti, da individuarsi secondo criteri trasparenti ed oggettivi, tenendo conto della loro “durata” complessiva (quindi, anche di eventuali gradi di giudizio precedenti). Si è altresì sottolineato il rapporto di reciproca interdipendenza tra il Documento Organizzativo Generale (DOG), previsto dalla circolare sulle tabelle di organizzazione degli uffici, ed il programma di gestione dei procedimenti, in relazione al comune substrato costituito dall’analisi dei dati statistici relativi ai flussi e alle pendenze, adeguatamente scomposti sotto il profilo sia quantitativo che qualitativo, in rapporto alle risorse personali e materiali di cui l’ufficio può effettivamente disporre.

Del resto alcune indicazioni legislative precedenti al 2012 (si veda il decreto legge 23 maggio 2008 n. 92, concernente misure urgenti in materia di sicurezza pubblica, convertito con modificazioni dalla legge 24 luglio 2008 n. 125, che ha introdotto le modifiche all’art. 132-bis del codice di procedura penale) già militavano nel senso di approntare adeguati strumenti organizzativi per la gestione dei procedimenti penali. Si tratta di raccomandazione tanto più concreta e praticabile oggi, che con la diffusione capillare del SICP sul territorio nazionale è disponibile un sistema di rilevazione statistico, di tipo informatico, omogeneo, con cui poter parametrare le previsioni organizzative sui criteri di priorità. E nella delibera consiliare dell’8 novembre 2017 (emanata in relazione ai piani di gestione dei procedimenti civili) si conferma l’utilità, anche pratica, del SICP quale strumento concorrente alla formazione del “programma descrittivo della linea organizzativa dell’ufficio” nel suo complesso, “in un’ottica organizzativa di insieme, per l’individuazione a monte delle risorse umane destinate ai settori civile e penale”.

2. Il Format per la redazione del programma annuale di gestione degli affari penali

Il Consiglio evidenzia che la predisposizione di un format unico per la redazione dei programmi annuali di gestione degli affari penali assolve alla principale funzione di delineare il percorso logico ed organizzativo per l’elaborazione dei progetti in occasione delle future scadenze, agevolando così la redazione del programma da parte dei dirigenti giudiziari e consentendo una valutazione e un confronto dei programmi predisposti a livello nazionale.

Alla luce di quanto esposto in ordine alle finalità di gestione del processo penale onde monitorare l’arretrato, anche alla luce dell’esigenza di valutare l’incidenza del fenomeno della prescrizione (che può influire sulla scelta della trattazione non prioritaria di procedimenti anche risalenti destinati a sicura estinzione) si indica, per la redazione dei piani di gestione, la seguente scansione metodologica, adattando il format già predisposto per la redazione dei piani relativi agli affari civili:

1) Censimento delle pendenze, con riferimento ai procedimenti pendenti per anno di iscrizione. Al riguardo, si precisa che il CSM non dispone dei dati delle pendenze distinte per anno di iscrizione

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che saranno pertanto forniti dall’ufficio (estratti da Consolle) e riferiti al 30 giugno1. Il CSM fornirà gli altri dati riportati nelle tabelle allegate alla presente circolare relativi all’anno giudiziario (dal 1°

luglio al 30 giugno dell’anno successivo) necessari a rappresentare un quadro più completo della realtà dell’ufficio (flussi, durata dei procedimenti, provvedimenti, indici di ricambio e di smaltimento, sopravvenuti per numero di imputati). Ove l’ufficio ritenga di effettuare una propria estrazione statistica, dovrà utilizzare per il censimento i dati estratti alla medesima data allo scopo di assicurare omogeneità dei dati;

2) Individuazione dell’obiettivo di definizione dell’ufficio, con indicazione numerica dei procedimenti da eliminare dal 30 giugno (epoca della rilevazione statistica ministeriale) e il 31 dicembre dell’anno successivo allo scopo di rendere chiaro e verificabile l’obiettivo. Al riguardo si specifica che, al fine di rendere verificabili gli obiettivi, l’ufficio dovrà estrarre dal prossimo anno le pendenze per anno di iscrizione anche al 31 dicembre e allegarle al format in formato xls (vedi infra, par. 8, istruzioni per la compilazione del format, punto 2). Le verifiche sugli obiettivi saranno condotte confrontando l’obiettivo di definizione con le definizioni intervenute tra il 30 giugno e il 31 dicembre dell’anno successivo;

3) Definizione del carico esigibile;

4) Indicazione dei criteri di priorità;

5) Definizione del rendimento complessivo.

3. Il carico esigibile – Definizione e modalità di determinazione

Va premesso che il carico esigibile rappresenta la “capacità di lavoro” dei magistrati che fisiologicamente consente di coniugare qualità e quantità del lavoro in un dato periodo di tempo, da individuarsi alla luce della concreta situazione dell’ufficio.

La determinazione dei “carichi esigibili”, contemplati dall’art. 37 d.l. 98/2011 in materia di gestione dei procedimenti civili, proprio perché finalizzata alla redazione del programma che riguarda tutti gli affari di un “ufficio”, non può che avere come ottica proprio quella globale delle risorse umane e materiali dello stesso ufficio e quindi la produttività fisiologicamente sostenibile da quest’ultimo.

In attesa della definizione degli “standard di rendimento” nel settore penale, al momento oggetto di studio del Gruppo di lavoro a ciò dedicato, si ritiene di poter confermare anche per il settore penale il procedimento messo a punto dalla circolare del 2 maggio 2012, che ha consentito, attraverso il meccanismo di adattamento costituito dal c.d. “range di produttività”, la fissazione di carichi indicativi di lavoro adattabili a ciascun magistrato dell’ufficio. Deve poi essere confermata la possibilità – già riconosciuta nell’ambito dei programmi di gestione per il settore civile – di discostarsi dalla determinazione del carico attraverso l’illustrazione delle specifiche motivazioni al riguardo.

Va poi ribadito che l’individuazione, ufficio per ufficio, della produttività sostenibile deve essere attentamente valutata dai dirigenti e, in prima istanza, dai singoli magistrati e, per i Tribunali divisi in sezioni, dai Presidenti delle Sezioni (procedimento “partecipato”).

La redazione della presente circolare costituisce comunque l’occasione per ribadire che l’esigenza di programmazione e gestione non deve determinare una mera deriva produttivistica, ma deve consentire di coniugare la quantità e la qualità del lavoro giudiziario in condizioni di operatività fisiologiche. Pertanto la determinazione del carico va, se necessario, adeguata alle obiettive possibilità dell’ufficio e dei magistrati, mediante il ponderato utilizzo dei previsti meccanismi di adattamento.

La laboriosità del magistrato va comunque considerata tenendo presente per un verso i procedimenti definiti con sentenze e, per altro verso, i procedimenti cc.dd. altrimenti definiti.

1 I dati devono essere estratti al 30 giugno al fine di operare il raffronto alla medesima data con i dati elaborati dal CSM,

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Sarà cura del dirigente, nell’individuazione secondo il metodo proposto della fascia di produttività sostenibile, individuare e valorizzare debitamente tutte le ulteriori tipologie provvedimentali diverse dalle sentenze che impegnano i magistrati ed incidono significativamente sul tempo a disposizione per la trattazione e la definizione dei procedimenti.

La metodologia per la fissazione del carico esigibile può dunque essere così declinata:

1) Valutazione del dato globale di produttività concretamente realizzata dall’ufficio in un arco temporale che, per mantenere una sua attendibilità oggettiva, è stato fissato in quattro anni;

2) Il dato della produttività deve essere poi considerato per attività omogenee (medesima sezione tabellare o medesimo settore di attività); ovvero, nel caso ciò sia possibile, sulla base dell’organizzazione interna del singolo ufficio giudiziario, per sezioni, proprio per rispondere ad un’esigenza di individuazione di produttività fisiologiche per materie tendenzialmente omogenee.

Chiaramente, determinazioni diverse devono essere assunte nei casi in cui l’ufficio sia piccolo, cioè monosezionale o con sole due sezioni, in cui i magistrati svolgono funzioni promiscue, così come meglio si dirà in seguito;

3) Il dato deve essere adattato alla realtà concreta, per assicurarne l’effettiva sostenibilità: la produttività va dunque rapportata ai giudici effettivamente presenti (e non alla mera previsione di organico). Andrà considerato, nei meccanismi di adattamento, il turn over dei giudici presenti e le conseguenti necessità di rinnovazione del dibattimento, nonché, in ogni caso, ritmi lavorativi sostenibili che consentano di coniugare la qualità e la quantità del lavoro giudiziario;

Si precisa che il dato della produttività media ricomprende anche il contributo lavorativo dei magistrati onorari che, allo stato, non può essere distinto dal punto di vista statistico. Poiché il carico esigibile si riferisce alla capacità di lavoro del magistrato togato l’ufficio potrà, ove necessario, depurare il dato medio proposto in relazione all’apporto concreto dei magistrati onorari e quindi determinare, attraverso il procedimento “partecipato”, il carico esigibile da indicare per magistrato togato;

4) Individuata la produttività quadriennale per sezione (Dibattimento monocratico e collegiale – Corte d’Assise o sezione di Corte d’Appello), la capacità produttiva fisiologica dei magistrati per ciascun ufficio deve essere determinata – piuttosto che in un numero fisso di provvedimenti definitori – in una fascia elastica di produttività sostenibile identificata in un intervallo statistico (o

“range”) intorno alla produttività media.

La forchetta per l’individuazione del “carico produttivo esigibile” di riferimento deve operare quindi partendo dal dato medio di produttività e si concretizza nell’individuazione di un intervallo statistico sotto e sopra la media stessa: va individuata in tal modo un’area di produttività che si estende dal -15% (arrotondato all’unità) sotto la media, fino al +15% (arrotondato all’unità) sopra la media.

È il caso di fare un esempio: se in un ufficio vi sono 5 magistrati che definiscono rispettivamente 110, 160, 200, 240 e 290 procedimenti ciascuno, il valore medio delle definizioni è di 200 provvedimenti. In questo caso l’area di produttività si estende tra i valori 170 e 230, pari rispettivamente alla media meno il 15% e alla media più il 15%, anche se nel format andrà indicato il solo dato medio delle definizioni.

Facendo ricorso al suddetto metodo, il dirigente e i magistrati dell’ufficio, che prendono parte al procedimento di determinazione dei carichi esigibili, potranno fruire di un criterio elastico (il range di produttività esigibile compreso tra un minimo e un massimo) al quale fare riferimento per impostare il programma di gestione;

5) Il dato come sopra ottenuto può comunque essere oggetto di modificazioni, in presenza di peculiari ragioni che ne determinino lo scostamento, ragioni di cui il capo dell’ufficio dovrà dar conto nella redazione del programma (evidenziando i fattori che abbiano determinato, nel periodo considerato, una maggiore o minore produttività dei giudici).

4. I criteri di priorità

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Va particolarmente valorizzata, nel programma di gestione per il settore penale, l’indicazione dei criteri di priorità quale strumento per contemperare produttività dell’attività giudiziaria, qualità della stessa ed esigibilità dei carichi di lavoro dai singoli, in relazione alla realtà del singolo ufficio.

Si osserva, a proposito dei criteri di priorità (che determinano ovviamente scelte organizzative rilevantissime in tema di allocazione delle risorse umane degli uffici) che nel settore penale esistono precise disposizioni normative rinvenibili nel codice di rito, o, comunque, in fonti di rango primario che sanciscono inderogabili criteri prioritari nella trattazione e definizione di talune materie precisamente individuate (così all’art. 132-bis disp.att.c.p.p.).

L’attività consiliare ha poi dedicato specifica attenzione alla individuazione delle scelte organizzative prioritarie in ambito penale, avuto riguardo alle problematiche concrete del settore (in particolare, alla celebrazione dei processi a rischio prescrizione) con peculiare riferimento ai meccanismi di interazione tra le diverse fasi processuali e quindi ai rapporti tra gli uffici coinvolti nella gestione del processo.

Si richiamano, in merito, la delibera del 9 luglio 2014, “Criteri di priorità nella trattazione degli affari penali”; e la delibera in data 11 maggio 2016, “Linee guida in materia di criteri di priorità e gestione dei flussi degli affari – rapporti tra uffici requirenti e uffici giudicanti” (Allegate alla presente circolare, in quanto fondamentali strumenti per la gestione dei procedimenti penali).

Va ricordato che la recente circolare sull’organizzazione degli Uffici di Procura, adottata il 16 novembre 2017, richiede – all’art. 3 – che il Procuratore della Repubblica “assicuri un’attenta e particolareggiata analisi dei flussi e delle pendenze” allo scopo di garantire la ragionevole durata del processo.

Di sicuro rilievo sono poi la delibera in data 18 giugno 2018, “L’ufficio per il processo oggi: esito del monitoraggio del CSM sulla istituzione e sul funzionamento dell’Ufficio per il processo negli uffici giudiziari; ruolo della magistratura onoraria e diritto transitorio”; la delibera in data 9 maggio 2018, “Risoluzione sulle linee guida in tema di organizzazione e buone prassi per la trattazione dei procedimenti relativi a reati di violenza di genere e domestica”; nonché la delibera 20 dicembre 2017 “Misure di prevenzione – Prime misure organizzative a seguito della legge n. 161/2017”.

Tanto premesso, la scelta di individuazione dei processi prioritari presuppone assunzioni di responsabilità da parte dei dirigenti degli uffici per il tramite dell’adozione di soluzioni organizzative da trasfondere nei progetti organizzativi e tabellari.

Come già detto (cfr. supra, paragrafo 1) la peculiarità del processo penale impone, per la connaturata urgenza dei processi incidenti sulla libertà personale e per la delicatezza di alcune materie, l’individuazione delle priorità nella trattazione dei procedimenti pendenti proprio perché l’obiettivo di rendimento non è un semplice dato numerico ma è anche un dato di “qualità”, che impone di garantire comunque la trattazione di alcune tipologie di processi.

In tale prospettiva, come detto, va evitato di scegliere solo settori a più alto indice di ricambio (come quelli caratterizzati da materie seriali di rapida definizione) che permettono indubbiamente di raggiungere risultati anche elevati di produttività a discapito, però, proprio dei procedimenti più rilevanti per natura di reato.

Deve dunque essere nuovamente chiarito che la materia penale richiede l’individuazione di criteri di priorità diversi dalla mera durata del procedimento: ciò impone una programmazione riguardante non solo le pendenze, ma anche i procedimenti sopravvenuti, tra cui il dirigente dovrà individuare i procedimenti che, anche in ragione delle priorità previste dalla legge ed eventualmente stabilite da protocolli o altri provvedimenti organizzativi, richiedano una più celere definizione.

Parimenti dovrà essere valutata l’incidenza della prescrizione sui criteri individuati.

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Al riguardo, nella cornice delle risoluzioni consiliari analiticamente citate, e in particolare nell’ambito dei rapporti tra uffici giudicanti e requirenti (delibera dell’11 maggio 2016), va valorizzato lo strumento della Conferenza distrettuale, aperta alla partecipazione congiunta del Presidente della Corte d’Appello, del Procuratore Generale, dei Presidenti dei Tribunali e Procuratori della Repubblica, quale imprescindibile momento di confronto per:

- programmare il lavoro degli Uffici di Procura rispetto alle capacità di definizione effettiva dei Tribunali, tenuto conto dei dati statistici;

- porre l’accento sulla valutazione del parametro della reale sostenibilità dell’accusa in giudizio di cui all’art. 125, disp.att. c.p.p.;

- tenere conto della opportunità della fissazione di processi relativi a reati destinati a prevedibile e certa prescrizione, tenuto conto dell’epoca della commissione del reato e dei tempi medi di definizione dei procedimenti nei gradi di giudizio.

Si rammenta che, sempre secondo le previsioni della citata delibera dell’11 maggio 2016, l’indicazione dei criteri di priorità suddetti, diversi e ulteriori rispetto a quelli legali, può anche essere adottata con apposita previsione inserita nelle tabelle dell’ufficio, e quindi oggetto di confronto anche con le locali articolazioni dell’Avvocatura.

5. La definizione dell’obiettivo di rendimento. Il ruolo dei GOP e dei Giudici Ausiliari

Fissato il carico esigibile, il dirigente può operare le valutazioni gestionali ed organizzative di sua competenza, individuando, in riferimento al carico esigibile calcolato, gli obiettivi di rendimento dell’ufficio.

Il dirigente, nell’ambito della discrezionalità valutativa che caratterizza e connota il suo ruolo, è chiamato – in esito al procedimento partecipato più avanti delineato – ad una sintesi realistica, virtuosa ed equilibrata, dovendo in primo luogo fotografare lo stato dell’ufficio, le sue condizioni oggettive e soggettive, per poi, in secondo luogo, alla luce delle rilevazioni effettuate, compiere una sintesi operativa e prospettica degli obiettivi concretamente realizzabili con le risorse disponibili.

Nelle scelte organizzative, i dirigenti (o i Presidenti di sezione) dovranno assicurare anche il pieno impiego dei giudici onorari. Nella determinazione dell’obiettivo di rendimento si dovrà anche tenere conto delle altre variabili che incidono sulla produttività totale dell’ufficio, quali le assenze previste, i trasferimenti già deliberati, gli esoneri prevedibili, la presenza di stagisti, l’impiego dei magistrati onorari, le modifiche normative, nonché dei criteri di priorità.

Infine, va segnalata l’importanza, nella programmazione del lavoro dell’ufficio, delle misure organizzative idonee a migliorare la qualità del servizio, quali i provvedimenti organizzativi per l’ufficio per il processo, la creazione di un front office avanzato, i provvedimenti di semplificazione e riorganizzazione dei servizi amministrativi, le buone prassi adottate.

In definitiva, individuate le priorità, le risorse dell’ufficio del processo (magistratura onoraria, tirocinanti ex art. 73, d.l. 69/2013, personale amministrativo, ecc.) potranno essere destinate alla trattazione di tali procedimenti ed assegnate ai relativi magistrati.

6. Il procedimento per la redazione del programma di gestione

Come già accennato, la formazione dei piani di gestione deve interessare tutti i magistrati coinvolti nella programmazione, secondo le seguenti scansioni temporali:

· Entro il 14 dicembre 2019 ogni Presidente di sezione – previa acquisizione dei dati statistici sezionali e all'esito di apposita riunione con tutti i magistrati della sezione, compresi i giudici onorari – deposita una relazione contenente i prospetti statistici, la proposta di elaborazione dei carichi esigibili e le proposte di gestione dei ruoli penali della sezione. Nella riunione con tutti i giudici della sezione, il Presidente della sezione dovrà concordare le modalità di utilizzo dei giudici onorari.

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Nella relazione dovrà risultare il verbale dell’assemblea dei giudici di sezione e le osservazioni eventualmente proposte.

Deve essere garantita nell’occasione la consultazione dei magistrati in congedo per qualunque ragione. Nei Tribunali monosezionali o privi di sezioni, gli adempimenti di cui sopra sono curati direttamente dal Presidente del Tribunale, previa riunione con tutti i giudici dell'ufficio;

· Entro il 13 gennaio 2020 il Presidente del Tribunale, acquisite le relazioni delle sezioni penali, deposita presso la propria segreteria il programma di gestione ai sensi dell’art. 37 cit., con allegati i prospetti statistici e i carichi esigibili proposti, eventualmente integrati e/o modificati con esplicita motivazione delle ragioni dell’accoglimento o del rigetto delle osservazioni e delle proposte presentate dalle singole sezioni penali.

Nei soli Tribunali metropolitani o con organico superiore a 40 unità, il dirigente deve preventivamente indire una riunione con tutti i Presidenti di sezione ed i giudici coordinatori.

Alla riunione partecipano il dirigente amministrativo dell’ufficio, un rappresentante della Commissione Flussi istituita presso il distretto di Corte di Appello, un RID e i MAGRIF.

Nel corso delle riunioni dovranno essere rappresentate le criticità riscontrate con riferimento al progetto organizzativo di gestione depositato. Degli argomenti trattati nelle riunioni deve essere predisposto verbale riassuntivo.

Il programma ed i relativi allegati sono inviati, sempre per via telematica ed utilizzando la casella di posta elettronica dell’ufficio, a tutti i giudici, anche onorari, ed al dirigente amministrativo, alla Commissione Flussi, ai RID ed ai MAGRIF, oltre che, per espresso disposto normativo, al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati;

· Entro il 24 gennaio 2020 ciascun magistrato può depositare osservazioni sul programma di gestione ovvero sulla determinazione dei carichi esigibili presso la segreteria dell’ufficio. Analoga facoltà di segnalazione e proposta ha il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati;

· Il dirigente procede, a seguito di una o più riunioni conclusive, alla predisposizione del programma di gestione finale;

· Entro il 31 gennaio 2020 il dirigente dell’ufficio trasmette al Consiglio Superiore della Magistratura ed al Consiglio giudiziario (o al Consiglio direttivo della Corte di Cassazione) il programma di gestione finale;

· Il Consiglio giudiziario (o il Consiglio direttivo della Corte di Cassazione), entro il termine di giorni trenta, deve trasmettere il suo parere di presa d’atto, con eventuali rilievi, al Consiglio Superiore della Magistratura. Decorso tale termine, il Consiglio Superiore della Magistratura può adottare il provvedimento conclusivo del procedimento anche in assenza del parere dell’organo di governo autonomo territoriale.

Il programma deve contenere necessariamente una motivazione, ancorché sintetica ma esaustiva, in ordine alle ragioni dedotte dal dirigente dell’ufficio per l’accoglimento o il rigetto delle osservazioni presentate. Al programma devono essere allegati i prospetti dei dati statistici utilizzati, dei carichi esigibili individuati ed i verbali delle riunioni effettuate.

Al programma vanno allegati i risultati conseguiti negli anni precedenti e devono essere specificate le ragioni dell’eventuale mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Il programma deve anche indicare i meccanismi, la frequenza e le forme di monitoraggio predisposte per presidiare l’attuazione del programma stesso.

Il programma di gestione e i relativi allegati devono essere trasmessi per via telematica – utilizzando la casella di posta elettronica dell’ufficio – a tutti i giudici presenti, a quelli in congedo, nonché al dirigente amministrativo.

In fase di prima sperimentazione, per il 2020, il format penale non potrà essere compilato direttamente in CSMApp, ma dovrà essere riempito accedendo alla pagina http://statweb.cosmag.it/

e utilizzando le credenziali in uso da parte dell’ufficio per Valeri@. Al termine della compilazione l’ufficio potrà generare un file pdf che dovrà essere allegato in CSMApp insieme al format del programma di gestione civile nella pagina “Allega ulteriori documenti”.

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Inoltre, l’ufficio dovrà integrare le tabelle dei dati inviate dall’Ufficio Statistico del CSM con le pendenze al 30 giugno e dal prossimo programma di gestione anche al 31 dicembre: anche tale file, in formato xls, sarà allegato in CSMApp insieme al format del programma di gestione civile nella medesima pagina.

Il Consiglio Superiore della Magistratura, nel caso in cui si rendano necessari chiarimenti od approfondimenti, può investire delle questioni riguardanti il progetto presentato il Consiglio giudiziario competente (o il Consiglio direttivo della Corte di Cassazione) e la relativa Commissione Flussi ai fini della redazione di un parere integrativo o dello svolgimento della necessaria attività istruttoria.

Il procedimento si conclude con una delibera, eventualmente corredata da rilievi.

Copia della delibera deve essere inserita nel fascicolo personale del dirigente dell’ufficio e, nel caso di uffici organizzati per sezioni, anche nel fascicolo personale del Presidente di sezione.

7. Uffici promiscui e monosezionali

Nel caso di uffici piccoli, monosezionali o che hanno solo due sezioni, in quelli nei quali i magistrati svolgono funzioni promiscue, è difficile fare riferimento a una produttività media distinta per settore ovvero per sezioni o materie omogenee.

I suddetti uffici giudiziari possono individuare le modalità di redazione dei programmi di gestione applicando solo in quanto compatibili i criteri fissati per gli uffici giudiziari di maggiori dimensioni nei quali la produttività media può essere distinta per settore ovvero per sezioni o materie omogenee. A titolo esemplificativo, l’individuazione della media può avvenire, sempre in riferimento al medesimo arco temporale quadriennale, con riguardo alle singole posizioni tabellari e, dunque, alle materie ovvero ai ruoli trattati dai singoli giudici in servizio presso l’ufficio.

In tali uffici il “metodo partecipato” per la determinazione dei “carichi esigibili” deve essere ulteriormente valorizzato: il dirigente deve tener conto della potenzialità di produttività dell’ufficio facendo specifico riferimento a ciascun magistrato e al singolo ruolo dallo stesso gestito in un arco temporale ben definito.

In ragione della ricorrente promiscuità delle funzioni svolte e della tendenziale assenza di specializzazione che caratterizza i ruoli dei magistrati nei piccoli uffici, nel percorso di rappresentazione delle potenziali performance dell’ufficio il dirigente deve coinvolgere a maggior ragione i singoli magistrati, affinché contribuiscano all’individuazione degli obiettivi di rendimento, tenendo conto delle risorse disponibili e delle concrete possibilità di definizione dei procedimenti.

8. Verificabilità degli obiettivi

Si tratta di un profilo estremamente importante per l’efficacia dei programmi di gestione.

Il format, in tale prospettiva, deve contenere la precisa indicazione degli obiettivi di riduzione delle pendenze e l’indicazione del risultato raggiunto in relazione agli stessi, compiutamente descritto in termini numerici, nonché la rappresentazione delle ragioni che, eventualmente, non ne hanno consentito il raggiungimento. Sarà comunque possibile allegare al format una relazione esplicativa, il più possibile sintetica ed esaustiva, ove potranno anche essere indicate le scelte organizzative adottate per un migliore perseguimento degli obiettivi prefissati.

Il CSM, in fase di valutazione dei singoli programmi, provvederà, al termine dell’anno solare, alla verifica degli obiettivi raggiunti, utilizzando i dati delle pendenze per anno di iscrizione al 30 giugno e al 31 dicembre dell’anno successivo forniti dagli uffici giudiziari.

Attualmente, ai Consigli giudiziari è richiesto un parere sulle tabelle e sui DOG e un “parere di presa d’atto con eventuali rilievi” sul piano di gestione.

(10)

Ai fini della concreta funzionalità dello strumento anche nel settore penale, ai Consigli giudiziari e alle Commissioni Flussi, in collaborazione con l’Ufficio Statistico del CSM, è affidata la prima verifica dell’avvenuto raggiungimento degli obiettivi del piano di gestione, nonché della congruità del piano di gestione rispetto agli obiettivi del DOG.

Quanto al ruolo del CSM, si ribadisce quanto previsto dalla risoluzione del 2 maggio 2012, secondo cui l’attività di pianificazione costituirà oggetto di valutazione del dirigente in sede di conferma, ai sensi dell’art. 45, d.lgs. 160/2006. Conseguentemente, il Consiglio non potrà limitarsi a una mera presa d’atto ma dovrà, a sua volta, verificare il raggiungimento degli obiettivi prefissati ed esaminare le ragioni degli eventuali scostamenti.

9. Indicazioni procedurali e attività da svolgere per avviare le procedure di acquisizione ed elaborazione dei dati necessari per la formazione dei nuovi programmi di gestione delle tabelle previste dal Format.

L’Ufficio Statistico del CSM fornirà agli uffici i dati necessari per l’elaborazione del programma di gestione nel settore penale.

Per la compilazione del Format verrà predisposta una maschera web con domande sia a risposta chiusa che a risposta aperta ma sintetica; il modello, costituendo solo uno strumento che il CSM ha elaborato a loro servizio e non un limite alle scelte organizzative loro rimesse, si potrà accompagnare, senza in alcuna misura escluderla, alla redazione di una relazione illustrativa dell’intero programma da parte del dirigente dell’ufficio.

Per i dati per i quali non vi è – allo stato – la possibilità di un’estrazione a livello centrale, rimane ferma la possibilità di una rilevazione a livello locale.

Al riguardo, si sottolinea la fondamentale importanza della corretta implementazione del SICP da parte delle cancellerie dei Tribunali e delle Corti d’Appello: in particolare, si raccomanda la costante attività di bonifica dei registri attraverso il corretto inserimento dei dati, in particolare l’annotazione dei procedimenti definiti; e, nella prima fase di ricognizione dell’arretrato, una opportuna attività di controllo della corrispondenza dei dati del SICP e quelli relativi alle sentenze emesse.

Si ricorda che per ogni esigenza o chiarimento è a disposizione degli uffici giudiziari, tramite l’Ufficio Statistico del CSM, un servizio di assistenza nella lettura ed utilizzazione dei dati statistici, mediante l’acquisizione delle richieste inviate per posta elettronica all’indirizzo helpdesk37@cosmag.it.

Tanto premesso, il Consiglio

delibera

- di invitare i Presidenti di tutti gli Uffici interessati a predisporre i programmi di gestione per i procedimenti penali in base alle previsioni della presente delibera, secondo i Format allegati compilabili online attraverso la pagina http://statweb.cosmag.it/; il file in formato pdf del format e le tabelle in formato xls con i dati statistici integrati con le pendenze per anno di iscrizione dovranno essere allegati alla pratica del programma di gestione civile in CSMApp;

- di invitare i Presidenti di tutti gli Uffici interessati all’invio tempestivo dei dati statistici trimestrali al Ministero della Giustizia al fine di consentire all’Ufficio Statistico del CSM l’utilizzo di tali dati per la predisposizione delle tabelle 3-9 allegate alla circolare;

- di fissare, con riferimento ai programmi di gestione da presentarsi entro il 31 gennaio 2020, i termini secondo la seguente scansione temporale:

(11)

Il termine previsto per il deposito delle relazioni dei presidenti di sezione è fissato al 14 dicembre 2019;

Il termine per il deposito del programma di gestione presso la segreteria da parte del dirigente è fissato al 13 gennaio 2020;

Il termine fissato per il deposito delle osservazioni dei magistrati e per le segnalazioni del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati è fissato al 24 gennaio 2020;

- di fornire, tramite il proprio Ufficio Statistico, un servizio di assistenza agli uffici giudiziari nella lettura ed utilizzazione dei dati statistici, mediante l’acquisizione delle richieste inviate per posta elettronica agli indirizzi helpdesk37@cosmag.it o ufficiostatistiche@cosmag.it, già utilizzati in occasione della ricognizione dei dati relativi alle riduzioni di attività e per la redazione dei programmi di gestione relativi;

- di affidare ai Consigli giudiziari e alle singole Commissioni Flussi, in collaborazione con l’Ufficio Statistico del CSM, che metterà a disposizione apposite schede di lavoro, la prima verifica di congruità dei risultati raggiunti con quelli previsti nel precedente piano di gestione, nonché del piano di gestione rispetto agli obiettivi del DOG;

- di comunicare la presente delibera al Ministero della Giustizia.

(12)

Dati statistici per il Programma di gestione penale Tribunali ordinari

DATI FORNITI DAL CSM O DA COMPILARE DA PARTE DEGLI UFFICI Ai sensi del paragrafo 2 punti 1 e 2 della circolare

Tabella 1: pendenze divise per anno d’iscrizione al 30/06/2018 (la tabella indica l’andamento delle pendenze nel corso degli anni) – (da riempire a cura dell’ufficio tramite consolle)

Anno 2018 2017 2016 2015 2014 2013 2012 2011 2010 2009 Ante 2009 Totale

Dibattimento Collegiale Dibattimento Monocratico Corte d’Assise

Appello del GDP

Tabella 2: pendenze divise per anno d’iscrizione al 30/06/2019 (la tabella indica l’andamento delle pendenze nel corso degli anni) – (da riempire a cura dell’ufficio tramite consolle)

Anno 2019 2018 2017 2016 2015 2014 2013 2012 2011 2010 Ante 2010 Totale

Dibattimento Collegiale Dibattimento Monocratico Corte d’Assise Appello del GDP

Si specifica che, al fine di rendere verificabili gli obiettivi, dal prossimo programma di gestione l’ufficio dovrà estrarre le pendenze per anno di iscrizione anche al 31 dicembre.

(13)

Tabella 3: Flussi e rendimento dell’ufficio (fornita dal CSM)

Definiti

MATERIA Penden

ti iniziali

Sopra vvenu ti

Archi viazio ni

Senten ze

Di cui sentenze di NDP per prescrizi one

Di cui senten ze di NDP

Altrime nti definiti

Tota le

Pende nti finali

Durata prognost ica (Pendent i finali / Definiti)

Dibattimento Collegiale

Dibattimento Monocratico

Corte d’Assise

Appello GDP

Misure di prevenzione (a cura dell’ufficio)

Tabella 4. Rendimento medio pro capite (fornita dal CSM)

Materia

N.

magi strati

Media - Definiti con sentenza

Range annuale

-15%

Range annuale

+15%

Media - Definiti altra modalità

Range annuale

-15%

Range annuale

+15%

Media Totale definiti

Range annuale

-15%

Range annuale

+15%

Dibattimento

di cui: Dibattimento

Monocratico

di cui: Dibattimento

Collegiale

di cui: Appello del

GDP

Assise

Tabella 5: Durata dei procedimenti (fornita dal CSM) Tribunale monocratico e collegiale

Numero procedimenti Dibattimento

monocratico Sentenze Altrimenti definiti

Totale

Entro 6 mesi Da 6 mesi a 1 anno Da 1 a 2 anni Oltre 2 anni Totale

Durata media

Dibattimento Numero procedimenti

(14)

collegiale Sentenze Altrimenti definiti

Totale

Entro 6 mesi Da 6 mesi a 1 anno Da 1 a 2 anni Oltre 2 anni Totale

Durata media

Tabella 6. Indici ricambio e di smaltimento (fornita del CSM)

MATERIA Indice di

Ricambio

Indice di Smaltimento

Pendenti inziali

Sopravve nienze

Esauriti Dibattimento Collegiale

Dibattimento Monocratico

Corte d’Assise

Appello del GDP

Misure di prevenzione

Totale

Tabella 7: Sopravvenuti per numero di imputati (fornita dal CSM)

Materia Procedimen

ti con 1 imputato

Procedi menti con 2 imputati

Procedimenti

con 3

imputati

Procedimenti

con 4

imputati

Procedimenti

con 5

imputati

Procedimenti con imputati da 6 a 10

Procedim enti con imputati da 11 a 30

Procedimen ti con oltre 30 imputati

Dibattimento Collegiale

Dibattimento Monocratico

Appello del GDP

Tabella 8: Esito dei procedimenti (fornita dal CSM)

(15)

Materia Sentenze di condanna

Sentenze di assoluzione

Sentenze promiscue

Sentenze di applicazione pena su richiesta

Dibattimento Collegiale

Dibattimento Monocratico

Corte d’Assise

Materia Conferma

delle

decisioni di primo grado

Riforma delle

decisioni di primo grado

Annullamento delle

decisioni di primo grado

Appello del GDP

Si raccomanda l’invio tempestivo dei dati statistici trimestrali al Ministero della Giustizia relativi all’anno giudiziario 2018/9, tramite i modelli di rilevazione ufficiali. In caso di inadempienza l’Ufficio Statistico del CSM non potrà inviare le tabelle compilate.

(16)

Dati statistici per il Programma di gestione penale Corte d’Appello

DATI FORNITI DAL CSM O DA COMPILARE DA PARTE DEGLI UFFICI Ai sensi del paragrafo 2 punti 1 e 2 della circolare

Tabella 1: pendenze divise per anno d’iscrizione al 30/06/2018 (la tabella indica l’andamento delle pendenze nel corso degli anni) – (da riempire a cura dell’ufficio tramite consolle)

Anno 2018 2017 2016 2015 2014 2013 2012 2011 2010 2009 Ante 2009 Totale

Sezione Penale Sezione Assise Sezione Minorenni

Tabella 2: pendenze divise per anno d’iscrizione al 30/06/2019 (la tabella indica l’andamento delle pendenze nel corso degli anni) – (da riempire a cura dell’ufficio tramite consolle)

Anno 2019 2018 2017 2016 2015 2014 2013 2012 2011 2010 Ante 2010 Totale

Sezione Penale Sezione Assise Sezione Minorenni

Si specifica che, al fine di rendere verificabili gli obiettivi, dal prossimo programma di gestione l’ufficio dovrà estrarre le pendenze per anno di iscrizione anche al 31 dicembre.

(17)

Tabella 3: Flussi e rendimento dell’ufficio (fornita dal CSM)

Definiti

MATERIA Pende

nti iniziali

Sopr avve nuti

Sente nze

Di cui dibatt iment ali

Di cui cameral i

Di cui Prescriz ioni

Di cui NDP (escl use presc rizio ni)

Altrim enti definit i

Tot ale

Pend enti finali

Durata progno stica (Pende nti finali / Definiti )

Sezione Penale

Sezione Assise

Sezione Minorenni

Tabella 4. Rendimento medio pro capite (fornita dal CSM)

Materia Numero magistrati

Media - Definiti con sentenza

Range annuale

-15%

Range annuale

+15%

Media - Definiti altra modalità

Range annuale

-15%

Range annuale

+15%

Media Totale definiti

Range annuale

-15%

Range annuale

+15%

Sezione Penale

Sezione Assise

Sezione Minorenni

Tabella 5: Durata dei procedimenti (fornita dal CSM) Sezione Penale

Numero procedimenti Penale

Sentenze Altrimenti definiti

Totale

Entro 6 mesi

Da 6 mesi a 1 anno

Da 1 a 2 anni

Oltre 2 anni

Totale

Durata media

(18)

Numero procedimenti Assise

Sentenze Altrimenti definiti

Totale

Entro 6 mesi

Da 6 mesi a 1 anno

Da 1 a 2 anni

Oltre 2 anni

Totale

Durata media

Numero procedimenti Minori

Sentenze Altrimenti definiti

Totale

Entro 6 mesi

Da 6 mesi a 1 anno

Da 1 a 2 anni

Oltre 2 anni

Totale

Durata media

Tabella 6. Indici ricambio e smaltimento (fornita del CSM)

MATERIA Indice di

Ricambio

Indice di Smaltimento

Pendenti inziali

Sopravve nienze

Esauriti Sezione Penale

Sezione Assise Sezione Minorenni

Tabella 7: Sopravvenuti per numero di imputati (fornita dal CSM)

Materia Procedim enti con 1

imputato

Procedimenti

con 2

imputati

Procedimenti

con 3

imputati

Procedimenti

con 4

imputati

Procedimenti

con 5

imputati

Procedimenti con imputati da 6 a 10

Procedime nti con imputati da 11 a 30

Procedime nti con oltre 30 imputati

Sezione Penale

Sezione Assise

Sezione Minoren ni

(19)

Materia Tipo Provvedimento Numero Sezione Penale Provvedimenti Per Misure Di Prevenzione Personali

Sezione Penale Provvedimenti Per Misure Di Prevenzione Reali Sezione Penale Attività Internazionale

Sezione Penale Riparazioni e Ricusazioni

Sezione Penale Provvedimenti In Materia di Esecuzione Sezione Assise Provvedimenti In Materia di Esecuzione Sezione Minorenni Provvedimenti In Materia di Esecuzione

Tabella 9: Esito dei procedimenti (fornita dal CSM)

Sentenze di conferma Sentenze di riforma totale o parziale

Materia

Sentenze di condanna

Sentenze di assoluzione

Sentenze di condanna

Sentenze di assoluzione

Sezione Penale

Sezione Assise

Sezione Minorenni

Si raccomanda l’invio tempestivo dei dati statistici trimestrali al Ministero della Giustizia relativi all’anno giudiziario 2018/9, tramite i modelli di rilevazione ufficiali. In caso di inadempienza l’Ufficio Statistico del CSM non potrà inviare le tabelle compilate.

(20)

Consiglio Superiore della Magistratura Settima Commissione

Commissione per l’organizzazione degli uffici giudiziari

Programma di gestione dei procedimenti penali Format per i Tribunali ordinari per il 2020

Programma di gestione dei procedimenti penali – format per i Tribunali ordinari

Il format è stato strutturato in sezioni volte ad evidenziare che, nella gestione dell’ufficio, sia assicurato un giusto equilibrio tra:

a) Esigenza di ridurre l’arretrato ultratriennale;

b) Esigenza di perseguire un obiettivo di rendimento dell’ufficio che tenga conto dei carichi esigibili;

c) Esigenza di perseguire un obiettivo di rendimento che tenga conto dei criteri di priorità nella trattazione dei procedimenti penali.

Le risposte aperte, previste nel format, dovranno essere sintetiche e potranno essere ulteriormente argomentate nel documento di accompagnamento.

Il presente format dovrà tener conto dei dati statistici inviati dall’Ufficio Statistico del CSM sulla base dei dati ufficiali forniti dagli uffici al Ministero della Giustizia.

(21)

SEZIONE PRIMA – L’organico effettivo e teorico

1.1. Indicare nella tabella che segue la ripartizione teorica dell’organico secondo la previsione

tabellare (vedi Istruzioni relative alla prima sezione del format).

1.2. Descrivere l’organico effettivo dell’ufficio e la ripartizione delle risorse nei settori civile e penale individuando i relativi criteri adottati.

1.3. Descrivere nell’ipotesi di funzioni promiscue le modalità con le quali sono state stabilite le distribuzioni delle diverse materie.

SEZIONE SECONDA – A. Definizione arretrato. Analisi delle diverse sezioni

Tribunale monocratico

2.1 Al dibattimento monocratico risultano pendenti procedimenti ultratriennali? SÌ / NO

2.2 Nel programma ex art. 37 dell’anno scorso – se redatto - era stata prevista anche per la materia monocratica la riduzione delle pendenze ultratriennali?

2.2.1 Se sì, riportare l’obiettivo perseguito indicando se:

2.2.1.1 L’ufficio ritiene prioritario concentrarsi sulla definizione di procedimenti ultratriennali;

2.2.1.2 L’ufficio ritiene prioritario concentrarsi sulla definizione di procedimenti infratriennali;

2.2.1.3 L’ufficio ritiene prioritario concentrarsi sulla definizione di entrambe le tipologie (procedimenti infra e ultra triennali);

2.2.1.4 Altro/Note (l’ufficio potrà descrivere i dettagli nel documento di accompagnamento).

2.2.2 L’obiettivo è stato raggiunto? SÌ / NO / IN PARTE

2.2.2.1 Se ‘sì’ o ‘in parte’, è desumibile dal confronto delle tabelle relative ai pendenti per anno di iscrizione? SÌ / NO

2.2.2.1.1 Se No, descrivere brevemente (l’ufficio potrà dettagliare nel documento

SETTORE ORGANICO

PREVISTO IN TABELLA

Togati

PRESENZE EFFETTIVE

al 30 giugno Togati

ORGANICO PREVISTO IN TABELLA

Onorari

PRESENZE EFFETTIVE

al 30 giugno Onorari Civile

Lavoro GIP/GUP Dibattimento Assise

Misure di prevenzione e riesame

(22)

Tribunale Collegiale

2.3 Al dibattimento collegiale risultano pendenti procedimenti ultratriennali? SÌ / NO

2.4 Nel programma ex art. 37 dell’anno scorso – se redatto - era stata prevista anche per la materia collegiale la riduzione delle pendenze ultratriennali?

2.4.1 Se sì, riportare l’obiettivo perseguito indicando se:

2.4.1.1 L’ufficio ritiene prioritario concentrarsi sulla definizione di procedimenti ultratriennali;

2.4.1.2 L’ufficio ritiene prioritario concentrarsi sulla definizione di procedimenti infratriennali;

2.4.1.3 L’ufficio ritiene prioritario concentrarsi sulla definizione di entrambe le tipologie (procedimenti infra e ultra triennali);

2.4.1.4 Altro/Note (l’ufficio potrà descrivere i dettagli nel documento di accompagnamento).

2.4.2 L’obiettivo è stato raggiunto? SÌ / NO / IN PARTE

2.4.2.1 Se ‘sì’ o ‘in parte’, è desumibile dal confronto delle tabelle relative ai pendenti per anno di iscrizione? SÌ / NO

2.4.2.1.1 Se No, descrivere brevemente (l’ufficio potrà dettagliare nel documento di accompagnamento).

Corte d’Assise

2.5 Alla sezione Assise risultano pendenti procedimenti ultratriennali? SÌ / NO

2.6 Nel programma ex art. 37 dell’anno scorso – se redatto - era stata prevista anche per la sezione Assise la riduzione delle pendenze ultratriennali?

2.6.1 Se sì, riportare l’obiettivo perseguito indicando se:

2.6.1.1 L’ufficio ritiene prioritario concentrarsi sulla definizione di procedimenti ultratriennali;

2.6.1.2 L’ufficio ritiene prioritario concentrarsi sulla definizione di procedimenti infratriennali;

2.6.1.3 L’ufficio ritiene prioritario concentrarsi sulla definizione di entrambe le tipologie (procedimenti infra e ultra triennali);

2.6.1.4 Altro/Note (l’ufficio potrà descrivere i dettagli nel documento di accompagnamento).

2.6.2 L’obiettivo è stato raggiunto? SÌ / NO / IN PARTE

2.6.2.1 Se ‘sì’ o ‘in parte’, è desumibile dal confronto delle tabelle relative ai pendenti per anno di iscrizione? SÌ / NO

(23)

2.6.2.1.1 Se No, descrivere brevemente (l’ufficio potrà dettagliare nel documento di accompagnamento).

SEZIONE SECONDA - B. Obiettivi di smaltimento dell’ufficio

2.7 Obiettivi di smaltimento previsti dal programma di gestione per il 2020 (fornire il dato aggregato per le diverse sezioni con riferimento ai soli provvedimenti definitori).

MATERIA 2016 2015 2014 2013 ….. ultradecennali

TRIBUNALE COLLEGIALE TRIBUNALE MONOCRATICO CORTE D’ASSISE

MISURE DI

PREVENZIONE

2.8 Indicare le modalità con le quali si è pervenuti alla determinazione del dato anche in relazione ai criteri di priorità che impongono la trattazione anticipata dei procedimenti di più recente iscrizione.

SEZIONE TERZA - Definizione del carico esigibile e obiettivi di qualità

3.1 Indicare il carico esigibile per il singolo magistrato nell’ambito di ciascuna delle materie:

Materia Sentenze Altrimenti definiti

TRIBUNALE COLLEGIALE TRIBUNALE MONOCRATICO CORTE D’ASSISE

3.2 Nel documento di accompagnamento sono state descritte le motivazioni su cui si fonda il calcolo del carico esigibile? SÌ / NO

3.3 Per determinare il carico esigibile è stata seguita la procedura “partecipata” prevista dalla circolare? SÌ / NO

3.4 Per quest’anno si prevedono obiettivi di qualità? SI /NO 3.5 Se sì, l’ufficio può:

o Rinviare a quanto già indicato nel DOG.

o Rinviare a quanto già inserito nella banca dati buone prassi (indicare il numero di buona prassi).

(24)

o Elencarli nel documento di accompagnamento al format.

SEZIONE QUARTA. Valorizzazione dei criteri di priorità

4.1 Per quest’anno vengono indicati criteri di priorità? SÌ /NO 4.2 Se sì, quali?

4.3 Si è tenuto conto dei criteri di priorità nell’individuazione dell’obiettivo di rendimento dell’ufficio? SÌ/NO

4.4 Si è tenuto conto dei criteri di priorità nell’individuazione del carico esigibile? SÌ/NO 4.5 I criteri di priorità sono stati individuati secondo un “procedimento partecipato”? SÌ / NO 4.6 Sono stati previsti – anche a seguito di protocolli con l’ufficio di procura2 - criteri di priorità

o di accantonamento per i procedimenti a rischio prescrizione (intendendo con rischio prescrizione i procedimenti per i quali la prescrizione interverrà nel biennio successivo alla scadenza del termine per il deposito del presente documento)3?

4.7 I criteri di priorità eventualmente individuati sono stati trasposti nell’applicativo GIADA? SÌ /NO GIADA non adottato

SEZIONE QUINTA. Procedura per la formazione del programma

5.1 Sono state rilevate criticità nei dati forniti? SÌ / NO 5.2 Se sì, quali?

SEZIONE SESTA. Monitoraggio del piano di gestione

6.1 L’ufficio ha predisposto sistemi di monitoraggio dell’attuazione del programma? SÌ / NO

2 Cfr. risoluzione del Consiglio “Linee guida in materia di criteri di priorità e gestione dei flussi di affari - rapporti fra

(25)

Consiglio Superiore della Magistratura Settima Commissione

Commissione per l’organizzazione degli uffici giudiziari

Programma di gestione dei procedimenti penali Format per le Corti d’Appello per il 2020

Programma di gestione dei procedimenti penali – format per le Corti d’Appello

Il format è stato strutturato in sezioni volte ad evidenziare che, nella gestione dell’ufficio, sia assicurato un giusto equilibrio tra:

a) esigenza di ridurre l’arretrato ultrabiennale;

b) esigenza di perseguire un obiettivo di rendimento dell’ufficio che tenga conto dei carichi esigibili;

c) esigenza di perseguire un obiettivo di rendimento che tenga conto dei criteri di priorità nella trattazione dei procedimenti penali.

Le risposte aperte, previste nel format, dovranno essere sintetiche e potranno essere ulteriormente argomentate nel documento di accompagnamento.

Il presente format dovrà tener conto dei dati statistici inviati dall’ufficio statistico del CSM sulla base dei dati ufficiali forniti dagli uffici al Ministero della Giustizia.

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