VALUTAZIONE DEL PAZIENTE CON DISTURBI PSICHIATRICI
DOTT. MARCO MENCHETTI
Anamnesi psichiatrica
Non diversa ad ogni altra anamnesi medica
A. prossima: motivo della consultazione e storia dei disturbi attuali
A. Remota
Informazioni su farmaci e sostanze d’abuso A. personale, familiare e sociale
(Notizie da informatori)
Esame dello stato mentale
Istantanea delle esperienze mentali del paziente in quel momento
Indaga segni (manifestazioni obiettive) ma anche sintomi Struttura: aspetto, comportamento, linguaggio, cognitività, percezioni, pensieri, umore e consapevolezza
COSA E’ LA PSICOPATOLOGIA?
• Scienza della descrizione e della catalogazione delle
alterazioni strutturali o funzionali dell’attività della mente.
• Il fondatore è Karl Jaspers, medico e docente di psicologia, autore di «Allgemeine Psychopathologie» (1913).
• La psicopatologia descrittiva fornisce un linguaggio comune per riconoscere segni e sintomi dei disturbi mentali.
• Non entra invece nel merito di ipotesi sulle cause e sulle
conseguenze delle alterazioni.
INQUADRAMENTO PSICOPATOLOGICO
• Funzioni di base
• Funzioni vitali
• Funzioni complesse
• Funzioni superiori
FUNZIONI DI BASE
• Descritte separatamente per semplicità, formano un unico
fenomeno mentale. Ogni funzione è presupposto per la successiva.
• Vigilanza: stato di veglia che permette la comunicazione di sé con l’ambiente e di entrare in rapporto con il mondo esterno.
• Coscienza: idea e consapevolezza di sé, delle proprie relazioni e del contesto ambientale in cui si opera.
• Attenzione: è il filtro che permette di focalizzare e mantenere (Concentrazione) la coscienza su determinati eventi del mondo oggettivo interno ed esterno. Distinta in passiva (involontaria) e attiva (volontaria).
• Orientamento: capacità di collocare sé, altre persone e situazioni
con precisione di tempo e di luogo (S/T/P).
VIGILANZA
• E’ fondamentale per attivare la coscienza e l’attenzione.
• Una riduzione della vigilanza conduce a una diminuzione dello stato di coscienza con perdita delle capacità di mantenere l’attenzione, di
orientarsi e di finalizzare il comportamento. Ci sono diversi livelli:
• Obnubilamento: stato di rallentamento e apatia, soggetto addormentato ma risvegliabile e in grado di prestare attenzione per breve tempo se
sollecitato.
• Sonnolenza: risveglio con stimoli importanti, movimenti rari, aggiustamento della postura.
• Sopore: risveglio possibile solo con stimoli energici, ripetuti, dolorosi ma senza espressioni di sofferenza né aggiustamenti di postura.
• Gradi più estremi sono il precoma e il coma.
COSCIENZA
• Funzioni della coscienza sono di ordinare le esperienze in una
narrazione coerente, di rappresentare i contenuti psichici propri e delle altre persone, di organizzare il significato delle relazioni
interpersonali e di valutare con coerenza gli eventi che si succedono nella sfera personale e sociale.
• La coscienza dell’Io (coscienza di Sé come consapevolezza dell’Io- oggetto) ha 5 componenti: coscienza dell’attività, dell’unità,
dell’identità, della delimitazione e della vitalità
CLASSIFICAZIONE DEI DISTURBI DELLA COSCIENZA
Disturbi della Coscienza
Disturbi quantitativi
(correlati a d. della vigilanza)
Disturbi qualitativi
Aumento del livello di coscienza Diminuzione del livello di coscienza
Delirium
Stato crepuscolare Stato oniroide
Disturbi della Coscienza dell’Io
Disturbi della delimitazione dell’Io Disturbi dell’identità dell’Io
Disturbi dell’attività dell’Io Disturbi dell’unità dell’Io
Disturbi della Coscienza del Corpo
Disturbo dello schema corporeo Disturbo dell’immagine corporea
DISTURBI QUALITATIVI DELLA COSCIENZA
• Queste alterazioni hanno spesso cause organiche: intossicazione o astinenza da
sostanze/farmaci, patologie del SNC (epilessia, eventi vascolari, traumi cranici), patologie endocrino-metaboliche o infettive. Si possono anche presentare nelle psicosi acute.
• Delirium: disturbo ad andamento fluttuante con disorientamento, attenzione
compromessa, pensiero incoerente e confuso, dispercezioni, instabilità affettiva e turbe vegetative.
• Stato crepuscolare: restringimento del campo della coscienza con contenuti psichici limitati e inaccessibilità. Il comportamento può essere inibito con improvvisi scoppi emotivi.
• Stato oniroide: condizione in cui la percezione corretta dell’ambiente viene mescolata ad un esperienza delirante con allucinazioni visive, simile a un sogno.
NEUROLOGIA PSICHIATRIA
Disturbi Psichiatrici
Organici
Lesioni patologiche
Malattie mediche
Funzionali
Schizofrenia Disturbo Bipolare
COSCIENZA DELL’IO
• Parte del fenomeno mentale della coscienza (coscienza di Sé come consapevolezza dell’Io-oggetto) con i seguenti elementi costitutivi:
• Sentimento di delimitazione: coscienza che il mondo esteriore, degli altri, è separato dall’individualità di ciascuno di noi.
• Sentimento di identità nel tempo: coscienza di essere sempre la stessa persona ovvero la persistenza senza discontinuità nel tempo.
• Sentimento di attività: coscienza di essere un polo dinamico che
percepisce, pensa, assume iniziative, organizza gli stimoli dell’ambiente.
• Sentimento di unità: coscienza di essere un nucleo unitario; l’Io agisce in
modo continuo e le integra in un equilibrio dinamico le forze psichiche in
movimento e talvolta contrastanti dell’individuo.
DISTURBI DELLA COSCIENZA DELL’IO (1)
• Disturbi della delimitazione: incapacità dell’Io di distinguere fra mondo esterno e mondo interno. In questi casi si possono manifestare fenomeni quali:
– Estasi: stato di beatitudine e di «espansione» al di fuori di sé. Atteggiamenti estatici patologici si possono verificare nella schizofrenia, nella mania e
nell’epilessia.
– Transitivismo: consiste nell’attribuire le proprie idee, gli stati d’animo e i sintomi ad altre persone con completa inconsapevolezza della propria condizione di malato.
– Inesistenza personale (Sindrome di Cotard).
• Disturbi dell’identità nel tempo: vi è una frattura nel senso della propria identità
biografica; a parte condizioni fisiologiche come la crisi dell’adolescenza, può verificarsi nella Schizofrenia.
DISTURBI DELLA COSCIENZA DELL’IO (2)
• Disturbi della attività: l’Io si sente estraniato dal mondo e incapace di agire
attivamente («paralisi dell’Io»); sentimenti, pensieri e atti volitivi sembrano non provenire da attività dell’Io bensì emergono in maniera automatica o meccanica.
– Questo disturbo è la base per l’elaborazione di idee deliranti di influenzamento e di costrizione, tipiche della schizofrenia.
– Sentimento di possessione dell’isterismo.
• Disturbi della unità: esperienza rara in cui il soggetto si percepisce come sdoppiato o frammentato.
– Autoscopia: visione della propria immagine o parte di essa nello spazio visivo esterno, come in uno specchio.
– Sdoppiamento patologico alternante dell’Io o «Personalità multipla».
DEPERSONALIZZAZIONE
• Insufficienza o perdita del contatto vivo e sostanziale che ciascuno di noi
sperimenta nei cfr. del proprio mondo interiore, del proprio corpo e della realtà esteriore.
• Si distingue pertanto in d. autopsichica, d. somatopsichica e d. allopsichica (o derealizzazione), rispettivamente.
• La depersonalizzazione si associa sempre a un elemento affettivo, un sentimento di profonda angoscia che segnala un’iniziale rottura della personalità.
• La derealizzazione si manifesta con un senso di isolamento dal mondo con la realtà ambientale che assume un colorito strano e differente dall’abituale. Le cose
appaiono lontane, distaccate, non familiari.
• Possono manifestarsi nella schizofrenia, nella depressione, nelle sindromi fobico- ossessive e nelle psicosi reattive brevi.
DISTURBI DELLA COSCIENZA DEL CORPO
• Disturbo dello schema corporeo: si tratta di un’alterata rappresentazione mentale del corpo.
• Disturbo dell’immagine corporea: risulta da un incapacità di integrare lo schema corporeo con funzioni cognitive ed emozioni.
• Si tratta di manifestazioni tipiche di lesioni neurologiche, dei disturbi del
comportamento alimentare e dei disturbi somatoformi.
ATTENZIONE E CONCENTRAZIONE
• Disturbi quantitativi dell’attenzione e della concentrazione correlati ai Disturbi della coscienza e quindi a condizioni organiche.
• Disturbi qualitativi sono la restrizione dell’attenzione (A. selettiva) e la
distraibilità. Si riscontano nelle psicosi acute e nello stato maniacale.
• Attention Deficit Hyperactivity Disorder
(ADHD): è una sindrome tipica di bambini e adolescenti dove l’eccessiva distraibilità si associa a impulsività e iperattività
ORIENTAMENTO S/T/P
• Disorientamenti ad andamento progressivo sono frequenti in condizioni organiche,
correlandosi a disturbi dell’attenzione e della memoria.
• Disturbi acuti sono più caratteristici di psicosi e lesioni del SNC.
• L’orientamento temporale è il primo a deteriorarsi ed è più sensibile alle
condizioni emotive del soggetto.
MINI MENTAL STATE EXAMINATION (MMSE)
• Sviluppato da Folstein nel 1975, è un rapido strumento che può essere utilizzato come screening per stabilire la presenza di deterioramento cognitivo (v.n. 23-24/30)
• Può anche fornire una gradazione del deterioramento, seppur meno precisa specie per forme moderato-severe.
• Valuta orientamento, attenzione e concentrazione, memoria, calcolo, linguaggio e prassia costruttiva.
• Il protocollo di somministrazione è facilmente reperibile su internet.
http://www.neuropsicologiaweb.it/index.php/test/4-mini-mental-state-examination
FUNZIONI VITALI
• Funzioni preformate e influenzate dall’ambiente. Si manifestano con una spinta vitale che permette la sopravvivenza e lo sviluppo
dell’unità cervello-mente-corpo.
• Attaccamento: legame che esiste fin dalla nascita e si sviluppa nella relazione con i genitore (Bowlby, 1984). E’ fondamentale per la
maturazione e l’organizzazione del SNC e per lo sviluppo della mente del neonato/bambino. I legami di attaccamento permangono nella vita adulta come moduli operativi e rappresentazioni mentali e
caratterizzano le relazioni interpersonali.
• Vita istintiva: condotta in parte congenita e in parte appresa
precocemente che tende alla conservazione della vita dell’individuo
e al soddisfacimento immediato degli stimoli biologici. Si manifesta
nel comportamento aggressivo, sessuale e alimentare.
DISTURBI DELL’ATTACCAMENTO
• Si determinano quando l’attaccamento è disorganizzato, traumatico o stressante e avviene in un contesto ambientale avverso al bambino.
• Questo può condurre a due situazioni che coinvolgono il SNA:
• Iperarousal (attivazione del sistema simpatico): quando prevalgono
distress, spavento, minaccia non compensati da un ambiente protettivo;
le modificazioni fisiologiche predispongono a comportamenti finalizzati alla sopravvivenza e al recupero di una relazione di protezione.
• Dissociazione (attivazione del sistema parasimpatico): quando è
presente uno stato di vergogna e abbandono, intollerabile per la
mancanza di un intervento riparatore del genitore, che esita in una
strategia difensiva di chiusura nel proprio mondo interno.
ATTIVAZIONE DEL SNA E PREDISPOSIZIONE AI DISTURBI MENTALI
Iperarousal
↑ PA e FC
↑ FR
↑ tono muscolare Midriasi
Ipervigilanza
Disturbo d’ansia
Depressione unipolare Disturbo bipolare
Dissociazione
↓ PA e FC Miosi
Stimolazione digestione Mantenimento delle
funzioni del corpo
Disturbo psicotico
Disturbo dissociativo
Disturbo di personalità
DISTURBI DELLA VITA ISTINTIVA
• Si generano in una interazione molto complessa che riguarda non solo le alterazioni della vita istintiva ma anche altri fattori come eventi di vita, stile di relazione interpersonale, elaborazione
cognitiva.
• Disturbi del comportamento aggressivo: aggressività abnorme e pervasiva, aggressività autodiretta (comportamenti autodistruttivi e autolesivi), astenia.
• Disturbi del comportamento sessuale: disturbi dell’identità di genere, disfunzioni sessuali, parafilie.
• Disturbi del comportamento alimentare: anoressia nervosa,
bulimia nervosa, sitofobia.
DISTURBI DELLA SFERA SESSUALE (1)
• Identità di genere: connota gli aspetti psicologici del
comportamento ed è definibile come la consapevolezza di se stessi come appartenenti a un genere piuttosto che all’altro (Stoller, 1985)
• Per disturbo dell’identità di genere si intende una condizione in cui vi è una forte e persistente identificazione con il sesso opposto e un persistente malessere rispetto alla propria assegnazione sessuale oppure un senso di estraneità riguardo al ruolo di genere del
proprio sesso.
DISTURBI DELLA SFERA SESSUALE (2)
• Disfunzione sessuale: anomalie funzionali delle diverse fasi della risposta sessuale.
• La disfunzione non deve essere attribuibile ad altri disturbi
psichiatrici oppure all’effetto di una sostanza o di un farmaco.
Classificazione
Fase M F
Desiderio D. da desiderio sessuale ipoattivo D. Da avversione sessuale
Eccitazione D. dell’erezione D. dell’eccitazione
Orgasmo Eiaculazione precoce
D. dell’orgasmo M D. dell’orgasmo F Si distinguono poi disfunzioni permanenti, acquisite (dopo periodo di funzionamento normale) e situazionali.
DISTURBI DELLA SFERA SESSUALE (3)
• Parafilie: disturbi che determinano disagio, difficoltà interpersonali e compromissione di aree del funzionamento.
• Sono caratterizzati da fantasie, impulsi sessuali o comportamenti sessuali ricorrenti che riguardano: 1) oggetti inanimati, 2)
sofferenza/umiliazione di se stessi o del partner, 3) bambini o altre persone non consenzienti.
• Alcuni esempi: Esibizionismo, Feticismo, Pedofilia, Sadismo,
Masochismo, Voyeurismo
DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE
• Anoressia nervosa
Condizione in cui la pz riduce l’introito di cibo per l’intensa paura di aumentare di peso o di diventare grassi. E’ presente una evidente alterazione del modo in cui la pz vive e interpreta peso e forma del corpo.
• Sitofobia
Paura di alimentarsi correlata a sintomi spiacevoli fisici o psichici.
• Bulimia nervosa
Abbuffate: episodi in cui si
mangia, in un definito periodo di tempo, una quantità di cibo
molto superiore a quella che la maggior parte delle persone mangerebbe in circostanze simili. Si correla con una sensazione di perdita di controllo.
Condotte compensatorie con
finalità di controllare il peso.
FUNZIONI COMPLESSE
• Affettività: costituita da stati d’animo che originano spontaneamente, associati a idee, o per effetto di eventi esterni e che sono vissuti con viva aderenza secondo polarità piacere-dispiacere e/o gradevole-sgradevole.
• Nell’ambito dell’affettività secondo una differenziazione che è più quantitativa che qualitativa si distinguono:
• Emozione: stato mentale intenso e momentaneo dovuto a un evento, reale o evocato, che genera un processo caratterizzato da espressione soggettiva, modificazione fisiologica e percezione degli effetti.
• Sentimento: stato affettivo prolungato nel tempo e attenuato di intensità rispetto alle emozioni.
• Umore: tonalità affettiva di fondo di maggiore durata, che spesso è
spontanea e influenza l’atteggiamento generale dell’individuo rispetto agli altri e al mondo esteriore.
ANOMALIE QUANTITATIVE DELL’AFFETTIVITA’ (1)
Umore espansivo (ipertimia) Furore
Mania Euforia
Depressione
Stupore melanconico
Umore depressivo (ipotimia)
ANOMALIE QUANTITATIVE DELL’AFFETTIVITA’ (2)
Umore depressivo
Tristezza, faticabilità, paura e inquietudine o angoscia, povertà della mimica, lentezza, uniformità ideativa, rallentamento motorio.
Disturbo depressivo Demenza senile
Tendenza alla depressione Umore
espansivo
Stato interiore di gioia, esaltazione o
eccitamento psicomotorio, aggressività, senso di onnipotenza, mimica vivace, esuberanza, ideazione pronta e rapida.
Mania
Alcune forme di schizofrenia Parafrenia
Paranoia Umore
disforico
Abnorme eccitabilità affettiva, facilmente elicitata da stimoli poco rilevanti, irritabilità, iperattività motoria.
Disturbi della personalità Disturbi psicotici
Disturbi organici Umore
instabile
Incontinenza emozionale che si estrinseca con comportamenti esteriori (pianto, riso) per stimoli insufficienti. Simile a u. irritabile, tuttavia si distingue per la minore labilità.
Disturbi ansioso-depressi Lesioni vascolari del SNC
HAMILTON DEPRESSION RATING SCALE
• E’ la scala più utilizzata per valutare la gravità della sintomatologia depressiva e monitorare l’andamento clinico.
• Deve essere somministrata da un clinico esperto e richiede circa 30 minuti.
• Versione originale a 17 items, poi integrazioni (21 items, 24 items, ecc.).
• Un po’ sbilanciata sui sintomi fisici della depressione.
• Un punteggio superiore a 17 indica una depressione di livello moderato o severo mentre un punteggio inferiore a 7 indica assenza di depressione (utilizzato per la remissione).
• https://pdbp.ninds.nih.gov/assets/crfs/Hamilton%20Depression%20Rating%20Scale%20(HDRS).pdf
FUNZIONI SUPERIORI
• Si tratta delle funzioni più volute della specie umana e caratterizzano il modo di essere, pensare e relazionarsi di una persona:
• Memoria: capacità di fissare le esperienze passate e di riportarle poi alla coscienza; le fasi dell’attività di memorizzare sono: registrazione,
ritenzione, rievocazione e riconoscimento.
• Intelligenza: capacità di comprendere e di costruire ragionamenti, formulare giudizi, risolvere problemi e, più in generale, di adattarsi all’ambiente circostante.
• Percezione: processo di trasformazione degli stimoli sensitivi (ricezione) in sensazioni che possono essere elaborate come esperienze significative
(elaborazione) e quindi integrate con le altre funzioni mentali.
• Pensiero: capacità di formare e articolare le idee in modo coerente e logico. Si manifesta con il linguaggio.
DISTURBI DELLA MEMORIA
Disturbi quantitativi
• Ipermnesia: aumento della capacità di
conservare tracce delle esperienze; si osserva in individui particolarmente dotati e in stati tossici.
• Ipomnesia: riduzione della capacità di
memorizzare. E’ tipica dell’invecchiamento e accentuata in: demenza, etilismo cronico e ansia. Anche in disturbi neurologici e traumi.
• Amnesia retrograda: deficit di rievocazione.
• Amnesia anterograda: deficit di registrazione.
• Amnesia lacunare: riferita a periodo di tempo.
• Amnesia globale.
Disturbi qualitativi
• Si tratta di deformazioni o
elaborazioni abnormi dei ricordi.
• Possono presentarsi in disturbi psicotici, affettivi o di personalità.
DISTURBI DELL’INTELLIGENZA
• Ritardo mentale: deficit congenito di grado variabile:
funzionamento intellettivo borderline (QI 70-80), lieve (QI 55-70), moderato (QI 40-55), severo (QI 25-40), profondo (QI<25)
• Demenza: deficit acquisito da forme degenerative, vascolari, miste.
• Pseudodemenza: quadro caratteristico dei gravi disturbi depressivi
nell’anziano.
DISTURBI DELLA PERCEZIONE (1)
• Le allucinazioni sono percezioni senza oggetto, indistinguibili dalle normali esperienze percettive.
• Possono essere descritte con la modalità sensoriale e sulla base della complessità (a. elementari/complesse).
• Allucinazioni uditive: possono presentarsi in forma di voci con vari contenuti (voci denigratorie, commentanti o dialoganti, a. imperative, a. teleologiche, eco del
pensiero) e in questo caso sono tipiche della schizofrenia.
• Allucinazioni visive: possono essere semplici (scintille, aloni colorati) o complesse (figure, scene); tipiche dell’abuso di sostanze, nel delirium tremens si possono manifestare le a. zooptiche. Anche in condizioni neurologiche o endocrine.
• Allucinazioni gustative e olfattive: usualmente si tratta di dispercezioni a carattere spiacevole; sono riconducibili a disturbi psicotici e neurologici.
• Allucinazioni somatiche: si distinguono ulteriormente in a. superficiali (tattili, termiche) e a. cenestesiche, relative alla sensibilità interna (impressione di trasformazione del corpo o di sue parti, di falsa percezione di movimenti).
DISTURBI DELLA PERCEZIONE (2)
• Pseudoallucinazioni: vi è una localizzazione interna dei fenomeni dispercettivi, avvertiti come estranee e senza rapporto con la realtà esterna (es. voci che provengono da parti del corpo).
• Allucinosi: sono allucinazioni riconosciute dal soggetto come
patologiche; usualmente di natura visiva o uditiva, poco strutturate, tipiche dei disturbi neurologici (tumori SNC, morbo di Parkinson, epilessia lobo temportale, traumi cranici, dipendenza da alcol).
• Allucinazioni ipnagogiche e ipnopompiche: fenomeni non patologici legati all’addomentamento e al risveglio.
• Illusioni: erronea interpretazione di stimoli reali, non hanno sempre
significato patologico.
DISTURBI DELLA FORMA DEL PENSIERO (1)
• Si tratta di alterazioni del flusso e della strutturazione del pensiero:
• Accellerazione idetica: rapida successione delle idee con tendenza alla lassità dei nessi associativi fino all’estremo della fuga delle idee; si
manifesta a livello verbale con logorrea e, nei casi più gravi, con incomprensibilità totale.
• Si riscontra nelle fasi maniacali, di stati d’ansia e dell’uso di sostanze.
• Rallentamento idetico: scarsa produzione di idee poco elaborate con eloquio arido, da stimolare (elevata latenza di risposta).
• Tipico dei disturbi depressivi gravi, della catatonia e di alcune condizioni organiche (ipotiroidismo, uso di sostanze).
• Blocco del pensiero (barrage): interruzione improvvisa del pensiero che si verifica in psicosi acute e che può essere interpretata in maniera delirante (furto del pensiero).
DISTURBI DELLA FORMA DEL PENSIERO (2)
• Si tratta di alterazioni del flusso e della strutturazione del pensiero:
• Prolissità: pensiero caratterizzato da eccesso di idee secondarie che ritardano o precludono il raggiungimento della meta del discorso.
• Circostanzialità: pensiero ricco di dettagli inutili e irrilevanti.
• Perseverazione: persistenza abnorme di alcuni contenuti idetici che non vengono sostituiti malgrado il cambiamento degli stimoli e delle
esperienze.
• Incoerenza: il pensiero risulta illogico, bizzarro e incomprensibile per la perdita dei nessi associativi fino alla cosiddetta «insalata di parole». Si può associare o meno a disturbi della coscienza.
• Deragliamento: i temi della discussione vengono improvvisamente cambiati senza una corretta successione del discorso.
• I disturbi della forma del pensiero sono tipici della Schizofrenia.
DISTURBI DEL CONTENUTO DEL PENSIERO (1)
• Idea prevalente: idea (o complesso di idee dal contenuto simile) che predomina su ogni altro pensiero; deriva in modo comprensibile
dall’affettività del paziente, viene accettata seppur con sofferenza significativa e appare criticabile.
• Ossessione: pensiero appartenente a tematiche specifiche,
spiacevole, irrazionale, criticato e riconosciuto come estraneo e intrusivo, che è presente in maniera persistente nel campo della coscienza determinando intensa angoscia. Il soggetto tenta di
resistere con successo variabile al pensiero e compie atti compulsivi per ridurre l’ansia correlata.
• Delirio: giudizio patologicamente falsato caratterizzato da assoluto senso di certezza, incorreggibilità di fronte a dati di realtà e
confutazioni logiche, evidente assurdità del contenuto (K. Jaspers).
DIAGNOSI DIFFERENZIALE DEI DISTURBI DEL CONTENUTO DEL PENSIERO
Disturbo Derivabilità Vissuto Criticabilità Tematiche Patologia Idea
prevalente
Sostenuta da eventi e fondo affettivo
Integrata alla personalità ma spiacevole
Criticata ma non ritenuta assurda
Prospettive spiacevoli, timori di vario tipo, convinzioni etiche,
politiche o «scientifiche»
Non sempre correlabile a disfunzione, disturbo d’ansia
Idea ossessiva
Non in rapporto a eventi e
affettività
Estranea alla personalità, non accettata
Criticata come assurda
Contaminazione, controllo, ordine, aggressività, sessualità
DOC
Idea delirante
Diversi livelli di derivabilità (d.
primario e d.
secondario)
Adesione
completa, non considerata patologica
Non criticabile in presenza di prove evidenti
Persecuzione, grandezza, influenzamento, rovina, gelosia
Schizofrenia,
mania, depressione grave, disturbo delirante
IL DELIRIO (1)
Definizione
1) Convinzione con assoluto senso di certezza
2) Incorreggibilità del
convincimento di fronte a dati di realtà o
confutazione logica 3) Impossibilità del
contenuto / delirio bizzarro e non bizzarro
Caratteristiche
• Rispetto allo stato di coscienza: Lucido / Confuso
• Rispetto all’organizzazione: Sistematizzato / Frammentato
• Rispetto alla comprensibilità: Primario / Secondario
• Rispetto al contenuto: Persecuzione, Riferimento, Influenzamento, Grandezza, Rovina, Colpa, Ipocondriaco, Gelosia